I ~LAMA:\'"CA è una piazza.. La Plata Mayor. Poi è una città, ma, c;oprattutto, e prima d'ogni coc;a, una piazza. Alle undici di )Cr .i si spegnevano anche le luci viola. La città rimaneva al buio. Restava la piazza, l'enorme piazza di Salamanca che gira tutta dentro la città, come il fondo di un pozzo, e il cielo, ,oora. Se c'era la luna, e le nuvole, la piazza veniva fuori : m\nacciosa, prepotente, di pietra scura e porosa, con il \UO monotono palazzo a tre piani che le gira intorno, sospeso sopra un porticato, con i medaglioni dei re spagnuoli fra arco e arco. Questa piazza, che si cominciò a co- ~truirc nel 17'lo, nel più soffocante barocco, è un cortile. Il più grande cortile del mondo. Salamanca è tutta qui. Dietro la piazza c'è il mercato, accanto al mercato il Grand HOtel. C'è poi, naturalmente, l'Università, la Cattedrale Nuov,,, San Martino, la CaJa de las Concha.s~ il Ve$covado, il palazzo de Anaya. Il Cuartel Generai sta all'Arcivescovado. Dopo pochi giorni che ero a Salamanca. mi resi conto che i Rtquetés abitavano la Ca.sa de la.s Concha.s, i falangisti avevano requisito le sedi dì alcune banche, e che tutti i ]e/es, ~randi e piccoli, si potevano vedere al Grand HOtel. Quant<..1al popolo, ai soldati, ai mori, ai Falangìsti 1 ai Requttés, a quelli di Renovaci6n Espanola, ai contadini, ai preti, ai charros, ili curiosi, ai profughi e alle ragazze, per starci insieme non era necessario uscire dalla Plaw Mayor. [n mezzo alla Plata c'è un giardinetto : sulle panchine, a prendere il sole, ci si mettono i feriti 1 in mezzo alle aiuole giocano i bambini. Dimenticavo di dire che prima del Movimento, Salamanca aveva 25 mila abitanti. Og~i ci sono forse 1 50 mila persone. La vita di Salamanca la vecchia, la saggia, la studiosa, la tranquilla, stava :,0tto il .\lovimitlllo, in catalessi. La città era piena come un uovo. "KIDALGUIA" Franco è arrivato a Salamanca attraverso tappe successive che sono quelle stes,;e che l'hanno portato a Capo dello Statv e poi a Capo politico, oltre che militare, della Spagna nazionale. In generale si conosce poco Franco. Io non l'ho mai intervistato. L'ho intravisto in qualche cerimonia, l'ho ascolta.to parlare, e l'ho potuto vedere da vicino soltanto nei giorni dell'operazione di Guadalajara al Comando di Arcos de Jalon. f. un uomo di picc;ola statura, piuttosto in carne, il colorito olivastro, molto simpatico, ma con i capelli ricci lasciati lunghi sulla nuca, gli occhi neri, dolci, malinconici, e un sorriso irresistibile. Veste sempre la divisa del T ercio, con il colletto della camicia di seta verde rovesciato su quello della tunica, il berretto senza visiera. ~on va mai armato, talvolta porta un bastone. Nelle grandi occasioni, intorno alla cintola, si passa la fascia azzurra di uffici.ile. La sua tunica non ha nastrini; soltanto, sulla tasca esterna destra, reca ricamata l'insegna della legione straniera : un fucile e una spada incrociati, e, in mezzo, un'ascia. Ha il gusto del semplice. Si mostra poco in pubblico, e parla quindi poco. Ma la sua eloquenza è quella di un mistico, di un domenicano, di un Sant' Ignazio, in una parola di uno spagnuolo che ha sposato la sua causa: peri11de ac cadaver. Nei suoi discorsi ricorre perennemente una parola che è l'essenza stessa della Spagna: hldalguia. Le frasi che pronunzia sono dure, severe, non solleticano nessuno. JI suo governo della Spagna nazionale è veramente familiare, paterno. La gente intorno a lui si p~ò contar~ sulle dita: c'è un Segretano per gh affari esteri, Don José Sangroniz, il diplomatico che visitò il generale alle • 19'GIUGNO 1937-XV D ■ N-IBUS CnnMie, alla vigilia del Movimento. Suo fratello, Don Nicolas Franco, tenente colonnello del Genio N•"·'\le nella risc-rva, è il segretario generate dello Stato. L'esercito era diviso originariamente in due comandi : il Comando dell'Esercito del Sud affidato a Queipo de Llano, il Comnndo dell'Esercito del Nord, di cui era a capo Emilio Mola, ed ora, il generale Davila, già presidente della ]unta T écnica di Burgos. li venerando gcnernle Cabancllas, che fu oer qualche tempo a capo della ]unta di Burgos, è ora Ispettore Generale dell'Esercito. Franco ru dapprima in Siviglia, poi a Burgos, capo dell'Esercito, poi a Caceres fu eletto Capo dello Stato, verso i primi di ottobre del 1936. Il 19 aprile 1937 Franco promulga il celebre decreto 225, in virtù del quale venivano fu.si in un solo partito la Falange (F.E. de la ].0.X.S.: Fala11ge Espanola de la ]uuentud Obrera .,\'acional Sindicalista) e i Requetés (Comuni6n Tradicionalisla). Tutti gli altri partiti, o comunque organizzazioni e associazioni, vengono sciolti. Viene fondata la Falange Esparlola Tradicionalista de la ].O.N.S. A capo di questa, Franco. In una sola Milizia Nazionale vengono fuse le milizie di Falange e dei Requetb, conservando emblemi e divise. IL "MANDO UNICO" Capo supremo delle Milizie è il Capo dèllo Stato. Capo diretto un generale dell'Esercito con due sottocapi militari rispettivamente provenient~ dalle n1ilizic di F.E. e dei Requetés. Vengono pertanto sciolti automaticamente i seguenti partiti, 1 °) la C.E.D.A. (Confederaci6n Esparlola de Derechas AutonomaJ), i cui capi erano stati fi. no al 13 luglio José :viaria Gil Robles e José Calvo Sotelo; 2° l'Acci6n Popular, partito personale di Gil Rob)e<1; 3°) Partido Agrario, ovvero il partito dei proprietari terrieri e dei loro clienti, il cui maggiore esponente è stato José Martincz dc Velasco; 4°) Renovaci6n Espanola, ovvero il partito di Antonio Goicocchea e Calvo Sotelo, decisamente monarchico, e in conseguenza anche il Partito Nazionalista Basco di .José Horn, e la Ll1ga RegionaliJta Calala di Francisco Cambo; partiti, tutti questi 1 di destra, sino al 17 luglio 1937. Con lo stesso tratto di penna perdono ogni speranza di ricominciare, con la vittoria nazionale, le loro manovre : il Pnrtito Radicale di Lerroux, il Partito Conservatore di :Miguel Maura, il Partito Liberale Democratico di Melquiades Alvarez, che, al 1 7 luglio 1936, rappresentavano la politica del Centro. Franco realizza in pieno e per la prima volta nella Spagna l'unità di comando: El i\,fando Unico, politico, militare e amministrativo. Contro di lui,· nella Spagna Rossa, continuano a coesistere. a lottare e a massacrarsi fra di loro : 1°) i.l.quierda Republicana, di Ylanuel Aza11a; 2° Unl6n Republicana, di Diego .,.M.. artinez Barrios; 3°) Esquerra Catala, di Luis Cornpanys; 4°) Partido SoCJalista, di Francisco Largo Caballero (sinistra), Indalccio Prieto (centro), Julian Besteiro (destra); 5°) Il Partido Comunista, di José Diaz; 6•) Il P.S.U.C., Partito Socialista Unitario di Catalogna; 7°) la F.A.I., Federaci6n AnarquiJta lbér,-,a, di Buenaventura Durruti, Juan Garda Delver e Angel Pcstana; 8') il P.0.U.M. (Part1do Obrero de Unificaci6n Marxista) di Andrés Nin e Joaquin Jvlaurin; 9•) l'U.G.T. (Uni6n G,11eral de Trabaj!idores), socialista e comunista, con ~fanuel Lois e altri; 10°) la C.N.T. (Confederaci6n Nacional de Trabajo), sindacalista e anarchica; 11°) la F.N.].S. (Federaci6n .\'acio,ial ]uueritud Socialista); 12°) Varie e diverse associazioni, come la Casa del Pueblo, la F.U.E. (Federazione Universitnria Spagnola), Soviet locali, ecc. Insomma, il cosiddetto Frente Popular. Quello che Franco ha realizzato nella Spagna nazionale con un lavoro metodico, as,iduo e in-S.tancabile ha, per chiunque avesse della Spagna moderna una conoscenza meno che superciale, semplicemente del meraviglioso. Gli è spagnuolo si fosse trovato solo a sostenere la guerra civile avrebbe perduto la sua po.!itadopo le due prime settimane. l I ~\çvimento si snrebbe disciolto nella lotta, per mancanza di un contenuto ideale. Senza idee non servono le baionette, ma neanche i cannoni, i fucili, le mitragliatrici e gli aeroplani. Fucili, cannoni, mitragliatrici, aeroplani e generali si trovano da una parte e dal• l'altra. Soldati ce ne sono da una parte e dall'altra, e agguerriti oramai da undici mesi di guerra. Ma soltanto i nazionali hanno vinto. Soltanto Franco, lentamente, faticosamente e sanguinosamente, ha allargato ogni giorno di più i confini del territorio nazionale, Franco viene da quella regione bagnata dal ~far Cantabrico. Dal 19~21 al 1926, Franco si batté al ~larocco. Entrò in guerra da capitano, ne uscl generale a trentadue anni. Lyautcy lo teneva in grande considerazione, faceva il suo nome con quello di Graziani. Da quel macello di uomini e di reputazioni che fu la c3.mpagna del Riff, Fran. co venne fuori con la. fama di un eroe. Con Millan Astray aveva fondato la Legione Straniera Spagnuola, el T trcio. Nel 1934 Franco stroncò rapidamente la rivolta comunista delle Asturie alla testa di legionari e di marocchini. Da quel momento la Spagna nazionale cominciò a guardare a lui come all'unico uomo capace all'occorrenza di affrontare una. situazione difficile e l'isol!J'erla. Nel 1935, Gil Robles, ministro della Guerra del governo di Lerroux, chiama Fra.neo a Capo dello Stato Maggiore. Franco lavora febbrilmente alla riorganir.tazione dell'esercito. Richiama in ...crvizio Mola. Poi vengono le elezioni del 16 febbraio 1936, il Fronte Popolare va al governo. Franco viene esiliato in fretta e furia alle Canarie. Quando scoppia il Movimiento, i soliti osservatori stranieri dissero che Franco era l'uomo di Gil Robles. Si sbagliavano. Franco è l'uomo dei nazionali. Sei giomi dopo lo scoppio del movimento i generali formano il governo provvisorio di Burgos. Gil Roblcs non vi appare. Nell'agosto del '36 Gil Robles è in Portogallo. Prima di lasciare In Spagna, il 30 luglio, concede un' intervista ali' inviato speciale del Paris-Soir. « Si è detto »1 comincia il giornalista, « che voi abbiate preso parte attiva .\Ila ribellione ». « E falso>, dice il Robles. « Io declino ogni responsabilità morale e materiale. Dopo le ultime elezioni, che si ,;ono riwlte in una vittoria delle Sinistre, io ho costantemente ripetuto alle Cortts e nei comizi che avrei combattuto il governo soltanto con mezzi parlamentari. Una soluzione sarebbe stata 11 EL OINTURONDE KIERRO 11 81 SPEZZA {Planet. N,wt) che Franco ha saputo risvegliare l'uomo spagnuolo, quell'uomo che secondo Unamuno è « nada mas que. todo un hombre », nient'altro che tutto un uomo. L'uomo spagnuolo che non si identifica con lo Stato, ma è nato per servire lo Stato. Sui muri delle chiese di Salamanca si leggono i u,-ctores per Franco: 1tna patria, un caudillo, un estado. Non ci si può impedire di .-jandare con la memoria a quel famoso verso di Acuna: « un monarca, un imperio y una espada•· CRI È FRANCO C'è stato qualcuno, specie in Inghilterra, in Francia e negli Stati Uniti, che ha voluto precipitare il giudizio. sul movimento in cui Franco s'è imposto giorno per giorno come capo naturale. Lo chiamarono un pronunciamiento, una militarada, un cuartelato, e infine una guerrilla, per quel gusto degli stranieri di giudiclre delle cose altrui con quelle poche parole pittoresche di ogni lingua che sembrano destinate a essere la chiave di un popolo, e invece sono una chiave fa)$a. li movimento di Franco è un movimento nazionale in questo : che si serve dell'esercito come mezzo migliore di vincere una guerra, ma non come ideale a~,;oluto e forma migliore per reggere la patria spagnuola. Se l'esercito strappando metodicamente ai rossi un paese, un chilometro, riscattando di giorno in giorno un pezzo di patria. Tre quarti del territorio nnzionale e una compattezza d'intenti, di sacrificio, di disci1,Jlina e di passione veramente straordinari. Vale dunque la pena di e,;aminare un po' più da vicino quest'uomo. Di studiare. sin che è possibile, e con quei pochi dati, quelle poche cifre e documenti di cui disponiamo, il metodo di Franco; nella guerra, nella polìtica e nell'amministrazione. La carriera militare di Franco è sempre stata considerata in Ispagna come assaì singolare. Franco ha 45 anni, es4 sendo nato in Galizia, in una piccola cittadina, nel 1892. La Galizia è il pae- ~ degli emigranti spagnuoli, la contrada. è povera, abitata da contadini e da marinai. [I gallego ha ncll' America latina costruito delle vere e proprie piccole repubbliche coloniali. Le associazioni galiziane sono potentissime a Cuba, nel Messico, in Argentina e in genere in tutta l'America. Il gallego è commerciante, industrioso, risparmiatore, sobrio, frugale, religiosissimo, ma sopratutto avveduto, tempista, furbo. Li• sto como un gallego, ho .sentito dire a Cuba. t buon patriota, ma anche vagamente sepurati~ta, come il catalano, e il ba'ì-CO, Meno de-I catalano. la migliore: dare il Dicastero della Guerra al generale Franco ... Quel che è neccs53rio sopra tutto al nostro paese è la pace, in vista di riorganizzare tutti i partiti di Destra 1 a partire dai Carlisti, per finire con le formazioni fasciste di Dc Rivera, in un vasto movimento di ric-o~truzione». UN BOULANGER IN BORGHESE Questa intervista di Gil Robles contiene alcune inesattezze. La più grossolana è la smentita di aver preso parte al Movimento. e I peccati del capo della C.E.D.A. sono molto grandi >, si leggeva nel!' edizione sivigliana dcll'A.B.C., in data dell'11 aprile scorso. « ma però anteriori ai suoi ultimi giorni di permanenza al ministero della guerra. Da allora in poi non poteva fare se non quel che ha fatto: primo, rassegnaNi, e poi, quando 11,riu~ il momento, cooperare come uno dei tanti ai lavori prepara.tori del glorioso movimento nazionale, destinato a salvare la Spa• gna dalla ignominia nella quale ~li errori della famosa tattica l'avevano precipitata.•· La famosa tattica di Gil Robles è giustappunto quella che denunzia il resto della sua intervista. Una cicca. reazione camuffata dal legalismo parlamentare. Le altre inesattezze fanno parte della sua incapacità costituzionale a vedere nel futuro, della sua mancanza di senso di responsabilità. Cecità politica quando giudica che il movimento nazionale potesse esaurirsi nel dicastero della guerra a Franco: cecità politica 1 quando esprime il suo ingenuo programma. La.sciamo vincere la guerra ai generali poi ricominciamo con il solito giuochetto dei partiti di destra. ~{inistero di coalizione e Gil Robles presidente. Tuttavia Franco non butta a mare subito Gil Robles. Sentimenti e rapporti da uomo a uomo lo avevano legato a lui, nel passato. In tutte le interviste concesse alla stampa inglese e americana, ricordò di es.sere stato capo di Stato Maggiore di Gil Robles. Gil Robles si ringalluzzì. Mentre il sangue scorreva in Ispagna, nel suo cremo portoghese il poveruomo preparava un libro di giustificazione del suo passato. Dal novembre 1933 al 16 febbraio 1936, Gil Roblcs era stato a ca• po della Spagna 1 leader di tutte le destre, e speranza dei conservatori e dei tradizionalisti. Fu una specie di Boulan• ger in borghese : rovinò ogni cosa e preparò il trionfo elettorale delle sinistre. Non ebbe senso della responsabilità, ma sopra tutto coraggio. Nel febbraio '37, annunciando il suo libro di memorie, concede un'intervista al settimanale inglese The Universe. In questa, nega qualsiasi sua appartenenza e simpatia ai partiti cosiddetti fascisti della Spagna, ma non dimentica di far la corte a Franco. Falange stampa. un manifesto in cui si riproducono le frasi di Gil Robles, e lo fa circolare nel territorio nazionale. « Gil Robles non tomerà in Ispagna. Se lo volesse ce ne dispiacerebbe molto per lui », dicono i Falangisti nei caffè, con frase anche troppo espressiva. Franco manda a dire a Gil Robles di tenersi tranquillo. Ma Gil Robles perde la testa, e gli chiede un benservito. In vista del suo libro di memorie, egli domanda al generale Franco una dichiarazione esplicita in ~ui si dica che, essendo lui, Gil Robies, ministro della guerra, non si era opposto a un eventuale colpo di Stato suggerito da Franco. Siamo ai primi di aprile del 193 7; qualche giorno appena dopo Pasqua, Franco risponde a Gil Robles una lettera in cui si dice che, non avendo egli mai avuto occasione di consigliare un siffatto colpo di Stato, il signor Gil Robles non ebbe da parte sua modo di opporvisi. E qui Franco scrive qualcosa di molto importante: « L'esercito che può sollevarsi quando una causa tanto santa come quella della patria è in imminente pericolo, non può apparire come arbitro nelle contese politiche né atteggiarsi a giudice della condotta dei partiti :t. MORTE DEI PARTITI Con questa fraSe veramcllte félice e straordinariamente opportuna in un paese come la Spagna, dove l'esercito troppo tardi. L'uomo che nel '34 avevece che del patriottismo, Gil Robles, la C.E.D.A., l' Acci6n Popular e lo sparuto gruppo di politicanti e di piccoli deputati rimasti nel paese per sfruttare la vittoria nazionale hanno il fatto loro. Gli avvenimenti precipitano. Un piccolo giornale di provincia, El Diario de Palencia, pubblica la lettera del Caudillo. La.lettera viene riportata e commentata. La ]unta Xacional de Acci6ti Pop,dar che pochi giorni prima in Borgo~ aveva riconfermato Gil Robles a capo del partito, « nonostante il momento di disgrazia», con un ordine del giorno manipolato alla macchia, corre ai ripari. Due giovani deputati dcli' Acci6n corrono in Portogallo a scongiurare Gil Robles di stare zitto. Gil Robles viene sconfessato dai suoi. :E:. troppo tardi. L'uomo che nel 134 aveva fatto ripetute dichiarazioni di afascismo e dì antifa.j(ismo, che le aveva reiterate nella intervista ali' V niverse, è finito. :E:. finita per colui che aveva portato Don Sturzo in Spagna, per il forcaiuolo reazionario, l'abolitore della legge agraria, uno dei maggiori responsabili della guerra civile. :E:. finita davanti alla politica. Ma nello stesso momento il processo di Git Robles comincia davanti alla storia. Il 19 aprile Falange e Requttls si fondono (vedremo come si arrivò n questo). Gli altri partiti vengono sciolti. La Spagna nazionale ha intanto fatto crollare la cinta fortificata di Bilbao. G. G. NAPOLITANO .1.BBOK.l.■IKTO SPICI.I.LI Inviando L. !13, co■to dell'abbonamento ■eme■trale, ■1 riceverà "OMNIBUS" da og11 a tutto 11 31 dicembre p.v.
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