\ SCIENZA ha i suoi predestinati come la santità, e come la santità vive di vocazioni. Chi conobbe Guglielmo Marconi ne1 lontani giorni dell'adolescenza e de!la giovinezza avvertì subito che da quel giovane alto, esile, dagli occhi cerulei e tacituf!no sarebbe uscito qualcosa di eccezionale. No11si distingueva dai sue-i compagni per nessuna originalità. Era un solitario, che aveva pochi amici e amava la ca.mpagna, sopra tutte una campagna vicino a Bologn3, a Pontecchio, dove era conoscmto come il « ~ignorino M:\rconi ». E e signorino Marconi i. restò sempre, anche al culmine della gloria, pci buoni contadini che ricordavano le innumerevoli csperirnze della telegrafia senza fili. ~on si può nemmeno dire che fosse uno studente eccezionale . .-\Ila scuola di fisica del grande, caro, indimentica•. bile Augusto Riehi. non era fra i pri• m.is<.iini, pur distinguendosi fra i pri• mi. Strano a dirsi: M-guiva i corsi uni• • n-~itari quasi di malavoglia, senza mo- '-tr:lrc nessuno di quegli enttiSiasmi che richiamano immediatamente l'attenzione' dei maestri e dei condiscepoli. La )picgazione di questo distacco si ebbe i! giorno in cui -.i sparse la voce che il ~iovrrnc :Marconi tenta\"a nella villa di Pontecchio certi esperimenti di telegrafi3. senza fili. :N'cssuno prestò soverchia attenzione a questa «originalità». f pili vi scorsero un motivo che dava ra• gi.onc del suo c:1ratte1<ecosì particolar1i: 01.1 tutto era chi1ro. Come la facoh? di lctteTC aveva gli studenti che seri• ve\"n.no dei sonetti invece di dedicani alle ricerche erudite, così la scuol:i. di fi~ica aveva quelli che sognavano SCO· pertc e invenzioni invece di approfon~ dire il .metodo sperimentale. Il vecchio fa.legna.me All'indOP" mi delb laurea ~,{arconi si ritirò in C,l,1\pagna. Gli antichi compa• gni si dispeMcro; chi si dedicò all'io• ~qtnamcnto .. ,ehi <ontinu9 a s1u~re per conseguire la libera docenza, c~i si collocò in.impieghi industriali bene ri• muncrati. Qualche rara volta gli an• tichi condiscepoli si ritrovavano, e rian• dando i ricordi, il discorso cadeva su :\forconi. « E Yfarconi? Pen1.a sempre al telegrafo senza fili? Beato lui che può dedicarsi a questi trastulli. Sono i privilegi della ricchcz;:a ». Intanto :VIarconi, cui nessuno del mondo addottorato faceva credito, conciouava a )a\'orarc nella villa di Pon• tccchio. Soli confidenti e collaboratori un vecchio telegrafista in pensione, che gli insegnava il modo di telegrafare, e un vecchio falegname di campagna che gli co~truiva docilmente certi ap• par('cchi di legno di cui non compren• deva esattamente gli ~opi e le virtù. Il padre sorride,..-a con indulgenza. e Dopo tutto, meglio questi studi che 11gioco e le donne >: i fratelli as.sccon• davano; m., c'era una persona che vi. gilava in silenzio, con fede e con con• tenuto ardore, pronta a difenderlo con• ll'O ogni irriverente scetticismo, cd era b madre, una nobile figura di signora irlandese che fino dai primi istanti crr• <lene ci<"camentc nell'avvenire del figlio. t_; n bel giorno .\1arconi si sentì sicuro del fatto suo e lo dichiarò nella ristret• ta cerchi'a degli amici e degli studiosi di Bologna. ~on occorre dire che il suo annuncio fu accolto col più corte)c 1.cet0cismo. Il gio\'ane era talmente buono 1 talmente bene educato 1 che sa• rcbhe stata una crudeltà deluderlo; d'altrn. parte chi si sentiva di ingan• n.u-Jo incoraggiandolo? I più pcns..""lrO• no che l'espc-ric-nza della vita l'avrebbe guarito. Era un caso nobile di una SC· rie innumerevole di illusi: gli inven• tori. Una. ca.ssetta fiducioso, Marconi si reca in lnghiJ. terra e senza alcun rancore pci suoi conna1ionali che non gli hanno credu• 10. « .\"rmo in patria propheta >1 egli pensa e mentre viaggia gli sorride il pensiero della vittoria che otterrà im• m.lncabilrnente un giorno nella sua ter• ra natale. In Inghilterra conta amici 1 parenti. relazioni . .\la quale delusione! Fra il tempo in cui le scuole erano do• minate da lord Kel\'in 1 il grandissimo fì,ico tutto dedito alla scienza pura. Tqoria e niente altro che teoria; cal• coli algebrici, equazioni che davano b vertigine e parevano sopravvanzare lo st~so pensiero nell'indica.1.ione quasi automatica di rapporti misteriosi. Fu ,1llora che alla fisica tcoric.l fu moc;;so questo appunto dal quale non riuscì mai a liberarsi: la mano guida il pen• siero. :-,Jon occorre un grande sforzo meri• tale per comprendere che in un simile ambiente qualsiasi successo gli sarebbe stato negato. Tuttavia un suo cugino tenta uno sfo~o disperato. Si ri,·olgcalla stampa e riesce a pubblicar<" in un giornale di Londra la notizia dell'iu• vcnzione con un certo lusso di particolari. Si scatena una polemica che anebbe impaurito chiunque. « t giun• to ». scrive un giornale, « un altro italiano con un organetto, ma senza b. scimmia. f. un organetto che non suo• · na, ma col quale si vorrebbe fare mollo chiasso ». L'organetto era la cassetta nella quale il .\•laoconi custodiva -z;clo).t• mente gli apparecchi costruiti ; Pon• tecchio. Dopo tante amarezze qualche soddi• sfa1ione1 un po' di fiducia, finalmente. E il motivo di non disperare gli venne dal direttore generale dei telegrafi del Regno Cnito, Sir Prece", una nob1k· figw1a(d"i tcc.'{lico e di ,cU.diorn che' r~ pcn.1.arc. al nostro Pession. Sir Preece aveva ripetute ,·olte tentato 1 ma senza alcun successo, un metodo di telegrafia sen;:a fili attraverso il canale di Bristol. Ragione di più per interes~arsi agli ,.. sperirl}enti del giovane scienziato ita• liano, che, fra le :i.ltrc cose, parlav.t così bene l'inglese. Sir Prcece ne resta convinto. Di più: ne resta conquist,to. E lo afferma pubblicamente. Si avvicina la grande prova in pub• blico: la prima applicazione sul mare durante le regate di Dublino. Il primo giorno la radiotelegrafia fallisce in pie~ no. Un disastro. La madre par morire di dolore. :Vfa questa volta è il figliolo che la conforta e la consola. e 1'\on ti impressionare, mamma. Io sono sicuro del mio 1.ucccsso. Se non oggi, sarà do• mani>. E il giorno dopo fu un trionfo. :--:cl giugno del 196 Guglielmo ~ar• coni ottiene il primo brevetto per la trasmissione dei segnali senza filo. Fio• fiscono le offerte di appoggi finanziari, di« combinazioni» di ogni genere; ma egli non si lega con nessuno, perché in• tende riservare ogni prelazione al go• vcrno italiano. ~fa il governo italiano - un governo del 1896! - non pren• de nemmeno in considerazione le sue offerte. La cosa non interess..1..Solo un anno dopo, per opera di Benedetto Brin, doveva venire un gesto riparatore. Il signorino Da quel giorno la fama e poi la glo• ria non lo abbandonarono pili. Ed egli ne fu degno perché non si fermò m.ai sulle posizioni conquistate. Ai primi esperimenti ne seguirono altri innume• revoli. fino a toccare la perfezione. L<'" intuizioni si alternarono con le inven• zioni, le invenzioni furono sempre SC· guite da nuove applicazioni. Parve un miracolo telegrafare attraverso l'Ocea. no, ma il miracolo ( u superato quando :tpparve la Radio e quando la scintilla ru 1rasmessa da un continente all'altro. Era una persona estremamente ama. bile, modesta. di tratto squisito. La s1J,l COn\"ersazione si S\'Olge,·a pi~1na, ia: quilla. 1 pac:1t:t. non ~U?a ~•• '~-h,.~ mot del nativo di.\leno. che non ~- menticò mai. Egli amata di affetto filiale la su:t. vecchia e cara città. dove a'"·c,·a ac• quistato 1 in via San Vitale, un bcllissi• mo palazzo antico. Xci brevi soggiorni a Bologna non dimenticava mai di re• carsi a Pontccchio, do,·e tutti feste~• giavano il e signorino» Guglielmo, e di far \'isita al suo maestro Righi, pcl quale ave\'a un:i. profonda venerazione. La. scuola di Righi ::--:essunopuò dire quanto gli giovò quella scuola grande e severa. Augusto Righi era uno scienziato della tra<li• zione galileiana. un miracolo di chia• rez.za. un C'-pcrimentatore prodigioso. :--.ron induJi;:e mai alla metafisica che dove\"a, negli anni successivi alla sutt scomparsa 1 imprimere un carattere Cl'· sì nuovo e diverso alla fisica. Egli re• stava fermo all'esperimento e, padro• ne di tutto quanto si sapeva nel rcgnc della fii;:ica, non indulgeva alle teorie e alle ipotesi che in seguito ebbero tanta ,·oga. Checchè si sia detto in contrario. il .\1arconi fu il più fedele e il pilt degno discepolo di tanto mac• stro, che portava una nota di nobiltà do\Tunque passa\'a, Fedele e degno discepolo perché, a somiglianza del maestro, possedeva in sommo grado quel potere di intuizione, che è la ragione segreta del pro• gres'!O della scienza. :\'on importa se il ~Iacstro era tutto votato alla ricer~ ca pura. mentre il discepolo era por• tato alle pratiche applicazioni. JI processo mentale era identico, la logica la stessa, la creazione egualmente per• ~onale e misteriosa. Si disse che il :M.arconi non potevJ essere collocato nella categoria di quei ~ovrani della scienza che scoprono nuovi \'Cri, perché nessuna teoria por• ta il suo nome. Non so, non indago. .\{a chi ha detto che il genio inven• tivo \'alga meno del genio spcculati- \'O? È probabile che davanti ad èm• stein, Bohr, De Broglic, Rutherdoff, 1avanti a questi fisici c~e hanno diS• -c,lti, j' :n--..,nd.,.,.,..t,s?bih.. ,r. ►:;n -~t..:rr, llldi for1c che nessuno è: ancora riuscito a determinare, le leggi della natura in semplici ipotesi, il 1farconi si sarebbe tro\'ato a disagio. Non lo so. So, peraltro, che Augusto Righi raC• comandava la massima c:i.utela df" fronte :tlie ipotesi seducenti di una fi. sica che pare\'a non avere la coscien• za del proprio limite. E so egualmen• te che queste teorie, alle quali tocca• n? tutti i premi ~obel, non durano, d1 solito1 più di vcnt':i.nni, mentre i! telegrafo senza fili e la Radio dure• ranno in eterno. La !.Cicnza h:t bisogno di tutti, l'u• inanità non può fare a meno di nes• suno. La sua fu una scienza benefica. Annullò le distanze e la solitudine. '.\'"e,,uno1 PN virtù sua, si sentirà m::ii p_iù solo : nel mare, nel deserto, nel· cielo. A tutti, in ogni momento, oggi può ~iungere la voce del mondo; a tutti è consentito, dovunq\1e, inviare agli uomini una '"·oce che non è più di disperazione e ricevere una parola di speranza. M:.M. IL DOTTORE: "Fincht terrà il braccio a qoel modo, ooo pctrl mal rlahar1i," {dia, di Bar\<ll!) COEIUlllZAIJIOLESE I L 2 LIJGLIO gli Ambasciatori Grandi e von R1bbentrop presentarono al Comitato per il non intervento le proposie italo•ledcache per il controllo. Il 9 luglio Lord PJy. mouth a nome del suo Governo le dichiarò inaccettabili. Il 1-4 luglio il M1n1stro Eden consegnò ai rappresent1nii delle varie poten• u il testo del nuovo progetto britannico per il controllo, nel quale tutti i punti essenziali del!~ • inacceuab~li • propone italo•tedesche venivano accetcall. La politica britannica, dunque, nel bre,·e spazio di cinque giorni, aveva operato una vera conversione di fronte. Chi voglia per• 1uadersene non ha che da meuere a confronto i due testi: quello delle dichiarazioni comuni italo.tedesche del 9 luglio e quello del piano britannico del 1-4 luglio, raggruppando op• ponunamente le disposizioni sotto i titoli principali. Ecco il risultato: I. RICOSOICl:\CIE.,'TO Dtl.t.O •ITATl.'t • DI BtLLIGl1-\.'"ZA ALLI Dliii: l'AaTI IS LO-n"A IS hl'AGSA Propod, ,1r.Jo.1,dcult1 d,l Pr'or,tto br,tann,co dtl 14 9 lu1l,o: lw.,l,o 1) Tu111 I, pou,111:t i>ttt,UJ• uu, co,rcord,no d1 ,o,,ad....-, ol di,otlo d, kllit,ron~o a/. lt dwt fHUtl ,,. bt,a6na «t. C•po lii·• Pro,vedimtn• d pn ntoh·erc la prnente 111uu.ione e per eolm..-c akune lacune nel piano d1 C011Crol\o. Pu rtndue p10 efficace la pol,r,ca d, non 1nltl"\'tn10, lwlll l f01.er>1r lM /l(nllll• PIVOO Alla lO!'lttffllOIN' dt _.,u....-u·n:o dt1tro1'ro r,. lO-Ctrt clu le dw, pu,t, l01'ttndtnl1 Ut [,pa,no po,. ,,cdo"° wow ,udo 1,undo<o od tltTtolo., 11<1 ""''' 1 do• ritti d, />ari• IHll,ura,w, ,n concordanu con lt de• e111on1inurnaa,onah «c. li. Aeou:uo:••r D[LLI J'ATTIJCLll S,O'AU Propolfc 1111/0,.rtd,,clw del 9 lu,lio; • 1) len. b) Si rtndutbk t01'ltfWntteflCtrfle (e cioe per effetto dcl ricono.c,. mtnco dclii bellietunu) im,t1/t ,I mltma dtllt J>dl• t1<1l1t,w,t.'<1l1 d,l/1 qwoltro Poun~,. Pro,,uo b,,,,,,.,.,lO d,I I' /wz/10 Capo I • Controllo mane. dmo della Sp•k"•• !eu. b) • li 111tt1tUJ <hlk po1tr~/1t l'Uttoil l'ftM abo• l,10. lii. :'.·!.\.,'Tlt.>;1!1-1L''TO Pi:R Tl.'TTO Il. llUT0 O.et. Pllf.• cron,'Tt Sltn:!\IA DI CO:-'TA.OU.O P,opou, ,tofo.ud,1lll, del 11 l.wtl10· l) F'aua eccu,one d,I 11• 1tem1 d1 panualle nu·ah, il quale, come l'11pen,nu ha d1mo,.1r11to, i: mttrl• mtnte fall,110 t non può qu1nd1 u1ere ripret0, 11 pano d1 controllo ~ tn• INIO on \'l,Ote il v, 1prde u. 1. dO\'Ttbbeli HHre mantenuto. I Coumi ,cal,ano e 1fdea.co propon11ono ,n con1tgutni1 cli, ttltltl manl,IUl/o ,I controllo drfl, /rontccrt un-atri •!HWnolt. (che I tnaa m1n1tnu10) 11 ,o,.rrollo ,.,, ,:,0,11. (eht ,·ena• manttnuco) ti tt11ttrollo 11Ctd1ttr1ttOlltr• 1.01on o bordo dr/le non botttltll hand,no dro PHII adrr,,.11 fJlt'•uordo d1 non• Proittro l,.,,to>11"'codtl 14 1.. ,1,0: Capo Il - Controllo ltrTe• 11re. 11 mtffllo dtl tlfflrrollo dtllo /ro,rt,no ten-ttrre dr1-, ,.. sn·e r,prur,noto ,,.,...,J,oto• '"'""· ~~ I • Controllo mani• kn. b (Al •1t1ema d~t p1t1ual.tn11•1li}lUIIIIIU!/(I 1/ co"trollo ""' p,c,,ti •f'il· ,no1, '"ed,or.u /1<>tllO>IOJ'I ,,.tt,.no110,t0/1 ttc. ~~ I • Controllo mani• len. 1) Il ,.,,,,.,,, dr /au ouum,u drili o,1a1.a1on o ltortlo dcllr ....,_, dvttu :,•..=:: •Pt111nol1 dn·t con• In un solo punto il progetto britannico di(. ferisce completamente dalle proposte naJo.te• desc:he: sulla questione dei volontari. Ne par• leremo a parte, fra poco. E constateremo che, ~ch~~•♦.,jq~~s;°i,~~~~~~~-dt~r;~~~~g;~1 coerenza. LORDPLT!IIOUTB I L CAPOVOLCI:VtF:~TO delle posizioni britanniche avvenn~ precisam~nte nella seduta del 9. Quella qiornau fu VC(8• mente deciSi\'a per le sorti del controllo. Lord Plymouth apri la seduta, al matuno, facendo una breve d1ch1aruione. • L'hai ia e la Germania•, egli disse fra l'altro, , hanno presentato delle proposte, che a nome del mio ~o,·crno dichiaro inaccettabili•· Poi par• larono gli altri. Parlarono a lungo e m modo ostiliu1mo l'uno all'altro. Lor·d Plymouth asc:ohb tutta con la consueta imperturbabilità. Quando sembrò che il sistema del controllo fosse 1pacc1ato, quando scmbrb che non ci fosse più niente da fare, s1 levò 11 '.\l1mstro d'Olanda, Jonkheer de ;\Jarces van Swmde• ~ren, e propose che 1i affidasse :i.ll'lnghilterra l'incarico di tro\·sre una soluzion~. Tu1u trO• va1ono eccellente l'idea che esauament~ si• l'ultimo momento era venuta m mente al ;\Jinistro Jonkheer de Marees von Swmde• ren e appro"arono con entusiasmo la sua pro• posta. E l.ord Plymouth, a nome del suo Go• verno, accettò l'incarico. Cosl egli, era entrato al mattino n~I di. bat1ito come litigante:, ne usci la s~ra arb11ro. 11 progetto britannico, naturalmente, era tutt'altro che in armonia con le dichiarazioni che Lord Plymouth av~\•a fatte m passato nc:1l'eserc:iiio del suo difficile ufficio; e a parlare fuori di ogni eufemismo. si può dire che era con esse m chiaro contrasto. ;\·la questo non ha turbino in alcun modo la olimpica serenità di Lord Plrmouth. • Fra tutti io non conoaco che uno solo che ,ua fermissimo al suo posto, non scosso d11moto alcuno: e questi sono io• (Shakespeare: Ctsart, Ano 111). Queso ver• si non si addicono ceno al Presidente d~l Co• mi1a10 del non 1oterven10. Del reUo Cesare non era un jtntltman. E Lord Plymouth, in,·ece, non ~ che un gm• tltman.: un grntltman di vec:chia famiglia e che, sia detto ptr intidnu, possiede tre ca• siclli e 30 mila c:ttan di terra. L11coerenza, 1111 fermezza seh;:agg1a e ostinata non sono virtù di gmtl<'ma,t. SopratluHo non sono le virtù•basi dell'Impero inglese. Se l'Impero fosse st110 rigido e duro, se fosse stato un blocco di cri1tallò, si sarebbe ~p~izato da tempo. lnvec:e esso l'- tutto d1 caucciù; e re• sis1e. In questo senso, quella che noi chia• miamo l'incocren1.a di Lord Plvmouth è l'e• spression~ delle più caratter1stichc qualità po• litiche m~lesi. ANCORADELLACOERENZAINGLESE: LAQUESTIONEDEI VOLONTARI LA SOLA proposta nuo\'a, che il piano inglese aggiungesse alle proposte iulotedesche era, come si è deuo, quella del ritiro dei ,·olontar"i. t un punto imponantc, Ed è un punto su cui le opmioni britanniche han ,·ariato molto. 11 t~uo del progetto al C•po VI I. a, dispone: • Il Comitato dot·rà approi:ar, all'1manimità u,10 riso/11::iont per il rilfro dalla Spagna di tutte qudle persone il c11isgombuo tttrrà raccoman• dato ntlla rtla::iont dd Sottocom1tllto uc-,1ico•. Seguono le disposiiiom relatl\'e all'invio di una Commissione presso le due parti spagnole • ptr il controllo dtl ritiro dei citlndini stra- m~,,· • e 11ll1c1ollaborazione di tut11 1 Go,·erni su questo punto, Eden ha detto ai Comuni che l'Inghilterra annette una grande importanza alla questione del ritiro dei volontari Così parla I'lnRh1hcrra in questo mese di luglio 1937. Saremo mdi$c:rcti se ricorderemo che un anno fa - precisamente nell'agosto 1936 - l'lnghaherra su questa faccenda dei vblontari parlava in modo del tutto diverso? Più esattamente: non parlava affatto. l Fu l'Italia a proporre, allor.t, che s1 vietane l'arruolamento e la partenza dai patsi • non interventisti• di volontari per la Spagna: e lo propose lin dall'agosto dell'anno scorso. Lo ricordò il Mimsiro Ciano nel grande discorso sulla politica estera italiana che pronunciò alla Camera il 13 maggio: L'Italia offri dal• l'initio il suo contributo, ispirato ad un co• 1tante e aohdo realiamo. Fmo dal 3 agosto 1936 noi ,:cdemmo il p,obltma ntlla sua 111u,ritd e faummQ prtuntt la ntussità d1 auumut impegni precisi oncht per quanto r,guardat:a il dit:itto di sottosuizioni pubblu:ht e l'int.•io di t:Olontari ptr lt due parti ,n umflitto. li nostro 1uggtrimt1tto non vnme accollo. La lotta con• 11nuò e prese proporziont sempre più vaste. Come era da prevedere, ,·olontari affluirono numero,i ai due partiti in lotta•· Quali furono i Governi. che, nell'e1u1e del 1936, fecero cadere la proposta italiana d1 vie• tare la partenia dei volontari? Il Governo fran• cese e quello inglese. Quali sono i Go,·erni, che, nell'estate del 1937, ,i b:mono per il ritiro dei volontari? Il Governo francese e quello inglese. Ntl frattempo, sono cambiate molte cose. Ed è cambiato, fn l'altro, 11 problema. Allora si trattava di impedire d1 partire a chi vole,·• partire: cosa relativamen1e facile; oggi, m• \'CCC, 1i tratta di far tornare indietro masse di uomini che i due Go\'erni spagnoli non hanno alcuna ''<>11'.ldiai lasciar tomaie; eques1a è impresa molto pili difficile. ::--.:el 1936, per impedire c:he, per esempio, volontari francesi partissero da Marsiglia, sarebbe bastato un di,•ieto dtl Governo (ran• cc1e. Oggi, per 011enere che qutgli stessi \·o• lontari tornino, occorre che il Go\·c:rno (ran• cese li richiami, che il Go,·erno di Valcnc1a li lasci parure, che essi abbiano la buona ,·o• lontà di tornare ... Quest'ultima condizione è l'unica di cui non si dubiti molto. L'EREDITADI CARTESIO SI CAPISCE facilmente l'imbarauo e il di1onentamen10 della diplomuia fran• ce.e di fronte a un cosi rapido mutare di posizione da pane della d1plomaiia br1• tannica. La Francia era. partita insieme con l'In~hil• terra,ave\'a proceduto insieme con I' lngh1lter• ra; e, .tutt'a un tttllllO ha a,-uto la sorpreu d1 trovarsi sola e di constatare che l'lngh1ltcri-, ptssando ,opra a non 1i sa quante contradd1• iioni, 11 era tra.sformala in arbitro: e in arb1• tro 1ul scrio, ci~ immemore delle richieste: che a\·e,·a fatte come lit1gantt. L'Ambasc,a• tore Corbin, che era nato lucido e logico nella seduta del 91 fu costretto la mattina del 16 a domandare un rinvio della seduta per• eh~ il 1uo Go\·emo non avc,·a deciso quale atte~giamento tenere di front~ al nuO\'O piano britannico. . :--lulla disorienta i francesi quanto la man• canza di logica. L'eredità d1 Cartesio ~ra,·a sullo spirito francese: do,·e la logica si arre• sta, ivi è il vuoto. Invece, i\'1 comincia la pO• litica. ln un mondo retto dalla logica, con• traddin1 è 1mpou1bile: quel che è ,·ero il lunedl è ,·ero tnche il sabato o, per dir m~- ◄ glio, de\·e tsser \·ero anche il sab.ato. Pt-r l'mn _vli":~_.m,·cce,la logica~ un del:W>lrstn 4mcntc speuo, 1nz1, non è che un impiccio. Tante ~::er;;~anca.o ~~,,~~;:d~,''d::~:,':n':::~~.~on In sostanza si pub dire che: 11 francese s1 muo,·e sempre- m uno spazio euclideo, m uno spazio a tre d1mens1om. e l'm~lese in uno spazio medianico, in uno spazio a quutro d1• mensioni. e pusa auravcrso jtli ostacoli e: Il' ~~:~:d~:;;~;~; 5:o'r~~~':'~~"f.~tziaziont spi• , ILLOOICISMO DEGLIIJIOLESI LA TRAOlZIO!-,;"E britannica disistima ~ 11 \<1lore del pensiero•, d1ch1arò, un giorno, una stnione radio inglese-: tht British troditr'on 11ndrrtst1matt1 tht toliu o/ thinkirrg. Ed è questo Hpetto del cara11N~ degli inglt"SI che li rende cosi mcompr~ns1b1li a noi, continentali, ed ha accrednaio tan1i luo~hi comuni sul loro c:onto. S1 suole dire - ha scntto Johannu Sroye - che 1'1nglcs~ sia con1trntort. Ci s1 esprime male a dir così. L'ingl~se è attaccalo alla trad1z1one. e ,·i è attaccato nella misura in cui è sottomesso al. l'istinto e alla natura. Siccome egli tiene 1n pochissimo conto il pensiero umano, cosi , a a cercare delle lezioni nei fatti ~ negli errori dd passato. La tradizione: non ~ per lui che una guida. mai un modellv 1n,·ariabile. Lo stesso si dica della famosa 1pocrn•1a mglcsc :;-.;essunodissimula meno dell 'm((lesc. Ciò che I noi chiamiamo ipocrisia, non è che la sua • sgomentante II inconseguc:nu. la sua • spa• ,·en1oaa > mancanza di logica Non si puh m11 i prc,·edere come cgh agirà e ci si inganna ass111 spesso sul 'iiuo conto. P~r l'm~lese 11 mondo non ~ una massa amorfa in cui si d~bba mct• tere dell'ordine. Liberi gli altn ,1i puders1 nelle nuvole: e di dissipare teson di spirito. Lui, agisce da uomo sottomc~s') alla natura, da uomo per 11 quale non contano che ddlc leggi più profonde. Tutto questo è ben noto ai francesi. Scrittori politici francesi hanno analizzato con p~np1• cacia questo lato de! carattere nauonalc in• glesc. Jacques Bardou:c ha anzi visto m n~o • l'lrcrnrl obstoclt d la tolloborotion fro,ico· britanmqut •. Ciò non toljtlie che ogni qual. \·olta i francesi vedono la daplomaiia bntan• nica saltare le massicce mura della lo(;t'.ica,restino come fulminati dallo stupore. OMNIBUS ANNOI, NUM.17, 24 LUGLIO 1937.IV OMNIBUS SETTIMANALEDIATTUALITA POLITIOAE LETTERARIA li l============I Il, Il E!OE IL SABATO IN 12·16 PAGINE ABBONAMENTI , Italia• Cclollle: 10110L. 45, 1eme1tre L. 23 Eluro I l!IQ(I L, 70, ltmettre L, 36 OONI NUMERO UNA LII\J. Maouorittl, diugni • fotogr1.S., u1che n non ptibhlltui, 110n ti rettltn\1cono, Diredoae: Rema • Vla del 811darlo, 28 Telefooo N, 561.635 I :I :1
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