r,;,,,.~;;;;;ao,. CCO qualche tratto essenziale del rapporto di !\1etternich. « La tensione incomincia a toccare il più alto grado. Fino ad oggi I' Imperatore non ha osato attaccare Fout..hC. La maniera stessa che egli ha scelto per colpire Talleyrand sta a provare che questi personaggi hanno delle solide basi. L'Imperatore mette la corazza. Sarebbe infinitamente più facile mettere gli avversari nell'impossibilità di nuocere. Se non lo fa è segno che non osa. Ad ogni modo la sfida fra le due parti è lanciata. X (Talleyrand) ha gettato definitivamente la maschera al mio cospetto. Mi pare decisissimo a non tergiversare. Due ~iorni fa mi ha detto che a suo giudizio era giunto il momento di agire. E che riteneva suo dovere entrare in rapporti diretti con l'Austria. Mi disse anche che altra volta aveva rifiutato le profTerte del conte Cobcnzl. Ma che oggi le accetterebbe. li rifiuto di allora era stato determinato dalla particolare po!-izione che occupava. 11 Oramai ''i concluse, "sono libero e le nostre cause sono solidali. Ve ne parlo con tanta maggiore franchezza, dato che sono persuaso sia vostra intenzione obbligarmi in qualche modo". Mi ha fatto capire che ha bisogno di qualche centinaio di migliaia di franchi, dato che l'Imperatore l'ha scalzato fino alle fondamenta col mantenimento dei principi spagnuoli e la compera della sua casa. lo gli ho risposto che l'Imperatore{ Francesco I) non s:.rebbe stato alieno dal dimostrargli la ,;ua riconoscenza qualora si fosse mes.so al servizio della causa comune. Risp<K<'che questa era la sua e che non gli restava che di vincere o di perire con essa. " Siete sorpreso di queste mie dichiarazioni ? " mi domandò. "Niente affatto 11 , gli risposi, le considero, ;uni, come un autentico impegno a lavorare per la causa cornune" >. . Dopo di che Metternich chiede all'Imperatore di mandargli tre o quattrocento mila franchi in lettere di cambio a ordini ipotetici sull'Olanda. < Per quanto cospicua possa apparire t::tle somma, essa è sempre inferiore ai ,acritici ai quali siamo abituati. Immensi possono essere i risultati di un simile impiego». E che i risultati fos- ..ero veramente di un'efficacia straordinaria. si desume da un altro dispaccio inviato da Metternich a Stadion il 23 febbraio. < Non posso dilungarmi imll'utilità dei servizi di X da quando le nostre relazioni hanno assunto questo carattere. Prego V. f.. di valutarli sulla scala più elevata. La persona che ~i è impegnata a farmi conoscere il dislocamento delle truppe non ha ancora potuto mantenere la parola». Al soldo dell'Austria Dopo essersi così venduto ali' Austria, la sera dello stesso giorno Talleyrand 'ii reca tranquillamente alle Tuileries, dove si teneva circolo nella sala del trono. Vi giunse per -primo. Napoleone parlò ai suoi due vicini e passò davanti a lui senza nemmeno guardarlo. e Disarmato » 1 osserva Thiers 1 « per questa calcolata sottomissione, l'Imperatore notò il calcolo, ma gradì l'umiliazione>. La domenica successiva ritornò e tutto si svolse allo stesso modo. li caso venne in aiuto di Talleyrand. Trovandosi il suo vicino impacciato a rispondere ad una domar.da dell'Imperatore, Talleyrand rispose prontamente in sua vece. Con questa infrazione all'etichetta era riusctto a rompere il ghiaccio. I rapporti con l'Imperatore erano ritornati normali. Il 30 gennaio il Monitore annunciava che il principe di Benevento era sostituito come ciambellano dal signor di :Montesquieu. Bel nome e autentico galantuomo. Talleyrand perdeva il po- ~to e un assegno di quarantamila franchi. Napoleone ritenne la punizione adeguata alla colpa, adeguata ai torti che erano a sua conoscenza. Egli era ben lungi dal sospettare che il suo ministro lo tradiva fino dal Congresso di Erfurt. Ma poiché tale punizione non era proporzionata alla violenza del linguaggio della famosa scena, Metternich ne dedusse a fil di logica che Napoleone aveva paura di Talleyrand. Perché non pensare il contrario? Forse la generosità dell'Imperatore fu motivata dall'orgoglio; forse volle mostrare a TaJlcyrand che non lo annientava appunto perché non lo temeva. Nel frattempo i rapporti fra Talleyrand e Metternich si facevano sempre più intimi. Per non destare l'attenzione della Polizia, che, del resto, era sempre nelle mani di Fouché, si incontravano nei saloni che solevano frequentare entrambi. Il I O febbraio Metternich inviava al suo governo un dispaccio che dimostra fino a qual segno Talleyrand fosse avido di vendetta e di danaro. « X (è la lettera usata per designare Talleyrand) mi fa sapere che il generale Oudinot ha ricevuto l'ordine di puntare su Augusta e su I ngolstadt. Un corriere è stato mandato a Monaco ieri l'altro per portarvi questa notizia. Nulla ho potuto sapere, finora, circa gli ordini che ci potrebbero essere. (Seguono alcune parole indecifrabili). Bisogna a.ttribuire la massima importanza. ai movimenti del corpo di Oudinot, dato il gran caso che l'Imperatore fa di questo corpo. Egli considera la comunicazione fattami questa mattina dal signor di Champ•'ì;'Y come la prova indiscutibile che l Imperatore è deciso alla guerra. X ritiene pure che si dovrebbero prendere immediatamente1 come pretesto per la mobilitazione, i movimenti di Oudinot. Sopra tutto occorre non perdere tempo. Qualsiasi 19 GIUGNO f'IH•XV O ■ N I B. U S Xapofeo»e f affe11iau~ NEI DOCUMENTI INEDITI DI VIENNA illus1onc !i:trcbbc crimino!ia. Nc!<.sun dubbio che Napoleone vuole decisamente la guerra >. Il 23 febbraio Metternich rileggeva questi testi a Talleyrand 1 che li approvava sen:ta riserva, solo aggiungendo che si doveva parlare con la Russia 1 in modo da provarle che era Napoleone a provocare la guerra. E Metternich soggiunge : « X domanda che cosa..succederebbe in Germania se si ritirasse il corpo di Oudinot >. E il '27 febbraio: « X riferisce che un confidente dell'Imperatore Napoleone gli ha detto che noi non siamo pronti in alcun punto e che manchiamo di tutto, da per tutto>. Il rapporto segreto di Metternich del 1° febbraio era fin troppo chiaro e tale, comunque 1 da suggerire pronte decisioni. <L'Imperatore>, scrive lo Stadion a Metternich il 10 febbraio, « mi ha ordinato di darvi carta bianca a proposito di X. Siete pertanto autorizzato a concedergli quanto possa ragionevolmente desiderare non appena siate convinto che egli vuole e può renderci dei servizi veramente importanti». Ancora più esplicito è un secondo dispaccio dello stesso giorno, il che prova in quale stato di ansietà si doveva vivere a Vienna. < L'Imperatore »1 conferma Stadion, < è deciso ad entrare nell'ordine di idee di X e vi autorizza a non indietreggiare davanti a nes•mna somma, purché si tratti di servigi reali, essenziali e non di promesse vaghe. Però non vuole esporsi a richieste troppo onerose, a meno che non si abbia la certezza che esse impegneranno X a iniziative effettivamente utili e tali da far prevedere cospicui risultati. Abbiamo ritenuto opportuno di approfittare dell'incidente del dispaccio illeggibile 1 di cui avete informato la persona in questione, per trasmettervi, come a fondo perduto, una somma di centomila franchi, di cui potrete liberamente disporre per convincerlo che noi non abbiamo esitazioni di sorta sulla cosa in sé, ma unicamente sul modo di trasmettere tali invii, nel timore di compromettere ogni cosa. Siamo in attesa di chiarimenti ulteriori. Prenderete questa occasione per fargli comprendere che le somme saranno proporzionate ai servigi resi e per indurlo a pronunciarsi con maggior precisione-su quanto potrà e vorrà fare. Il signor dc Mier (corriere) aggiungerà alcuni chiarimenti verbali a quanto vi scrivo>. Il I '2 marzo la Grande Annata sta per mettersi in movimento. t la guerra che segnerà la grande battaglia di Wagram. Stadion è impaziente, ansioso di prevedere e di provvedere. Che fa ~etternich? «Suppongo», gli scrive il 12 mano, « che fra pochi giorni riceveremo da V. E. precisi ragguagli in seguito a quanto ho avuto l'onore di dirvi relativamente ad X sia per iscritto, sia verbalmente mediante il de Mier. Sarete stato informato senza dubbio del nostro proposito di far passare le somme di cui si tratta a un intermediario qualunque 1 sia esso una casa di commercio, :.1i.l un individuo all'estero che goda la fiducia di X. Questa seconda maniera ci pare la pili sicura, per evitare da una parte e dall'altra di essere compromessi. Attendo, signor Conte, il vostro parere al riguardo, affinché, nel caso che X rifiuti simile mezzo, possa farvi pervenire ancora delle somme mediante il prossimo corriere. Ecco il vero momento in cui i suoi servigi potranoo divenire capitali, solo che ci metta effettivamente della buona volontà. Sarebbe un punt6 fondamentale concertare in anticipo una via di comunicazione la più sicura e regolare pos~ibile dopo la rottura. Bisognerebbe farla passare al .iargo, attraverso paesi che non siano, per il momento, teatro delle ostilità». I segreti militari Forte dell'approvazione imperiale, Metternich scrive il ., marzo : < Le mie relazioni con X sono attivissime. t in gran parte attraverso di lui che io vengo a conoscere di momento in momento quel che ci può interessare. Supplico, pertanto, V. E. di arrivare alla somma che ho domandato. Le circostanze sono troppo importanti perché non !-i debba giocare il tutto per il tutto. Sono riuscito a procuranni dal Gabinetto dell'Imperatore due memoriali di un interesse immenso sulla posizione attuale. Un corriere non mi pare mezzo abbastanza sicuro per farli passare. E poiché la Rusc;ia non vi è trattata meglio dell'Austria, li ho fatti pervenire a Pietroburvo. Vi si trova tutta la politica di Napoleone, che può ridursi ad una semplice parola d'ordine: distruggere quanto non rientra nell'orbita del fondatore della nuova dinastia >. r. in quei giorni che Talleyrand spiega tutta la prodigiosa abilità diabolica di cui è capace. La cupidigia e la sete di vendetta sono tali, che non esita nemmeno a svelare i più gelosi segreti militari. li q marzo Metternich può annunciare a Stadion l'ultima dislocazione dell'esercito francese, copiata al Deposito della Guerra, delle dettagliate tabelle sulla composizione delle truppe cd altri preziosissimi particolari di natura strettamente militare. li 20 e il '23 marzo Metternich trasmette al suo governo la sostanza dei dispacci di Caulaincourt e di Andréossy, ambasciatori a Pietroburgo e a Vienna. E nel medesimo '23 scrive, fra l'altro: « Sto studiando il modo migliore per conservare una corrispondenza attiva con Talleyrand durante la guerra. Francoforte ci pare il miglior punto di collegamento. Talleyrand ha già in mente la persona che potrà fi3rf~n:h~e:'egc~~h~~~n (~o~a~~;aen~1 Dalbcrg). Conviene Francoforte a Vostra Eccellenza? V'è qualcuno, colà, che potrebbe essere adoperato da noi?:.. Il 31 marzo I Sog Stadion accettava Francoforte. Vi regnava il principe .,rimate Carlo Teodoro di Dalbcrg, grande amico di Tallcyrand e zio del duca di Dalberg, suo confidente. Dopo la pace di Vienna, Metternich, nominato ministro degli csteri 1 non tornò più a Parigi. Schwarzenberg, che ne prese il posto di ambasciatore, non seppe mai nulla di quei tremendi segreti. A continuarli per vie sotterranee e ad insaputa dello stesso ambasciatore, fu designato il consigliere di ambasciata de Floret. Ne~selrode assolve,ia le stesse mamioni per la Russia. I rapporti di Talleyrand con Napoleone si ripresero a poco a poco. Quando l'Imperatore fu ferito davanti a Ratisbona, Talleyrand gli scrisse poche parole1 che sono un capolavoro di cinismo e di cortigianeria: « La Vo- ~! f! 0 rt~}j~, vtail t0 1~roni:t~~gl!~i: stenzé'\>. Tornato Napoleone a Parigi nel novembre ,Sog, Talleyrand fu chiamato spesso alle Tuileries. Gli furono resi gli ingressi segreti. Il 3 dicembre il de Floret poteva scrivere: <Talleyrand ritorna in auge. Ha preso parte al via2'"'io a Fontaincbleau. Vede spesso l'Imperatore. Ha pranzato con lui>. Aveva scritto il Lacour-Gayet nella sua biografia di Talleyrand: « Non abbiamo dati precisi sulla generosità con la quale la Corte di Vienna pagò i servigi che il principe di Benevento le aveva reso>. Oggi la causa è giudicata. La raccolta Lettres et Papiers de Nesselrode, pubblicata nel 1904, ci :~:~: t~t!ar\~ 0 o~r~af~~ 1~~zr:~~ dello Zar come corrispettivo dei servigi segreti che ~li aveva prestati. Cli chiese licenza di importazione di merci inglesi. Il 15 settembre 181o gli do• mandò un milione e mezro di franchi; ma gli furono rifiutati. L'Austria fu più generosa. I costumi del secolo decimottavo consentivano, fino a un certo punto, in tempo di pace, pensioni o sussidi sovrani a stranieri. Ma Talleyrand, anche quando cessò di essere ministro delle relazioni estere, rimase grande dignitario delrlmpcro. Non era dunque libero. D'altra parte, fu pagato dall'Austria durante Ja guerra del 1809. Per un crimine analogo, Enrico IV fece decapitare il maresciallo de Siron, e Richelieu trattò allo stesso modo il principe di Chalais, che aveva cospirato ai suoi danni. La maschera Si è fatto rimprovero a Napoleone di non aver seguito il loro esempio. ~fa l'abbiamo già detto: Napoleone ignorò sempre il tradimento di Talleyrand. Lo ignorò a tal punto da consigliare e ricercare i suoi servigi fino alla fine. Nelle amare e penose conversazioni di Sant'Elena egli diceva un giorno a Courgaud : < Sfido chiunque a prendermi in trappola. Bisognerebbe che gli uomini fossero tanto scellerati, quanto io li ritengo capaci di esserlo! >. Napoleone è costantemente ingannato da Talleyrand, che mantiene al suo cospetto la maschera del perfetto cortigiano. I due imperatori di Austria e di Russia.1 Nessclrode, Stadion, Metternich, più tardi Floret 1 furono i soli PB.ANOESOIODI RITORNODA P!1LIOIAOOLAXJ.TOA VlENNA,DOPOLA PAOEDEL 1814. a possedere il seg1eto. Talleyrand cor• rispondeva per mezzo di corrieri stranieri e la polizia imperiale, che sorvegliava le sue lettere affidate alla posta, non ne trovava che di insi§nificanti. Negli ultimi mesi del 1813 Napoleone fu autorevolmente avvertito del riac• costa.mento fra Talleyrand e i Borboni. Fu una rivelazione. Nel gennaio 1814 egli lo prcc;e direttamente a partito in una scena drammatica, che parve e dovette essue una ripetizione, in grande stile anch'essa, della scena violentissima del 1809Da allora, Napoleone considerò Tal1(,yrand « come il più temibile nemico della propria Casa>. Ma neppure allora pensò di porlo nella impossibilità. di nuocere. Il 6 aprile Napoleone diceva ingenuamente a Caulaincourt: < Tallcyrand mi tradiva da sci mesi >. Dieci giorni dopo ripeteva il medesimo ca!. colo. Sei mesi di tradimento! Erano, in realtà, sci anni. « Avrei dovuto farlo arrestare», soggiungeva, « ma io sono stato sempre nemico dei provvedimenti di rigore >. Sotto la sagoma della sua comp:tssata rudezza, l'Imperatore era così !on• gamine, che a Fontainebleau giunge,•a ad ammettere che fosse stato naturé'\le per Talleyrand lo schierarsi contro di lui. < Io debbo perdonare a Talleyrand >, diceva. < L'ho trattato così male! Egli si è vendicato>. E pochi istanti prima del suo tentato suicidio, Napoleone ripeteva ancora: « li suo è stato un gesto di legittima difesa>. Nel suo accecamcnto 1 sentenziava in piena buona fede: « Personalmente, Talleyrand non mi odia>. Se avesse conosciuto la verità 1 avrebbe potuto perdonare? A Sant'Elena Napoleone parlava spesso di Talleyrand. Ne deplorava la insaziabile venalità. Ne stigmatizzava i costumi privati. Ma ne esaltava i servigi prestati. « f: il ministro più capace che io abbia mai avuto>. Nessun dubbio. Ma non c'è capacità che possa spiegare l'ostinato attaccamento di Napoleone a Talleyrand. Pure ignC'rando l'entità dei tradimenti, riparati solo dal suo genio militare, Napoleone aveva tanto in mano per metterlo al bando. All'isola d'Elba amava ripetere : « Se avessi fatto impiccare due uomini, Talleyrand e Fouché, sarei ancora sul trono>. Perché, allora, non se ne liberò? Non se ne liberò - e questa è anche l'opinione del LacourGayet e del Dard - perché Napoleone, nonostante le sue guerre, voleva la pace (non occorre aderire, per questo, alla tesi estrema del Lévy, per cui Napoleone fu sempre l'aggredito) e Talleyrand era la stessa incarnazin11e della volontà di pace. Al pacifismo di Talleyrand tutti credevano in Europa, a quello di Napoleone, nessuno. t ormai acquisito che prima della rottura della pace di Armens coll'Inghilterra, Talleyrand sostenne il partito della pace. Che poi nelle dichiarazioni ufficiali abbìa rigettato la colpa della rottura sull'Inghilterra, non prova nulla. Finché rimaneva ministro di Napoleone, non poteva fare altrimenti. Nel memoriale dell'ottobre 1805 all'Imperatorc proponeva di togliere Venezia all'Au.stria, ma per fame una repubblica indipendente; proponev~ anc~e di toglierle la Svezia e il Tirolo, in modo da separarla completamente dai domini naooleonici 1 ma la voleva compensata con i principati danubiani. Era già la teoria dell'inorientamen.to dell'Austria. All'indomani di Austcrht;t consigliava nuovamente di ric;p.:..rmiare l'Austria e di allearsi con es~a. Sostenne sempre la necessità d'intesa della Francia almeno con una grande potenza. AlJlindomani di Friedland scriveva a Napoleone - pur girando il consiglio in forme di devozione personale - che il maggior valore della vittoria doveva c~sere di aprire la strada alla pace. Demonio della diplomazia In una questione, gravissima per verità, i suoi istinti di moderazione pare che non l'abbiano guidato. Napoleone lo accuc;Ò di essere stato l'istigatore della detronizzazione dei Borboni di Spagna e l'accusa ha fondamento. 1:a sostituzione dei Borboni di Francia con una nuova dinastia gli sembrò richiedere1 per solidarietà, una sostituzione simile in Spagna. Si trattava di ristabilire su nuove basi dinastiche il « patto di famiglia >. Ancora una tradizione del Settecento, impiegata, però, questa volta, a profitto dello spirito napoleonico e a danno della moderazione talleyrandiana. Più fedele a se stesso era invece il Talleyrand in quel periodo medesimo quando a madama di Rému~t diceva che Napoleone avrebbe dovuto fare dell'Italia un regno indipendente (dalla Francia non meno che dall'Austria) e rifare la Polonia. Qui lo c;pirito del secolo XVI H anticipava le realizzazioni del secolo XIX e del XX. Questa la vera forza. di Talleyrand: il suo genio. E questo spiega l'invincibile simpatia dei francesi per questo demonio della diplomazia, che ancora oggi, tutto sommato, lascia così perplessi ~li storici. In sede morale nessun dubbio è possibile: Talleyrand si macchiò delle peggiori colpe. Ma in sede puramente politica 1 fino a qual punto è accettabile la tesi che egli servì sempre la causa della Francia, anche quando tradiva il suo Imperatore? Come era possibile distinguere la Francia da Napoleone? Ed anche ammessa, anche accettata una simile distinzione, come poteva Talleyrand prevedere il co~ degli avvenimenti, I, conseguenze ultime della sua diaboli~a azione? E se i vincitori non fo1;5ero stati così generosi al Con~resso di Vienna? E se invece dello Zar Alesc;andro e di Metternich, Talleyrand si fosse trovato di fronte Gorc1akofT e Bismarck? GUIDO ZORZI Psicologia pirandelliana UNA VOLTA ERANO i filosofi a sottoJinMrt /'rm1ort di. 11npopolo t di una nazione: oggi sono gli auton· di canzontttt popolausche. Tutte le b«che di radio si sgolono a cantare: • Tout \'a très bicn, :\1adamc la Marquisc •, t il ritorntllo ha, ùtdubbiamtntt, sapore d'irom·ca 1aggt::za f.•0lter,ana. Sembra di riudlrt il .Maestro Pa,iglou: Tuuo t·a per il 111rgliontl migliort dti mondi ,, Mo quolcht anno fa, ptr I caffè di Unur dn, Lindtn, non si 1emit:a gracidare cht uno trisu upert'tn::o m11ricalt: Das Licd ist aus •· La canzont ~ _fimta. In q11el /)t!rrodo /.,,ui~i P1randtllo si appustat'<I a lrasco""' a Btr• lino lo fint d'anno 1nsitmt con l\1arla Abba e con Co"adol Afoaro, tt1t1mo11tddla f.;rndù:a storia cht andia,,,o ract.ontando. Dalla prschtrla una trota 1radlzio11t1ltra ar• rivota, in co1a dtl drommottirgo, t.•if.•ot anelante al suo liquido tlnntnto: ntlla /attisptàt un logo malinconit:o t dtstrto. Fu gtttata ntlla uaua da bagno, colma di tnupartntt a::zurrog11olaacq11adolu, t. lii dtntro il soddisfatto campione riprtu a rtmigart tranqmllo I g11aivnmtro più tardi: non l btnt. at.'tt:a riotato Pascal, at:ert troppa bbtrtd; di qutSlo si accorst Marta Abba quando la cuoca incom,nci6 a 1tclamart la uttima ptr il banchttlo d, muz.anottt. L'ottrict, comt ral, almeno dut t·olu donna, fu colta all'1mprot"t!1'so,la srrnpob 1qui.sitamtntt Jnmmnih: ft umbrat•a d1 dt/rawfort 1111 mnoc~itt, crtdtva d1 cottmltrtert un dthtto, tra urta cht no11si dn,•t ddud,rt ,n un modo ro1Ì atroce ntuun tsstrt t·ivenlt. S'i11capricàd1 pianse, putò , piedi, proprio comt una bamb111a. L'acquatico animale dotn·a tlit:trt; era asmrdo p,mart d1 dargli ima d,lusiont s11lconto dtgli 1101mm,umpre armàt, di coltello, snnprt pronti a t~lart di carità diplomatica i loro tcctuiu II ii/atti .. Alt:aro scott't!O la usta, Pirandi'llo ebbt 1111'idta:b1sogn01.:aricostnnrt la 1rena al nat11ralt, bisognat•a ,/art. l'imprtuiont all'l11nocuo t mporoso prigioniero rht inganno non c'era t non c'era ttui, staro: buogna1•a trot.•art il modo di mttttrlo, con la ,ua inttll,gtnz!I t forse co11 la ma anima, di /rontt. oll'1ntl11ttabibtà dtl dtftino; t il dt1ti110dti p,sci l roc• t.hiuso, in gentre, tra le maglit di una rttt o nell'agguato di 11naltnza. Fu i111pr01Jt,•Ùautnaa tanna da p,sca, /11 trovato ,,,. amo di forluna, t:1 si applicd un'esca dtgna di s-imilt tcetzionolt per,onagg10: t la JU-scaincominciò. Curvi tutti t trt sulla tasca, ;\farla Abba trepidante t /t.bbrr'lt, Pirnndtllo sorridmte t. con occhio scrutatore, Alooro dimtntico dtl t~npo t. dt/l'(Jro, molti minuti trascorsero prima cht lo ,ciaguroto abitatore d1 così raro acq11ario domestico abboccasu, comt suol dirsi, all',m10. Una strappata muscolosa di Alt:o,v, u,z sospiro dtlla Abba, 11n sorriso d1 Pira11dtllo: 1[ crimint tra stato camuffato (h/lmtosamttttt da rnicidio. L'tltganz.a psicolORicadi qutslo strano aneddoto, ntlla mo voluta artefatta 1rrtaltà, potrtbbt dimostrarti quttlo cht il 1\1atstro scriue solo dut. o trt a,mi prima dtlla tua mortt: cum'l gwst~ cht. sia 11nartista, inadatto alla t'tta.
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