Omnibus - anno I - n. 17 - 24 luglio 1937

l!- IL SOFM DELLE m-USE IN ANTOLOGIA G S. SPINETI! ha compilato una antologia di scritti e di- ■ scorsi di Mu~soliui che s'intitola Spirito della Rivolu- ,do,u Fascista (Hocpli, :Milano, L. 12). Con questa antologia Spinctti ha voluto documentare l'origine, la form:).- zionc e l'evoluzione del Fascismo, non ~lo riguardo alla politica e alla K>Ciologia, ma anche alla moralità e coscienza individuale. Fra il primo e l'ultimo dei frammenti che COfr!pongono il volume, corrono delle date mcmorab.ili che segnano la storia di un'Italia completamente nuova: è l'Italia che \'Ìncc una guerra mondiale e dooo diciotto anni conquista il suo Impero. « Chi fa b storia, non .sente affauo il bisogno di scriverla: tutt'al più può dame una spiegazione>, dice Mu.5solini a pag. 81. :V{ussolini infatti non si preoccupa di ~crivcre la storia che egli stes~o pone in atto. I suoi discorsi e i ~uoi ~critti hanno tutti una finalità pratica e contingcnte.Tuttavia,unqualsiasi avvenimento, o problema quotidiano, gli offre quasi sempre il destro di con• eludere cèm qualche cosa che li supera. Mussolini non si accontenta di fermarsi all'utilità immediata, come può fare un qualsiasi amministratore politico; il suo temperamento esce spontaneamente da questi limiti e lo porta a spiega• re, per via di mor:'tlità o paragoni, fr. nomcni e situazioni particolari e univet"lali della politica e della storia. Parlando da un balcone, Mussolini s'è trovMo a poter dire cose fondamen• tali con spirito e stile veramente da storico. Leggendo questi frammenti. non si pensa quasi più alla loro ori• gincj piuttosto sembra trattarsi - ta11• to ~ evidente il loro senso profetico e rappresentativo - di meditazioni e nu• te di un ingegno politico che ricorda per qualche lato il Machiavelli. Il se• greto di ~ussolini sta proprio in questa facoltà di sintesi, dove azione e mt:- ditazione \i fondono nel medesimo istante. « Io credo fcrmis,.imamente nel destino di potenza che aspetta la no.stra giovane Nazione. E tutti i miei sforzi, tutte le mie fatiche, le mie ansie, 1 miei dolori sono diretti a questo scopo. Da che cosa deriva mai in mc questo .senso di fiducia, di incrollabile fiducia? V'è qualcosa di Catale nell'andare del nostro popolo. Pensate al cammino percorso durante un secolo; pensate che i primi moti per l'indipcndenzd italiana sono del t 821, che l'insurrezione fascista è del 19i22. In un secolo abbiamo realizzato dei progressi ei1;?anICM'hi.Oggi questo movimento è accelerato; accelerato dalla nostra volontà, e tutto il popolo partecipa a questa. fa. tica. Vinceremo perché questa è la no• stra precisa volontà>. (« Il terzo anniversario della Marcia su Roma>, 28 ot• tobre 1925. Pag. 306). Un altro fattore concorre a rafforzare con precisione e rilievo le idee di Mussolini; cd è lo stile con cui sono pronunciate. Uno stile certamente da scrittore; una pagina di :\ilwsolini è una pagina che fa parte di una tradizione di scrittori politici quali nessun;i altra nazione ha·mai avuto. Vi è una secchezza, una concisione e vivacità che a uno scrittore giova sempre osservare. Nella prosa mussoliniana c'è sempre modo 'di trovarsi di fronte a costruzioni sintattiche di un'efficacia straordinaria, aove l'aggettivo e iJ punto fermo sono scelti e collocati con estrema precisione. Dalla raccolta e coordinazione dei frammenti che compone-ano I' antologia, si capisce quanto Spinetti conosca la materia cui ha mcs.somano con tan. ta accortezza. Essa è così vasta e numerosa, chC' sceglierla e riunirla seco~- d? .un criterio di chiarezza quasi sag• gutica, non poteva essere se non il compito di uno che da molti anni an• dava percorrendola t: assimilandola assieme alla bibliografia che man mano sorgeva intorno. Compito che Spinetti è riuscito a soddisfare egregiamente. La antologia può e~scre letta con profitto da chiunoue i lo scopo della sua pubblicazion_e non è altro, infatti, che quello d1 rendere fo.cilmente acc~sibi. le lo spirito della Rivoluzione quale è venuto fonnandolo ii Duce attraverso i .suoi discorsi e scritti occasionali, e di questa come nuovo ordine morale, politico ed economico della coscienza nazionale. Uno dei più bei capitoli è certamente quello che s'intitola e Mussolini>. Si tratta di aichiarazioni personali che banno quasi il sapore di note di dia• rio. Il lettore ha l'impressione di entrare più intimamente nella sua umanità e nei suoi pensieri. < Io comincio da domani la mia fatica dcli' anno quinto, e questa fatica sarà, come mio costume, quotidiana, metodica, ordinata~ ecc. « ... Io sono sempre un po' malcontento >. « Io premio i citta.dmi che mi dicono la verità, anche e soprattutto quando è ingrata > (pagg. 290• 291). GINO VISENTINl A CORRADO e perciò sono nervose. Che cosa volete fare con una donna che non pul> (are una passeggiata a piedi? Ci sono delle ecce· Doni, e tra queste la donna che io o voi amiamo. Aspettianlo che le \,altre camminino meglio. ( LETTURE ITALIANE) ~'1/i~~~ E della Tw,çhia. i I I ' Non mi stupirci che domani la Turchia · divenisse nuovamente il punto del conflitto SIAMO AVVEZZI a guardare le notra Europa e Alia. L'Europa è il Medi- velie di Luigi Pirandello come ap· PIRANDELLO Cosa pensa dtUo provincia italiana.' t la rite1va dcile energie del paese. La resistenza italiana negli ultimi venticinq1i1e anni della sua storia è dovuta al fatto che le generazioni operanti nella vita nazionale vengono dalla provincia., e spesso vi sono da poco immesse dopo lunghe ge• ncrazioni panate nella vita provinciale. Dal Settanta in poi, abbiamo veduto destarsi, l'una dopo l'altra, regioni che mai prima avevano parlato o che da lungo tempo erano mute. E non è ancora finita. Il fenomeno odierno dctl'acccntr:unento minaccia d'im• povcrire le regioni dove si vanno spegnendo alcuni focolari di cultura che avevano un carattere spiccatissimo e preparavano e va• ,gliavano gli uomini. Un'immissione di gente impreparata dalla provincia alla vita ur• bana può dare a una società.• certi carat· teri antipatici che rischiano di diventare i caratteri della nazione. Il nostro paeu non puo avere• altra civiltà che di intelligenza, qualità, tecnica, individualità, per• sonalità. Il lavoro d'incubazione si compie nell'ambiente della provincia. L'uomo im• preparato deve ricorrer-e, nell'ambiente urbano, a un uso di bru1alità e di rouezza che può riuscire fatale a tutto un tooo civile. La provincia che fugge nella capitale la terra, il lavoro manuale, in cerea d'impieghi dalle mani bianche, quando nella sua ricerca non porta vere e profonde qualità di vocazione e di disinteresse, crea delle crisi morali molto complesse. La provincia ~ la forza dell'Italia. Le città che comandano dovrcb~ro essere costituite di intel• ligenzc e di a1tività esatte. Rischia di andare alla malora da quando fa una politica di muse. Si.a.mo quauro gatti in confronto alle grandi ma»e umane dell'Oriente, le quali non sono mai arrivate a nulla percM appun10 muse informi. Europa significa intelligenza. Se diventa ere• tina non ha altri diritti per sopravvivere. Quanto a quelli accumulati nei secoli, baJla un bombardamento per farne una step· pa, una taiga, un deserto. Ci parli dtllt donnt europee t dtllt donnt italiane. Le tedesche si reputano le prime donne d'Europa per tante buone ragioni che si possono riauumcre in due parole: (cdeltl, solidarietà, a K, alla loro natura, alla loro ra.ua. Le russe e le francesi pare che non siano più di moda dopo l'Ottocento. Le inglesi sono ancora 1ulla via delle scoperte di Lawrence. Delle donne italiane non si sente più parlare da un peno, dopo che detennero il primato per tre aecoli, e dopo che per un altro secolo le rimpiange chi non le conobbe allora. Pare che 1iano state inghiottite dal cinematografo e da tutti i fenomeni pura.mente coloniali della no1tra cultura più diffusa. Che cosa si 1ta facendo da un pezzo, tra libri, romanzi e cinema e teatro se non dare una mentalità colo• nialc agl'ltaliani, mentre tutti gli altri sforzi 10no diretti in un senso propriamente opposto? All'estero ho sentito dire soltanto che le donne italiane portano i tacchi troppo alti, camminano spasimando, terraneo. Quando sarà finito lo spettacolo punti che preparano e sottintendono delle nazioni europee rivali, comincerà quel- i futuri sviluppi drammatici del suo teatro. lo ddl'unione europe,1 i1, diresll ddl'Oc.J.+--( Ed • è opinicr:.: uata dalla fortuna del ,S!ente. Purché non sia troppo tardi. La teatro pirandelliano, più che da un ptt· Turchia è la scotinella avanzata dell'Oeci- ciso esame. Tante situazioni troviamo acdente. Ha compiuto una rivoluzione mod(miuima. Conta appena dicci milioni di abitanti, ma ha un e1ercito di prim'ordine. Jn un'Europa concorde pul> vivere e (.On• tare. Come te1ta di ponte in mano del• l'Oriente pul> es.sere ridotta a zero. Cosa pensa dtlla ltttuatlira italiana! L'Italiano è universale per storia, cdu· cazione, natura. Quando gli manca una cultura nazionale, diventa internazionale, e col vento che tira in Europa, è facile pusarc dall'internazionale al coloniale. Malgrado quella doz:z.ina di buoni 1crittori ita• Jiani che tulli conosciamo, la cultura italiana in questo momento ritchia di segui• tare ad essere un fatto coloniale, e più irrimediabile che mai. Ci preoccupiamo dell'autarchia economica, e non ci diamo pen• siero di un'autarchia culturale. Fa pena vedere che perfino la sintaui e le matu• razioni della lirica italiana avvengono come in una specie di sottolingua della lingua francese. Questo per ci1are il caso più tipico. Ultimamente, per acquistare rispetta• bilità, un nostro autore, e non per 1ua colpa, ha scritto una commedia con tutti cennate nelle novelle, che poi avranno chiarimento maggiore sulla scena: ma si tratta d'un chiarimento che non di rado equivarrà ad impoverimento. L'arte di Piran• dello noveUiere appare sempre meno 'd'ec• cezione. Anche quando si ha a che rare con personaggi 1trambi, li vediamo trat• tati con grande semplicità, spcuo addirit• tura con bonomia dialettale. Pirandello procede per scorci: uu. la tecnica che dovrebbe arrivare agli effetti bonari e provinciali dei bozzettisti. E 11 non è certo più bravo di Fucini, come è molto al di sotto di certi bouetti di Verga, il quale anche quando scritti con mano facile, e senza il rigore che tutti sappiamo nei Mala110• 1lia e in qualche novella rusticana, mo• stravano dietro la prosa una verità meno provinciale. In Pirandello c'è davvero spes• so molto di bou:cttismo; specie nel de• serivNe e nel narrare: un resto dei tempi in cui egli si dette alla novella. Ma poi, come si passa al dialogo, ecco che lo scorcio smette di euerc bonario, e ogni frase, proprio perché mai data per distesa, anzi sempre alla svelta, diventa incisiva e conclu!iva. Pirandello nelle novelle non mira che al dialogo. li suo gusto lo porta là, e tutto il resto è nella 1ua fantasia ~cond.a.rio. Il suo dialogo, anche quello che pare 50mmario, è definitivo. I luoghi dcnomi ungheresi; cd è un trucco riconosciu• scriuivi e narrativi, al contrario, si vedono come scriui , lla meglio, e in vista di una ulteriore elaborazione. Eppure, se una elaborazione 1i dà, avverrà sempre a freddo; sicché non merita la fatica. to, ormai, presentare con un falso nome un'opera ; un nome quaJunquc purché non sia italiano. Inchieste su inchieste chic• dono a noi scrittori quali siano i rimedi. I rimedi sono semplicissimi e a ponata di tutti. E dtl 1iornalismol Se non ci fosse il giornalismo, in Italia, non si sentirebbe quasi più una voce di scrittore italiano; molti u.rebbero costretti a cambiar mestiere. Soltanto per motivi pratici. E dtlla bortht1ial t la forma eterna della classe dirigente. A volte è crollante e scmbra tr:unontare come le borghesie europee del dopogucr• ra, che fecero grandi sacrifici di sangue e rimasero stremate. Talvolta è ridicola, ma le sue conquiste, i suoi drammi, i suoi sacrifici, le sue vittorie, 10no i suoi titoli secolari. E dtl popolo? 2. la culla della borghesia. Quando la borghesia non dimentica d'essere stata popolo, e ne 1erba la semplicità, l'umanità, la 1chiettcu:a 1 è grande. Percil> il popolo italiano è grande e nessuno può averlo conosciuto senu rimanerne sedotto. Il bor• ghesc che dimentica d'cuere stato popolo, come sono stati popolo i tre quarti della borghesia italiana, è un vìllano rifatto, ed è veramente ripugnante. E dtll'a,i,tocratial Non capi",> perché ,ia rimasta al Sette• cento. Forse per tenere il lutto delle rivo• luzioni che vennero poi. CORRADO ALVARO E v'è di più. Se si oucrva Pirandello come scrittore, non si potrà non vedere nella sua prosa una certa genericità. Vuol dipingere uomini e cose con vcri1à, e usa aggetti\'i o troppo generici o troppo forti. Nelle pagine di PirandcUo c'è uno 1preco di parole o troppo vaghe o troppo espressive. Frasi forti come e storcendosi le ma• ni >, e quest'incubo frana d'improvviso in una risata generale•, e un'enorme sardo• nica risata di tutta la folla degli invitati s(.Oppia ff'\c.assantc e rimbomba orribile più volte nella sala •· E quc1to o in novelle dove par di ritrovare i 1egni d'un espres• sionismo alla tedesca che è stato di moda fino a dicd anni fa, o in altre che ramruentano il Pirandello dell'anteguerra. Tali sono nell'ultimo \'olume delle sue e Novelle per un anno>, ora uscito (Una 1io,nala, Mondadori, Milano), e C'è qualcuno che ride >, e Quando s'è capito il gioco >, e La signora Frola e il signor Ponza suo genero >. V'è in que• st'ultima novella una situazione che poi verri svolta in Cosi è " vi pare. Eppure, in questa narrazione tutto è piano, e i personaggi medesimi atanno in mezzo ai loro casi impossibili con grande natura· lezza. Una naturalezza che non troveremo più nella commedia. Fin che si resta alla novella, Pirandello sta dietro le quinte e pare che ammicchi: come per direi: e Ecco come stanno le cose; potrebbe anche non essere vero >. Dove, nel teatro, tut• to è soltanto reale. Ai personaggi è dato l'ufficio, mediante la loro dialettica, di sta• bilire come stanno le co1c. Il dubbio medesimo diventa scrio: non è più quello dell'autore. Altre novelle singolari in questo volume sono le quattro che si svolgono in America. I personaggi sono americani, ma in• fine si tratta d'un 1ravestimcn10. Par che Pir<1ndello sia ricorso I\ fare svolgere la sua commedia in un luogo s1raniero per poter giustificare meglio la uranezza di certe avventure. Resta tuttavia in questo volume un grup• po di novelle che mostrano certa novità in Pirandello come Krittore. Lo vediamo intento a dare alla frase una precisione e un garbo che prima pareva sfuggir-e. Pirandello sempre (u vicino alla favola, e non vi giunse forse mancandogli quel t;&.nlOdi precisione stilistica che occorre nel• la favola. La favola moderna non nasCe per altre vie, è sempre lavoro di stile; di letteratura insomma. Sono prouime alla (a. vola, in questo volume, novelle come e La vittoria delle fonniche >, e Padron mio • 1 e La prova •• e La fortuna di user ca• vallo •· t. ques1a fra le migliori. Si tratta di un uvallo abbandonato: di una carogn"' che aspena qualcuno che la slenda morta. Ed ! una storia melanconica, se si vuole: alla fine non è altro che un pretesto per alcune umane e tranquille riflessioni. Ma ci sono poi due novelle che occorre notar fra le altre. Quella del e Buon cuore >, e :~ ;:;n~ ~~n p~:anc!~':rei~~s':~fto~ r~:i:~:~ ria d'un figlio conteso. Una donna vende il suo bambino ad una signora che ne ha ' bisogno per certa eredità; poi il trucco viene scoperto e se ne vanno tutti in pri• gione: e ... tuui, sotto una di\'ersa imputa• zionc ; e sotto più imputazioni, una più grave dell'altra, ciascuno; e, alla fine, imprigionali per nulla, perché per le furie con cui la ragazza aveva difeso il bambino con1ro tutti e contro il suo stesso marito, il laue le si guastò e in carcere il bam• bino morl, e tutti rimasero come tante sta• tue di sale in attesa della condanna a mani vuote >, Conclusione ironica; e modo di arrivarvi con s1ilc che rammenta addirittura Riccardo Bacchelli. e La casa dell'agonia •• poi, è la no- \'ella più pirandelliana del volume. Non si 1ratta di una situazione ingegnosa. Allora a\'remmo un Pirandello esterno, queUo divenuto un luogo comune non soltanto let• tcrario. Lì non c'è il Pirandello delle situa• zioni ingegnose, che quasi per rendere più forti, o più imporcanti, i suoi motivi poe• tici li ingrandiKe, adattandoli a achemi per cosi dire ragionativi. e La casa dell'agonia> è pirandelliana nel modo più semplice: wela la radice della sua pouia, che è lutta nei casi eccezionali che si dànno in questo mondo. Un uomo va in una casa e si fa :u,nunci:ue ; appena annu11ciato comi,ncia l'attesa, e lui ormai altro non è che e l'uo• mo che sta di là>. L'atteu. diviene oppri• mente t"d egli finisce col fuggire; quasi per non essere vittima d'una simile sorte. Pirandello capiva a fondo certe situazioni, e le diceva nelle 1ue novelle poeticamente, come nel suo teatro tentava chiarimenti spesso impossibili. Tanto che la sua poe1ìa resta meglio, e più semplicemente esprcua, nelle sue novelle che non nri drammi. Nelle commedie i personaggi dicono tutto e troppo; definiscono quello che nei racconti r<"sta intuito poetiC:tmenl(". lnt&J'lto merita notare come questo volume sia apeno e chiuso da due novelle, che, sebbene, a quello che pare, scrille in tempi diversi, hanno molto in comune, Sono , Effetti d'un sogno interrotto•• e e Una giornata>. L'immaginazione va avanti libera; nella prima giovandosi d'un sogno, che è un sogno come tutti gli altri, anche se. più sogno di esso sembrerà il risveglio. Un vedovo vorrebbe comprare un quadro dove gli sembra veder-e sua moglie, e il proprietario nega ; ma addormentatosi vede il ,,,.l'tovo fare all'amore con la sua sposa uscita dal quadro. Si risveglia, e lo corre a cercare: cede- ~bbe l'appartamento siccome il quadro prr varie circostanze è inalien•bilc. Lo trova e a.nch'eno dichiara di avere sognato la mo• glie; anzi indossa il pigiama che l'altro Kli aveya visto indosso sognando. Co,l e Effrui d'un sogno interrotto •• con il risveglio più bizzarro del sonno. e: Una giornata • ha qualcosa di più fantomatico. Un talr discende a caso in una città ignota e \'i tro,a che tutti lo conoKono. Cli dànno un uomr, un palazzo, una famiglia; è una visione che vorrebbe simboleggiar qualco~a. rhr magari resta inespresso; ma segna il 1tll'glio che ci ha dato Pirandello. t una ,trad.i che Pirandello ha tentato tante volt,·; mtn• tre altre lo vedemmo prendere vie pi1"1di(- ficili, più ambiziose forse, e forse ,mche meno vicine alla poesia; 1ia che !('g11i.uc: gli insegnamenti dei naturalisti siciliani che lo avevano preceduto, sia che trasfom1a1sc i suoi personaggi teatrali in figure dialetti• che. Queste novelle mostrano al contrario un Pirandello che dice dircuamentc le co.re di suo gusto; sia quando riRctte, mentre ti racconta i casi del cavallo, 1ia quando lascia correre la 1ua immaginazione e rende i 1uoi personaggi vittime di casi impossibili. ARRIGO BENEDETTI CONCORSO PERMANENTE DI "OMNIBUS" "Ol!IKIBUI.• ha. a.peno a \U\U 1 IUOl lei.tori un Con.cono perma.nent.e per la. n.a.rra.alonedl un. fat.t.oquall1aal, na.lmeni. accaduto a.chi tcrtve. La na.rru1one non deTe 1uperan le t.n colonne del storna.le, e deve et1ere 1nT1a.taa.lla. Dlrtl10D.edi" OMNUUI .. 1n eart.elle 1crtt.t.e a.maecb1na., da. UD& 101a.pane del forllo. Ornt na.rra.atone pubblloa.ta, tecondo l'ordlne dl arr1To e d'aocet.-taslone, nrri. eompen1a.ta e.on Lln 1)00 (cl.n• quecento) I dat.t1101crtt.UD.0Da.ccet.ta\l D.0D,1 r ... ttJ.t.u11eono. ::~::nTi~ 11 lt~::~: ·.~r~~:r~!1°~:: ,ua.ndo 1u.mpa.t.o qui JO\~, I.Dcolla.t.o ,una. bu1ia.. DA TAGLIARSI COUOBSO PERIUIIEIU Alla Direzione di OMNIBUS Via del Sudario 28 R'OMA CORRIERE TEDESCO il L NOME di Hans Grimm merita d'esser maggiormente conosciuto da noi, non solo perché egli è ormai una delle personalità più in vista della vita letteraria germanica, (è anche presidente dell'Accademia Prussiana), auroro di quel fitto romanto Volk ohne Raum (Popolo scnca spacio) che, uscito nel dopoguerra, ha avuto diecine di cdii.ioni, ma anche per il valore di alcune delle sue pagine. Nacque a Wicsl.,aden, nel cuore della Cermama, una ,euantina d'anni fa, da un'antica famiglia di contadini, di parroci, di maestri, cioè da quan11, di più tedesco e di più vil'ino al e popolù > si pona im• maginare. Eppu'C"CGrimm ha uascorso molta parte della sua vita all'cuc10: fu educato da giovane in Inghilterr.i, pani, presto nel• le colonie ingle,ì del Sudafrica, poi in quelle tedesche dello ueu,, continente. An• che dopo la guerra è tornato nelle colonie, ormai perdute, dell'ex Afrira tedesca, e quasi tutte le sue pubblicuio11i $0no d'ar• gomento africano. Egli è il m1lho1·c scrittore oggi in Germania di core .\(1ìcanc. Il libro di maggior successo, il romanzo Volk ohnt Raum, usd nd 1926. Sono , ircu 1200 pagine,, e Hant Grimni vi ha cnnc,•pito l'ar• dito proposito di raccontare la stt,ria della Ce.rmania degli ultimi quarant"anni -· so• prattutto come dramma di un popolo che non ha spazio sufficcnte per viver,· e rt•· spirare - attraverso la vita e le ,ice11dc di un solo uomo: Cornclius Fricbott. Costui, un giovine operaio tedesco d1 te1idenu socialiste, emigra dal cuore dcli.i Germania neUc colonie ingleai del Sudafrica po,o prima della guerra boefà j espenmenta I~ ostilità inglese çontro gli opera, teduclu sparsi nel mondo; prende parte alla gcicna boera combattendo contro gli 1ngle1i; è fatto prigioniero e passa poi ndle colonie 1edesche africane, dov~ è sorpreso dalla guerra mondiale. Dopo la guena rientra in Cennania e, già da lungo tempo convertito dalle idee marxiste a quelle di un M>Cialismo nazionale antt liuram, diventa propagandista. della necessità di ricuperare le colonie, ma durante un comizio è colpito dalla sassat3. di un sovversivo e poco dopo muore. Ora il fatto singolare di questo li· bro è il 1egucn1e·: che tutto, nelle lunghi•- sime pagine di Crimm, è detto bene, la lingua è buona lingua tedesca, le idee sono espresse ton grande efficacia cd cloqucnr.&; eppure tuHo ciò resta come e1traneo al romanzo: non ,'ingrana, non fa corpo con esso. Cornclius Fricbott, il protagonista, nonostante tanta ~ materia > interessante e viva i11torno a lui, rimane quasi un'ombra; e un'o1nbro1 è ìl auo ...ntagoni1l..l, vrim• wm pa!f:no e poi avversario, Wessel Martin. Più riuscite sono invece le donne: la. piccola Mclsenc, c-hc è il primo amore di Fricbott " che, al ritorno in patria dopo tanti anni, ne diventa la moglie; e soprattutto la fi. gmn di una. donna boera: Carlotta Printlao. E (cliciuimi 10no i e riposi>, le solitudini in mezzo alla natura nella steppa afric.a.na. In-,,mma, in up libro che vuol essere un dr.i.mma di vastiuimo respiro, non è riu· S<"iloil dramma, è riuscito l'idillio. Ma Hans Crimm ha scritto anche altre opere: opere d'informa2.ionc 1ullc condi• tioni politiche, sociali, economiche delle rx colonie tedesche, con speciale riguardo .11la vi1a del commercio e dell'agricoltura; e oper,• soltanto di natura artistica, specialmente narrativa, e anche lirica.· Le prime (Dai dt1it1eht Si.idwtsttr Buch, Dit 13 brit/t aus Dtutsch-Sii.dwtsta/rika ecc..) sono e~emplari come serietà d'informazione, visione diretta delle cose, spirito pratico e positivo, ma già. esse tradi.1<:ono - specie Lt 13 lttttr,, anche per il loro stile nar• rativo - intenzioni vtlstichc. Orbene, in qui\nto a intenzione artistica, se pur c'è in qurste opere, avviene l'opposto di ciò che sue-cedeva nel romam.o: Il le idee, benché e1po11cefficacemente, rimanevano astratte, al di là dell'arte; qui le informazioni rimangono al di qua dell'arte, sono materia, ero• naca, (atto greggio. Nelle opere invece più propriamente narrative (e sono finora tre Hbri di novelle: Dtr Cant durch dtn Sand, Du Richter in dtr Ka,u, Si.ida/rìkaniuht Noutllt:n) è il punto felice di H'lns Grimm. Non f"i voleva meno di un 1aerificio, di 11no sgombero coraggioso e radicale perché Grimm raggiungesse la sua mèta. Non ricnuano infatti in queste novelle né le e idee gl'nerali > e i problemi del romamo, né la e materia • delle opere informative: o se vi entrano, esse hanno percorso un lungo C'atnmino, ~no nascoste. Raccontano, più che :,ltro, tiella vita degli indigeni o di qualche europeo ,perduto e solo nell'Africa: e mnlto vi ,i parla di animali e di piante. Ma Grimm si muove, in questo regno, da padron<", Crimm non è uno psicologo: nel senso che le idee lo interessano più come idee grnerali rhc incorporate negli uomini, in figure particolari; e quando prende di petto qualche penonaggio dalla psicologia complicata e moderna e lo fa vivere fuori dell'Africa, nelle capitali europee, (acil• mente il suo racconto si perde o mostra ingenuità inasp<""llatr... La sua arte aveva bisogno di una semplificazione: e questa gli ~ stata dat.1 dal e 1enso della solitudine •· Pochi come lui hanno sentito ìl (ascino delle grandi solitudini nell' A(rica, della vita delle piante e degli animali, anzi dell' e organiuazionc > della vita degli ani· ma.li nelle foreste vergini come di creature in tribù e quasi in popolazioni vive... Po• chi come lui han saputo penetrare nella semi-idiozia di <::erte menti primitive d'indigcni. E attraverso l'esperienza della solitudine gli è riuscito penino. alle volte, di ,coprire il segreto di qualche anima moderna e tormentata, come nella noria del e Giudice del Carroo >; ma per un lampo, per un'illuminazione, non per un proct"1so d'indagini minute. Allora si comprendono anche certe povertà psicologiche della lin• gua di Grimm, e invece certe ridondanze, come nei ritornelli cantati dagli indigeni... Non sono molte pagine, e (acilmente indi• viduabili nella vasta opera di Hans Grinun, ma sono tra le più vive dell'odierna !et• tcratura tedesca. BONAVENTURA. TECCHI

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