Omnibus - anno I - n. 13 - 26 giugno 1937

e e li s " " 1T :, n •r ·o o n, O! e h n DAGtI OCCHID·' ABGEDTTO CAPITOLO I w]l AVEVANO detto che l'uomo che cercavo viveva in un certo isolato di • Turk Strect, ma il mio informatore hot\ aveva potuto darmi il numero della casa. E fu per questo che in un pomeriggio piovoso, tardi, me ne andavo ispezionando quel tale isolato, e suonavo a tutti i campanelli ripetendo questo dis(.orso: • Faccio parte dell'ufficio !~gaie \Vellingron e Berkcly. La settimana passata una nostra cliente, una signora attempata, fu gettata a terra da un tassi e gravemente fenta. Fra i testimoni dell'accidente c'era un giovane di cui non sappiamo il nome, ma che ci hanno detto vive da queste parti•. Poi descrivevo l'uomo che cercavo, e terminavo: • Conoscete nessuno con questi connotati?• In rutto il casamento a destra della strada, la risposta fu sempre la stessa: •No•• •No•,• No•. Attraversai la strada e cominciai dall'altra parte. Alla prima porta, • No•, • No• alla seconda, alla terza, la quarta; alla quinta ... La mia prima suonata rimase senza risposta. Dopo un poco suonai ancora. Già pensavo che ìn casa non ci fosse nessuno, quando la maniglia girò lentamente e una ,·ecchieua aprl la porta; una vecchietta esile, con gli occhi sbiaditi che ammiccavano benevolmente dietro gli occhiali cerchiati d'oro; reggeva un lavoro a maglia, grigio. • Buona sera•• disse con una voci°" sottile e amichevole, •spero che non vi avrà dato noia aspettare: vado sempre a guardare chi è che suona, prima di aprire la porta ... Sapete, cautela di vecchi •· • :\Ii dispiace disturbarvi•, mi scusai, •ma ... • Non volete entrare?• • :'.\'o, desideravo soltanto un'informazione•· • Vorrei che entraste•• disse. E poi aggiunse con comìca severità: • Sono sicura che il mio tè si sta raffreddando•. Mi prese il soprabito e il cappello, bagnati, e per uno stretto vestibolo la seguii fino a una camera poco illuminata, dove un uomo, al nostro ingresso, si alzò in piedi. Anche lui era vecchio, ma forte, con una barbetta bianca che scendeva su di un panciotto bianco molto inamidato. • Thomas •, gli disse la vecchietta, •questo è il signor ... • • Tracy 11, dissi. Era il nome che avevo già dato agli altri abitanti dell'isolato; ma questa volta nel dirlo mi sentii arrossire perché quella non era gente cui si dovesse mentire .• Il loro nome, seppi, era Quarre. Lei lo chiamava Thomas; ogni volta che gli par• lava si riempiva la bocca di quel nome, come se ne avesse un gusto piacevole. Lui, invece, la chiamava sempre •cara•• e si alzò due volte per accomodarle un cuscino dietro la fragile schiena. Prima di farmi ascoltare dovetti bere una tazza di tè e manglare alcuni pasticcini. La sig~ora Quarre disse qualche pa• rola di commiserazione per la vecchia che era stata urtata dal tas.sl; il vecchio borbottò nella sua barba che era • una maledetta vergogna,, e mi diede un grosso sigaro oleoso. Ebbi paura che mi chiedessero di andarla a trovare, così mi affrettai a rassicurarli che la vecchia signora era curata molto bene e stava migliorando. Finalmente, racconteto l'incidente, descrissi l'uomo che cercavo. • Thomas •• disse la signora Quarre, • non sa"tà quel giovane che vive nella casa con lo steccato? ... Quello che ha sempre l'aria spaventata•· Il vecchio si lisciò la barba bianca e meditò. ' • Ma, cara•• borbottò finalmente, • non ha i capelli scuri?• , Thomas è tanto osservatore•, disse con orgoglio la vecchia. • Avevo dimentìcato; il giovane di cui parlavo ha i capelli scuri, e non può essere lui il testimone dell'accidente•· Poi il vecchio suggeri che un tale che abitava poco distante poteva essere il mio uomo. Ne discussero per un po', prima di decidere che era troppo vecchio e troppo grasso. La signora Quarre ne suggerì un altro. Discussero anche di questo e votarono contro. Thomas presentò un altro candidato: fu vagliato e respinto. Continuarono a cicalare: • ~la non credi, Thomas ... • • Si, cara, ma ... • I due vecchi si svagavano in quell'occasionale contatto col mondo dal quale si erano appartati. ' Si fece buio e il vecchio accese una grande lampada che gettò su di noi un morbido cerchio di luce gialla, lasciando nella penombra il resto della camera. La stanza era spaziosa, appesantita dalla tappezzeria scura, con massicci divani imbottiti di crine di cavallo. Accesi il sigaro che mi avt:va dato il vecchio e mi lasciai scivolare comodamente nella mia seggiola, lascian• do che continuassero a discutere e intervenendo con una parola o due quando si rivolgevano a me. Non mi aspettavo di avere l'informazione che cercavo, ma sta• vo comodo e il sigaro era buono. Sarei tornato fuori alla pioggia, non appena finita la mia fumatina. Qualche cosa di freddo si posò sulla mia nuca. •In piedi!• Non mi alzai: non potevo. Ero paralizzato. Rimasi seduto, e battendo le palptbre fissai i Quarre. E guardandoli capii che contro la m,a nuca non poteva esserci niente di freddo e che una voce rauca non poteva avermi ordinato di alzarmi in piedi. Non era possibile. La signora Quarre stava ancora impettita contro i cuscini che il marito le aveva accomodato dietro le spalle; i suoi occhi amrnicca\'ano ancora benevolmente dietro gli occhiali; le mani erano ancora immobili in grembo, incrociate slllla maglia all'altezza del polso; il vecchio si lisciava ancora la barba bianca e lasciava che il f~o. del sigaro uscisse lentameQte dalle nanc1. Non era accaduto niente. Avevo sognato, dunque. Ma la voce ancora mi ordinò: e In piedi!• La cosa fredda contro la nuca premeva fone sulla carne. Mi alzai:, e Frugalo I• ordinò aspra dietro a me quella voce. Il vecchio posò con cura il sigaro, mi venne vicino e fece scorrere le mani sul mio corpo. Assicuratosi che non ero ar• mato, mi vuotò le tasche lasciandone cadere il contenuto sulla seggiola che avevo occupato. La signora Quarre si stava versando dell'altro tè. e Thomas •• disse, • hai dimenticato il taschino dei pantaloni•· Non c'era niente. • Questo è tutto•• disse all'uomo che mi stava dietro, e tornò alla sua seggipla e al suo sigaro. •Voltatevi!• ordinò la voce aspra. Mi volsi e mi trovai faccia a faccia con un uomo alto, magro, ossuto, che poteva avere circa la mia età (ho trentacinque anni). Una brutta faccia, incavata, scarna, angolosa e cosparsa di grosse e pallide lentiggini; gli occhi d'un blu acquoso; il naso e il mento erano straordinariamente sporgenti. • Mi cohoscete? • domandò. ,No•. , Bugiardo I• Non discussi; una mano grande e lentigginosa mi teneva spianata contro una rivoltella. • Mi conoscerete abbastanza bene quando avrete fatto i conti con me•• minacciò quel brutto individuo. • Vi farò ... • • Hook I• Di dietro una porta celata da una tenda - la porta dalla quale indubbiamente quell'individuo mi si era av"icinato -, giunse una voce. • Hook, vieni qui! I Una voce femminile, giovane, chiara, musicale. • Cosa vuoi?• domandò il brutto individuo volgendosi appena di sulla spalla. • t:; qui•. , Va bene!• si rivolse a Thomas Quarre. e Sta attento a quest'imbroglione,. Chissà di dove, o dalla giacchetta, o dal panciotto inamjdato o di sotto alla barba, il vecchio estrasse un grosso revolver nero Che puntò su di me senza dar segno di debolezza o di poca pratica. L'individuo brutto raccolse le cose che mi avevano tolto di tasca e se le portò diétro la tenda. La signora Quarre mi sorrise animata. e Sedete, signor Tracy •• disse. Sedetti. t>all'altra stanza, attraverso la tenda, giunse una nuova voce; una voce baritonale e strascicata dall'accento inconfondibilmente inglese; e inglese di persona colta. e Cos'è successo, Hook? • stava domandando quella voce. E la voce aspra del brutto individuo rispose: • Qualche cosa è successo, te lo dico io! Ero uscito, poco fa, e appena in istrada vedo una faccia che conosco. Me lo avevano fatto notare cinque o sci anni fa a Filadclfia. Non so come si chiama, ma ricordavo la sua grinta ... ! un dtttctiv~ di un'agenzia americana. Sono tornato subito indietro e con Elvira siamo stati a guardare dalla finestra. ~ entnuo in tutte le case dall'altra parte della strada, evidentemente chiedendo qualche informazione. Poi ha attraversato e ha cominciato da questa parte, e d>po un po' ha suonato il campanello. I-lo detto alla .,,-ecchia e a suo marito di farlo entrare, di trattenerlo e sentire quel che diceva. Ha inventato la storiella di una donna che è stat11urtata da un tassl, dicendo che cercava un testimone. Ma questa è la scusa, naturalmente. Cerca noi, ecco. Proprio adesso sono andato di là; volevo aspettar te, ma avevo paura che si stancasse e se ne andasse. Ecco quel che aveva addosso. se vuoi vedere •. La voce inglese.• Non dovevi mostrarti. Potevano tenerlo a bada gli altri•. Hook: • Cosa conta? ~ probabile che ci conosca tutti. Ma supponiamo d1 Tlll; che differenza c'è?• La voce inglese, strascicata: • Può esser• ci moltissima differenza. t:; stata una cosa stupida•· Hook, strepitando: .-Stupida, eh? 1'on te la puoi tenere di dire alla gente che è stupida; va al diavolo! Se il mio stile non ti piace, va al diavolo. Chi è che fa tutto il lavoro? Chi ha tutti gli incarichi? Dove ... • La giovane voce femminile: , Per l'amor di Dio, Hook, non ricominciare con questa storia. L'ho sentita tante volte che ormai la so a memoria! • Un rumore di carte, e poi la voce inglese: • Hai ragione, Hook, è proprio un detutit•t. C'è una tessera tra questa roba. Agente specializzato N. 7 "· I Quarre ascoltavano la conversazione nell'altra stanza con interesse pari al mio. ma gli occhi di Thomas Quarre non m1 lasciavano un istante e le sue dita grasse non allentavano la stretta della rivoltella. La moglie sorbiva il tè col capo un po' ripiegato da una parte, nell 'atteggiamenlo di un uccello che ascolta. A eccezione del revolver in mano del vecchio, non c'~r.t altro che potesse far pensare che in quella stanza si stava svolgendo un dramma. l Quarre in tutti gli altri dettagli erano ancora la piacevole coppia di vecchi che mi aveva offerto 11 tè commovendosi per la sorte della signora anziana rimasta ferita. La voce femminile, dall'altra stanza: .-Bene, cosa si fa? Cosa ne pensate? Hook: • Facile rispondere. Per prima cosa bisogna far scomparire questo ficcanaso!• La voce femminile. • Già, per metterci nei pasticci?• Hook, sdegnoso: .-Come se non ci fossimo anche se non lo facciamo. Xon lo credete che questo tale ci è dietro per l'affare di Los Angeles? • (j La voce inglese: • Sei un asino, nook, irrimediabilmente. Ammettiamo che questo giovane si occupi dell'affare di Los Angeles; e poi? f:: un agente americano. ~ probabile che la sua organizzazione non sappia dove si trova? Credi che non sap• piano che veniva qui?' E non creda che anche gli altri ""°""no saperne su noi quanto ne sa lui ... se sa? Non sen·irebbe a niente, ucciderlo. Non servirebbe che a peggiorare la situazione. La sola cosa da fare è di legarlo e lasciarlo qui. f:: molto probabile che i suoi colleghi non vengano a cercarlo fino a domani. .. e noi 8\ remo tutta la notte per scomparire•. Come fui grato a quella voce inglese! C'era qualcuno che tenew la mia parte; che per lo meno voleva lasciarmi al mondo. Gli ultimi minuti non mi erano scm• brati troppo allegri. In certa maniera, il fatto che non potevo vedere la gente che stava decidendo se dovevo vivere o morire i:;ni pareva che rendesse la mia situazione ancor più disperata. :'\la adesso mi sentivo meglio, anche se non bene; avevo fiducia nella strascicata voce inglese: \·oce di uomo abituato a farsi valere. Hook, ruggendo: • Lascia che t1 dica una cosa, amico: questo tale deve scomparire. Non voglio correr rischi, io. Chiacchiera fin che vuoi, 'ma io bado all'osso del mio collo cl.le san molto più al sicuro se costui sarà do,·e non si parla. Deve scompa"rire!11 La voce inglese, sempre strascicata, ma terribilmente fredda: ~ Non vale la pena discutere con te, Hook: hai gli istmtt e l'intelligenza di un troglodita. Non capisci che una specie di linguaggio, tu, e con quel linguaggio ti parlerò. Se hai intenzione di fare qualche cretinata prima della nostra partenza, ripeti due o tre volte queste parole: "Se lui muore, muoio anch'io; se lui muore, muoio anch'io." Ripetile come se le avessi lette nella Bibbia .. perché sono altrettanto vere•· Ci fu un lungo silenzio, con una ten• sione tale che fece dolere il mio cranio, il quale non è particolarmente sensibile. Sapevo che dietro la tenda s'incrociavano degli sguardi che avrebbero deciso la battaglia di due volontà, battaglia che poteva a ogni momento divenire una lotta fisica: e a tutto questo erano legate le mie pos. sibilità di vita. · Quando, finalmente, una voce ruppe ti silenzio, io diedi un balzo come se a,·essi sentito un colpo di fucile, sebbene la voce fosse bassa e calma. Era la voce inglese, tranquillamente vat• toriosa i e io respirai di nuovo. • Prima manderemo via i vecc!ii •, diceva laevoce. • Tu occupati dell'osp1tc, Hook. Legalo ben saldo; ma ricordati, niente pazzie. Inutile perder tempo a inrerrogarlo; mentirebbe. Legalo, mentre io prendo i titoli, e in meno di mezz'ora. ce ne saremo andati•· Le tende furono scostate e Hook entrò, come un animale infuriatoj Je sue lentiggini avevano una tinta grigia sul co• )ore giallastro del viso. Mi puntò contro un revolver e parlò a1Quarre: « Vi vuole•· Essi si alzarono ed entrarono nell'altra stanza dalla quale, per un po', giunse un confuso parlottare. Intanto Hook s1 era avvicinato alla porta, e, sempre minacciandomi col suo revolver, aveva sciolto i cordoni di felpa che circondavano le tende pesanti. Tornò alle mie spalle e mi legò fortemente all'alto schienale della seggiola: le braccia, ai brac• cioli della seggiolai le gambe, alle gambe della seggiola; 11corpo allo schienale e al sedile, e finl coll'imbavagliarmi con l'angolo di un cuscino troppo imbottito perché mi potesse riuscire comodo. r mpiegava una violenza non necessaria; ma fui un agnello. Voleva una scusa per bu• carmi, ma ero deciso a non dargli scuse. Quando ebbe finito di immobilizzarmi e si fu allontanato guardandomi con aria torva, sentii chiudersi pian piano la porta di casa, e subtto dopo dei passi leggeri che andavano avanti e indietro sopra di noi. Hook guardò in direzione di quei passi e i suoi piccoli e acquosi occhi azzurri si fecero maligni. • Elvira!• chiamò sottovoce. Le tende ondeggiarono come se qualcuno le avesse sfiorate, e si udl l'armoniosa voce femminile. • Cosa?• • Vieni qui•. • Meglio di no. Lui non ... • • Maledetto lui I• si adirò Hook. • Vieni qui!• Ella entrò nella stanza e nel cerchio di luce della grande lampada; una giovane di appena vent'anni, sottile e slanciata, vestita da passeggio, ,ia col cappello in mano. Un viso bianco sotto una massa d1 capelli ricciuti color fuoco. Gli occhi, che s1 potevano soltanto definire color d'argento lucido, lontani fra loro, le davano un'espressione infida, sl, ma non meno bella. Quegli occhi mi guardavano deridendomi, quella bocca rossa rise di me mostrando I piccoli acuti denti animaleschi. R,se di me tutto legato con una corda di felpa rossa e con l'angolo di un cuscino grigio m bocca, e si volse verso il brutto individuo. • Che vu01? • Egli parlò sotto"oce, guardando furti• vamente il soffitto, da cut giungeva ancora un rumore d1 passi leggeri, su e giù. • Cosa diresu se ce ne sbarazzassimo!• Gli occhi d'argento non densero p1ù, ma si fecero dun e calcolatori. • Lui ne ha centomila, un terzo è mio. Non crederai che voglia rischiarli, vero?• e Certo no. Ma se potessimo avere tutti i centomila?• e In che maniera?• e Ci penso 10, bambina, ci penso io! Se lo levo di torno, verrai con me? lo sai che sarei buono•. Ella sorrise sarcastica. mi parve, ma sembrava che lui ne fosse contento. • Tu sbraiti che saresti buono con me•, disse. • Ma senti, Hook: non possiamo portar via niente ... A meno che tu ... lo lo conosco. ;-.:on scapperò mai con qualche cosa che gh appan1~ne a meno che non s1 muo"a più.. Così non potrebbe più correre a riprenderlo•. Hook si inumidì le labbra e guardò attorno, per la stanza. Evidentemente non gh piaceva 1I pensiero di competere col proprietano della strascicata voce inglese. Ma il desiderio della g10\'ane era più forte della paura. - , Lo farò!• ansimò. • Lo vincerò! f: questo che vuoi dire, bambina? Se lo vinco ci vieni con me? La giovane stese la mano. .- Prometto •·. disse. Ed egli le credette. Il suo brutto \'iso divenne caldo e rosso e profondamente felice; egli trasse un re• spiro profondo e allargò le spalle. Al suo posto anch'io le aHei creduto - prima o poi, 001 tutti cadiamo per queste cose, - ma, così, spettatore seduto e legato, sapevo che quell'uorr.o a\·tebbc fatto meglio a scherzare con un gallone di nitroglicerina piuttosto chè con quella ragazza. Era un essere pericoloso e per quell'Hook si pre{a::~S: 0 ~,d:~!::~~ t~::~·. ma si fermò all'improvviso. Nella stanza accanto si era sentito un passo. CAPITOLO II IM~EDIATAME:'\'TE, di dietro le tende giunse la \'OCeinglese, e questa volta c'era una sfumatura di esaspe• • ,i11one: • È davvero troppo! ~on posso lasciarvi un momento senza che facciate qualcosa d1 male. Che bisogno c'era, Elvira, che ti facessi \·edere dal nostro amico dttutu.:e? • ~egli occhi d'argento guizzò e scomparve un lampo di timore. •Non diventare ancor più giallo•, disse .. • Il tuo prezioso collo non corre nessun pencolo anche senza tante precauzioni 11. Le tende si scostarono ed io volsi la testa più che potevo, per dare la prima occhiata all'uomo cui dovevo d1 essere ancora vivo. Vidi una figura corta e grassa, vestita da passeggio e col cappello in testa: in mano aveva una borsa da viaggio, scura. Poi anche il viso comparve nel cerchio giallo di luce, e vidi che era un viso di Cinese. Un piccolo grasso cinese inappuntabilmente ,·estito di pan01 inglesi; e inglese era anche il suo accento. • Non è questione di colore•, disse alla giovane, e rillora cap1111significato dello scherno, • è semplicemente questione di ordinaria prudenza •. Il suo ,,,so era. una gialla maschera rotonda e la sua voce aveva la stessa cadenza strascicata di prima: ma ora sapevo con certezza che anche lui - come quell'altro - subiva il dominio della giovane; altrimenti non sarebbe bastato quello scherno a farlo entrare nella stanza. Ma è probabile che quel Cinese anglicizzato non fosse così facile da tenere in pugno come Hook. •Non c'era nessun bisogno particolare11, il Cinese parlava ancora, • che questo tale ci vedesse tutti•. Mi guardò per la prima volta, coi suoi piccoli occhi opachi che erano come due semi neri.« È molto probabile che non ci conosca nessuno dei tre, nemmeno per connotati, e questa storia d, mostrarci è una insigne sciocchezza•. DASHIEL HAMMET 1 - ( co111i,111a)

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