Omnibus - anno I - n. 14 - 3 luglio 1937

ILMERCURIO Cfl/JICIDCIl/188/icbe . Fine di un esperimento Al posto del g.abinttto Blum, e•~ un gabinetto Chautemps, composto, prcss'a poco, degli stessi uomini. Al momento della crisi, 1 giornali francui pubblicarono delle foto• grafie, nelle quali il cessante Presidente del Consiglio app:mva nell'atto di abbracciare teneramente qualcuno dei suoi più fidi collabora1ori: per ucmpio il signor Dc Tcssan; il che poteva far supporre che tm crudele des1ino stesse per separarli per sempre. Invece, pochi ~iorni dopo, essi si sono ntrov1t1i insieme nel nuo,·o Ministero, sia pure a sedere m poltrone diverse da quelle che prima occupavano. Il gabineuo Rlum, dunque, ~ precipitato malamente. Esso era stato definito un'• cspc• ricnza •: un'esperienza - s'intende economica e sociale; e perciò ne parliamo anche in questa sede. Vero ~ che ogi;i si tende a fare un uso assai improprio della parola •esperienza•. • Troppo 1i abusa•. ha scritto recentemente il Croce, e nell'attendere dai cosiddetti esperimenti la nsp08tJ a quella che non è materia d1 espenmento, ma di logica. Chi ,·orrcbbc istuuire un esperimento per n•dere se due e due possano far cinque?•· Ora, per quanto paradossale possa sembrare, l'espuimento Ulwn ha avuto questo scopo: di accertare se due e due poteHero far cinque. Ed è risultato dimostrato che fanno ancora quattro. Perciò, in fondo, non è stato il Scmuo che ha ro\'esciato quel gabinetto, ma l'aritmetica. La situazione La situazione di fronte alla qual<' si è trovato il gabinetto Dlum, negli ultimi suoi giorni (e che è all'incirca, la slessa di og~i, alla quale deve metter r1n1edio il gabinetto Chautemps), può essere riassun1a cosl: Cassa vuota, dtfiàt enl"lrme, entrate fiscali deboli, rimborsi importanti m vista, nessuna possibilità d, prestiti. Pochi dati possono bastare ::a dare un'idea delle proporzioni del disastro. Quando Dlum sali al potere, le r1sen-e della Banca di Francia erano d1 3.636 tonnellate d'oro; negli ultimi ((iorm di p:iugno erano 2.504 tonnclla1e (Paul Reynaud). li debito pubblico è aumentalo di n miliardi di f13nchi e si polrebbe dire 29, tenendo conto del beneficio della sva. lut111zione(Caillaux). 11 defiàt del bilancio or• dmario (e cioè;senza parlare delle spese straordinarie) veniva 11imato come segue: 4 miliardi. di cui si aveva bisogno subito, 9 miliardi per autunno, 50 miliardi per l'anno prossimo ( Times). In genere, il Tesoro francese ha. bisogno di una somma sorpassante di 40 miliardi il gem10 delle sue risorse per. manenti (F. Jenny). Tutto questo non era che una conseguenza. La crisi finanziaria era, ed ~. soprattutto il riflesso di una cattiva politica e di una cattiva si1uazione economica. ì\ta d, ciò il governo Blum. fino all 'uh1mo momento, non si è reso conto. Ostinandosi a non riconoscere il fallimento della sua dottrina economica e sociale, esso ha tt':ntato di porre rimedio Soltanto e in modo assai incompleto - al pericolo finan• ziario. Un aggravamento d1 fiscalità: ecco tutto quello che il socialista ministro Auriol sveva sapulo ideare. Ci~ un rimedio alla manifestazione più appariscente del male; non al male. Il male vero è tutt'ahro. li male vero consiste in ques10: che la Francia lavoratrice e risparmia1r1ce ha soprattutto bisogno di dut': cose: di un govrrno in cui abbia fiducia, e di poi~ lavorare e produrre. Il go\'erno Blum non lasciava lavorare e non lasciava produrre, e ancor meno lasciava risparmiatt:. Perciò la Fr ncia non aveva fiducia in esso. E il r1sparr uatore fnmcese spediva in fretta I suoi capitali all'estero per porli in salvo d11l suo i;coVt':mo. Nell'ultima fase, Blum e Auriol eran ridotti a studiare misure coercitive per obbligare a rien1rart- in pa1rìa i capitali che , da due anni tradivano il dovere nazionale•· Oimenllca\'ano che la fiducia la si merita, e non la si impone. E l'unico risultalo pratico dei loro studi fu che, mentre essi studiavano, altri capitali presero la via dell'esilio. L'errore fondamentale L'errore prmcipale, che ha viziato dsl principio alla fine l'cspcrlmcn10, è stato quello della cosl detta teoria del potere d'acquisto o, ciò che m fondo è lo stesso, del • prezzo sociale•. Dlum e i suoi consiglien immaginarono che, elevando i salari e gli stipendi, St':nza tener conto del costo di produzione, avrebbero atimolato il consumo e quindi la produzione. ;çello stt':HO tempo svalutarono il franco; 11 che avrebbe dovuto stimolare l'esportazione. f:: superAuo rilevare quanto le due poh1iche fossero contraddittorie. L'Awnento dei salari e dei pesi per la leRisluione sociale divorarono il margine, che la 1valutaz1one &\'rebbc dovuto creare; sicché lo stimolo all'esportaz1one mancò. E, per converso, la 1\-alu1azione e l'aumento dei prezzi divorarono i miglioramenti salariaJi. li solo multato fu una terie di movimenti di riastestamento che ancora continuano, e un_ R~ disordine nella pr?<l_wione Alla v1g1l1adella caduta, 11 m1n1stro Viollettc in un discorso a Langeais dichiarava: • L• Frsnc::iaha anualmtnte un 1inKol•t pnvile,iio: essa compie un_•vera rivoluzione nella pace , nella concordia. Giacché ~ proprio un■ nvolu~ zione il fatto che 11r,munera:uone del ll\·oro c,111 di c11eredeterminati dalla nozione eachaivamtnte mattm•tica del co110di produziont e che l'ccono• :::~ai!•1:~::r~~l;~:~C:~~~::i6::at!_i d~n u~r;;~~ tratto, a.econdo uns con«z1one d'origint prudhoniana , niente sffsno m1rxi1tica•· Tante parole, tante a-ciocchezze._ Prezzo sociale? E se gli altri paesi non adottano lo stesso sistema, a chi vendt la Francia' Aumento dei salari senza tener conio della • nozione esclusivamente matematica del costo di produzione~? Q~i il confhuo con_l'aritmetica! evidente. Ma 11cosi o di produzione! una somma, e se aumenta uno dt"gli addendi, aumenta il totale. Dopo d1 che, se il costo_d1 produzione francese risulta p,ù elevato d1 quello dei concorrt":ntl, a chi venderà la Francia? In realtà, tome ha detto Paul Rcynaud, una politica sociale che è m conflitto con la realtl economica, non ~ un progresso, ma un regresso. Gli c-rrori contro la distribuzione delle ricchezze sono peccati veniali. Gli errori contro la produzione, sono pc-~ata mortali. A che serve distribuire agli opera, carta moneta, se le ricchezze da distribuire fra le muse dim1nuiscono? Cosl l'csperien.z3 si ~ chiu~a con una catastrofe: la produzione diminuita e le casse vuote; e, ciò ch'è a»ai pefrg10, nenuna speranza di riempirle. Questa ~ la trJSte er(!d1tà _che George Bonnet è st:110 chiamato a racc?gl1ere, di cui parliamo in altra parte del giornale. ll L Lf • ,I Lot Arigelea• Certo Bar11 Koni ■i 6 fa\\O chl11d1N In 1111blocco di ghlwilo per 20 ml1111U tll'l'~ltft,A · IJ:t VN' ffl!fr ·[f!rn / "\ GIOIEDELLAMENSA MATTINA TRil'UDI MUSIOALI lJ f ,:-~(;~ Ce?: ~ . (; './) . :~: :,'é75( :~J: 00000000 e ~--·· _1.'..' ~~~ AI 11 DUE SERGENTI". ••su 11omo,011ira, no11ping1re'' (Dis, di .11'01ca) 11Ma 1m1uJla di perd1rt Il tuo tempo oca quello ■barbatello di Oion11nl11ol Di rett.a a me, attaccati al com• mndatort: qullo 11 che ha i111enrlo11I1ri1, mioa 't'"llol11posan.i,,," DOMENIOA IDILLIO NOTTE tb \

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