Omnibus - anno I - n. 8 - 22 maggio 1937

RaccodnetollgauerrsapagndoilGa G. N. apolitano Al.:sl CERTO PU1'TO, il chilometro 1o6, si entra.,a nt=lla zona. Proprio Il c'era il Comando della Di,,isione, ad A\- gora. La strada era solo un po' più popolata di camion, le automobili dell'Estado .\Jayor, del C11artelCtneral dtl Ge11t•rallsmto stavano ammucchiate in mezzo a uno spiazzale fangoso, a destra, al riparo delle case e della collina, con le IMC' targhe civili, la maq:giore parte, e il cartello r-tq11isada sul cristallo. Se non fossero stati quei tonfi, e le autoambulanze che venivano dalla linea, e tutti si facevano da parte per lasciarle passare, ostentando di non guardare, il chilomerro to6 sembrava un posto come un altro. Quei tonfi erano abbastanza lontani, dopo tutto. Era il secondo giorno dell'offensiva, i lcg1onari erano arnvau all'altezza del primo r,-u::ero, al chilometro 98, Al 1o6 si era ad otto chilometri dalla prima linea, insomma. E tuttavia era Il eh~ a Marcos sarebbe piaciuto fermarsi. Si voltò indietro, appena un paco, il fiocco ros.so del berretto a busta di falangista gli oscillò sulla fronte come un pendolo, 11 viso tondo e grassoccio appanva dubbioso. ,.. Doctor, nos paramos aqul ?• domandò. Sdraiato sul sedile posteriore, la macchina da scrivere aperta al suo fianco, e, intorno, scatole di conserve alimentari, pane da munizione, bottiglie d'acqua minerale, il personaggio che era stato chiamato dottore borbottò qualcosa come: Parese un momentito, l1ombre, pues t;amos a t.:er •. L'automobìle trepidò un istante sull'orlo della ca"etera, si fermò lentamente dietro un camion, nello spiazzale. lJ Dottore scese rapidamente, nel fango; era un uomo grande, sulla trentina, i capelli neri e ricciuti gli venivano fuori dalla boina di panno blu; per il resto, si tolgano gli ,uvali, era vestito in civile, con un gran cappotto di pelo di cammello, e camminava veloce e ~offo in mezzo a quel fango viscido e pesante cbme la morchia. Una compagnia di requetls, con le boine rosse, le grandi mantas, col bavero di pdo e la croce sul petto, il fucile a bandoliera sui mantelli, aveva portato i cavalli all'abbeverata, al fontanile, Grandi cavalli pezzati, e alte selle. Guardie civili, guardie di polizia, legionari, carristi, militi scradali con il giaccone di cuoio, motociclette, carri armati al nmorchio, uomm1 bestie cavalli intasati nello spiazzale al riparo delle case. Pioveva rado e continuo. Pioveva sulle cucine da campo drizzate dietro i muretti a secco delle pnme fi11ca1, pioveva sui teli da tenda mimetici dei legionari, che li portavano sul cappotto cachi, infilandoseli sulla testa come una ma,rta. E nonostante questa piov-~ia e li vento secco e teso e continuo, se1.za rumore che l'appiccica sul volto, un calore d'uomo, un senso avaro di vita ripullulante, segreta, silenziosa, profonda. 11 Comando è in una vecchia villa, aperta a tutti i venti, porte finestre spalancate, pavimenti di legno; dev'essere stata di un architetto. Entrandoci si capisce il senso di quella fruc: • c'è passato un esercito•. Sta al centro del paese, a metà della collma, gli ufficiali con gli stivali infangati nello studio dell'architetto, con le carte topografiche stese sui tavoli rotondi, i pacchi dei fonogrammi sulle carte, i dattilografi e i telefonisti nella stessa stanza che scn,·ono scrivono battono a macchina parlano npetono. L'offensiva riprende alle undici. Sono le undici meno ,·enti. La Prima Divisione ha ancora poco da lavorare, qualche chilometro, sino ad Alma• drones. Poi la motorizzata sfonda, C già tutta ammassata sulla carrttcra, se fa pre- 'ito, Dottore, arriva tn tempo. Ora l'automobile è sulla strada d1 Francia, corre incontro al boato dell'artiglieria. ..\lla de,;tra, lontano un qualche chilometro dalla ca"etera, il primo paese gua• daq-nato nella offensiva: ~lirabueno. La <,trada è larga, chiara, la p1ogg1a è caduta e 1I vento asciu~a l'asfalto. ~1acchie di olio, macchie di sangue, buche di bombardamenti. I grandi pali a crociera del telegrafo e del telefono, a destra e a sin ..ura, i fili, tagliati dall'artiglie1;a, pendono come capelli, Un reparto d1 soldati del genio stende il nuovo filo d'ottone del telefono da campo; portano a zaino rocchem giganti. Contro il cristallo del paraq:nto s1 spiaccica un paesa211io enorme tnsre e solenne: l'immagine stessa della Ca·mglia. Ora ti Dottore ha preso posto accanto a .\Jarcos, nde e scherza con lui, intanto lo sollecita. Sulla destra è auestata l'intera divisione motorizzata, sempre sulla strada, batteria anticarro e motomitra• glien in testa, po, i camion dei 1,1'.ruppi banderai dei legionari, i carri armati un poco in disparte, e i servizi, le muntZIOnJ, :a benzina, le autoambulanze. Una sfilata di chilometri: gli uomini stanno in piedi, infalij:ottati, 11 passamontagna s~tt~ l'clm~tto 1 al riparo de, camion, s1lenz1os1 upeuano il loro turno. Jn mancanza d~ sciarpe di lana si sono messi asciugamani a spugna intorno alla gola. Jnfine è l'aria della prima linea. Dopo .\•lirabueno c'è l'interruzione. li ponte è stato segato letteralmente dai ro~s,, prima dcll'offomn,·a. r'è un profondo fossato, nel mèZZ0, un ,•allo vero e proprio che g,à I soldati del genio si adoperano a riempire. Il traffico si svolge faticoso traverso una strada di arroccamento che passa sotto il ponte. Anche a questa si lavora. La prima casa dei ptona camù,eros, quella del chilometro 98, tutta sforacchiata dalle raffiche delle mitragliatrici, tocca dall'artiglieria, è un posto di medicazione. Sulle sue pareti c1 sono le prime iscrizioni nazionali: W, Frcmco, Arriba Espmìa, W. El Terc:io, e un'altra sigla, IV. i/ D11ct, ce l'hanno scriua gli italiani, los vobwtarios. • Bueno ,, dice :\larcos, b11t110,al1ora 1101 paramos ,. :'.':on ci sono più automobili sulla strada: a destra e a sinistra, sui campi della me• seta, brulli e grassi, sul cuore stesso dell'altipiano stanno piazzate le artiglierie, le pesanti campali, gli obici, e artiglierie da campagna, i pezzi leggeri. I camion delle munizioni e i trattori stanno in mezzo ai campi, ricoperti di foglie. Mar• cos è un po' preoccupato: l'artiglieria gli spara alle spalle: sono fragori enormi, vampate che vincono il giorno, trema la intelaiatura dell'automobile. La macchina sb.anda sulla strada a ogni contr, :>lpo. • Donde se va Usted, tntra los roJos? •. grida una guardia cidl a ~1arcos. Il gene• raie comandante della colonna in mezzo alla strada fa segno di fermarsi anche lui. Marcos conduce l'automobile dietro quelle degli ufficiali del Comando. Lo espero a Usttd aq11I! ~ dice, e batte i denti a ogni cannonata. È un autista civile, a casa ha moglie e figliuoli. ti Dottore scende sulla strada. L'improvvisa solitudine, la smisunua solitudine di un campo di battaglia. Qualcosa fischia accanto a lui, gli passa rasente, un ronzio continuo e molesto, raffiche di mitraglia che battono ia strada. I soldati sono nei fossi, nelle cunette, distesi, la testa affondata nell'elmetto, e l'elmetto premuto contro una pietra, Le mitragliatrici stanno dietro mucchietti di sassi, le canne puntate. Le cannonate se le beve il silenzio, lo smisurato silenzio. È l'azione. Quei soldati sono i rincalzi; quando passa il Dottore alzano il viso in un sorriso smorto. Sono le undici della mattina, Guardando bene nei campi si vedono le banderas che muovono all'attacco. Strisciano contro la terra, contro la terra stanno. A destra e a sinistra nella immensa piatta calva spropositata campagna. Sulla sinistra e sulla destra il rumore di macchine da scrivere delle mitragliatrici: un rumore ingrandito, so· litario, secco, s~nz'eco, senza grandezza. I soldati si muovono piano, vestiti di cachi, contro la terra, sotto l'arco dell'artiglieria, sotto le rotaie dell'artiglieria. 11 nemico, invisibile: tiene le posizioni a cavallo della strada, a sinistra dentro trincee, camminamenti, fifau1 al centro, die• tro trincee di sassi a destra, muretti a secco, antiche divisioni delle fincm, servono a trattencn·i il bestiame in cattività, quando è tempo di pace. Non si vede niente: di questo nemico non s'avverte né rumore né presenza: si sa che esiste, che è là, che spara, che quei rumori più lontani, quella voce di mitraglia è la sua, ed è la voce della morte. Ora il Dottore è arrivato in testa alla colonna, alle prime carrozzctte motomi• tragliatrici; stanno in mezzo alla strada, sole, sotto le incerate, gli uomini nelle cunette aspettano. Aspettano la fine dell'azione, spieJ<a un nlfert-z al Dottore. Poi sfonderanno sul nemico, lo d"·ideranno in due. Ci sono due altri ufficiali, con la punta della motorizzata, stanno in piedi in mezzo alle raffiche, si passano un binocolo, osservano l'azione. Due comandanti, il Dottore li riconosce, uno è il comandante 1-Jmckelmann, un tedesco, l'altro è 11 capo della G11ardìa cidl, in servizio presso i Legionarios, si chiama Lucas. Ora Lucas si volta verso il Ootto..-e, sorride, gli fa cenno di avvicinarsi. Gna volta nuniti il Dottore guarda nel binocolo, a sua volta. Niente: è abbastanza difficile ~uardare in un binocolo, mentre, zio, zio, le pallottole tagliano l'aria vicino a voi, si conficcano nella terra dea carppi, accanto a voi. Le grandi, pesanti nuvole, ecco quel che viene fuori, nel binocolo, le grandi nuvole nere, e i neri grassi campi dove batte l'artiglieria, • Non vedo niente,, dice il Dottore, • meno le nuvole,, e sorridendo restituisce il binocolo al comandante tedesco. • Speriamo che duri•• dice Lucas. Il Dottore ha capito: speriamo che duri la pioggia, almeno sin che la mot0rizzata è tutta sulla strada, col cattivo tempo i rossi non s'azzarderanno a volare. II Dottore guarda l'onC$ta bruna faccia del Comandante della Guardia: bruna come l'oliva matura, sbarbata di fresco, gh occhi neri e v1v1, al na..so fine. Una faccia come quella in combattimento è una vera for• tuna mcontrarla: è la faccia di un ùomo di fegato. Anche 11tedesco è un uomo d1 fegato: magro come un satanasso, 1 ca• pelli bianchi, gli occhi azzurri, fondi, la figura elegante, le reni arcuate. Tutti e due fanno una coppia straordinaria. II latino ha un impermeabile d1 pelle, e porta 11basco, il tedesco ha un cappotto a vita, e il berretto del TercitJ. Che s'aspetta?• domanda il Dottore, ed è un poco nervoso, perché ha l'1mpres• s1one che al loro gruppetto disegnato contro ti cielo basso sia stM0 individuato, k raffiche intorno a loro s1 fanno più precise, i nervi gli ballano. •Niente•, dice Lucas, • stiamo a vedere quel che dicono i carri•. • E se c1 le,·assimo di qui?, propone 11 Dottore. • Come vuole!• risponde Lucas, e sorride senza farlo apposta. • Potremo andare magari più avanti•, riprende 11 Dottore. • Eh, che ne dice lei?, domanda Lucas a Hinckelmann. • Certo, andiamo dove v1 pare,, dice Hinckelmann, come distratto. E si muove per primo, con le ciglia aggrottate, gli oc• chi sfavillanti sotto le grandi sopracciglia. Che cosa guardate?• riprende il Dottore, camminando di buona lena, accanto a Lucas, saltando dalla strada alla cunetta, dalla cunetta sulla strada, secondo lo consiglia il passaggio fischiante conti• nuo e assillante dei proiettili. • I leggeri si sono fermati. Deve esserci qualche cosa,, risponde Lucas, affrettando il passo dietro le gambe lunghe e magre, dietro gli stivali lucidi di Hinckel• mann. E all'improvviso il Dono..-e vede i carri leggen, li vede fermi alcuni, titubanti altri sul terreno untuoso, in mezzo alle pozzanghere, tutti sparpagliati, piccoli come coleotteri in mezzo ai campi. S1 sentono le scariche delle mitragliatrici, con quel rumore di latta che ne eccompagna lo sparo. Un carro leggero viene con~ ero di loro, sulla strada, rotolando velocemente sull'asfalto. Le canne corte delle mitragliatrici sono puntate su di loro, come occhi. • Ora ci spara addosso•, pensa il Dott?re, ma poi ha vergogna di questo pensiero. A pochi metri il carro rallenta, il coper• chio si alza, viene fuori a mezzobusto un ufficiale, sotto il casco di cuoio nero il volto come uno spazzacamino, un po' di sangue alla radice del naso. • No se p11edt posar,, dice. «Non si può. Hay los rusos •. Ci sono i carri russi. Lui torna indietro. Guardando meglio, il Dottore vede che il carro leggero ha uno squarcio, sotto la feritoia delle armi; dietro quello squarcio, IN' ALTO MJLIZlA.NODEL BAf'rAOLlONEB0880 DilllTROPP • QOJ 80PRA1TROPPENAZIONALI SULLA·'CARRt'TE.RADE F&ASOIA" dentro il carro, il mitragliere f!' morto al suo posto. Ora le raffiche sulla strada si sono fatte davvero preoccupanti: si sentono che rimbalzano sull'asfalto, fanno un rumore come di grandine. ,..Benone,, dice Lucas, benone,, Hindelmann che non si è neppure fermato si volta per la prima volta: ride. • Leviamoci di qui•, dice Lucas, •presto•. Tutti e tre si buttano nei campi a sinistra, la raffica li insegue sin 11, zio zio, paf paf, i tre uomini si buttano a terra. Insieme si rialzano, corrono un po', di nuovo la raffica, a terra. Ora sono con 11 gruppo banderai, in mezzo ai soldati, in mezzo a loro, per terra: «Com'è bello vivere•• pensa il Dottore. Odora la terra, poi si rialza, incespica, cade. ,..Ferito?• domanda Lucas. • Oh, no,, risponde il Dottore. Finalmente ride. È nel giuoco, è nel giuoco più affascinante di tutta la sua vita, un giuoco più bello della vita: l'essenza stessa della vita. Non si tratta più di tornare indietro, ma di raggiungere il primo gruppo di legionari, quello di testa, che si è fermato dietro, ma sicuro, una trincea, una piccola trincea, che i rossi hanno lasciaco da pochi minuti. Camminare nei campi è faticoso: il fango si appiccica agli stivali, il passo si fa pesante. Per terra, in mezzo ai legionari, in mezzo agli uomini con i fucili in mano, le piccole mitragliatrici leggere bene afferrate. Qualcuno spara, per farsi coraggio spara. • Non sparate, maledetti, dove sparate? Davanti ci sono ancora i nostri•. Ora tutti e tre hanno raggiunto la trin• cea. Un legionario ferito si lamenta piano piano. Un altro ! morto: ha un buco in fronte, sotto l'elmetto, non c'è niente da fare. Un suo compagno tuttavia non lo vuole lasciare, gli sta accanto muto, lo rivolta supino. contro il ciclo. Cerca di spiegarsi come è stato, come è stato facile. Dentro quella buca, stretti, al caldo, sono forse una trentina, c'è anche il tenit,itt corontl, il comandante del gruppo, un comandante di bandera, inguantati, con moschetto mitragliatore, binocolo, elmetto verniciato, tutto bene, ma fa lo stesso, sono col gruppo di testa e devono dare l'esempio. • Com'è bello l'uomo in combattimento», pensa il Dottore, e una grande ingiustificata allegrezza gli gonfia il petto, quasi piange dalla gioia di trovarsi li, ma ecco che invece scoppia a ridere. Una grande risata. r soldati lo guardano curiosamente. 11 Diamogli sotto•, dice il Dottore.• Diamogli sotto a quei figli di puttana, che li freghiamo•· • Un momento,, dice il comandante,• un momento. Non è ancora il momento•. Ma ormai i soldati si sono incaniti, vo• gliono uscire fuori, andare avanti. E arriva la prima cannonata. La prima canno11at3 di cui si accorge il Dottore: 1I carro russo. • Il russo•, dice. • Eh già•• risponde Lucas. I due uomini si guardano affettuosamente, si salutano, sanno quello che vorrebbero dirsi, mentre I soldati ammutoliscono. I carri sono tre, uno fermo sull'estrema smistra, non dà segno di vita, è immobile. È già stato colpito, evacuato, ma allora loro non lo sanno. Guardano, fuggcvol• mente, guardano quella grande minac• ciosa immobile macchina con il cannone d'acciaio chiaro puntato verso di loro. li secondo carro è quello che tira contro di loro, cannonate rapide, come colpi di una rivoltella a tamburo. È forse a trecento metri. • Se ci viene addosso fa una pizza,, pensa il Dottore, e di nuovo ride. Non può vietarselo. Si vede esattamente nei guai, e ride. Ride perché non ha paura. • Non sono poi tanto carogna•. 1 carri russi, cc• coh i famosi carri russi, davanti a lui, gli tirano addosso cannonate e lui se ne frega. • C'è ancora una speranza per me, se me la cavo•, pensa. •Non sono tanto carogna. Signore mio Dio ti ringrazio. Non vengono avanti perché hanno paura anche loro,. E si mette a ridere. J legionari si sono abituati a quella storia. È incredibile come l'uomo si abitua a tutto, anche ad essere preso di mira dalle cannonate. Che cosa meravigliosa, un uomo. Qualche soldato si sporge dalla trincea e spara, un altro ha sistemato una ~pesante• e giù scariche. • Ma non se11rate, perdio•, grida il comandante. • E mutile sparare contro i carri,. Ma dio buono, non si resiste ,, risponde il mitragliere, e brontolando s'azzitta per un po' . Non si pensa mai che il nemico abbia i guai suoi pure lui. E infatti il carro non può muoversi, è impantanato. Manovra con difficoltà, si sente il motore, enorme, tn folle, si vedono I cingoli arare il campo, e sempre più gli interstizi fra dente e dente, riempirsi di motte di terra, e tutto questo davanti a lui, al Dottore. Di tanto IO tanto la torretta gira, il cannoniere cerca i legionari, spara. Un altro carro dalla destra, dalla carrttera, dalla casa dei pto,itJ camweros, eccolo, arriva, è alto, spara. E in questo momento, tn mezzo ai colpi dell'artiglieria amica, si distingue lo sciac• quio del proiettile anticarro. I proiettili seguenti, luminosi, incandescenti, s'infi• lano uno sull'altro, raggiungono 11Larro in mezzo ai campi, lo colp1Scono, ci siamo Tutt'insieme fuori dalla trincea, cm• quanta, sessanta metri più in là, un'altra trtncca, elicoidale, ai margini della strada, il carro armato sulla strada apre un fuoco preciso, i proiettili affondano nella terra. in mezzo agli uomini, senza t!Splod1:re. Sotto, ragazzi, che li freghiamo. ~on valgono due soldi•· Il priny> ad andr.re sotto~ Hinckelmann. e accanfo a lui, come un'ombra, Lucas, e poi quattro o cinque legionari, e poi 11 Dottore. Una nuova buca, e il Carro che spara, a ottanta metri, La buca è molto vicina alla strada, è una specie di cunicolo che la trn"ersa da una parte all'altra, un canale di scolo. I:: da questo curioso osservatorio, mentre il carro spara addosso a lui, che il Dottore, Hinkelmann, Lucas, gli ufficiali, e quella punta di legionari, assistono al duello fra il carro russo e la mitragliatrice anticarro. Il pezzo anticarro è in mezzo alla strada, cento metri più indietro, piazzato sull'asfalto: sì vedono i suoi uomini IO p1ed1 che sparano rabbiosamente. Il carrello con le ruote di gomma è un po' in disparte, come abbandonato. La livella è sul margine sinistro. Ma il carro non risponde al pezzo: continua a sparare contro gli uomini nella buca: ne sfrangia il cratere tutt'intorno, i colpi entrano nella terra con un rumore sordo. Alzando 11 capo, fra colpo e colpo, si vede la vampa del colpo, poi tutti a terra, lo schianto, lo schianto enorme, il silenzio. A ogni colpo gli uomini ridono. Non sa sparare, dicono, non sa. Infine si assiste a una cosa suaordmana: dalla torretta del carro si alzò una botola, ne vennero fuori uno due tre quattro cinque uomini, saltarono in mezzo alla strada, si buttarono nella cunetta, si rialzarono, si vedeva lo scatto delle gambe, i gambali e i giacconi di cuoio luccicare. • Sparate, sparategli addosso, figli di cani, presto, fuoco, per la m ... , che vadano alla merda, subito!• Tutti sparano, i fucilieri sparano, l'uomo con la• pesante, spara, spara uno con una •leggera», i bossoli vengono addosso, caldi, brucianti, uno finalmente, l'ultimo. con delle alpargatas, ciocie, cade per terra, sì rialza, prende una raffica nella schiena, cade, perdio, è fregato. • Sistemarsi a difesa ai margini della strada!• grida il te,iientt coro,iel. \fa Hinckelmann, Lucas, il Dottore, e quattro o cinque legionari sono già lontani, si but• tano sulla strsda, corrono avanti, un gruppo di legionari viene all'assalto marciando compatto in mezzo alla carretera, gli uomini gridano bestemmiano gonfi d'orgoglio, di gioia, di pazzo entusiasmo. • Non cc la fanno, non ce la fanno contro di noi. Non diamogli pace, subito,. • Al paese, al paese•. Stravolti, sporchi, brandendo i fucili, stringendo convulsamente le bombe a mano, gli uomini corrono strasciconi sull'asfalto, piombano sul carro che è rimasto impigliato coi cingoli fra la cunetta e il bordo di pietra della ca,rtlera. Lucas s'impadronisce di una valigia di fibra, che è sulla prua del carro, in una commessura: lettere, tessera di riconoscimento, mutande, calze; l'attendente di Lucas, sbucato fuori non si sa come, ha già svitato il binocolo del carro, un altro s'impadronisce della radio. • Si va a frugare negli altri carri•• dice un legionario alto, biondo, • si va? che mi dà il permesso, signor tenente?•· domanda al Dottore. Il Comandante Lucas dice di sì. • Andate e tornate, ragazzi,. Quelli si buttano ai campi. Ma raffiche improvvise spazzano basse la strada, una mitragliatrice invisibile piazzata a ca\'allo della car-rtttra, spara rabbiosamente sui soldati, Uno due cadc,rio toccati. Sopraggiunge l'alftrtz dell'anticarro, mezzo im• pazzito dalla gioia. • Fatemi vedere, fatemi vedere il mio carro•, dice, • sono io che l'ho preso ·•Eh già, e noi?, dicono i soldati. • E noi che siamo andati a sfotterlo? Tutto finisce in una foto~rafin, mentre quelli sparanQ. E noi cosa si fa?• domanda il Dottore a Lucas. Ma Hinckelmann C già partito come una saetta con il cappottane che gli !.hatt(' sugli stinchi leggeri. • Non si può lasciarlo,, dice il dottore Quattro legionari, quelli d1 prima, sono già dietro al maggiore. Tutti commi• nano curvi, nella cunetta destra, ver!.o la casa dei ptonts cami,ieros, verso la nuo\·a cantoniera. Un odore d'erba, e le pallottole, sempre. Si fermano un momento dentro la cunetta, Si scambiano sigarette, cenni, s1 passano le borracce. • Questa sì, questa s\ che è !.tata bella , dicono i legionari, • Bella giornata!• E tutti presi da un'eccitazione straordinaria prendono a correre verso la can• toniera. Primi dobbiamo arrivare; primi,, 11 Dottore non ha più fiato quasi. Dietro di loro c'è l'altro gruppo bandtras, quello che opera alla destra. A un tratto vede Hinckelmann rivoltarsi e agitare le braccia. • flay otro carro, otro ca"o ruso atrds de la cata •· E prende a correre verso i campi, verso i primi muretti a secco abbandonati dai rossi, sulla destra. Ora il carro si mostra, spara su Lucas e sul Dottore con le mitragliatrici, è a forse sessanta metri. I due si buttano per terra. Si rialzano, corrono, quello spara, si buttano a terra, si rialzano, corrono, quello spara, s1 buttano a terra, carponi raggiungono un ccsl?uRlio, si spiaccicano contro la terra: v1"ere, vogliono vivere. «Dell'affare•• dice Lucas. E tranquillamente racimola due pietre. Il vicino, ci si mette dietro, si nasconde ~ascatola cranica dietro le pietre, schiaccia 11 cuore contro la terra, il cuo..-e bnt·.e contro la terra, lui ripiglia fiato. G. G NAPOLITANO

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