li ATALIA Nicola- ~ jcvna 1 la moglie di Alessandro Pu.sckin, il più grande poeta rus<ID 1 conosceva il franccsc 1 t:\~lli ricamava al tom- .....1 bolo e ballava con grazia, ma si può dire che non sapC'i'-C far altro. Il suo maggior titolo di gloria era una bellezza singolare che., fin da quando era stata introdotta, scd1ccnne1 nel gran mondo, aveva oscurato quella di tutte le altre donne. Un contemporaneo scrive: e I [o visto, nel con.o della mia vita, molte belle donne, più interessanti foNc di Nladama Pusckin, ma non ho mai incontrata una donna che prcsentas~ una perfezione co,ì perfetta e classica dei lineamenti e del corpo. Alta, con una vita deliziosamente sottile e un busto meraviglioso, sul quale la sua fine test,\ si cullava come un giglio. Non ho mai più avuto occasione di vedere un profilo così bello e regolare, e che camagione, che occhi, che denti e che ON"C'· chie ! Sì, era una bellezza, ed è troppo naturale che in sua presenza impallidissero tutte le donne, anche le più delizio"c >. Natalia, d'indole vana e frivola, mondana e leggera, sebbene fredda, d'una civetteria spesso eccessiva, amava le feste e i balli di Corte e aveva un gusto spiccato per gli omaggi degli adoratnri. Di lei, tuttavia, Pusckin diceva -che era « una buonissima ragazza > ; e all'epoca che la sua ritrosia gli dava le pili fiere pene, l'aveva persino soprannominata « l'inespugnabile rocca di Kars >. ..e.ci;~~d~~td1~~1~dnoa d~ 0 ~~ 1 ~i sii:i!~ lori, non è meraviglia. Anche l'imperatore, Nicola I, s'era degnato di notarla, appena giovinetta, ai suoi balli, e ciò non aveva m:-mcato d'attirare in seguito le iminuazioni e le maldicenze del gran mondo. Ma fu quando sull'orizzonte della bella Natalia, contro lo sfondo delle salr del Palazzo d'Anic'- kov, apparve l'unico uomo che con l<.:l potes~ competere, fu allora che gli osservatori mondani raccolsero davvero l'onesto compenso di tanta assidua v:- gilanza. Il barone Giorgio d'Anthès, .antico allievo di Saint-Cyr, poi paggio di Carlo X, chouan, cacciato di Francia dalla rivoluzione di luglio, e trasferito:,Ì iu Ru~ia per farvi una carriera, era l'uomo più brillante e, pur nella sua ignoranza, dotato di tutti gli attributi mondani. Pochi mesi dopo il suo arrivo era ~ià «cornetta> della Guardia, e ben presto pa1:;sòluogotenente. Danzava con un'incomparabile eleganza di movenze, era pronto all'arguzia e alla risposta, e pos~deva quello che s'usa chiamare il dono di piacere a prima vista. La sua profonda sapienza mondana gli fruttò presto protettori altolocati, dei quali uno almeno vuol essere qui debitamente ricordato, per la parte che ha in questa storia. Il barone Heckercn, ministro plenipotenziario dei Paesi Bassi a Pietroburgo, era certamente un cervello fino, ma un ~sere )Ubdolo. Quanto alla sua intimità col brillante ufficiale della Guardia, mentre alcuni pensavano d .e fosse dovuta a segreti legami di ~angue, e che il giovane fosse figlio naturale del vecchio, altri, e pare con mal"1!Ìor ragione, spergiuravano in favore di legami, se possibile, più intimi e, per dir tutto, contro natura. Fatto 'ìta che, in capo a poco, il vecchio adottò il giovane per il quale risentiva un così esclusivo affetto. Chi, in c1ucsta delicata storia d'amore, faceva la parte di terzo incomodo, « le mari de madame>, era il grande poeta Pu'ìdin. Non più il Pusckin della Pietroburgo 1820, di Kiscinjov o di Odec;... a, galante e scapato giocatore e duellista, ma un Pusckin rimbor~hesito e conv:nto onnai « che non c'è felicita~ non nelle vie comuni >, un Pusckin nominato gentiluomo di camf't~l contro sua volontà, legato all'imperatore da certi imoeuni pecuniari e in qualche modo d'onore con preoccupazioni finanziarie cd intime d'ogni sorta. Ep· pure era poco più in là che nel mezzo del cammino della sua vita. Ma, comt: a ventott'anni, in un suo poema, e.;;clamava : « Ma è proprio vero che presto avrò trent'anni? >, così a ventino\'(' e sui deprecati trenta, era già un uomo oppre,so da lunga esperienza, lanciato in vettura da viaggio 'iulle strade dell'immensa Rus!tia, già pensava con nostalgia alla ca ..a. . a una sua ca(a {~entimenti chr ci rimangono appunto con- ~cgnati in alcune sue poesie dell'epoca}. Che volete? aveva dietro di sé - à tout çeigneur tout honntur - un pas~ato di quelli che "l'u..a. chiamare vivaci, una vita di quelle che chiamano da -.ca• polo impenitente. Se non era perciò maturo per un affetto ..c.rio e durevole, 1o era per un capriccio semuale. Fu cosi che, incontrando in società la giovanissima Natalia, -.e ne innamorò perdutamente. La chiese in spo'ìa, ma, comr la futura suocera non lo giudicò un partito abbastanza brillante, fu rifiutato, -.ebbene non in modo dcci,ivo. Di• ,pcrato, e portando e in fondo all'anima l'immagine dell'es ..e.rc celeste>, egli <;(' ne parti allora per il Caucaso, dove l'c'ìrrcito rus..o. combatteva. Qui, se anche voJle cercare la morte, non gli fu conces~ di permanere a lungo sui campi di battaglia; sicché, dooo aver as1i'ìtito alla di'ìfatta del Serraschiere e aver rage'iunto Erzerum, e-li toccò ritornare a Pietroburgo e poi a Mo1;ca. La vergine Natalia, seguendo sempre i con- ~igli della madre, lo accolse con freddezza calcolata e non s'intenerì dr .quando fu ben certa che nr~~un altro partito ~i presentava ... In breve, il C<?nscnso fu finalmente ottenuto, e comm- ~)- t ~ e e:- • ~~oMORIlTiPEUSCKIN ciarono allora per il poeta gli affanni per trovar quattrini. Ma la partita era vinta e, fosse o non fosse Natalia la donna adatta per lui, nel 183 1 si sposarono. Come rimpiangeva ora Pusckin la sciocchez.za commessa, con che sincera foga tentava ogni tanto di fuggire! l\fa l'errore era compiuto. Incominciò subito a lagnarsi con la moglie delle sue leggerezze che, per quanto innocenti in sé, -potevano cs~ere male interpretate e creargli gravi imbarazzi. Aveva sfidato a duello un tale che poi divenne suo grande amico, perché gli pareva che fosse eccessiva la sua assiduità presso Natalia, e a ,tento la co-,a s'era aggiustata; perfino al patemo imperatore aveva una volta detto il fatto suo. Incontrandolo, l'aveva ringraziato con molta effusione di alcuni buoni consigli largiti a Natalia; e poiché quello prote'ìtava: « Ma ti pot<'vi asprttare altro da mc? >. e Non soltanto lo potevo, Sire >, aveva replicato il pocta, « ma per esser franco, vi confe,serò che so-.pettavo anche voi di far la corte a mia moglie>. Sospetti però, alla resa dei conti, infondatì. Ma intanto Natalia, il giglio del Palaz7,o d1 Anic'kov, la bellezza delle bel• lene. e Giorgio, il rubacuori, l'irresistibile, il « sole d<'lla Guardia > filavano il perfetto amore, o piuttosto il perfetto flirt, sotto gli occhi pili o mrno compiaciuti del barone Heckcrcn. Al « sole della Cuardid > la relazione colla dama pili in vista della Corte, giovava anche per la carriera. ln che- consisteva propriamente questa relazione? I due ballavano spes~o in1..ieme, 'ì'intrattencvano a lun~o. appena quel tanto che ba1;ta\·a perché il mondo dc1;sc per 1;j. curi raoporti intimi fra di loro. Quanto al ministro pleniootenziario si ~abbarcava alla parte su per giù di menano, non solo per l'amore wi!icerato che portava al figliolo adottivo, ma fon;c anche con lo !'icopodi dimnorarc palcscmentc il poeta, nrmico suo e di certi suoi amici dell'altissima società. A tale ~copo, mentre da una parte dava una mano a Gior~io, dall'altra andava insinuando d'un debole dell'imperatore per Natalia i imomma s'ingegnava come potf'va. e Les Grand'Cro1x, Comma11deurs et Chevaliers du Sérénirsime Ordre drs Cocus, réunis en irand Chapitre, sous la présidence du Vénérable Grand Alaitu de l'Ordre S.E. D.L. NarJchkine, ont nommé à l'u,ianimité Alr. Alexandre Pouchkirie coadjuteur du Grand A1aitre de l'Ordre des Cocus et historiograpl,e de l'Ordre. Le Secrétaire perpétuel · Cte ]. Borch >. Tale, parola per parola, il tenore del me~aggio che, in tre copie, il 4 novembre 1836, raggiungeva per posta il poeta al suo domicilio. Parecchie altre copie erano state inviate ai suoi amici in doppia busta, affinché in ogni caso non ci fossero da eccepire disguidi post.c,li. Per intenderci subito, quel Narysckin era un famoso e - per dirla alla maniera del poeta - « maestoso cocu » dei tempi di Alessandro l, il quale s'er:t degnato di corteggiarne a fondo la moglie. In ogni modo, chiunque fosse l'autore dcli' anonimo messaggio, era certo che veniva dall' alto. Il primo pensiero di Pusckin fu di spedire al :Mini'ìtro delle Finanze una lettera in• tesa a rompere colla Corte ogni rapporto finanziario, proponendo una solu• zione assurda, che non fu accettata. Quello era comunque il supremo ten- . tativo per romperla in pari tempo con tutto quel mondo di fabità e di miserie, per riconquistare la libertà. Il $CCondo pensiero fu di indiriZ1.are a Giorgio d'Anthès un regolare cartello di sfida. Ma il bollente ufficiale era di guardia al reggimento e la sfida fu rìcevuta dal ve('C'hio Heckcrcn, il quale si agitò con tanto impegno che, coll'aiuto di alcuni benintenzionati e ingenui amici del poeta, riuscì provvisoriamente ad accomodare le cose. Ecco la sua trovata: c'era errore, il brillante ufficiale non corteggiava Natalia, era anzi innamorato d'una 'ìOrella di Natalia, Caterina, cognata dunque del poeta e che abitava con gli sposi, tanto innamorato che sarebbe stato subito di.,posto a spo1;arla. Ora, per quanto strana fosse una tale ritrattaz>One, il poeta, consigliato da saggi amici, mostrò di prenderla per buona e ritirò la sfida. E il I o gennaio si celebravano le nozze di Caterina col d'Anthès-Heckeren. Caterina Nicolajevna l Questa piccola cenerentola amava da tempo in segreto, e ~enza speranza, il brillante ufficiale : fu dunque e come in un sogno fiabesco > che accolse la domanda di matrimonio. Ad alcuni le nozze di d'Anthès apparvero il ~upremo sacrificio d'un amante cui sta a cuore, sopra ogni co- .,a, l'onore della sua donna; ad altni una notevole prova di vigliaccheria. La verità è probabilmente, invece, che il giovine incappò lui stesso nei lacciuoli del vecchio intrigante, che aveva tutto l'interesse, come padre e come uomo pubblico, a evitare il duello e le scoperte che ne sa.1 bbero segcite. ~{a una soluzione tanto fittizia non poteva essere che una battuta d'aspetto. li poeta, sentendo bene che la faccenda non era risolta, aveva a buon conto respintol dopo la vertenza, e proibito a Natalia, ogni sorta di relazione coll'ufficiale e cognato; senonché i due, come se nulla fosse, riannodarono ben presto i loro antichi (e innocenti) rapporti, e con più furia l'ufficiale ricominciò ad ostentare un'intimità inc~istentt:. La cosa culminò con un appuntamento organizzato da una mortale nemica di Pusckin nella sua propria ca~"\; appuntamento che Natalia accettò, e di cui il marito fu subito informato. La situazione era di nuovo insostenibile e tanto più imbarazzante in quanDiseg,ni n penna di Pusckln to, come ebhe poi a. dire il ooeta, sull'innocenza 1;ostanziak di Natalia non c'erano da avanzar dubbi. ~fa. la rabbia dell'offe'ìO si rovesciò di colpo sulla testa del vecchio ministro e macchinatore. Al quale venne spedita '-Cduta !otante una lettera gravemente ingiuriosa in cui si leggeva fra l'altro: e Vous, le représu1tant d'une téte couronnée, vous avet étl paternellement le maquereau de Afonsieur ,·otre fil$. Sembra eh<' tutta la sua condotta gli 'iia stata ispirata da voi. Simile a un'oscena vecchia, voi anela.vate seguendo mia moglie ìn tutti gli angoli per parlarle dell'amore del vostro bMtardo, o presunto tale; e quando, malato di vaiolo, egli non poteva uscire, le dicevate che moriva d'amore per lei e imploravate: rendetemi mio figlio. Non po\50 pennettcre che vostro futlio, dopo l'abbietta condotta che ha tenuto, osi rivol,R"erela parola a mia moglie, ancor meno che le racconti facezie da corpo di guardia e finga una passione infelice tandis qu'il n·est qu'uu lache et u,l chenapan ... >. L'unica risposta possibile non si fece attendere molto: una lettera del padrigno che conteneva una sfida a nome del figlio. I rappresentanti s'abboccarono e furono fis,atc le condizioni dello scontro. 1) I due avversari saranno posti a venti passi di distanza, a cinque passi dalle due barriere che saranno lor.tane dieci passi l'una dall':dtra. 2) Annati ciascuno di una pistola, quando sarà dato il segna!c, potranr.o, procedendo l'uno ver.)() l'altro, !lenza tuttavia oltrepassare in nessun caso la barriera, fare uso delle loro anni. 3) Resta inoltre convenuto che, se il primo colpo non produrrà nessun risultato, si ricomincerà come la prima volta, riponendo cioè gli avversari alla stessa distanza, e così di seguito. 4) I testimoni saranno gli intermediari obbligati di ogni spiegazione fra gli avver ..ari sul terreno. 5) I testimoni, sottofinnatil rivestiti di pieni poteri, garantiscono sull'onore la rigorosa osservanza delle norme surricordate ciascuno per la sua parte. 27 gennaio 1837, ore 2 ½ del pomeriggic. 11 duello era fissato per le quattro del pomeriggio. La mattina, il poeta s'era alzato alle otto, aveva scritto, cantato, e dedicato lungo tempo a un'accurata toletta. Poi, in gran segreto, per tema che i soliti amici benintenzionati non manda1>st:roa monte ogni cosa anche questa volta, se ne andò coi secondi al luogo fis,;.ato; strada facendo, incontrarono Natalia in carrozza, ma i due sposi non si videro. Alla « Giornaja Rcc'ka > (il Ruscello Nero) giunsero insieme cogli avversari. La neve giungeva alle ginocchia, e bi50A"nòpestarla per ricava .. 11e una specie di pista. Infine, segnati con due mantelli i limiti, e mes..i. a posto i duellanti, il direttore dello scontro agitò il cappello. L'ufficiale fu il primo a far fuoco, mentre il poeta, che stava per raggiungere il limite, mirava ancora. li poeta cadde bocconi col viso sul mantello e la pi'ltola in avanti, sicché la canna si riempì di neve. e Sono ferito>, disse. L'ufficia.le fere per accostarsi. « Non vi muovete; mi sento ancora abbastanza forte per tirare il mio colpo>, aggiunse Pusckin, e, avuta un'altra pistola, appoggiandosi sul braccio sinistro, sparò da terra. L'ufficiale cadde anche lui e il poeta, buttando in aria la pistola, gridò a se stesso: « Bravo! >; p6i perdette conoscenza per un attimo. Riprendendosi, domandò : « L'ho ucciso? >. La palla aveva attraversato solo un braccio di d'Anthès, ed era stata fcnnata da un bottone; evidentemente l'ufficiale aveva atteso il colpo del poeta colle braccia incrociate sul petto, come d'mo. « t. strano>, soggiunse allora Pusckin, e credevo che m'avrebbe fatto piacere ad ucciderlo, ma sento che non è così. Del resto, poco importa; quando saremo guariti tutti e due, si dovrà ricominciare >. Il poeta perdeva molto ..a. ngue i la sua ferita al ventre era mortale. ~(a mentre lo trasportavano a ca..a. in slitta, raccontava storielle al suo secondo. A casa, alla moglie ch'era svenuta all'annunzio e voleva poi vederlo, gridò con voce ferma: « Non entrare! >: non voleva impressionarla. Si cambiò da sé, si stese su un divano. Ai medici sopraggiunti disse di parlar chiaro e, avendo quelli ammessa la gravità del suo stato, li ringraziò e prese la cosa con gran coraggio. Interrogato se volesse vedere gli amici più intimi: « Adieu, les amis! > esclamò, guardando i suoi libri. ~ In alto: Nata.Ha Nlcolajevna Pusckin. Qui sopra: Alessandro Pusckin Soffriva terribilmente della ferita, ma evitava di lagnarsi e di smaniare 'per non impressionare la moglie, e si sottopose docilmente a tutte le manipolazioni dei medici. Cli ricordarono i suoi doveri di cristiano; acconsentì, ma volle che si chiamasse un prete qualunque ; • si confessò e comunicò. Nondimeno l'imperatore ebbe poi a dire: « C'è costata molta fatica indurre Pusckin a morire cristianamente >. Il moribondo si preoccupò anche dello Zar: «Digli>, pregò un amico, poeta bene accetto a Cortc 1 « che è un peccato ch'io muoia, sarei stato tutto suo. Aspetto una parola dello Zar per morire in pace>. La parola venne : il despota ,crisse al poeta dell'ode alla Libertà, al poeta delJ'csilio: « Se Dio non ci pennette di rivederci, ricevi il mio perdono e il mio consiglio di morire da buon cristiano. Per tua moglie e i tuoi figli non ti prender pena, me ne assumo io la cura >. L'atteggiamento di Pusckin nei confronti della moglie fu estremamente affettuoso. Disse; « Poverina, soffre innocente e soffrirà anche più per l'opinione del mondo». Mezz'ora prima di morire chiese una marosc'ka, e volle che fosse Natalia a imboccarlo: ella s'inginocchiò al capezzale del morente e gli porse una cucchiaiata dopo l'altra, colla guancia appoggiata alla sua fronte. Allora il poeta le carezzò i capelli: « Andiamo, an~iamo, non è nulla, grazie a Dio, tutto va bene! >. Dicono anche che se qualche volta Natalia entrava senza rumore nella camera e rimaneva vicina alla porta, in modo da non essere \;sta, per non agitarlo, egli sentiJu tuttavia la sua presenza e si volgesse a lei. In tutto dimostrò il più grande sangue freddo. « Non devo gemere >, insi~tevai < mia moglie sentirebbe e sarebbe ridicolo che una simile sciocchez7,.a dovesse aver ragione di mc i non voglio>. Costrinse tutti i presenti a famigliarizzarsi coll'idea della morte, tanto era persuaso che l'ora fatale era sonata. Soffriva, più che della ferita, d'una melanconia senza limiti, il che si deve attribuire all'infiammazione dell'addome e forse anche di pili a quella delle gran. di arterie. « Ah, che noia>, C)clamava. « il mio cuore è oppre,so ». Yla faceva tutto da sé e ancora l'ultima notte si applicò da sé stes.so, con mano sicura, le sanguisughe. Nondimeno si lagnava spesso: e Più presto. per carità >, diceva alla morte. Poco prima di spirare, afferrando la mano di un medico amico, mormorò: e Tirami su, più su, più sul via! > e spiega val tornato in sé: « Sognavo d'arrampicarmi con te lungo quei libri e quegli ~affali, molto in alto ... >. All'ultimo momento, monnorò: « Finita, la vita! >. Il medico non aveva intel.O: « Che co~, è finito?>. cLa vita è finita>, concluse il poeta con tono convinto. « Mi fa male respirare, mi sento oppre<.c;o>. Furono le sue ultime parole. Così Alessandro Pusckin, il patriarca della letteratura ru~..a., morì a 38 anni non compiuti. Erano le 2,45 del 29 gennaio 18;\7. Natalia, sopravvissuta al marito molti anni, sposò in seconde nozze un generale. D'Anthès fu arrestato e proces.,ato, ma poi ebbe il perdono dello Zar che gli impose di lasciare la Russia. Tornato in Alsazia nel '48 e nel 149 fu dC'putato all'A~sem~ ble-a Nazionale, e morì senatore del Secondo Impero. TOMMASO LANDOLFl
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