Omnibus - anno I - n. 15 - 10 luglio 1937

Firenze, luglio. LL'ET..\ di ottantanove ~nni, poco prima di morir(', Giovanni Boldini prc,;c moglie. e Fu un vero matrimonio d'amore>, scri,;-.e la vedova nelle memorie ,ul marito. E non c'è da dubitarne; per quale altra ragione doveva sposarsi Soldini, ,;e non per amore' Il fatto è che mai 'li era accorto di invecchiare. Lo confe,;sò e~li stesso, qualche giorno prima della morte : « ]e pensaù à mon traumi, je ,u fauais pas atu,uion au temps, et, tout à coup, 1e mr Jtl/.J trout·é C'Jt'UX >. Chi Io ha cono<ciuto ce lo de~rive come un uomo perennemente innamorato. For,c ebbe tanti amori, quasi quanti ritratti dipin'-e di donne belle, celebri, eleganti. Passò da una relazione all'altra senza mai dubbi, incertezze, rimor,;;i. In fondo disprezzava le donne, pur vivendo in mezzo alle più eleganti e dispt'ndio'-e, e guadagnando col far loro ritratti. Le comiderava tutte uguJ li . ~anint\ <"Ortigiane e principes- ~- « Sono tutte la 'lte..~. a CO'-a >, diceva. « Soltanto, le cortie;iane ra'l'lomigliano qualche volta alle vere c;i~ore, mentre le signore rac;')()migli,1no ¼'mprc alle cortigiane >. Sembra che anch'eA"li non di'lpiaces~ alle donne, attratte forc;e dalla sua fa. ma. Eppure era tutt'altro che un bell'uomo : piecolo, tarchiato, un po' ritlieolo, con una gro,.sa tC'§tae occhi ine• 'lpre,;11Ì\'Ì, e non è a dire ncmmc-no che compcmas5e que,ta a-.scnza di qualità fi~icht>('on quelle altre doti che partir.:olarmente attraggono le donne: la generosità e la bontà. Sembra che fo-.se avaro e per nulla largo nel suo modo di vivere. « Tu hai tutte le qualità, meno la bontà •• gli scriwva una donna che lo aveva amato. Per tanti anni, visse in quel suo studio di Boulevard Berthier a Parie;i con appena una donna per le faccende di casa. Lo ~tudio era malmeso;o, o meglio nudo addirittura di mobili, all'infuori di alcuni quadri, e di due o tre divani Luigi XV, che egli ritraeva -.empre nelle sue pitture. Questa strana avarizia meravigliava so\·cntc i suoi ,;tessi amici. Vicino J. morire, perfino il dottore curante si stupiva dell'abbandono e del di,;ordine in cui Boldini viveva. e Che volr:tc1 dottore, io non ho mai amato le comodità •· ri,J>0,c il pittore. Ma una tale moderatezza ed economia erano vere in lui? ~on 'iembrercbbc, a seguirlo nei vari monwnti della sua vita. Il contrasto fra l'apparente fa'ltosità del vivere e la reale grettez-za de-I carattere, sembra ine~ splicabile. Fin da ragau.o, a Ferrara, Boldini amò il lusso, l'eleganza, le compa~nie brillanti. Ogni c;abato si recava col fratello da una nonna assai facoltosa, in Ca'ia della quale ,i respirava un'aria molto più libera e ricca. Ella riuniva di .solito intorno a sé qualche amico. Si parlava spe,;5Odi Napoleone, che molti a Ferrara avevano cono"ciuto. E si parlava spesc;o anche di una rae;ana, Delfina, che era rima.sta nubile per amore dell'imperatore. t:n giorno, a ).filano, ec;c;aaveva ricevuto in dono da lui un orolo.c;iod'oro con una miniatura di Cesare. La ragazza aveva ritenuto quel dono come una dichiarazione d'amore: si era promessa di restare fedele a ~apolconc, e aveva allontanato sdegnosa ogni pretendente alla st:a mano. Quei racconti di vicende strane, quelle memorie di grandi pe"onaggi turbavano l'immaginazione fervida del ragazzo, e gli aprivano la mente ad ambizioni più larghe, e sempre più rende• vano fa'ltidiosa la vita monotona e provinciale della piccola città nativa. Nau- ,;cato appunto di questa vita, riesci a pcr,;uadcrc• i parC'nti e a far-.i mandare a Firenze. E di lì a qualche anno partì per Londra, grazie alla gcncro~ità di un mecenate ingle,;c, Finché si stabilì a Parigi, sempre ,pinto dalla 'IUa inclinazione ai piaceri. Appena c;cdicennc. faceva debiti per vestirsi da Delfino, il miglior sarto di Ferr.ua. A Firenze, benché frequenta'i,;c la comitiva dei pittori, che si riunivano allora intorno a Telemaco Signorini al caffè Michelangiolo, preferiva la compagnia di Cristiano Banti, pittore anch'cs,;;o, ma ricco si- ~norc di nobile fami~lia. E presto, a differenza de~li altri pittori eontenti del loro vivere mode,;to, si fece strada nella società rlcgantc di allora, e volle cono- ~ere persone' altolocate e influenti. C'era. in lui, l'ambizione di coloro che vengono su da famiglie povere, e cercano di penetrare ncg-li ambienti più alti, e tutta la vita si affannano in quest'anc;ia di e'-'-Cre considerati alla p,\ri delle per<.0ne che frequentano. A Pari~i, come era già awcnuto a Firenze e a Londra, pre'ito rivelò la sua 1mtancahilc volontà di arrivare. Incontra un., giovane mod<"lla, Brrthc-, e pc-r mrno ~uo fa cono...crnza coi pittori pii'1 noti di allora, e comincia a lavorare col mercante Goupil. Era un'epoca fortunata p<'r gli artisti, e da tutta l'Europa i migliori accorrevano a Parigi, dove c'erano possibilità di guadagni e di gloria rapida. Il pittore De :,.:iuis da poco vi c;i era stabilito, e altri ancora erano venuti dall'Italia: Signorini, Dal Bono, Gemito, Michetti. « Quando sono giunto a Parigi >, racconta\·a Boldini, « si incontrava una folla di americani che acquistavano qualunque cosa, purché fo,;se della pittura, e quando nelle famiglie si doveva scegliere un mestiere per un ragazzo, 'li diceva: "Ne faremo un pmorc, guadagnerà ciò che vorrà., » . La conquista di Parigi E infatti Boldini guadagnò presto ciò che volle. Pochi o nessuno ebbero una sorte così piana e incontrastata. In quel tempo si era accesa una lotta furiosa fra i pittori della nuova scuola, gli imprcssioni'lti, e i vecchi artisti. Pittori come Renoir, Cézanne, Pis'ìarro, e lo stesso Manet, lavoravano in mezzo aliiindignazionc del pubblico e della critica, rifiutati alle esposizioni, senza clienti, ,;pcs'lo c;cnza denaro. Per Boldini, invece, il succe'I.SO è istantanço. In breve tempo -.i fa conoscere come uno dei migliori ritrattisti dell'epoca. E amico di Dcgac;, di Touloll'ìe-Lautrcc, di Sargcnt, di ~[eÌ$'-Onier. P.. il pittore delle gr::indi dame dcll'aristocrfl,zia, delle attrici celebri, degli stranieri ricchi. Dipinge i ritratti di Sarah Bcrnhardt, di Cléo dc :',.[frode, della conte,;,;a de Rasty, della principc,;,;a ~urat, della principc,;sa p· be..,ço, della duchessa di ~larlborougtl, di madame Georges-Victor Hugo, della principc~sa di Hohenlohe, di Giu,;eppc Verdi, di Lina Cavalieri. La storia di Boldini, una volta a Pa• rigi, è in fondo quella di tutti gli artisti più noti vissuti al tempo della TeT"Za Repubblica. Di quella società espansiva e cinica, di quTli anni fortunO'ìi in cui la Francia, subito dopo la di'lfatta di Scdan, ,c-mbrò raggiung<'re uno dei momenti più alti della sua storia civile, Giovanni Boldini fu in qualche modo il cronista cc;atto e indagatore. Egli ri• tra-.,;c quelle principesse, quelle attrici, quei per-.on.1g~i politici, con un:l abilità prodi~ima, e una estrema eleganza. che non nac;condono l'acutcna del suo sl,!uardo.. \ vrdf'J'(' oggi le mc pitture, µ.1r di rivi\'Crc il tempo in cui nacquero, attr.twr-..o i p<.'N)lla~izi più \'Ì'>to-.i. Era quell,t l'rpoca delle ,\\"\'tnture coloni;di, ddlc fortune improv\'i,,lte, dei ~randi -.cand.1li. L'na borghe..,ia .1rrivi- <;ta t' g.rndeme ,.j <.•,p.1ndt•va-..i .irricrhiva, dominava quella horgh<'sia che Zob e :',.[aupasc;ant hanno dr~critto nei loro romanzi, Lautrec e Forain nei loro di,cgni. Boldini è, n('lla pittura, qudlo eh(" Paul Bourgct fu nella letteratura. Predili~c. come lo c;crittore, quella cla,;- ,;;craffinata e decadente che trac;corrC' il tempo nelle fe,te, negli intrir;zhi e nell'anion·. D.111.(t.'aduta di ~apolt•one 11I allo ~tand:\lo di P:inama, dall'affare Drevfm a Fa\Ciod.1, fino ,tlla gràndc ~ucrr.,. Soldini accompa~a fedelmente lt' vicc-ndc di una c;ocictà a,;c;ctata di piac<.·rr. incur,1ntc del domani, ipocrita, m.lteriali'ìta, <"inie.-. In qucll'atmo,frra fc,to,;a e abbagliante. il pittore non pote\'a non trovarsi a ,uo agio. Frequentò i ritro\·i elcg.tmi, i salotti lettcr,1ri, le grandi fe!)te dcli:\ ari,;tocrazia. Imp:uò a ballart' e :l.d andare a cavallo. Si fece vC'derC'al Bois dc Boulognc, nei ristor:'.l.ntidi lu,!)o, nri teatri. Suonava il piano, cantava e bl.•vt•va. Era ,piritoso e allegro. L'avaro libertino lJn 'ìi~norc fiorentino, che fu amico di Roldini, mi p.,rbva di lui: e L'ho cono'.'-ciuto a P,uigi e ci \'Cdcmmo ,;pcs,;o, Egli era amante allora. di una bclli.,sima h,dlcrina 1 che ,;j chiama\',1 Ricotti. Jn,;,icme frequentavano i luoghi di ritrovo eleganti della città . .\vc\a un c,1ratterr difficile. Era maligno, .1\'J.ro, astio ..o.. Raro ,entirlo p.1rbrc bt·nc degli altri. anche \(' gli erano .,miei. :\li faccv:i \'Cderc qualche volta i suoi di-.egni dicendo: "C'e$t du /lel- /eu, ,,·,·Jt-u pm.> ·· perché .,llora sì diceva che la c;ua pittura a'ì,;omigliava a quella <li l [c-llcu, mcntr'cgli ,i 'icntiva di gran lunga superiorè. Spc,\O vcni\'a in Itali.1, a Roma e a Venczi:t. Ci <iamo ìncontrati a Saint .Moritz, do,·'io mi recavo ogni anno con mia madre. Lo pre- ,ent;u .,Ila principe,'>a L,ctiti,t, ch't•r;t una brlli,;sima donna, ed es-.a apprezzò molto la convcN-azione del pittore. Boldini era un uomo di spirito e mava una grazia e una civetteria particolari con le pero;onc di cui voleva conquistare la 'ìimpatia. Ricordo una ,;era in gondola, c;ulJa Laguna. La principe,;'-a ~i di\'ertì moltissimo. E nei ,;uoi viaggi a Parigi, c;pe'io;oandava a trovare il pittore nel -.uo c;tudio. BOLDINl- Ritr1mo della Slpon. X, . 1911 « Una volta un <i~nore francese, ami- <"Odella duehec;~a di Rohan, dette un ballo in costume . .:\(i par di vedere Soldini quando .irrivò: era in frae, con una ghirlanda di rose sulla tc'ita. Piccolo. tozzo, coi capelli tinti, ~embrava un ,;a.tiro antico. Del resto aveva molto del ~atiro, anche nei modi. A Parigi si diceva che era un pericolo.so libertino. :\'"on ri\pettava nessuna donna. E molte, che conmccvano l'indole del pittore, '-Ì facevano accompagnare da qualche parente, il giorno che volevano farsi ritrarre. e Quando lo vedevo mi chiedeva spesso di una fanciulla di Firenze, di cui era 'itato innamorato e fidanzato: Alaidc Banti, sorella dcl pittore amico. Que- ,ti Banti erano una fami!Zlia di bcllis- -.ima ~ente. Anche Alaide t·ra molto bella. alt,\ e bionda. "Ah, ma fùrncle, qu'rst-cr qu'elle Jait, ma fionde? L'ha vic,ta, è ,t:mpre bella?., Questa ragazza non \'Olle mai spoc;ar,;ie, per tutta la vita, continuò a pene.are a Roldini <' a c;cri\'ergli di tanto in tanto lunghe ktt<'re». La figlia della portinaia Parlo con un pittore che è statO amico di Soldini, nel periodo in cui lavorava a Firenze. Oggi l'antico amico di Boldini ha novantatrè anni. Evpurc ha una memoria straordinaria. Parla guardando,;i le mani, e come se avesse dinanzi a sé non uno, ma cento ascoltatori. « Era il mi~liore di tutti noi», mi dice. « Veniva allora di tanto in tanto a Livorno dove abitavo e lavoravo. Faceva ritratti a domicilio con una rapidità da meravigliare. Una volta, doveva ritrarre una signorina che, essendo troppo giovane, secondo le usanze del tempo non si doveva la'ìCiar c;ola. Assisteva perciò alle sedute una vecchia nonna, piccola e grassa, che cuciva in una poltrona, in fondo alla stanza. Il pittore dipinse anche la nonna, non più BOLDINl- 0 X.. doona In ro1a 11 •• 1918 at qudro doTeTaralEg-urtrtdue tortlle, ma DU è ,uu cancellata.) ,,ha di sei centifnetri, con una precisione e una ,;omiglianza che stupirono. e A Livorno fece il ritratto della ,ignora Popodoff 1 ch'era figlia d'una portinaia e che aveva sposato un greco ricchissimo. Era bellissima e molto intelligente. Boldini andava ogni giorno da lei. Quattro giorni aveva lavorato. Il quinto, a differenza dei precedenti nri quali il tempo era stato piovigginO'-O, tornò il sole, e Soldini si accorse che da una grande finestra penetrava ora una luce fortissima che gettava riffes..._siulla persona della signora. 11 pittore rimpastò tutto il ritratto, in una ,;ola giornata, e il quadro risultò completamente diverso da come era stato cominciato. « Rividi Boldini a Parigi 1 nel 1881, nel mio viaggio di nozze. Portai mia moglie, al suo studio. Vi trovai De Nittis e il disegnatore Scm. :\[i meravigliò l'aria dimessa dello studio, ch'era pieno di tele accostate alle pareti. Lo rividi per l'ultima volta a Parigi nel 1887, e fui sorpreso dei grandi progres5Ì che aveva fatto. Boldini era allegro, elegantissimo, e si lamentava di non essere abbastanza apprezzato in Italia. Era un uomo superiore e nessuno poteva parlar male di lui. Anche Signorini, così difficile e scontroso, lo amava. Boldini non è mai stato un bohé• mien: ha lavorato molto e guadagnato. Si faceva pagare i ritratti cento e duecento mila lire. Mi rammento di un processo che aveva intentato contro una signora inglese. Era venuta al suo studio e s'era messa d'accordo per un ritratto. Il giorno dopo tornò con un bambino: 11 t mio figlio ''i disse, "perché non dipinge anche lui?,, Il terzo giorno capitò con un altro bambino ancora : "Perché non dipinge anche quest'altro?,, Ma quando si trattò di pagare, non volle offrire che la somma fasata per lei .sola. La questione finì in tribunale e i giudici dettero ragione a Soldini, ch'ebbe così triplicata la cifra stabilita all'inizio». Le due sorelle Alla Casa d'Arte Bellini, dove sono state raccolte in una mostra duecento opere del pittore, si presentò giorni fa un 'iignore argentino. «: Vorrei vedere il quadro della Don,za in rosa •· A lungo ammirò il ritratto. Intendeva acquistarlo ad ogni costo e a qualunque prezzo. Raccontò che quel quadro era il ritratto di una sua cugina. S'era recata a Parigi da Boldini, insieme a una sorella. Il pittore aveva allora settantadue anni. S'innamorò della ragazza, e un giorno cercò di baciarla: ricevette uno schiaffo. Soldini rese la caparra di cinquantamila lire e tenne per sé il quadro, dove le due sorelle eran di• pinte, sedute vicine sul divano. Ma, ancora innamorato, il pittore cancellò la figura della .sorella, come facilmcnte si può vedere dalla riproduzione del quadro. Una gamb:i, infatti, è troppo lontana dal tronco, e si capisce che apparteneva alla figura femminile seduta accanto. « Prima di morire>, raccontava il sig-nore argentino commosso, « Boldini volle vicino al suo letto il ritratto, e l'ultimo suo sguardo fu per la donna che :\vt·v~, :imato inutilmente». MARIO PANNUNZIO

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