Omnibus - anno I - n. 11 - 12 giugno 1937

o GRETAGARBOSORPRESAAL FIN&STRINODI UN TRENONELLASTAZIONEDI NEW YORK FAMAEHOLLYIOOD 'Jj'....:: proverbio cinc:,e dice che colui che non è bello a vent'anni, forte a trent,11 saggio a quaranta e ricco a cinquanta, non ,.!I a mai né bello, né forte1 né e.aggio, né ricco. Sarà. ~fa adec.so che sono saggio, quello che vorrei sarebbe di tornare dove erano leggeri i miei passi e i miei pensieri, come quasi alla ricerca di una ricchezza perduta, in quel paese dove tutti in un modo o nell'altro son pazzi: pazzi, legati nella camicia ferrea della fama e dei contratti, o par.t.i IÌberi, paui scatenati, lucidi, irreprcn:.ibili, con talento o ~enza, ma tutti con un piccolo o grande baco che li rode dentro. Sottol'alberodel pepe E ritornando ad Holl}"'vood, non andrei di nuovo ad alloggiare al Roosevelt HOttl, né mi spaccerei, come prescrivono i managers e la più modesta esperien7..a del luogo, per un personaggio molto importante della \·ecchia Europa, ai reporlers attirati come mmche dall'odore di valige straniere. Quclita è la maniera buona per chi giunga ad Hollywood col proposito di «sfondare», ma io, l'ho detto, ci andrei ..en7.a nessuna intenzione, tranne quella di respirare un po.' di quell'aria c,;;ilarante e di rivivere qualcuno di quei \'Cechi ~forni di fame felice. Ci deve e~c:ere ancora, in Yucca Strect, a due pasc:i dal bouleuard, quel piccolo albergo di legno, alla cui porta fan da scalini le radici di un gigantesco albero del pepe, dove mi sono trovato la c:era del mio arrivo con le c:tesse impw'-loni di un collegiale entrato per la prima \'Olta in convitto. In quell'alberghetto, uno dei tanti di Hollywood, cento pazzi ne11e loro celle, come api in un alveare operoso, si accanivano a perfezionare i loro ingegni, magari a digiuno, col conto della settimana ancora da pagare, con le valige ,già fatte, pronti a farle scivolare dalla finc~tra non appena l'amico complice fischia all'angolo, na- ~o~to dall'ombra fitta delle fronde odorose dell'albrro del pepe. Cento? :,..;o.Sono in cinquantamila a pa-.,;,are C'O\Ìle loro notti di Hollywood. I diplomidellaShearer Cc n'è: di un'altra ,;pccie, sicuro. Le gran notti c:ardanapalc,che, le o;erate di ricevimento e di ballo, quelle della gente arrivata, dove le -.1ellc lifogg:iano i brillanti comperati da Van Cl<"ef a Parigi e i modelli di Lanvin: ac:,;,emblee .solenni dello snob, dove tutti ,;;j os"-Crvano per cogli<""'i in fallo di bc-llr maniere, giacché la mania di tutta quc- ,ta brava gente, produttori, rC'gic:ti,attori, c:ccnaric.tidi fama, ormai imbottiti di conti correnti e di fic:c:atidi hor-.a. è "JUC'lla in~cnua <' noio,a. di dar-;i clc•ll1·, arie di antichi si~nori europei pa,,.ati per Eton od Oxford. Ed è i'\orma Shcarcr, la prezio-.a ~forma, che dispcma i diplomi del bel o;aper vivere. Poi ci ~ono le serate di partJ', tra amici, tra intimi, ma ra~migliano a quelle di );°cw York, di Chicago o di ~(iami. I ~ensi degli americani non fondono che ad elevata temperatura, dopo a\·cr bruci:-110molto u,hìsk;,. 11a a furia di u·hrsky, chi dopo si ricorda più di nulla? Si torna alla vita di ogni giorno col mal <li capo, una borsa di ghiaccio o;ulla fronte e un flacone di ,ali di frutta a portata di mano. Bel La zattera de&ll Italiani La zattera era ancorata all'incrocio tra il Sun ..et Boulevard e Vine Street. Da questi para~gi scorsi una sera fumare in distanza, come una nave all'orizzonte, la pipa di Emilio Cecchi che bordc~_~ia\'a Hollywood con l'aria di chi \Cnte Solto la chiglia frusciar bas- ,ifondi o scrosciar di maro!ii sui fran- ~enti nascosti, Rullando scomparve. lo avevo udito la voce delle siren'! cantare nell'Oceano, da una s.coglicra di ).la)ibu Ranch, e mi pareva d'essere una specie di Clissc, naufrago su quella zattera cvn tre altri compa(?"ni di ventura. E noi eravamo come altri cinquantamila par nostro rhucchiatì dalla corrente nera che lambisce quelle coste. E ognuno di noi taceva il proprio segreto, ma a trascinarci laggiù, ne ero certo, non era stata una vocazione. :"-Jessuno,o pochi, o;onochiamati ad Hollrwood dall'istinto dell'arte o da una ereditarietà di me~tiere. Rivincita o redenzione è: il lievito che fa fermentare quella moltitudine, che dà a ogni volto una espressione, a ogni gesto un carattere. La natura della foto• genia del popolo di Hollywood sta tutta qui. Per trovare a Londra o a Pa• rigi dieci visi che dicano qualche co,;.a devi scegliere su centomila. A Hollywood su dicci ne trovi dieci, e se qualcuno è da scartare, o se nello schermo ti appare falso manieroso, puoi star certo che quello viene. come si dice, dall'arte, dal palco,.ccnico. Sulla zattera del Sun,;et Boule\'ard eravamo in quattro a remigare: tutti italiani. Io mi na~condevo, cercando di eludere gli a~enti dcli' Immigra?.ione che da due mc!li mi cercavano. Xon volevo andarmene da?I' '\merica. ~fa la fora della lc~gc era mal?"eforcdella mia. In ogni uomo incontrato vedevo un agente, per la strada mi ,;rntivo in- ~eguito, braccato. Xon u~civo che di notte, furtivamente, in attr-,;a di una carta di cittadinanza faha, che aspetta\"0 da :\c-w York e che mi avrehb? pt"nnf'\\O di circolare lih<-ramentc, o;otto altro nome. comr fanno milioni di individui nrgli Stati Uniti. 11a con gli altri tau\·o i miei trrrori, e gli altri tacevano con me. ~(angia\"amo assieme, dormi\"amo as- ')ierne, tre in una ~tanza, uno in uno stanzino, La notte vegliavo i sospiri e i sogni dei miei compagni, immagina\'o ciò che tacevano. Perché Carlo era venuto a.d Hollywood? Per fare il g_arzonc in una bottega di ferri battuti, trascinando verghe di metallo taglienti da un posto all'altro? Alla sera, rincac:ando nero di fumo e sfinito, mi faceva vedere gli omeri piagati, le mani c:ang:uinanti e gonfie. Qualche anno pnma era partito per il :Me!isico con due amici.• Uno s'era ucciso, un altro era tornato fodietro; lui, passo passo, era ric:alito verso il Nord, aveva varcato la frontiera e da un anno era a Hollywood. Aveva voluto provare. Non mi disc:cmai altro. Ma prima di finire nel Canadà, a far strade nel Quebec, bruciò un pacco di fotografie, fotografie sue, di quelle che gli attori portano in giro per i casting bureaux. Bruciò anche un diploma di laurea. La sua esperienza cinematografica, la sua evita d'arte>, era finita. E sorrideva sempre, un po' impacciato, coll'aria di un co• scritto. « Ti c:crivo c:ein Canadà c'è da fare>. Xon scrisse. Per una donna E Sandro? Anche lui aveva il suo pacco di fotografie, ma quando lo conobbi non ci pensava più. Aveva già digerito Hollywood, questo lato di Hollvwood, come una piantagione a Cuba, un commercio a Xuova Orleans, uno ~tudio d'avvocato in Italia. Tutto que- '.'ito per una donna. Poi andò a imparare l'arricciatura permanente e avanti che ci la~iassimo comprò il brevetto di una macchina per il massaggio vibratorio. Voleva far grandi CO$ein America, in Europa, per lei: l'artista 1 il caff cttiere, il fi~aro : qualunque cosa. l.;na notte lo udii piangere. Era stato con una donna. Piangeva c:empre dopo e~sere stato con una donna, forse di rimorw, forse per il ricordo dell'altra, che era stata sua moglie. Sandro era il più celestiale degli uomini : una nebulosa. Ma un giorno, dopo aver letto una lettera, tutto il suo luccicante fonn.icolìo di intenzioni si ,;;pcn~e,si ghiacciò. Dal fondo del mio letto io assistevo a quel ;Jramma coo;mico, in silenzio. La nebulO'ia ormai rotolava nel buio ..i.dcreo come i frantumi di un mondo morto, farcndo le valige. Voleva partire col primo treno. Solo co~ì avrebbe potuto prendere uno dei «Conti> a ,.'lew York, che salpava quattro giorni dopo per l'Italia. « l.;na disgrazia?> gli chic\i. Xon rispose e non imistetti. Lo accompa~ai alla ,;;tazione. ~la tornand_o a ca,a, nel riordinare la c:tanz~ ,otto giornali e cartacce spic·gaua.tc, c:ul c:uo l("tto, tro\'aÌ la lettera ch'egli avc\"a dimentirato. Una \'Olta mi aveSE IO SONO E~TRATO in cinematografia ~ stato per pura combinazione. Lon• tano da casa cercavo la\·oro, un lavoro qualsiasi. L'occupazione che mi venne offerta fu qut:lla di fare il cavallerizzo in uno spenac.olo ippico, perch6, pare, questa era l'unica cosa che a quei tempi io sapessi fare. Il resto avvenne per combinazione, Io desideravo essere pittore. Da ragazzo disegnavo alla buona i paesai,tgi che il Montana offriva alla mia vista e i cavalli che vi galoppa\-ano. Il mio •eroe• preferito era Charles Russe!, il cote-boy pittore, molto amico di mio padre. Sono nato ad Helena, e la casa dei miei fu il solo mondo della mia infanzia. I mtei genitori erano \·enuti nel Montana da bambini, con i primi coloni, al sorgere della cittadina. Mio padrt:, Cbarl(s Cooper, Giudice alla Suprema Corte, nacque in Inghilterra. Venuto da fanciullo in America, rivide il paese natio una sola \"Oha, poco tempo fa, dopo cinquant'anni. Possedevamo un modesto rancho, a \Voi{ Chek, a circa 30 miglia dalla città, ed io vi passa,'() il ma,gior tempo poss_ibile, i\Iio fra1ello Arturo, d1 qualche anno più anziano d1 me, mi insegnò a ca,-a.lcare e a tirare di fucile. li mio più caro arnie.o era Jim Calen, figlio di un collega di mio padre. Era della mia stessa età ed abitava i.n un rancho vicino al nostro. CavaJcavamo assieme intere gior• nate e facevamo lun~he partite di caccia su per le colline. Fu lui, parecchi anni dopo, a farmi entrare in cinematografia. :i.ta proseguiamo per ordine. Ave,·o sei anni quando, assieme a mio fratello. fui mandato a studiare in Inghilterra. Vi rimasi soltanto due anni e, al mio ritorno in America, fui vittima di un incidente automobilistico in seguito al quale r1ma•ì qualche tempo fra. la vita e la morte. Trascorsi due :inni di convalescenza aJ nostro randw al sole e a!J'aria aperta, poi ripresi ad andare a scuola ad Helena. Temo di non essere stato uno scolaro modello. OARY0001'1:RNELFILM u ANIMESUL llARE 11 (l'art.mouin) va parlato di sua moglie. Avevano di~ voniato. Era stato lui a volerlo, quando s'era accorto che non lo amava. Le aveva ridato la libertài convinto che un giomoi quando egli fosse riuscito a diventare qualcuno, sarebbe ritornata da lui. Invece la donna aveva sposato un altro, e in quella lettera lei stessa gliene dava l'annuncio. La cucina di O Slmon's " Simon's. Questo nome è impresso nella mente di molti fra coloro che abitano in villa a Bevcrly Hills dopo aver fatto fortuna. Qua.si tutti son pa,;• sati di qua, '.'i.siono sfamati con gli ultimi soldi, e tanti, quando la fortuna ha voltato di nuovo le spalle, ci tornano. Simon 1s è un luogo dove si spende poco, dove si può non spendere nulla, Piastrelle bianche alle pareti, tavoli di linoleum, sedie di legno curvato. Non ci sono camerieri. Ognuno va al banco, dinan1i alla cucina, ordina ciò che vuole, paga, si mette la sua roba sopra un \·asc:oio e ~e la porta al tavolo. Ai due angoli del banco ci sono due fontane zampillanti e gran pile di grossi bicchieri. Sopra ogni tavolo la saliera, la boccia della salsa di pomidoro e quella della senape, un distributore di tovaglioli di carta e di stecchini. Ogni tanto uno sguattero pa'.'i.~atra i tavoli trascinandosi dietro un carrettino o;ul quale carica i piatti sporchi. Simon's rimane aperto tutta la notte. Chi non vuol prendere nulla può farlo: ne$suno gli dice niente. L'acqua, gli stecchini 1 i tovaglioli sono gratuiti. Con dieci ants '.'ii può avere una tazza di caffclattc e due ciambelle fritte nel gra'5o di porco, che nello stomaco si gonfiano come gomme d'auto, e non sgonfìano prima di una dozzina d'ore. n·opo due di <1uestiammaz7.afame1 si rifiuterebbe anche 1;1napernice. Ma con venticinque ctnts $1 può fare un pasto meno illusorio, per quanto altrettanto greve. Simon's ~ ~empre zeppo di gente che cerca a Hollywood la sua charice o che l'ha perduta, ' T.A.S. I libri d1 scuola mi servi\•ano più per disegnare dei pupazzi durante le lezioni che per studiare, Dopo qualche anno fui mandato alle scuole superiori di Beuman e qui credo di essere stato un migliore scolaro. Quei professori seppero ispirarmi ma2giore interesse allo studio e, riuscito a diplomarmi, passai al Crinnel College•, una scuola d'arte. Tornato nel Montana non trovai però niente di me!l:ho da fare che impiegarmi come autista della linea di autobus del Parco ~azionale di Jellowstonc. Iniziai, poco dopo, quella che credetti ess-ere la mia \"en carriera, ossia cominciai a fare caricature e disegni per un giornale di Hclena. li mio sogno era quello di po• ter illustrare libri, far disegni per le grandi rl\·iste e, infine, darmi alla vera e propria pittura. Amminl\"O moltissimo cd erano oggetto del mio più attento studio James :i.Iontgomery Flagg. Howard Chandler Chris1y, disegnatori, a quei tempi, di moda, e tutti i paesaggisti. Ho già detto che l'entrare in cinematoRrafia fu per me una mera combmaziont:. Specificherò ora che lé cause furono tre: il mio amico d'infanzia Jim Calen, i brutti tempi e una ragaua. Era, questa ragazza, una studentessa del • Grinnell College• e il sogno dei miei giovani anni. Quando comincia, 11.disegnare per il giornale dì Helena le parlai di fidanzamento. Non ave\"amO un soldo, cosicch6 decidemmo d1 sposarci non appena 10 avessi trovato un pos10 migliore e ra2~n1nellato qualche doll11.ro. Fra\'amo d'acc.ordo nel giudicar~ la cittadina di .Helena troppo ristretta alle nostre ambizioni, perciò la ragazn mi spingeva a far fagotto e a cercare fortuna in una città più gnmdt:. Confesso che non ero entusiasta della cosa: tutti i miei amici vivevano ad H"'lena, ama\·o eHer ,·icino al rancho di mio padre 0\"e mi reca,·o sovente per can•lcare e andare a caccia. '.\.Ia Rii _argomenti della ragazza erano inoppugnabili, cos1ccht riusci a persuadermi. Sce~liemmo Los Angeles. Io do"e,·o partire solo e ottenuto che :1.vessi un buon pos10, lei m, avrebbe ra~~iunto per sposarmi. A Los Angelt:s trovare un posto non fu tanto facile. Quotidianamente facevo il giro delle rt:da• z1oni di vari giornali ad offrire i miei sernzi di disegnatore, ma senza nessun risultato. Aspettando giorni migliori pere~rinavo, per due dollari al giorno, d1 porta in porta m qua• lità di propaw,mdista per uno studio fotoi,zrafico. Più tardi fcei l'agente di pubblicità cercando a\·visi reclamistici per i sipnri dei teatri. Anche questo lavoro finì, come finì il mio poco denaro. Avevo le scarpe sfondate, ero in arretrato di qualche mese con l'affitto della camera, quando un tale mi consigliò di fare la compana cinematografica. L'id<.a mi sembrò buona; presi il coraggio a due mani e mi presenta, alla Fox. Nell'ufficio comparse dello •Studio• incontrai Jim Galen; non l'nc\"O visto da anni. Quando io partu per Grinne egli si era trasferito a ;,,;otre~Dame per tornare poco dopo, disilluso, al raneho paterno. Aveva preso parte a qualche rodeo e !!!Ì era fatto una certa fama come cavallerizzo e domatore di tori. Come molti altri cou·-bou era entrato in cinematografia per figurare i~ quei film del West che a quei tempi anda\'ano per la maggiore, In quei iiorni Jtm a\"e,a l'incarico di scritturare buoni cavalieri per un film sulla guerra anglo-boera. Mi presentò al regista assicurandogli che ero uno dei mi• gliori della squadra del :i.lontana . E cosi fui assunto, :i.ti vestirono da ufficiale boero, e per tutta una giornata galoppai, \:entre a terra. assieme a tanti altri, su e giù per una collina. Fu questa la più faticosa giornata di 1utta la mia carriera di attore, ma mi procurò una scrittura fissa come compai:u. Lavorai in molti aliri film, generalmente film del \\"es1, ma il m10 sogno era ancora di entrare m un i:ciornale come disegnatore. In quei q1orni mi pervenne una lettera della fanciulla che dovevo sposare e per la quale mi ero traslocato a Los Angeles, in cui mi annuncia\"a che a\'e\"a trovato il vero amore e che si era sposala con un commesso dro!l:hiere. Qualche mt:,e prima, a tale notizia, mi s.arei sentito spezzare il cuore, ma m quel momento, nello stato d'animo in cui mi trovavo, la prui abbastanza tranquil• lamente e pensai che la ra'tllu era fatta più per il droghiere che per me. Feci la com• pana per circa un anno. C"n bel ~iorno mi affidarono una parte in un film della lunghezza di 250 metri I La ragione di tale fortuna fu solo la mia abiliti nel montare a cavallo. Poco dopo interpretai la parte di Abc Lt:e nel film Il /mcino di Barbara Worth. Jn questa parte piacqui ai dirigenti della Panunount, che mi COn\"OCaronoallo Studio• do\·e firmai il mio primo contratto, li giorno dopo fui mandato a Sant'Antonio (Texas) do,·e la Paramount •girava• il primo grande film d'a,•iazione: Ali, in cui interpreta, la parte del •cadetto~. Da quel giorno molte c:of>Cm: i sono accadute. La più importante è stata, naturalmente, il mio matrimonio con S11.ndr,1 Shaw. Ho partecipato a<.4una spedizione d1 caccia gros.sa m Africa Orientale; ho \'Ìsi1.1r,, più volte l'Italia; ho lavorato in più hlm d1 quanti ne ave!!Ì visti prima di arriv.m., ad Hollywood. I film da me interpretati che preferisco sono: Com.:egno d'amorl', Dtsidtrio, I l..ancùri dtl Btngala, t amt:ata la /tliàtil, LA co11qu1sra dtl Wtst. Attualmente sto lavorando ad un film che mi entusiasma: Animt sul mart', diretto da Henrv Hathawav. Riconosco che· sono stato, molto fortunato. I p~imi j:tiomi non ama\"o nl! Hollywood nt 11 cinematografo. Ora adoro ambedue. Ci si de\'e trascorrere molto tempo, ad Holkwood, pnma d1 nu!K:ire a capire la differenza fra la mitica Holly\vood c:he il mondo 1mmap:ina e la ,·t:ra. reale Hollywood. :i.la tutta,ia quando abbandonerò il cinema, me ne andrò da Hollywood: comprerò un rancho \"ÌCmo ad Helena e \'Ì finirò i miei giorni. t, là che ~i tro,·a ancora una i:crnn parte dei miei amici d'infanzia. GAR\ COOPE.H

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