SUL CA.SO MOTTA. lTTIOMORFISMO umano, se cosl possiamo chiamare questa verità finora universalmente mìsco• no.sciuta, l'ittiomorfismo umano è dunque un fenomeno altrcuanto ,t·mplice che il nuoto. Ma certo, ptrché il nuoto venisse riconosciuto innocuo e praticato dagli uomini fo 1wcc.s,aria la fede e l'esempio di un il!'.noto audace che si gettò per la prima volta in un'acqua più profonda della iua statu1a. Similt" l'(<'mpio sarebbt necessario perché l'uomo impari a respirare sott'acqua. E io stesso più volte tcnrni: ma ogni voha la malizia e roscurantismo dei miei connazionali troncarono .sul pi\, bello il mio 1"1perimento, estraendomì a viva (orza dall'acqua di un fiume, di una piscina, di un bagno, di una catinella, e dicendomi poi 1pocritamentc che mi aueuano 1alvato. Non rifrrisco questo !atto ·per vana pompa del mio coraggio, ma setnpliccmente per app<'llarmi a tutti, omnibus, arfinché mi venga conc:c~so una volta sola di eseguire Ct>mpl<'tamc-ntc: cd integralmente, controllato da tc\tirnoni, ma a,solutamente indisiurbato, il mio esperimento. Ba.sterà una volta ~ola Gli occhi del mondo vedranno. Dallo ,chcrno, Come già per Newton, Galilei, .\rchimcd<' e Pasteur, si passerà alla ammira7ione. E la mi3 ansia sarà allora non più di ,ruggire alla zotica sorveglianu d1 questo htituto, ma di sourarmi al plau• w <' allr noiose conseguenze pubblicitarie di una fama univcrule. Non posso ammettere infatti che questo ,l'colo, il quale tanto si vanta e decanta comr il S("colo di ogni progresso, invenzione, audaci.a., spregiudicatcu:a, disprl"U:O della vita, titubi invece e s'arresti e recalcitri, pavido di entrare a bocca aperta in una vasca di due metri, come il fanciulletto che strilla e sgambetta sospe:so tra le braccia materne sulla tinozza del bagno familiare. Per conveno, ! supremamente comico che gli scienziati consumino la vita. e i go- ~·erni dilapidino gli erari per costruire sempre più complicati e perfezionati scafandri, M>ttomarini e e batisfere>: barocchi cd inutili quanto mostruosi mcccanismi dci quali il mondo intero, non appena l'ittiomorfismo verrà riconoscinto, riderà come oggi ride delle armatu~ e delle corazze <"he on 1empo erano c.redu1e indispensabili alle arti della. guerra. Il progresso meccanico, le scoperte delJ'aviaz.ione, della radio, del cinema sonoro e della televisione sono certo grandi glo- ~ie dell'umanità; ma che direste se sul pianeta Marte vivesse un'altra umanità in tutto progredita come la nostra e che tut• tasia non cono.scene il nuoto? Povero Marte 1 \'Oi direste. Povera Terra! io dico. Ma !orse l'Onnipotente vuole mantenerti in questa ignor:1.nza affinché le; tue generaz.ioni avvenire, quando l'ittiomodi.smo apparterrà alla pras5Ì ordinaria, imparino l'umiltà che birogna :i.vt're dinanzi ai misteri del Creato. Ch · desidera ulteriori informazioni può vt'ninni a trovare. Sarò ben lieto di riceverlo. li gio\'cdl e la domenica tra le 14 e lt' 1 7 sono amme.ssi i visitatori. .\hrimcnti veggasi la mia. memoria • Bronchi t branchie> presentata a.i Lincei nell'agosto del 192, perché fosse pubt,Jicata negli atti di quc:ll'Accadcmia, ma, c-orn<· ogni altra mia opera, villanamente 1ifiutata; e alfine pubblicata in e Mi~cel- !a,wa per None Bcrsano-Dc Angdis >, Sa1'17lQ, 19::14 1 pagg. 16, a 284. Prof. Francc1co Pallavera CAPITOLOSESTO SE LA TEORIA del professor Pallavera fo<;sefal,;a l'avvocato :\·lotta ..arebbe morto in pochi i~tanti, perché precipitando in mare era CC"-Ì occupato a baciare la c;ircna che non ~i curò di trattenere il rec;piro. . Ma /11 proprio questa dimtnticanw clu lo u,Juò. Precipitando supino, la tc1:;tain ba<;- ~o. le gambe in alto, e sul petto il peso ddla 1;.irena, vide sfug-girc, elevarsi, allargar,i la superficie del mare, lumino- ,o e \·crdastro baldacchino ondc~,:::ant<.'. Le onde, mobili drappe_g~i, 1;.rcncle- '"ano e penetravano nell'acqua. E una c-olonna di gorgoglianti bollic-ine si allungava, c1uasi una doccia d'aria, sc- (!'.ucndo la discc1.a della sircn:t e dcll'a,·• vocato vcr,o le profondità. .-\ ra~i immensi di pulvi(colo lumino-.o Il 1;.01(t,ravcr,a,·a il verde liquido ,1>a1iocome le buie navate di una vcc- ' hia cattedrale; e soc;pc-1;.qcua e là a mcz1'acqua le alghe parevano lampad.ui ,penti. Dopo il tuffo dei primi metri che i dur corpi allacciati come una palla nan piombati nel mare. Juha aveva ravata la coda di tra le gambe dcll'av- \"QC'ato.e ora muo\"cndola a rapidi colpi nuotava ~pin"'l~ndo !'an•ocato r obliquando (cmpre più n"'r,o l'ahi,~o. :\la la forta di una 1:;ircna non è poi quella che uno s'imma~ina: 1>e1Thé fuha procedc·\·a piuttmto ada~io: <.' nella fatica di penetrare il den<:o flutto '-pintt"<'ndcwi l'avw,cato era --ta1a ro,tn·tta .~ ,tarrare la !->ocra dal bacio e a rc· -.pira1<' a(fanno,amrntc qu:m1.1 ...;.li <H"- qua potc,·a. l.'anO<'ato. frlia di ,1ring1'r<' qurlla e,1andc ~,hi1·na li<:cia r \·i,ci_d,1. non ,i ,\C<.'Ol"ffl'\',l nql!Jurr dt·ll,1 f.111~;1chr fo. :-('\J durtm· alla po\·rra Juha. \-l'dc-ndola ,111,;irr prn-.;H·a dw an,;-i...c. d,1\ pi,u n(· .,·,-i wffo c:I ,,rc·h_iali i:d.i t'r,~n .1lt,11i \'I.I f. 01,\ fi 1 (!il PI d11 ddJ.1 sirena vicinissimi ai suoi, e sorrideva di <.O\'rumana beatitudine, con un sorriso qua!)i ebete. Le gambc·le lasciava pendere per acqua in alto, e strascinare volunuo~amente. Cessando di stringere e remigando con le braccia e con le gambe, le avrebbe ce1to agevolato il cammino. ~la la ~ircna non voleva o non poteva suggerirglielo: continuava a nuotare vcr• so il fo11do a furiosi colpì di coda e davi' frattanto continue inquiete occhiate a de,tra e a sinistra, certo temendo di c,;,;cr vi~ta o d'incontrare qualche altro mostro. L'avvocato, sommerso nell'improvvisa ed enorme voluttà, non s'accorse di nulla. Osservò soltanto che dopo i primi metri il colore degli occhi, dei ca• pelli e del viso di Juha era cambiato, e continuava a cambiare man mano che <;iaffondava. J capelli s'erano fatti arancione, poi ros~a,trì e infine ,iolctti. Gli occhi invece, col graduale incupirsi del flutto, schiarivano e s'illuminavano sempre più, argentci 1 dorati, scintillanti, forse dotati di fosfor<·sccnza come quelli dei pco;ci abissali. E la carnagione che all'aria era pallida e verdognola diventava azzurrastra 1 lattea, atona, color delle meduse. Questa tra~forrnazione dei colori gli piacque moltissimo, perché gli parve un segno sicuro del suo progressivo cd irrimediabile affondare: e già pemava e pregustava ciò che avrebbe fatto appena la sirena si sarebbe fcnnata : e come avrebbe vissuto, poi, tutta la vita, in qualche caverna subacquea, così stretto e allacciato a lei. A un tratto la sirena si arrestò bruscamente: dié un colpo di coda trasversale, fece un mezzo giro con l'av\·ocato sotto, e venne a fermarsi dietro un mazzo di scure e spesse alghe. L'avvocato si riscosse: e vide che Juha guardava attentamente, con occhi qua~i felini, attraverso le molli lame dell'alga. Allora volle guardare anche lui: torse il capo, appena in tempo per vedere una. lunga forma bianca e affusolata che s'allontanava al di sopra dell'alga puntando alla lontana superficie. Guardò di nuovo .J uha, come per chiederle spiegazione. Ma essa, per tutta ri~posta, sorrise e lo ribaciò .sulla bocca, lungamente. Poi riprese a nuotare verso ìl basso. Nuota e nuota, finalmente essa rallentò, si voltò in posizione verticale restando dritta come una donna umana, e si sciolse dall'abbraccio: prese l'av- \"0Cato ncr mano, lo condusse avanti adagio. Ed ceco l'avvocato sentì qualche cosa di solido ,;.otto le ~carpe. Guardò. Era una roccia scuri<;,;.ima: un po' più avanti c'era come un salto, una bab..a, un alto gradino: la roccia riprendeva più giù. Un confuw chiarore, ìn quella penombra verdastra, pareva venire da una seconda balza, più lontano ancora e più in basso dì quella che ({li si apriva davanti. La sirena lasciò la mano dell'avvocato e nuotando a testa in giù si diresse verso quel chiarore, ne raggiunse il limite, sembrò spiarvi dentro, poi si rivoltò e risalì lenta ondc~'?iando verso l'avvocato1 e col ,;orri~o e le flc,;suosc movenze in\'itandolo a scendere, a raggiungerla. Le sue delicate evoluzioni erano come carcz:zc ch'ella gli faceva a distanza. :":uota\"a con un braccio dic;tcso avanti, con l'altro carezzava lentamente l'acqua lungo il fianco, e teneva la testa indietro, aoooggiando una guancia alla spalla: pareva una bagnante elci I.idi: ma i suoi occhi brillavano "nella penombra, dolcemente imperìo'ii. L'avvocato si slanciò 1 piacevolmente lento capitombolò veNO la sirena, già ,;tava per afferrarla, ma lei via gli guizzò di tra le braccia e poi subito tornò a sorridergli e a nuotargli intorno. Frattanto l'avvocato adagio toccava coi piedi la roccia. La sirena si dircsc;c vc-r<:oil chiarore della balza infcriore 1 che ormai era più vivo e più vicino. L'avvocato la seguì, camminando c;ulla roccia, e finalmente s'affacciò sulla bal1a inferiore. Gli aooarvc una queta valletta. Tutta tappezzata di c;pcs,;e e molli al~hc color di vivo smeraldo, era come una grande cuna, e da\"a subito l'idea di un dolcis,ìmo riposo. Qua e là SCKpcsi per le erbo<;c pareti, e lc.~ati alle al- ~hc certo dalla mano di fuha, erano come ~rodg-li lumino,;i quali di una lucr arancione e ouali di una lucr azzurrina : ;>0lipi o anguilk parvero all'avvocato 1 1 . (1) Polipi, anguille.' Lo scie,1(.iato sorri• de di qutllll nomtnclatu,a gastronomica S1 tra1ta1.:a /1robab1fmrntt dtf ctfofopodo di ,nor profondo, p.-r lt luri arancione: t drlla mtrlurn abissafr (prriph}'llum' ptr {t lur-i a,:,:11,rint'. P notn rCJ"lt' t11t/1 gli am• moli ahiHali sia,M /Mmli ,li "/Jpa,at1 forUn.-f'11f, fd4Mtll rnr1 F P.dla\cra. nota Mi(l'.it1alr Juha era scivolata lentamente verso il solco centrale della valletta, s'era adagiata sulle alghe: e guardando in .su per quella luce calma, di nuovo sorrideva all'avvocato. Di nuovo Gino si slanciò, facendo un gran salto senza pericolo nel vuoto liquido. Aveva preso di mira Juha: volc,·a, scendendo lentamente, finire in ginocchio davanti a lei. Ma sbagliò le misure, e finì molto più avanti: dove la valletta si apriva come con un bai• eone su un abisso immenso e buio. Ma questo non lo spaventò. Anzi, gli fece piacere: la vallett" era un rifugio ,olitario, isolato, delizioso, che si affacciava all'abisso. Si voltò e vide Juha che lo attende• va, immobile adesso tra le alghe. L'avvocato le sorrise. Era strano come non si sentiva nessun bisogno di parlare. Immersi in quel liquido denso e sterminato, i, quelle luci e colori meravigliosi, un cnonne silenzio fasciava, e appag-ava. L'avvocato si cavò le scarpe, le calze, i pantaloni, la giacca, a gran fatica si staccò di do,;.~otutti gli indumenti: ne fece una bracciata e li )a<:ciòscivolare nell'abisso. Tornò a voltarsi. E cominciò a ~tri• <.riarc carponi ~ul letto di al'{hc vcr<;o Juha. Re, padrone. Gonfio di un orgoglio giocondo e smisurato. Questa fu la prima impressione. Tra le sue braccia, Juha fremeva felice, il capo river<;O, i violacei capelli sparsi sulle alghe, '!li occhi chiusi : di tanto in tanto sollevava appena le palpebre, e le sue grandi pupille d'oro ap• parivano velate e languenti. L'avvocato invece teneva sempre jrli occhi aperti, come per assicurarsi ._che non sognava 1 e non perdeva· un attimo di vista il volto della sirena : guardare Juha era il piacere più grande, il meno sperato, il più nuovo. Si scopri• va capace di far felice un'altra creatura. La divina sirena era ben povera cosa, era una schiava di cui egli avrebbe potuto fare quello che voleva. Eeli le dava una _gioiaimmema: dunque essa aveva un bisogno immenso di luì. L'avvocato fosava il suo volto azzurrastro, cieco, agonizzante, dibattersi sulle molli alghe, quasi chiedendo pietà: e allora gli venne voe-lia di batterla, di straziarla, come per vendicarsi su di lei della lunga attesa, vendicar(i di tutte le donne che all'aria aveva desiderato invano. « Ecco, tieni, prendi, senti, senti se sono capace>, pensava mentre con una mano la stringeva e con l'altra la batteva. Stanco alfine reclinò ìl capo sulla spalla della sirena e rimase così qualche tempo, placato e immoto 1 senza nessun pensiero. Quando tornò a pensare, la prima riflessione fu che la sirena era gros<;a, forse più di lui. Or:t. egli le era scivolato accanto, riposava il capo tra il collo e la spalla di lei, e con un braccio la cingeva. L'altro braccio glielo teneva sotto la schiena e con la mano la çarezzava là dove la pelle liscia e viscida improvvisamente s'induriva come per fitte unghie, e cominciavano le squame. Era bello passare carezzando dalla pelle alle squame, e poi tornando in su senti1e le squame resistere, sollevarsi. Essa frattanto lo stringeva a sé. E improvvisamente l'avvocato sentì che la medesima considerazione di poco prima, cioè che .Juha fosse felice, risvegliava in lui non più un voluttuo~o orgoglio, ma una voluttuosa umiltà. Cominciò a carezzare e a baciare la ,;ircna pensando e godendo di cs~rc il suo schiavo, una povera cosa, uno strumento ciel suo piacere. La vita, l'universo gli parve _riempito da un solo cs~erc: J uha. Lei era la padrona, la regina. Null'altro aveva importanza. E Juha stessa, ora, sembrava comentirc: perché riceveva le carezze e i baci dell'avvocato con una calma sovrana, appena interrotta da lievi trasalimenti della coda. Caldis<;Ìma era l'acqua nella placida valletta: o almeno caldi~sima parve all'avvocato, i cui bronchi, ad:ittando,i ~cmprc meglio alla loro naturale fun,ionc di branchi<', avevano ormai finito cli ahba,;~are la temperatura e aum<'ntare la prc..,~ionr dei \·isceri. Era dunque nell'acqua il languore qua~i <' il calore cli un bagno: r l'a\"- votato si ~nti\"a <,(Ìo_~lit'rce disfare. Dalla calma. a poro a poco, Juha tornò prr k membra a tra,;.alirc, onde~~òare, bal7:Ht'. Fin;1hnc-nt1· 1;.cattò rilla con un colpo cli c-oda. e ~uinè, :1 mc-n'ac-<1ua \"l'r-.o il fflllro dt"!l.1\·alktta. l.'a\sO<,Hn. rcmig-,ttHlo i,tint1,,1mrnt<· e-on li- h, ,,c- ia. I·· ri-..lli contro t' ,ointi·ndnb frt p1·1 ad,1c;i.n!.1 < nntrn la paret<' d'al~hc; e nJtò allora la rc- ,,j,,ten,a. la dcn,it.ì. dell'acqua: che era ('\~a ~tcc;~atutta un molle e atto1 niantr g-iaciglio. A una forte prcs-,ionl' i flutti ,i dividrvano e lasciavano pas,aie; ma se ~ì !ipingc1,·a dolcemente ec;si resping-e\'ano come farebbero infinite fittic;- sime piume premute. Da ultimo Gino 1 e non pcmava allora pili sr fos~e schiavo o padrone, !iiUddito o re, spinse Juha in giù precipitando con lei ada~io sul fondo della vallrt• ta : i vivi polipi luminosi appe,;i alle verdi pareti rotearono i gr,mdi occhi anurri e arancione c;eguendo quella ltnta caduta fra le alti<;sime molli alghr color di ,;mcraldo. Si accorse a un tratto di aver dormito. :\-fa Juha for-,e non aveva dormito o si era svegliata prima: gli sorrideva ~chiudendo le larghe labbra e lo fic;~ava con occhi che adcsw non parevano più d'oro né d'argento, ma mandavano luce come diamanti. L'avvocato guardò intorno la valletta: il verde delle alghe era più cupo e più vivo, dalle lanterne dei polipi ,.j ~piccavano raggi più netti. Rovesciando lo se:uardo ver~o la spe~- sa volta acquea, la vide non più verdescura e diafana nonostante lo spessore, ma nera, compatta: appena lucida, qua e là, dei brevi riflessi che le alghe e i polipi della valletta mandavano dal basso, riflessi subito spenti in quella nerezza densissima. L'avvocato :Motta capì: lassl1 ~- pr'acqua era scc,;.a la notte. Sorrideva Juha fissandolo, e forse nel dolce silenzio ~eguiva ogni suo pensiero. L'avvocato si domandò se gli uomini all'ari::i. che amano le donne scn1..acoda provano mai una felicità così grande. fmmobilc egli giaceva, bocconi, gli occhi nee-li occhi dì Juha, e pensa'"a che ~arebbr morto volcnt;cri, tanto era felice. Scnti\"a infatti un languore in tutte )e viscere, un'estrema debolezza: fame, certo, perché dalla notte prece• dente, dai sandu.:ichs di gamberetti con maionese in ca(a Bosclli, non aveva più mangiato. e Forse», si disse, « le sirene non mangiano : e che ccxa potrri mangiare io qui sott'acc1ua? Morirò dunc1ue di fame e di languore, ma non importa, muoio volentieri »-. Non aveva finito di pensare questo che Juha alzando un braccio afferrò per acqua un piccolo siluro oblungo della forma e della gro~sczza di un :\1:inghctti (Gino cì pensò perché il suo povero papà, il magistrato, li fumava sempre). Era un silurctto trasparente e rc,;istentc come celluloide e pieno, pareva, di una densa materia bianca.stra. In punta era chiu,;o, ma dalla coda uscivano brevi tentacoli che si agitavano rapidissimamente: vere e proprie eliche che sospingevano e dirigevano l'animale attraverso i Autti (1). La sirena mostrò ridendo il silurctto all'avvocato. Poi, tenendo stretto con una mano l'astuccio trasparcnte 1 con le dita dell'altra afferrò i tentacoli che uscivano dal fondo, dìè uno strappo, cavò fuòrì il mollusco e lo presentò all'avvocato ~ulla palma aperta. Strappato fuori dal suo a~tuccio, evidentemente il mollusco moriva. Ora giaceva scn• za vita sulla palma di Juha, un grumo oblungo e biancastro, simili~imo al molle di un'ostrica. L'avvocato pensò subito a mangiarlo. 1'la non osava. Allora Juha prese con due dita il mollusco, aprì la bocca, se lo calò tra i denti acuminati, e lo mangiò lei. Vedendo questo, l'avvocato sentì crescere di colpo lo stimolo della fame. Non pensò più a morire. Si volse scrutando per acqua se appariva un altro silurctto. Juha sorrise, scivolò di tra le gambe dell'avvocato, guizzò diritta. Con un colpo di coda si allontanò vcNo la bocca della valletta, là dove questa s'apriva sull'immenso abisso. Frugò sotto un~ roccia che spuntava tra le alghe, e tornò dopo poco all'avvocato imprigionando tra il seno e le braccia un vero carico di siluretti. Ma non s'arrestò ìn mezzo alla valletta dove l'avvocato era rima<:to ad attenderla. Continuò verso I' intrmo della montagna, e nuotando si volgeva vcr<;o l'avvocato e lo ìnvita\'a chiar.1, mente con lo .,guardo e il sorri,;.o a ~rguirla. L'avvocato la seguì: e la vide fendere le alghe e sparire nella spessa parete. Avvicinatosi si accorse come d'un fessura che Juha aveva lasciato col pas5aggio del suo corpo. Vi si provò. Gli parve di pas<;arc tra spessi e pe'-<'lnti tendaggi, e riu'iCÌ in una piccola caverna che sopra, ~otto e da ogni parte era chiu~a da viva tmpenetrabilc roccia. Brillava in alto appesa a uno spuntone della roccia una delle solite anguille lumino<:e, una di quelle azzurre: ma era certo di una qualità più rara perché da sola bac;tava a ri<;chiarare l'intera cavrrna e tuttavia si poteva fbsar!a ~cnza treg-ua e senza fa,tidio: una queta luce di puro zaffiro. Juha pmù i ~iluretti ,;uJ rnu,;.chio che ricopriva un angolo della caverna e li ricoprì con un largo <;a1;.<p;,eor ten{·rli fermi. Poi prendendoli ~ uno a uno di ,;.otto il <;3~<;0e,.tratva i mollmchi dat;'li a<:tucc1 e li dava all'a,·vocato, chc- li mangiò tutti molto \Oraccmentr e con (1) Qui i descritto tan parole profane, quale apparve all'occhio profano dl'Il'avuo• eato Afotta, lo Puropodo, o cuvierina columnella ,coJì detta ptr la sua forma e rn onort dr/ nostrn irandt Cuvio): mollusd11 cht vivono e si muouono l.itloci111m1 a qualunqut' p,ofnndrtà, diftn da qut'I fil<· duo, cht i mtt1lr r 1uuparn11t ma duro t enf,aneibift tomr, ,,iitalli l?oll1110. lmp">· p,inmtntt mof11 u1,·n~ial1 i, th:t1manll .\1ofluuh1 ::_,ppr-lrn I P,1IIJ..\<"ra,1101.i<>rittinal<'). grande piacere. Ave\'ano un gusto pili 11:alato e più fonc dell'o~trica: un go• c;to di ~coglio, di jodio. ma buoni,;<,imo. Finiti i siluretti, Juha frugò sotto le alghe e ne cavò un gros,o cro~taceo argenteo. Pendeva inerte dalla sua mano. Probabilmente lo aveva ucciso prima, <;chiacciandogli il capo con un sasso. Ora spezzò la crosta in due facendo lf'va ~u uno spigolo della roccia, come la massaia spezza la legna sulla spalliera di una sedia: apparve la polpa azzurra e compatta. Gino accettò volentieri anche questa polpa, e gli parve ,;aporo,;a e sostanziosa. Anche J uha mangiò imicmc a lui. E poi che furono sfamati, <:iadagiarono per ic;tintivo accordo sul giaciglio di alghe che era in fondo alla caverna, tornando ad abbracciarsi e ad amani. Fu cosl che l'avvocato :\1otta concluc;e la prima notte della sua vita subacquea donncndo molto tranquillamente. CAPITOLOSETTIMO H,JCO:--'OSCEVA ancora i giorncppurc ~n momento che d; volta manna, ma non pcmo ni dalle notti dal colore della vrebbe J>Otuto e dovuto tenerne il calcolo. :\'on ~emprc del re.$.t◊ la nera luoentczza. notturna mutava in qurfla spc,.~a e cupa trasparenza verde bottiglia che era (cgno del giorno. A volte mutava in un grigiore smorto e tetro, una luce di cripta: il giorno era vc-nuto, ma certo lassù le nuvole coprivano il sole. In quei giorni era a~,olutamente neces~ario, ed era anche più dolce del <;oJito, re~tar rifugiato nella piccola ca~ vema, e non fendere la spessa coltrr d'alghe che ne di,;<;imulava CO'.\Ì brnr l'ingre(~O. Juha <:oltanto usciva. :\1a ogni giorno e ogm notte es~a usciva, e «!mprc durante il sonno dell'avvocato. 8 • (continua·. MARIO SOLDATI f.cwanda.Còfd «fragrante come il fiore, • E' buona, piace, è italiana. NAPOLEONE DI LOUIS MADELIN DELL',\CCAOEMIA FR,\NCESE è il nuovo volume dei rr Quaderni della Medusa 11 che appassionerà gli italiani d'oggi T .. inc:, sul!.. guid.i della signor.i dt Sud e: di Stc:ndb,.J, rifc:rc:ndos1 ,.Ile: ongm1 iulm1c: dc, "Buon.ipntc:'', vc:dc:, com'C noto, 1n N.afo,. lc:onc:l'ulumo dc:1condomc:n iulim1 dd XV sc:colo. Più .iud.icc:, più profondo, mc:no p..ru, guno d, lui, il M..dc:lm scorge: nd fcnotncno n.ipolc:on1co um m1r..colo~.i rn·1,·1sccn:.i dc:llo sp1mo ronuno nc:1suoi upc:tu più grrnd1 e: più nobili, e: g1ustiftc.a stoncrn1cntc e: pm:o, log1crn1c:ntc:I.a supcrb.i -iffCl'm.i::1011c: del Do, m1mtorc: "Jc: su1s dc I.i mc:,llc:urc:uce dt:<: C((H~, cc:llc:qui fondt: ". Il volume è stato tradotto da Cesare Giardini ed è corredato di 12 illustrazioni rare. Costa 12 lire A. MONDADORI - MILANO 51S\5lSlSl51Sl5\SSl5lSl5l51.5lSI
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