Omnibus - anno I - n. 15 - 10 luglio 1937

O ■ N I BUS con sé tutto quel che poteva acchiappare di titoli o di buoni. DAGI.I OCCHID'ARGENTO Ovunque passa\·ano • prima notte della loro fuga, companva Hook, schiumando a parole ma pronto al ricatto. La ragazza s1 strappava i capelh piangendo e implorando Hook, nel suo ruolo di irato sposo, di non uccidere il giovane. Alla fine Cl riusciva e 1I giovane si trovava senza la ragazza e senza il frutto del suo furto. ]] ENTRE lei scattava selvaggiamente verso di me, Ta1 con un movimento brusco posò la bocca del- .., la rivoltella contro il suo, fianco strozzandole in gola le aspre parole che mi stava griJ:mdo. Posa la rivoltella, Elvira•, disse, e gliela tolse. C'era una freddezza mortale nella sua voce: cd essa vi si arrese senza una parola. i Dove sono I titoli? chiese ri\·oho a me. Sogghignai: • Sono contro di voi, Tai; non con voi•· Per un atttmo stetle fermo a studiarmi fissandomi con quei suoi occhietti neri come semi neri; ed io studiai lui. E forse la sua attenzione fu infruttuosa come la mia. • Non amo la violrnza •, disse lentamente, e credo che siate una persona ragionevole. Facciamo un patto~- Avanti pure , suggerii. Va bene! Come base del nostro patto stabiliamo che vo1 avete nascosto i titoli dove solo voi potete trovarli, ma stabiliamo pure che io \·i ho completamente in mio potere . Abbastanza giusto•, dissi io. • Prose- '(u1te La situazione, dunque, è quella che i ~iocatori chiamano partita patta: nessuno di noi è in vantaggio. Come detective, vorreste averci in vostro potere; ma siamo noi a tenervi, Come ladri, v0rremmo avere i titoli; ma essi sono in vostro possesso. In cambio dei titoli vi cedo la ragazza, e mi ,cmbra un cambio ragionevole. Esso offre a me la possibilità d1 avere il danaro e d1 andarmene; a voi, per quanto riguarda ti vostro compito di delutive, offre una non minore possibilità di successo. Hook ~ morto. Voi avrete la ragazza. E dopo potete rimettervi a cercarmi, e anche i titoli, cou senz'altro 1nuttle. Avrete cambiato una disfatta con una mezza vittoria e per di più con la speranza di arnvare alla viuoria cor.-1pleta •. E come posso esser sicuro che mi con- -.egnerete la ragazza? Scrollò le spalle. • Naturalmente non ci potrà essere garanzia. Ma, sapendo che ha progettato di lasciarmi per quel porco che è giù morto, immaginerete pure che i miei pensieri per lei non possono essere proprio quel che si dice amichevoli. Per di più, se la prendessi con me vorrebbe la sua parte di bottino,,, :vlentalmente vagliai la situazione e la studiai m tutti i suoi aspetti. Ecco quel che penso•, dissi finalmente. :--,Tonsiete un assassino. E uscirò vivo da questa faccenda, checché accada. Proprio cosl. Perché dovrei fare un baratto? Sarà più facile trovare voi e la ragazza piuttosto che i titoli; e i t1toh, dopotutto, sono la parte più importante di tutta la faccenda. ~o, quelli me h tengo io e poi mi darò da fare a trovare un'altra volta voi due. Si; io m1 sento al sicuro•. E davvero lo pensa\'o; per lo meno in quel momento. ~o. non sono un assassino •, egli disse, molto piano, e sorrise. li primo sorriso che gli \·1d1 comparire sul \·iso. Non era un sorriso piacevole e celava qualche cosa che faceva raQbr1vidire. Ma forse sono qualche altra cosa che non avete immaginato. .\d ogni modo queste sono parole mutili. Elvira!• La ragazza che era '1.tata un po' in disparte. ferma a guardarci, si fece obbedientcmente a\'-anti. • Troverai delle lenzuola in uno dei cassetti dell'armadio•, le disse. • Con uno o due fa delle striscie abbastan1.a robuste per leg;\re saldamente il nostro amico l..,a rag..lZZU si avvicinò all'armadio. lo corruJ{ni I~ fronte cercando d1 trovare una risposta non troppo sl(radcvole alla do1"1\llndache mi rivol!(evo. La prima rispo- 'Jta che trovai non era bella: tortura. In quel momento un fruscio ci costrinse tuttt ad una spasmodica immobilità. La stanza nella quale ci trovavano aveva due porte: una conduceva nell'ingresso, l'altru 111 un'altra stanza da letto. Il rumore era venuto dalla porta che conduceva all'ingresso ... un rumore d1 passi ~trasc1cat1. Velocemente, silenziosamente, Tai si mosse prendendo posizione in un punto in cm poteva guardare la porta conducente all'inJ<resso, senza tuttavia perder di vista la ragazza e me ... e la rivoltella stretta come una cosa viva nell11sua mano grassa bastan a imped1rc1 dt fare rumore. Di nuovo il frusdo, proprio fuori della porta. P.1rve che la rivoltella nella mano di Tai frcmes,;e di ansia. D,1ll'altra porta, quella che dava nell'altra stanza, compan·e la signora Quarrc, che reggeva nella sottile mano tremante un revohcr enorme. Gitì quell'arn{"sc, sporco tradnore •, strillò. Tai lasciò cadere la rivoltella, prima di volgersi verso di lei, e alzò le man1, cosa molto prudente. Allora, dalla porta dell'ingresso, entrò Thomas Quarre; anche lui puntava un grosso revolver simile a quello d1 sua maghe, sebbene, in mano sua, non sembrasse così ~rande. Guardai di num·o la vecchia e stentai a riconoscere in lei quella fr.1g1lt"e cordiale persona che a,·c"a ser\'ito il tè chiacchierando dei vicini. Quella er,1 una strega, se cc n'era m1u Marn una, una i.treiza della raz7.a più tenebrosa e maligna. r suoi occh1ettt sbiaditi sfavillavano d1 ferocia, le sue lahhra appassite erano stirate in un 5<higno da lupo e il corpo ma'l;m tn·ma,·a d-od10. u ...ba pruo 11trtno, l part.iia, t 1<:Gmpar.u.. " • Lo sapevo•• strillava. • L'ho detto a Tom, appen:. siamo stati abbastanza lontani da poterci ripensare. Lo sapevo che era una messa in scena! l..,o sapevo che questo supposto detective era un vostro compare. Lo sapevo che era tutto un tranello per metter me e Thomas fuori del gioco. Adesso ti farò vedere io, scimmia gialla, e anche agli altri! Do\·e sono I titoli? Dove sono?• Fiammeggiava guardandoci. Il Cinese aveva ripreso il suo equilibrio, se lo aveva mai perso. • Forse ve lo potrà dire il nostro amico detective•• disse. • Stavo per strappargli le informazioni, quando siete arrivata voi ... così... drammaticamente•· «Thomas,per l'amor di O10,non startene lì a sognare•, scattò rivolta al marito che apparentemente continuava ad essere quel piacevole individuo che m'aveva offerto un sigaro eccellente. • Lega quel Cinese! Non gh credo una parola e non sarò tranquilla fin quando non sarà legato. Legalo e poi vedremo quel che si deve fare Mi alzai dal letto e con prudenza mi avvicinai a un angolo che giudicavo al sicuro se fosse accaduto quel che mi aspettavo. Tai aveva lasciato cadere la rivoltella che aveva in mano; ma non era stato fruçcato. l Cmesi sono gente compiuta: se uno di essi porta una rivoltella, di solito ne porta altre due o tre. (Ricordo di averne arrestato uno ad Oakland, una volta, che ne aveva cinque addosso). Ave\"tlno preso una rivoltella a Ta1, ma se pensavano di legarlo sema perquisirlo, con molta probabilità ci sarebbero stati degli spari. Coo,i mi misi da parte. Il grasso Thomas Quarre si avvicinò flemmaticamente al Cinese per eseguire gli ordini della moglie ... e mandò tutto alla malora mettendo il suo corpo fra Tai e la rivoltella della moglie. Le mani d1 Tai si mossero. Una rivoltella in ognuna di esse. E una volta di più Tai si tenne fedele agli usi della sua razza. Quando un Cinese comincia a far fuoco spara fin che la rivoltella è vuota. Quando afferrai Tai dalla schiena, attaccandomi alla sua grassa gola e lo gettai violentemente m terra, le sue rivoltelle stavano ancora vomitando fuoco e scattarono vuote quando gravai con un ginocchio sul suo braccio. l':on volevo correre nsch1. Strinsi la sua gola fin quando gli occhi e la lingua mi dissero che per un certo tempo sarebbe stato innocuo. Poi mi guardai attorno. Thomas Quarre era riverso sul letto, morto, con tre buchi rotondi sul bianco panciotto inamidato, e I buchi erano bruciacchiati per la vicinanza dell'arma che li avf'va prodotti. La signora Quarre Riacc,·a attraveMO la stanza, sul dorso. 1..,e\'esti le si erano disposte in ordine attorno al corpo fraRile e la morte le a\·eva ridato quell'aria gentile e amichevole che aveva quando l'a\:evQ vista la prima \'Oita. \Jna mano sottile era posata sul petto e copri\·a, lo vidi poi, due fori d1 proiettili Lll Eh-ira dai capelli ro~<:i !ie ne era andata. Tai si agitò e, dopo che gli ebbi tolta un'altra rivoltella di dosso, lo aiutai ~ sedersi. Con una mano irassa si massaggiò la gola contusa guardandosi freddamente attorno. • È andata cosi, dunque? •Uhm!• • Elvira dov'è?• • Scomparsa, almeno per il momento , risposi. Scrollò le spalle. • Bene, potete chiamarla un'opernz1one fortunata, I Quarre e I look morti. lo e i titoli nelle vostre mani•· « Non c'è male•, ammisi, • ma vorreste farmi un favore? « Se posso•· • Ditemi di che diavolo si tr:nta, in questa faccenda!, e Di che diavolo si tratta? 1 • SI. Da quel che ho sentito, immagino che si tratti di qualche colpo fatto a Los Angeles; colpo che vi ha portato centomila dollari in titoli di Stato: ma io non riesco a ricordarmi che sia stato fatto nessun colpo di quella cifra, recentemente, da quelle parti•. • Ma è assurdo!• disse Tai che sembra\ 1a completamente stupito. , È assurdo! Voi sapete tutto•. •Mano! lo cercavo un giovane chiamato Fischer, che da una settimana o due ha lasciato la sua casa di Tacoma, in seguito a una lite. Suo padre vuole ritrovarlo senza far scandali, in maniera da potergli venire a parlare .e persuaderlo di tornare a casa. ~ti avevano d~tto che avrei potuto trovare quel Fischer in questa parte di Turk Street, e questa è la ragione per cui sono entrato 11. Non mi credeva. Non mi credette mai. Fu giustiziato che ancora era convinto fossi un bugiardo, in cerca di scoprire la sua banda. Quando tornai nella strada (e Turk Street mi par\'e deliziosa, dopo quel po~ meriggio in quella casa!) comprai un giornale dal quale seppi la maggior parte di quel che desideravo sapere. Un giovane di vent'anni, corriere presso un'agenzia di cambio a Los Angeles, era scomparso due giorni prima, mentre era diretto verso una banca con un pacco di titoli. Quella notte, lo stesso gio\8ne e una ragazza, sottile, con i capelli rossi ricciuti, si erano iscritti in un albergo di Fresno come J. M. Riordan e signora. La mattina dopo il raga27,0 era stato trovato in camera, ucciso. La ragazza era sparira, i titoli erano scomparsi. Questo mi disse il giornale. Nei ~iorni seguenti, mdagando un po' qua e là, riuscii a ricucire la maggior parte della stona. Il Cinese, il cui nome completo era Tai Choon Tau, era 11 cervello della banda. Ta1 sceglieva le vittime, e doveva essere un giudice esperto degli uomini, perché pare che non a\:csse mai fatto cilecca. Sceglieva qualcuno che fosse corriere o qualche cosa di simile presso qualche agcn1.ia di cambio o qualche banca, uno che do\.Cssc andare in giro con delle buone somme o dei titoli. Allora compariva Elvira che faceva perdere la testa al giovane - co~a che non doveva es,crle difficile, - e poi pian() piano lo persuadeva a fu.'!'~ire con lei, portando Qualche volta erano andati a costituirsi. Due si erano uccisi. Quello di Los Angeles aveva dimostrato di essere più duro degli altri; si era ribellato a Hook che lo aveva ucciso. L'astu:Gia della ragazza nel gioco era immensa; basti dire che nessuno, della mezza dozzina di giovani che erano stati accalappiati, disse mai la minima cosa per comprometterla; e alcuni di essi passarono momenti molto brutti per tenerla completamente estranea al fatto. La casa in Turk Street era il rifugio della combriccola, e avrebbe continuato ad esserlo perché non avevano mai lavorato a San Francisco. 1 vicini credevano cne Hook e la ragazza fossero i figli dei Quarre, e Tai il cuoco cinese. L'aspetto benigno e rispettabile dei Quarrc riusciva anche molto adatto quando la banda ave\·a titoli da vendere. li Cinese fu mandato alla forca. Xoi tendemmo le reti più fini e I tranelli più abili per la ragazza dai capelli rossi. Di ragazze coi capelli rossi ne acchiappammo tante: ma Elvira non era fra di es~e. Mi ripromisi che un giorno o l'altro .. e quando il giorno arrivò non ero in guardia, ero impreparato per quello che accadde. CAPITOLO IV UN CAl\1PA):ELLO mi svegliò di soprassalto. Rotolai verso l'orlo del letto e presi 11 telefono. Era la voce del gerente l'agenzia di San Francisco. ?\li dispiace disturban·i, ma dovete andare al più presto in Leavenworth Street, casa Glenton. Uno che ha nome Burke Pangburn, e che vive in quella casa, mi ha telefonato pochi minuti fa chiedendomi di mandargli subito qualcuno. :\It pareva piuttosto angosciato. \·olete occuparvene voi, vedere quel che vuole questo signor Pangburn? • Risposi di si, e sbadigliando, stirandomi, maledicendo Pangburn -chiunque fosse, - buttai via il pigiama e mi vestii. L'uomo che aveva d1srurbato il mio riposo domenicale era - lo vidi quando fui alla casa Glenton - una persona smilza e pallida di circa venticmque anni, dai grandi occhi scuri, cerchiati di rosso forse per insonnia, o per aver pianto, o per tutte e due le cause. I suoi lunRhi capelli scuri erano in disordine, quando mi aprì la porta per farmi entrare: Indossava una vestaglia malva cosparsa d1 grandi pappagalli neri, su di un pigiama d1 seta color vino. • La stanza nella quale mi fece entrare sembrava un deposito per la \•endita all'asta o una d1 quelle strane sale da tè fuori di mano. Grandi vasi blu, grandi vasi rossi a tortiglione, \'3Si gialli sottili, vasi di varie forme e colori, statuette di ogni materiale; lanterne, lampade e candelieri. Tendaggi, tende e tappeti d1 ogni sorta. :\lobili strani e stranamente intagliati, quadri curiosi appesi qua e là, nei luoghi più inaspettati. l,;na stanza dove non si poteva davvero sentirsi comodi. • La mia fidanzarn •• cominciò egli immediatamente con una voce acuta nella quale risuonava un certo isterismo, e è scomparsa! Deve esserle successo qualche cosa. Qualche cosa di tenibile. Voglio che la troviate ... che la salviate da quella terribile cosa che ... • Lo seguii attentamente fin qui, poi lo lasciai andare. Cn fiume dì parole gli uscì di bocca:• Rapita ... qualche mistero ... caduta in trappola•• ma le frasi erano troppo sconnesse perché io potessi capirci qualche cosa. ~on gli prestai più attenzione, aspettando che smettesse di balbettare a vuoto. Ho sentito molte volte gente di solito ragionevole balbettare in maniera anche più sconnessa di quel giovane dagh occhi grandi; ma il suo vestito, la vestaglia coi pappagalli e il pigiama sgargiante, e tutto quello che lo circo11dava - quella stanza ammobiliata in modo delirante - gli davano un aspetto troppo teatrale, rendevano le sue parole dd tutto fantastiche. Anch<' lui, nei momenti normali, doveva essere un giovane di aspetto piuttosto gradevole, i suoi lineamenti erano ben disegnati, e, sebbene la bocca e il mento fossero un po' incerti, la fronte spaziosa era bella. ~-la, mentre ascoltavo le poche frasi melodrammatiche che riuscivo ad afferrare fra quel balbettìo, pensai che invece di pappag:Rlli, sulla sua vestaglia avrebbero dovuto esserci dei cuculi. A un ceno punto smise di affastellar parole e, protendendo verso di me le lunghe mani sotuli in un gesto d'ìmploraz1one, disse: • Lo farete?, E poi ancora, e ancora: Lo farete? Lo farete?• Assentii cercando di calmarlo e mi acco_rs1 che aveva le guance riRatc di lacrime. • Immaginiamo di cominciare dal principio•. suggerii, sedendomi con precauzione su di una specie di scranna intagliata che non ave\·a l'aria molto solida. a Sì, si!• ~li stava da\·anti, con le gambe aperte, passandosi le mani nei capelli. « Dal principio. Ho avuto una lettera da lei, tutti i giorni, finché ... • • Questo non è il principio 11, obbiettai io. « Chi è? Che cosa fa?• • "t. Jeanne Clark ! • esclamb sorpreso della mia ignoranza. • Ed è la mia fidanzata. E adesso ha preso il treno, é parrna, è scomparsa e so che ... • Le frasi gioco misterioso, caduta in trappola• e simili, ricominciarono a sgorgare istericamente. Finalmente riuscii a calmarlo e, fra un'esplosione d1 disperazione e l'altra, riuscii a sapere da lui la seguente storia: 3 - (c{)ntinua) DASHIEL llAMMET I a t t e b l'alimento più ,rradlto più nutriente p ù 8 Il D O

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