" U rag~u dOflftbbero UUciarsi i,ri:sjo,~ da uo- ,n1,r1 di -.,,edia ttd, pit,ri d, 11perinr~a t di tatto 11 (Dal volume di Lfon Dhrm: D11 mariagt) Salama.nea, maggio. I N QUESTA GUERRA CIVILE. che è la più sanguinosa della storia, mezzo milione di spagnuoli sono stati uccisi o feriti in battaglia o nelle retrovie. Ma essa dovrà continuare senza compromessi fino alla vittoria delle forze nazionali>, mi ha dichiarato il generale Francesco Franco 1 capo del nuovo Stato e generalissimo delle forze nazionali, ricevendomi dopo sci mesi dall'inizio dell'offensiva su Madrid. Per la prima volta, oggi, il generale Franco ha parlato pubblicamente degli eventi che caratterizzarono l'avanzata delle sue truppe sulle strade e nei campi fangosi d1 Guadalajara e S:- gucnza : eventi che Madrid rossa h:.i celebrato come un trionfo 1 ma che egli ~menti5Cc dichiarando che si è trattato di e una vittoria inesistente>. Con questa dichiarazione, il generak Franco fa svanire le speranze sorte a Madrid r,he l'offensiva contro Guaoalajara abbia potuto indebolire la sua. volontà di vittoria. Ne110 ste~so tempo, il suo categorico rifiuto di ottenere la pace per mezzo d: nrgoziazioni, mostra la futilità d'ogni attesa che 10 scontro di Guadalajara 1 la prolungata durata della guerra e il blocco del e non intervento> possano portare alla disfatta delle sue forze. A queste dichiarazioni a importanza internazionale, il generale Franco ha aggiunto, per la prima volta 1 il suo pc-r- ,;onalc commento \ul valore bellico delle ta11ks e de$1i aeroplani in questa e guerra mondiale in miniatura >. " Una vittoria Inesistente., 11 generale Franco, il Caudillo, com'è .chiamato dai suoi, nella sua sempuce uniforme, senza decorazioni e insegne, ;;alvo le spade di generale incrociate sulle maniche, appariva fresco: e il pa~so era giovanile quando si è alzato dal suo enorme tavolo, tutto coperto di carte topografiche militari 1 per vcninni incontro nell'aula del palazzo ve• -:covile dov'è il suo quartier generale. Prima d'OJ,.!OJaltra cosa, desideravo farmi spiegare da lui le ragioni per cui .Madrid rc-siste ancora 1 e ho incomin- <iato il colloquio facendo un raffronto tra l'assedio di Madrid e quello di Pa~ rigi del 1871. e Non vi è nessuna analogia>, mi ha risposto il generale, e tra la presente offensiva su Madrid e quella su alcun'altra città nel passato 1 tanto meno con quella del 171 su Parigi. e La racrionc- è, chiara: ncll'a,;;sedio attuale un nuovo fattore ha fatto la sua compar,;a: la cicca bestialità degli stranieri che comandano e formano le co- '-iddettc "brigate internazionali". 111 I AlfNOI, NUJI.8, 8 l<AOO!O 1937-XV 1111 OMNIBUS I I POLITIOAE LETTERARIA I SETTIMANALEDI ATTUALITÀ I 11======1 ESCE IL SABATO IN li.-16 PAGINE ABBONAMENTI It&l.iaeOolonletanno L. 45, ume1tre L, 23 .Eai.eroI anno L, 701 ume1tre L. 36 0011 KUMJ:aO UI.I. ua.t Kno1criul, dlaagnl e fot,grafi&,anch• u non pubblicati, uon 11 miitailcouo, IH.rutou: Boma • Via d•I Sudarlo, 28 Amm.laistru:lou: lf.ilanc • Piana Oulo Erbt.i 6 loc. Aaoe. uttrtc• " OJDfDUI " • lli.l&D.o BLUM: "Dopo la lezione, faremo qualche esperlmento di pedagogia pradca nei ilardlnettl ,. e Quando i nazionali hanno difeso una località o una città aperta, fino al punto in cui bisognava scegliere tra la distruzione e l'abbandono, hanno sempre scelto l'ultima via. « A Madrid 1 invece, gJi stranieri chf" organizzano le" brigate internazionali" sono gli unici fra tutta la popolazione che possono vivere e nutrirsi convenie11tcmente, e perciò non si curano se la città possa essere distrutta, né si preoccupano di tutte le sofferenze degli spagnolì che combattono accanto a loro». e A quale fattore >1 ho domandat0, e ascrive ella la strenua resistenza opposta dai Ros1,i dopo che le truppe nazionali raggiunsero Madrid, mentre prima le stesse truppe hanno potuto letteralmente divorare la strada da Badajoz a Madrid? > e Quello che già le ho detto>, ha replicato il generale Franco. « è la spiegazione di tutto. Noi abbiamo sempre battuto i Rossi in campo aperto. ~a, raggiunta Madrid, cioè una città spa• gnola terrorizzata. intinùdita e preparata da parte delle "brigate internazionali " alla resistenza, siamo stati CO· stretti ad investirla. e A quegli stranieri non importa sC" la. città sia ra..a al suolo; ma noi vogliamo impedire tanta rovina. Ecco la ragione del lungo e terribile assedio >. Una grande carta del fronte era step sopra un tavolo da disegnatore. Ho indicato sulla carta la località di Guadalajara, dicendo che sarebbe stato cstremam<.>nte interessante che il generalis11imo potesse dare la vcr'!ione autentica della battaglia e della sua ripercussione sulla guerra. Senza C'-itare, il generale ha risposto; « La stampa r0<;sa di tutto il mondo, e la .propaganda demo-bolscevica, fanno libero spaccio di falsità e di bugie . La verità ~ che le nostre lince sono avanzate di molti chilometri sul fronte di Guadalajara e si mantengono salde in quel settore, senza cedere terreno. e Un piccolo errore d'interpretazione di un ordine dato a una colonna per l'abba1_1dono della città di Brihuega, posta in una gola dominata da colline in mano al nemico 1 fu la causa della ritirata di quel reparto di truppe, e obbligò l'intera linea a rettificare le sue posi7.ioni senza pressione nemica. e Questo fu il solo incidente av\'enuto: un piccolo reparto delle no:,tre forze poté essere catturato col favore della notte, e il nemico magnificò il caso per attribuirsi una vittoria inesistente>. n terrore rosso Torniamo a discorrere delle gravissime perdite della guerra. e Secondo i nostri calcoli >, mi dice il generale Franco, e le perdite, in morti e feriti, sofferte dai Rossi si possono valutare approssimativamente a '200 mila, mentre da parte nostra ne abbiamo avute solo 35.000. Inoltre 1 più di '250.000 persone sono state barbaramente trucidate dal terrore dei Rossi >. Gli ho chie~to quale sarebbe stato !l trattamentc fatto ai Rossi dopo la loro capitolazione finale. e Trattamento secondo la legge>, mi ha risposto il generalis,;;imo: e rigida giuo;tizia per coloro la cui colpa criminale sarà provata, larga generosità verso tutti gli a.Itri >. Ho chiesto allora quanti stranieri fo,- sero prigionieri delle fone nazionali 1 e quale sarebbe stata la loro sorte. e E stato generalmente riferito che al principio della guerra >. ho soggiunto1 e l'e~ecuzione immediata di tali prigionieri, còlti con le armi in mano sul campo di battaglia o nelle retrovie 1 sia stata largamente praticata 1 ma che dopo la caduta di Toledo il tratta.mento (': cambiato, e si imprigionano solamente>. gato il generale Franco, e li facciamo ricondurre al loro paese d'origine. Sappiamo che la maggior parte, ingannati dalla propaganda rossa, sarebbero fclid di Ja,.ciare la Spagna, ma è reso loro impo,;sibile dal terrore rosso. e l prigionieri sono stati sempre rispettati. Ricordo 1 per esempio, quel che accadde al principio dc-Ila guerra, a Navalmoral dc la :\fata, in provincin di Cacercs, dove un intero battaglione si arrese. Una metà di questi uomini sta ora combattendo nelle nostre file, dietro loro in,;i'ìtCnte richiesta. li resto è ancora a Navalmoral, dove riceve il trattamento più conveniente>. Insegnamentidella guerra Possiamo a trattare la questione del blocco e del e non intervento>. e Crede possibile >1 ho chiesto, e che le potenze straniere che aiutano i R~:;- si pos,;ano inviare tanti rifornimenti di anni e di munizioni e tali effettivi di truppe da influire, in modo considerevole, sul finale esito della guerra? :a, e!. certo >1 mi ha dichiarato il generale Franco, e che i rifornimenti di materiali e di uomini sono effettivamente della mas,;ima importanza, ma io rimango dell'opinione che le guerre non si vincono soltanto con le armi 1 ma con la fede e con l'entusia,.mo nella propria cau'-a. !. interessante notare che la maggior parte delle risorse belliche, con k quali noi combattiamo, sono state da noi catturate ai nemici >. Il generale, che ha onnai più esperienza di qualunqd.c altro comandante militare dei moderni usi della guerra, nega che le forze aeree, come molti esperti militari hanno considerato fin qui, possano avere un peso assoluto e decisivo in una futura grande guerra. « Le ~erre future>, ha os.servato il generalissimo Franco, e non saranno perdute o vinte ncll'aria 1 per quanto l'anna aerea debba avere un'importanza di primo ordine. e D'utilità più ristretta considero le tanks, chi! debbono avere un impiego specialissimo, e perciò accessorio e protettivo della fanteria 1 la quale rimane pur ,;empre la regina delle battaglie :,. Queste dichiarazioni ri0ettono un'esperienza vissuta, e sono quindi d'importanza capitale. Anche più interessante è stata la sua risposta, quando gli ho cl.etto: e Alcune autorità militari a'-seriscono oggi che le anni di difesa, e più particolarmente le mitragliatrici, i cannoncini di trincea, e in genere le armi portatili della fanteria, annullano praticamente l'offesa, e che nella guerra futura, con forze relativamente eguali, il risultato ~arà simile a quello dello "stallo" negli scacchi >. e Dissento interamente >, ha dichiarato Franco. « Si potrà sempre manovrare, e il successo sarà sempre dalla parte che pctrà disporre d'un Comando abile, mtelligente e pronto all'iniziativa, e di truppe che abbiano valore, anima e fede. e Durante i primi mesi della guerra, noi abbiamo combattuto con enorme inferiorità di uomini e di materiali. Eppure, nonostante che le proporzioni fossero di r o a r I vincemmo il nemico. « Però, 1,opra ogni altra cosa, non dovete dimenticare che, nel caso della ~~ac~n~ 1 r! 1 Jt !i :~~ ~~t,1:ii;tii~~ens~!t~i wstenitori, e sono costretti a combatte• re contro il loro sentimento. L'altro 50 % combatte sotto la sferza dello scudiscio russo e con le mitragliatrici internazionali alle spalle>. La sorte di Madrid Di fuori, viene il '-UOnod'una mu,;ic.:t militare che marcia veNo il quartier generale per il cambio della guardia. Ad un tratto, la musica è tagliata da un sibilo prolungato: la sirena che annunzia un'incursione aerea. Il sole trae bagliori dagli elmetti dei soldati e dagli strumenti della band.t che continua la sua marcia. Prima di congedarmi, chiedo : e Ecccllerna, vi è pos,;ibilità di ne~oziati pc-r una pace di compromesso. > France~co Franco è in piedi, e parla con accento netto e vigoroso: e La vittoria non si mercanteggia :.1 esclama fortemente. « Verrà a noi con la fif~ delle ostilità. Non possiamo ammettere negoziati o compromc~si >. e Può ella fissare un tempo-limite alla Fresa di Madrid? > 1 generalissimo mi risponde : « Madrid può essere pre,;a quando \Oglio. Non è cosa che m'importi fissarne il tempo ogni volta > H. R. KNICKERBOCKER World Copyright 1937 by K,,,g Ftaturn Syrt~ d1catt, ~. fi" l'ltal,a, d, •Omn1bu1t. EDE!I a BRIJIELLES I L PATTO DI LOCARNO mori di morte improvviaa il 7 marzo 1936, e ci~ il giorno in cui le truppe _tedescherioccuparono la zona dcli• Renania, che era stata fino •llors, per effetto del Trattato d1 Versailles, demilit•riznta. Seguirono_ attivi ed intensi negoz11t1 1 fincht I Goverm francelt:, inglese e belga convennero di mantenere in vita per quanto li concerneva gli obblighi di Locarno fincht un nuovo Patto occidentale nQ{l venisse concluso. Questo •ccor_doprovvisorio fu oonsacrato m Jetterc che I tre Governi ai scambiarono il 1° aprile. Da notare: l'Italia, che era, allora, sottoposta alle cosi dette sanzioni, si tenne da parte. I negoziati per la nuov• Locarno si sono poi trascinati in lungo fincht il Belgio ha creduto d1 dare un nuovo orientamento alla sua politica estera. Esso ha chiesto_agli altri due Governi d1 essere liberato d•gh obblighi derivaii.ti da Locarno e dalle lettere del 1° aprile e di continuare a godere della loro garanzia. E i Go\emi francese e inglese hanno, con la dichiarazione del 24 aprile, accettato quest• nuova 11tu-1:ione. Ma sono rimasti fermi per il Belgio gli impegni derivanti dal Covenant di Ginevn, e che sono specificamente ricordati nella nota. Dopo di che il signor Eden si i recato • Bruxelles per chiarire la 11tuazione. E i discorsi, che egli deve aver fatti al Governo belga, si possono ri1numere nelle poche e semplici parole che seguono: • Punto primo. Noi, Governi inglese e francese, abbiamo liberato il Belgio dagli obblighi di Locarno. Ma restano sempre a carico del Belgio gli obblighi dem·anti dall'art. 16 del Covenant (mutua assistenza), e ci~ il Belgio i sempre tenuto • prestare la sua assisienza a quello Stato-membro della Lega, che fosse vituma di un'aggressione. Come adempirà il Belgio i detti obblighi se I• Gum•nia aggredirà l'Inghilterra o la Francia? • Punto secondo (che i una conseguenza immediata del primo). I Governi inglese e fran~ cese sono 1mpegnat1a far si che i rispettivi Stati Maggiori procedano a scambi di vedute per la prestazione dell'assistenza: ossia preparino di concerto i piani militari. :'vtaquesti piani sono subordinati all'adempimento da parte del Belgio dei suoi obblighi societari e al modo in cui il Belgio li adempirà. In termini ancora più semplici: metterà il Belgio 1 1uo1 poni • disposizione dell'esercito inglese, i suoi aeroporti a disposizione dell'aviazione e della difesa antiaerea franco-inglese, in una parola il suo territorio a d1spo1i:uonedegli eserciti e ddle aviazioni frsncomglesi? E che farà, se aeroplani tedeschi diretti su Londra son·oleranno il suo territorio? A s,econda che ciascuno d1 questi problemi venga risolto in un modo o nell'altro, mutino i presupposti tecnici dei piani degli Stati Magi,:iori inglese e francese. Ora i piani militari non possono essere 1mpro\'visati in un giorno. Essi sono il frutto di una lunga preparazione e di accurati studi. Perciò noi, Governi inglese e francese. intendiamo sapere in tempo e m modo sicuro che cosa 11 llelg10 farà. l nostri Stati M•g~1orisi regoleranno in const'guenza •. ~ 1uperAuo •gJtiungere che il Belrio non sarà cosi libero nella scelta della via da seguire, come sembrerebbe d• questo immaginario discorso IL PATTO OCCIDENTALE LE negoziazioni franco.belghe hanno avu. 10anche per ogl!:etto il nuo\·o patto occidentale di sicurezza. Quale contributo pub o de\·e prestare il Belgio alla elaborazione del nuovo strumento diplomatico? Abbiamo sono gli occhi tre commenti di tre giorna• li: tutti e tre, AOttO di\'ersi aspetti, significati\'i. Dice l'Ourn.:alore romano: • Secondo quale Se questi stranieri vengono volontariamente nelle nostre lince,, ha spie- r sovrani di cera al Museo di Madame Tussaud cuno la nuova Locarno potrebbe avere un punto di partenza che si può dire belga: ci~ il riconoscimento anche dalla pane della Germania delle 1tesse garanzie che Par1g1e Londra hanno fatte a Bruxelles con la not• del 24 aprile•· Or• la Germania, que1te garanz,.,, le ha già $pontaneamente offerte e non c'è che da fare uso dcli• su• offerta. Ma la diplomazia fr,nco-mgleAe mira appunto 11!0 scopo di evitare che l'offena tedesca venga utilizzata. In •Itri termini 11 negoziato per la nuova Locarno ha subìto, nel suo corso, una radicale trasformazione: forse, originari•mcnte si voleva giungere ad un accordo con la Germania; oggi si vuole giungere a un accordo fuori della Germania, anzi contro di essa. E se ci fosse qualche dubbio al riguardo, varrebbe a ehminarlo il rilievo del Dally Ttltgraph - (e questo i il secondo dei commenti, ai quali abbiamo accennato), - secon~o 1I quale• gh accordi militari 1nglo.fn.nce11, fu. llltl nel marzo 1936, sono desti.nati a n1luppar1i sempre più e a divenire un contrappeso dell'use Roma.Berlino•· Se questo i il pensiero di Londra e di Parigi, non i for1e una ironi• parlare ancora di una nuova Loca.m~, ossia di un Patto al quale dovrebbe partecipare la Germ•nia? Infine il Giornale d'Jwlia ha rilevato - (e questo è 11 terzo commento) - che , il problema del Patto di Locarno è on. ridotto ai suoi termini essenziali della definizione dei rapporti fra Ja Francia e la Germani• 1ul Reno; bisogn•, dunque, evitare, dopo questa S<mplificazione,di creare altre ragioni di complicazioni•. Se non incorriamo in errore, ciò significa: se si tn.tt• della frontiera francotedesca, ci possiamo metter d'accordo; se, attraverso il patto frane.o-sovietico,ai tira in gioco la questione delle frontiere orientali, non ci possiamo più intendere. Se questo fosse il pensiero di Roma e di Berlino, vi sarebbe ancora qualche possibilità di accordo. Ma 11 Daily Ttltg,aph, parlando di accordi mrlrtari anglo-francesi sempre più stretti rn umtrnpposto all'as.se Roma-Berlino, si è ••· 1un10 l'incarico di sgombrare il terreno di ogni superstite illusione._Per quanto temerario sia far profezie, osiamo fame un•: 11 Patto occidentale non si concluderà, perc.ht nessuno lo vuole; o, c.iòche è lo stesso, perché ci•scuno lo vuole a suo modo. OMN'IBUS A.BSE ROMA-BERLINO Lasse Roma-Berlino non è una improvvisazione, ma una realtà operante, che risponde aob~iett1vi precisi e a metodi rigorosi. La sua potenza deriva principalmente dai presupposti ai quali obbedisce: nessuna transazione col bolscevismo e decisa avversione ai patti di mutua cssistenza regionali, che, rientrino o no nel quadro della Società. delle Nazioni, costituisccmo un pericolo permanente per la pace, dato che hanno la ,•irtu di estendere I possibili conA1t1i ai settori più remoti. Il metodo preferito dalla collaborazione italo-germanica è quello degli accordi a due, dei patti bilaterali, che rispondono a interessi reali e sostanziali, a situazioni permanenti e, come tali, al riparo dalle funeste influenze delle ideologie universalistiche. Il metodo italo-germanico ha dato già i suoi risultati. Ha assicurato !Tutegrith. e l'indipendenza delta Repubblic;t austriaca mediante l'accordo austro~tedesco del1'11 luglio sco~o; ha favorito. l'intesa fra la Jugoslavia e la Bulgaria, che, superando dissensi assai gravi, hanno concluso un patto di amicizia perpetua; ha determinato l'accordo fra l'[talia e la Jugoslavia, dissipando equivoci e malintesi che altri aveva interesse a tener vivi; ha contri• buito a rendere più facile il nuovo regolamento dei rapporti fra l'Italia e la Turchia, rientrata più attivamente nel circolo europeo; ha conferito alla Piccola Intesa, mercé l'accordo it:ilo-jugoslavo e l'altro bulgaro-jugoslavo, un carattere di autonomia e di mdipendenza verso quei patroni che se ne giovavano come di uno strumento antigermanico. Certo, la Piccola Intesa di oggi non è più quella di ieri e non è senza una ragione che si parla di possibili accordi fra l'Italia e la Rumenia, di una ditente fra la Rumenia e l'Ungheria. Tutto ciò è stato possibile in quanto, e solo in quanto, esiste l'asse Roma-Berlino, che ha ristabilito l'equilibrio. Quale equilibrio? Basta confrontare le conseguenze dell'asse Parigi-Mosca con quelle dell'asse Roma•Berlino. Nessun dubbio che il primo si è rivelato uno strumento tremendamente dissolvitore. Ha fatto perdere alla Francia tutti gli amici. La Polonia si è allontanata dal sistema francese, e nemmeno il recente prestito a scopi militari pare sia riuscito a ripristinare la situazione di un tempo; ha mdotto il Belgio a staccarsi dagli ultimi impegni locam,sti e a sottrarsi dal patto militare francobelga del 1926; ha afficvoliro le relazioni fra 1n Francil!. e la Jugoslavia, fermissima a negare il riconoscimento ai Sovieti; ha messo in allarme la Rumenia, che ha sa4 criticato Titulesco alla pace e alla tranquillità, Invano la Francia si studia di rifarsi dello scacco subito presso la Piccola Intesa lavorando in Polonia, che, secondo i disegni del Quai d'Orsay, dovrebbe diventare il centro di un nuovo aggruppamento centro-orientale, perché la Polonia non ,•uol saperne della Russia, a nessun costo, e perché la Rumenia non è, non sarà mai tranquilla per la Bessarabia. In questo quadro generale va considerata la visita a Roma del ministro degli esteri del Reich barone von Neurath. t probabile che il nuovo patto occidentale, di cosl lenta elaborazione, e le questioni di Spagna abbiano occupato le conversazioni dei giorni scorsi. r}nche su tali argomenti le direttive sono chiare e immutabilt: ritorno allo spirito autentico di Locarno, senza riferimenti a qualsiasi patto orientale; integrità territoriale e indipendenza politica della Spagna, incompatibili con qualsiasi asservimento, occulto o palese, all'influenza moscovita.
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