FAMIGLIA DUSE, che da secoli si era stabilita in Chioggia, non si sarebbe mai mossa se, nella prima metà dell' '8oo, un Luigi Duse, marinaro come tutti i suoi, non avesse desiderato darsi al teatro; si fece attore, fu celebre, ebbe la migliore Compagnia dialettale: subito 1 fratelli, i nipoti, cd altri parenti vari, lo seguiron sulle scene. At,tori anche i figlioli, anche Alessandro, che avrcl:Sbe voluto esser pittore e non poté; romantico e delicato Alessandro, sposato ad un.a ragazza romantica e delicata, Angelica Cappelletto, dolcemente malata d'etisia, destinati a vagabondare da un palcoscenico all'altro senza gloria, senza denaro e senza pace. Sono questi i genitori d, Eleonora. Eleonora nacque a Vigevano il 3 Ottobre 1859, e la portarono al battesimo in un piccolo cofano di cristallo, cosi che parve una reliquia, ed i dragoni le presentarono le armi: certo aveva già gli occhi larghi, bruni, e dolenti. Padre, madre e bambina girano per il Veneto; Eleonora, fra le braccia delb madre, compare in scena: cresce, ha cinque anni, e rappresenta Cosetta; piange cosl bene che gli spettatori ne son rapiti. A 13 anni perde la madre, questa soave Angelica, malatissima e cor;;iggiosissima, che se ne va senza rumore, lasciando marito e figliola in un dolore vasto e muto: proprio in quei giorni, ereditano un poco di danaro, cinque casette chioggiotte, e le rifiutano, po1ché la cara morta non potrà più go~crle: il loro solo conforto vien proprio di li; dal gesto di fierezza fantasiosa, e poi riprcndon la vita dura e inquieta. Le rose di Giulietta A 14 anni, Eleonora è a Verona. Ha letto Shakespeare, rappresenterà Giulietta: una felice estasi la coglie. Spende i suoi pochi risparmi per compra"rsi delle rose scarlatte. In una domenica di maggio, l'immensa Arena, l'aperto cielo, una moltitudine di popolani l'aspettano, cd Eleonora appare, carica di rose, avvolta, fasciata, tortunua di rose. t Giulietta: ogni s•Ja parola suona inevitabile e giusta, ogni accento fatalmente predestinato. Lascia cader la prima rosa· ai piedi di Romeo, sfoglia la seconda dal balcone, una felicità limpidissima e terribile la conduce all.a morte come su chiare onde. La notte scende mentre il dramma ancora dura, e gli scroscianti applausi, la sua atterrita gioia, il buio, danno ad Eleonora l'illusione di aver raggiunto una c1m.a. Poi lavora in compagnie meschine, che già sente indegne. Finalmente il balzo in avarlti nella compagnia Emanuel, che per prima donna ha l'opulentissima signora Giacinta Pezzana. Accanto a lei, come dovette sembrare magra magra, sparutella, la signorina Duse ventenne, malvestita e triste! Il pubblico napoletano non l'amò gran che, si capisce, abituato ai ricchi fascini dei busti colmi e delle tourn11Tu rigogliose. Ma Napoli era piena di risorse: c'era una giovane giornalista, la signora ~atilde Serao,che subito fu amica di Eleonora, ~ c'era Martino Cafiero, civettone, conqu1sbtore, asntt1ss1mo Don Giovanni. Subito Eleonora ne è rapita, e ne riceve fiori, libri, vezzi; impara a conoscer Posil~ ltpo e le cene galanti e le gite in barca, cd il chiaro di luna. È molto felice; trova, per rappresentar la nuora di e Teresa Raquin •, accenti cosl nuovi ed umani da ottenere il trionfo e la seconda grande scrittu111, nella compagnia di Cesare Rossi, a Torino. Scrittura che non le dà gioia, ma dolore, perché significa il distacco dall'amato, una nuova solitudi~ ne. Più grande solitudine quando, a Torino, Eleonora si accorge di essere madre, e chiede aiuto a Cafiero, senza ottenerlo. Singolare uomo quc!tto Cafiero; nessuno meglio di lui simboleggia la e fin-di-secolo •• il cinismo senza m1tlvaJ,Citài,l dilettantismo senza mediocrità. • Fierissima, si nfugia a :\,l:\rin:i. di Pisa, in una casa di contadini, dove ti suo bimbo nasce, e subito muore. Eleonora steSSfl ne porta al cimitero la bara, leggerissima. Poi torl'UI a Torino. Qui le succedono moltissime cose, inattese: diventa prima donna, perché la Pezzana se ne va; Cesare Rossi si inl'Ulmora di lei, perché è suo uso innamorarsi della prima donna; Tebaldo Checchi, un bravo e buon compagno d'arte, le chiede di sposarlo, perché vuol difenderht dalle insidie di Rossi. E cosl, come per gioco, Eleonora si trova sposata 1 prima donna ,ed assillata dalle premure dél vecchio capocomico. 11 teatro va male, il pubblico seguita a non amare Eleonora, giudicandola magra, stravagante e impossibile; gli incassi dimi• nuiscono. Intanto arriva in Italia, sfolgorando, con scimmie, cani, pappagalli, e vesti inaudite, la gloria universale: Sarah Bernhardt. Nessuno riconoscerebbe il gngio teatro torinese quando Sarah vi debutta, ed i fiori di,·entano montagne, gli applausi boati, l'entusiasmo follia. Eleonora naturalmente ammira: ma, appena Sarah è partita, chiede e ottiene di mettere in scena proprio il lavoro che a Sarah, a Parigi, valse un fiasco colossale: e La Principessa d1 Bagdad •· E trionfa. Gli spettatori torinesi, esterrdatti, si vedon costretti ad applaudir la prima donna, senza che sia aumenUtta nemmeno di un etto, senza che "lia imbellita nemmeno di una ,·este parigina Elt!onoraè lanciata: va a Roma, recita La Moglie di Claudio• e il pubblico le stacca i cavalli d11Uavettura; poi tutte le città d'ltAli.a la acclamano. Ora la signora Duse-Checchi, celebratt, di giorno in giorno acquista sempre più ~li estri, le originalità e le bizze proprie alle donne dd suo ten,po. Er;i 11te _,,po ddle crisi di nervi c dei <1aliinrlt -.i.,, delle fialette d'ambra; degli swnimcnt1, ddl.1 ir<'r• scnsib1l1tà e dcll1.•i,wumpn.:m,tu•u; Jc1 l,Lzolettint lacerati coi denti, delle bertuccme custodite nel manicotto, dei suicidi in ginocchio, dei messaggi d'amore scritti con inchiostro d'argento su carta nera, dei teschi tenuti sul tavolino. Queste signore leggevano Nietzsche, • adoravano \Vagner •, baffuti uomini le idolatravano tremando mentre le pallide borghesuccie ne gemevan. d'invidia. Perché vorreste che Eleonora non diventasse così, e per prima cosa non si mutasse il nome, firmando, con predi le• zione, Leonora? Nasce Enrichetta, Quella che sarà la bam• bina tranquilla, la giovinetta saggia, la sposa modello: i genitori l'affidano a certi contadini, per riprendere il loro lavoro. Nuovi successi. Tournée in America, trionfale. " Oh, grande amatri<.,e ! " Primo attor giovane, di beU'aspetto, di soavi modi, figura prestante e rigogliosi mustacchi, è Ffavio Andò: ama Eleonora, che lo ama.. Tebaldo, il buon marito, capisce che la separazione è necessaria, e sparisce: si terrà, fino alln morte, lontano, devoto e fedelissimo. Flavio Andò ed Eleonora viaggiano insieme l'Europa: nel 1886 nasce la loro Compagnia. La Russia li acclama; il 1892 li trova a Vienna; 11 1893 nell'America del Nord; i fiacchenu e le mogli dei miliardari li acclamano. Eleonora stancamente ringrazia, lascia cadere all'indietro il suo famoso mantello, non si dipinge mai, cade in crisi spintuaJi, ama castamente Arrigo Boito, si pettina con un nodo sulla nuca, non porta il busto, piange spesso, scrive lettere sforacchiate di lineette come i segnali :\-lorse e racconta le sue eleganti sofferenze. Ila trent'anni, si sente sola, poiché la passione per Andò si è mutata in amicizia, poiché il manto è scomparso, poiché Enrichetta è m collegio. Aspetta qualche cosa dalla vita, e che cosa non sa: ma una sera, al Valle di Roma, uscendo di scena dopo 1I terz'atto della e Signora dalle Camelie•, un uomo le si para davanti: • Oh grande amatrice!• le grida, e si allontana. Era un uomo piccoletto, con monocolo, il p ·ù mondano, il più pazzo, il più byroniano; Carducci leggeva i suoi versi, un.t duchessa lo aveva spos:no, t: Parigi lo adorava: era Gabriele <l'.\nnun:t.io. Quel primo incontro non t-bbc seguito, e solo dopo un lungo intervallo poeta ed attrice si ritrovarono a Venezia. Eleonora non poteva dormire, la notte, e girava 1n i,tondol.i per I canali: Gabriele pure, ed un matuno, µ1..1 ,.,.:,,u. sbarcarono insieme: s1 nçnnobb..:ro e non :,,1 Ja-,ciarono pll.1 ' PC'r b pnma volt~ in vita sua, Eleonora mette su casa, a Venezia: bisogna degnamente accogliere h:. visite dell'amato! Drappi rossi, scialli ricamati, vetn di Mu• rano, marmi infranti, icone bizantine. libri consunti, erbe secche, quel tanto d1 caos e di squisitezza che poteva mcantare tl cuore del Poeta. Da questo suo amore, Eleonora riceve un • luce straziante•: ama, soffre, si rifu• gia nell'ombra, docilmente aspetta l'opera che egli le ha promessa, e organizza una tournée in America unicamente per procurarsi i fondi necessari ai decori teatrali del suo Decoratore. Gioconda•, 11:Ciuà Morta•, • Francesca da Rimini • sono accolte dal pubblico con ostilità, anche se nulla è stato risparmiato per la maggior nobiltà del lavoro: le fibbie delle comparse sono di vere gcmmc, :\,1icenc rivive, la Duse cela le sue belle mani, offre la sua bella voce: ed il pubblico fischia. Che le importa il successo, ormai, o i danari? Ha Gabnele, barbetta caprina, sfolgoranti parole. certezza, incertezza, meravigliose bugie, •Laudi~. Capponcina, debiti, cavalcate sulla sabbia di :vtarina di Pisa, cani gloriosi, donne adoranti, crudeltà, tenerezza, Gabriele, Gabriele! Le par che nulla sia sufficiente a pagar l'inaudita fortuna di stargli vicina, e dà la sua sofferenza, il suo lavoro, la sua gloria, senza chiedergli nulla. "Il Fuoco" Ad Atene, durante una tournù, d'Annunzio, che accompagna i suoi inte'rpreti, consegna all'impresario ed amico di Eleonora il manoscritto di un libro nuovo, chiedendogli se la pubblicazione gli par possibile. Questo libro è • li Fuoco•· Tuoni e fulmini I L'impresario fa un salto ,per ana, interrompe la lettura a mezzo, s1 precipna da Eleonora: questo hbro non può uscire, questo libro non deve uscire, è uno scandalo, una calunnia, un'infamia! Lei tace, dapprima, davanti alla collera del fedele amico: poi ritrova un poco di coraggio, per dichiarar di conoscere Il f'uorn•, di appro,·arlo, di pcrmcttcrlo. '1,,ion si ha il diritto.,, dict:, di soffocare un c,,- polavoro' •· :\la in verità ella non ha il diritto di opporsi al volere del suo amore. Quando la figlia Enrichetta, ormai fanciulla, la sup• plica di evitare che questa ro\"lna si compia, Eleonora risponde che rinunciare a Gabriele le sarebbe impo,sibile come tagliarsi una mano; quando Cécile Sorel la compiani(e, ribatte che il sacrificio le è dolce. Ed 11 Fuoco ,•jenc pubblicato. Cieca, immemore, non si difende ncp~ pure, anche se una vergogna atroce la stringe, anche se ,·orrebbe fuggire e nascondersi. Si aggrappa i" questa estrema giovinezza che la lascia, e ripete: e Ho quarant'ann• e lo amo•. E Gabriele l'abbandona. Eleonora gli re• gala un.a bussola antica ed il suo perdono. È stanca, tutto le duole, tutto la fa soffrire: innumerevoli miserie fisiche, dominate fi. nora dalla sua volontà, la tormentano; i polmoni, il cuore, gli occhi, i nervi, tutto cede. Per anni continuerà il suo lavoro, sarà Vas11lissa, sarà Rebecca, sarà Ellida. Andrà in scena soffocando per la tosse, per l'asma, per la paura irragionevole che improvvisamente la coglie. Oal1' America del Sud a Vienna, dalla Russia a Pirigi, npeterà i\lagda e Margherita Gaut1er, senza più scopo. li se;nso della solitudine la tortura, ed una sera, a Berlino, pronunciando quel sola!• che chiude La Donna del :viare•, Eleonora capisce d1 non poter resistere più; e nel 1909 lascia il teatro. Si rifugia a Firenze, per curarsi gli occhi minacciati di cecità, che lentamente guariscono: Enrichetta le chiede di venire a stabilirsi m Jnghilterra, a ~ambridge, dove ella vive con il marito, il professore Edward Bulloughs: ma Eleonora rifiuta. 11 padre, quell'Alessandro Duse che a,•eva sempre desiderato dipingere, ed ora, a Venezia, finalmente dipinge, la prega di raggiungerlo: ma Eleonora rifiuta. Devastata, vive solitaria, mentre il mondo, con rapidità, la dimentica. Pellegrinaggi, fughe, partenze notturne, soggiorni segreti in città straniere che la ricevono senza riconoscerla. Preghiere umili, di chi ancora non crede, ma vuol credere. La Signora Casa di Roma, in Via N'omcnt.ana, che pazientemente trasforma in quella Casa delle Attrici, da le, ideata con infinito amore. Poiché al riposo, il silenzio le hanno dato nuove forze, sente la necessità di spendcrlc: festa di inaugurazione, patrona la RC"gina: una folla di donne, con gonne ad e11trat1~ e corsetti lavorati alla turchesca, si stringe intorno alla •Signora,. La chiamano cosi, ormai, la Signora: perfetto nome per quella che, non bella durante la giovinezza, in vecchiaia è divenuta bellissima. Sta la Signora fra le sue protette, e sorride, le par di aver trovato uno scopo. Dolce il maggio, su Roma; ma è il magg•o 1914. Addio, Casa delle Attrici, riposo, silenzio; con ali nere vola la guerra sul mondo, altri scopi troverà la Signora. Teatro del Fronte, visite ai soldati, ospedali. Finisce la guerra, lo squallore la sostituisce. Eleonora si rifugia in Asolo, dove sarà la sua ultim;i casa. Vorrebbe darsi ancora, non sa a chi, a che cosa: pensa a tornar sul teatro, e non osa; tenta il cmematografo, 'invece, su scenario di Grazia Oeledda con • Cc:nere•. Eleonora ha fede nel suo lavoro, ma non nel suo volto consumato. S'inizia così la sua lotta con gli operatori, con i registi, poiché supplichevolmente ella chiede sempre ombre, jlous, veli, che nascondano la sua decadenza, e • Cenere può presentar solo una Duse incenerita, spentissima. Ancora il Teatro. La guerra ha rovinato finanziariamente la Duse.Ricca non fu mai, noncurante e generosissima, ma padrona di un patrimonio modesto che faceva amministrare, a Berlino, da Roberto von Mendelssohn, fedele amico, saggio consigliere. :\la l'inflazione inghiottisce ogni sostanza della Duse, che s1 ritrova poverissima. E ne è contenta. 11 Sola!" Ora ha il pretesto, la spinta, per tornare alle scene. Il 5 maggio 1921, davanti ad un pubblico ansioso, EUida rìappare, nudo volto, capelli bianchi, voce palpitante e ferita. E un successo? Qualcosa d1 meno e qualcosa di più, un gigantesco stupore davanti a tanta altezza raggiunta con mezzi tanto semplici. Eleonora ritrova il delirio, rtprendc il cammino trionfale, attraverso !Italia, L'\ Svizzera, l'Inghilterra. Intanto l'asma le toghe il respiro, i polmoni si struggono, gli occhi lacrimano, i nervi dolorano: intanto le finanze della Compagnia vanno malissimo; dopo il primo anno ha centomila lire di debito, dopo il secondo duecentomila; la Signora non sa come tener testa a1 suoi impegni, spessissimo la sua salute le impedisce di rcc•tare, e le penah son rovinose, ed ella ne perde ogni pace. Quello che fu il suo prodigioso amore, ed ora, orbo, eroe, è il Comandante di Fiume, rivolge una lettera ai giornali, ricordando l'opera da lei compiuta: tuttavia non l'aiuta 3 realizzare il suo sogno, un teatro per lei, u1\ teatro piccolissimo, modestissimo, • una cantina•, dice, o • una catacomba •, dove le sia permesso, circon• data di giovani, creare una nuova hrte. i\lcravigliosa fede della Signora t Vecchia, stanca, potrebbe lasciarsi cadere, in• vece lotta, presenta le opere che le sembrano degne, quali il• Cosl sia• di Gallarati Scotti, e le difende anche davanti all'insuccesso. Fmalmente, per liberarsi dai debiti, dagli impresari avidi, riparte per J' America del Nord. Ha 65 anni, ed i suo• polmoni sono finiti. Pittsburg è metallica e grigia, mostri di cemento e di ferro si profilano sul cielo, piogge taglienti colpiscono la Signora mentre, davanti al teatro, aspetta che le s• apra l'ingresso degli artisti. :via la rappresentazione della « Donna del Mare è trionfale: alla fine soltanto, qu;tndo Eleonora pronuncia quel •solai• <'hc dà lu misura del suo distacco, chi la conosce comprende che non solo il dramma finisce, ma la vita. Era il luncdl di Pasqua, il 23 aprile 1924: per tutta la notte la Signora aveva chiesto delirando di ripartire, di riprendere il lavoro. L'alba la trovò bianca, paclhcata, nobilmente composta nella morte. MARlÙ 1937 CENTENARIO LEOPARDIA Continua la pubblicu:ione a dispen1e •ett1manali di 6--4 pagine l'una, delle VO0I DEL TEMPO NUOVO I OPERE ILNAUFRAGIO DELt"EUROPA IV' DIGIACOMLEOOPARDI & eur& di Otuuppe De Rober\11 t in vendita la PRIMA DISPENSA DEL SECONDO VOLUME che comprenderà tutti gli scritti, scritti vari in prosa e in veni, dalJa traduzione degli ldillj di Mosco all'epigramma sul Tommaseo, e una scelta quanto mai varia lii EDIZIONE POPOLARE W. a7 DI"lc:BJTTOBJ DI T1Jff0 ILKOlfDO" LIRE 10 ed opportuna delle Lettere. OGNI DISPENSA 01 QUESTO SECONDO VOLUME COSTA URE DUE A!loona"'t11to olit 46 dùpnut cirtt, dtlfop"a u,.,.!"tta (trt rNJl,u,rl) lir• do. Abbo_,,.to """'""' al •«orido 1 ,~,.a t·ol1111U hrt 4$• Alla pdmo dl,puua l 0Ue1ata un'•l,,anl• copertina per 141 raccolta dtltt d/1penH. GRANDE SUCCESSO EUROPEO di mm, EC.EDITO-RllIlLAMO RADIOFONOGRAFO 8 VALVOLE - 3 ONDE C.GE.253 L'APPARECCHIO CON IRIDEFLUORESCENTE DI SINTONIA L.3250 11od.ConsolleL,2500 LE X I S CARREL L;a sccperfa· di nei stessi L'UOMO, QUESTO SCONOSCIUTO .,Alu.lO C.,..,1. - dti ••Niai dt.,n,rp eoi-i- --1.1ori 4.t -..... p..,. ùNobd •ttt.itiTHW~ - u.,n,~•,i.. c1,•• ~•• ut.l6d&Je.....,.t•,Ò,,•.i•11 dJto .. -ili•l•Hil,.,.. .,n,,o1. .. ,i..1,. 1e,1t.i1~u._ _ __..e,..,u•1N••leo.ol e,'Oi •I•(,.; ..Sul"- l'APPASS•OHAtolTl SCO• l'lH A 01 HOI SlUSI, e.on un cel,bre •cl•n• 1Jato che h• con•acrato I• vita •Ilo srudlo del mh11rl dal no.iro corpo, della no.ir1 coulan- ••• dall'\lnlver10, • che ha ore lnvenllto una macchina p•r prol\ln• e•r• I• v11a. Il. '"" l..ol \'ol•ar do WI P"C'H I- U ,w.,, ,.,........ ,--u _1...,. t•no ei. cloe i. ~ ...... ein,al-11 i• 1••do di fel'O •fftt•• ilfN Hlle. -tn ••h» Llo,. .......... _,,. ..... L,br,o ., ..... ìo••atf ,.k~ la OO•ù•te ol du11 •11• -u. ................. u. - H1• UM.J.. lwl ... 4•90a,jai ..,..,.1 M-m1.....ie ,-o....i ,i.,..d;. ....... u.
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