~.L GIUGNO del '98 l'eco dei cannoni di Bava Beccaris infranse l'incriminato ministero del marchese di Rudinl, clubman di bell'aspetto, e allora cominciarono e le consultazioni della Corona>. I corrispondenti dei giornali - Il Popolo romano, ostinato a reclamare una soluzione extraparlamentare; La Tribu,ia, dove Rastignac denunciava gravemente l'inferiorità del Gòvcrno italiano di fronte alla intelligenza e alla cultura dei ~ovemati; Il .~I/attino, dove lampeggiava la prosa vesuviana di Edoardo Scarfoglio contro e il marchese dalle belle natiche » - videro succc~ivamt'ntc varcar la o:;ogliadel Quirinale gli uomini comolari del regime par1.uncntare: il marche~e Vic;cont1-V<"no- ,r:1, le cui fedinr argentee costitui"ano un pn.'c;~hé in:unovibìle ornamento della Con~ulta, il c;cnatore Ga'ìpare Finali, apprezzato cultore di Plauto, di n,mt,. e dt•ll,, com.,bilità gcn<'rale dello St;.1to. Cmnincia\'.t il guardaportone ,e Ml,lttO ., ,<1lle\·are al loro p,ts<.ag~io il <;,pprllo .1 dtH' punte, poi \'ia \'i;.\, da un <aiuto .111'altn1. d.i qudlo del corazl'in1• ..,ulJo ,calonr ,l quello del ~u.1rd,1rohic-re in C'al1.e bianche. da quello ,ld colc,nncllo aiut,mtc: di campo a qut'llo ckll'aiutante di campo gt·ncrall'i l'antico cmpiratorc maaini~rno e l'antico nl('mbro del govt.'rno repubblicano di Roma ..i.rrivavano fino all'inchino che, •1 loro volta O"-scquio.,i,facevano al Re C' mberto nel ,uo 'ialotto di ricc\'imcnto, che allor..i. era, ~e non "bagliJ.mo, nell'appart,lmcnto ver;o il vicolo Scandcrbcg. Il capo dello Stato, in abito borg-he'«"di buoq ta.~lio, veniva incontro, \trins;rc\'a la mano, faceva i.edere : e :\[i dica dunque Ella chi, a ,uo giudizio, nelle condizioni attuali della Camera e del Paese ... ». Senza convinzione, Vi- --conti-Venosta prima, Finali dopo, azzardarono nomi di colleghi di Palazzo ~~adama e di :\fontecìtorio, li accoppiavano ai nomi dei palazzi pontifici, conventuali o patrizi che ospita\-. no <\Ottoi vf'cchi c;offitti ,\,fonsù Trauet e i 'iuoi ree;olamcnti piemonte!>i, Palauo Br,:lschi, S,tnt'.l\e;o,tino, la Con~ulta, equilibrando co-.ì ~rupolo'iamcnte il ~ord e il Sud del Regno come equilih_ra\'~mo i gruppi e i partiti di :\fontec1tonr). Il Ministro fantasma Br:tnc-olavano nell'inccrtezz<.l che annebbiava tutt.\ la 'iituazione politica dopo quei due anni di « litrani e infecondi connubi » nei quali <o;i era svolta cd c~·writa tutta l'arte politica del mare~ ..:-w siciliano. fra i continui impasti e rimpasti mini,tcriali lievitati di opportuni-.mo ,hc awv.mo d,HO al Pae~ lo 'P<"ttacolo e dell'evoluzione di ventotto mini,tri in due ;mni >. Intorno al loro tentativo fiorivano le dicerie, le critidl<'·, i .,ugi:;:<"rimt·nti, i prrsa~i dei giornali, dei e circoli bene" informati >, dei -.alotti politici c}l(' allora - pallido riflr\,o di altri tc-mpt e di altn· capitali, fra collare~'><d: cli' Annunziata, dame di Corte, e principi de-Ile Due Sicilie deputati di Oe.,tra ~cgn.1vano ancora nell'ombra il po<,to che una volta avc- \·a occupato l'ari'itocr:1zia. Ed era un ~ran contraddil'"\► di invocazioni ali,, nccc.,,ità urgL'nt<.•dt~lla difesa -.ocialc e di µrot<",t<'democratiche. Vi<\Conti-Vcnosta rinunciò c;ubito all'incarico. Più a lungo durò ncll'imprc- ,a il ~cnatore Finali, e non faccndo'li nessuna illmionc di poter riuc;circ >, dubitando che altra wluzione fosse già pronta dietro le quinte dello ..tenario regale, ma deciso a celebrare puntualmente il rito costituzionale che gli era .-.tato affidato: e per due giorni, entro un'ampi:, e scura carrozza di rimessa>, cercò ministri, ma lr difficoltà smosse ìn una conversazione con Zanardclli si riformav,,no in un colloquio con Sonnino, quello che andava bene con Sonnino era precisamente quello che andava male con Giolitti, e anche il senatore Finali ras'iegnò il mandato ricevuto. Allora i giornalisti videro arrivare al Quirinale un signore di statura un poro superiore alla media, diritto, mag-ro, i capelli candidi a spazzola, i lunghi baffi arcuati, M>tlo il labbro inferiore un vago accenno di «mo~a >, lo sguardo energico, il sorri'io cortese. li suo portamento era quello che le chiuse e abbottonate tuniche dell'epoca, i pantaloni col ..ottoscarpa e l'imprescindihile sciabola plasmavano sul corpo dei militari anche quando assumevano l'incognito della redHl1:ote aperta sul panciotto fantasia e del ba~tone di malacc-a. Mille piccoli segni lo dicevano differente dai due pcNOnaggi che lo .1vevano preceduto: nel suo saluto alla handiera del corpo di guardia, nc'i,;;una tra1i.andaca confidenza, ma un ri'ipctto ri~ido r au.-.tcro; nella !>Ua risposta al1'.tttcnti del corazziere di c;ervizio ne11J- -11n.1d.istrazione frettolo'ia, ma una prc- ' i~ione brrvc r insieme una fulminea ·wrcrzionr che quell'uniforme è a popq RIPI lii lii ,, sto col regolamento; e nel suo inchino al Sovrano non la c;emplice forma di un ossequio imparato tardi da un cx-suddito di Francesco Giuseppe o di Pio IX, che in fondo non dimentica che la Corona gli deve un e sl > al plebiscito, ma una spontaneità che viene da lontano, un'abitudine di sempre. Giacché questo parlamentare chiamato a consulto è -.a. voiardo e militare, e per lui Umberto I, malgrado le formule e la prassi costituzionali, è molto di più del e Sindaco d'Italia» che un Oriani può vedere nel successore di Umberto Biancamano. E Umberto a sua volta sa benissimo riconoscere, in questo senatore del Regno che è stato deputato di Sini~tra, i lineamenti es~enziali, che sono apounto Quei baffi guerrieri, quella rigidità scattJ.ntc e quel lontano accento piemontese. La s<"radel 25 giugno i giornali annunciano che il Re ha incaricato il senatore generale Luigi Pelloux di formare il nuovo ministero. " L'ora grigia " e L" niver-almente !-i '>ena· la nf'Ce'isità di un Go"emo che 'iaµpia e rw>,tri nrtt;imentc ciò che vuolr. che .-ob1a più ,icura (ede nel proprio diritto, e '-appia., ~enza d<·bolezze e mc~hine preoccupazioni parlament.iri. fro11t~gi.1re ,emprc <tli apo'itoli dell'odio e della ribellione », .lveva detto l'onorl'volc Sonnino a,salrndo dal ,uo b.mco òi Dc,tra e:la serena, qu.-~i ine~plìcabil<' impr<•'-·idema » del marche\e di Rudinì . Era quell.1 e l'ora gri~ia , .mnunciata da Cavalloni. li popolo it,diano ,iscva visto crollare nell'C'nità <\Cigovt•rni le• gittimi, e dopo questa rivoluzione nessun Cromwell o nessun Bonaparte era sorto .i insegnargli di nuovo il c.en~odell'autorità e l'abitudine della di,.ciplina. Era venuto im·cce. « \'ecchio ombrello sul quale avev;• piovuto molto», l'onorevole Deprcth, con la SU<l barba da santone, la sua zazzera da poeta e il ~uo cinismo alla \\' alpole, a e me'-Cerc in ~lontecitorio celie allòbroghe e amb.tgi ». Il di,credito minava tutte le istituzioni del Regno, e debole della .,ua troppa storia e nello ,u~~-.otempo della sua poca storia >. t omc I.i malaria minava ancora molti dei suoi borghi e perfino certi quartieri della ~ua capit."llc: appena gli lt.tliani non avevano a\'uto più bisogno di vedere nel Parlamento e nel patrimonio di idee e di dottrine che esso raoorc~ntava il prete.,to giu)tificatore del moto unitario, una subita decadenza lo aveva colto. Gli sn1diosi segnalavano e la insi- -~teme e mettiamo pure sacrilega domanda di fare a meno per qualche anno del Parlamento». formulata da una vasta parte della opinione pubblica: e quella che noi chiamiamo pompoliamente la politica del Pa~e non ha ncs,.una eco nel pubblico, il quale ri- 'lipetto ad essa non ama e non teme più nulla ... Ogni entusiasmo è ~pento e vi é subentrata una malinconica e accidio- ~a indifferenza che arriva fino al punto di attutire il liCntimento della Patria >. I ministri si succedevano c;enza nemmeno dar il tempo alla Camera di dare una indicazione preci,;;a dei ~uoi orientamenti. « I prefetti, i que,tori, non sapendo più quale ,;;ia J'indiri1.zo del Governo e temendo di essere liempre umjiiati, sconfessati e ~acrificati, non O'iano pr<"ndere 'iU ~é nessuna responc;abilità ». J 'iOvvcrsivi invadevano le vie della capitale inncg:giando ad Acciarito, e carabinieri e questurini rimanevano chiusi nelle caserme. e Da un lato una continua propaganda d'odio fra le classi> che destava nei lavoratori l'illusione di poter instaurare e d'un tratto, con la violenza, il regno dell'uguaglianza e del benessere»; dall'altro lo sfasciamento dei partiti liberali e cui viene mancando la fede nel proprio credo e nelle proprie formule». E intanto a Sinistra esplodevano le bombe degli anarchici, a Destra scoppiavano gli scandali delle banche e i primi commendatori andavano in fiacre al carcere giudiziario. In Italia un partito conservatore non si era rn:ii potuto costituire: il e ,ion cxpedit » gli toglieva il seguito delle sole mas:>Cche avrebbero potuto esser con lui, e poi era difficile trovare al• cunché da proclamare seriamente intangibile in una monarchia plebiscitaria dc-Ila quale quasi tutti coloro che allora vivevano avevano veduto le origini. :\fa e,i..,tt•\'ano dei conservatori: c'erano i 'iuper-titi del mondo antico, gentiluomini piemontesi con trf' o quattro nomi fr.1.nc-c'iiper uno, nei loro palazzi ha• rocchi t- nelle ca~ennc dei loro antichi n•~gimcnti. latifondisti napoletani e ~ic1liani, qu,,khe figlio dei quali po-.ava ma~ari a fare il sociati~ta nel leggiadro orrore delle dame; c'erano i rappre,entanti della nuo\'a. società, industriali mila.ne~i e agricoltori lombardi, la1~hi di spirito nelle loro impre'ic, ma un poco troppo propcmi a trovar naturale di la.'ìci.1rcun operaio dodici ore al giorno a \'Ìgilare ingranaggi e cinghit:' di trasmis!lione, e a dar la colpa di tutte le difficoltà italiape alla corruzionL' di e quelli della Bassa >; fra i primi e i secondi c'erano i proprietari to-.cani. di casato antico e di vedute moderne, arguti e scettici 1 stretti intorno • alla ~iacca molto rurale e all'a- "petto di buon mezzadro » del marchese Torri~iani. Tutta questa gente disparata :si ,rmiva ugualmente sgomenta dalla propaganda sovvtrsiva. :\,[aldacea vi ~chen:ava sopra sul palcoscenico dei primi cafés cha,itants: e ,::rtì che u'ha la1salo.' Embé, mettite accà! Bi10.e11a riconoscere la collettività.'> E i signori in poltrona ridevano lieti, ma il ri:so cadeva quando poi sul giornaJ.-. le,:?gevano lo sciopero dei muratori a Firenze; le violenze tribunizie di Andrea Costa; la burlesca. ma ~intomatica resistenza del deputato Pescetti, a~sediato dentro Montecitorio come in una chie~a medioevale da un imponente e vano spiegamento di delegati, di carabinieri e di questurini; i conflitti fra forza pubblica e contadini dei villaggi meridionali; e a riassumer tutto ìn una vampata di panico, i e fatti di maggio >. E allora in lombardo, in piemontese. in napolrtano. in fiorentino, con- 'itatavano che così non si poteva andare avanti e che era tempo di salvare le istituzioni. Sonnino A dare alle loro apprensioni e ai loro timori il senso nazionale che vi mancava, o almeno era nascO'ito dalle preoccupazioni di classe, era sorto Sidney Sonnino. Questa strana figura di parlamentare e«>terico, che da ingredienti semiti e protestanti aveva filtrato in sé un'incensurabile italianità, era diventato il capo del movimento comcrvatore, e gli a\·cva dato il prestigio della sua preoccupazione patriottica che scor• geva nella propaganda 'iOWersiva soprattutto i motivi antinazionali: la rivolta a qualunque disciplina, l'insidia L'AULA DI )WNTEOITORIOVERSOJL 1900 contro la saldezza dell'esercito, la beffa a ogni ideale di sacrificio civico. Aveva sentito la necessità dell'esistenza del Capo per metter fine al sistema delle irresponsabilità e delle incompetenze e in un famoso articolo aveva bandito la necessità di sottrarre il potere esecutivo ali' assillante controllo parlamentare. Ma era un uomo di studio, un mediocre oratore : « non sa parlare se non ha davanti a sé tutto il discorso scritto in grandi cartelle > : era privo di qualunque sensibilità popolare. La sua voce e i suoi ragionamenti non oltrepassavano le file dei banchi sui quali si allineavano, come i paralumi delle ribalte, i era• ni dei ~uoi onorevoli colleghi. E malgrado i suoi sforzi onesti, il suo patriottismo e la sua buona fede, rimaneva un# uomo della sua classe, ciò che era già abbastanza pregevole in un tempo in cui cia-.cun borghese di solito non vedeva che se stesso : ma non era l'uomo della Nazione. Del resto, malgrado la sua g-rande superiorità morale e intellettuale su tutti coloro che erano con lui, egli pure commetteva il loro ste~w errore. E tutti vedevano nell'ordine il fine da raggiun- ~crr, e non il mezzo per conquistare un dc ..t.ino nazionale capace di com·ocare in un comune intento il popolo una. nime, 4 militar! e 6 avvocati Da tutte quC'ite aspirazioni e da tutti questi timori del mondo di Destra, l'onorevole Sonnino era riuscito a su'icitarc finalmente il ministero Pelloux. E tuttavia questo era un ministero di Sinistra. Almeno ne era stato padrino l'onorevole Zanardclli, col quale il ~enerale aveva avuto lunghi colloqui in Pi,\7.ZaApollinare, e a comporlo erano numerosi e rappresentativi i deputati di Sini~tra. Vi appariva infatti l'onorevole Fortis, ex-repubblicano convertito alla monarchia che ci unisce, e partito dall'arresto di Villa Ruffi », lungo una c;trada che doveva condurlo alla presidenza del Consiglio; c'era Nunzio Nasi, sindaco e deputato democratico di Trapani, che per ora si accontentava delle Po:)tCe Telegrafi, visto che Fortis si era accontentato dcli' Agricoltura, ma guarrf:-va ron più vatte Sp<'ranze a un avvenire che lo condurrà in Alta Corte di Giustizia. L'onorevole Pietro Lacava equilibrava le $palline savoiarde del presidente del Consiglio coi ricordi del Partito d'Azione, e del tempo in cui era 'itato segretario generale del governo garibaldino di Napoli. E infine torreggiava sul banco dei ministri la gran testa nevosa di Guido Baccelli, tutta piena di ruderi antichi e di idee attuali, che tuttavia da quelli prendevano ispirazione di stile ciceroniano : e ciuis roma,ius quando parla, quando cammina, quando sdraiato nel suo cocchio occhieggia la folla di sotto l'ala del cappello a cilindro abbassato sul fronte,, era uno dei pochi romani affermatisi, fra tanta eloquenza di meridionali e tanta tecnica di settentrionali, nella vita parlamentare della Terza Italia. Queste presenze però non bastavano interamente ai gruppi di Sinistra. Cn senatore presidente del Consiglio: dov'era andata a finire la designazione della Camera? i;: un militare per giunta, e militare piemontese, cioè militare al quadrato! Che cos..1e. ra stato detto, quali promesse erano state scambiate in quei dieci giomi che era durata la cri~i, dietro il e velario >, calato a nascondere le trattative, fra la Corte e lo studio del- -- ·r-.·:;r,-;;.;; -4:~ IL GENERALE PELLOOI IL KAROH.ESEDI RUDINI EICILIOVISCONTI-VE!OSTA l'onorevole Sonnino, al quale tutti facevano le congratulazioni, come se il Mi• nistcro fosse il suo ministero? Più perplessi ancora diventavano gli onor<"\·oli della Sinistra, i loro giornali, le 101 o riviste, quando scorgevano accanto ai volti fidati che portavano sulla fronte il crisma zanardelliano altri vic;ispuntare dalle sedie curuli dei mini. stri : quello del generale di San Marzano, pure piemontese, e aristocratico, e peggio ancora antico combattente in quel!' Africa inventata da Crispi; quello dcli,: ammiraglio napoletano Palumbo, promosso alla deputazione di Castcllamare di Stabia dalla plancia della pi• rocorvetta e Vettor Pisanj » dopo una celebre crociera di tre anni in tutti i settr mari; e infine, accuratamente ra• sato come quello del suo omonimo fra tanto sfoggio di barbe e di baffi, il volto dell'ammiraglio :--1apoleone Canevaro, nato nel Perù, ciò che sembrava mediocre giustificazione della sua nomina a mini$tro degli affari esteri. Con il presidente del Consiglio, 11:\ilinistero contava dunque ben quattro militari. esattamente il doppio della dose normale: e a quel tempo, Mac Mahon, Boulangcr, l'affare Dreyfus, e le spese improdutti\'e » e Bìsmarck al Reichstag in divisa da corazziere, avevano creato intorno ai militari una diffusa atmosfera di sospetto liberticida. Tuttavia si voleva essere volonterO)amente ottimisti. Per rassicuraNi ~i fa. ceva accuratamente l'inventario delle manifestazioni sinistrorse fomite dalla carriera politica del pre~idente del Con- !>iglio,si passavano al vaglio democratico i suoi discorsi elettorali, e nei quali trovate dichiarazioni che addirittura sembrerebbero anche troppo accentuate per un generale » : il generale Pclloux, dicevano, è più figlio del Parlamento che dell'esercito; era stato Be• nedetto Cairoli che lo aveva presentato per la prima volta agli elettori di Livorno; e certo perché non dimentico di queste origini, in maggio, comandante del corpo d'armata di Bari, aveva ri• fiutato di proclamare lo stato d'assedio nel territorio posto sotto la sua giuri,dizione. Infine, in un momento in cui si confondevano volentieri i cattolici coi sovversivi, e le stesse circolari scioglievano i circoli Barsanti e i comitati diocesani, era anche confortante ricordarsi che il maggiore Luigi Pelloux aveva aperto con le sue batterie la famosa breccia nelle mura difese dagli zuavi di Kanzlcr e dalla ~fadonna affrescata da Silverio Capparoni. Contro quattro militari, stavano schierati sei avvocati 1 in fin dei conti. e Speriamo >, diceva un deputato di spirito, e che i quattro militari c;i avvocatizzino più che non si militarizzino i sei avvocati>. MANLIO LUPINACCI (Co11t1nua{. e fine al prossimo numero). UNCIIAC ll(n ~a(OO)a IN AFRICA non ci vanno soltanto i missionari e gli esploratori: la storia della penetrazione italiana nell'Etiopia è piena di avvenimenti che dimostrano come i nostri pionieri, più che con la natura e i ras, abbiano dovuto combattere con awenturieri d'ogni razza. La Corte del negus ebbe sempre dietro le quinte certi e europei» che altro non erano che intriganti. E non si trattava soltanto di gente sfug-~ita alle mani di qualche polizia; ma anche di persone all'apparenza rispettabili: missionari protestanti, agenti dcli'« Inteli igence service >. Un tempo, l'Abissinia è stata la terra più adatta per chi voleva tentare le avventure più impossibili. Tra le più singolari figure c'è quella di un cosacco del Volga. L'atamanno Atcinof, strano tipo di mistico e di affarista, volle tentare sotto il negus Giovanni la colonizzazione ecclesiastico-militare dell'Etio. pia. Da quattro anni l'Italia lavorava per estendere la sua zona di influenza da Massaua verso l'interno, ed era un tentativo ardito data la esiguità delle n0!itre for.le di fronte alle innumerevoli orde indigene. L'Etiopia era in armi: fu allora che al cosacco balenò l'idea stramba di una riscossa dei copti contro i cattolici e i musulmani. Era un po' la vecchia idea del panslavismo. Certe rassomiglianze di riti ·fra la chiesa ortodosi.a e quella copta, rendevano possibile una vaga alleanza fra la Santa R.uc;sia e l'Abissinia del negus Giovanni. L'atamanno Atcinof, di concerto col negus, promise di cacciare quanto prima italiani e dervisci. Sarebbero bastati pochi squadroni di cosacchi. E il negus accettò; così l'atamanno tornò in Rus~ia in cerca di milizie. 1-fa, prima di partire, volle fissare i patti. Jn cambio. chiedeva terre da donare :l.i suoi guerrieri, e percor)e gran parte dell'impero scegliendo i luoghi dove sarebbero sorti i futuri villaggi che, sul tipo di quelli della Crimea e del Caucaso, dovevano formare altrettante fortezze, affidate alla guardia di coloni-soldati. L'atamanno ottenne anche altro. La consuetudine vuole che l'Abuna abissino sia scelto fuori di Etiopia, e l'Atcinof persuase il negw; a chiederlo non all'Egitto, ma al Sinodo di Mosca. Stabilite le basi dell'accordo, l'atamanno tornò in Russia, accompagnato, fra l'altro, da preti copti. Giovanni, intanto, annunciava ai suoi popoli la conclusa alleanza, come una garanzia di vittoria su tutti i nemici del paese. Tutto questo accadeva fra il 1886 e il 1887. L'atamanno Atcinof non fu estraneo, a quel che dicono, alla lotta contro l'Italia. Quello che conta è che il cosacco in Russia trovò gente disposta a concedere fiducia al suo progetto : generali, prelati, il ).-fetropolita e lo stesso Zar. Il clero nelle chiese bandì una crociata, e i giornali svolsero una attiva propaganda. Ci furono anche sottoscrizioni. L'idea panslava portava a certi eccessi; così l'Atcinof, mediante conferenze in varie città, riuscì ad ottenere centottanta adesioni di gente pronta a seguirlo : settanta monaci, e altrettanti cosacchi; alcuni accompagnati dalle mogli e dai figli. Lo stes'io Ministero Imperiale dei Culti scelse l'Archimandrita, il futuro patriarca, che si imbarcasse con la ~pedizione. Nel nòvembre dcli' '88 la spedizione partì e s'imbarcò portando con sé libri religiosi e strumenti agricoli, arrivando a Tagiura nel gennaio dell'anno i;uccessivo. Fu con sospetto che le autorità francesi videro quell'arrivo; il Residente di Obok invitò l'atamanno a dare spiegazioni, facendogli presente il divieto di transito, per armi ed esplosivi, attraverso la Colonia. Ma il cosacco non desi'ltette : sulla costa di Sagallo occupò un fortino, alzò la bandiera russa, e, in base a un presunto trattato con i capi indigeni della zona, proclamò la annessione, in nome dello Zar, di quella terra alla e Santa Russia». Allora si delineò un incidente diplomatico. Il Residente informa Parigi, Parigi chiede spiegazioni a Mosca, ~fo- 'liCasconfessa l'atamanno, e ordina, infine, all'ammiraglio Orly, che con la flotta incrociava in quei paraggi, di chiedere la resa di Atcinof, invitandolo a rimbarcarsi e a ritornare a casa. Ci furono delle trattative, ma il cosacco non cedette; tanto che l'ammiraglio, persa la pazienza, prese a cannonate il fortino, e solo allora Atcinof, vÌ$tO che i suoi morti erano numerosi, si decise a ripartire. Così finisce l'avventura del cosacco che volle colonizzare e difendere l'Etiopia. Ma la cosa ebbe un seguito. In Francia, la stampa ebbe paura di complicazioni da parte della Russia. Inimicarsi la Russia per evitare impicci all'Italia, ecco una cosa che non andava giù ai giornalisti francesi d'allora. La e Lega dei Patrioti > di Paul Déroulède aprl, come protesta 1 una sottoscrizione per le famiglie dei morti e dei feriti cosacchi. Se quei quattrinelli ar. rivarono fino in Russia, la storia non dice. A. A, MONTI
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