APOCRDIFIUONEXRE 20 giugno. ; [) EITY era ne1vosa, stamani. e ! · non è voluta ,;;cendcrc dalla 'iua : [ \ ,;;tanza. Non c'era posta per ~ me. Ilo aperto il giornale, dopo tanti giorni. Nulla è cambiato: tutto procede come prima. M'accorgo che ero davvero un simbçlo; ora ç.ono un uomo e po,;;sogodermi, non fos\'altro. la pace di queste chiare mattine. Ho giuocato a tennis per un'ora, ma il campo era cattivo e le palle ,i inchiodavano sul tcrrc-no. 21 giugno. André mi ha chic,to la mia valigia di di<ichi e gliel'ho mandata og~i ,tes- '-0. Che strano ragano! Sta tutto il ~iorno ~eduto davanti al grammofono. come ,e non ci fosse nulla di meglio da fare, a questo mondo! Rientrato in ca,a non ho trovato Bc-tty. « La ,ignora è mcita con l'automobik >, mi ha d('ttO Katharine. I [o girato per le ,;tanze, in cerca di un orologio che ha una lancetta inceppata. Finalmente l'ho trovato in un ca~,;ctto della ,;crivania. Col tempc-rino mi -.:ono mc,;,o a ,tuzzicarlo cd ho finito per romp('rlo. Domani lo porterò ad aggiu ..t.ar<', Tutta,·ia que,ti piccoli lavori manuali di,·ertono. \'oglio, d'ora innanzi, fa1e qualco..,a. dedicarmi ad un'occupazione, <1ualunque ~ia : l'ozio mi uccide. 22 giugno. f:. ,;tata una fortuna andare dalrorologiaio. i:: un mc,;,ticrc straordinario, delicato. cidli,;,imo e eia pcr-.onc compo- ')!(', quello di a.~~imtare orologi. Ho comperato molti piccoli strumenti e una. lente e quattro ~vc~lic italiane. ~1i farò un piccolo laboratorio. 26 giugno. Betty è ostile a que,to mio nuovo lavoro. ma io mi ci appassiono ~ni giorno di più. Ilo a~giu,tato un vecchio orolog:io a ch1a, C": credo d1 avere una particolare di,;,po,izione a que,;to me- ,tic·re. \'inccre le delicate molle di una ,, ('~lia :: u11a pic-a,la ,ittoria. 28 giugno. Bctty è rimasta a colazione fuori. :\on· ho avuto voglia di far nulla per tu:to il giorno. Tood rr.i ha "Critto dall'India. e la ,ua lrttcra mi ha la,;c-iato di catti\'o umore; non per quel ch'eg:li mi .1ice, ma perché il '-UO nome è legato a tanti ncordi. Si ricordano troppe CO'-e a que~to mondo! Bi,ognercbbc non avere memoria, o. almeno. non a,·cr nulla da ricordare, come Katharinc- che non ,;a do\·c ,ia nata. né quando. Certo, Katharine è una ragazza ..trana. e Perché ». le ho chic'-to. « fai tutto quel che ti diciamo? ». e Perché è il mio me,;tiere », ha risposto. e lo faccio la cameriera ». e ~1a non hai mai voglia di ribellarti?». « E per che fare? per perdere il po- ,;;to? St: tutti ,;;j ribellas~ro, staremmo fre,;chi ! ». S'io lr dico : « Ka tharinc, volete ve• nirc in cuttcr? » lei mi risponde: « Xon ci ,;;ono mai qata in mare ». « \ ·cnitcci. allora, pro,•atc ». c Io non pro,·o, perché non ho mai pro,·ato >, ti"pondc. « ~fa 11011 proverete mai? » in,;isto. « E perché drhbo provare? » esclama. t-. '-trana la ra,,;,cgnazionc della gente umile. 30 giugno. Betty è ritornata a ca~a di cattivo umore. ~on rie\CO ad aggimtare la sveglia italiana. Bi~ogna ridarle il cuore, forla battere. :\on po-.:,;o\·edere oue~ti oggetti '-<.'nza\'ita. Bctty ha ,!?;ridato: e: Smettila! vuoi pa,;..,arc la tua \'ita ad a~gimtare sveglie? Di\'cnterai la favola di tutti! L'ex re che aggiu,ta gli orolog-i ! t:n::i. bcll::i. fine! Xon capisco, poi, che gu,;to ci sia! >. Sì, c'è un piacere, un sc~reto piacere a toccare con le pinze la delicata \'ita di un orologio: è una chirurgia anche CJUC\ta. ).1a Betty non può capire que.,te cose: c1sa vive per il mondo, per gli amiciJ per gli ,;pecchi. Che strana donna! In realtà noi stiamo poco a,;,;icmc, ma non riu~cirri a , ivcrc, credo, senza la certrz1a ch'ella è onnai mia. 2 luglio. Giornata melanconica. }.fare gri~io, nubi nere e luce sinistra. Per tutto il giorno .. 'è attc,;o il temporale annunziato da tuoni lontani, poi il ciclo s'è fatto "'ercno; d'argento. ~•on "'ono uscito di ca"a, e ho tra'-COr'ìO il pomcrig-gio ten• tando di lcg~rre l'ultimo libto della \\'oolL ma invano. Qur,,,to ,cirocco mi ha \po,,,,at0. Debbo di,trarmi a,-.olutamente. Anche Kathai-inc mi con,igli:-i di lllUO\"lTmi. 4 luglio. Bctty \'Uolc andare a \'ienna domani. ma non mi ,ento di partire. I via~gi mi in\'ecchiano, chi,,;à perché. Donei ,;crivere a Londra, al notaio. rn:i non ho voglia di parlare di affari. Tutto ciò che riguarda il mio pa,.sarn mi annoia tremendamente. ~i ,;ento molto lontano da tutto, ormai. Non ho rimpianti, e ~ono sincero nel dir ciò. E non ho ncmmeno illu(,ioni. Sono nl riparo, dopo la tcmpe~ta. 8 luglio. llctt\· è voluta pnrtire, a tutti i co ..ti. Piutto,;,to che vederla co-.l a,;tio,;a ho prt'frrito partire. Il dai:ti:tio è ~tato tri- \te. Le nubi nnn e-i hanno lasciato che per un'ora, (,ulla S,·i?J:tra; p<,i abbiamo incontrato un temporale. Abbiamo dormito a \'ienna, all'J (0tcl. Betty ha ,oluto far ~apere al portiere chi fo,simo e i foto~rafi sono accor~.i dopo poco. Betty è indi<;crcta e vamto ..a. Que,;ta notte Bctty è stata allr~ra. thrvamo be"uto un po', è vero. Abbiamo fatto chia ..,o. Sì, quando Brtty be\"C è dclizio,;a. Correva per la '-tan1..a. avvolta nella pelliccia, facendo l'or,;o. 9 luglio. I liquori di ieri ,;era mi hanno IMciato la bocca 5'ecca e amara. Ilo mal di capo. Oggi, purtroppo, dovremo raggiungere il castello. 12 luglio. Siamo da tre giorni nrl ca,;tcllo. \ "ita tranquilla, un po' monotona, ma la tranquillità è ,;cmprc monotona. Ilo incontrato lo ,;~uardo di Katharine. :'.'\on è la prima \'Olta. Di tanto in tanto, incontro i suoi occhi. J no,tri ospiti sono simpatici e Betty è allc.~ra, ma non credo che ,eguiterà ad cs,;crlo ancora per molto tempo. È un'allegria vi1iata, la- <;ua. Non ,;o, <:cnto che qualco,a non ci lega pili come un trmpo. Ho fatto co,;truirc una grnndc gabbia per i coni~li. Queste bestiole m'appa~~ionano. A poc(1 a poco sto <;coprendo ch'io ,:_ononato per vi\'crc in campagna. Londra è lontana. ormai: non ricordo che il ,·olto di mia madre quand'ero ra~ano <' i giorni tra ..cor,;i ~ui prati del Sus'-Cx. 15 luglio. Og~i è arrivata. da Canne .., Katharine. l I \'Ìaggio le ha gio\'ato. come dire, l'ha imbellita. Non m'ero mai accorto che i suoi occhi cclc,;ti sono splendidi e che il ~uo pa(,,o pe,;ante e aperto ha un fa,;cino. 18 luglio. Da quando è arrivata Katharine, c'è più allegria. La ,;ua conversazione mi diverte; il ,;uo modo di vedere il mondo è grazio,;o, candido e insolente, ~e ,;j può dire. Cara Katharine ! 20 luglio. La caccia non mi di'"erte e Bctty, al contr:i.rio, non vuol far più altro. Que• sti baroni ,;ono medioevali ; ridono e mangiano con furore, come per la prima volta in \'ita loro. Nes,uno ,a giocare al golf, tranne l lenric, ma I lenric è troppo curioso; le sue domande mi indi,petti,;cono. 22 luglio. Non leggevo i giornali da varii gior• ni. Il e Timcs »... questo vecchio caro giornale non rie:-.co più ad aprirlo (cnza il batticuore ... Chis,;à perché. Nel numero di oggi ho vi,:_tol'annunzio di vendita di un castello nell'Esscx, Eliza 4 bethan Country Scat : cara Inghilterra! ... 23 luglio. Detty è ncn•o(a. come <;Cmpre. La sua voce mi irrita. i suoi modi mi disturbano. I lo preferito affrontare la curio- ,;Jtà di Henric, piuttosto che restare con lei. 25 luglio. Katharine stamane cantava: « Verde prato. tappeto dell'amore>. Betty è partita per tre giorni con i nostri mpiti. Sono felice. Questa donna mi è in~opportabile. Credo che llenric le faccia la corte. :\'on sono affatto geloso. Non rimpiango la mia ,·ita degli anni ,corsi: tutto ciò che ho fatto mi (embra così naturale e giu,:_to che non posso aver rimorsi: mi sento leg~ero, libero, come un cavallo che non porta più sella ... Tutto ciò che è accaduto doveva accad<"re, Bctty è stata il pretesto i solo 28 luglio. Brtty mi ha ,critto una breve lettera: ~razie al cielo mi annunzia che IL DUCADI WINDSORMENTREOIOOOAA GOLFA SANKTWOLFOANO CTelefot.Ggnfiel è co5trctta a ritardare il ritorno. Finalmente ha cessato di piovere! Sono uscito: l'erba ancora umida brillava al sole. Katharine correva nel prato inseguita da un piccolo terrier. Ho pre'iO anch'io ad inseguirla, e correndo siamo arrivati fino alla fontana, nel bosco. Poi, sfiniti, e.i siamo gettati sull'erba. Ma all'improvviso ecco uno scroscio d'acqua. Allora ci siamo rifugiati nel tronco svuotato di un vecchio albero, come accade nelle vecchie fa. vole. Sali•:a l'odore della terra bagnata; Katharine rideva convulsa, senza guardanni. Poi ha cominciato a dire che aveva freddo. Era tutta fradicia di pioggia. Le ho passato il mio braccio sulla spalla. K..1tharine non ha detto una parola e si è fatta rossa. L'ho baciata. Un bacio lunghis~imo. Poi è fug- ~ita, attraveNando il prato, sotto la pioggia che scrosciava. Sentivo che ciò sarebbe accaduto, da trmpo. Io ritorno dav,·ero giovane ... 29 luglio. Non ho più visto Katharine: nessuno riesce a vederla. Mi è stato detto che è andata in paese. Sono salito a cavallo, ma non mi è stato possibile raggiungerla. Siamo senza luce: il temporale ha cau.,.ato qualche danno ai fili, forse, e le sale del castello sono illuminate dalla luce calda delle candele. Mi sembra di essere ritornato ragazzo ... Non voglio ricordare ... L'ombra del vecchio castello mi ha tentato; sono salito fino alla camera di Katharine ... a tastoni. Certo, certo, questo non è un procedere da gentiluomini, ma io sono un uomo, ecco tutto ... Ho bussato alla sua porta leggennente ... Una \'OCC spaurita ha chiesto: « Chi è?•· Ho aperto, ...la stanza era buia, appena rischiarata dal riflesso della )una. No, nemmeno un piccolo grido ... Katharine mi aspettava... H. J. STORIE BREVI ~MPAGNl•, diu Kalinin in 1m comizio \..I di propaganda, • vi par/ud oggi dtl porto the abbiamo rtuntnnn,te Df>"tO al traffico. Ogni giorno approdano cinquanta pirostafi, alm· cinquanta partono ogni giorno tarichi di merce•. Dalla folla si leva una tJOU: • Compagno Kalinin, non è vtrol lo latJOro ntl nu0t10 />()rtoe non ho mai visto tntrare o uscirt un solo piroscafo!• • E comt puoi saprrlo tu, eh~ non ltggi i giornt1li'I• UN A contadina russa tJa alla fin-a t wdt Ptr la prima volta in t1ita tua un cammello. Lo guarda, lo riguarda pn ima mtzz'o,a, Poi, uuotn,do la tt.sta tsdama: • t ~ma cosa trtmtnda! Comt hanno conciato i cavalli qutsti dannati bolscevichi!• PERCHS VI LAMENTATEI• chim Kalinin a un contadino. • Tu ci promttti il parad.,,,,, t. noi siamo stn.i,a uarPt•. • Sti un minchiont. Chi ti ha mai dttto tht in paradito si />()rtinolt uarpt! • IL MONUM AL PROFESSOR ovve,•o I DIRITDTEILLVAEDO S ULLA • Gazzetta del Popolo• di qualche giorno fa, è apparso un nuovo articolo sul •caso• dc-I monumento al prof. Antonio Marro. Si tratta, a prima nsta, di un soggetto di cronaca cittadina: ma a guardare un poco a fondo la questione, ne aalta.n fuori riflessioni che possono a\·ere un certo interesse. In poche parole, l'antefatto è quetto: la vedova del compianto prof. Marro, illustre psichiatra, circa due anni or sono \"Olò in ciclo a ricongiungersi con l'amato sposo, e lasciò la sua intera sostanz.a, ingentissima, all'Ospedale di San Giovanni di Torino. Opera altamente filantropica; ma c'è un codicillo, un lascito. L'ospedale ha l'obbligo di far costruire, nel cimitero di Torino, un monumenlo in memoria del prof. Marro e dei suoi familiari, e la somma stanziata a qucalo scopo è molto notevole: mezzo milione. Nulla di strano nemmeno in questo; la clausola eccezionale è un'altra. Per l'erezione del monumento, la testatrice prescrive venga bandito un concorso fra gli iscritti alla Promotrice delle Belle Arti, ma che i giudici non debbano essere i soliti professori, o gli accademici, o i membri del sindacato degli artisti, ma due amici di casa della defunta signora, due distinti avvocati che la scomparsa giudicava persone di buon gulto e di competenza. Questa faccenda di sostituire gli artisti laureati con degli amici di famiglia, non era andata a genio al mondo artistico torinese, Che gli awocati pc,nsino a curare le cause, si diceva, e lascino le giurie d'arte a chi se ne intende. Ma, giusta il testamento, il concorso si era fatto, i concorrenti erano stati molti, e i due avvocati si era.n trovati alle prese con una mole non indifferente d1 roba. Ci doveva essere un po' di tutto, a quanto pare: rappresentazioni plastiche di tutte le scuole e di tutte le tcndenu, nomi illustri e poco noti, teorie e metodi disparati; compito difficile per la giuria, dunque. Ma i due amici eran guidati da una stella sicura: la loro comprensione personale e, ancor più, i gusti ar• tistici della Defunta. Niente idealità astratte, niente acrobazie spirituali: il monwnento doveva essere una chiara celebrazione della vita e delle opere del prof. Marro, un riassunto in marmo nel quale tutt; pote!ISero leggere come in un libro aperto, senza lambiccarti i cervello. E cosi i due giureconsulti scelsero il bozzetto che presentava queste caratteristiche nel modo più lampa.nte, quello cioè dello scultore Adagna e del pittore Terzolo. Purtroppo n<ui l'abbiamo sott'occhio, questo progetto, ma cc ne facciamo un'idea dalle descrizioni apparse sui giornali del tempo. Il bando del concorso, minuziosissimo e scritto di pugno dalla Defunta, diceva: · li monumento doord ricordare il mio cor,1pianto r,1arito prof. Antonio Marro, i miti gtnita,i, la mia tortllinn t mio zio Gir,s~pt Rmca •· Il \'incitore aveva (leggiamo nelle cronache dell'epoca) effigiato • il prof, Marro cht mi4 sura un ttschio, fra lt figurt simbolirht dtlla Scin,,:a t dtlla Vt"ritd, discinte t prospn-ost; gli alcoolù:ati, il deli11q1unttrriminalt visitato dalla desolata moglie, t "" bimbo tristt cht è la figurttta più ft.lict dtll'ad11nata; ntllo sfondo il pa,saggio di Limor,e Pinnontt, t su tutto ,.; i l'Ettrno Padrt bmtdictntt•. Una s~cie d1 biogr11fia romanzata, a quanto si ,·ede, e messa su con que\Jo che il cronista chiama tn·to 1)Uismo ottoc:~nttsco. La repubblica delle arti di Torino lanciò fuoco e fiamme dinnanzi a tal \·erdetto, ma il regolamento era chiaro e non ci si poteva far niente. Contro il giudizio insindacabile dei due avvocati, per volontà della Donatrice, non erano ammessi ricorsi, e il fortunato , 1incitore atava.già per guadagna.rei il mezzo milione e per dar mano 111 paesaggio e al Padreterno benedicente, quando, a metter i bastoni fra le ruote, intervenne la commissione municipale pel cimitero che, per ragioni estetiche, ne vietò l'erezione nel sacro recinto. A Torino, dopo due anni, ci sono ancora in piedi cause legali e discussioni. Non sappiamo il destino di questo contrasto tra Arte e Diritto; ma nemmeno sappiamo con quale criterio la Commissione Municipale di Torino giudichi l'opera di due artisti, vincitori di un concorso. Una Com missione Municipale che decide della .scelta dei monumenti da collocarsi in un cimitero, deve tener sempre presente che alla scultura funeraria non sono nccenart eccessi\·i pregi artistici. I vedovi o le vedove, o i parenti del defunto, hanno il pieno diritto di commemorare i loro cari nella maniera che loro più piace: la scultura. funeraria rientra nel mondo degli affetti e non della critica d'artt. La Commissione Municipale di Torino dimentka che un Cimitero non è una Galleria d'arte moderna, ma un giardino di lacrime. Se la vedova Marro si era affidata al giudizio dei due avvocati, vecchi amici di casa, è segno che li riteneva degni di interpretare i suoi stessi sentimenti e gusti; e non solo i suoi, ma quelli del defunto professore, in onore e ricordo del quale il monumento doveva essere eretto. I due avvocati, ubbidendo al proprio gusto e al proprio sentimento, hanno ubbidito a quelli della vedova. E chi meglio di una vedova può scegliere il monumento funerario al proprio spoao? L'arte funeraria ha uno stile ben definito secondo il tempo: in una società borgheu è logico che i monumenti funerari abbiano quel particolare stile che riflette i gusti e la fantuia delle classi borghe1i. La vedova di uno raichiatra non pote\'a non immaginare un monumento funebre dove non ci fosse la Scieru..a., la Verità, lo zio Giuseppe Rosea, la sorellina e il bambino triste. Piuttosto che disturbare la sacra memoria dei cari, le Commitsioni artistiche cerchino di tutelate la dignità dell'arte cittadìna, sp~- cie in Torino, ormai deturpata da orridi progetti e da sistemazioni improv"isate. M. A.
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