I RAVAMO, una mattina 1 ron Anita .1.ndati sull'Adige, io a I disegnare, ella a bagn~rs_i. Avrvamo portato con 1101 11 cane l.u.·l>L·.Questo cane che venne da mc ac.:qu;)tato '\ Bologna, che non aveva ancora i quaranta giorni dello svcn.ttn<'nto, è stato allrvato interamente da mc. Gli furono )Ufficicnti pochi-.\imc bastonate - quando era pi<'colo, e tentava l<' ribellioni, i dio;pctti, le ire, i mor ... i, i graffi. il roncicarc, scappare, fuggire, nascondc~i, etc. - affinché si doma-.,c completamente e divcn1a.-.c;c, come conviene a un cane, un amico supino. Egli concepì esatta la idea del ,uo miglior\! utile, os::,ia di ubbidirmi con ubbidicn7.a pronta, cicca cd a-.~oluta, e pL'r giunta - cosa pili diflkile obbcdi~nza amorosa affcttuma. f:. pt·rfino ,trano. che tale ~s.tia. capis.~. come non capiscono t:tnt1~,;1m1uoman1, di quelli che mi accu~no di pcs,;imo rnrattcrc. Il cane capisce così bene k mie intenzioni the, quando vede ch'io non ho voglia di scher,arc, torna alla ,ua cuctia. Ma questo è facile e comune. Io dico che è quasi in ~rado di a,coltarc i miei cli,;cor~i.,.c capire quel- \(' parole che si rifcrii;;cono a lui. Parb con gli occhi. Quando ha paura, gl! .,: rizzano i peli sul dorso, gli i,i inarcano h· orecchie. Storce la bocca. Dondola la teqa. Ri1.za la coda. La scuote furio,amentc: non guardare, o uomo, .,gli uomini se vuoi conoscere la natura. ov~ia la tua natura; ma guarda a~li animali. L'uomo è un animale cltt· ha, in più degli altri, il ,;;orri~oe l'irnpo~tura. Quando ride mcmio;cc -,empre. E non c'è nulla di più diabolico dc-I ~uo. anche all'aspt:tto, pieno e franco ridc,re. In quanto poi all'impostura, ogni uomo ce ne ha da ,·cndere. Io credo che da secoli e secoli non ~ia p:ù f'-.i-,tito un uomo ,;;incero. Parliamo del can('. l:n giorno mi pro• v('rÒ ad e,primcrC". con parole, i '>entiriwnti che il cane Licbe mi esprime nei ,uoi vari e divcr~i modi da quelli umani. ~la guardatelo, per c~cmpio, quan• <lo \'incontra con un altro cane. La prima co-.a che fa è quella di andan:(i incontro fiduciol\01 con la garanzia ddl'i\linto fraterno, univcr,ale della natura. La 1cconda è, invece. la voce a~-- quì~ita dall'cr('ditaria esperienza: per cui il cane 'li pianta dinanzi all'altro cJtlC', a17-'\ le oncchìe, sdondola la coda. .,.,a il ,;;uo che non ,;;a ,;;eamico o 1wmico nuovo. Poi torna la VOC(' d('l- •·i~tinto a con~igliarlo di voler bene .lll'amico nuovo; e perciò Liebc '<alta, c:1r.1c-olla, gira intorno all'altro cane dw, ad inarcate grinze ,;;opra gli oc- (hi, attende e non (a neppur lui co~a pen~are dell'amico nuov0. Se !':unico nuovo abbaierà, abbaierà pure lui. E tutti e due furiosi, roncicando. mu• ~olando, si impennernnryo uno dinalli'i .,ll'altl'o e la morale della favo!::. ~ar.l Ll ,rguente: che uno dei due fuggirà. ·cl ~1llor;.1l'altro lo rincorrcd1. Se inn;- • t· di fu_ggirr ,i fo(~f• :l\'\'C'ntato contro ·:11tro cane, allora ~arebbe ,tato qu<•,;to •1 fugi:;-iree l'altro a rincorn·r('. Si rin- ' orrono dunque per ·il prato. Accadr l llt' ,e il fug~itivo ~i ferma, l'in-.eg-uito1e. "uhitamrntr prc<;a paura. -.i dà t ,cappar<', rd allora il primo "i dà J. 1 incorn.'1T. Tale r qualr rom(' l'uomo Lt C'Oli la sua alta politica. la ,;ua alt.1. liplomazi:1, r con alcuna differenza c!i 111tt·m-ionida quc-lla dei due rnni. Inl(•nzioni che nell'innocen:,a dei cam. non intl'nditori di pcn·c1·,ità, ,ono di .unon .-., c.· fori;(' ,ono di amore anrhc wlla hcqia uomo: la quale cred<'. comr ripeto, di (aper,i ,piegare mc~lì(.l d1'1.di animali. ma non ,a (' ;;;j ,pie~,\ mt·no di r,-,i. Tanto ciò è vero chr e,,. ch•n1i"imo è. o~,er...-ando lt.' prime moin<· t·h(' un cane e una cagna ,i fanno quando '>Ì lnconuano. ciò dw r,"j voc-liono fare. ciA che la natura com:rnd:\ !or<' di fare. (:Ji animali (Ollo drgli uomini e del- .,. donne rima~ti al tl'mpo di .\damo ed E,·a; meno, purtroppo, ~li animali aédonw~ticati. L'uomo, con I<' sue invenzioni, ,c.,- pt•rtr l' ma,~acri. minaccia da tanti _,- oli di scardinare l'ordine della natu• ra. ma non \'i rie!-ce, né \'i può riu,c-m· ;n quanto l'uomo non è che natura: .mchc lui. \rrabatta, fiçchia, ca'itella in aria. frt-.ga, distrugge, di\'ora, acc<'lera. ~tta- ,t.\ i ritmi naturali, moltiplica, di\"idr. ,onrae, incolla, rele({a, unidr : ebbene, 110:1 conclude nulla. Le co~c rina,cono ,<'mpie uguali. Sempre con le i,tc,~•· \·olontà che, ~e si \·uol<'. ,ono quelle di lddio. L'uomo fa. scn:ra pcn~arc ;\ ,copi finali. Posticcio. pa,;;ticcia. Tanto più anfana, tanto meno concludr. Tanto maggiormente ,i illude ~coprif(' e di tanto si inganna., giacché non 1 , <ial tempo di Adamo. niente più da ,coprire. 11 pomo dolce l'ha ,coperto \damo, L'u¼:iolino anche. E non r'cr, per l'uomo (per que~t'animalaccio _"u 4 prrbo che crede di r:i.g-giungcn• ch1_,,I. qual<' c,·a~ione) nient :tltro da ~•ornrt· C:r-ra d-' \'ivere contenti le bren 01e O ■ NIBUS , / . - I J; / , I ... /·. , /,. , / . ; :I, • , ,~;. ·~..;. :.~. 7 ~ < . ,.. "' ~f ~- ,.✓~- _., ,,_;:: --,,...~.~. ·• ut. __./~ ~~---~~ IL LETTERATO: ••lo non lao .,reconcettl versr,, gu ebrei'' della c,i-.tcn7.a. C'era da godere il bene, m.1. que,;ta co~a l'uomo è, fra gli ani~ mali, l'unico che non la \'uol fare. L'uomo non è che non può, non vuole godere. Volendo potrebbe. lo ho goduto sempre e anche in carcere. Ba,;ta avere stima della propria anima. os· sia ,;entirsi uniti, amici, figli del dio cr• leste e gioio~o, per non ,offrire mai . Se si tratta di quC'st'iddio1 ne\suno al mondo è stato 1 fu e ~arà, di mc più H.'· ligioso. O mio Iddio, io non ti accendo fumi di g1-as\O di castrato, perché non ho denari da buttar via e perché tengo ,;cmprc acceso il fuoco nel mio cuore. E tu veramente ~ei, o per lo meno io ti credo, con una certeu..a. u~uale al toccarmi le mani, il volto ed al ~c-ntire che -.ono le mie mani, il mio volto. O ccl0<;teamore, tu sci veramente: e il resto, ,arà. )Ì, io non nego1 ma non mc ne importa nulla. Saranno tutti i grandi, i ~randi della terra, ma buon per c,,;;i! Io non rinuncerei un sol giorno del mio amore. per cento i,ecoli della loro relati\'a r contingente grandr1..za. ?\[a, ~h-o errore, io volevo parlart· del mio cane Licbc: che. l'altro gioi. :10, non voleva fare il bagno nel fiume E non voleva farlo perché aveva paura della ingro(i,ata corrente dell'Adigr. Difatti l'Adige trova lr sue acque di mille culmini sempre bianchi di neve: eccd"i culmini; c~'ii ,ono bianchi d1 ne- \'l" anche a luglio, e sono le no,tre care porte di ca~a. Chi non ha vi\tO e, tanto meno, non ..-è mai tieduto al margine d'un torrente alpino, '-Opra uno di quei formidabili pietroni che hanno quattro o cinque mc1ri di lato. e non (j ,a co• mc. quando t· in quali- epoca (iano ca• picollati 1;til1dai fianchi nati\'i dcli•· monta~ne; C'hi non ._'i: mai me,){) all'_ombr~ di qurqc- pie-ire, fra fun~hi e c1clarrnn11 fra fra({ole e J{rap1>olid'u\'.l SC'l\'atica. non .,a <"h<' <'(ha sia il '-311· guc della natura: e come rifluisce rapido, e ~pumcg~iando, ca~cando da un \"l'rti~e :t~l'altr~; _l'ac-qua (i fa polvere n<'hbia d1 ~ocnolmc-: qtt<''ita nebbia irrora. rinfr<·~ca; la 'iCntiamo ali<' go1e allr labbra, come un tenue cido-man· di ,cmiaria. Eppure, Liebf'. ha paur:1 dell'acqua. E l'altro ~domo, non vo!1•. va fare il bagno nel fiume, Bianchi cavalli di ,pum:t in,cguìvano :tltri dor,i d'acqua fu_i:tg<·nt<L'. 'a,·- qua fug-~r tra')cinando a voltt· con ((- alberi intcrì, tronchi di pino di\"(:-ltialla monta~ru. e. giunti a valle. di~cort~fciati ~e~ i ~alt_ida rupe a rupe. Ho ,·,.,to alp1g1an1 g-1ttar,i pt•riglio~amt'11'.1· a nuoto nel la1go della corrente allC1 ,;;copodi rag~iungrrc- (' frnnarc-, dr,·iandoli dal!.\ t"Orrcnte. i c:rndidi tronthi li cane Licbe non .l\T\';l torto ;1d ,l\Tr p.tura d'<'"~Cr<'tra~ina10, \'into f' tr,n-olto, dalla corn·nte. lo, inv<'n', non ,,nei \ oluto altro che- C((!i .,j fm,r g<'ttalCl a nuoto per rinqur o ,('i pa,,;i nt'll'acqua, dove l'a,qua non sprofonda\·a r non travolge\'a, Grttai una ,cor.-a d';dbrro nel fium•· p,·rché il cane anda~....:.·a raccoglierl,l prr riportarla. :\'on \·olle andare·. I.< ,pin,i per tuffarlo dcntrn a for-,a; ma .tllora e~li mi ~i ri\"oltò r frcr l'att<>. dw non :iveva mai temato \·t•r,o di m,· dt ,t1ordere. Conclu~ionc-: gli anim:ili. dunl1uc-. hanno il ,cmo del pc-ricoh,. oltre a quello della nwne. L·n altro ({iorno rht· ,,·ipa,,avamo co,1 Li<'be p<'r J'iqc.,.,.o po-,to del fiume. il ,·,mc ebbr il ,ospeuo. qua~i avc,--e infatti rndO\·inato i mi<'Ì pt'n,ieri, thc- io ~-olt'""i. d~ccafl? tuffarlo nell'acqua t mcormnnò a nmant.·r<• indietro ai miei pa,-,i. Lo richiamai e nin:·hiò. Lo rincor ... i. r allora J>rl'..:ecarru:rJ, fug-i;;-ìa ~ambe- levate: lo ritro'"ai dopo alcune on• acquattato pre( ..o l'u,cio di casa ed in paura cli hu,;;came. Pc-rò, '-C esso fo,~t· stato furbo quanto un uomo f• (·ono'-<Ìtorc perfrno d1~lf,,ndo del mie raratt!'rC-. \i ,an.:bhr ri-,pam1iata la pau1.t cli bu,<..,mr LL'IGI flARTOLINI ITOBIA DI SOLARIA LA STORIA di Solnria ~ quella di una r1\'ista che, in un certo modo, ha dato ,I tono alla letteratura italiana di que5.JI uhim, 1empi. Ha collaborato ad e,,.1 una moltitudine di scrittori, tutti Jet• tera11 unest1 e puliti. La nO'-lra letteratura contemporanea, si 1a, non ha cime. Al più, s1 può ragionare di nomi che hanno avuto fortuna. Dopo D'Annunzio, fuori d'llalia, s, è parlato della Deledda, di Pirandello, di Papini, e di qualche altro, fra cui i;i:ente di piano secondario, che ebbe fama al di là dei confini o per caso o per circostanze che- se-mpre poco hanno a che ,·edere con la letteratura. In casa, al massimo, si ~ imposto qualche altro nome: come Panzini, Palazze'."chi. E infine restano affi•:b.ti P.,! "l'llit cerchia ancora più s:rctta di lettori i prei;i:i d1 Bacche Ili. di Bald1ni. di Cardarclli, di Cccchi, di Soffici. Eppure Solario per un decennio ha mirato ud intonarsi ad una letteratura europea, o me(<tliu addirittura occidentale. Il tentativo non sarà stato inutile, ma per ora ha dato scarsi risult•ti. In Solnrin resta dal primo numero all'ultimo un equivoco. t parso che una contmua attenzione verso l'Europa hasrassc p('r guadagnare l'Europa. Lo sfor1,o per spro,·inc1alizzare le ltttere italiane è stato accanito; ma l'antologia eh<· Of!"ei,·iene fuori dalle annate ddla ri,,i111ala tro\"itimo intona• us,1ma alln nostra 1rad1;,ione, Solnn·n, genericamente continua un'Arc.tdia cui I' I rnlia pari! condannata Le rai:i-1011i d1 c1b sono chiare. QucHi ~crittori ora riuniti in un'.-\ntQlo~in riassunt1,·n, hann'>, toh,nt= due o tre come S, e,·o, Quarantotto Gambini ? magari qualche altro giovanissimo, origini del tutto letterarie. Eur?pa hn voluto dire per p:li scrittori del gruppo fiorentino soltanto letteratura. ..\nche quando es!li credettero di riflettere in racconti certa ansia che \: in giro i ri$ultati furono soltanto lettcr.tn E p:li scrittori d1 .s·otaria sono consapevoli di ciò. Eccone una pro,·a: Si è definito, il nostro, secolo albcgl.(iante. ~ecolo della critica; poi, senza maturare j,":rand1sco• pene nemmeno nell'ordine èella critica, si ~ .axu10 l'aria di suonare IR diana d'una rinascita costruttiva I ,a poe:"lia, la no\"ella, il romanzo, prima d'esser conquistati doq-anno subire, pare, un periodò assai lungo di t('ntaun strale.Q:ici e d1 '!Ortite flUerriere. E poiché la tradizione no~1rana è let1eratc<1ca, potrrbbe dani che noi un .,porno cerca,s1mo di ~ah·arci sopranalutando gli ~cartafacci te!ltlmoni d, codesti tentati\·i e di code.ste "-<">rt..i.tt Colli ra~iona Raffadlo Franchi. E proprio si è sziunt1 m Solarla a quella 11opra\\·alu1azionc degli scartafacci. Solarla si trma ad c~ser(' m pari con la no!tòtra tradi1.iont: libresca. Scrittori come l.oria, Carlo Emilio Cadda, \'ittormi hanno m comune un'oris;:ine lc-tterana mai smentila. Solar1<1 t' nvi~ta fiorenhna: d1 una Firenze eh<' ad ogni costo \·uol ,olu1re le ,pallt" alla Vou e a l.aurba, che sono quelle riùste da cui è ~ortita una scenerazione di scrmori ora fra i cinquanta e I ses11anta. In Solnria pe:rfino la compattezza della pagina, con i rari a capo, , uol essere un tentat1,o estremo per allontanare il sospetto d1 imrrt:~i.ionismo. ~crinon come llon~ant1 li ,·ediam,1 ~,-mpre in guardia. Come 1e non 11,essimo l"M·mpi attuali di come possa esi'lterc una moderna toscamtà. !.'esempio ce lo dà Palazzcsch1, scnt1orc che: 11cnr.a mai abbandonare i modi tradizionali della letteratura fiorc.nlina, sa essere del tuttn nuovo. Invece ~li scrittori di So/aria, fiorentini per nascita, appaiono sempre m sospetto e 1n paura di sciatteria Solarra ha poi scnt• tori di tutte le parti d'Italia; tuttavia quelli i'ltriani e dalmati, come Quarantotto Gambmi e \1orovich, vi restano a sé. Per essi la lingua è un peso leggero; mentre per tutti izll altri è proprio la lin~u• il ma~gior peso e il maegior impaccio. Alla fine, Solarla ha un gruppo di scrlltori di cui mcrila parlare a parte. Sono szli 11critton di ,ers1 e I critici. Sagi;ti(tl e poeti m questa n,·ista sono lutt'uno; siano essi '.\lontale, Solrni, :'\111oli. l,na coe;a è certa; Solarin non è soltanto ri- ,·ista di tendenza !:: un po' il se2no d'una generazione che ha avuto una ,onc 1in$,!olare. La generazione di quelli che duranlc la guerra europu erano bamhmi, e che non hanno leuo 1)'.:\nnunzio, rischia Ofl~• di accogliere il dannunz1anismo. La gcnern1ionc precedente t'ra riuscita a ma"chenrsi con risultati ~pesso prq>?n·oli, sc-bhl·ne 11pe,.11c;0on ,forzi e, 1denu. Tuno cib ~ chiaro in So/arra dove i più guardin't;hi verso D'Annunzio wno coloro che per età possono aYerlo letto e- gustalo. Cli altri, i più giovani, s1 tcn~ono, IO\ ece, meno in p:uardia. Essi, che non Ics• scro il poeta, ne accolgono gli echi quasi senza saperlo. N~ le ragioni d1 ciò sono tunc nasco,tc. D'Annunzio pote,a essere l'ultimo della tradizione libresca italiana. Dopo di lui, pote\·a cssen•i certa novità nelle nostre lettere. La lingua medesima, fauasi più unitaria, potevll essere una lmgua moderna. Al contrari. di lingue italiane continuano ad esisterne due: una comune, una letteraria; spesso inconciliabili. Solarin è insomma un segno dei tempi. Si legge giusto nella prefoiionc. Tan1i sono J.;li scrittori contemporanei che potc:-,·ano avc:ni collaboralo a ragione, e che invece se ne sono restati in disparce. quasi sempre per cause c:>.tra letterarie. ARRICO BENEDETTI LETTERATURATEDESCA K. B. von MECHOW " . ~ U!',;O degli scrittori giov~ni, affenna- r •~'t tosi IO Germania m quc-st1 ult1m1 11.nn1. ;i\ Commcò con un romanzo agrario: Dns ~ ltindlicht Jn~r, che ,i svolge. natura_lmcnte, quasi tutto m campaJ.;na: m un pt1cse di confine tra Polonia e Gennania (Mcchov è nativo del ;\lcclcmburgo, ma ,·i,·e presso ;\lonaco, e con Paul A.h-crdes da qualch.- anno diriac la rivisu1: Dtis lmrtu R~cl1). Del pnmo romanzo paesano è protagoni~ta un ispettore d'agraria, dirigente d1 un'a7Ìenda: uscito appena da.'tli studi, inesperto e idealista, ~gli si tro,·a alle prese con mille difficoltà, e non solrnnto per l'incomprensione dei contadini, ma per l'a.ntipatia dt una donna, che gli rende nemico 1I suo principale, un propriNario di terre in un \'illai;i:~io sperduto. I particolari tecnici dell'agricoltura, anche minimi, che do, rebbero essere poetici nel f(iro e nel ,·ar1are dt'lle stai;cioni, sono descritu qui con quella serietà nunuziosa, pro• ,,ria dei tedeschi, ma che. alla fine li rende monotoni e ~ngi. Eppure non manca certo a \ lecho,· n~ il senso per la poesia della natura né l'interesse per ~li uomini e per, caratteri. Solo che ques1'ult1mo, perno d'ogni roml\nzo, \'icn fuori in '.\lecho\' quasi di st'conda mano, nei persona~g1 non principali, o si fa a,anti, nei prota((on1st1, con timidità e fatica . i':. ù caso dell'altro roman1.o: i·orsommer. Oo,·e è dc!lcntto il contano tra due anime, d1,cr~amentc dd1cat1; e scontrose: un reduce dt guerra: che, disgustato dalla vita sociale cittadina del dopo ~ucrra. ha preso m affitco una grande tcnuca, e una ra~ana adolescente, ancora scolara in una .'ttande città, che nell'età dello s,iluppo ha una grave malama e durante: la con,·ale,cen1:a ,·a 1n campa.l(na a rimettersi in salute, al principio dcll'eso.ite. Anche questo roman1.o "' \VOIJ(e qu11.11tui tto nei campi. Il protaqoni,;ta, il reduce, è irrequieto, 1dea!i,ta, incapace a vi,·ere: dalla sens1bili1à delicata paS'la all'ironia e anche alla violenza. Contro tutti i suoi ,forzi, per far pro<1perarc la tenuta e per formarsi una ,·,ta annonic,1 dello spirito, trova una \'olontà O'-ttle, ma~siccia, che egli chia.ma 11 R,tu, il ,Q:i,1tante; e che pub es,c:-r tanto la natura nell 'avvcrsa vic<:nda delle stagioni quanto le difficoltà eco• nQmiche della d,fficlic ,·ita 1cdl·,..ca del dopoJ;l:Uerra. quanto, in una regione più alta, il fatto stcs~o. Contro queua , olonu\ ma,- siccia e ostile in1en cngono le- mani lcnit .. iCI e- dclicatt· della rai:az1:a, che, nonosiank la sua acerbità di adole<1centt', di donna appena "bocciata. ha un senso profondo per la nta della natura e per la \'Ìt;i dtf(li uor,,i· :Jel• l'ar.Q:omento; nodo psi,·olo~•i• -i-j;.1nte con la sua e\"idcn1e soluzi, , ma che è ri• tardata da mille par!1..:1Jla1 cucrni e inu111i, anzi mg-ombranti, e che ·I lunghis,imo ro• manzo !li fa avan11 solri i• fatica, nelle ultime pa~1ne. '\onoshtnte, 1 ·fJr1ommer ha a,·uto molto succh o, ant:he perché riflerte gusti e difficoltà proprie della Germania d'o~j,?i, .\la più bello è il cerio: Das Abmti'utr (I.'awcntura). f:: un libro di .Q:uerra: è il libro della ca,·alleria tede'ICa, operante sul fronte russo, specie intorno a \\'ilno, nell'anno 1915. La singolarità del volume è che la monotonia è connaturata nell 'arJ.:omcnto '!tesso; ma essa è abilmc-nte ,fruttata dal lato amstico o è rolta da epi'-Odi a,venturosi. Anzi la carat1eristica ~ proprio nell 'ahernarsi sapiente del ,Q:rig,ore e dello splendore, dell'anonimo e del pe'"'onalc, del mono1ono e dcll'a"·cnturo~o, 1ccondo un r11mo che nelle pas.:1nc di '.\lechov ha una sua ragione: interna e mu,icale. C'è anche una (inj(olari1à di stile: mfatt1, nel volume, al no, corale di una pattu~lia di reclute \'Olontarie, ca,·al- ('ant1 nelle pianure polacche \'erso un reR11:imcnto di ulani 111 po,;to a,·anzato, ('alterna l',o; il quale non è perb l'ro dell'a11tore, che rimane sempre mncosto, ma è 1emplictmentc l'_,o on cli qpesta ora di quella recluta, che " melh: p,·11 :in· per conti) 1uo e ,i uacca pc-r un ; 1 imo m.t poi rientra ordinatamc:-nte, cv11\•· un rir.u..-:dlio, nella compattezza e nella monotonia dell"unità militare-. Kella seconda pane del libro, quando entrano in campo più chiara.mente l'azione e l'avven1ura (alcuni re~gimcnll della Guardia dello Zar discendono da PielroburRo a contrastare l'avanzata della cal"allcria tedesca), allora quelli che fino allora er-ano stati quasi soltanto 1 • moYimenti del discorso sintattico o del paesa~si:io nelle pagine di :\lechov di,entano 111· d,viduazioni di figure d'uomini: gli acce:nni a que!lto o a q~I personaggio s'intensificano, si consolidano, prendono corpo. Soprattulto bdl<' risultano due figure, conchiusc col sacrificio e con la mone: quella del giovinetto ,·olontario :\laser e quella del capitano Lux. Bt:I libro, def.:no d'esser letto e che può Jare un'idea della prosa tedesca d'oggi; la qua.le ha insieme l'ideale d'uscire: dall'io soggettivo, d'arri,·arc al noi corale, alla massa, e quello - ,·ecchiss,mo e etemo - della trasfigurazione poetica. O. TECCHJ LIBRI NUOVI NOVELLE H () L:'\. PO' d1 riguardo a dirlo, per- ~~és/~a~c:~::i,p~~:~: ;;;~dc~~c~ E wno capaci d1 , edere,, soprattuuo, una cena, subdola s,·11,lutazionc di quello che hanno fatto prima. '.\,li liberi Iddio dall'essere cosi sospettato; ma, a mio parere, Un filo di brt::::a {cd. Panorama •, :\ldano; Lire- 10) è a t·utt'oggi il miglior libro di Gianna '.\lanzini. '.\Iuta.menti e perfezionamenti, sembreranno ma1,:ari impercettibili. L'autrice è fedchss1ma a \e stessa, con la sua capacità da, vero poe11ca d'insti1uire personaggi, cd im·escirsi liricamente del loro tono morale. Xon tutte e sempre le figure esistono con pari nitidezza, benché non sieno ma, gra1u1tc cd oziose. E, al solito, si Hjz-gono impostate, e spesso risolte, situ:izioni da far sudare la $1:Cntepiù in gamba. :-:ell'esprcssione: quell'ormai noto incon• tro d'in.Q:enuità e di ricerca, d'mdustna e candore, che increspa continuamente cd irida ed irrita il discorso. E quando saremmo per distrarci e lasciar perdere, eh~ la scrittrice, a forza di souilizzare. \'8 addirittura nel! 'impalpabile, qualche tratto rude e felice riesce a riportarci nel vivo della sostanza. Quasi mai si pensa ad altri autori. Qua e là, un tempo, si pote,·a ricordarsi, vagamente. di ~foretti e forse del Tozzi. '.\fa • ricor• darsi• dice più del i:;iusto: né si trattava mai d'occasioni rile"an1i e deliberate. Così ho ,cntito citare taluni francesi, per il modo frastagliato del raccontare; il rompersi e rispecchiarsi del discorso su diversi piani; il continuo saltellio del punto di osscn·u:ione, e l'alternarsi dal commento alla pre-sentazione diretta. ì\la non credo esatto nemmeno questo Tichiamo franc:es<'; ai riguardi d'una tecnica cerio un po' complicata e abbagliante. Fosse \'ero, si avrebbe un pigolio più estrinseco, un fare più unito, come in tutte le opere d1 1mit11ione. Il mecodo, la tradizione, sono impressionisti; ma n1ro,at1 sulla schietta realtà, m procedimenti nati\'i, con azrud1, 1s1mt1\'e certezze, debolezze 1nesplicabili; e una tal no\'ità perfino nel Ratbo ad assumere espedi<'nt, che la bre,e ma fervida 1rad1iione 1mprcss1onista ha già loJZorat1. SU.Q:J!:CSlll\e·c interprcta1:ioni degli ambienti; e non mai oucnute spennellc-JZa1ando e s,·ol• i;iendo descrizioni; ma per un i;:iuoco di pro• speui,e mtcmc; costruendo, a così dire, m un'archi1ettonica d1 sentimenti, 1n una spaz1al1tà satura d'emozioni. Le per~one ,·anno attorno per le piazze e le s1radc: ma ,·cramcnte cammmano dentro alla. propria 11nima; e .!tenza dirlo a ,e stesso. riconoscono il proprio pa,sato, • di\'enuto sos1an1:a plaslica e ,·1s1va. li pe ,.. fnrte del libro è Cnsn di r,pow (Romanzo Jn fare). Di saper comporre un n•ro e proprio romanzo, la Manz1ni dette pro"a otto anni fa, col ,uo primo Yolume: 1impo mnamornto. '\"on credo sarebbe affatto male che tanti narratori che \"anno p<'r la maa- $1:iore,ok~sero (e ,apcssero) 11n1tarla, m questo a,or;unto del romanzo da fare• . Se il termine non sembra chiaro, s'1mmagmi una parete su cu, un p1t1ore abbia d,- ~posto buon numero di studi p<'r una grand<' composizione; in ogni fom1ato, l\ ,olo d1se'-'no, o a tutto colore; trala,ciata dopo pochi colpi di pennello, o portati all'ultima rifinitura. Queste din•rse parti, ma1crialm<""ntC e idealmente, ~i ricollc.eano, sulla parete, in un insieme che a tratti rimane , ago, nebbio!IO e problematico, a 1ratt1 ha la più fionda e\·idenza. lJn roman,o ,,, fim·, comunque; ancora imperfetto. Certamente, ma vi- \'O; e me.Q:lio d1 cento romanzi saldati m una loro meccanica compiutezza; e nei quali, 1e mat potè splcnden 1, t'è spento oj!:ni ragi;iio di fantasia e di poc,ia. Altro\·(' (.\lunra /11 pln~~a. rolorr), la .\lanzmi accc-ua Il· fom1e linco-rasi:iona.t1vc del \a.Q:gio e del poemetto in P.rosa. :\lcntrc in f'nndort e in Grnt11/na, eh~ chiudono il libro. affronla con la narrazione motivi tanto di,·ersi quanto possono esserlo un fattaccio di sangue e la pallida favola d'una bambolina di cera che si s1ru1,:gc al !I.Ole. Appunto in Gentilr11a, ella cocca un estremo do,·e la ~razia e la raffinatezza assumono un che d'ansioso e Mra11ato. I capricci dcll'in- ,·enzione e dello siile si moluplicano cd as- <1ot1i1,:lianoin un barocchismo cap,llare, ientilmcn1e crudele e fin quui macabro. I ,a parola si bilica m una precisione masi:istralc e paradossale; come se fosse per cedere ad ahl"a qualità di rnezzi espressivi: quelli della p1tturA e della musica. Può d:-tr:'u che, in tali aspe:tti d'elcgan1i(- 1ima rarefazione. la '.\lanzini non pos\a arrwarc più in là; e che ormai le occorra tro- ,are un nuovo registro. Libratasi a questi acuti, deliziosamente a.troc1, insopporiabili, discendere di tr>no; per riprendere un col~ loquio più pa~to e disteso con le creature c con le cose. IL TARLO MORTE DI UNO STORICO ~ E \IORTO m q,.e1t1 ~iorni • Pra~a Giu- ,eppe Pe:kar, tadatore d'una interessante scuola storiografica boema, che aveva dato un nuo,o md1rizzo al!() studio del passato nuionale. Come si sa. cento anni fa, 11 .'trandc Palazki a,·eva rive• lato a1 Cèch1 le ricchezze della loro storia, e l'opera sua ~ un monumento d, cui il JX'· polo boemo va ancora fiero. Alla fine del secolo le interpretazioni di Palazki erano state rivedute dal filosofo e studioso Mae;a. ryk, l'attuale • presidente liberatore• (di cui è staio celebrato quest'anno 1'86 annive:rsar1Q), che a,·eva stra.ordinariamente accentuato la già e-n1usiast1ca valutazione dcll'hussicismo e delle guerre di religione. A questo mulm'l a,·e,·a portato altra acqua lo storico francese Denis, a cui la città di Praga ha dedicato un curioso monumento, n~ eque• sire n~ in piedi, ma seduto, come si conviene ad uno studioso: monumento mnalzato nella piazza d'un nobile ed antico quartiere, dove gli austriaci a,c\ano già cretto una statua al loro grande ... generale boemo Radctzkv. Pckar, che a\'cva scritto sopral1utto u~ libro sulla Doem1a dopo la '.\fon1agna Bianca, a,c,·a cercato, e v'era riuscito, di riabilitare l'elemento cattolico, il che era apparso una specie di n,·cndicazione del dominio austriaco a quel numeroso elemento nuionale: oèco che prima e dopo la i;:uerra considera,·a 1-luss, e più tardi le simpatie protestanti del proprio popolo, come la vera. natura e missione della Boemia. Anzi proprio a qu~la parte dcll'opm1onc pubblica qualche anno fa era anda1a ben poco a ~cnio quella scena del So11/1er dt' Satin di Claudel, do,·e il poeta francese e cattolico si serve del pulpno della chiesa d1 ~· Si. cola di Praj!;a per Rettare l'anatema contro il germanes1mo protestante e lo slnismo ortodosso. l' n altro mirabile libro d1 Pckar era stato consacra.to alla Rrandc e curiosa fi(tura d1 un eroe già sch1llcriano, il Wallenstein, a cui ha dedicato ne~li ultimi anni una trilo(<t1aromanzesca 1l 2randc narratore Viktor D)•k, esso pure c:it1.olico mi• litantc e slilista. prmcipe della letteratura cèca attuale. Dalla scuola d, Pekar era uscito un altro Rrandc storico, Susta., profes-.orc come lui all'l"nivcrsità di PraJ{a, cd un altro g10,·anc studioso, Zdcnek Kali,.ta, fra l'altro interc,unte poeta ed amico del nostro paese, a cui ha dedicato un bel libro di , iai;zgt e una mirabile traduzione del />orto upolto d't:ngaret11. );a1uralmente s'è aperta la successione al posto di Pekar, e il ministro degli Esteri Krof1a, storico nel senso masarrkiano, stud10M> dei rapporti fra ~laYismo e gem,anes1mo ,n Centroeuropa e mano destra del prt',identc 0enes, ha ~mcntuo pubblicamente la diceria che gli attn hui,·a il massimo di probah,ln,ì ira gli a<1p1ranti alla succt·s,..ione V. & W. I '- CECOSLOVACCHIA ,·1 wno du<:"si1tle egualmente famose, che ten.Q:ono il paio con quella <ruso mondiale G O S. esse sono T G.ì\t e \'. & \\'. Con la pnma vien dc1112nato l'ex presidente ;\lasaryk, e con la seconda i due benrnmmi teatrali del pubblico praszhe.,e, \"osko,cc e \\'e. rich, le due Melle del Tt'atro liberato•, due tra i p,ù deli:i:1o~i buffoni che abbiano mai calcato le: ta"ole del palcoscenico. lmmar(inaten un'ahra coppia ~ian Laurei e Oli,er Hard,·, uno bruno e uno biondo, uno gras!ld e uno magro, e aurihune loro, in,ece che l'umorior;mo innocente della ~ecmen1a, quello pronto e furbesco del frino e dcll'allu. s1onc. Due ,cn pa~liacc1 teatrali, tut11 ha. satt ~ull'azionc e ~ullc battute, ed infntt1 hanno a,·uto poco succc~e;o m un loro tenfat1,o d'appanre ~ullo schemrn. '.\la il clo,, nc'-C0 è 11 loro punto di p:irtenza. non d'ar• ri\'O, e ~I limua infatti all'infarinatura, e ad una maschera fis~a che ha Yeramcnct· l'aria della penona ,comica degli antichi, con una truccatura piena d1 rilie,·o, che non pcrmctle altro che smorfie J?.ro.,solane e sintetiche . .-\JZ~iun2ete 11,Iloro ba~aj:lio la collabora1ionc d1 un buon coreo~rafo, con un bel .Q:ruppctlO di Rfrls, d'un '1:I0\"8ne direttore e compositore, Jezck, famoso m 1utta l'ra~a per la iua lcp'-'endaria miopia, ma anche per la ,·i,·ac1ta dc, ,moi commenti musicali, e- mfine d'un rcQ:"ta 10telli2c:-nte, Hom:l, dall'l·p1ca caln1.ie e che ama d'uno stesso a.more ,I teatro che p1ac~ anche adi imp1ci:i-au della domenica, e I tubi da stufo dc-Ile mc-ss,nscene: e;urrcaliSle. Qualche ,nl ta càp,ta m quella .Q:alcra am::he 11 più noto poeta oèco d'avanguardia. d i,:rase;.onc :,.;<•;, val, che occupa un palchetto da s~ solo, e che dona \'Olenticr, ai due comici qualcuna delle sue più ~tra\-a'{anti fan1as1c. :O.la per lo più \'. & \\'., come Petrohm, fonno tulio da si, su un cano\"accio pieno d1 buff~ a,,,·enturc e d'allei:i;re canzonette, in cui si prendono naturalmente la parte del le-o. ne Ormai hanno sulla coscienza una trcn. tina d1 queMe rtl"iste, ed hanno ta.Q:lia10 1 panni adosso al Golem e a San \'encesla.o, a Ce:sarc e alla mitologia greca. I 'ultimo dei loro ,uccessi ~ ~lato Il citlo wlln ttn-ll, che segur- Gio\'e in un 'an·cntura .Q:alante e m una metamorfosi terrena I due comici hanno reci1ato la parte di due sace:rdotl 1m. broghoni, che aiutano ,·olt'nt1cri il dio nei suo, de,idcri, cd hanno ottenuto il più ga10 e completo dei ,;uccessi. I .·ori(<t1nc Roliardica di quc-sto ·eatto (C'-!11..;hhero la rivelazione del loro talent"l in un -ir•,prov\'isato spettacolo studemesco) è tuttora e,·idente nella ,·olontà cc..ntinua di prc-ndere in g· ro con gusto, 1111c1he si tratti di ,;toria o d1 mitolojtia, tutto quello che ci in,eJ,?nano a scuola. RE:,..\ TO l'OGCIOI.I
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