storia di Barcellona e dell'Esposizione del 1929. Poi venne la Repubblica. Sulla repubblica venne il colpo di mano di Sanjurjo. Sanjurjo nel 1932 aveva sessantaquattro anni. Era stato fra gli intimi di Primo de Rivera. A suo tempo l'avevano chiamato El le6n dd Riff. Nel 1923 governatore militare di Saragozza. Nel 1931, al tempo della proclamazione della repubblica, era comandante della Guardia Civil. I repubblicani lo levarono di 11e gli diedero il comando dei carabineros : i doganieri. Sanjurjo non lo dimenticò. Fu prima mandato al Marocco, commis.sa.rio. Poi a Siviglia, cor6missario. Nel 1932, il 10 agosto, Sanjurjo s'impadronisce di Siviglia con un colpo di mano. Si proclama governatore dell'Andalusia. La F.A.I. chiama a raccolta i disoccupati dell'Esposizione. Lo arrestano a Huelva il giorno dopo. Condannato a morte viene graziato. Compie un viaggio in Germania, conosce alcuni dei capi nazisti. Dopo si ritira nel Portogallo. All'inizio del movimento monta su un aeroplano per raggiungere la Spagna. L'apparecchio cade e il generale muore. Piccolapostadel Generale Carlo Sotelo è stato assassinato il 13 luglio dalle guardìe d'assalto di Madrid. José Antonio Primo de Rivera, Fernando Cuesta e altri capi di Falange sono in prigione. Dure perdite per i nazionali all'inizio del movimento. Ma a Siviglia c'era Qucipo dc Llano, i;he s'impadronisce, di Siviglia facilmente, dopo aver picchiato i soliti pistoleros. A un certo momento, anzi, mentre la battaglia sembra conoscere qualche incertezza, Queipo annunzia alla radio la vittoria dei nazionali. Da allora Queipo non ha più trascurato la radio. Parla alla radio tutte le sere. Alla radio combatte le sue più importanti battaglie. t la celebre charla del Generale. Dur.:i un'ora, un'ora e mezzo. Ascoltarla è necessario, se si vuol comprendere qualche cosa. 8 un fatto che con ]J. sua conversazione Qucipo s'è guadagnata in tutta la Spagna un'enorme popol~ità. t abbastanza facile capire il perché. Le con- "ersazioni di Queipo sono lunghe. prolisse, riempite di ~iuochi di parole, di chistcs e di bromas. Risponde a tutti quelli che gli scrivono, fa il nome di tutti coloro che gli mandano regali per i soldati. Loda, polemizza., prende in giro i generali di sinistra, rivela le loro marachelle e mette all'indice i loro vizi segreti. Le conversazioni di Queipo de Llano, durante la presa di Malaga, citavano uno per uno i nomi degli spagnuoli che vi avevano preso parte, e non dimenticavano i falangisti a cui era affidato il servizio di limpie(.a, o di ra.st.rellamento. Così facendo, Queipo guadagna alla causa dei nazionali moltissimi spagnuoli, e si dice che molti ~5mpatizzanti conti nella parte rossa. Le:: sue charlas peccano forse di un eccessivo entusiasmo, ma senza entusiasmo non si sarebbe avuto niente. I suoi nemici attraverso la stampa internazionale accusano Queipo di aver promesso troppe volte la presa di Madrid a data fissa, e sopra tutto di aver prematuramente svelato alla radio l'esistenza della famosa Quinta Col:lmna. La Quirita Columna sarebbe stata formata dagli elementi di destra che si trovano in Madrid, pronti a scendere in piazza il giorno dell'ingresso dei nazionali. Questa storia non mi risulta, ma è facile profetizzare che, H giorno che Franco formerà un governo nazionale, Queipo, il comandante dell'Esercito del Sud, vi avrà il suo bravo posto. a1rtfJte?ut~al~~a.Lli.?~ni1uss~~g~~~ !ace è un enorme albergo costruito giustappunto in vista dell'Esposizione di Siviglia. Fu una pessima speculazione, allora; adesso si è rivelato utilissimo. Era il cuore di Siviglia e del Movimento del Sud. Era Il che si potevano ve- (1.cre il Duca di Siviglia1 nominato poi governatore di Malaga; i grandi di Spagna, in divisa da ufficiale i le più belle donne dcli' Andalusia. Lì facevano capo i corrispondenti dei giornali di tutto il mondo, gli ufficiali dell'aviazione legionaria, del Tercio, dell'Esercito, dello Stato Maggiore. Lì si vedevano quelle tragiche famiglie che avevano avuto padri, madri, spose, sorelle, fratelli uccisi dai rossi. Tragiche famiglie vestite a lutto che prendevano il tè. E fu lì che vidi il generale Queipo dc Llano, alto, magro come un hidalgo, vestito in borghese, che distribuiva strette di mano e manate dietro la sch;ena: abrcu;os. Strategia di Franco li Capo di Siviglia riceveva le congratulazioni in mezzo a un gruppo di dame che recavano sul petto croci di oro tempestate di gemme e immagini di santi in smalto prezioso. Che cosa rappresentava Malaga in quella guerra? Semplicemente questo : che la lotta, fattasi statica da qualche tempo, riprendeva a tutto vantaggio dei nazionali. Malaga la roja, Malaga la r~sa, Malaga l'inespugnabile, Malaga porto sul Mediterraneo era stata presa. Oramai non restava che prendere Madrid. Bilbao sarebbe poi caduta da sé. C'crr qualcosa che non convinceva troppo nel tono di quei discorsi. Ed era proprio quella smania di ritornare a ~adrid prima di essersi assicurate la provincia e le coste. Per questo sarà forse utile ricapitolare la storia della guerra. La Spagna, il 16 lu~lio 1936, era divisa in otto divisioni militari con Comandi rispettivamente a La Coruiia, Burgos, Valladolid, Saragozza, Madrid, Siviglia, Valenza e Barcellona. Otto generali dovevano essere i capi dell'affare : Francisco Franco, Manuel Goded, Qucipo dc Llano, Emilio Mola, Joaquin Fanjul, Miguel Cabanellas, Domingo Batet e José Sanjurjo. I capi del movimento dovevano essere Franco e Sanjurio. Quest'ultimo muore prima di toccare il suolo spagnuolo. Franco si trovava alle Canarie, forzato governatore militare, Goded alle Baleari, altro esiliato. Queipo de Llano comandava invece la piazza di Siviglia, Mola quella di Burgos~ C.tbanella.s quella di Saragozza, Batet era a Barcellona e Fanjul a Madrid. li piano del M ovimiento era semplice. Franco sarebbe andato al Marocco e di lì, con la Legione e i Regular,rs marocchini, sbarcherebbe a Siviglia. A Siviglia, congiungendosi con Queipo, avrebbe marciato sino a Badajoz. Da Badajoz a Toledo, dove si sarebbe congiunto a Mola, che veniva dal Nord. Da Toledo sarebbe mosso l'assalto verso Madrid, dove Fanjul avrebbe tenuto desta la rivolta sino al loro arrivo_. li movimento scoppia il 1 7 Juglio a Ceuta e Melilla nel Marocco, e a Las Palmas 1 Canarie. Franco vince. Batet e Goded a Barcellona si trovano contro anarchici e marxisti e trotskisti. Perdono la partita il 20 luglio. Imprigionati a bordo dell'Uruguay, vengono processati e fucilati. Fanjul e i ribelli della Montafia perdono a l\{adrid. Vengono trucidati. I militari occupano Burgos, Valladolid, Salamanca, Gijon, Oviedo, Pamplona a nord.ovest; Saragozza, Soria, Huesca 1 a nord-est; Siviglia, Cadicc, Caceres, Cordova a sud. Vincono in tutto il Marocco, alle Canarie e a Majorca, nelle Baleari. Così finisce il primo tempo. Poi occupano lrtln, Badajoz, e scrivono con l'as.~dio e la liberazione di Toledo una pagina meravigliosa. Da Toledo, Avila e le gole della Guadarrama i militari urgono verso Madrid. P.. una delle più belle marce guerreggiate che siano mai state compiute. Arrivano sotto Madrid nella seconda metà di ottobre. Sostano un momento per ripjgJiare fiato. Attaccano brava• mente la capitale, conquistano i sobborghi. Di nuovo riordinano le file. Attaccano furiosamente, mi sembra che fosse- 1'8 novembre 1936. Vengono fermati. Che cosa è successo? Un affare da niente: il 6 novembre sono entrate in linea le brigate internazionali, la X, l'Xl, la XII, la XIII, la XIV, la XV brigata internazionale. Le comanda Klcbcr, gli sta a fianco Miaja. Sui muri di Madrid c'è scritto: e: .No pa.sardn ». L'otto febbraio 1937, tre mesi dopo, i nazionali prendono Malaga. La situazione si rovescia. Non si chiamano più i ribelli, i militari, o le truppe del generale Franco, o gli insorti, o i bianchi, si chiamano i nazionnli. F. accaduto dunque qualcosa che vale la pena di esaminare più da vicino. Non sono più in giuoco le sole forze della Spagna tradizionale, contadina, cattolica, contro la Spagna delle città, del modernismo ateo e dei partiti di sinistra. Si tratta di vedere se la Spagna e l'Europa assisteranno alla bolscevizzazione della penisola predicata da Lenin, o l'impediranno con tutte le proprie forze. Per questo si battono le brigate internazionali. Per questo si battono i volontari tedeschi, irlandesi e italiani. G. G. NAPOLITANO SOJOPEBODI BF.OOHINIA NORTH ABIBOTON (U.8.A.) IIIIPIBI OME è noto, imperversa da e qualche tempo in America una specie di epidemia di scioperi. Un giorno scioperano i minatori di uno Stato, un altro giorno quelli di un altro Stato; una volta gli operai delle fabbriche di calzature, e un'altra quelli dell1industria automobilistica. Le ragioni d.i questi scioJ)"'ri wno varie; alcune volte gli scioperanti domandano puramente e semplicemente aumenti di salari; altre volte riduzioni degli orari di lavoro; altre volte ancora il riconoscimento delle loro organizzazioni sindacali. Quest'ultima, è una delle ragioni più frequenti di sciopero. In sostanza la società americana è in una fase di riassestamento: pri~a la lunga depressione, poi J'espcnenza Roosevelt e, infine, la ripresa ne hanno sconvolto tutta l'impalcatura, come altrettante scosse telluriche. Ora es.sa si va riassestando : e poiché attraverso tante e così varie vicende si sono operati grandi spostamenti di ricchezza, è naturale che jJ riassestamento si compia non senza strappi e attriti. ~a questo è un discorso troppo seno, e perciò noi vi rinunziamo lasci~ndo ~g!i. economisti, ai sociol~i e agli stattsttc1 la cura di esporre con la gravità e la solennità, che sono loro pr_opric_, le prof?ndc ragioni degli scioperi amer1ca01, e l'andamento di essi, o _come si dìce nel gergo, la e: curv_a~; il tutto corredato di copiose statisache e di diagrammi. Anche a Kollywood Il più strano e caratteristico di tutti questi scioperi è stato senza dubbio quello dei lavoratori del cinema. Il pubblico dei due mondi è abituato a credere che Hollywood sia una specie di isola dei beati, ove tutto sia « luxe, ordre et volupté »; cd è rimasto stupefatto nell'apprendere che anche in quella specie di Paradiso terrestre ci si accapi~lia,. si litiga e - horresco referens - st sciopera, come in una qualsiasi graveolente conceria di pelli. Raccogliamo da una rivista americana alcune notizie relative a questo singolare sciopero. La più forte organizzazione di lavoratori del cinema di Hollywood c1 forse, degli Stati Uniti è la lnt,rrnational Alliance o/ Theatrical & Stage Empioyees, che è virtualmente un sindacato i cui capi lavorano in perfetta armonia con i produttori - la mano nella mano - sotto il vincolo di un contratto_ per. cinq_ue ann_i _eh~ proibisce gli scioperi. I smdacat1 indipendenti affiliati ali' American Federation o/ Labor, hanno lottato a lungo e invano per ottenere di essere riconosciuti. Nella prima decade di maggio, quando le loro richi~te di riconoscimento furono ancora una volta respinte, 3000 membri dei sindacati di pittori e decoratori, di artisti scenici 1 di truccatori ccc. dipendenti dall' A. F. of L. si misero in i.sciopero e se ne andarono a spasso. Furono poste delle linee di « picchetti > davanti ai maggiori studi; ma inolti cinema continuarono a lavorare come al solito, assumendo lavoratori non iscritti ai sindacati al posto di quelli iscritti. Nello stesso tempo, i capi organizzavano i loro sindacati nella Federated M otion Picture Cra/ts. Hol• lywood sembrò in preda a una vera sommossa, quando ingegneri, modellatori, stagnini, sarti, cuochi, operai, meccanici e calderai fecero cawa comune con gli scioperanti. Tutti gli occhi erano ansiosamente fissi sugli attori. Che cosa avrebbero essi mai fatto? Entrano in scena i divi Roberto Montgomery, che aveva, da poco, sgomentato gli ammiratori dei suoi soliti film allegri, apparendo in Night Must Fall sotto i tratti di u,n assassino patologico, passò subito a recitare un'altra parte : quella dì Presidente della e: Lega dei attori dello schermo di Hollywood ». Ben presto cominciò a circolare la voce che una vigorosa e: coscienza sociale • scuotesse le stelle del cinema, e specialmente il piccolo e agile Jimmy Cagncy : e questa voce si andò sempre più accreditando. La lega conta 56oo iscritti. Tutti gli attori e le attrici cinematografiche virtualmente vi appartengono. E questa era la prima volta che essa avesse occasione di dar prova della sua solidarietà con gli altri lavoratori. Il Presidente Montgomery con• vocò subito l'ufficio esecutivo, che è composto come segue : Primo Vice Prc- $idente, Cagney; Secondo Vice Presidente, Joan Crawford; Segretario assistente, Boris Karloff. E l'ufficio deliberò di rinviare ogni sua decisione sullo scio• pero di simpatia a quando si fosse tenuta l'assemblea; di lasciare, intanto, al giudizio dei singoli la decisione di passare o no attraverso le linee dei e: picchetti>. Poi si tenne l'assemblea; e in essa 4000 attori con volto grave voturono di aspettare un'altra settimana per decidere se rispondere in tutto all'appello della loro coscienza sociale. Poi le notizie si sono diradate e l'attenzione del mondo - e dei reporters - è stata attratta da più gravi argomenti. Ma, in conclusione, sembra che i e: divi » abbiano finito col non scioperare. Ogni epoca ha i suoi dei, e gli dei di tutte le epoche prendono parte alle liti degli uomini. Gli dei dei greci se ne stavano nell'Olimpo, e quelli della modernità se ne stanno a Hollywood, che è residenza assai più confortevole. Apollo combatteva per i troiani e Atena per i greci; e noi non disperiamo di vedere Robcrt Montgomery e Joan Crawford alla testa degli stagnini e dei calderai di Hollywood. E fin qua il pa.rallelo regge. Ma vi è punto da cui ogni somiglianza fra le due situazioni cessa: ed è che Atena, quando scendeva in terra a dare una mano al Pclide, non perdeva niente, ma Joan Crawford, se fa sciopero, perde un migliaio di dollari al giorno : il che per .,imore dei calderai è troppo. Ecco perché gli dei di Hollywood sono piuttosto sordi agli appelli che i mortali lancian loro dal basso. TURISMO E LEALISMO LORD MARLEY è un lord laburista: più esattamente è il whip dcll 'Opposizionc nella Camera dei Lords. ~ un graduato della Scuola di :\1arlborough e, per lungo tempo, fu ufficiale di marina. Fu un amico penonale del defunto Re Giorgio V e suo Ciambellano (Lord-in-waiting). Egli, dunque, è un penonaggio importante del mondo politico cd è stato un personaggio importante della Corte del defunto Sovrano; e, in questa sua duplice qualità, può conoscere molti retroscena dei recenti avvenimenti della Corte inglese, che al pubblico sono o del tutto ignoti o mal noti. L'emfocntc personaggio, dunque, alcune settimane prima dell'incoronazione, si trovava a San Francisco di California: non sappiamo se per affari o per diporto o per altra ragione. [vi fu vvicinato dai rtporun di vari giornali americani e fu da essi richiesto della sua opinione sulla abdicazione di Re Edoardo e sulle feste, allora prossime, dell'incoronazione. E l'ex Ciambellano di Corte rispose testualmente cosl: • Re Edoardo dimostrava un grande interesse per la miseria delle classi lavoratrici. Il Governo sentiva che questo aueggiamento del Re era una critica alla sua inazione in quel campo. Perciò esso si servi dell'episodio di Mrs Simpson come di un mezzo ~r costringerlo all'abdicazione. «: Il Governo temeva che, perciò, le feste dell'incorona:tionc potessero riuscire poco popolari, e, quindi, ha mobilitato molti soldati, molte bande militari, grandi decorazioni... Per quanto riguarda i miei amici americani, io mi auguro che essi non abbiano da pagare prezzi esosi per i posti per vedere la processione o per le camere di albergo e per il resto; e in genere mi auguro che non siano sfruttati. Il mio consiglio agli americani è il seguente:" Rimanete a casa o andate in Inghilterra più tardi, in condizioni normali,. Le agenzie turistiche inglesi deplbrarono sever.mtente questo discorsctto di Lord Marley agli americani. E, certo, se si ammette che l'incoronazione era una grande impresa turistica, c'era da indignarsi per un cosi inopportuno linguaggio. Scnonch~ Lord Marlcy non aveva colpito soltanto l'industria turistica britannica, ma anche l'onore del signor Baldwin, nella sua qualità di Primo Ministro e di servitore del suo Sovrano, in quanto lo aveva accusato di essersi servito del pretesto di Mn Simpson per dare lo sgambetto al suo Re, che gli dava ombrJ. Baldwin non protestò. Gli albergatori protestarono, i ristoranti protestarono, gli affittacamere protestarono; e Baldwin non protestò. Il lealismo di un Primo Ministro inglese è meno suscettibile degli interessi degli albergatori. I LEALIIIIIIISTRDII EDOARDO vm TUTTI ricordano che il primo a tirare il pugno nci vetri fu il Vescovo di Bradford. f:: costui un obeso e gioviale personaggio, che, secondo la rivista americana Timt, ama solo mangiare insieme con le sue serve, giocare a golf e lavorare alle parole incrociate. Perché proprio un siffatto prelato recitò una parte che gli si confaceva cosi poco? Ma la suddetta rivista americana rivelò che il Visconte Halifax, personaggio che Baldwin tempo fa mandò in India come Vicerè, e c.hc, al momento della crisi, era Sottosegretario agli esteri, conosceva in anticipo qL -he il Vescovo avrebbe detto. Dunque un membro del Gabinetto era informato del colpo che si stava per tirare al suo Re; e tacque. Non basta. li giornale, che per primo raccolse le parole del Vescovo e le diffuse, rompendo cosi la consegna di riserbo e di discrezione che la stampa inglese si era, fino a quel momento, imposta, e rendendo impossibile soffocare ulteriormente lo scandalo, fu un giornale di provincia: la Yorkshire Po1t. Ora la Yorkshire Post è di proprietà dei parenti della moglie del Ministro degli Esteri Anthony Eden. Sempre secondo la suddetta rivista, si ritenne allora che il giornale avesse agito per istigazione dei suoi proprietari; che costoro avessero agito per istigazione di Eden, e costui per istigazione del Primo Ministro Baldwin. La gente dell'Yorkshire, «la cui scaltrezza è proverbiale,, credeva di dìsccrnerc, dietro la grossa figura di Baldwin, quella della moglie di lui, la famosa Lucy, che è donna di Chiesa e, come tale, adatta a mantenere i rapporti fra il marito e l'alto clero. E neJ.. l'Yorkshirc si scommetteva che la signora Baldwin non avrebbe mai dimenticato l'affronto che le aveva fatto il Re, invitandola a un pranzo, al quale essa si era dovuta sedere insieme con • quella donna»: Mrs Simpson. Si sapeva anche, in quello scaltro e bene informato paese, che il Primo Ministro era diventato furioso quando, alcune settimane prima, il Re aveva detto ai disoccupati del Galles del Sud che si dovesse fare per loro molto di più di quel che il Governo pensava di fare. Cosl, circondato da buoni e ~cdcli Ministri e servito da essi con perf,ltta lealtà, il Re fu, a poco a poco, indotto a irrigidini in una posizione insostenibile e che non ammetteva ritirata. E quando egli, in occasione dj una spiegazione con Daldwin, protestb: e Non tollererò alcun intervento 1 nei miei affari privati,, Baldwin rispose: • Dormite su questo, Signore•; risposta di cui non si sa se ammirare più l'umo• rismo o l'ipocrisia. [n quel momento, il Re era già spacciato. UN .lMICODEL RE COMUNQUE Edoardo Vllf se ne andò e, or-a,se ne è andato Daldwin. Al tempo della crisi, che mise capo ali 'abdicazione, la folla percorreva le vie di Londra gridando: • Abbiamo noi bisogno del Re? SI! Abbiamo bisogno di Baldwin? NO-O-o-o-o! Abbasso Baldwin! Dio salvi il Rei•· Ebbene, quella folla non aveva torto che a metà. L'[nghilterra poteva fare a meno tanto del Re, quanto di Baldwin. Ora, colui che fu Edoardo vrrr attende a ricostruire la sua esistenza in un angolo di un paese straniero. E il mondo ancora si chiede come e perché egli rinunzib, così a cuor leggero, al trono e al potere. Per una donna? per quel/a donna? e quale misterioso legame hl. potuto mai avvincere in siffatto modo quei due esseri? Non più l'avvenimento storico interessa, ma il semplice caso umano: il quale, forse, è più pietoso che drammatico. ~ci giorni della crisi, Lord Castlerosse si lasciò sfuggire alcune parole inopportune, che possono forse gettare qualche luce sul retroscena psicologico del caso del duca di \Vindsor: • TI Re•, disse quel polisarcico personaggio, • ha un complesso di inferiorità ... Mrs Simpson gli ha ridato la fiducia in sé stesso ... Ella diceva al Re:" Ragazzo mio, voi non siete quel povero scemo che credete di essere. Voi siete un uomo di valore". E il risultato di questo era che il Re si gonfiava di orgoglio ... L'attrazione fra di loro NON era il sesso... Questa è la storia ver.u. Un • complesso di inferiorità,? Il Re credeva di essere un povero scemo? Il sesso non c'entrava? Comprenda chi può. Il bello è che Lord Castlerossc era un e uomo del Re•, un King's man, come si diceva in quei giorni. Egli è l'amico inseparabile di Lord Beaverbrook, il magnate della stampa britannica, il quale, alla sua volta, fu, nei giorni della crisi, il primo confidente di Re Edoardo. On n'tst trahi qut par lts 1itn1. BOMBE E B.lMBINI I N UN V[LLAGGIO spagnolo, dopo un terribile bombardamento aereo. Il villaggio non è più che un mucchio di rovine. Almeno dicci grandi bombe sono cadute entro un piccolo quadrato di case, proprio al centro. Nelle strade sono ampie buche, pietrame, travi, mattoni, • rottami. Una dozzina di case non sono più che masse informi di pietre e di legno, nelle queli dei soldati scavano febbrilmente per tentar di salvare gli sventurati che vi sono sepolti. Due barelle portano via dei corpi inerti su cui sono state stese piamente delle co- ~rte. Passano altre tre barelle, che trasportano dei feriti. Poi ancora altre. Delle donne corrono urlando per le strade, in preda a un terrore che non si calma neanche ora che il pericolo è cessato. Un gruppo frenetico di madri, con bambini, pregano i giornalisti di prenderle a bordo della loro auto, di trasportarle in un luogo più sicuro. I bambini piangono e strillano, appena la vettura accenna a proseguire. Il corrispondente del Ntw York Times apostrofa un marmocchio di sette anni: • Che ti pare di tutto questo?• «Va benissimo!, risponde il bambino, levandosi da sedere e sorridendo felice. • Le bombe hanno distrutto la scuola!• OMNIBUS / Abbonamento ,speciale da oggi al 31 dicembre' p. v. L.aa 1111 ~O I, NUK: 10, OOIOONO 1937-IV 11i OMNIBU!. SETTIMANADLIEATTUALITÀ POLITIOEALETTERAl!IA ---- ESCE IL SABATO 1M12-16 PAGINE ABBON AMEIITI Italia a Colonie!anno L. 45, ,em11tre L. 23 Etw.ro1 anno L. 70, aem.enre L, 36 I 0011 RUMII.O O•l 1.lRl lh.:aoaorlnl, dltegnl a (oto~e, ucbe ae non pnbblleatl, non ,t rutituito0no, Dlnztona: Boma - Via del 811.darlo,28 Teltfono N. 561,636 lamlalltrulone: M.llano• Piu1a Carlo Erba, 6 Telefoao N, 24,808 Soe. Uoa. E41trtc. " ODIBDI" · llllue
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