Omnibus - anno I - n. 14 - 3 luglio 1937

L'uomo in 9900 anni ha fatto più che nel milione di anni prccedcntì : ha ritrov,1to geometria, scrittura, leggi, filosofia, religione, ha appreso a tener memoria di sé e delle sue cose. Negli ultimi cento anni l'uomo ha progr1,;.dit0 nel campo della scienza e della meccanica assai più che m tutti i precedenti diecimila, creando a sé, voglio dire ad alcune classi o nazioni privilegiate, condizioni di vita che i poeti di quattrocento anni fa collocavano nel palazzo di .Maga Alcina. E ntgli ultimi dieci anni si è fatto più che nei cento precedenti, volando intorno al globo e oltre l'atmosfera, scomponendo in nuovi modi la materia, dando alle onde dell,l radio scn~i e intendimento umano, ficcando gli occhi nel sistema planetario dell'atomo cd oltre le più remote nebulose. Ma è davvero progresso questo, o non piuttosto uno stato morboso della razza, a cui ~guirà a breve scadenza la morte o la guarigione, cioè il ritorno allo stato precedente? Come certi ammalati nelle febbre o sotto l'influenza di una droga hanno magiche visioni, scorgono nuovi rapporti fra le cose, volano senza ali, veggono senz'occhi, e così via; così io credo che tutto quello che noi chiamiamo progresso non sia che un'allucinazione creata da una malattia della razza; manifestatasi da poco, circa sei o diecimila anni fa, ed onnai vicina alIn crisi risolutiva {non appare molto lunga una malattia di diecimila anni in una vita che dura da diecimila setoli). Tanto più evidente appare la morbosità di quello stato che noi chiamiamo progresso considerando quelle speCÌ(' umane che non si possono chiamare del tutto immuni da questo morbo, ma presso le quali esso si presenta in uno stadio assai benigno e senza vi!tibile peggioramento, finché vivono isolate dagli altri uomini; e che non appena vengono a contagio con la nostra civiltà si distruggono e muoiono subitamente, perché gli manca l'assuefazione alla malattia. Guardate gli eschimesi, ché sanno contare solo finché gli bastano le dita delle mani e dei piedi (si debbono cavare guanti e stivali, per fa1 di conto; e per dire venti dicono e un uomo portato fino in fondo >), si nutrono di carne cruda, non sanno cosa sia la proprietà individuale, hanno la ,tagione per fare all'amore e quella per non pensarci, non conoscono scrittura né disegno, ma sono la più felice gente del mondo, e finché sono ignari della civiltà, la più sana e longeva; « they laugh as much irt a month ai ordinary civiliied people do in a year >. dicono i viaggiatori: ridono in un mese quanto gli uomini civili in un anno. Ebbene, se vengono un poco a contatto con la nostra civiltà muoiono, spaventose epidemie li distruggono, è veleno per essi il' nostro cibo, i nostri costumi, il nostro senso della natura : quei pochi che hanno fatto forza al loro stesso istinto ed hanno cercato di vivere fra gente cosiddetta civile, nelle città moderne, si sono consumati in pochi mesi come la neve al sole. Ma già si scorgono segni che la crisi di questa malattia è vicina. Il nostro ingegno, teso oltre ogni limite, ci distrugge il solito mondo sotto ai piedi, fa guerra alle ereditarie categorie dello spirito; lo spazio si accartoccia, il tempo è solo un'insufficienza dei nostri scn• si, l'universo si espande come una bolla di sapone e su di esso le galassie son come macchioline iridescenti, epsiro,t e ùtfinito coincidono. Tutte le nostre teorie subi-.cono colpi pericolosi, già rinneg!liamo quello che per secoli ci è parso assioma di progresro, conquista di civijtà. Ci pareva impossibile, quan• do queste cose studiavamo a scuola, che pochi secoli fa si bruciasst:;ro ancora le streghe sulle piazze e si decapitassero sovrani e cavalieri perché pregavano in un certo modo; oggi vediamo in Russia che la fucilazione è la pena più a buon mercato, e diventerà competenz.t del giudice conciliatore; e si son trucidati uomini a ?-.ifadrid per un colletto inamidato, e donne per un poco di rosso sulle labbra. I confini della morale ridivengono incerti, strani ritorni atavici si o~servano nel vestire e nel sentire, il denudarsi è diventato oggi uno strano bisogno che non è più erotico e non è solo moda. Siamo diventati goff.tmente inabili a servirci della macchin., economica da noi stessi creata, e di cui . eravamo fino a ieri smisuratamente orgogliosi, parendoci che sola essa ci distinguesse dagli altri animali: ed ecco, buon colpo alla nostra superbia, che solo nelle città dell'uomo si muore ancora di fame, non per avventura nelle lf •Nllo ,, NUJI. u, • LUGLIO 1031.xv Il! I IINIBIJ I SETTD!Al!ALEDIATTUALITA POLITIOAE LETTERARIA j ESOE IL SABATO IN 12-16 PAOlNE ABBOIIAMEIITI JWlu Colonie:auno L. 46, aemulN L. 23 Est.ero I anno L, 70, HmeUrt L. 36 OOJl'I IDKERO UI& LlR& JhnH~riUi 1 dlHgnl • fotografie, anobe •• DOD. pubblioad, DOD li rea1.it11lsoono. Dln.do.u: &ma • Via del Badarlo2, 8 Te!efono N, !>61.636 Amm.iabtru:loae: Milano - Piu11 OarloErba,6 TelefonoN, 24,808 lff. &.no■• Edit:rlte "OllmUI" · llllu.o EDEN 1 •• !iinte duio, buon uomo 'l 11 lL B:0880 1 ••Biancheria" IL OONTROLLOANOLO-l'RANOE8ENELLEAOQOESPAGNOLE s.1.vie metropoli delle fonnichc e dei castori. Credo inutile elencare qui altri sintomi; ba'ita indicare il fenomeno. La crisi risolutiv;\ rlella malattia che h..1. colpito la nostra razza è vicina. Fra cento, duecento anni scoppierà la cat:istrof c. I casi sono due. O moriremo, - « Si spegneva ieri nel villaggio Terra dopo violento morbo la Razza Umana, nella veneranda età di anni 1.000.275; non lascia discendenti> (Gaaettino dell'Universo - o guariremo. Ed a11ora torneremo alle caverne cd alle armi di silice, ai naturali amori, alle elementari attività che ci procurino cibo e giaciglio, in felice ignoranza delle leggi, della morale, dello sport, della gelosia, delle filosofie, delle nevrastenie odierne, nel sano terrore degli elementi e delle forze naturali. Non ricorderemr, più nulla di questa malattia, o e qual di paurosa larva - e di sudato sogno - a lattante fanciullo erra nell'alma - confusa ricordanza >, tal memoria ne avanzerà di essa, come della vita alle mummie che Leopardi udì cantare nello studio di Federico Ruysch. Guardercmo senza curiosità, metteremo d.t parte dopo breve annusarne 'lto gli strani relitti della civiltà 1 libri, macchine, stalue, biciclette, stivaloni. Le rovine delle abitazioni si confonderanno, per noi, con le rupi e le sabbie, le eviteremo anzi, così crollanti, come manifestazioni paurose d'una for.ta ignota. O forse anche la natura benigna farà sprofondare nel mare le terre su cui quella malattia ha imperversato, e farà riemergere dagli oceani perché sian sede della gente guarita le favolose Atlantidi, sulle quali forse allignò in altri secoli un'altra muffa simile alla nostra, anche allora chiamata progresso o civiltà. Perché forse questa è la spiegaziontdi quello che è successo all'uomo in questo milione d'anni, la nostra razza non ha fatto che ammalarsi periodicamente e periodicamente guarire. Certo, superato il male, sarà un gran felice tempo. Gli uomini rideranno tante volte in un giorno quante oggi in un mese gli ilari eschimesi. Ma soprattutto - intendami chi po' che m'intendo io - non ci saranno più né creditori né debitori. PAOLO MONELLI .... E MORTO, a settantasette anni, nelJa sua villa di Praga, Karel Kramar, uno degli uomini che più ha contribuito a far sl che la nazione cèca si costituisse a libero stato. FJglio d'una famiglia dell'alta borghesia, oratore brillante e temperamento appassionato, collaborò dapprima col partito cosiddetto •realista• di Masaryk, che abbandonò quando gli parve che inclinasse troppo a sinistra. Se in quell'epoca Masar-yk vedeva nellB risoluzione del problema sociale quasi anche quella della questicne nazionale, anche il ben più nazionalista Kramar si limitava a sognare la costituzione d'un dsorto Regno di Boemia, dentro jJ quadro della monarchia dualistica. Questo era il programma del nuovo partito di cui egli si mise preso a capo, queUo dei Giovani Cèchi, che inizialmente collaborò col Governo a tal punto, che Kramar stesso fu per breve tempo vice-presidente del Parlamento. In quest'epoca egli cominciò a EREDITA Ili BLIlM ~~~~!}~;::~"~0/f;;~=~~:~i{i~::~i~'.~:~ slavismo, che continuava perb a vedere neUa Santa Russia la protettrice di diritto delle minoranze slave dell'impero austroungarico. Fu così che al Parlamento di I NAUDJTO. Il paese più invidiato per le sue riserve d'oro, per la sua ricchezza che pareva inconsumabile, ha dichiarato la moratoria per procedere a un'altra svalutazione del franco, di fronte allo spaventoso deficit nel biloncio, provocato dalla disastrosa esperienza Blum. t incredibile; ma questo dispensa da qualsiasi indagine politica, sociale, morale. In confronto a un avvenimento di questo genere, non ci sono ragionamenti che valgano, non ci sono difese che riescano soltanto ad attenuare le responsabilità del fronte popolare. Questi provvedimenti, che tecnicamente potranno essere indispensabili, equivalgono alla più aperta delle confessioni. Si è perfino indotti a sospettare che i radicali abbiano voluto liquidare il Fronte popolare con un definitivo colpo mortale. I francesi, anche quc!li che vanno sistematicamente à gauuh~, non perdoneranno mai alla coalizione ,;ocialcomunista questa tremenda umiliazione. Eppure tutto ciò era prevedibile. La politica finanziaria di uno Stato, di qualsiasi Stato, ha solo due vie davanti a sè: far fronte alle spese pubbliche cou gli introiti e col credito bene garantito; oppure vivere sul capitale, esaurendo, più o meno rapidamente, le risorse accumulate e le stesse possibilità di vita della nazione. La prima è la nonn:ilità, la !ieCOnda il disordine. La prima consiste nel lavoro, nella produzione, nel rifare ogni anno il capitale che muore di morte naturale, nella sollecitudine del futuro, che non va mai sacrificato al presente immediato; la seconda nella ricerca del minimo sforzo, nell'ipote~a dell'avvenire, nell'illusione che una diversa distribuzione della ricchezza possa so~tituire l'incessante produzione della ricchezza. Una tena via, intermedia, non c'è, non ci sarà mai. Il voto ultimo del Senato volle essere un richiamo solenne a questi criteri di no,malità e di buon senso. Aveva torto il Senato francese? Nessuno può affermarlo. Una politica finanziaria si giudica secondo due criteri immutabili: paragonandola con quella precedentemente praticata dal paese in questione e con quella delle altre nazioni. Consideriamo la situazione monetaria. Nel discorso programma, Blum prende l'impegno solenne, davanti al Parlamento e al paese, di non provvedere ad alcuna svalutazjone della moneta, e otto giorni dopo fa. la svalutazione. Vienna più che una politica cèca, egli Per un improwiso verificarsi di fatti svolse un'attività intesa agl'interessi di nuovi e impreveduti? No, perché si sa tutti i popoli slavi soggetti all'Ungheria che, due giorni prima del discorso pro- e all'Austria. gramma, egli aveva trattato con Lon- Durante la guerra mondiale egli assunse dra )a svalutazione. Questo determina un atteggiamcp,to d'estrema opposizione, )a fuga dell'oro. La vita rincara, le e diresse un'azione rivoluzionaria sottcresportazioni non si avvantaggiano. La :unr:a,e :hnea!~n~:l~~/:em:~~~ :~e c~r::~ bilancia commerciale peggiora. Si pre- rente Francesco Giuseppe e il gio\'ane vede un deficit di quindici miliardi oro. imperatore Carlo non vollero fosse eseEd ecco la produzione. Se si confron- guita, Durante il conflitto, il suo incorregta la produzione francese del 1936 con gibile russofìlismo l'aveva portato a conquella degli altri diciassette principali cepire un Regno di Boemia sotto la copaesi, e se si prende, per base di eia- rona d'un principe dei Romanov. Ma scuno di essi, l'indice JOO del 1929, si dopo Vittorio Veneto, seguendo la volontà vede che la Francia, lon la quota 7•J.. c{ellaNazione, proclamò la decadenui. degli è confinata all'ultimo posto, mentre die- Absburgo, e la Repubblica con Masaryk ci di questi paesi hanno largamente Presidente: egli fu il primo Capo di Gosuperato il livello del 1929, presentan- vemo del nuovo Stato. Con Benes, primo do delle quote variabili fra 100 e 165. ~!~~:~c::i:gl~ll;s~~f::~~::s~:~t, 1;~:~ Ridotta ai suoi minimi termini, que- ma mentre Benes tirava al sodo e difensta è la situazione reale. Essa confenna tutti i dati déll'espcrienza e della scienza. Per difendere la moneta bisogna, prima di tutto, difendere la proprietà e garantire la continuità, la regolarità del lavoro. Senza di che il capitale scappa o si nasconde, e la bilancia commerciale peggiora. Secondo: il buon salario non è il salario gonfiato attificialmente, ma il salario che può durare perché' e reale >, il salario che può incorporarsi nei prezzi di vendita, senza deprimere la vendita all'interno e all'cstt-ro, senza di.struggere l'iniziativa privata e l'esportazione, senza provocare la cattiva moneta che fa perdere ai lavora.tori i vantaggi illusori del rialzo puramente nominale dei salari. Ancora. Le imposte debbono essere al riparo da qualsiasi demagogia. L'imposta è sempre un sacrificio grave per i contribuenti, e, se si vuole che essa sia veramente produttiva, non deve assumere il carattere di uno strumento politico, di una vessazione. Produzione, fiducia, sicurezza del domani. Ecco il trinomio. 11 capitale è un personaggio ombroso, di stile antico, che non si fida dei saluti col pugno alzato. Si dirà che Blum ha ancora la maggioranza elettorale del paese. Tanto peggio se è vero. La politica voluta dalla maggioranza elettorale significa il disastro del paese. E il paese la respinge. Il paese è sempre più forte, sarà sempre più forte delle maggiorante elettorali, solo che lo voglia. Si può disperdere una maggioranza elettorale, non si può distruggere un paese. Il dramma è qui. Ma è anche qui la sua soluzione. deva esclusivamente gli interessi del proprio paese, Kramar, in perpetuo contatto con gli esautorati diplomatici zaristi, cercò di sostener indirettamente, ma con ogni mezzo, gli interessi della non più esistente Russia imperiale. Le prime elezioni, con la loro deviazione a sinistra, tolsero il potere a Kramar, che si rccb al quartier generale di Denikin, il generale bianco che durante la guerra civile russa giunse a minacciar Mosca dopo aver riconquistato tutta l'Ucraina, con lo scopo di convertirlo a un suo progetto di una nuova Russia monarchica, ma federativa e costituzionale. Negli ultimi anni i suoi atteggiamenti politici s'erano cristallizzati in una politica d'opposizione d'estrema destra contro i partiti della coalizione governativa, fondando a li\le scopo il blocco di Unione Nazionale, e in politica estera, in un antibolscevismo inesorabile. Il russismo di Kramar è un fenomeno curioso soltanto perché dal nostro punto di vista può apparire anacronistico cd antistorico, ma pub diventare più chiaro e più comprensibile a chi conosce la storia del risorgimento nazionale dei popoli slavi soggetti e minori, che vedevano nella Russia l'unica speranza per il loro avvenire. In questo senso Kram.ar chiude la serie, iniziata cent'anni fa d.ai filologi e dai poeti, del primo romanticismo boemo, e romantica può apparire certamente la sua vita, a chi conosce l'influenza straordinaria che ebbe nel suo orientamento politico h,, moglie russa, per amore della quale si convertl dal cattolicesimo all'ortodossia. Ciò non gli tolse mai l'amore del suo popolo, e sembra che una delle lacrime più Jalde sia stata versat' sul suo feretro dall'ardente abate Klinka, capo del partito autonomista slovacco. R. P. COIISIDERAZIOIII SUL TERRORISMO RUSSO ZINOVIEFF ! mono, Kameneff ~ morto Jagoda ~ mono, Tucacevski ~ morlo, e il mondo ancora 1i domanda percht Stalin li abbia fatti morire. J.,.a domanda~ destinata • rimanere sempre senza risposta, ,e non si ammette la più semplice e 11 più ovvia delle sp1egazion1:e. cioè che se Trotski o Z1nO\'ltffo Tucacevsk1fossero stati o più :abilio più scaltri o più risoluti, oggi sarebbero essi 11 Cremlino e St~lm sotterra. E il mondo 1i domanderebbe 1I percht della morte di Stalin. Forse, un giorno, un uomo, che oggi nes1uno conosce, uccideririStaiin; e la PYavda lo proclamerà padre della riv.oluzione, e definiririStahn un e cane• ant1rivolu.z1onarioe - percht no? - trotskista. E forse ~ ~il n~to anche colui che ucciderà il successore d, Stalin. Verso la metà del secolo scorso, scrisse il Dc Custine della Russia: Il popolo di questo paese ha in avversione lutto ciò che non è russo. ro odo spesso ripetere che un bel giorno lo si ,·edrl l\'entrare da un capo all'altro dell'Impero tutti gli uomini senza barba. Dalla barba ai riconoscono i russi. Agli occhi dei conuidini, un russo dal mento raso è un traditore venduto ag:li stranieri, di cui meri1a di dividere la sorte•. Tucacevski aveva il mento raso: non porta\'a barN, n~ baffi. f:.: ch.iaro: era \'enduto allo s1ran1ero. Anche S1alin ha il mento ruo. fn una lettera a Carlo Marx del 4 settembre 1870, Engels scriveva: • Il terrorismo è il dominio di gente che si sente terrorizzata. Nella maggior parte dei casi, il terrore non ~ che atrocità inutili, commesse da uomini che hanno paura per farsi coraggio. lo sono convinto che la responsabilità del te1-roredel 1793 incombe esclusivamente a uomini che ave,·ano troppa paura ... •· Quanto sarà grande la paura di Stalin! Engels denunziò come • una follia• la teorìa della violenza. I .a violenza non può far denaro•, egli scrisse: •e,sa può, tutt'al più, portar via il denaro già fatto; e anche questo non sen•e gran che•· Ma il bolscevismo ha messo da parte questi msegnament1. Accade sempre cosl: quando gli uomini abbracciano una religione, una dottrina, un credo pohtico, ne accettano la pane peggiore e buttano via o amano dimenticuc quel che c'è di buono. PROPEZIE BAKUNJN previde con precisione come :sarebbero andate le cose e che sarebbe divenu1to il marxismo quando di teoria si fosse 1rasformato·in pratica. Henry Rollin ha stralciato dalle sue dperc 1\cuni giudizi sul marxismo e alcune profezie circa 11suo avvenire, che oggi non 'IÌ possono rilegge.re senza profondo stupore: tanto esse appa\ono nette, sicure, precise, e tanto ampiamente e luminosamente le ha confernlllte la realtà. Lo Stato sognato da Marx, scriveva Bakunin, • sarà tanto più dispo1ico, in quanto s1 chjamerl Stato popolare•. li proletariato pagherà a prezzo assai caro la sua •dittatura•, perchl la realizzazione del marxismo sarà l 'av\'ento di • un regime di caserma, m cui la massa dei lavoratori e delle Ja..,oratric1, reso uniforme, s1 sveglierà, si addormenterà, lavorerà e vivrà al rullo del tamburo•· I lavoratori, annunziava ancora BakUilin,seguendo le idee di Marx, • dopo un bre\·e momento d1 libertà o d'orgia rivoluzionaria, si sveglieranno schiavi, giocattoli e ,•ittime di nuovi ambiziosi•· Quanto ai cottfadini, proprio• al loro assoggettamento politico e al loro sfruttamento economico mira il marxismo•· E ancora: la nozione di •classe• e quella di • dottrina del proletariato• condurranno alh1 creazione • di una nuova aristocrazia, quella degli operai delle fabbriche e delle città, ad esclusione dei milioni di uomini che costituisconQ il prole1ariato delle campagne e che di\·er. .• .inno i veri suddili nello Stato sedicente popolare•· Persino l'avvento e il regno dell'intt-lighent%it1 previde Dakunin, persino la soppressione di ogni libertà di pensiero, persino la Ceka e la Ghepcù. • Dal momento che vi sarà una verità ufficiale, scientificamente scoperta dal lavoro isolato di questa grande testa, eccezionalmente e - perché no? - provvideru:ialmenleprovvista di cervello, una verità annunziata e imposta a tulti dall'alto del Sinai marxistico, a che scopo discutere? Non resta che apprendere a memoria gli articoli del nuovo decalogo•. Questo per quel che riguarda la libenà di pensiero. F.d ecco 111 Ceka: • Occorrerà una polizia, occorreranno agenti, fidatiuimi, che sorveglino e dirigano in segreto e senza che si veda niente la corrente dell'opinione e delle passioni popolari•· Tutto ~ staio detto, e noi siamo giunti troppo tardi ... Questo giornale si intitolo • di attualità politica e letteraria•, e noi offriamo al lettore •attualità• vecchie di quasi settanta anni, Non !: un paradosso? La questione è che il mondo è più immobile di quanto comunemente si creda. Mutano gli attori, ma Incommedin i sempre la stessa: e ogni generazione rimastica e rumina le stesse idee, che fecero la delizia e il tormento delle generazioni precedenti. Ma gli uomini conservano l'illusione di pensare e di fare del nuovo, sol perché sono mortali e ignorano le esperienze dei padri. LA RELIOIOIIE DI LUDEIIDORPP R, OBERT D'HARCOURT h, pubbJ;. cato, nella Rt'VUe des deux mondes, un lungo e interessante studio sul generale Ludendorff. t nolo che il generale, insieme con la moglie, la dottoressa Mathilde Ludendorff, si è dedicato alla predicazione di una nuova religione. Organo della loro predicazione ~ la rivista Am heiligen Qu~ll deutu.her Kraft (Alla sacra fonte della forza tedesca). JI d'Harcourt offre qualche saggio delle cose sorprendenti che si possono leggere nella detta rivista: ad esempio che Schiller non mori di morte na1urale, ma fù avvelenato da Goethe, il quale fu spin10 a far ciò dalla massoneria; che l'ebreo Moses Mendelssohn riservò a Lcssing la stusa fine perfida e mis1eriosa; ecc. Il generale professa per la moglie un profondo culto. Egli 11 chiama sempre• la grande filosofessa 11 signora Mathilde Ludendorff •. Per lui • gli scritti della dottore6Sa Mathilde Ludendorff contengono più sostanza che tutta l'opera riunita di Kant e di Schopenhauer •. Il generale ha pubblicato una vignetta rappresentante una statUA di Budda ed ha aggiunto alla pubblicazione la nota seguente: • La nostra irrtm.aginerappresenta Budda con la lupa sulla fronte; il che, agli occhi de.l(li occultisti,~ l'attnbuto della divinità. Mia moglie ha ti centro della 1ua bella fronte la stessa produzione epid«-rmica; e ciò getta un profondo sgomento nei ranghi degli occul11st1 L'idea centrale della nuova religione ~ la guerra a lutte le religioni e • tutte le sèue che aieno di origine straniera: quindi 11 cri• stianesimo e all'ebraismo, nonchi alla mas- .oncria, al buddismo, ccc. 11 grande nemico è Cristo, Bisogna liberarsi da Cristo. Lo ha proclamato la dottoressa Mathilde Ludendorff con una formula lapidaria: Er/6su.ng i;on Jnu Chrut (Liberazione da Gesù Cristo). Al cristianesimo bisogna opporre • l'esperienza tedesca di Dio•. • Il mondo, ormai, deve scegliere fra il Cristo e la filosofia di Mathilde Ludendorff ·. La rivista si pubblica da anni e conterrà volwni di siffatte sentenze. L'uomo, che le scrive, comanda"11venti anni fa l'es:ercilo più potente. che il mondo abbia mai v11toe diede battaglie che costarono milioni di vite umane. IL CONTABILE PLEMMATICO GLI AVVERSARI del signor Chambulain gli hanno. da tempo, applicato un nomignolo: lo chiamano • il contabile Aemmalico•· Quando egli si installò a Downing Street, la crisi spagnola era m una fase acullssima. Per lui l'occasione ua ottima per dimostrare quan10 meritasse l'appellativo. li lunedl, dunque, un alto funzionario riferl al nuovo Premier. Ques1i ascoltò, poi disse: •C'~ prOjlresso•. 11 funzionario lo guardò stupefatto. •Sì•, riprese Chamberlain, • c'è progresso. Le catastrofi sopravvengono il lunedl, e non più in pieno u:u.J,.-nid.• POLITICA IIITERIIA I N_ UNO dei momenti culminanti della crisi spagnola - racconta L' Europe nouv~llL, che, come i noto, è una rivista di sinistra - un deputato molto vicino • Gabriel Peri• sbraitaV11: • E non ci si venga a dire che la questione di Spagna è una questione di politica estc.ra. A Valenci3, a 1\1adrid, a Bilbao, noi a111mo in piena politica interna•. • Il che si può intendere in vari modi•• commenta la rivista. A noi sembra che si intenda in un modo solo. OMNIBUS ,- CONCORSO I PERMANENTE DI"OMNIBUS" ... I "Omnibus" a.pre da oggi a tutti I i suoi lettori un Concorso perm&• nente per la narrazione di un fatto qualsiasi, realmente acca• duto a chi scrive. La narrazione non deve superare le tre colonne del giornale, e deve essere inviata alla Direzione di "Omnibus" in cartelle scritte a macchina, da una sola parte del foglio. Ogni narrazione pubblicata, se• condo l'ordine di arrivo e d'ae• cettazione, verrà compensata con L. 500 (cinquecento). I dattiloscritti non accettati non si restituiscono. Per la validità della spedizione, i concorrenti dovranno servirsi del tagliando stampato qui sotto, incollato sulla. busta. DA TAGLIARSI CONCORSO PERMAIII.TI Alla Direzione di OMNIBUS Via del Sudario 28 ROMA I

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