I" - • • • - - - ...... ,,_ --- ( ILSORCNIOELVIOLINO) JJii~ij1a~~ ... MASSE~z•o i PIONIERi dell'emozione a.rtistica hanno rag-Riunto stabilmente le adiacenze del Foro Romano in1tucndo i concerti sinfonici all'aperto della Basilic11di Massenzio. L'appalto di quc1to luogo ammantato di suggestione archeologica dà risultati felici, utili e redditizi. U, dove forse una volta pascolavano le mucche e brucavano le capre; là, dO\'C una volta i visitatori notturni s'avvcnru.rnvano pian piano con dei candelott, di sego, a spiare le tenebre con1c nelle catacombe, oggi un pubblico mondano e innumcre"olc succhia le caramelle, ascoltando in gran silenzio la musica di BcethO\'Cn, L• moda di quelli concoirti ttt1vi ,•enne promossa da tutti coloro che odiavano la musica in pinza e fe<:tro abolire la Banda cittadina che suonava m Piazza Colonna: ormai quuta moda s'~ affermata " dura da 1rt- nnni, crescendo il suo IUCCl"StO. E adesso si può ben dire che i concerti della Basilica mandano in visibilio il pubblico romano. Fra le mura antichissime, e i pilastri rimasi, in piedi, là dove tace la vita, fra gli alberi e i capitelli caduti sull'erb:1 d'un campo millenario, vennero fuori in musina I professori d'orchestra. a suonare il Valzer lento d, Sibelius, e la Sinfonia pastorale,' col vento propizio, e approfittando di un pubblico enorme acquattato nel buio, che fa finta d1 non esserci per non disturbare, o perché sente m cuor suo che, in quell'ora, Il non c, do"rcbbc essere proprio nessuno. Il jl:iorno Stesso del primo concerto di quest'anno si son \'enduu, fino a mezzogiorno, tu111 i posti numerati. Un po' più tardi tutto lo spazio r1mastt a disposizione del pubblico paaante era ugualmente comprato in ragione d1 lire dodici al metro quadrato. Occupazione lemporanea, che dura soltanto tre ore. Un affare d'oro, come Ili vede. Insomma più di cinquemila persone accorrevano ali 'apertura di questa originale s.tag1onc. L'affluire della folla che vien au dalla Via dell'Impero e cola senza fine ai piedi dl:lla immensa Basilica, e passa souo le arcate che incomietano tutto il ciclo (anzi qu:1s.ipiù grandi del cielo), fa pensare a un 6umc inesauribile di formiche. Questa maestosa austerità d1 lince, le enormi muraglie mute, la massiccia potenza cL queue absidi suc~ssive che sprofondano quasi nel buio fin là dove fra il chiaroscuro si vede ancora ultima una specie cL C11.ncellata romana che par quella di un Bestiario, e m fondo luccicano le lucerne e giberne e le daghe dei Rt"ali Carabinieri, son tutte cote che aumentano lo stupore. E un conocno in simile cornice ~ sempre un buon concerto. L'aria fresca, le stelle e le tombe, sono circostanze favorevoli ai timbri dell'on:.hcsua e specialmente dei flau11 e dei corni. La voce umida dell'o~ fa driz.z.ar le orecchie alle lepri di questo portentoso campo santo. 1 11 gigantesco rudere che era a destra l'han trasportato a sinistra (o viceversa), ~ttendo IO fuga i gufi che l'abitavano. Han ridato l'intonaco alla cupola posticcia della navata centrale. Han rimesso al suo posto la pedana orcheatralc. E hanno assicurato con assi squadroni e squ.adroni di sedie. Quali upetti per ogni dove: l'irnrnmcn:ta del Palatino che ci sta dietro le 11palle, le are ardenti, le padelle di magnesio che bruciano fumigando alla brezza, sui ruderi, come IO un teatro druidico. . Gli specchi, il lavabo, la toilelte per signore: per di là, forse dietro l'angolo di quel muro dei vaticini. Intanto ci par d'udire squittire la civetta invisibile; questo ~ il luogo e il momento di far sentire ai romani la G111liettae .&meo d1 Ettore Berlioz, romantica voce francese, che ~ compresa nel programma del primo concerto. Ma ecco finalmente Bernardino Molinari, appollaiato sul podio: frac nero, glld bianco, come un corvo che ha strisciato col ventre sulla panna montata, E nello stesso istante lusù, sulla prua di questa nave ancorata che ~ la Basilica, ceco un'aquila reale si spenna le ali col becco per offrire allo storico di questo momento sublime l'istrumento adatto per scrivere di tanta grandezza. Bisogna dunque convincerai che questa dei concerti alla Basilica di Massenzio ~ una bella istituzione, e come abbiamo visto per mille altre ragioni che non son quelle della musica. Qua e là, duu.nte l'uecu.iione della Sinfonia di Beethoven C"t un po' di aqmLibrio; ai sa, anche se non tira vento la mu,ica all'aperto va sempre soggetta a qualche sbandamento, o perdita senza ricupero. A traverso le arcate del tempio ai vedono, anche senza volere, le automobili a centinaia acivolare con morbidezza e incrociarsi in mille modi silenzioti sulla gran Via dell'Impero. Più in là del Colosseo un angolo del ciclo si riempie di Hmpilli luminosi, di rose e di acintille; sono i fuochi artificiali che scoppiano l'uno sull'altro con detonazioni e boati dt vaghissima battaglia in ptradiso, che distrae l'attenzione, e scompiglia non poco il concerto, senza far tuttavia dispiacere, eh~, anzi, inchiodati ai nostri posti ci rapisce elci tutto. BRUNO BARILLI LAPDRTA CHIUSA B fBLIOTECA CENTRALE Vittorio Emanuele, sezione prima, coltura generale. Cinquecento lettori si siedono giornalmente in qt;.esta sala sotto la mano patema di una statua di gesso, sui banchi si posano almeno settecento volumi, altri novecentonovantanovemila e trecento aspettano il loro turno negli scaffali delle altre stanze, inaccessibili al pubblico. Ci sono due impiegati addetti alla distribuzione, uno a guardia della porta e una signorina per le riviste dell'emeroteca.. Personale che non brilla né per il suo numero né per la sua svelte-.aa. Sono qua.lii-itutti giovanotti o ragazzi cui, forse, l'aria polvcro~a del luogo ha tolto l'elasticità delle giunture e dei riflessi mentali. 11 fatto è che, per avere un libro, bisogna attendere al minimo una mezz'ora. La procedura per ottenerlo non è delle più facili: alla porta si ritira una tessera, ro!-Sao verde, e una scheda per la richiesta. Poi si cerca nel catalogo. E. un curioso catalogo : non è per autore e non è neppure per materie. li suo maggior pregio è la varietà : un' opera può essere registrata sotto il nome del suo autore, o a seconda della materia di cui tratta, o seguendo la posizione nell'alfabeto della prima lettera del suo titolo. Può anche non css.crc registrata affatto. Quei volumi, poi, che si trovano a colpo sicuro, senza difficoltà tanto se si guarda fra le .schede gialline delle materie, come fra quelle rosa dell'autore, generalmente sono in lettura, o dal legatore, o smarriti. Ma, qualche volta1 sono riuscito a impadronirmi del prezioso volume nella mio;chia che si svolge, a intervalli regolari, davanti allo sportellino della distribuzione. Allora, consegnata metà della mia tessera d'ingresso, ho potuto cominciare la lettura. Ci sono due rile di tavole, nella sala, con delle lampade bianche protette da un'inutile paralume smerigliato : sono messe troppo in alto e la luce dà fastidio agli occhi. Bisogna ricorrere a mezzi di fortuna perché la luce cada soltanto sulle pagine e sia possibile leggere. Naturalmente questo discorso è va.lido soltanto quando la lampada sotto il cui raggio siamo capitati non è fulminata. E, in permanenza, un terzo delle lampade sono fulminate. Ma il guaio maggiore è che non c'è n~suna divisione per isolare un lettore dall'altro: ci si distrae troppo facilmente a ogni nuova persona che entra; si solleva la te~ta dal libro e si vedono gli occhi del vicino che ti fissa4 no; un altro scartabella il suo volume con gran fruscìo d.i fogli, a destra scricchiola una sedia, a sinistra risponde uno ~ricchiolìo. Poi, dalle sale vicine, si sente la voce di quello che grida i numeri dei libri arrivati e le chiacchiere degli impiegati. Non ci si resiste più di un'ora, in quel paradiso degli studiosi. Per fortuna, i libri che vi si leggono non richiedono un'applicazione molto intensa: romanzi, le opere scientifiche, o quasi, di Zola sulla donna e sul piacere, traduzioni dal latino ~ dal greco. Vanno molto, anche, le eaizioni dei Fratelli Bocca, quelle con Icaro o con le bilance della Giu~tizia sulla copcrtina. I lettori sono studenti liceali o menta.ta la ricerca, hanno piazzato nei vecchietti pensionati che non sanno co- punti strategici del percorso degli imme occtlpare la loro giornata. Uno di piegati-cerberi che assalgono il seguqucsti, con pancetta prominente e pa- gio. Jo, per esempio, ho speso un'ora nama bianco, leggeva ieri e Sesso e ca.- di piacevole esercizio fisico per trovare ratterc > di Weininger ed e Elementi l'ufficio statistica. Prima mi sono ridi Psicahalisi > di Weiss. volto all'impiegato che legge il giornale Al piano di sopra le cose cambiano sulla porta e .sorveglia, in tal modo, di poco. C'è. in più il rumore degli uf- l'ingresso. Non conosct>va l'ufficio statifici, una disposizione del catalogo mol- stica e sembrava propenso a credere alto infelice e la noia, ogni volta che si la sua esistenza quanto a quella d'un ricerca un libro, di chiedere un per- nebuloso fantasma. Mi con-.igliò di anmesso. Un quarto d'ora se ne va per dare nel corridoio degli uffici. Qui cercare la signorina addetta a questo montava la guardia un altro impiegaufficio, altri cinque minuti per avere to, un giovanotto biondo e pieno di la scheda, venti minuti per trovare il pedicelli in faccia, dai modi schietti catalogo e per riempire la scheda com- e indipendenti. La terza porta a siniplicata da tre sezioni lottando con il stra, secondo lui, era quella che favolumetto dello schedario che non ri- ceva per me. Jn quell'ufficio c'era mane aperto alla pagina che serve. Poi una signorina : la direzione, però, non c~ v?gliono ~re quarti d'ora p~~ la funzionava quel giorno e non poteva richiesta abbia corso e per sceghers1 un dirmi niente. Nella sala di lettura A tavolo illuminato e solitario. ~ a'! QfZnimodo, c'era un certo dottor~ Il luogo ~ frequentato soprattutto da che avrebbe potuto indirizzarmi dove donne, studentesse; se si capita vicino desideravo. Tornai in sala di lettura a loro, si va via con la testa imbottita A. 11 dottore, cortesissimo d'altronde, dalle loro ciarle, più che dalle notizie mi mandò da un cavaliere, il cavache si cercavano. Ma, ad onor del ve- liere da un commendatore, e il comro, bisogna dire che in questa bibliote- mendatore mi disse che bisognava ca c'è tutto. Non manca niente: cata- aspettare che tornasse il direttore gelogo per autori, per materie, segreteria, nera.le. economato, ufficio informazioni, riccr- Rinunciai al mio scopo, pensando che, acquisti, prestito, ecc. Tutto, però, che oramai, dopo tutto quel moto, è c~i ben nascosto che sfugge a una avevo bisogno di nutrizione. Scesi le ricerca superficiale. scale stanco, ma felice, lodando lo spiI dirigenti della biblioteca hanno or- rito sportivo di chi organizzò, forse ganiz:r.ato coi loro uffici una specie di in tempi assai lontani da noi, la bicaccia al tesoro o di gioco enigmistico; blioteca romana. per rendere più appassionante e movi- M. c. 8A.NPIETRO I u .bno llllS. c8pln11e non me ne ero &000~ 11 ( PALCHETTI ROMANI ) li Mflllll IN PIGMALIONE JJ I SONO COLORO che la domenica mdos.sa.no l'ab.ilo -.della festa Elsa Merhn1 ~ d1 questi. Per la sua serata d'onore, ha scelto Pigmalione di G. B. Shaw. Gh abiti• d1 1utt1 1 giorni• di Elsa ì\lerlmi sono le commediole briose e senza pretese che essa condisce con quella paciosità punteggiata di scatti, con quel fare tra la buona figliola e la forosa capriccioacua, che costituisce il fondo dei suoi umori. Ciò avviene quando la djrezione ~ bu,ma, il che càpita più spesso nel cint:matografo che nel teatro. Ma quando manca 111. mano di ferro del direttore, Elsa Merlini non si riconosce più. Se ne sta buona nel mezzo del palcoscenico come una tortorona che ha dimenticato di volare, come un grasso Cllrdellino che ha dimenticato di canta1e. Il pepe dov't che infonde in Elsa tanta vivacità, tanta malizia, tanta monelleria? Inattive restano le sue molte seduzioni, inoperosi i congegni ddla sua grazia: la singolare conformazione delle palpebre a • becco di passero•• la quale fa sl che quando l'occh10 dopo lunghe aoste improvvisamente si apre, somiglia al sole con tuui i suoi raggi, quale lo disegnano i ragazzini con la creta sulla lavagna e tagliato 2. metà dalla linea dell'orizzonte; la boccuzza da poppante che tanto più s'irrora di latte, quanto più nere sono le perfidie che eHa caccia fuori, più diaboliche le malvagità; soprattulto quella magica eloquenza delle forme, in virtù della quale Elsa i\Icrlini, S<:ollata, sembra più scollata di qualunque altra donna. Resia a vedere se le commedie di G. B. Shaw sono più che delle commediole briose e senza pretese; parliamoci chiaro: se sono degne di entr11re nd nO\'Cro delle commediolc briose. Al che risolutamente e la mano sul petto rispondiamo: no. G. B. Shaw è un equivoco, come tanti al1ri. Più esattamente, G. B. Shaw diventa • un equivoco a non appena lo si toglie dal- \ 'unico posto che egli occupa con cena legit• timità, e che~ quello dell'amabile scandalista a uso dei salotti della borghesia inglese. Se G. B. Shaw fotse afgà.no, la sua opera con molte probabilità non avrebbe varcato i confini dcll'Afgàniuan. Ma C. 8. Shaw afgàno non è, ed ~ tutto me.rito <lell'im()f'rialismo inglc11e e della sua sapiente organizzazione, se i paradossi di G. B. Shaw e le sue battute contro la borghesia fanno il giro del globo terracqueo, assieme con altri prodotti della stessa provenienza ma di qualità infinitamcmc migliore, come il chesur, i pidtlu, la JVorceJter sauu. Laonde il nostro stupore fu grande quella sera al teatro Barbcrini gremito del più bel pubblico della capitale, vedendo signori d'etl e gravi d'aspetto, dame matronali, giovanotti di pretta quadratura sportiva, fanciulle già ombrate di quella tinta che s'acqui111a passando un paio d'ore al giorno in abito succinto sul terrazzino di casa, ridere squillantemcnte per mostrare che nulla sfuggiva, alla loro intelligenza internazionalmente colta, delle umoristiche finezze del grande Giorgio Bernardo. E quando il professore Higgins (Rena~o Cialcnte} commentando col colon- (dia. di Ba~JO nello Pickering (Nino Pave11e) i disinvolti preccui morali dello spazzino Alfredo Doolittlc (Luigi Mottura) dice che esso spanino ~ degno o di un por_tafogli di ministro o di una parrocchia, un signore acca.nto a noi sibilò nell'ombra: • La parrocchia di Canterbury ... • Furbetto! -Prima che Aldous Huxlcy intervenisse a sostituirlo, G. B. Shaw ha costituito pt-:r molti anni presso la media borght-sia il provino de.Ila cultura e dell'intelligenza. Non reagire s1mpaticamen1e ai sarcasmi e ai paradossì di Shaw, era una prova vergognosa alla quale "nessuno si voleva sobbarcare. E bisogna credere che quella parte della nostra borghesia che frequenta I teatri continua 2. prendere Shaw sul serio, se finge di ricrearsi a una enorme sciapata qual~ questo Pigmalione, il qual nome, considerati i suoi illustri precedenti, richiede parafrasi di ben altro impegno e di ben altra levatura. Insistiamo sul carattere fittizio del godimento che il no111ropubblico mostra di trarre dal teatro di G. B. Shaw. Del che sono testimonianze sicure quel signore alla nostra sinistra che passò la serata russando leggermente con un gorgoglìo di acqua sotterunea, e soprattutto l'esodo precipitoso della enorme folla sotto le stelle della magica notte equinoziale, non appena fu manifesto che s, era alla fine della luni!'.•~ insipida e stucchevolissima chiacchierata d1 Giorgio Bernardo $ha". In quei signori d'età e gravi d'aspetto, in quelle dame matronali e forni1c nel centro della faccia di rostri autoritari, in quegli efebi tagliati per il pbttatlon, in quelle balde giovinette, abbiamo notato una perplessità oscura, una intima lotta tra la noia, e la paura che essa noia potesse essere interpretata come una mancanza di comprensione. Ora noi vorremmo sciogliere cosi grave preoccupazione, suggerire a questi membri del bel mondo che se le commedie di Shaw ispirano una noia cosi prepotente, non ~ già perch~ a usi manca la capacità di penetrarne le recondite bellezze, ma perché nelle commedie di G. B. Shaw non c'è r:imte da capire. t. alla S<:iatteria del testo che va imputata la sciatteria dell'interpretazione? Tredici falsi lngle!li ondeggiavano pigramente sulla scena, come strane creature sottomarine agitate da correnti contrarie. t nota la propensione degli Inglesi per tutto quanto ha un c:m'lttcre falot1co. Considerata da questo riguardo, la commedia di G. B. Shaw rappresentata dalla compagnia Merlini Cialcnte, diventa un modello d'interpre-tazionc. ALBERTO SAVJNIO "'YU.§>a DEL VANTAGGIO AL LARGO ARGENTINA ci ,ono due alti.Jsimi lampioni di ferro, che, a causa della loro ,cu::iot1al, aft.uza, non illuminano come dovrebbero lo pio2za. La loro luce, che ,unde tropJx) dall'alto, è spdtrale e triste. LA it1le di quei l(m1pioni j da Jtazione ferroviario. Occorre sniz'oltro iostituirli, E con piccoli lampioni, di quelli elle rendono una città di sera raccolta e cordiale. IL PALCOSCENICO della.COJiriodel !Ago è piuolo al punto che le ba.llnirit rischiano sempre di cadere sull'orchestrino. Inoltre, quando la danza vuol tutre più frtnetica, il vtcchio legno batt11to dalle raga:i::e mando fuori una dens11polvere che la brezza notturna porta fino sugli spettatori. I NUOVI ORINATOI automatici rpaventario i pootracci che hanno urgni:ia. Tanto è tln'O che la spalletta del TNJer, resta ancora, olmnio di nottt, la prtferita. li sole della mattina dopo fa ribollire qutll'umid1tò, con I riiulta11 che tutti 1anno. NEL PORTICO sotto il Pincio c'è uno cascata d'acqua che sundt, non in uria vasca, ma sotto un portico di intonaco. I risultati 10110una diffusa 11miditd.Da rilnmrsi com, cid non abbia nulla a che fare cori il proget!o del Valadier, che mirat.1aad altri e pii"t arditi effelti decorativi. In conclusione, si considera risolta una com cht non lo è affatto, e si prepara lo rot:ina della terra:::,a sovraJtorile. L'umiditti. continuo miM il ttrreno t t101' segnaliamo hltto qutito alle competniti outoritd. IL TRAM 35 partt da Piaua Cavour e, risalendo il colle. arriva fiM a Monte Afario, che è fra i colli di Roma, anche se non rientra nei iette, il pii'l alto t aperto. S11l largo oltipia,I() vi sono vi'lle, c'è l'Actadnnia Littoria dtll'O. N. B., e insieme cast di contadini e di operai, f>trlo più rosa, a uri piano, umpre piccoliuimt. 1'utto sommato, .\fo,rtt A1ario, ,eb,. ~ne ogni domenica i romani vi ,algano o migliaia, resta appartato td estraneo alla 1;ita romano. Scorie lt! trattorie che n·ano d'un nulla di11n.e da qutllt che n incontrano rn qua/sian" j>atSt italim10. A1onte Mario potrebbe risolvere in parte il prohlm,a che tot1ti romani si propongo110ogm' Stttt giorni: comt pos,ar la domenica. lrtt1tce ogni domniica le famr"glie salgono il colle nelle prime ort del pomeriggio, e col tram ddlt 11ot1tsono llltte di ritorno. Nienlt attira lasrù per trasco"ere bene la serata. C'è un piccolo cinema cl1t suono vecchi dischi per n"chiamare i contadini; qualcht gioco di bocce, qualche 01ttria. Ma allt ditci di Jtra a Montt i\1ario si donne. Il tram, che parte dalla rotonda davanti ai cancelli dtl Manicomio provinciale, porta via certi signori ci,pi t silt"ziosi. So,io i parenti che tornano da fli.n'tart qualche loro iriftrmo. MASSIMINO 1,.EO LONCANESJ - Direttore responsabile S ,\_ 1-:0ITRICE • 0\tNIUL:S,. • \111..Al'iO Propt"ittà arti,.tin t ltt1tnri1 rlwrvata. R17.7.0LI & C •. \n. ~r l'Artt dtlla Slampa. \lih,n.l RII.ZOLI & C'. • An. ~r l'.\r1t dtlll Sitmpa. \li\11'1<' FOTOGRAFICO • FERRANM "·
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