DALL'IMBOCCATURA arc;vò un rumore ~rdo, il buio fu segnato da 'ICintillc azn1rrc 1 un fascio di luci apparve e si avvicinò. Lonnic aprì b botola; passò il convoglio. Chiusa la botola, l'uomo "i sc<léa terra, scontento di non essere un motori'ìta. Si chiese se dovesse mangiare uno dei p~.nini che gli cr.ìno rimasti, ma decise di aspettare ancora. Poi fischiettò e All'ombra del vecchio ml·- lo >, uno dei t~c motivi che conosceva, e rim:l.'ìC seduto nel buio. Stare in un tunnel così nero che le pareti di carbom· al confronto brillano 1 con solo un lume all'acC'likn<' e nc,,;uno che faccia comp;'lp;nia. ceno è trisk. M:i. a Lonnic buio r ,olitudinc non faccvano effetto; ci 'ii era tanto abituato ormai che non M> nr accor~cva nemmeno. e Nella cassa de~li attrcui, presto! >. Lt ra~;izza c;j ra~'t:omitolò nella cac;. ,a, e Lonnic abba~ò il coperchio, mettendovi ~no un sa,'io perché vi potesse entrare un po' d'aria. Poi si sedette e ricominciò con studiata in. differenza la sua interpretazione di e: All'ombra del vecchio melo :t. Si av. vicinava Hans Biloxi. Di lui non si vedeva che un punto luminoso, ma per Lonnie ogni punto luminoso era un preciso segno, dimodoché capì, senza f/.3.pcrené chiedersi come, che si trat• tava di Hans. Quando Hans fu a por• tata di voce, Lonnic smise di fischiare e chiamò: e: Ehi. Hans 1 :t. Non ci fu risp0sta, Hans si avvicinò e il suo volto, quando apparve, era grave. e: Si smonta, ragazzo. li treno di Jakc è nel tunnel, nella galleria prin. cipale, all'altezza del terzo ingresso. A'ipetterà dieci minuti >. Anche il tunnd aveva i suoi vantaggi: vi rr:i '-<'tnpre la stcss:t tcmpcratu• ra, C',t:itc e inverno; l'aria era fresca grazie .a un intricato ._i.,tcmadi rnanich<' a VC'ntoe di dì.atatoi. Lonnic, che era 1 <;tat.ocli quc-lli che lo a\'Cvano scavato, lcv1~ato e attrc-zzato, lo considl"rava t·a,;\ su~, come l'inticra miniera. del rrsto. Era infatti l'unico mondo che aveva cono,;ciuto in diciannovr nnni. e Si smonta? Perché?>. c. Eckhart c'è rimasto>. e: Come?!». e: JI solito cavo>. e .•. Quando? :t. e: Poco fa. Sotto i miei occhi. JI trolley di un vagone s'è staccato, il e lo trovava familiare e conf ortf'\•olc. Dopo un po', udì qualcosa dall'nltrn parte ddla botola. ]f/.tintivamcntr guar• dò le rotaie. Se pa,,a un topo bi~gna fug-girc:. perché un topo f/.Cntc. prima di tutti, quando qualcosa ,ta per eroi• lare. Ma non vedendo nc'l!liun topo, dopo un poco Lonnic (j alzò, aprì la porta nel centro della saracinesca e g-uardò. Sulle prime non vide nulla. Sg.1nciò la lampadn dnl rappello e ne proic:ttò intorno il raggio. Accovac• ciata rontro ,1111 ca.$.,.a. di attrcni. il vi-.o c;porco di polvere di c;irhonc il vestito strappato che- lasciava qua ~ là ,coperta la pelle. c'era una ragaz7... 1 ,ui ,;edici anni. E<;.~1 lo ,guardò, poi f/.i mic;c a pingnurolarf'. e: Mc nt: andrò subito; giuro che me ne andrò, se mi indicate l'uscita. Non volevo nulla. Sono entrata. coc;ì, solo per dare un'occhiata >. e: Chi ti ha fatto entrare? > e: Nessuno. Mi sono na'-Costa in un vagone :t. e: Dove? Fuori? > e Non so. Certo che era fuori. Mi sono nascosta nel vagone e il treno è andato più lontano di quanto credessi. Poi sono scivolata fuori. Avevo finito i fiammiferi, era buio e mi sono per· duta. Non ~ quante volte sono casca• ta, e ... oh Dio! guardate il mio vestito! Per favore, fatemi uscire di qui. Voglio tornare a casa ! > e: Dove abiti? :t. e: In città. All'e:;trcmità nord ». e Non ti ho mai vista>. e Siamo appena arrivati. Papà è fo.. tografo, fa ingrandimenti. Giriamo da una città all'altra. Volevo vedere una miniera, fatemi uscire di qui :t. e Siediti». Si 1edè1 avvilita, davanti alla saraci• nesca, mentre Lonnie rifletteva. Se una donna entra in una miniera è una vera di,grazia. Quando accade, la miniera deve es5erc abbandonata, come c;e mo• ris'iCqualcuno; tutti devono lasciare il lavoro per l'intera giornata, altrimenti si crede che debba accadere una terri• bile catastrofe. I minatori hanno di queste fissazioni. Da due settimane, era quello il primo giorno che si lavorava nella miniera e ~arebbc stato l'ultimo per un gran pezzo. Si eseguiva qualche piccola ordinazione, giunta fuori sta• ~ione, tanto per dare agli uomini qu,tkhe soldo. Se Lonnie denunziava 1I fatto e i minatori lasciavano la mi• niera, la ragazza poteva pagar cara la -.;ua imprudenza. Le mogli che con• tavano su di un giorno intero di paga, non gliela avrebbero fatta pas,;are li• scia, piccola idiota curiosa. Tempo prima una donna, ch'era en• trata nel po7.zO vicino per dir qua). cosa al marito, era stata battuta così malamente da dover ec;scre trasportata all'ospedale. e: Sai che cosa significa una donna in una miniera?>. e Sì. Ma ero sicura che nessuno mi avrebbe vista>. e Non c'è modo di farti mcire. Non posso la~iare il mio posto, e la porta da dove vieni è lontana almeno tre chilometri 1 e non potresti trovarla, nemmeno con una lampada. Non c'è modo. Soltanto .se tu aspetti che io smonti potrò portarti fuori 1 passando dal vecchio pozzo abbandonato». e Beni,simo ». « Devi star nascosta, però. Hai ca• pito? Se ti trovano qui, te ne pentirai. E o;e scoprono che ti ho fatto rima• nere, dovrò scontarla anch'io. Se mi cacciano, non mi riprenderanno più, in questa miniera, e foNe non troverò lavoro in nessun'altra >. e: Viene qualcuno! ». vagone ha deragliato e l'ha sbattuto contro il cavo. :\'iente da fare>. « Sono disceso con lui, due ore fa ... >. e: Sbrigati, hai dieci minuti ;,, Ham attraversò la ,aracinesca, corse ad avvi,arc altri minatori. lontani dalle uscite. e Hai udito? » fece Lonnie sollevan• do il coperchio della cassa. e: Sì :t. e: Bene. Ora capisci quel che hai fatto?». e: Ma io non ho fatto niente! Non parlatemi cosi! >. e: Eckhart è morto, hai capito? :t. e Non è colpa mia! >. e: Sai bene che è colpa tua! Perché sei venuta qui?>. La ragazza si alzò in piedi, scavalcò la cassa e venne a piantarglisi davanti. e Non è vero! Se sono entrata qui per curiosità, non significa che abbia uc• ciso quell1uomo ! :t. e: Chi ne ha colpa, allora? >. « Non ne parliamo più: ora che cosa intendete fare? >· e Devo raggiungere il treno di Jake. Se non mi vedono, verranno a cercar• mi. Penseranno che mi sia successo qualche cosa>. « E io non ho lampada. E qui è buio pesto>. e: Nessuno ti ha pregata di entrare>. e: Ma lo sai che sei odioso>. La ragazza voltò le spalle. Alla vista di quella nuca infantile, Lonnie si turbò nranamente e ,entì una punta di rimorso. La ragazza si mi.se a pas• seggiarc su e giù scuotendo la testa con ira. A un tratto si precipitò verso la casJa. Fece appena in tempo ad CO· trarvi, che sei o sette minatori, al SC· guito di Hans Biloxi, erano già nella galleria, muti e ~ravi. e: Di' a Jake che non mi aspetti>, Rridò Lonnie a Hans. e: Esco dal pozzo crollato>. e: Che ti salta? Sei pazzo! >. e: Devo ritrovare un gomitolo di filo. Mi occorre per certe trappole da lepre >. e: Su, ragazzo, ragiona. Ti pare che valga la pena di cacciarsi in quel gi• nepr.:tio e faticar tanto per un gomi• tolo di filo? ~on puoi aspettare do• mani, ed entrarci dall'esterno? ». « Il filo mi serve stasera>. e: Basta con le chiacchiere, andi:l• mo! > interruppe uno dei minatori. e: Hai ragione. Se il ragazzo è stu• pido, faccia come crede: noi usciamo di qui>. Se ne andarono. Il rumore dei loro passi si perse. I cerchi luminosi delle loro lampade si rimpicciolirono fino a diventare punti chiari nel buio, poi c,comparvero bruscamente. La ragazza si alzò in piedi : e Dio! che buio, quaggiù>. e: Vieni». Lonnic raccolse il suo portavivande e si avviarono nella galleria, lui pre• cedendola pcl viottolo, lungo le rotaie, L.t r:tgazza sentì che il respiro del ~uo compagno s'era fermato e Che c'è'>> « Ahbiamo sbagliato strada » . 1 « Siamo perduti'>> « Perduti no. Ma starno nel pozzo maledetto> e JI :t Eglt le guidò la mano sulla fredda cosa toccata poco prima; la ragazza urlò più volte, urlò ancora scnw treno. dopo aver battuto due o tre volte 1:1. testa, proruppe isterica: « Non re~i• sto più, così curva! M:i manca. il re• spiro! E la schiena mi duole! >. « Ne abbiamo per due o tre metri solo. Mettiti giù supina, per qualche minuto, ti sentirai meglio>. Si allungarono. Lei era convulsa e. tremante; Lonnie non la guardava, ma la sentiva vicino. Intuiva ogni particolare del suo esile corpo, i punti dove l'abito lacero mostrava la pelle, e sentiva il profumo sensuale della ragazza. Dopo un po', ripresero la marcia: la volta si sollevò, la strad::i deviò. Questa volta lo spettacolo che si presentò alla ragazza fu tale da scon• volgerla. Un pozzo abbandonato è in realtà uno spettacolo c;paventoso, che può benissimo sembrare un orrido inferno. La volta non è più tenuta a bada dall'uo-- mo; l'aria la corrode, fonna, come una parete verniciata ed esposta all'umidc-, bolle enormi, larghe circa due metri e spesse altrettanto. Le bolle poi crepa• no e cadono a pezzi al suolo, rico-- prcndolo di schcggie di carbone e di pietra, simili a giganteschi denti di e E. la pietra, la pietra che gli mi• scro sopra perché non potevano por• tarlo fuori. Con una mano scolpita SO· pra, che regge una palma. Lui è qui, e continua a caricare la sua polvere ». e Non sento nulla », sussurrò la ra• gazza. e: Sentirai, fra poco. Lui, dunque, in• saccò I.i sua polvere, accese la miccia e venne qui ad attendere l'esplosiom:. Ma l'intera galleria gli crollò addosso. E lui continua a tornare qui dentro per \'Cdere perché la miccia non espio• de, e ricomincia a caricare la polvere e... >. e: Non sento nulla ... » Ma le parole le si gelarono in gola: giù sotto la roccia, chissà dove, era co• minciato un lieve cline, cline, cline. Poi si fermò. « Eccolo, questo è il trivello. Ora scn• tirai dei colpi sordi : quando intaserà la polvere :t. I rumori ricominciarono infatti; e dopo un rapido crescendo furono di nuovo interrotti. e: Eccolo, esce fuori! Viene da que• sta parte ora! E noi non possiamo lffil'ATORI AllERIOANI ALL'INORB880 DI UlU XlNlERA lei zoppicandogli dietro. Avevano percorso qualche metro, quando l'uomo 5j volse appena in tempo per vederla barcollare, agitando freneticamente le braccia per mantenersi in equilibrio. Come un gatto che si avventa sulla preda, la batté con forza su un brac• cio; la ragazza cadde a terra, protc• stando. « Perché mi picchi? Faccio quel che posso. La lampada non la vedo quasi ... ». « Vedi quel filo, lassù, sul muro? :t. e: Quale?>. e: JI filo ad alta tensione, non lo vedi? Alla tua destra, in cima all'antenna? Per questo ti ho buttata in terra. Toc· ca quel filo e sei morta, prima di ca. pire cosa sia stato>. e Oh! ... >. e: Se sei così imprudente, sarà mc• glio camminare sulle rotaie; e se lì dietro non vedi bene, cammina al mio fianco. Perché non l'hai detto prima? > Camminarono affiancati tra le ro• taic, saltellando da una traversina al• l'altra. Lonnie le aveva messo un braccio intorno alla vita per sorreg• gerla, e inaspettatamente toccò la sua carne nuda. Sciolse subito la stretta e la prese per un braccio. Cercò di non pensare a quel contatto morbido e caldo. Presto Lonnie svoltò in un'altra galleria, e bruscamente la volta si abbassò. L'altlz.za di una galleria di mi• niera dipende, si sa, dallo spessore del carbone in cui è scavata. Lo spazio alto circa due metri e venti, che li aveva circondati fino allora, dimiuuì sino a uno e settanta, circa: impos• sibile rimanere in piedi. Il ragazzo avanzò piegato in due: abituato CO· mc era alla miniera, non faceva caso alle gallerie basse. Ma la ragazza, squali. Basta sfiorare la volta per far cadere altre schegge; i frammenti in terra tagliano le scarpe più robuste; rotaie, fili, legno e ogni altra traccia dell'attività dell'uomo sono stati aspor• tati da gran tempo, e nulla di umano giunge più sin qui. I due ragazzi procedevano cauti, ah• brancati al muro: lui davanti, lei alle sue calcagna, tenendosi stretta a una falda della giacca di cotone. Svoltaro• no in un'altra galleria, più orrida del• la prima, poi in un'altra ancora. Vi erano appena entrati, quando si udì un'esplosione, come una cannonata, e la lampada si spense. La ragazza urlò. e: ~iente paura. t caduta una volta, ecco tutto. Tienti stretta alla parete, come faccio io. Generalmente crolla al centro>. « li lume è scoppiato? Perché si è spento?> « E: stato il contraccolpo dell'aria». e: Per favore, riaccendi. Ho tanta pau• ra, al buio>. «Si•· Lonnie aveva già -.;ganciata la lam• pada dal berretto e ne percuoteva il quarzo con la palma della mano. Ap· parve qualche scintilla, ma niente luce. e: Lo sapevo che era scoppiata », si lamentò la ragazza. « Non è scoppiata. Il carburo vuole acqua, ecco tutto>. Aprì il portaviv.:inde per prender l'ac• qua, poi ricordò che aveva bevuto tut• to. Guardò nella fiaschetta sperando di trovarvi qualche goccia. Nulla. Allora chiuse la cassetta, la posò in terra e strinse le labbra preparandosi a sputare sulla lampada. Ma un terrore improvviso gli inaridì la bocca. Posan• do la ~catola aveva toccato una mano, fredda e immobile. muoverci : non abbiamo lume! > Adesso erano coricati sul suolo, ser• rati uno nelle braccia dell'altra, in un'estasi di terrore. Varie volte il suo• no fu ripetuto; teridendo l'orecchio e stringendosi sempre più, i ragazzi attesero. Ma la p:wra è una strana emo• zione : non la si può sostenere indefi• nitamente con la stessa intensità. MaJ. grado il terrore del fantasma, Lon• nie si rese conto per gradi come fosse piacevole giacere nel buio con quella ragaz.za fra le braccia, tremando con lei, mescolando il proprio fiato a quel• lo di lei. Incominciò con dolce ango• o;ciaad attendere la ripetizione del ru~ more. Ripensò alla carne morbida della ragazza e subito la sua mano cercò lo strappo della veste, sul fianco; ca• rczzò la pelle come se le circostanze glielo imponessero. La ragazza lo lasciò fare. Anzi, il contatto di quella palma rude parve calmarla; la sua tensione sembrò sciogliersi : e posato il capo sulla spalla di Lonnie, sospirò dolce• mente. Egli seguitò a carezzarla, ed ogni volta che il rumore ricominciava, si abbracciavano più stretti. Improvvisamente lei si rizzò a sedere, poi volgendosi a Lonnie disse : e: Questo non è un minatore >. e: Ma sì, cara, ma sì ». e: Non è un minatore e un rumore d'acqua. Ne sono certa >. « Ah, se ne potessimo avere un po• co! Ma non riesco nemmeno ad ac• çendere il lume: sono cosl spaventato che non posso sputare». « Dammi il lume: sputerò io». Gli prese il lume di mano e Lonnie udì il sibilo forte di un buon sputo ab• bondante. Percosse il quarzo e la fiam. ma lacerò le- tenebre. e Dobbiamo sbrigarci. Il lume non durerà molto>. « Zitto, lasciami ascoltare>. Mentre lui teneva il lume, la ragazza si buttò carponi, piegando 1~ te~ta per a:teoltar meglio. La fiamma Slfl:Pl~- cioliva sempre. A un tratto essa. ms1: nuò la mano sotto una scheggia d1 pietra: e: !. qui ». « Ne sei certa?>. « Dammi la borraccia ». La ficcò nell'apertura e ·subito si udì lo scroscio dell'acqua contro l'allum_i• uio. I ragazzi si guardarono, Lonme dissr in un soffio : « Era dunque que· sto! Era l'acqua che faceva quel ru• more!> li lume in quell'istante si spense. At• tesero nel buio. A un gocciolio rapido, staccato, seguì una pausa, poi alt.re poche gocce, poi <listintame~te ~n'aL legra abbondante colata, poi un altra lunga pausa e daccapo il gocciolio. Dopo una lunga attesa, la rag~tza sco~• se la fia.sca e si udì lo sciacqu10 dd h• quido. . . . e: Basta. Ci basta per usctre d1 qui :t. Versarono acqua nel lume, pere~• sero il quarzo e una bella fiamma. VI• vida ne ~aturì. S'incamminarono im· mediatamente. Attravenarono molte altre gallerie abbandonate, giunsero fi. nalmente dov'era più facile procedere. Lui rideva, un riso scoppiettante e ner• voso: e Che presa in giro! >, diceva. e: Rimarranno come stupidi, i compa• g:ni, quando dirò loro che il fantasma ... era acqua! > « L'ho capito a un tratto, non so CO· mc. che erano gocce>. e E pensa che è per via del fantasma che hanno abbandonato quei pozzi! E la Società li ha dovuti chiudere. Non un minatore accettava più di lavo• rarci! > « Che cosa buffa! :t Quando, ridendo, sbucarono fuori dalla vecchia galleria, era quasi buio e nevicava. Si salutarono freddamente; lei lo ringraziò di averla aiutata ad U· scirc e promise di non divulgare il SC· greto. Poi si avviò giù per . il monte~ verso il campeggio dove abitava. Lui la seguì con fo sguardo per un attimo, poi qualche cosa gli s.alì in gola, un ricordo irresistibile : un pezzetto di morbida carne nuda, un profumo dol• ce-, il sibilo di un energico sputo CO• raggioso. Chiamò con una buffa voce sfor· zata: e: Ehi!». e: Che c'è?> « Torna indietro un minuto>. Tornò di corsa a piantarglisi davan• ti. Lui voleva dire qualche cosa, non sapeva bene che. A un tratto, si udì dire con una buffa voce che sperava che lei non fosse offesa, per quel che le aveva detto giù nella miniera, pri• ma di mettersi in cammino. Lei non rispose, guardava. A un tratto, con grande stupore del ragazzo, gli si av• vicinò e gli mise le braccia al collo. Allora lui potè dire quel che voleva. Se l'attirò sul petto, premè le labbra sulle labbra di lei, per la prima volta, e le parole gli uscirono tremanti di bocca: e: Senti... Al diavolo le nostre case ... Non rincasiamo, stanotte... Sposiamo• ci... Stiamo ... stiamo insieme». E55.3 gli era rimasta sul petto, gli toc• cò il viso con le dita, poi, voltando il capo: e: Non possiamo sposarci». e: Perché? > « Non abbiamo denaro. Tu non ne hai, io non ne ho, nessuno ha denaro, in un campeggio di minatori... Oh, ma come mi piacerebbe stare con te... > e Il mio vecchio ci prenderebbe in casa,. e E la tua vecchia ci metterebbe fuori». e: Come vuoi, non parliamo più di matrimonio. Non rincasiamo, stasera. Rimaniamo quassù, in una di queste capanne :t. « Ci cercheranno>. e: Ci cerchino pure». e: Avremo fame e freddo :t. « Possiamo fare un fuoco, e ho an~ cora due panini>. « ... Come vuoi>. Tentarono di dir~i qualcos'altro, ma erano imbarazzati. A un tratto, lui CO· minciò a scuoterla, e gli occhi gli bril• lavano. « Chi dice che non possiamo sposar• ci? Chi dice che non abbiamo denaro? lo ho un posto, sai? Un vero posto, nella Società! » e Come farai a fartelo dare, un posto?» « Il fantasma! Non capisci? Prove. rò alla Società che il minatore male• detto non era che acqua! Allora po• tranno estrarre tutto quel carbone. E tu non credi che mi darannn un posto fisso, per questo? Altro che! >. «Ma si. Te lo daranno, hai ragione>. e: Senti, ci rimarresti sul serio quassù con me, stanotte? » e: Non voglio che ci dividiamo mai più». e: Baciami. Forse potremo acchiap• pare una lepre. La sapresti cucinare, una lepre? » e Sì,. Dentro, nella minirra, un minatore fantasma raccolse il suo piccone fan. tasma e tristemente si accinse a rag• giungere il grande esercito dei dÌ5o<.· cupati. JAMES CAIN (Tradu,sio11e di .\f . . U.)
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