I fASERA, prima della partenza per il fronte, i comandanti hanno tenuto rapporto al lume delle torce. I Libici sono i più bravi -.oldati del mondo, e qui combattono, oltre che per il dovere, per vendicarsi di antichi soprusi. Alcuni rifiutano lo ~tipcndio. Hanno certi conti da regolare con gli Abissini, fo~ confondendoli con gli Eritrei, che noi portammo nella Libia meridionale al tempo di Cufra. Sia come sia, hanno una gran voglia di combattere, ~ebbene molti di essi abbiano addirittura i piedi rotti fino aJl'osso. Do1>oil rapporto i Libici sono partiti 1 e "iamo restati noi aviatori in atte- ,;a che l'avanzata cominci. Da Garrahnei hanno mand,Ho viveri : certi panettoni coperti di polvere, ma niente acqua. La nostra riserva d'acqua pio- ,·.ma raccolta nelle pieghe delle tende è quasi finita. La poca restata è piena d'insctti. Così non ci resta che bere il Porto di M. insieme a panettone e caviale. Quando M. comprò questo caviale cli contrabb.,ndo dai Giapponesi, tutti ridevano e lo prendevano in ~iro. Invece, in que~ti giorni, è stato proprio provvidenziale. Ora piove. Sottoterra, dov'è la mia hranda, ci deve essere davvero seppellito qud cammello morto che dicono. C'è un puzzo <la soffocare. Oggi hanno volato due sottufficiali e il capitano. Dicono che dc-rii ,\hissini non ,;;ene vede uno, e che lt· pi,te, intorno a Gianagobò1 sono tutte sconvolte. Hanno lanciato spezzoni accanto ad un asinello bianco, e dove c'è un a~inello hianco c'è anche un capo abi,;;sino. La mattina del 15, cinque giorni fa, quando ho decollato col RO 1, il terreno era fradicio per la piog~ia. Il capitano Liberi volava da due orr, ma non dava notizie: probabilmente gli 11i na rotta la radio. Nes,;un apparecchio, né da ricognizione né da bombardamento, aveva potuto decollare per via del tempo. Il cielo sopra Danan era coperto di nubi: qua e là apparivano d('i barlumi. Siamo partiti col tenente B. a bordo, il miglior osservatore della ~quadriglia. Non 110"e si~ ~tat~ un p~c• ,agio; fatto sta che pnma d1 par11re ,·bbi a liti~are con quao;;i tutti i coll('- ~hi. Al campo, quella mattina, ('era un nervo..,i11moin,;;opportabile. Da principio il volo è \lato regolare; dopo aver avvistato il Comando di div1\ione, che era sul fianco d'un C'olle rotondo, a pochi chilometri dal ~uoco, J'o'5('rvaton: mi ha fatto ,e~no d1 pro- '-eguirr tenrndomi ,ulla \mi,;;tra drl• l'l'adi. Il tt·mpo intanto \i fact'va ~1·mi 8 MAGGIO 1937-XV O ■ NIBUS PAGINA 4 Il primo specchio 1,re più nero, sicché dovctli abbassarmi ancora nav:igando a meno di cento metri. Le nubi si sfaldavano, cd erano tante che dovevo scan<:arlc come se fossero paracarri. Senza strumenti per il volo cieco non mi sentivo affatto la voglia di entrare dentro di esse. L'os• scrvatorc mi faceva dei cenni: sotto si scorgevano uomini ; ma non mi riusciva capire se fossero nostri o nemici. Due volte, in quel giorno, dovetti tor• nare indietro sul Comando di divisio• ne, per gettare i bussolotti con dentro le infonnazioni dell'osservatore. L'ul• tima volta mi abbassai troppo: ci rimi<ti l'aereo della radio che re,;tò sulla cima d'un albero, sicché fummo 11enz'altro privi di comunicazioni. I luoghi della battaglia si avvicinavano. Certe brevi pianure, fra colle e colle, erano piene di truppe abis!iine che ~paravano contro di noi con accanimento. Alcuni di quegli uomini fuggivano; altri cadevano a terra, e non rill',;civo a vedere <:eerano colpiti, o se simulava• no, per non essere presi di mira. Da bordo si udiva il crepitio dei loro fucili, e anche lo scoppio degli spezzoni che lanciavamo, mentre fino ad allora r-1: spc.Z7..onni on si~nificavano per noi che un fiocco bianco a fior di terra. Non mi ci volle molto perché potessi capire le posizioni della battaglia. I Libici marciavano in ordine come se muovc(sero 11oprauna piazza d'anni, e nelle loro file non c'era alcun scompiglio, nemmeno quando le mitragliatrici nemiche li falciavano sen7,a scampo. Tanto era l'ordine della battaglia, che noi potevamo precedere l'.wan.zata dei no\tri mitragliando i nemici. ché avevano accanto dei somari bianchi, anch'essi quieti. Non distavamo molto, e rhi dirigevo su di essi quando sentii un tremendo dolore all'inguine, quasi fossi stato colpito da una cornata di toro. Non so se abbandonai i comandi: portai una mano alla coscia ~ la trassi insanguinata. L'osservatore gridava, e l'apparecchio ondeggiava paurosamente. La terra era vicina, forse a meno di cento metri. Fu allora che mi ripresi e, quasi non avessi tempo di dare retta al dolore e allo spavento, mi detti a pilotare. Andavamo a più di 200 chilomctri 1 e non so davvero come non ci fracas,;amnv1 con l'apparecchio contro qualcuna delle brune colline che ci fuggivano sotto. All'improvviso, mi trovai sopra Je no• strc linee, a quota così ba11sa,che ebbi l'impressione di investire le colonne libiche, visibilissime, sempre in marcia ordinata. Mi ripresi definitivamente, non sentendo nemmeno più il dolore della ferita, tutto teso a riprendere i comandi. Sorpassammo una boscaglia, finché non atterrammo in mezzo a una radura. Vicini 1 c'erano alcuni Libici delle retroguardie, che mi tra11serofuo• ri dal pozzetto di pilotaggio. Dopo di che fui denudato e steso a terra. Pioveva e avevo freddo. Vidi arrivare il maggiore, che si mise a litigare con l'osservatore, non so per quale ragione. Int0mo a me piazzarono due miLragliatrici : i nemici non erano lontani; an• zi qualche gruppo di dispcr~i doveva aggirarsi nella boscaglia vicina. Tut1i stavano all'erta. Mi misero in bocca una disgustosa caramella di anice. La battaglia intanto procedeva avanti. Fui me\SO su di un caterpillar e condotto verso Danan ; ma per la ~trada trovammo un \'Cterinario che in mancanza di medici mi pulì la feri1a1 aprendomi l'anca per estrarre il proiettile. Così è finita la mia avventura. Il generale Ranza mi ha mandato a prendere con un apparecchio; a Danan ho trovato Diaz e Massai che mi sono venuti spesso a trovare. D'intorno tuui dicevano che ero un uomo fortunato. JI medico, un dentista di Roma, che prima della guerra aveva un ambulaLOrioin Via Veneto, mi parlava con in- ,;,i,;tenza di una ragazza che, ~econdo lui, io dovevo cono'-Cerc. Il mattino dopc.1 un aeroplano mi ha portato a Mogadi11Cio: un viaggio tremendo per mc che avevo una febbre e una sete da morire. Non ho visto un amico. Qui a Mogadiscio non ci sono nemmeno i giornalisti. I bollettini dicono che siamo vicini ad Harrar e che la Libica si è battuta bcni...simo a Gianagobò. Come vorrei ricevere una lettera di mia moglie ... FEDERICO VALLI I commercifra l' A.O.e Il Sudan LE ULTIME normali statistiche com• merciaJi, riferentisi agli scambi fra 1'1tal,a e il Sudan, sono quelle degli anni che vanno fra il 193:z e 11 134. Nel 1935 e 1936, infatti, i rapponi, basati come erano sugli eccez1onali bisogni del conflitto ualo•etiop1co, tono sta.u lontani dalla norma• hdi. Nel 1932 l'importazione sudanese è sta.ta di L.E. 36.275, nel 1933 di L.E. 3,..980 e nel 1934 di L.E. 33.900. Le esponazioni verso l'Italia sono state computate, nei rispettivi anni, in L.E. 91.08:z, 56.94:z e 107.300 .. Si nota subito la passività della bilancia italiana, il malinconico fletteni delle nostre esportazioni verso questo grande territorio e la scarsezza dei tra"'ìci. Nonostante i continui contatti marittimi per mezzo delle nostre !in~ di navigazione per l'Oriente e i nostri buoni rapporti commerciali con l'Egitto il volume tota.le del nostro commercio è molto basso. Ma più che i rapporti con la madrepatria ci 111teressano oggi quelli diretti fra il Sudan e l'A. 0. I. D'altra parte anche i rapporti con l'ex-impero etiopico erano ridottissimi. La mancanza assoluta. d1 raccolte 1ta1istiche e di uffici commerciali abissini ci impediscono di conoscere la cifra esatta di quegli scambi, ma possiamo ben immaginare che l'Etiopia del Negus, a pane i territori d, confine imme• diatamcnte prossimi al Sudan, non rice,•csse nessun beneficio dalla vicinanza di quel ricco e aperto paese. Forse l'uniche merci che entrarono, vi11Cambcla, furono, nel '35-'36, le am1i e le munizioni d1 contrabbando. Uno dei compiti del commerciante italiano, ora che l'occupazione ~ estesa e consolidata a tutti i paesi occidentali, sarà quello di svi• luppare e d1 rendere più frequenti i traffici con I• regione nilotica. J rapporti saranno certamente passivi per noi per parecchi anni, ma il la"oro e l'atti• vità degli italiani saprà, un giorno, trasformarli e renderli attivi. li Sudan, come~ noto, è un grande paese cotoniero. La sua esportazione di fibre di cotone raggiunge una cifra imponente. Esso è capace d1 insegnarci la giusta strada in questa cultura tanto redditizia. Cli imponenti la,·ori idraulici di sbarramen10 e d1 irrigazione necessari per lo sfrut• tamento a cotone di un così vasto territorio, simile a quello italiano, che giace ai margini dell'altipiano e presso I grandi corsi d'acqua dell'occidente etiopico, ci indicano la via da seguire. Potremo inoltre servirci della copiosa produzione sudanese dei semi oleosi dell'arachide, impiegabili moho largamente negli usi mdustnali. Dal canto nostro l'esportazione donà rifermi principalmente alle pelli, ai prodot1i in genere dell 'allevamcnto del Mstiame, al le• gname e al caffè harrarino che presto o tardi dovrà cntr11re nel gioco del commercio mondiale d1 questo prodotlò. Importantissima funzione avrll. allora Gambela nel Daro-Sobat che ora, pur essendo città di confine e punto cruciale per le comu• mcazioni con il bacino del Nilo, ,•ivc di un ridot11ss1mo commercio. Ma non minore impor-tan:u assumeranno i rapporti 11ttra,•erso Roseira e Gallabat ai margini del triangolo di Gczira.. Attraverso Rose.ira si giungerà ad Addis Abeba, e at1ra.verso Callabat a Gondar. L'importanz,1 di questi traffici appagher-1, per la parte loro, lo sforz:o di quell'industrializzazione che gli Italiani mdubbiainente doneranno al loro impero. Normeper Il passaggioIn A.O. Per ottenere i lasciapassare coloniali per l'entrata nei territori dell'Impero è necessario rivolgersi, previo nulla•ost11 del Mini• stero dell'Africa Italiana, aitli uffici delle R. Questure. I cittadm1 italiani dipendenti da imprese che già S\'olgono la loro attività in Africa Orientale dovranno provare, presso il Ministero dell'A. L, la fondatezza dei motivi che fanno desiderare il loro trasferimento. Se invece i privati desiderano recarsi in A. O. I. per esercitarvi la loro auivnà • cx novo• saranno I Consi11:liprovinciali dell'Economia Corporati\'a e le Confederazioni sindacali ('1 •i occuperanno degli accertamenti nrteuar,. Le domande al Mmistcro dovranno seguire il tramite del Consiglio provinciale dell'Economia corporativa. Le piccole industrie, , .. ''zt·· . l 't,ri, '•1 . J:, fl •e~ " . .,:: "' Sotto di noi la 1erra era grigia : non -.i di,;tinguevano più né le macchie ros~e della terra, né quelle verdi della vegetazione. La no~tra velocità unificava tutti i colori. L'avanzala procedeva regolare. Sebbene non li vC'd~si, sentivo dietro di me le colonne dri Libici. Anche lo scornpi,~lio degli Abi,(ini, vi• ,to dall'alto, non aveva nulla di tragico. Pareva avvcni11se~econdo un ordin(' prelòtabilito. Ad un certo pun10, vidi l'os,rrvatore farmi un cenno: mi indiC'ava uomini ..,eduti ~olto un albero qua(i non ,;,j occupa"i'-CfOdella batta'C'lia in cor-.o. Ma qurgli uomini, che a noi dall'alto apparivano vicini, erano lonlani dalla baua~lia. Fra es,;;ie i combattrnti erano akunc colline grigia,trc; qua r Lì "-'vrdl•,·ano gruppi di piantr e di arbu• ,;ti. Per un momento, mi dimentic-ai del. la hattaglia e '{uardai a lun~o qul'gli uomini. Doveva 1ratt.1r,..idi e-api, p('r- . _.,,~·-~· . ,, ; Pianura abissina vista da un aeroplano l'artigianato, l'eacrcizio di :ocande, trattorie: catn:, ecc. avranno poi l'autorizzazione. da! vari Governi dell 'A. O. I. Le. domande. dt trasferimento per gli operai dovranno essere inoltrate agli uffici di collocamento e al Com• mis.sar1ato per l'emigrazione interna e là CO• Ionizzazione. I sudditi stranien dovranno indirizzare le loro domande al Ministero del• l'Africa Italiana. 1-etariffe per I passeggeri Le tariffe del trasporto passeggen sulle linee di na,•igazione commerciali dell'Adriatico e del Tirreno per I porti dell'Afnca Orientale sono le seguenti. In esse però non t; computato un importo variante fra le 100 e le 6o lire per le voci • Diritti•· Da Trieste Venezia o Fiume a Musaua il prezzo tot~le del trasporto (passaggio, Jet: to e vitto) è di L. 1935 m classe 1W11cae d1 L. 810 in tena classe. Per Gibuu L. 2275 (classe unica) e L. 920 (terz:a classe). Per Mogadiscio L. 2775 e 1110. Per le partenze d_a Brindisi le precedenti tariffe veng0','10 d1m1• nuite dt 220 lire per la classe unica e d1 35 per la terza. Le linee commerciali del 1'irreno, sempre esclusi i •diritti•, richiedono: da Ceno\'a a Maasaua a Gibuti e a :\1ogadiscio tariffe ri~ spettiva~ente uguali_ a quelle dai poni d~ Trieste, Venezia o Fiume. Da Napoli uguali a quelle considerate per Brindisi, e da Palermo o Catania: L. 1670 e 730 per l\lassaua, 2005 e 830 per Gibuti e :2510 e 1000 per Mogadiscio, rispettl\·amence riferendosi alla classe unica e alla terza. Le navi di prossima partenza per I poni dell'Africa Orientale sono le seii:uenti: Da ~no\'a: Carignm,o il :2 5. Tocca Li• vomo e Napoli, diretto a Massaua, Gibuti e Mogadiscio (solo merci). Mazzini il 16 5. Toccherà Livorno, Napoli e. Messina, dir.etto a Massaue, Assab, Gibuti e Mogad1sc,o (merci e passeggen). Esquihno il 20 5. Toccherà Livorno, Napoli, Messina e Catania, diretto a l\tassaua (solo passeggeri, prosegue per l'Australia). India il :zo 5. Toccherà Livorno, ~ ,,oli e Catania diretto a Massaua e Gibuti; porta solo merci e prosegue per l'India. Da Napoli: Sauro il 13 5. Diretto a Massaua, Assab e Gibuti (merci e passeggeri). Urania il :20 5 diretto a Massaua, Assab e Gibuti (merci e passeggeri). Da Trieste: Edda il 16(5. Toccherà Venezia, Fiume, Brindisi e Messina per Mogadiscio (merci e passeggeri, prose~ue per il $udAfrica}. A1ma il :20 5. Toccherà Venezia e Fiume, diretto a Massaua, G1bu1i e :-.1ogad1scio (solo merci, prosegue per l'India). Camaro il 20 5. Toccherà Venezia, Bari e Brindisi, diretto a Massaua e G1bu11 (mere, e passeggeri). Sumatra il 20 5. Toccherà \'enezia e Fiume, diretto a Massaua (solo merci, prosegue per l'India e l'Estremo Oriente). L'Imperoe l'Orlente • Lo •viluppo dell'economia dell'A. O. f. potrà oriental'$i con alta utilità imperiale ver• ao I mercati dell'Oriente, al d1 là del passaggio e del pedaggio di Suez•. Queste parole del Popolo d'Italia sono la guida migliore per i commercianti italiani che S\'0lg:ono o svolgeranno la loro attìvi1l nei nuovi territori. La situazione commerciale nel Mar Rosso e nel Golfo Persico~ difatti legata con vincoli strettissimi fra le due sponde. C'! tutta una quanmà di problemi d'importazione e d'esponazione da risolvere. Le piccole e grandi unità politiche arabiche che si affacciano m questi mari esercitano, osservate dal punto di vista della nuova economia imperiale italiana. delle funzioni important1S!l1me. Siamo già legau a quella zona da una linea regolare di na\•igazionc e, per esempio, se I traffici fra l'Italia e l'Iran sono ancora riassunti da cifre non troppo unportanti, pure la tuscettibil11à di aumento~ grandissima. ),.'Italia imperiale deve tendere all'Oriente, retrotio:rra. del Mediterraneo, come al centro delle sue attività economiche in quanto non si possono ignortre i legami che uniscono le popolaz1on1 musulmane dell'Impero e del vicino Oriente arabico.
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