Omnibus - anno I - n. 13 - 26 giugno 1937

~ARMIBTJ BL_SSAMMO a. Ila stanza 22_1 dell_'llbte~ 1-.."celsior. Una voce cordiale disse d1 entrare. Aprimmo la porta a vetri e Tullio Carmin.at, ci venne incontro sorridendo e strinse la mano a noi rutti, comprnso il fotografo e il giovane aiutante che portava le lampade. Un cavalletto, una macchina folOgrafica, e due lampade fanno sempre una certa impressione. Anche un illustre attore che per anni è stato sotto ti fuoco dei riflettori di Hollywood non resta indifferente all'arrivo di due giornalisti, d1 due fotografi e d1 due lampade da mille candele. L'attore sedette sul sofà stile impero, cercando unn posizione che piacesse al fotografo; 1l fotografo, emozionato, infilò. la spina delle lampade nella presa clettnca dell'abat-jour. Si udi un colpo, l'attore ebbe un sussulto, noi ci guardammo negli occhi. L'aiutante del fotografo arrossi, sussurrando: t In solita ... abbiamo rotto le vah-olc . Tullio Carmmati ch'era già in posa con le gambe accav:tllate e la mnno destra appoggiata alla tcmp_ia - come. Giuseppe '.\1azz1ni - sbarrò 1 suoi occhi celesti e chiese con voce canora: Un corto circuuo, forse? accentuando le o•. Sì. un corto circuito. Grazie al nostro fotografo, forse l'H0tel Excelsior quella sera rimase al buio. Così cominciò la nostra intervista, e la fotografia che qui appare è stata presa alla luce del sole. UNA LIRI0A Dopo questo incidente, non ern facile riprendere la cordiahtb. del primo incontro. Tra noi e l'illustre attore esistevano cmquanta v.i.h-olc saltate. Solo dopo esserci avvicinati alla fotografia d1 Eleonora Duse che appariva dentro una cornice di cuoio, ~I caminetto, e aver chiesto: Èla Duse? ", ·rullio Carminati ritornò sereno e sorridente. Sì, è la grande Eleonora ·, rispose con un sospiro. La grande Eleonora, nella fotografia, era ~eduta in giardino e accarezzava un cane con la punta delle dita. Il muso del cane era coperto da una dedica sb,adtta m mchio~tro viohl. A ,·evamo osservato, sul tavolo, una gran- {... de ,catola d1 cuoio con le iniziali dcll'at4 torc, T. C., e il nostro pensiero dominante r era. d1 scoprirne ti contenuto. Carmmat1, forse, l'aveva intuito: l'aprì e cc la porse. Era piena di sigarette Mclacrino .. Ma la conversazione languiva. L'antico pnmo attore di Eleonora Duse, seduto languidamente sulla poltrona, ci venne in soccorso mostrandoci un libro. • Leggete la prima poesia, è deliziosa. È di una_giovane attrice ; ahana, mia canss1ma amica, che ho ritrovato a Roma iersera•. Prendemmo il libro e leggemmo la prima lirica, Primavera•, che finiva presso a poco così: Tu staccherai 1 petali delle rose e lt spargerai al vento •. Bella •, dicemmo. i Sì, è una lirica toccante•, esclamò Tullio. La conversazione cadde ancora nel vuoto. Un cameriere sopraggiunse con tre aranciate. Quest'arrivo animò la nostra seduta. Ci decidemmo. Quando arrivas.tc in America?• Tullio Carminati attendeva quella domanda e nspose con franchezza: • Nel 1926 •. • Credevamo nel ventisette•· Gli ;mni passano veloci e non se ne ha mai un'idea precisa. Sl, propno nel ventisei ,, soggiunse Carminat1 con un sospiro, lasciando scivolare la sua m.11110 dal W'acciuolo della poltrona. Stanco e disgustato del teatro partii, dopo una tour.,,tt in proV1ncia ..A·vevamo recitato Fiordalisi d'oro di Forzano, con un discreto successo. Ma ero malato d1 nervi e la tournù lunga e monotona mi aveva sfibrato. G1uns1 in America con poche migliaia d1 lire e qualche h.:ttera d1 presentazione. Non conoscevo l'inglese, eppure avevo una forte volontà d1 arrivare. Le pnvaziom mi spaven- ~~=~~0~h::;~ou:cc~:~r~1c~: ~t/;~r3b~~ gno, pieno c,oè da pretese•, esclamò ridendo. • Mentre recitavo con la Dusc, due anni pnma, avevo avuto un'offerta da Schenk, un americano. A Ncv. York hu presentato a molta gente, dovetti fare molte visite e fingere di capire quello che mi dicevano. La sera, dopo aver trascorso la giornata a udir parlare una lingua che non conoscevo mi addormentavo sfinito nel lctto,col ca~pello in testa .. FJllalmen.te. Schenk, di~ rettore degli Artisti Assoc1at1, manto d1 .'.'forma Talmadgc, mi scritturò per un film. Era il tempo del film muto. Guada- ~nai trentamila dollari: una cifra. Ma a quei tempi il danaro correva, si credeva molto alla fortuna e restai prcs_to senza danari. Il pnmo film che interpretai fu ll pipùtrtllo, poi la Principessa Tu Tu, m.3 non mi rinnovarono più il contratto. Finalmente ritornai sullo schermo con Virginia Valli, nel film Follie di pa/cosctnico. Non conoscevo ancora J'rnglese e dovevo servirmi dell'interprete. Po,, con Florcncc Vidor, interpretai Luna d1 mitlt e infine 1 1'rt peccatori con Pola Negri. DISOCCUPATO ~la in quel tempo sopraggiunse 1I fil~ '\Oro. I primi film d1 Al Jolson atu1o una grande folla. Vedevo tramonmia c,1,rnera.; ma non volevo ccd~rc. .nove mesi m ozio. Stud1a1 I ml .. ti r Tallio Cumlntl alPAlbtrgo Esctil1lor gJesc, e l'inglese finalmente mi .s~occiò ..In quel tempo morì Lido Manem, in un mcidcnte d'automobile, quasi tra le mie braccia. Eravamo nel '28. Lasciai Hollywood e andai a New York. ;\,1i avevano visto a Roma con la Duse e fui scritturato per un giro di rappresentazioni. Lavorai a Detroit, Cleveland e Pmsburg, nella commedia Al tempo della Rtp"bblica. Piacqui, forse perché ero straniero e portavo un'onda dt freschezza, come una finestra che si apre su una stanza chiusa. Andai a :-.:ewYork verso la fine di dicembre del 1928. :Vlolta neve e pochi denari. ~on c'è città più crudele d1 quella, per uno straniero quando si trova solo e senza mezzi. Conobbi Robert Edmond Jones, il tecnico del primo _film a co.lori, La C11caracl1a. :\la non m1 parlò di lavoro. Un giorno, improvvisamente, ric~vetti una lettera di un impresario che m1 voleva vedere. Jones gli aveva parlato d1mc. Era il più grande impresario teatrale di New York. :vti dette da leggere tre lavori. lo scelsi Strettamtntt disonorevole. Debuttai m un sobborgo di .'.'tew York nel '29. Ottenni un enorme successo. Poi, il 18 settembre, finalmente a New York. Successo strepitoso. 11 pubblico credeva che mi accompagnusi al piano, mentre io non so suonarlo; la mia voce aveva un accento esotico. Rappresentavo la parte dell'italiano che h.a successo con le donne, cosa rara sulle scene del teatro americano. li lavoro durò per settecento venticinque rappresentazioni. Da New York passai a Londra col medesimo lavoro. Ma la commedia era troppo americana per piacere ... » Tullio Carmina ti è stanco e beve un sorso di aranciata. La stanza è piena del fumo delle sigarette Mclacrino che egli cortesemente c1 ha offerto. S1 alza e apre la finestra respirando a pieni polmoni. •Aria di Roma , esclama, e guardando in basso: • La più bella strada del mondo». RICCHEZZA , Alla fine del '32 ritornai al cinema. Mi offrirono 1500 dollari alla settimana. Una somma. Accettai, Cosi feci il mio primo film parlato. La mia compagna era Ann Harding, e 11 fiim si ch_iamava La donna galanu, ricordate? Poi girai iWoulin Rouge eon Constance Bcnnctt •. Simpatica, Constance Bennett •, dicemmo. SI, Costanza è una cara ra~azza; una carissima amica; un carattere sincero, una donna che dice "vai al d1avolol" appena un uomo le è antipatico. S'era fatte molte 111imic1z1ce appena si seppe che dovevo lavorare con lei ricevetti un sacco di lettere anonime. "Sarete infelice", scrivevano, "è una vipera. Perderete la vostra pace, vi farà impazzire". Invece Costanza fu una cara amica. Sapete, bisogna saperle trattare, le donne. Esse ragionano c~i sensi e bisogna avere una certa cortesia e non chiedere a loro quello che non possono dare. È un'arte facile, ma anche qui bisogna avere una disposizione naturale•. • E Pola Negri?• gli chiediamo. Una donna straordinaria. Siamo rimasti grandi amici, ottimi amici. "È un diavolo!" dicevano, "picchia, è esigcnt1ssima, e piena di ripicchi e di civetteria!" •No», dice Tùllio battendosi le ~ani sulle ginocchia. • Pola è una cara anima. S1 è fatti molti nemici, questo è vero, ma l'amo sempre. È una donna ~cncrosa, che getta 11danaro con molta facilità. Nel '28, quando la conobbi, gua~agnava 7000 dollari alla settimana e li spendeva tutti. Aveva alle dita smeraldi grandi come uova, e castelli a Parigi e ville a Cannes. I .soldi non bastavano mai•, sospira Carmmati, alzando I suoi occhi celesti al cielo.• Molta gente mangia su di noi! Prima di tutto il 10% va al manager, poi le tasse, che in America sono altissime: il 40% dei goaI ( CAPRICCIO ) COL DICCI-I/ERE ,n mano, giriamo da me:n'ora sotto il Portico dello stabilimento di .Montaatini, con lo stomaco che ,m,ggisu . Un n,onnt prete pasuggia 1u e giù con la 110stro sttsso preoccu/)(Jzio11e.L'orche1tra intona uno ,narcia di Suppi ~ farci coraggio. I l,n; 1tori d'acqua prtsta110 una atten::ione t.,aga alla mutico. L'acqua posso, non dubiti: sartbbt il primo In·•, diu 11ntait a una grana signora. La grassa signora sorride, Poi ingorga u11bel bicchitr011td'acqua, con un geslo nsoluto. Osservandola, par di vtdere l'acqua passare ptr /a sua gola ,•mto come una cavtrna, corrtrt giù a torrtntt nel largo stomaco rosa, t imiondare le buddla. Un sùtnort magro, color zafferano, dagli occhi cerchiati di nero, t,·tstito come 1'111000 trmf'anm fa, siede al tawlo con l'aria 1icurn di chi sa con certt::za che le acq11t tolgono dieci anui d'addosso. Un amico gli passa accanto e gli clilede: Q,mnti bicchieri1• Finora nOvt"•, risponde il sig11ort magro col to,io cli chi t ob1t"ato a raddoppiare quel mm1ero. TrQt.,oqursti- app1mti su un mio taccuino, e ripnum,do a J.1onttcatini, uopro che non vi t sfondo, motiw, soggetto più bello, ptr un film co,mco, di Montecatini Tenne. Ricordo du Char/ot /tee, anni fa, un film (Cura d'aC:que) che si svo/gn;a in uno stabilimento di acque purgative: un fibr1 btllistimo. .\1onttcatim non ha bisogno di un grande attore CQtnt Charlot, non ha bisogno di attori CO· m,l'Ì: il l11ogo1ttssofa da attore. Rieordo I giardinttti p11liti, le belle aiuole fiorite, le Mst pubbliche a paltrono, le belle cameriere che riempiono i cahci, e lt fontane coi tritoni cht gettano acqua purgatit.·a, e la ghiaia nuova che stride sotto i pasti dn" grassi preti che passeggiano col bicchitrt in pug,io, ~ gli oggetti ricordo, t i /otogro/i: .\1011ttcatm1, oasi ridmtt e pettinata sotto 1/ sole d1 agosto. Silenzio annaffiatrici tui t'iali dturll, 1mpo1tt 1ocd1ius;· l'acqua gorgoglia nello 1tmnaco di migliaia di villeggianti, ,un· 111ilett,nl candidi degli olbtrghi senza mosche. Ricordo una umamtd di uomini panciuti, sui Clnquant'am11,con l'occhio spento t il 11asoluttro: t donne p1Ctolt e grasse, donne di campagna con_l'ab110d. , uta lucida t le scarpe di scror~ dai tacchi stor11; e commendatori, commendaton fin che se ne vuolt, con gilè bt"ancot le scarpe col crocchio. P. a ,Wontecatini cht ti dà app,mtarntnto la prot:incia italiana. E a ,\1onttcot,ni che s'mco,itrano gli uomini col gilè t lt mutande 11111ghe, t la cattna d'oro con la 1terlma; i a J\lonte<:otiniche un regiita da/J'occ/110svtlto può scoprire perso,iaggi straordmari, pitm d, r.aratttrt, t:ert, t un gtstfre schietto. Gente come q,.,ella che s'incontra al Tttt11ccio, non ti w,le tutti i giorni, riunita tosi o congresso per uno steuo scopo, t m uno ifondo co1ì gmuino. Ed A a .\1onucatini clit questi uomini straordinari dalle puanti mani, che que1ti campioni del lot.-oro t dell'onestà, si conctdono il pitutre di u,i'tnn.:tnt11ragalante. Karlen• Di•irich, Lublt.toh • Jlanhall In 0,111 Hdat& di afliatamuto per il film 11 Angelo" dagni. Tutti gli attori in America preferiscono guadagnare meno di 100.000 dollari all'anno, perch~, oltre questa cifra, le tasse salgono al 6o% ». ,. , Avete conosciuto Greta Garbo?• Carminati socchiuse gli occhi, li riapri e sospirò:• "Tuuu-1111-ioo", cosl mi diceva Greta Garbo, quando mi vedeva. Ero un buon amico suo. Ci incontravamo in casa di Emi) Jannings, con il povero Gilbert. Ci vedevamo spesso. Era una cara amica. ,Veniva di sera con grandi decolletis, e appena seduta si toglieva le scarpe. Greta Garbo è molto strana, ma tanto simpatica. Forse non ha una grande cultura, ma ha un intuito straordinario. Nella conversazione è semplice, si rcrlde conto di tutto, è come una bambina•. , Come si passa il giorno a Hollywood, quando non si lavora?, domandammo. • Si fa molto sport, ma la vita è assai noiosa. Non si fa che parlare di cinema. Tutta la città è piena di gente di cinema, non ci sono teatri, concerti, esposizioni. Non si sa che cosa dire nella conversazione e si finisce sempre col parlare delle scene girate durante la giornata. C'è solo il danaro e della noia. Ma la maggior parte degli attori non sa nemmeno di annoiarsi!, • Lei, fra gli attori italiani, è st~to i.I più fortunato•, dicemmo. • Siamo s1cun che qui, per ~trada, tutti la riconoscono•· • No in Italia mi hanno dimenticato•, rispos~ l'illustre attore. • Forse all'estero sono più noto. Mi ricordo che a Londra, una sera con un mio caro amico italiano, usciti da 1 l teatro e saliti in automobile, la folla ci circondò: "Tullio, Tullio", tutti gridavano e agitavano i fazzoletti e mandavano baci a distanza. Il mio amico era stupito e quasi non si rendeva conto che salutavano proprio me. e A Montecatini, tempo fa, ero in gi_r~ per visitare gli stabilimenti, qu~n~o v1~1 venirmi incontro un gruppo dre giovani. Erano studenti in medicina, guidati dal loro professore che illustrava i monumenti della città. e A un certo punto, fermandosi vicino a mc, il professore disse: "Ora vi farò vedere un monumento in carne ed ossa, un monumento vivente, Tullio Carminati, il grande attor••. . . . . • Tutti mi circondarono stup1t1 e m1 nvolsero domande e mi chiesero autografi che segnai nelle loro tessere d'università. Soltanto uno fra essi, che mi guardava stupito,si rivolse a un compagno e chiese: "Ma chi è?" ,"Mah, non si sa", rispose il compagno, e mi volsero insieme le spalle•· O"ital Ieaie, eou u abito di eellorau,1&d11nta 1111.1 poltrona appoilt.ameu\41 ooa\nilta per -uouaclv.pare il ,utlto ( Nl/01'1 FILAI ) IL PECCA DI LILIAN DAY SE ABBIA:\1O capito bene, questa grigia e fat.1cos~s. toria \'Orrcbbc rappresentare la rivalità tra una madre e una figlia: nvalità che, si scopre poi, non esiste; la madre anzi ha semp~e sognato la felicità della propria figlia. C è di mezzo un padre, un fidanzato, un s~- condo fidanzato, la guerra europea, e, m fondo al film, un matrimomo. Raccontare per filo e per segno l'intreccio non mette il conto, tanto più che non riusciamo a ricordar la vicenda e non sapremmo dire nemmeno, per esempio, di quale grave peccato si sia resa colpevole L1lian Day. Ma ogm film, anche se mediocre, o J)4!Ssimo, come ci è parso questo, presta sempre occasione a qualche rilie,·o. Specialmente quando si tratta d'un film americano. È pur vero che di americano quest'opera non ha nulla. Potrebbe essere stata girata in Francia, o in lnghÌherra, o in Polonia, con eguale risultato. Qualche volta gli americani ci mandano di questi film senza pretese, forse credendo di contentare un pubblico internazionale e particolarmente europeo. E non si accorgono invece che sono denari buttati via. JI pubblico preferisce quei film do,·e i caratteri nazionali del paese di origine siano evidenti e riconoscibili. ln questo film, due cose ci hanno in qualche modo interessato: la regìa e l_a recitazione degli attori. Riguardo alla pnma, essendo il re~jsta una donna, e precisamente ;\larion Goering, il film non poteva non risentire di una direzione minuziosa e sdolcinata. Mewamo pure che 11 soggetto contasse qualche cosa, ma que,lla predilezione per ambienti signorili e mcolori, quegli .abiti femminili sempre eleganti, tutti quei fion sparsi in ogm stan_:za sopra i mobili, e quel tono gencnco sch1z.- zinoso, inzuccherato, che rende opaca o{(ni azione, scialba ogni parola, rivelano una mano timorosa, affezionata alle strade piane e senza ostacoli. Una mano, insomma, di donna. .i! avvenuto, in questo film, quel che di solito succede nella letteratura e nelle al~ tre arti, quando le donne ci si mettono. C'è in esse un modo di veder le cose che vuol imitare quello maschile, ma non fa che attenuarlo, ammorbidirlo: una specie di tenerezza, una paura di far del male, un pudore scontroso. Si pensi, rcr esempio, a come le donne rappresentano I loro personaggi mas..-:hili, f protagonisti son sempre belli, intelligenti, profondi, nobili. ~ raro che non abbiano occhi lucenti e sguardi penetranti. La tenerezza nel descriverli non cede mai a sentimenti diversi. Parrebbe che chi scrive li abbellisca nella memoria. Insomma, sincerità e verità non son davvero qualità propriamente femminili. Guai, anzi, quando le donne si mettono sulla strada della sincerità. li peccato di Lilia" Day, dunque, è pieno di quei difetti che son propl"l delle donne: è condotto con una pulizia e un'accuratezza da buona madre di famiglia che scriva le proptie memorie. Ora, m fatto di diari e memorie, le cose che le donne possono raccontarci sono quasi sempre noiose e monotone. Marion Goering, regista, ama i gesti composti, le parole dette sottovoce, gli sguardi espressivi: ha un'immagine della società, per così dire, salottiera. Non esiste per lei la natura, il paesaggio, ma interni di case, camere da letto, sale e salotti, dove i protagonisti, illuminati dalle luci tenui dei paralumi, parlano seduti intorno ad un tavolo da tè e si dicono cQse amare e tormentose, bevendo un bicchierino di liquore. T-oppo poco per fare un film. Ci sarebbe ora da dire della rec1taz1onc degli attori. Ruth Chatterton, nella parte di madre ancor giovane e attraente, sembra voglia difendere più se stessa che la sua eroina; vogliamo dire che i suoi modi equivoci e melensi, come il tener bassi gli occhi e spalancarli poi improvvisamente sulla faccia dell'interlocutore, son proprio di una donna imz1anotta, che cerca di piacere ancora, e di parer bambina senza riuscirci. Marian Marsh, pur essendo una figura di secondo o terzo piano fra le aurici di llollywood, avrebbe qualità per godere un.i maggiore considerazione. Un volto fresco, occhi chian e ingenui, e un corpo magro e aggraziato. Nel suo Delitto e castigo (•Ho ucciso•) Sternberg ne aveva fatto una Sonia che aveva molto più della Marlene di Arrgelo A.n11rro, che non della •prostituta santa• di Dostoievski. In ogni caso, l'attrice s'era prestata a recitare una parte non adatta, e l'aveva fatto con intelligente impegno. Qui invece non fa che indossare abiti da sera. Dei protagonisti, tre o quattro, ci dispiace di non poterne parlare . .!. on ricordiamo i loro volti e nemmeno i loro nomi, fatta eccezione di Lionell Atwill, che è un attore abbastanza noto e che non abbiamo dimenticato per via della sua strana rassomiglianza con Guglielmo II di Gcrmania. MARIO PANNUNZIO

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