UN LE0I0NARIO FERITONEL B0800 PRI:Sa-0PAL.!.010DE IBARRA DIEGCIORNI IliBATTAGLIA PARTII PER IL FRONTE la mattina del cinque marzo. Al Cuartel General mi avevano dato un salvacondotto e bianco». In un altro comando mi dettero una carta topografica e un itinerario scritto a lapis. Si trattava di arrivare ad Arcos dc Jal6n, passando per Valladolid, Aranda de Duero, El Burgo de Osma, Almazan, Medinaceli : in tutto 41.j' chilometri. Con me vcniv.tno due operatori e due fotografi. della e Luce:,, Durante tutto il giorno, avev'amo incrociato e sorpassato colonne di camion, autotreni di artiglieria, e banduaJ di volontari italiani inquadraci nel T ercio. La sera ci fermammo in una fonda. Era la fonda di Solinas de Medinaceli, Qui mi riunii ai giornalisti italiani. li giorno dopo fummo ricevuti al Comando di Arcos de Jal6n. lJ Comando era all' Ajuntamento. Il ]e/e de Estado A1ajor ci ricevette nel despacho del su"ior Alcalde. Era una stanzetta piccola con una stufa nel meuo. Fu qui che ci venne spiegato il piano della battaglia, che aveva come ~~~~~!~~ d~u~:J~l~~a, a quaranta Il colonnello ricapitolò brevemente la situazione. Le truppe del generale Franco avevano condotto quattro sanguinose offensive su Madrid. L'ultima era stata quella del Jarama. Con la offensiva di Guadalajara le truppe legionarie dovevano far crollare a ter- ~o il fronte sud. Così l'offensiva sul Jarama avrebbe po~uto riprendere. Il Comando disponeva di quattro divisioni, di cui due sarebbero state impegnate e due tenute in riserva. L'attacco doveva cominciare il giorno 8, alle sette e mezzo della mattina. La prima divisione era in quel momento in marcia verso le linee. La seconda divisione, autotrasportata, doveva aspettare lo sfondamento della linea, a cavallo della Carretera de Francia, che parte dalla frontiera francese di Hendaye 1 passa per Saragozza e arriva a Madrid e a Bare~~- Alla destra dei legionari, dovevano gire truppe nazionali, tutte con obbiettivo Guadalajara. Alla sinistra dclfà Carretera invece non c'era ne~uno. Tuttavia, la prima divisione, quella a piedi, in prima linea, dopo aver attaccato e rotto Io schieramento nemico, a partire dal bivio di Almadroncs, doveva passare alla sinistra, sistemandosi sul coNo del Rio Tajuiia, e coprire il fianco della df'isione autotrasportata, che uoveva proseguire per lo sfondamento in avanti SOTTO LA NEVE gionario riseivò a una compagnia di requetés, appoggiata a una compagnia di carri d'assalto, l'onore di entrare per primi nel paese. Io fui con quella compagnia, insieme con il capitano legionario Salvoni, che da quindici anni abita la Spagna. Entrammo a piedi tra le ultime cannonate: non c'era più nessuno. Si fece un prigioniero, un mitragliere del battaglione « Alijanle Rojo •• rifugiato in una buca, tutto sporco di sangue. Altri prigionieri furono catturati nel paese : in tutto nove, dello stesso battaglione nemico che aveva resistito bravamente due ore, prima di riempire i camion e fuggire verso Guadalajara. La divisione continuava intanto l'azione sulla Carr~tera. Faceva freddo, cinque gradi sotto zero, e pioveva. Le truppe avevano marciato tutta la notte sotto la neve. In 1 uclla giornata 1 le operazioni furono orse un po' lente. Ma la cosa ~ ormai giudicata. Si trattava di incontrarsi col nemico, e il nemico aspettava. Ci furono forse otto chilometri di avanzata. Si trovò che il ponte di Mirabueno era stato segato. Questo costò l'arresto della divisione autotrasportata. Il secondo giorno, il g marzo, entrarono in azione i carri russi. Ne furono catturati cinque, prima del bivio di Almadrones. Al bivio di Almadrones, la prima divisione lasciò la Carrelera~ e andò verso Brihuega. Prese Alaminos, Cogollor, Masegoso. Sulla Carretera si arrivò a tarda 'sera, al famoso bivio del ehm. 83. Il 1 o man:o, dentro la nebbia, la divisione, che operava a sinistra della Carretera, occupò Valderebollo, Barriopedro, Villaviciosa, il Monumento, e la stessa Brihuesa, Il gruppo e Banderas De Franc1sci :, sorprese la guarnigione di Brihuega nel sonno. Brihuega fu conquistata brillantemente, e con essa molti prigionieri. Qui i legionari si accontentarono di chiudere nella chiesa forse cento cinquanta persone, fra quelle che più si erano compromesse col Frente popular. Troppa gente sospetta si aggirava a Brihuega. Tutto il contrario che a Mirabueno. Insomma, Brihuega si rivelò in seguito piena di spie. La maestra del paese aveva un telefono in casa, con questo comunicò coi rossi, finché non la colsero sul fatto. Aveva dato l'indicazione esatta della residenza del generale di divisione. L'ufficiale uscì dalla casa in tempo per vedersela distruggere, alle spalle, dalle bombe. Tra Brihuega, il bivio del ehm. 83, e la Carretera de Francia si stabilì il giorno r 1, il collegamento. Fu ~na L'attacco si ~a.t'ebbeiniziato dal chilo- gio.rnap molto dura. Dal camoanile di metro 110 della Carretera: ad Al- . ~riqueque, gli osservatori dell'artigliegora. Lì, a qualche chilometro comin- ria rossa segnalarono le posizioni esatciava una prima copertura di truppe te dei camion e delle batterie, sulla rosse: fra Mirabueno, Triquequc e Carretera e nei campi, da un lato B:-ihuega. Dietro questa copertura di e dall'altro della strada. Molti camion qualche migliaio di uomini, c'era il vennero colpiti; qualcuno s'incendiò; grosso. Era concentrato tra Tarracena uno, che era carico di rnunizismi, espioe Cuadalajara, forte dei battaglioni lo- se. L'aviazione, che sino a quel mocali di miliziani e di ventimila uomjni me":to n?n era esistita per il tempo delle brigate internazionali. Il coman- catuvo, s1 alzò nel campo avversario. I dante r0!,50 era il generale Miaya, il caccia rossi, las ratas, arrivarono sulcomandante degli internazionali Kle- la strada in mezzo alle nuvole, e si ber. L'aviazione rossa disponeva dei abbassarono a mitragliare le colonne campi di Madrid, AJcali de Henares, dei camion. Solo gli anticarri tennero e Guadalajara, tutti forniti di piste ci- loro testa. Intanto la nostra avanzata lindrate. L'aviazione legionaria era a aveva intimorito il comando francoSoria e ad Almaz3.n, campi improvvi- russo deglì internazionali. I battagliol-ati e senza piste d'asfalto. L'armamcn- ni attaccati fuggivano verso Guadalato rosso era buono, fucili 1 armi auto- jara. Le truppe che avevano presidiamatiche, antiaerei e anticarri, carri di to la linea per mesi e mesi venivano assalto pesanti russi con cannoncino, e disarmate, insultate e passate alla rebatterie a tiro rapido francesi, spagno- troguardia per < menguado espiritu le e cecoslovacche. combatiuo >. 11 piano legionario !!i cominciò a svolgere regolarmente. La mattina dell'8 marzo, ottantasei pezzi di artiglieria aprirono il fuoco alle sette e mezzo contro le posizioni rosse, e lo continuarono fin verso le dieci. Da quel momento, e sino alla fine de11a battaglia, ,;eguii l'azione ora per ora. La storia della prima parte della battaglia è anche troppo conosciuta. Mirabueno fu presa nella mattinata : il Comando leXLEllER E DIMITROFF Solo il 10, i soldati, arrivati da Madrid nella mattinata, ostacolarono alla meglio la nostra avanzata. Assistetti all'interrogatorio dei prigionieri. JI battaglione « 1vladrid:, era stato decimato. Il battaglione dei « Leones Rojos:, aveva mollato le posizioni. Il generale Pozas era stato destituito sul campo. Dei ventidue carri d'assalto russi, nove erano rimasti in mano ai nazionali. Il famoso battaglione Dimitroff, con il comandante in testa, aveva ripiegato disordinatamente. Kleber lasciò il suo comando di Tarracena e si portò sotto le linee in tempo per vedere la fuga dei suoi. La confusione era enorme. Le dotazioni di cartucce di molti battaglioni erano rimaste nelle nostre mani, con fucili di ogni tipo e calibro : messicani, francesi, cecoslovacchi, spagnoli. Frattanto da Guadalajara arrivava sulle linee la < 50° Brigada Mixta >; da Madrid, in camion, le brigate internazionali, la X, la XI, la XII, con i loro comandanti; il generale Lukas;, i battaglioni Thaelmann, Marty, ecc., e tutti venivano lanciati nella battaglia. Era il meglio delle truppe dei rossi. Il giorno 12, i nostri erano arrivati al ehm. 80, trenta chilometri di avanzata sulla Carretera. A Brihuega si erano consolidati sulle posizioni. La lotta si scatenò furibonda nel Basquc. Nel bosco, e a Palacio de Ibarra fu speso il meglio sangue legionario, 'con episodi di indomito valore. Il 13 marzo, gli internazionali tent<1.rono il primo contrattacco in forze. Le posizioni erano le seguenti : una divisione a Brihuega; intorno a Palacio de Ibarra si batteva il gruppo « banderas Fr;ncisci :, ; la divisione autotrasportata, lasciati i camion, aveva occupato Triqueque. Alle dieci e mezzo della mattina, i rossi arrivano sulla strada di Francia, investono Triqueque. L'aviazione rossa si alza. Cinque incursioni di caccia nella giornata. Durante l'ultima incursione, finalmente nove caccia legionari riescono a levarsi in volo da un campo allagato. Impegnano il combattimento contro venti apparecchi bolscevichi, ne abbattono quattro. Gli a!tri fuggono. Alle ciuque del pomeriggio, le posizioni erano tutte tenute d,,i nostri. AJ!e sei, il nem.ico riesce a fa1ci ripiegare da Triquc 1ue, ma subito dopo riprendiamo di orza il vilhggio. Alle sette, si ristabiliscono le posizioni. Alle sette e mezzo, nuovo e più furibondo attacco nemico. I rossi riescono ad arrivare sulla strada di Francia, tagliano fuori Triqueque. Dentro Triqueque, rimane il gruppo banderas del colonnello Martini. Allt· otto, i1 gruppo Liuzzi, che opera sulla strada, riaggancia Triqucque. In Triqueque, il gruppo Martini si è battuto meravigliosamente. ln un cont:attacco, insegue i rossi su per le colline-; punte di legionari arrivano a due chilometri da Torriga, circa al 70° chilometro. Alle venti del 13, Triqueque è definitivamente nostra, i ros~ si sono in fuga disordinata verso Guadalajara. La linea è ristabilita, eccetto Palacio dc Ibarra. I legionari sono stremati di fatica, morti di freddo, e si trascinano con i piedi congelati, passando la notte dietro le mitragliatr:ci. 11 giorno dopo, alle dieci e mezzo, la divisione basca del generale e Barba elettrica » viene comandata al cambio sulla strada di Francia. L'altra divisione di riserva passa a dare il cambio nella \onca di Brihuega. "BARBA ELETTRICA" Andai a vedere il cambio delle divisioni sulla strada di Francia. Conoscevo il generale e Barba elettrica > da Neghelli. t un uomo che in guerra, al comando di un plotone come a quello di una divisione, è in testa alle truppe. I fanti venivano da TriquequeJ dopo sei giorni di combattimenti, dopo sette notti passate all'addiaccio, alcuni reparti dopo qualche giorno che non avevano ricevuto viveri. Lasciavano la linea strascicando i piedi sulla strada battuta dall'artiglieria. Molti piangevano volgendo lo sguardo a Triquequc. « Perch6 abbandonare il paese?:, domandavano. « Perché lasciare le posizioni? Abbiamo vinto». Avrebbero rinunciato al cambio, a tutto, pur di continuare il combattimento. 11 Comando decise di evacuare Triqucquc, perch6 il cambio di due divisioni sulla linea di fuoco rappresenta un momento di crisi. Le linee furono portate un chilometro e mezzo al di qua dell'abitato. Su quelle lince, ci rafTor-Lammonei giorni ')Cguenti: il 15, il 16, il 17. Tre giorni, in cui « Barba elettrica » fece costruire trin•ce e reticolati, dispose '\aggiamentc le artiglierie, le mascherò e re~ le sue posizioni saldissime. Si aspettava l'attacco dei nazionali -,uJ Jarama. Ora io non so se si attaccò ~ul Jarama. Mi dis,;;cropiù tardi che i nazionali avevano attaccato, ma, per le piogge, non erano riusciti a passare. Certo si è che gli internazionali rimasero sul nouro fronte, quello di Aragona, vi si ordinarono, vi si rafforzarono, vi crebbero di numero. I duelli di artiglieria e di aviazione continuarono, ora per ora. ~oi bomb,udammo Triqucque, essi bombardarono le nostre colonne. Il 18, i rossi attaccano in forLe, in uno sforzo disperato. L'attacco cominciò verso mezzogiorno, si ripetè alle due, alle quattro, alle ,;ei, alle otto di sera. Durante i giorni precedenti, avevano lavorato molto di propaganda con manifestini in italiano e altoparlanti nella notte. Brihuc~a si trovò invasa di manifestini. I soldati li portavano agli ufficiali. Gli altoparlanti, la notte, invitavano a deporre le armi. T soldati rispondevano a fucilate. Quando venne l'attacco, era un pomeri~gio di pioggia e vento. Qui.lrantaquattro aeroplani rossi arrivarono sulle nostrr posi~ioni a Brihuc$"a : bombardarono e mitragliarono. Gli apparecchi legionari rimasero inchiodati nei ca,npi allagati. L'attacco nemico, sulla strada di Francia, non portò a nessun risultato. « Barba elettrica :, lasciò entrare i carri russi e le fanterie nemiche fino nelle nostre linee : quelli vennero demoliti dal!' artiglieria leggera, queste dalle mitragliatrici. A Brihuega, il gruppo baudera del colonnello Frezza1 posto in testa alle truppe, accanto alla bandiera, dovette sostenere quasi tutta la furia dell'attacco. M:artoriato dall'artiglieria, dagli aeroplani, dalle armi automatiche, dovette ripiegare ordinatamente dietro Brihuega. Ma la situazione era salda, e non si a~pcttava che l'ordine di riprendere l'avanzata, con l'appoggio delle riserve che si addossavano nell'immediata retrovia. "MA NON SAREMO SOLI" Invece, la mattina dopo, venne l'or. dine di ripiegare per tutti. Anche e Barba elettrica » dovè ripiegare, lui che non aveva perduto un metro. Durante la battaglia, le sue artiglierie avevano sparato a zero. Si erano trovate, nei campi, con il nemico alle spalle sulla strada. Avevano continuato a 5parare. Il nemico sulla strada era stato poi liquidato dai fanti alla baionetta. Mi ricordo la mattina del 19. Era la mattina del ripiegamento. Per chilometri e chilometri, risalimmo le colonne dei camion che venivano indietro nel silenzio. Quella gente obbediva, e non parlava. Uscimmo fuori dalle lince, verso Brihuega. Non c'era ne$.,uno. Non c'era nessuno davanti, neppure sulla Carretera di Francia. « Barba elettrica>, verso il tramonto, uscì con le autoblindate e arrivò a Cajanejos, uno dei paesi evacuati nella m:ittinata. Aveva •:1.puto che era rimasto lì ,il materiale Ji un ospedale da campo 1 alcune cassette di munizioni. Andò a riprendersi tutto. A Brihuega non c'erano strade asfaltate, e nel fango era rimasto un po' di materiale: qualche camion, che si era affondato nella melma o rimasto sc·--.zabenzina, alcuni pezzi. Un capitano d'artiglieria, che aveva dovuto lasciare durante il ripiegamento due pezzi nel fango, tornò indietro con un trattore qualche ora dopo, e si riportò a casa i pezzi. Che più? Sistemate le nuove linee, e sempre nel territorio da noi conquistato e tenuto 1 i rossi non si fecero vivi fino alle 7 di sera del 19. Avevano avuto un colpo che li aveva stremati. Il giorno dopo, il 20, sulla linea di Alaminos, attaccarono, soltanto per lasciarci dei prigionieri. Quanto a « Barba elettrica:., annoiato della storia degli altoparlanti, che continuavano a berciare tutta la notte, si mi"e in testa alla banda della sua divisione, e con un gruppo di ufficiali uscirono tutti dai reticolati, Davanti ai reticolati, suonarono la ;\larcha Gra- ,iadera, poi cantarono < Giovinezza », e All'armi» e il « Piave ». ln piedi, tutti, e i feriti sostenuti sotto le ascelle dai compagni. Dei rossi non si seppe più nulla. Tornarono a Madrid, la maggior parte, e i capi si decretarono il trionfo. Avevano avuto cipque volte il numero dei nostri morti, e avevano perduto venti chilometri sul fronte di Aragona, ma comunque la sprculazione com.inciò. I legionari ebbero il cambio, poco alla volta. Il gruppo De Francisci vi fu forzato, la divisione di < Barba elettrica> fu mandata sul fronte basco di rincalzo. Quando partì il gruppo Martini, ero alla forida di Medinaceli, a tavola, con gli ufficiali di artiglieria di e Barba elettrica :,. Si sentì una banda: andammo tutti fuori. li gruppo Marti:1i1 lacerc 1 barbuto, incrrJstato di fango e di sangue, ma con le armi lucenti, sfilava davanti al suo comand::mtc prima di raggiungere la tradotta, e quella suonava : « :Ma non saremo soli :.. Andavano a rivendicare in Bii.caglia il valore italiano. G. G. NAP0LITANO Gli altri« Rapporti:, dalla Sj>agna di G. C . .\"apolitano, sono stati pubblicati nei num. 9, 10, , 1 e 12 di «Omnibus>. I a t t e burr l'allmento p ù 1tradlto più nntrlente p l ù s a n o • --• I
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