3 LUGLIO 1937-XV O ■ NIBUS l'AG(NA s Racconto QUA:-.:DO SORSE l'alba, por• rnndo a poco a poco la calma o;un:occano '-CO!l\·Olto, l'imbarcaz1onc era ormai \Ola nell'immemità. Oarrcnt, -.upino, gemeva debolmente. La frattura della gamba l'attanal{liav.t. Tremava dalb frbbrc e dal freddo. ).fa ;.lppcna il '°le lo a,vol(e cominciò ;.\ torccr,i '-Otto il calore bruu~uHl·. « Acqua... ,,c-qu.\... > implor."\,:a nel t.folirio. e S.,pctc bt:nf." cht.· non m· ahh1amo UIIJ l.:;V4li,l. _\ llu: -.i "l"l\l' ~l'llll'n: ,I quc.''-tO modo? ... :t. Ll \"O<'t.' mordènte di ~farah, ,c:-O!-(C 11 frnto. Apcrn.- ~li occhi. O,\\·,rnti a lui, ,ullo ._fondo del cielo chiaro. ).l:1rahv t.· L...o.nt', il meticcio, lo -.1a,·,mo ~uard,mdo. E qut.·"tl, rivo]gcndo1:.i all'.1,tro, rip<.·té-. e: ~i<.·nt'ac.:qu;1. Fuorché qtH:lla dr! m.irt· . ~[J non pt.'r berl.t, quella. rh. MJllalrl~ >. Et:li ri,t· comt' un bambino. E ,·eranwnt(' qurll\1omo no'n t.•r,t che un hatn• hino ndh.· mani di ~f:trab,. Ptr Darrent. qut·i du(• erano quanto di•tt•<;t~n·adi pil1 al mondo. Ca/itai,1 ~C.1r.1h>avt•va una quarantm., d'anni, una nuca lardo,a. una 1x·llc-<·omc di .._ uoio. un ,·i<.o mo--1ruo- ,am1·11h· brutto. um un., (!uan1 i., ✓t· hr.11.1 d.1 un~1 riratrin· hi.\lH .,,t1.1. 1 . 111,,,t.1cli1n l'Ìl(\rdo d'un t"olp11 di n1J. tl'ilo I in·\'lltO dur.tnlf_• un « rn:obnu·nto di nmti s,, l" n c<1.i01.1no ch.·ll'Ori110lo !;!li.1,na tagliat0 dur dit;.1 ddla m:rno ,ini,cr.t. En, fonr com<: un toro. con un ..ol pu~no avrebbe: ~paccaio un CrJ.lllO. Leone, al contrario, era ~iovane. Il ~uo volto bruno pallido, dai tratti re- ~ol.tri. era ,impatico, e i ~uoi ~randi occhi dalle lunghe ci~lia nere avevano fatto battere pili d'un cuore femminile. Era piccolo e a~ile come una pantera. t· le ,ue mani lunghe e lucenti non fa. cevano fatica a torcere una gola. ~fcntre Darrent stava mservando i due uomini, l'ondeggiamento della maretta rhc urtava i fianchi dell'imharcazione ,;vegliò 1a ,;;uamemoria ... Arapaca ... i diamanti ... il vecchio piroscafo d3 carico che :indava da Pa. ramaribo a Caienn,1,. sul quale s'erano imbarcati per recarsi a vendere ]e loro pietre pre.ziosc a un gioielliere di Caienna ... L'affare concimo, Oarrent non ri- _ardò di un momento la partenza, solo per lasciare :\laraby ... Xc aveva abba- ,tanza, di quel bruto! Ma il naufragio lo aveva impedito. '.'l'ella notte, nell'orrore della tcmpe• )la, egli era ,altato nel canotto dove ,i trovavano già i due uomini, e, cadendo, s'era fraca,.sata una gamba. Ri- \'edcva Maraby che puntava la ~ua g-rossa « colt » sui naufraghi che si di• battevano nei Rutti, e urlava: « '.\"on c'è più posto qui, capite! Vi uccido come cani, se tentate di iralire ! ». Invece l'imbarcaz.ione poteva portare una dozzina d'uomini, almeno. Cn di- ,;;~raziato 5'era tuttavia aggrappato. ~-la il bruto non avendo potuto far fuoco con l'arma bagnata, cominciò a pe- ,tare le dita aggrappate finché l'uomo la«:iò la presa. Ciononostante, un naufrago più for• tunato degli altri era riuscito a saltar dentro prima che Maraby pote'-se impedirglielo; s'era buttato bocconi e;ri• dando: « Io conoscere il mare ... '.\"on contento s'io trovare grande nave? .. ». Con una be~temmia e un calcio che mise a nudo la tibia dell'uomo, :\fa. raby gli pcrmi'-e di rimanere. Dopotutto, se diceva la verità, egli sarebbe ,cat0 loro utile: nes'luno di loro sapeva • navi~are. Era un cinese. Aveva dovuto C'-~re J.iuto-cuoco o qualco<iia di simile a bordo del A,/ arana. Era orribile. sudicio e, senz'alcun dubbio, pieno di pidocchi. S'era fasciato la gamba, dove ~[araby l'aveva colpito, con uno 'ltrap. po di camicia 5pavcntosamcnte nera. Si sedette a prua del canotto e restò li, immobile. manicando instancabil• mente del tabacco. Darrent, che dete• ,tava la sporcizia alla stesso modo che la brutalità 1 era ben contento ch'egli \i tcne,;;c;edistante. Il <;0)egià abbagliava i quattro nau• fraghi. Era l'immenso e bruciante sole dei tropici, e l'Oceano in bonaccia pareva concentrare i suoi raggi come uno specchio ardente. L'imbarcazione errava in balia delle onde e nessuno avrebbe saputo dire in che direzione. I remi erano !tati perduti nel naufragio. :'\'on restava che una piccola vela, ma non '-Offiava alcun vento, nemmeno la più lieve brezza. La tela ondeggia\·a Ao)('ia, e non serviva che a produrre un metro quadrato di ombra tremolante nella quale si rifugia ..·.a.no Maraby r Leone. Darrent e il cine<iicerano esposti a tutto l'ardore dei ra~~i accrcanti che cuoceva come fuoco. Di tanto in tanto il ferito lasciava scappare un gemito. \ fa J'uomo ~iallo, tii sarebbe potuto • ,,·derln perfettamente \Qddisfatto della , ~orce L<:1c.;ua f,1<'cia non m0<,trava né an,i., né collera. E anche qu:mdo ~'[arab~ l'in~iuria,·:i e minacciava di urciderlo col pretr,;to chr nr,;suna nave <;i mo,;trava sull'orizzonte, rispondc,·a tranquillamente con la sua voce acuta: « lo tro"are grande ba ..t.imcnto, captarn, pre,to ! •· « Il dia\'olo "e tu ,;;ai me~lio di me do\'l' ,i,uno e doH' andiamo! > urlava ~laraby. E il mctircio. con un ri<.o che '-CO· pri\';\ 1 "uoi ma~nifici dC"nti bian('hi. ,lppro\'a\'.t '-l'I ,·ihnC'11tt·.· « .\\-C'tC' ra- ~io,w. caprarn ~f.,r.,b,. Egli non ne ,a niente:' ~ Tutt,1, i~ era il cinc,t' eh<'. a Ìntt'r• v.tlli, ori<'nt.tv.a Ll n·b. Lo ~uard:n ,\no fare con una curio"iità mezzo irwidio,a meno sdegnosa. Xé l'uno né l'altro conoscevano i misteri della naviga1.:io• ne. E il titolo di captain dato a Marabv, non era che un \Oprannome e non aveva alcun rapporto con le sue cognizioni marittime. Avevano trovato nella Ca\sclla qualche biscotto guasto e un po' di tabacco che il captain s'era ri.$ervato. :\la non avcvan dato nulla a Darrent, né al• l'altro. Costui, del resto, non aveva nemmeno nulla reclamato. La c.econda notte, nonostante la sofferenza. Oarrent poté addormcntcu~i. Subito la voce penetrante del cinese lo svegliò: e: Ah! Ah! ~ientc paura, captain ! '.\"on ne ha più per molto tempo! ... .:t. Darrcnt, aprendo gli occhi, 5ussultò. li vi'-0 ,_fregiato di :\!araby era chinato su di lui e una mano scivolava lungo il suo corpo alla ricerca delle sue tasche. Sbuffando una bc<.temmia, ~laraby 5i raddrizzò. « Questo maledetto cinese non è punto ottimista! > esclamò con un riso che 'iuonò falso. « Vi stavo esaminando ... per vedere come litate ». ~a Darrent sapeva che non era per ciò che Maraby s'occupava di lui. Cercò se il piccolo pacchetto cucito nella fodera della ~iacca non fo~~ sparito: era il risultato dei ,;uoi due anni d'inferno alla Guiana. Si ras~icurò a sentirlo sempre al suo pono. Che fortuna che la voce del cinese l'aves'-C svegliato a tempo! Quel giorno, il .,ccondo dopo il nau• frag io, la sete cominciò a divenire per i naufraghi un ango1,cio"o problema. Senz.a tregua, ~faraby bestemmiava contro la fatalità che l'aveva condolto sul .1\llara,ia. ~la quelle bestemmie non facevano che rendere la ,;ua gola an• cora più secca. Leone re<iitava"Cduto, prcS'iO di lui, senza aprir bocca, guar• dando tutta quell'acqua che lo circon• da\'a e che egli non poteva bere. Dar• rcnt 'li dibatteva '-Otto il !Ole implacabile. La ,etc e la febbre lo di\'oravano come un cancro mostrucxo. Le !UC labbra a~ciuttc- ~anguinavano. Strane apparizioni passavano davanti ai c;uoi occhi bruciati dalla luce. \'edeva dei viali drntro ;1 un hosro dovr 'i-Correvano delle arque frrschr e mormoranti ... ~la. app<:na ~i china\'a, avido di dis~tarsi. nmo spariva ... Soltanto il cine.,c comervava una calma imperturbabile. Né la fame né la ,etc parevano farlo '-Offrire. VerM> sera, ~larahy 'i:Ussurrò quakhl' parola al• l'orecchio di Leone. che, ubbidiente come un rane, ,'avvicinò al cinese e l'afferrò alla gola. « rl captal,i vuole che tu trovi un piro~clfo, <iubito I Altrimenti ti caccio fuori hordo. H,o compre:-.o? >. Le dita del meticcio ~li ~t·rra\'ano la ~ul,L Qu,u1h.~ \Ultl· D.u1cnl l'a\C\a ,i. •Ho fan: co1;ì pc-r ordine di ~braby' ~{algrado la ,u., drbolrzza, e~li' si '-01kvù un poco e di,.se. « ~on Ja<;Cercte '' ...11sol, già abbagllua t ~unro uofngbl,.," dunque tranquillo quest'uomo? E~li non può far venire una na,·e. vi pare? Allora, pazientate! •· M:arab) si volse vcr~o di lui. « Occupatevi dei fatti vostri, voi!>, gridò. « li vostro posto è ri<;ervato altrove. E \'Oi sapete dove! Io mi domando ciò che vi può importare che noi ci salviamo o no! Ma io voglio approfittare di ciò che m'ha dato l'Arapaca !... >. .\rapaca ... Darrcnt rivide l'arido altipiano nella Guiana inglese... le paludi della vallata dove covava la ma• !aria, i banchi di sabbia scintillanti al wle, all'orlo dei fiumi nella foresta ... Ah! quell'acqua! ... quell'acqua fresca che formava una lunga "Cia verde dietro la piroga ... Era stato a Pcrnambuco che aveva cono'lciuto Maraby. Giovane ingegnere, mcito appena da 5cuola, cncava un impiego quando un giornale sembrò offrirgli quel che la 'iua giovinezza audace domandava : una vita pericolosa e un lauto ,tipendio. Ed era entrato in rela• zionc con M'araby. Ricordava il primo abboccamento, la sua giovialità volgare che lasciava ere• dere alla po..,sibilità re non d'amicizia, almeno di buon camerati,mo. Poi era partito. Già dal suo arrivo, dopo un lungo vi:i.g~io nel Bra,.ile. s'era re..,o conto che l'Ara paca a\'eva un valore inelitimabile. ~1a prC'itO capì che ~arabv era un bandito. La foresta ver• gine aveva nascosto delle CO'-e che •wrebbero tolto la potenza a quello scellerato, se qualcuno aves'-C parlato e fornito delle prove. Ma chi? Le vittime non ne erano più capaci, e cosa avrebbe potuto la testimonianza di Darrent, 50l01 contro le menzogne del captmn e della sua anima dannata, il meticcio? , Allora, davanti alla ricchezza del ter• rcno, l'ingegnere a\'eva chiuso gli occhi su <1ucllo che vale\'a Maraby. Ed era re'itato. li tempo di realizzare una piccola ',(),tanza e ~arebbc f u~{{ito da que-1bruto e dal suo ~cgugio. :'\on v'erano stati tra loro che dei vag:hì accordi verbali, e, durante quei due .rnni, .\faraby non gli ave\'a pa• gato alcun ,,1.lario. ~on era che alla finr di quc·i lun~hi mrsi che il captain gli a\'cva corhc~n~\to, come sua parte, il piccolo pacchetto cucito nella sua giacca. Questa parte era ben minu• ,cola vicino a quella che avrebbe dovuto ricevere: ~[araby l'aveva dcru• bato come , vcva derubato tanti altri prima di lui! Quella notte Darrcnt capì che il cinese aveva ragione:· non gli restava molto tempo da vi\'cre. Come pote"a resistere con 1ucl fuoco che gli bruciava il petto .... Un po' d'acqua gli avrebbe permesso d'attendere, d'essere salvato, for~... Yla do\'e prenderne? :'-fon c'era nemmeno un sorso da bere a bordo di quella barca circondata da un oceano immenso nel quale non era nemmeno possibile inumidire le labbra! E~li cadde in un wnno febbricitante, a~itato, pieno di sogni. Vide degli aranceti coperti di frutti ... dei torrenti ghiacciati che ,;cendevano dalle montagne a primavera, allo scioglimento delle nevi ... Poi ... sognò che qualcuno gli affonda\'a il collo di una bottiglia tra le labbra incartapecorite. E sentì un liquido fresco, divino, pa~sargli sulla lingua, nella gola ... .Aprì gli occhi, credendo a un'apparizione celeste, ma non vide che il viso del cine5e chino 'iUdi lui! ... L'indomani mattina si sentì straor• dinariamente meglio. Come '-C il suo sogno f~sc.c <iitatouna realtà. :\laraby non parlava più. Rimane• vano, lui e il meticcio, rincantucciati all'ombra della \·eia, tentando invano di proteggere i loro corpi dal sole bru• ciante. li quarto naufrago, sempre impassibile, guardava l'orizzonte. Nessuna na• ve interrompeva il deserto. Do,·c si trovava l'imbarc,uionc coi quattro uomini che essa ospitava? La tempesta aveva spinto il A1arana fuori della rotta normale e il naufragio ave• va potuto bcnis"imo es<er accaduto a centinaia di miglia dalla costa. E poi? Senza vento, il canotto andava alla dcri\'a probabilmente lontano dalla rot• ta frequentata dalle navi. D'altronde anche <e una nave fo5'-t pac;,ata ai largo. come avrebbero fatto i naufra• '{hi ad a ttirarC' la sua attenzione? ... E --.. -----------~~----,,,-------~ ... -.,,.~ dur:mte la notte? ... ~essuno po<isede,·a un fiammifero per fare del fuoco. li cine<.r, con tutta la '-Ua flemma, -.embra\'a a,·ere \'er;.tmente ben poche idee. Tutto ciò di cui era capace, era d'i.,pezionarc il mare col suo sguardo tr.mquillo e di ripetere con un'i1l',i• ,t<:nza ,pn,c;<mtc: « Pirn,r,ifo. prc,to. captam. Pazienza». \L, D,11n·nt '-3J>e,·abeni,,irno che vi n11n d,·1 . punti ncll'Oc"ano dO'-'Cnon P·'"·1 mai ne,,una nave. \ ·,•nne la notte-. Cna notte piena di ,tcllc e di chiaro di luna, D'un tratto, verso mezzanotte, Darrent fu svegliato da delle grida. Da prit)cipio credette d'aver sognato. Ma ,enti che l'imbarcazione oscillava. ir• regolarmente. Vide allora, nel fondo) il cinese che si dibatteva. Maraby, in ~inocchio sul suo petto, gli riempiva la faccia di cazzotti, mentre Leone gli torceva <;elvaggiamente un braccio. Attraverso le grida, Darrent udì la voce rauca di :\i[araby. e: Dell'acqua ... Il demonio a\'C\'a dcli' .,equa .... Leone, prendigli la bottiglia ! Finalmente dell'acqua ... >. Il braccio torto del cine~ pendeva dal bordo della barca : nella sua mano rattratta c'era una bottiglia. Leone la afferrò, torcendo un po' di più il polso dell'uomo per fargli lasciare la presa. ~1a brmcamcnte, con uno <;forzo inatteso, la mano girò nel pugno che la_ ~artirizzava. Delle gocce d'acqua :~1t~~il~~'\ddti~ ~ar~~ batter d'occhio 1 Maraby tenninò di battere la testa che teneva sotto di sé. La subitaneità della catastrofe gli aveva mozzato il respiro. Non poteva pronunciare una parola. Rimase per un momento ine- ~tito. la bocca aperta, poi, improvvisamente, il suo pugno fonnidabile piombò sul viso del meticcio. E improvvi;0;amente ritrovò la parola. « Miserabile! » urlò. e Tre volte imbccìlle. Come hai fatto!». E le bestemmie caddero in quantità. Leone rinculò curvando la schiena e, attraverso il sangue che gli z.ampillava dal naso, mormorò: « :\fon è mia colpa, captain. Il suo pugno è scivolato nella mia mano. Egli e forti,simo, sapete ! ». E, furbamente, per far deviare la collera di Maraby, aggiunse: « Devo ucciderlo, captain? ». Al chiaro della luna, Darrent vide negli occhi di costui quel lampo terribile ch'egli conoc;ccva bene. «Ucciderlo?> ringhiò il bruto con l'aria di soppesare la co<a. « Sì, s'tr:\ngolalo, se non è già morto». Il cinese non poteva difendersi. Il suo na'-0 e le ,;;uc labbra non erano che carne sanguinante. Rimaneva iner• te nel fondo dell'imbarcazione. Darrent, ipnotizz.ato dalla scena, non aveva detto nemmeno una parola. Fece uno ~fo17,oe cercò di parlare. « Maraby >, disse più fennamcnte che poté, e se uccidete quest'uomo e noi tocchiamo un porto, voi sapete cma vi attende ». D'un balzo Maraby si voltò. « Dunque non siete ancora mono? ... E che reclamate? ... >. « Io vi ho avvertito, Maraby. Se uccidrtc quest'uomo ... .:t. Ma già Jr forze l'abbandonavano, la sccchezz..1.delle labbra gli arrestava le parole. A~giun,c con difficoltà : « Del resto (,_1.febbestupido. Solo lui sa governare una vela ». ~1araby borbottò qualche parola fra i denti. La cosa lo faceva riflettere. Leone, dal cui viso sgorgava sangue, attendeva, pronto a saltare sul corpo prostrato se il captain gli dava l'ordine. Egli s'avvicinò al cinese e provò a rimetterlo in piedi. e Dcvi trovar subito una nave, capisci!...» gridò scuotendo l'uomo. e Subito, o altrimenti ... >. Ma, preso da una stanchezza improvvi5a, egli abbandonò il corpo che si affiosciò, e si coprì il viso con le mani, gemendo. Quando il sole si levò, il cinese aveva riprcw il suo posto a prua. La ,;;ua faccia tumefatta era orribile 4' a vedersi, ma aveva sempre il mede• simo sguardo tranquillo. Si poteva perfino credere che sorridesse. La bonaccia persisteva. L'imbarcazione oscillava mollemente sulle onde appena più forti di quelle d'un la$o. Darrent .s'indeboliva sempre di più. Quella notte nessun sogno era venuto a confortarlo. La gamba, atrocemente dolorante, lo tenéva in un1immobilità mortale, sotto il sole infocato. Le sue arterie bruciavano dalla febbre. Sebbene non avesse mangiato da molto tempo, non sentiva lo stimolo della fame. Ma aveva sete! Una sete spa• ventosa che gli scavava un foro nel petto, come un succhiello. Il dolore, talvolta, era così forte ch'egli perdeva conoscenza per delle lunghe ore. Maraby e Leone restavano seduti uno accanto all'altro sotto la vela, senza parlare. Non avevano nemmeno la for. z.a di cambiar di po<;toquando l'ombra si spostava. Era la quinta notte di quel martirio. Quando il sole s'inabissò nelle onde, il cielo d'opale divenne di porpora ad occidente. Poi·, la luna si levò, e le stelle ad una ad una si accesero. Pa• revano dei fori d'ago in una cortina di velo. Malgrado la febbre, Darrent ammirava quel ciclo stellato. Gli ricordava l'lngh1ltcrra, la ca,a dov'era nato, e quei 1ii.;01Ji 111t:tlcva110 i11 lui und dol• cezza che lo calmava e gli faceva obliare il suo male. A poco a poco egli ,civolò nel sonno e -.ognò. Sognò di nuovo che una freM:hez.za deliziosa gl'inumidiva le labbra, la bocca disseccata, spegnendo infine il fuoco che gli consumava la gola. L'in1• prov\'isa impressione di bcne'>scrc che provò, gli fece aprire le palpebre. E vide come la prima volta il cinese! Lo riconobbr al gonfiore delle labbra tutte imbrattate di sangue. ;\'elle mani gli scorse la bottiglia che aveva cau!(ata la z.uffa della notte µrecedente. « .\"on dirlo! > gli 'iUSSurròl'uomo all'orecchio. Darrent s'addo1mentò <;enzadire una parola. Quando la chiarità del giorno lo svegliò_ la febbre era precipitata, egli soffriva rnolto meno. E allora si ricordò della scena della notte. Ri\'ide il cinese, la bottiglia ... Era dunque possibile che avesse bevuto quell'acqua così fresca, così buona? :Vla da dove proveniva? Dove l'aveva presa, quell'uomo? Dove? ... Se vi fosse stata a bordo, ~iaraby l'avrcb• be scoperta certamente. E, l'altra, nella bottiglia ...Ma la bottiglia non s'era vuotata in mare? Allora? ... Allucinazione? Ma un sogno avrebbe potuto ricon• fortarlo a quel modo? La cosa era inesplicabile. 11 sole luminoso salì nel ciclo senza nuvole, il quinto giorno. Lentamente le ore scorrevano. Darrent, immobile, gli occhi chiusi sembrava dormire. Maraby e Leone, af: fondati nell'imbarcazione, non si muo• vevano. Solo dei quattro naufraghi, lo straordinario cinese aveva conservato qualche apparenza di vita. Sempre seduto avanti, lo si sarebbe detto un mostruoso apostolo di prua. Come la notte scendeva, bruscamente Maraby uscì dal suo torpore. La bocca bavosa, si drizzò, come una belva, e si mise ad urlare. Nel suo viso quasi nero, gli occhi uscivano dalle orbite, le labbra sanguinavano, formando dei fili dì sangue lungo il men• to. Co? le mani aggricciate, egli tentava d1 afferrare il ferro rosso che gli rodeva il petto. D'improvviso fece un balzo verso l'acqua. Ma il O)eticcio, con uno slancio, gli s'era aggrappato alle spalle e lo tirava indietro. « Si leva il vento, captain! » gridava con voce strozzata. « Il vento... siamo salvi!>. Era vero. La vela si gonfiava sotto un forte vento dell'est. ~a Maraby continuava a dibattersi. li canotto rollava pericolo"amente. Tutto ad un tratto uno dei due uomini .scivolò. S'abbatté di traverso trascinando anche l'altro nella caduta. L'imbarcazione si sbandò paurosamente. Per u~ secondo ì due corpi oscilla• rono, poi fecero un capitombolo in mare. Le onde si chiusero su di loro, attutendo le loro grida. Intanto era venuta la notte. Grandi nuvole correvano per il cielo oscurato, passando come degli schermi davanti alla luna. L'Oceano aveva perduto la sua calma, i marosi crescevano sempre più forti. Il vento tendeva la vela della barca che filava verso l'orizzonte tenebroso. Il cinese s'era ~duto accanto a Darrent. « Voi avere sete:., disse. « Bere un po' d'acqua :.. « De111acqua... ah! sì, dell'acqua! ... ». Allora, tranquillamente, l'uomo estr:t.S'ie dalla tasca una bottiglia che immerse nel mare. « Io molto contento: captai11 Mara• by, Leone, annegati», osservò, placido, porgendo l'acqua al ferito. « Ma voi non morire. Voi, bono. Avere salvato me». E, come Darrcnt lo stava osservando stupefatto, egli aggiunse: « Captai,i Marabv pensare io non saper niente. Ah! a'h !... Ma io sapere acqua non salata come lui credere! ... Grandi fiumi correre lontano nel mare ... molto lontano ... duecento miglia per_fino. ~a non voluto dire captain. Lui bandito. Ah! ah! ... Se lui ,apcrc ... wlo tendere la mano per bere! ... ». Al levar del sole, i due naufraghi toc• ca.rono terra alla foce del Rio delle Amazzoni. JAMES HILTON (Tradu<.ionc di Giovanni Flet<.n)
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