Omnibus - anno I - n. 15 - 10 luglio 1937

~A-$i ·* ~~ ffl#ìl ;mi#,/; DILIRIA~ IWAIIDI GLORIA SWANSON, la donna più one~ta di Hollywood, è di nuovo dinanzi alla macchina da presa, dopo un'assenza di due anni e mezzo. Gloria S\vanson non si vergogna a _confessarvi che si ~ allontanata dal cinema· per circa trenta mesi. Non ha paura di dirvi che h.1 trentanove anni, e che la c;ua figlia maggiore frequenta le scuole superiori. E nemmeno ha paura di ammettere i c;uoi ,bagli e di dirvi le sue speranze. Non credo che in tutta Hollywood ci sia un'altra donna come lei. Ella è infatti una specie di signora Simpson del cinematografo, mondana cd elegante. Ai suoi tempi, nel cinema, nessuno poteva starle a pari. Cominciò a lavor 1re come comparsa nella vecchia Es- ,.inay Company di Chicago, .e a poco a poco 'icppc passare dalle commedie di ~ack Sennett ai drammi di Dc Mille. Idolo del film muto1 fu in seguito una delle poche dive che seppero resistere alle e~igcnzc del film parlato. Si mise a studiare il canto, e presto ci fece sentire una voce piacevole e suadente. e Ho preso 5emprc risoluzioni radicali>, ella dice1 e fin da quando me ne andai da Hollywood perché avevo avuto un bambino, Le agenzie reclamistiche di Hollywood non ammettono che un'attrice abbia un figlio ed io desideravo un bambino da quando avevo quindici anni >. Gloria Swanson soffrl molto quando era innamorata dell'attore Herbcrt Marshall; ma ora tutto è passato. La fine di quella relazione influì sulla sua carriera. Da quel giorno si abbandonò completamente al lavoro ed ottenne uno dei più alti stipendi di Hollywood. E quando comprese che le cose cominciavano :l.dandar male, ebbe il coraggio di partire. Fece di più. Stabilì un vero piano di condotta per l'avvenire come fa un generale prima di una batta~lia. e Quando si è attrici, non si ha mai tempo di fare ciò che si desidererebbe. Ho lavorato da quando avevo quindi• ci anni. La mia educazione ~ stata la lotta per la vita. Quec;ta lotta è una serie di ferite. e Ho sempre creduto nel lavoro come forma evolutiva dell'essere. C. uno sb:l.- glio ferma~i in un sol luogo. Restare fermi in un paese, in uno Stato, in una dttà, vuol dire stagnare. e una barriera a ogni specie di progresso. e Vi sono tante cose che io desideravo conoscere intorno a me. lo sono un vampiro mentale. Ho sempre chiesto: Perché?, fin da quando ero giovanissima. E quando andavo in società cercavo le persone interessanti e le trascinavo in un canto per discorrere: ho sempre cercato di imparare. Dopo tutto, il sapere è il solo godimento di qu:.mdo si diventa più saggi. e il solo vcrv ◊SSCSso reale e di valore duraturo. L"a.cosa più importante, per noi, è conoscere se ste,;si. Dovete vivere con voi stessi, coi vostri peniseri: se non conoscete voi stessi, non potete conoscere nient'altro». La Swanson si è sposata quattro volte: prima con Wallace Beery, poi con Herbert Somborn, poi col marchese de la Falaisc, e infine con Michael Fare Sedevo un giorno in una stazione radiofonica >1 racconta Gloria Swamon. e fmprovvisamente il mio sguardo fu attratto da un enorme orologio a pendolo, appeso alla parete, e mi misi a fis- "'are quella tremenda lancetta che girava lentamente e senza requie. Ecco. vedete?, non so spiegarmi bene : noi pensiamo di solito che esistano un passato, un presente, ur1 futuro. Ma quel rr> Jstruoso indice dei secondi mi fece a ,.m tratto comprendere che il presente non esiste. Ogni cosa è passato o futu• ro. Come molti altri, ho vissuto per il presente: e mi sono accorta che restavo ferma nel tempo, perché non v'è presente. Potete cogliere ogni istante e viverlo nel futuro. Bisognerebbe essere cauti e c~ienti dei propri secondi. GLORIA8WANSON,OAROLLOICBARDW, . POWELLE KIORJ..ELPARICER e So che è facile far teorie sulla vita, ma non due sole esperienze sono c;imili. Qualcosa può capitare a un certo pun• to, nd mese di febbraio, ad esempio, e mandar tutto all'aria. La stessa cosa può capitare in marzo, e andar bene. Differenti luoghi, differenti persone, ditterenti temperamenti, differenti momenti, mutano l'intera vita>. Gloria Swanson non parla mai del suo amore per Mar.hall, ma se ne intuio;c<>il rimpianto. « Ho imparato (o almeno spero di avrr imparato oggi), che ~ voi dipend<"te da qualcuno, siete sul punto di e-ade-re. e So di es.;;ne debole. Quando il fJus- (() delle emozioni mi prende, io turbino come in un vortice. Chi agL,;;cenon vive una viu comune. Noi siamo come fine\tn· c;palancate alle- no~tre emozioni. Sp<'ro di aver anche apprc,o che non ~no forte abha.!.tan.za per mettere in pratica tutte le mie teorir. So <;0ltanto che- la co,a che io de\idrro di più, ora, è la pace dC'lla mente e dell'anima. e JI mio periodo di riposo mi ha dato ae;io di J>en,are. 11 riposo farebbe hene a tutti. Dà il modo di cono,(er.i. Per anni io ho rincor;o un ideale pazz<·sco. 1-:ro romc un tr('.no, che corrl'va follf•- m<'ntC'.Cercavo di afferrare la vita. nf'lla corsa. Non feci gr.-zia ad eo;,a, non ebbi modo di sostenerla a lungo, e la mia vita ne ~ffrl >. La Swamon mi Jco;~euna lettera eh" aveva ricevuto allora da un suo amico in InghiltC'rra. e Vidi il vostro già .favolo,;o !ttip<>ndioc;alirc a 6000 dollari la ,cuin,ana, a 12.000, a 18.000. Credo però che voi adcs~ comprendiate eh~ qut'llo rhe voi siete è pili importante d, quello che guadagnate. Gli scalini ~cl· la '"·it.t pnrtano su e giù, ma non ,1au· addolorata. \k-tà dl"'lledonne dt•I mondo ,an·hl-w frlicc d'avere i vo,tri ri• cordi. ~la s.o che e,si Ìlon significano nulla p<"rvoi, e che il futuro è tutto >. Gloria Swan.,on ripo.,e la k-tt~ra in un ca,~tto. e ~on guardo mai indietro», ella disq,,. Poi proseguì· « Lavorai coc;ì ')uperficialmf'ntc negli anni in cui .ivrvo poco da pensare. La maggior par• tr drllt> cm,(• che mi accaddero, naturalmrntc, ,1·mhr,1no p.iz.zr. Ma vi furono molti dolori dietro a tutto quel cl,,morc·. mer. Il divorzio mise fine a tutti questi matrimoni. Sicché i commenti della Swanson sul matrimonio hanno, se non altro, il merito d'esser detti da una per• sona che ha provato tutti gli alti e bassi di questo stato. e Il matrimonio dovrebbe restare estraneo alla nostra vita intima>, ella dice. e Ciò non accade facilmente. Non so che cosa mi riserba il futuro. Spero di trovare ancora la vera felicità, nel matrimonio». Come è noto, Gloria Swanson ha tre bambini. La prima, Gloria, ch'ella eh• he da Hcrbert Somborn, ha ora sedici anni. Jo!ieph, che fu adottato, ne ha quattordici. Michele, nato dal matrimonio con Farmer, ne ha cinque. Chiesi alla Swanson ~ desiderava che i suoi figli diventas,;ero attori. e Cosa àovrei dir loro? > rispose l'attrice. e I miei figli decideranno da soli. [ genitori ,;baglia'"\o quando tentano di guidare i loro figli ver.o una mèta pre- ,;tabilita. Infatti la mia generazione è ,;tata terribile nelle sue relazioni coi fi. gli. Oimrntichiamo troppo spcc;so che viviamo nella generazione dei nostri fi- ~li. Que.-.ta non è la nostra generazione. e Io prcndC'rÒ due grandi dcci,;ioni rigu.trdo ai miei figli. Spero che C~'ii mi rarcontnanno le loro inccrtC'7.zCp, er di- ~çutt.·rne imiC'mc. Ma li co,tring<'n) a prendere da ~é qualunque d<·ci.,ionC'. Altrimtnti ~aranno d<'boli, q-nza spina dorsale. Far<" CM'rcitarc le loro m<'nti come i loro mu,coli. Que.,to è- il mio codic<'. e L'educazione d'oggi è c;bagliata. Noi abbiamo la c;cllaprima del cavallo. Do• vn·mmo prima. imegnare ai r,tgazzi ciò che· c-onc<·m(' loro c;tt"'il, poi IC'ro'il' del mondo. Ora c..,,;;j cr<•.;;conosapc·ndo co~ì po<·od"i loro propri corpi, di loro c;tl"'s- ,;;j ! Qu1·,ta i"noranza non i- d.1,·w·-ro la loro ·1lvtzza. « r ra~ani sanno più co._,. su corner <"O~tru1toun a(•roplano <"hc non del loro corpo. Sa'lno qu.d è il c.uhur.mte ad.1tto pC'r un ,ltropl.-no, rn;l non quale è la mt·dicina adatta a loro str,si. ~{io fi~lio ,;a pC'r esempio tutto quc·I che riguarda la Svinr.ra, ma nirute di quel che riguarda il suo frgato. Io dico loro voi porterete- quc~to corpt:, per un tempo a'!sai lungo, e ,e non o;arà frlire, non lo ~ar<'tC'neppur voi >. f:. intnr.;;s.1nt<>notart• che-. m<'ntrt'" la mJR;gior parte drlle attrici rhr hanno p.:1,s;Ho d,t molto i trent\1nni ritornano ai ruoli vecchi di carattere, Gloria Swanson ritornerà allo schermo in parti moderne e giovanili. e Sono stanca della vecchia clamorosa "récl:.me fla-fla n », ella prosegue. e Può essere che faccia rumore. Ma io voglio recitare. Desidero recitare commedie, ora, e non voglio far la caratterista>. e Mi chiedete quale sia la mia migliore interpretazione? Forse "The Humming Bird " (Il colibrì). Anche II Sadie Thompson" fu un'altra mia grande interpretazione. Sapete, non ho più lavorato nei film da due anni e mezzo. L'ultimo, fu "Mu~ica nell'aria". ln• fatti non ho fatto che cinque film dopo "Trcspaso;cr" (L'offensore), ma durante la mia carriera ho recitato in 49 film. Tutti credono che sia stato Cccii Dc Mille a ~oprirmi nei film comici di ~{ack Scnnett. In verità, ho lavorato in nove film, la maggior parte diretti da Jack Conway, alla Casa Triangle, pri. ma che mi mettessi sotto la guida di De Mille. Conway è ora alla Metro-Goldwyn•Mayer. Sarebbe buffo che mi diri- ~(',;;,;eora, quasi vent'anni dopo>. Chie~i alla Swamon cosa sperava di ottenere ancora dalla vita. e La felicità, suppongo>, ri,;;pose. e r. difficile dirlo. Vi ricordate le carte di au.~rio P,er il Natale?" Salute e Prosperità", 'Pace dell'anima". Qualche volta io credo realmente che la felicità mi wnga incontro, nel sogno, e la wnto. Ma la felicità è come la fine dell'arcobaleno1 che mai ,;i scopre. Voi acqui<;tate qualcosa nella vita proprio nel momrnto in cui ne perdete un'altra. La felicità non è mai completa. Xoi invidiamo il ricro, che ha le ulcere nello ~tomaco. Il ricco ci invidia prr la nostra '(alutr. Ci tonm·ntiamo sempre per coloro eh<' amiamo, i nostri amici, noi ,t<'\c;i,La ,;;olacosa da fare è di crrcar di ottrnl'rc un po' di felicità in !iiCstesc;1,Ciò vi \C"mbrcrà qua,;i una nuova religione, o qualco,a di simìle. Voglio din· \t'ntplirC'n• nte che noi non pmsi,1mo fug-.e;irda noi !<it<'s,;;i, <' che qualche volta lair;ciamo che- le· co~c esternr ci annf'hhino " ci na'-C"ondanoJa fC'licità eh<' i- d('ntro di noi >. Glori,, S,van~n si arrc~ta un momento. e La .;;ola C0$3 r('ale ~ono i figli, il lavoro e la pnr~ drll'anima, chr pm• ,i,,mo rrr.1re in noi !-tc-c;.,Ni. irntc altro F. JAMES SMITH SENZA UN ACCORDO diretto o un piano pr:estabilit~, anzi spesso per mouv1 e per vie contrast.lnti, i paesi importatori di pellicole americane rendono ogni giorno I>\ vita più dura all'industria di llollywood. Molte volte le difficoltà trovano origine nelle esigenze della bilancia commerciale dei vari paesi, ma la bestia nera dei produttori americani non è tanto la dogana quanto la censura. Sono le gelosie nazionalistiche, gli interessi della propai;tanda politica, i pudori moralistici, le inveterate e nuove superstizioni, che hanno dato un colpo così fiero all'esportazione del film americano. Contentare tutti è difficoltosissimo e molto spesso è addirittura impossibile. Allo stato attuale delle cose e degli affari di questo pianeta, non c'è che una politica per un esportatore di buon senso: cercare di contentare il paese che consuma di pili. Visto che una merce così incandescente e così sospetta, com'è la pellicola filmata, non si può smerciarla in tutti i paesi, come il caffè o il petrolio, facciamo in modo che essa vada almeno nei paesi o, in dannata ipotesi, nel paese di maggior consumo. Quest'è il ragionamento e la pratica dei produttori di Hollywood. Ora il paese, o l'agslomcrato di paesi, di mag~ior consumo, è certamente quello dell'impero inglese. Ecco perché a Hollywood si è così sensibili agli ammonimenti e alle reprimende del censore di Londra. Ma soddisfare gli inglesi non è facile. C'è innanzi tutto la spino'-=t questione del vocabolario. Le contaminazioni, i barbarismi, gli idioti,mi che ha subìto la lingua dell'ari..'iitocratica lnghiltcria, pa.,sando sul suolo della democratica America, costituiscono uno dei capitoli più ricchj e avventurosi del grande romanzo dei linguaggi umani. Arcade dunque spessissimo che dei vocaboli di U<iicOorrente in America, cspre,;c;ioni CO· loritc e in verità un po' forti, ma ormai neutralizzate dal largh.i<.simouso, sono con.,idcratc in I nghiltrrra scandalo,;;e e shok.ing. Quando una di qu<•ste paro- )(' fapita nel meno di una battuta, il cen<.ore non trnmige. AIT<"rrale forbici e taglia la scena. Un altro punto sul <1uale l'inflc.,sibilità del cen,;;ore inglese è as,;o\uta, è quello dr11e sevizie agli animali. Non credo ci ~ia bi<;0gno d'illmtrare al lettore lo spirito militante e intollerante della Società inglc!iiC per la protezione degli animali, la fa. mo-.a cS:f>.C.A.>. :J! tanta la sua autorità che il censore non amm<'tte nel film n<'mmcno l'in~~uinwnto di un gatto da parte di un cane. E se una legge' propo~ta dalla e S. P, C. A. > !<iaràapprovata dal Parlamrnto in.~lc"e, non !iiarà più pm,;ibilc ,;ugli schermi britannici vedere un animali· maltratt.lto in qual- ".iasi circostanz.t cib a,·vt·nga. lin altro capitolo n<'ro dd codice censorio della Gran Brf'Ugna è: qudlo dri letti. Du<' pcr-..onc-di ,, ..,,o divt'l'\O, coricate nello ~tr,,o lc·tto o in due letti diveNi, ma nC'lla !il<"".'-Ca,tmrr,t, non le vrdrete mai ,;u uno ,;;f"!wnnoingh· ..e, amnwnocché Jr cirrost;1nzr sic·no tali da eliminare qu.,lsia.,i dubbio circa la natura dei rapporti tra le due prI"-onc. La scena di un film C'"(IO i due ~iov;rni prot.\- gonisti coricati in due letti gemelli, es• scodo stata proibita dal censore, gli americani dovettero ritoccarla : lui non era più coricato, ma seduto sul letto e i suoi piedi toccavano il suolo. Solo così il censore chiuse un occhio. La. censura. più rigida. 11a il paese che vanta la censura più accanita di tutto il mondo è il Canadà, che detiene assieme a Singapore il primato delle pellicole proibite o massacrate dalle forbici del censore. Il divorzio non può essere nemmeno nominato sugli schem1i di Quebec o di Montreal <' le scene improntate a una certa intimità anche fra. le persone legalmente sposate sono inesorabilmente, proibite. Il suicidio come conclusione e solu• zione di un dramma non è ammesso e lo ste~so dicasi per le situazioni e il gergo criminali. Con queste limitazioni, sono pochissime le pellicole americane che varcano il confine canadese, perché le Case, quando son sicure della condanna, cercano di evitare almeno le spese postali. A Singapore, altra cittacfella della censura, l'autorità è severa con tutti quei film che, in una maniera o nell'altra. si pensa possano avere effetto stimolante sulla psicologia degli indigeni. Pt.·llicole con donne bianche maltrattate o prostituite, con uomini bianchi abbrutiti o messi in luce troppo sfavorevole sono assolutamente tabù; e proibiti sono pure tutti i film "ialli o di gongstus. A differenza degli altri posti, le forbici ,;ono sconosciute ,\Ila c<'nsurn.di Singapore. Il più leggero appunto a una pellicola la fa togliere dalla circolazione. I film che suscitano naturalmente le p1l1 clamorose proteste sono quelli di guerra. Ma anche in quc!itO caso, le reazioni variano, a seconda della p.,i. cologia o della psicosi del momrnto. :'\on molto tempo fa, lo stesc;o film fu handito dall'Ungheria per le ,;;uc qualità deprimenti di propaganda pacifi,;ta e d~llla Ccco,;;Jovacchia perché a tinte ,;;pi<"catamente militaristiche. La Francia è, o m<'glio era, in cC'rto qual modo tollerantC', anche quando erano ,;atircggiati o caratterizzati i difetti e le debolezze cla,;;siche dei francesi. Ma ,;;e i francesi potevano essere presi in giro, guai a toccare la Francia : lo sciovini• smo di Marianna si risvegliava immediatamente. Un film sulla guerra mondiale in cui, a un certo punto, uno dei protagonisti, ribattendo le osservazioni di un francese sulle responsabilità del C';'nAitto finiva col dire, su per gil1: chi è .-.cnzapecc:lt0 scagli la prima pietra, provocò un mezzo incidente diplomatico. La. Cina. e Hollywood La Cina è da tempo che chiede ~-iu• stizia a Hollywood e siccome Hollywood tardava ad accorgersi che in Cina non ci !-ono ~oltanto dei banditi e dc-i ril>C'Hi.il go\.'crno di Nanchino ha cominciato a far giu~tizia da .,f, proihtndo le pellicole- che,;\ suo parere, son troppo ckuigraturic- per il par<.e. l...:n'altr.1 gr.lv<' l.lgnanza del governo cinese: nei film americani i cinrsi che vi appaiono ~tmn invariahilml'nt~ domC',tici, per lo più domestici di ricchi scapoli. Nemmeno il sagace e Fu Man Ciu > è riuscito a placare 11 rancore dei cinesi verso il film americano. Solo e La buona terra >, il film dì cui si parla tanto, sembra aver tenuto conto dei lati idillici e sentimentali della. Cina. Soddisfare il censore giapponese è ancora più difficile. I baci sono, intanto, rigorosamente esclusi dallo schermo. Ma oggetto di particolari rigori della censura è tutto ciò che sia o ap. paia anche minimamente rivoluzionario. Che la pellicola sia in costume o ambitnta1cn1t-tla nostra epoca1 è lo stes. so: qualsiasi critica alla legge o all'ordine provoca sanzioni radicali. Le scene in cui non si mostra eccessiva tene• rezza p<'r i re o per i militari o per la polizia di qualsiasi paese e di qualsiasi epoca, sono tagliate seduta stante. Stretta. di freni I rigori non indifferenti della censura tedesca, non hanno tuttavia la forza di commuovere l'industria americana, dato che l'importazione di film stranieri in Germania è ridotta al minimo. Lo stesso dicasi, ma per altre ragioni, per la Spagna. Anche nei democraticissimi pae~i scandinavi le forhici censorie lavorano alacremente, se non proprio per ragioni politiche, per scrupoli umanitari; pellicole a base dì delitti o scene di ferocia e d~ brutale malvagità difficilmente se ne vedono a Copenaghen, a Stoccolma o ad Oslo. Lo scrupolo del censore in questi paesi è arrivato sino al punto di ordinare il taglio di quelle ,;cene di e David Coppcrfield » in cui David è frustato dal patrigno. Anche alcune scene troppo crude della e Carica dei 6oo > furono tagliate. Paragonati a questi rigori, quelli della censura americana, contenuti nel fammo Codice della Virtù, appaiono qua.- si irrilevanti. Ma nemmeno l'America scherza e la tendenza è piuttosto a stringere i freni che a rallentarli. Un'evoluzione degna d'interesse è per e~mpio quella che riguarda le bevande alcooliche. Solo se il bicchiere di whisky o il cocktail entrano come elemento logico e indispcmabik· nell:l. scena, nsi sono permcs,;i; e già dagli uffici di Hays, il supremo regolatore della mora){' nei film americani, è partito per le C:he l'ordine di sorvegliare attentamente i bevitori nei film, perché non bevano smodatamente e ~cnza ritegno ; un bevitore che be,·a pt:r il solo piacere di bere e di far ridere il pubblico, non ha più diritto di c~istenza sugli schermi americani. Una stretta di freni è del resto richiesta anche dal pubblico. Le lettere che arrivano da tutte le città d'America e da persone appartenenti a tutti i ceti ai dirigenti, registi, attori delle ditte dÌ Hollywood, ci rivelerebbero più segreti sulla psicologia e gli oscuri riflessi dell'aninu americana di tutti i servizi giornalistici sul)'America, mes,;i insieme. ~folte di q\.leste lettere riguardano gli eccrssi, le audacie e insomma l'immoralità dtl cinema. li na mamma di Chicago se l'è prfsa persino con ~1ickey Mouse, il mite, bravo e generoso topolino : e t una indf'unza », e~~1 scrive, e che .1 un topo ~i attnbuiir;cano senti• m('nti t' reazioni u111;tne.E quali sentimenti, quali reazioni! Si chiamano film per bambini! lo manderei i miei piccoli <~ vrdrrc ~1:ae \Vcst piuttosto che Topolino, il più turbolento, il pili malvagio il più .,adico \sic) dC'gli eroi dello ~chc1: mo>. Proprio non c'è limite all'intolkranza dell'animo umano. A. D.

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