Omnibus - anno I - n. 15 - 10 luglio 1937

'OFFICl:\'A RIPARAZIO:--'l con le !'.UC taglierine, la calandra. le M!ghc circolari e verticali, i grandi armadi ordinati in cui ..,j allineavano chiavi e punteruoli e c;calpclli e litne comC' canne di org.mo, t.'ra pcr « il marc-.ciallo :. un piccolo p,1radi-.o tcrre•ilrc. Entrava là dentro qu,mdo il 1.woro era terminato e l'operaio_ di turno ;_ivcva ~ià raccolto gli uten-.ili <li..,pt..·r-.ì 1 lavato i Ja..,troni col petrolio, gettato nei fornelli i trucioli di piombo. Era un abuso. il 1.;uo,perché in officina quando -.i chiude 'ii chiudr t' non dcvt' rf'litare che il guardiano per <lcccndt•rr b caldai,1: ma ìl dirrttor•· tccnito chiudt·va un <)('chiovolrntirri, ché era difficile trov,1rc un op<'- raio hr,lVO rom(' lui. lui chl' nelle- notr carattrri..,tit·h<· ,i chiamava Cervo Albino fu Albino. Qualifica. linotipi:-.ta di 1• C"at<·~ori,\. lnforma:_io,u: ottimo. ~1.·ll'officin,i rip,1razioni ,.j \Cntiva un padrt'tcrno. :\on c'era tutto il macchi. nario adC'c;uato .i \Oddi<i.fan• i ,uo1 ,lr• diti proietti lnl'CC"anici,ma c'C'r;mo i frrri-ha"-l' d(.'] rm·,ticn.· : cib che occorn•\·;\ per ro:-.truire un « C:'\Cdafru,to • in frrro con manico di lr~no. per .1c;• giu,t.trC' un.1 ..,<•rratura o un acet•ndi. ,i~<HO,p<·r rimcttcrc in ~1ttività.di \Cr• \·i7io un \"C·ntilatore. L.t\·orava knta• mc·nte con patic·nza, prh·o di di,trazio• ni. X,)n canta\"a, non fi,chi.'.l\":\. Solo. qu,mdo mrtt(·\"a in moto la lima .i mo. torr, <'ri \Olito accompagn;m.· qurl ru. morf' di ..i.rrna che -.'alzava, \i a,<;0tti• ~liava, fino a diventare un fi.,chio, un filo ,onoro, con un,1 'itupida fra~r irn• parat.:i. ai dì dcll'infonzi.1 cMtmuan, co-Jtan-ca-n. co-stari-ca-ri. cortancafl. coftancarico>tancaricostan.. Poi, }('nta• mrntc, mrntrc il rumore dcll,1 macchina 'icemava, 'ì'ingroc:-.ava, divC'ntava il rumore intelligibile del!' attrito, « il inarrc:ciallo > ripeteva la sua fra~ a ritmo rallentato. -,cparando le -.illabc con pause sempre più lun~he, fino all'ultima sillaba che pareva detta da un ventriloquo. · Terminata quella \·oluttuaria fatica, lavate<;i le mani nell'acquaio con una manciata di potassa e di '\egatura, « il marc'iciallo » ritornava « a riveder le ,telk >. L.t frase era proprio sua. Una .delle tante frasi auliche, poetiche, profc-.,orali, che aveva imparato in tanti .mni d1 tipografia copiando manoscritti e che soleva ripetere a tutti, con una curioc;a aria tra il saccente e il buffonr~o, a viso serio. Così il pane, per lui, era « il sudato pane>. « L'aquilotto> era la moneta da cinque lire. « Gentil 'itirpc latina > era chi sputava per terra. E « turchi > chiamava scherzo-.a• nente i suoi compagni di lavoro oppu. re « rurali > oppure « figli di cenciosa pros:ipia >. Ma era quello, per lui, il vocabolario del buonumore, ché, a voi• tC', per intere giornate si dimenticava della sua parte di uomo allegro e an• che la sua faccia rotonda, col grosso na4 -.o ,pugnoso e gli occhietti tondi, rima. neva atona, inespre!tsiva, come una fo. tografia sfocata. Quel ~forno - il 18 giugno, un'ora dopo il mezzogiorno aveva un'otti• ma cera e quando il guardiano gli dis• ~e che nrll'atrio lo aspettava il vicecommic;'ìario di pubblica sicurezza del ,e<;tierc Bi'ìagno. non si scompo~e. « t.. uno alto, coi baffi'». «Sì>. « Si.imo amiconi. Vecchi compagni di fureria. Digli che vengo " immanti• nenti" •· Ma poi, qualche minuto dopo, quando salutò il commisc:ario che pa ..~g~ia• va nC'll'atrio, non si sentì più a suo agio r balbettò delle parole 1;biaditc come .n·,l'f,be potuto dirle uno qualunque. Chi ..s.à! Fone gli spiacque quel parlare dell'altro a denti chiusi, che lo obbli• gava a µrotendcrsi coll'orecchio; for5c lo ra~gelò l'aria dell'amico, inamid.1ta, imponente, che faceva a cazzotti con c<•rti "baraZ7ini ricordi di « naja ». fatto ~L1. che si mise sul chi vi\'C e lo a<;coltò da nemico. E quando \Cntì che l'altro parlava di Cc'ìarina, non provò meraviglia. « Carogna lei e chi ne parla>, si di,.,e; e rispo~e <;ubito '\Ca• hro e cattivo. « Si è messa in un grov,o guaio, caro Cervo ... gro1;so assai ... >. « ~fa perché vieni a dirlo a mc'> lo ~ n ho rapporti ron quella donna. Da tre anni non ia \.t:Uv... > « Lo sappiamo... Lo sappiamo... li tommic:,ariato del sestiere ha le ~uc infonn;tzioni molto a~giornatc... più di quanto la gente non creda ... >. n;-\llora Cervo perdette la pazienza. u1.<.\C: r nf'vO ar1darh1t.'nc a casa. Hai c.:1pi. to?A ca~a.E non voglio saperne altro>. « E lo ti dico' che mi devi a~coltarc. 0,1 amico e da fum:ionario >. Lo afferrò per un braccio, lo sco,'ie, lo travolse ¼>ttouna valan~:t di parole, lo 0101 tificò, lo ridm."Jt all'impotenza Parlava da amico e da funzionario, ..,,mpn' a denti stretti, colle labbra che ,1 Jlzavano appena un poco verticalmente, e lasciavano c:fu~gire ingarbugliatf' C.'ìpre..s.i?ni che er.1:10_imi('mc min.,ccio'-f' e commoc;<t.fC'. li d1"-c:cfhr una figJi;.i f' c;emprc una figlia anche S<' batte il m:irciapicdc. Che il guaio era gros~ so, ma grO!'>'iO,issai. La Cesarina era in prigiom', a ).faras<;i. D'uc ~ere prima <t.i cr,\ imbarcata con un'altra donna e con dul' :-.tr,rnicri. t\vevan bevuto, cantato, gir.uo la città, o meglio i cattivi locali della C'ittà il « Singapore ,, la « Stis- '>J. -.., poi eran ~aliti in albergo. Alle quattro del mattino, le ragazze erano u,citr. ,olr. ~(a uno dei due stranieri si accor..;e che gli mancava dal portafoglio un biglietto da cinquecento. Dà l'allarrue, grida, c-.t·c dall'albcrgo ancora mez. zo wc,tito. ,;i mette a cercare le donne, lr rian:iuffa. dopo dieci minuti in pi~uza S,111 ).fattt•o. Vc.•ngono gli agenti comandati da un caro amico $UO, il caV.llit·r Ferro, e pcrqui,i"-Cono le raga7.zc. ..-\Ila fine Jr trovano in tc~ta. <;Ottoun pt·ttine di tJ.rtaruga, il foglio ~piegaz. z;tto. ,: Tu capi~ci che c'è la flagranza. \'i.i in qut''itur<t l' poi tr<l"frrimcnto ,1 ~f.lr.1,,i >. Pronunciava qud nomC' come un con• ~-iurato pronuncia ..o.ttovoce la parola d'ordim·. Si capiva chr ;>cr lui ~Lua,. ,i. con le '-ut' carceri. era i1 nuro di cinta <ldla ,ocictà: \·,ncarlo volc\·a d1• re t·ntr.arc nrll,l zona lehbrma e non U'-<"irnema, più. se non m,,rchiati a fuoco. li funzionario parl.:n:a più fort<' <ldl'amico: anzi lo ..opraffaccva del tut• to. t\:1chC' quando ,ugg:criva al vecchio commilitom• di abboccar,i con il dc• ruhato 'i.traniero, eh(• era lì a due JXh,i in un caffè, .rnchr quando lo convince• ,·.t dtlla nc·ci•,..,itàdi rabbonire la parte le-.;i in pr<•vi<t.ionedel proce'-'\O, 'il <tcntiva che il ,uo frrvore era corrotto da \·t•natu1c profcc;,;ionali e pettegole. Il ,uo quotidiano la\·oro dedicato a mcdi. ca1·c·affari altrui, a punire colpe: altrui, a <'0rrrc;gerc, a reprimere, ad ammonir!:' tutta uoa popolazione di e'ìtr,rnci, lo portava qua"i mcccanicaml'nte a crcdcr'ii un altruic;ta, e la '-Coperta di una ladra che per cac:o era figlia di un vec. chio amico, sia pur sbiadito e dimenticato, an~va ferm<•ntato in lui, per un p;iorno, questa vocazione altrui,.tica. Si ~ntiva tutt'in,iemc paterno, cittadino C'ì('mplarc, funzionario diligente, buon vctcr,1no del 43°, nemico della prosti• tuzionc, fratello di Cervo Albino, battcz:rnto e cre,;imato. L'altro lo .i..scoltava senza più riflessi ncrvo,i. Era c:uccube, carico di disgra• zi<'. in lotta con qualche cosa ch'era pili forte di lui. Come in dormiveglia vede. va una perforatrice che non riusciva a mordere un'ac;ticciola d'acciaio. « Perché non prende? Deve prendere. Deve prendere >. Poi gli pareva che la punt.1. perforante a\·e,;se perduto la sua verticalità e rota!t<,evertiginosamente disegnando dei cerchi imperfetti. « Non voglio più saperne della Cesarina, :,.;on voglio 'ìapere niente di lei. Erano tre anni che non ~e ne parlava più. E ruba anche! Io sono un bravo operaio. Linotipista di prima. Ho sette figli, più quella svergognata. Perché mi vengono a tormentare? E: questa ma. glia a righe che mi porta sfortuna. E adcs~? E adesso che cosa si fa?>. Al caffè il commissario gli pre5entò un ragazzone biondastro. Quando capì che era lui, proprio lui, quello del fo. glio da cinquecento, s'accor'iC che aveva un vi.~oda civetta : col gran naso in avanti e poi la bocca, le labbra, il men. to tirati via alla spiccia, risucchiati CO· me ad un vecchio senza. dentiera. La mano non gliela porse e lo stra• niero fece altrettanto, ma il com.missa• rio, toccando ad entrambi le braccia con un gesto simmetrico, li accomunò nC'lla c;ua protezione : infatti il cameriere fu a lui che si rivolse per 'iapcre che co~a dc<;ideravano i tre 'l;ignori. Due caffè freddi e un anisone. « Lo sai parlare il france'iC? T'a~- giu$tì? >. «No». « E va bene!. .. >. Cacciò un c:ospirocome a dire che tutte le fatichr eran ,ue, quel 18 di giugno, e ir.cominciò a parlare il suo bi- ,;Jacco franccsc. « Le pè,c de la modemoisellc c'est uri .ttrand anu. Il a combattu les boches pendant la guerre. C'est très bral.'t camarode Cn homme très ... vra,- ment ... t-'Otu comprenez_... il a beducoup plcu,é. .. quand je lui ai raconté qi,e la petlte a fait ça. C'itait u,,e scènt très ... très urriblc.. terriblt et ;mom:antt ... Ct pauz1 re pèrt' ... Alais rcgardez•lr ... >. Lo 'ìtraniero, seduto di sbieco, con una spalla più alta dell'altra, non aveva l'aria di capirne gran co,a. Col cuc• chiaino rove~iava, nella busta t~a,parente dello zucchero, qualche goccia di caffè e· pareva che la sua attenzione fo,~e tutta concentrata in quel gioco. Le ~ué gros~e mani nodoc;c e l'OS$aSttc ingomhravano il tavolo. E Cervo senti• va il pc:w di quelle mani dell1america• no, peo;.anti, \trnnicre, <;tran~olatrici, mi'ie-rabili di sudore. 1fani da manette. :\fani da ga,tgsttr. Per-:.ino le mani di Cani~lia, il linotipista del turno di nott<' - quello che si diceva aves'-c tirato una volta una coltellata a un « pie• chettino • - cran mani civili, comuni, mani di pac-.ano; le dita premrvano 'ìulla t, 'ìulla a, 'ìulla virgola, ..u. ll'e~da• mati\'O. (rcondo le buone re~ol<' dell'ar. te Queste-, erano ,;.udkc. quanta. li primo scese a trecento e i! secondo salì ad ottanta. « C'esl un ouvriet sans le sou, c,ous le voyt.; ... >. 1fa l'altro non vedeva niente. Trattava la partita secondo quello che doveva essere un suo vecchio meto• do d'affari, senza mai mostrare premu• ra, senza guardare l'avve~ario, c:cnza rilevare i suoi argomenti. Un'aria in. '\Onnolita, cadente, come 'ìC il contratV> in discu)sione fosse il più modesto con• tratto che mai, nel corro della sua· vita, avesse dovuto affrontare. KUPRIN, RATHAUS, Lt>U ANDREAS li commissario, esaurito il preludio patetico, era intanto venuto al sodo. Tu, ~tranirro, pani domattina col .\..fontevidt'o. f. vero o non è vero? t vero. I lUOi quattrini lf hai avuti. La ragaz. z.t è stata punita con qualche giorno di prigione. Vuoi proprio divertirti n far del male a questa povera gente, a quec:to padre che in fondo ha combat• tuto in Francia. per la -.anta causa del• la giustizia? 10 penso di no. E allora ecco chr- CO"-<d\c,·i fare. Scrivere una lettera che ti ho qui preparato nella quale dici che le 500 lire le avevi prom<'"-<oatl'la Cc~arina, che poi ti eri pcn• tiw, e che imomma non si tratta di furto vero e-proprio. ~letti la tua firma, te Il(' vai in c:anta paçe e non i;e ne p.1rla più. « Fino a quanto arrivi? > chiese i~ commic;sario a Cervo. E come questi non rispondeva, ripctè la domanda con impazienza, incattivito all'improv,•i<;0. « Non caccio un soldo, io. E poi, vuoi saperlo?, non li ho». TUTTI GLI A~lBIENTt dell'emigrazione russa, e in particolar modo quello• di Parigi, sono stati_ commossi e agitati da un avvenimento inatteso: il ritorno in patria di Alessandro Kuprin. Gli esuli russi si dividono in genere in due grandi categorie, verso cui si polarizzano rispettivamente i ,,cechi cd i giovani: nella prima, dominano i c.osid~tti r nicvosvrashcenty >, coloro che non ntor• ncranno mai, e nell'ahra, i e vos,•rashcenzy >, \·aie a dire quelli che intendono di ritornare. li pTimo fra gli scrittori e gli artisti emigrati a percorrere la via di Damasco del ritorno in U.R.S.S., fu il çonte Alessio Tolstoi, indubbiamente uno dei più geniali narratori russi dei nostri giorni, che i maligni accusano di avere abbandonato Parigi, non tanto sotto lo s1imolo di una conHrsione spirituale, quanto per liberarsi dalle pc"ecuzioni dei creditori. Più recente è il ritorno del noto critico principe Sviatopolsk-~lirski. c.hc passato attraverso a una cri~i di coscienza d'aristocr:uico e di bor~hese, rien1rò in patria dopo aver Kritto un libro su Lenin: ora sembra che uia dividendo il destino del cosiddetto grup· po trotskista, $COperto in seno all'auocia- :tione moscovita degli scrittori. Xon li a\'eva davvero i soldi in ta• '\Ca, e poi era torvo, angustiato, c:isentiva maledetto da Dio. Avere una fi. glia che s,·olta male, liberarc:cne come di una pera marcia e poi ritrovarla fra i piedi. Una figlia che. torna a chiedere quattrini. E c'è il conto del dottore da pagare e chi ci pensa? chi ci pensa? Lui for;e, il commi-.~ario della malora, che Dio lo strangoli una volta? _ 11a il commb-.ario era un altruista tenace. Quctndo voleva bene ad un uomo, facrva tutto per lui. Un funziona~ rio che ai figli, dopo pranzo, pot~à ~empre raccontare e insegnare qualche rosa. Un gran galantuomo. E tira e molla, l'affare fu stipulato per cento lire. Cinquanta subito e cinquanta ;tlla 1:;era.Patto fatto? Patto fatto. Qua la mano. Ma lo ~.traniero non era <t.O<ldisfa.tto. In un linguaggio misto anglo-franco. italiano, fece capire che lui, quando rr., '-bronzo di liquori ~ettava il suo da. naro dalla finc,tra, ma quando aveva "maltito l'alcool, non si lasciava fregare nemmeno di un centesimo. Se vole• vano la sua firma dovevano pagarla. E poiché l':dtro per la qu.uta volta fa. ccva appello .i.Ila frawrnità delle trin. cce, lo straniero ~piattcllò al commis• c;ario che lui era ,·enuto in Francia al tt·mpo della f!ucrra e non a fare la gut•rra. Che dell'Europa gli importava tanto come dell'ultimo occhiello delle ,uc scarpe canadc~i, che gli affari ~o• no affari, senza contare che quella Cesarina i1~f~ndo in fondo valc,·a pochi. no. Capito. ~la Cervo, che c:entiva in bocca un gusto ai monetacce di ràme, non ~lir la diede. A difft'renza di Alessio Tolstoi e di Sviatopolsk-Mirski, uomini capaci di parlare e di ,crivt'rt in più 1ing1.1e,il povero Kuprin, con la sua faccia. di mercante 1artaro, all'es1cro era sempre ,·iuu10 come un pesce Cuor d'acqua: e a differenza d'un ).fcrejkovski, che continua a pubblica.re i suoi enciclopedici ,critti, 1radotti in tutte lc lingue d'Europa pritna che ne appaia il testo originale, Kuprin era incapace non solo di pubblicare, ma perfino di lavorare, al di fuori del suo aml)icntc naturale e nativo. Scrittore d'un rcaliimo stmplice cd i"inli\·o, le ,uc azioni non erano più quotate cosi nell'ambiente leggermente decadentistico della leitcratura emigrata, come in quello più \'asto, del successo europeo: mcn1re, per circostanze facili a compn·ndersi, il suo nome continuava ad cs~er popolart- nel suo paese d'origine, anzi vede\a. nc~li ultimi tempi un accrescimento di fa. ma, I iuoi racconti più noti, /I Duello e La Fo11a, Il Capitano Rybnikou e Il bract1ale110 di 1rana11, ispirati da semplici avventure sentimentali, da straordinari casi Allora cominciò il tira e molla 'ìull'cntità dt•I compenso. Lo \traniero chiede• va quauroccnto e il commi"Sario cìn• Or:., la-.ciati quei tàngheri, si sentì al• l'improvviso 'ìOllevato. Cento lirc1 cento lirr. Cento lire. 11aledetti cani. :\falcdett.t cagna. ~[a ad un tratto si fermò. U numero della donna è 21. [I numero del furto è 79. li furto è av,·enuto duC' giorni fa; cioè il 16. « Ci sta un terno, mi pare. Che tutto il male non ven~a per nuocere?:.. ADRIANO GRECO TITULESOU IL LII \ QUALCHE TEMPO Titulesc.u ha ripreso ad agitarsi. t il suo modo di vivere. Rimessosi da una malattia misteriosa, che nonostante le smentite dei medici curanti volle far passare come la conseguenza di un tentato avve• 1,,,, 11w1110e, ccolo a. Parigi, poi a Pra(!:a, poi in lsviz.zera; eccolo a conferire e.on Oclbos e con glì uomini del Fronte popolare fran~ c:cse, con lkncs e con Hodza e, infine, e.on Lit\'inov. Il colloquio con Litvinov, durato più di tre ore, ha sollevato dovunque dei commenti e delle congetture. Che cosa si sono detti i due uomini? Che cosa hanno tramato? Di fronte a.ll'univenale curiosità Tìtu• lcscu non si è scomposto. e Nulla che non possa c~scre ri~aputo. "l'e riferirò ampiamente alla Camera rumena, alla ripresa dei la- \·ori parlamentari :t. Intanto, per non perdere tempo, ha dichiarato che egli non fu mai fautore di un'alleanza fra la Rumenia e la Russia e che do• c:umtnterà questa. sua costante direttiva., che, se vera, fu sempre un segreto per tutti Non ci vuol molto, invtc.e, a comprendere che l'antico ministro dtgli csteri di Rumenia lavora in senso decisamente contrario alla politica ufficiale del suo pae-.c. Le recenti visite di Bcck a. Praga e di re Caro) a Vanavia dimostrano fin troppo che la Rumenia tende a svincolarsi dai legami con Mosca intessuti abilmente da TitultS4:'u, a ritornare alla 1i1uatione antcriore a.Ila stipulazione del patto per la dtfiniz.ione dcll'aggrcuorc fra la Rumenia e la Russia, col quale l'astuto ministro e uerilizzò > l'alleanta polacco-rumena, che aveva c.araltcrc miliU.rt, permancntt cd erta omnes. Titulcscu avverte che si disfa. la tela da lui faticosamente intessuta e \i mu0\-·t contro il suo successore, c:ontro_il suo stesso re, per servire qualche torbido disegno, La mèta è ~fosca, l'ispirazione Lltvinov. Risorgerà' t. dubbio, nonostante le speranze e i socconi d.i Parigi, di Praga, di Mosca e di Londra Titulrscu è di _quegli uomini dei qtaali è difficile li~rani; ma una volta udut1, ben raramente ritorna.no al potere tanta. è la somma degli odi che hanno accumulato durante il loro passaggio. · In ..-caltà. la sua posizione non fu mai forte. Era fondata sull'imposizione, sull'intimidazione, non sul .consenso.__Avv~rsio~i tC· na.cinime circondavano la iua persona, 1mplacab1h animosità la tua opera. E non era nl"mmc~o J>?~lare _pcr_ch~ il po~lo_ no~ era mai riuscito a comprendere I suoi v1rtuosum1 d1ploma.11c1, 1 suoi intrh:thi ginevrini, ('ht lo inquietavano e gli dav:rno un \Cn\O di pr-TiC'oloptrmancntc. Nessun uomo politico fu più di lui estraneo al popolo, di cui non sentiva le passioni generose, la tradizione c.aval\crcsca, il genio latino. Era un avvocato cresciuto negli ambienti internazionali, con tutti gli scetticismi della diplomatia dell'anteguerra, con tutte le sue incsauril>ili capacità di intrigo. Eloquente (memorabile il discorso che pronunziò a Ginevra all'indomani dcll'aua.ssinio di re Alessandro di Serbia) non andava oltre l'improvvisazione di un'arringa, in cui era sempre visibile la 1esi preordina.la e la violenza alla. realtà ; uomo di mondo, scambiava i complimenti della società per adesioni al suo paese; intrigante sopraffino, immaginava di far deviare il corso na1urale delle cose con le astu:z:ic della procedura e le combinazioni di corridoio. I suoi disegni erano cosi studiosamcntt architettati, che ncm. meno il più ingenuo dei consiglieri d'ambasciata si lasciava prcn• dcre al suo giuoco; le sue duplicilà così paleii, che quando saliva alla tribuna. della Società delle Nazioni l'interesse era unicamen1e per il virtuoso della parola, che cedendo alla sua vanità di attore asseco"ndava i capricci dell'uditorio invece di dominarlo. Nc~suno più gli credeva., Di modo che nei momen1i eccczionali, nelle questioni vi1ali, doveva intervenire Bcnes, il costruttore pa- :z:iente, metodico, misurato nell'espressione quanto più era audace nei disegni, .1 ristabilire gli equilibri, le prospettive, le proporzioni Bcnes pensava, Titulescu s'ìlludeva di agire. Sempre in movimento per le capitali. A Parigi, a Londra, a Praga, a Belgrado, ad Ankara. Si dava l'aria di suggerire dei consigli e, in rcahà, tutti gli davano degli ordini, perché nessuno ignorava l'intima debolcna della sua positionc e la sua precarietà. Per reagire a questa impopolarità si studiò di far credere che Parigi e Londra lo ritenevano indispensabile, l'uomo di a.uoluta fiducia. Ed era lin troppo vero. Quando la sua posizione si annunziava. come pcric.olantc, un coro di voci si levava dalla stampa francese e inglese per deprecare la sua caduta. E l'uomo, gradito soprattutto all'cHcro, pareva rafforz.arsi in virtù di adesioni personali. Un similc equivoco non po1cva perpetuarsi. Ritenendosi al riparo di ogni contrarietà, perdette ogni misura e la vanità lo rcSf' temrrario, L'inqualificabile apostrofe lanciata a Ginevra contro i giornalisii italiani che reagivano contro il negus diffamatore del nostro Esrr('ito, mostrò che l'uomo avcva dimenticato di essere qul"llo che era. Nessuno ha più bisogno di lui. M. di 1pionaggio, o da. ambienti cccerionali, come quello delle case pubbliche di Odessa nella FoJSa, son di quelli a cui non posson mancare, proprio nella Russia antiborghese, sempre nuo,•i cd appassionati lenori, cd ultimamente di uno di cui, Il Duello, si s1ava interessando anche la produzione ci• nematografic.a. sovietica. Il bisogno, i malanni dell'età, la prospettiva di ,risalir la corrente della fama e del successo, non hanno influi10 sulla decisione di Kuprin quanto l'insopprimibile desiderio di rivedtre la. terra natale, e di ripor• tarvi e le s1anchc ossa a morire •· Le trattative sono statc condotte all'insaputa di tutti dalla moglie dello scrittore, e i suoi a\'votati presso le autorità wvictichc sono stati Alessio Tolstoi e un altro rt(cnte rcducc, il pittore Bilibin. E così, il ~9 maggio, i coniugi Kuprin hanno preso il treno di ~fosca, dove son giunti, a quel che sembra, accolti con grande cntusi:umo e simpatia.. L'ina1tcsa notitfa ha suscitato I<" più divcr-sc reazioni, talora perfino in forma di protesta, da parte degli ahri scriuori t"migràti, ciascuno dei quali ha voluto dire la sua. Il premio Xobel, han Bunin, ha. osscr- ,·ato che a un artista come Kuprin, cht' da tan1i anni non scrhe, il d1orno è m•n più facile che a qualsiasi altro, cd ha. con• eluso mani(es1ando il rincrescimento di non po1cr cerio riincontrarsi a qucsto mondo col , t'cchio amico. li romanricrr i.totico \Id ano,· h:1 c.onsidtrato il ritorno di Kuprin come un ca.so di coscienza indi,,iduale, ma lo considera un esempio pt"ricolo,o, c.ap..c.e d'in(tannare molta ~f'ntc che ~i trorn in condizioni ben divcna dalla s\,a. Il mi• stico Rtmizov ha csprt~so lo stt'UO pensiero, t la narratrice umoristica T dfi ha manifestato, con più umano e fcmminilf' compatimento di 1u1ti, il M'nso che' ci,ucuno dei compagni recava \ullc proprie spalle un po' dtlla rcspon~abilità dtll'accaduto. Infine, il sempre apocalittico ~frrejkonki, manifestando il rimpianto « che un ·('sistcnza cosi nobilc e onesta si c.hi11df'ue così tristcmcntc •• ha dichiarato cht la partenza di Kuprin era e la perdita più grossa subita dall'emigrazione dopo il ritorno di Savinko,•, Kn7,..'l ~ntire il volontario pMsaggio sotlO le forche caudine dcll'tspiazione poli1ica di un terrorista controrivoluzionario, e un ca.so ben divcr-v> da qucllo d'un povcro \'CC• c.hio che vuol chiudere gli occhi nella. 1crra dei suoi padri>. ~1a Kuprin, .appen.a giunto nella sua patria, si è 5pcnto. Non paua mese, o forse settimana, che in un cantuccio sperduto o in una metropoli d'Europa e d'America., non ~i spen!ita, lontano dall'amato cd odiato focolare in c.ui s'accese, una piccola o ~rande liamma che brillò, di luce effimera o duratura, in quel favoloso e dimenticato paese che fu la Russia d'anteguerra. Più che fiamma, fu una favilla che s'è estinta in questi giorni a Praga, il poeta. Daniele Rathaus, morto scnan1enne dopo vent'anni d'e~ilio. Ignorato dai critici d'a,•anguardia e dalle an1ologic rigorose, Daniele lbthaus fu im•ece popolarìssimo presso ìl pubblico comune, c.hc andava dagli aristocratici frequentatori dei locah alla moda, ai pie.coli borghesi e alle raga&zc provinciali. Il ti1olo dell'ultima delle sue dicci raccolte, Poesie swlla rno,u e 1wlla vita, pubblicata in cmigraziont, dà i!. senso della sua ispirazione, fatta d'un romanticismo elegiaco e. iinghiozz.an1c, che. prolungò pre1so un'intera generazione di lettori fedeli l'eco languida e sospirosa della lirica del poeta russo più popolare del sccolo scorso, Nadson. li nome di Rathaus re5terà forse nc,m tanto per merito suo, quan10 in grazia alle note che i suoi versi teneri e malinconici, d'una me• !odiosità facile e cantabile, seppero ispirare ad alcuni celebri compositori, come RimskiKorsakov, Rachmaninov e soprattuui Ciaikov~ki. Un giornale russo di Praga ha pubblicato in questi giorni una lettera inedita che lo stesso Ciaikovski, poco prima di morire, scrisse al suo poeta prediletto, letttra dovt: il musicista. discute l'antiro p!_oblcma, così caro alle anime borghesi, della vocazione al pcssimi,mo delle anime artistiche. « Anch'io >, dice Ciaikovski, « mi ~t'nto spinto a comporre musiche trini e dolorose, malgrado che da qualche anno mi senta felice, e che sia uscito fuori dalla miseria ... >. Come si \"ede d.J. questa frasc, il musicista a, cva trO\"atO nel suo poeta the ritltt man in the right piace, vale a dire il facile s1imolatorc dei cuori piccoli borghesi e femminili, che piangf'vano sui suoi veni e ,ullc note da es~i ispira1i, di• mentichi del ridicolo nome tedesco del poeta che li aveva c.ommoui, e che suona per noi come la parola. e municipio>. Ben più curioso destino ebbe un'altra fi. (l'.ura ,comparsa in qm:ui giorni, qt1clla d1 Lou Andrea.s Salomé, che s'è spenta nella vecchia cittadina, gotica cd universitaria, di Gottinga, e che nacqut ~ct1an1acinquc anni or sono a Pit'troburgo, da un generale russo originario d'una fa.miglia francese, d',.migrati ugonotti. ~[cn1re studiava in Svit:rcra, Malvida ,·on Mcysenburg la preKntò, poco più che ventenne, a Fede• rico ;,.;'ictzschc, che l'amò e la cclcb1ò come < una crea.tura virginea... acuta <'Ome un aquila e ardi1a come un leone. d.1I carattere incredibilmente sicuro ... >. L'amìcizia, che lini in modo misterioso, durò dice.i anni, finché Lou Salomé sposò l'erudito e linguis1a professor Andrcas, amico intimo di Rainer ~aria Rilke. Pochi sanno che il poeta tedesco fu auratto profondanH.:ntidall'idcale mistico della Russia ortodo1\., e sembra che questa inclinazione gli ro~~l ispirata proprio da Lou .\ndrea., Salomé, chi.. accompagnò Rilke nella propria patria, e vi~itò insieme con lui Leone Tolstoi avvenimenti che formano la partc princip.\h· del suo libro di ricordi. Come scrittrice, qua(i e~clusivamcntc in \ins;ua tcdtsca, es.sa dedicò alla \·ita runa un romanzo e un libro di racconti, Rodinka e Volga, che fanno ricordare per le loro tendenu artistiche e psicologiche i grandi narratori della sua terra d'origine. ~(a più che come sc:-ittric.e es~a resterà nella storia della. letteratura come amica di :'\'ictnche t di Rilke, e nella storia. del costume chiuderà forse per sempre quella serie curiosa di donne russe intelligenti e cosmopolite, decadenti e dt• racinits, il cui proiotipo rimane sempre l'in• dimtntica.bilc Maria Ba,hkirHcv. R. P.

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==