Omnibus - anno I - n. 5 - 1 maggio 1937

ALLE dieci Joan, di ~lito mattiniera, non era ancora scesa dalla sua ,;;tanza. La chiamammo dal giardino, ma la no,tra ospite ,i ostinava a non \·olersi mo-.trare. Rkhard tirò un sa,;,-.o che infilò la finestra e cadde nella ..,tanza. \llora Joan apparve con due grandi occhi gonfi e la bocca bianca, )enza l'0\\eltO. « Ahi ! oggi burrasca ! > di,;se Rjchard. Tutti risero, ma Joan, dopo averci ~uardato per un attimo con occhi )va- ,zati, e.i ritras~e. Nessuno ebbe più coraggio di imhtfre. « Ci dev'essere ,;otto qualcma >, az- ;;1rdò Dolly, la più bella e la più ipocrita fra tutte lt" amiche di Joan. « Che vuoi clie ci ~ia? > « Ma, o amore o u.:hisky ». « Ieri ~era non abbiamo toccato un bicchiere ! > « Allora resta l'amore ! > Già gli altri avevano raggiunto la pi,<'ina e udimmo i tonfi di quelli che ,i ~etta\•ano in acqua dal trampolino. Dolly, Richard e io ci tuffammo in acqua t.enendoci per mano. Già pensavamo tutti che Joan Cose.e tornata in letto o ste~se a mi,urare coi pa\-.i la Hanza, quando la vedemmo con:iparire avvolta in una lunga VC\tagha a fiori gialli e turchini. Si avan1.ava con pawJ annoiato, agitando come una fru>ta il cordone (' la nappa che pendevano dalla cintola. A pochi pa,,i dalla pi~cina, si sfilò gli zoccoli con un rapido movimento del piede e si liberi, deJla \·estaglia. Richard dalla e,tremità della va,ca 11· lanciò una palla di gomma che -.alti, sull'acqua davanti a Joan; ma Joan non accohr questo invito. Dolly riprté : e O amore, o u:hisky ». Pen,;ierO'-a e imbronciata, la \tella ,i -.edè sull'orlo della pi~cina e calò pian piano una gamba n1·ll'acqua, te~ nendo ,;ollcvata l'altra. Poi, dopo un .mimo d'incertcaa, ,;j la,ciò SCJ\·olarc , ~1 ~do ,1 _grado rqrgcnclo,;i con le mani1 dietro la )Chicna, ,;trette al tubo della ringhiera. Scivolò lentamente sott'acqua e riapparve con i capelli incollati ,;ul viso: ._j pa,;sò una mano su- ~li occhi, poi risalì. Il bagno aveva ravvivato il suo viso pallido, e i suoi occhi non erano C◊!IÌ t0rbidi e gonfi come dian7j_ Racc.ohc la vrstaglia e chiu- !le il 'iUO corpo, ,bagnato e lustro come quello di un delfino, nella spugna calda di ~le. Si 'ìCdè su una poltrona a \draio e abbandonò il capo all'indietro, senza occuparsi di noi. « Vi saluto, Joan », dis~i pa,sandole accant0. e Re'5terete così imbronciata per tutto il giorno' > Joan si voJ..,r con i ,;uoi grandi occhi di buon animale e ,;orri.\C. La stizza era passata ; ad uno ad uno gli altri ..,j avvicinarono e fec<'ro c-ircolo intorno a noi. Richard raccontò allora lr sue storie di quando era garzone a Winnipeg, perché Richard, "e non ha raggiunto una fama come attore, è tuttavia un uomo di grande 5pirito e sa raccontare le cose. Le mattonelle di porcellana al ~le -.i erano arroventate e fummo costretti a ripararci ,;otto l'ombra della grande tettoia di bambù. Poi due negri apparvero dal fondo elci vialetto r~1-;cndo grandi \'assoi che luccicavano. di pa5to delle belve», di,;-.e Richard. « Que,;;ta non è degna di voi >, esclamù ~{ary, e tutti ri,;;ero. Joan non volle mangiare. Brvve ,;oltanto un ice-cream. Del re'ìtO, non ,;o. no molti quelli che l'hanno vi,;ta man- ~iare. Si può dire che c,-.a \'iva di frutt<l e di panr abbru~tolito. Joan ha buona ,alutc, ma ha tenden1..a ad ingras-.arc e ciù la ,;pa\'('nta. Raul ogni giorno lotta con lei prr far- ,,. inp;ùiare due uova. BiV"lgna cono- '<"<'r<' qut·.,to vrc-chio Raul per ini7iar,i ai mi-.teri della vita di Joan Crawford: wnu di lui, questa donna non avn·bbc fatto carriera né comervata la propria fre-.chrua. Il corpo di Joan Crawford è. in un certo ~en'IO,frutto del \"('cchio Raul F: lui chr la ma~,agg-ia: è Raul che lt> fa da manicure e la l,()ttopone a ore di ginnastica : senl.". a Raul, fof"\t>, 6(~;~: ~:cri~~ ,arebbe ~ra..,-.a come la Appena il sole cominciò J. hattrre •• picco, entrammo nella villa. Tutti erano :-.tanchi e intontiti dal caldo. Solo Dolly tt'ntò di proporn.• una partita a bridge, ma ne,,uno \'Olle rinunciare al proprio letto. E quando tutti furono ~aliti al piano di '-Opra, ,;uonarono li.: dur. Bi'ìognava dunque fart.> il c.olito articolo. articolo dlc mi per-.eguita da anni. Prr non ,alire in camera mia. cercai una macchina da 'inivere nelle st..'lnzr del pianterreno. E in un angolo della ~ala rustica, ~CONiuna macchina da scrivere; ma era chiu~a dentro una vttri_na di cri,tallo. Tentai di aprirla, m;1 1nutilmentt·. e Raul >, chiamai. E Raul apparve. « ~fa quc,;;ta macchina? Dovrei ,crivcre. > Il vecchio ri~e bonariam<·ntr r di,,": « Con quella non ,1 può ,crivc:n·, m1- ,tt•r Bdl : è un cimelio». N"on riu,civo a capirr. allora qurllo avvkinando,;i mi ,;;u-.,urrò: e E la macchitta da '-CriH•rr di Joan: non ricordate-? » Ricordai, infatti · r mi rammentai chc: la Crawford, prima di di\"entarr \t('lla, era una e-.p,·rta dattilografa. JAMES W. BELL (Cc-r.vn'Kht /t\• • 1/o/JJ"hood Nete ln(, 1 ,, f!tr l' lla1,u. d, ,Omn1h111~J. I UE~ l'O film è la ,roria dolor?'-a, malinco,~ica! delicata~ di cinque operai d1soccupat1 e per-.eguitati dalla ~fortuna. C n bighe no di lotteria, comprato in ,ocictà, li fa vincere improvvisamente 100.000 lire. L'unione fa la for-.ta, dice 11 proverbio. E i cinque decidono infatti di rc)tarc uniti e di far fruttare la vincita lavorando tutti in1-icme. Sulla ri\'a della t-.lama 1 comprano un terreno abbandonato e, a poco a poco, tirano -.u una ~pccic di ristorante tra gli alberi e le acque del fiume. Sperano ehe d'c,tate ,·erranno le comitive, i tu11i,ti, ~li innamorati: guadagneranno tanto da ripo"are l'inverno. Senonché l'unione della bella compagnia è di breve durata: comincia Giacomo ad andarsene, perché è innamorato ,;cnza ,pcran7.a di Hugucttc, la fidanzata di ~ario. Dopo, è la volta di ~fario ,tesso che, ricercato dalla polizia, si allontana accompagnato da llu- ~uctte. C'n terzo componente del gruppo, Raimondo, cade dal tetto del ri- \torante e muore proptio nel giorno dell'inaugurazione. Della bella compa- )tnia sono rimasti dunque solo due: Giovanni e Carlo. ~1a un destino caparbio e aggressivo persegue anche questi ultimi. \'iene Gina, cx-moglie di Carlo, a dividerli : una donna leg- {tCra, vanito-,a, -,en\uale che, separata,i dal marito, \'Ìvc alla meglio facendosi ritrarre nuda dai fotografi della città. Ciò che C'-'-avuole non si capisce troppo bene. Divenca l'amante di Giovanni, e quando questi l'abbandona, per non rompere l'amicizia con Carlo, cerca in ogni modo di mettere i due uomini l'uno contro l'altro. Tanto smania che <i riesce: Giovanni finirà per uccidere Carlo, che gli si è scagliato addosso in un momento di odio. Il film è diretto da Julien Duvivier, uno dei registi pili esperti ed onesti del cinema francc,;c, Egli predilige questi temi senza splendore e senza eroi, que- ~~~;~t~ie;n~i:~~~!i. q~e)s~op%~:gt vedere le co-.e è molto vicino a quello degli ~crittori naturalisti del secolo -,cor-.o. I suoi film hanno un carattere tipicamente francese, per non dire addirittura parigino. Già lo ved<'mmo in Poil de Carotu, e perfino nella Bandera, dove la de-.crizione di ambienti C!>Oticic, ome la Spagna e il ~larocco, non gli facevano dimenticare quel suo modo analitico, preciso e un po' lento, che fa pensare a scrittori come Zola, e i Goncourt. C'è in lui la stessa inclinazione a rappresentare la folla anonima dei ~obborghi cittadini, le taverne rumorose e affumicate, le case popolari, i balli campestri festosi e gremiti. Senonché il cinematografo è un'arte maligna e dispettosa. Quasi mai le in_- tenzioni vanno d'accordo coi nsultat1. Non sappiamo spiegare perché, e d'altra parte può essere soltanto una nostrà sensazione, ma ci sembra che nei film francesi tiri di ~0\i1, una cert' an.1, un'aria par1icola1111L11teirrespirahik, che ha qualche somiglianza, per csem~ pio, con quella che si avvertiva negli stabilimenti della vecchia Cincs. Quando assistete a un film franc~c vi par quasi d'intravvedere, proprio là dietro lo schermo, quell'insieme raccogliticcio e provvisorio, che viene di solito ordinato alla meglio, durante la fabbricazione di un'opera cinematografica. \'i par di assistere alle discu5!>-loni fra p1 oduttore e regista, ai litigi delle attrici. alle querele delle comparse, a quell'andare fiacco e scanzonato degli attrezzisti. lmmaginate il teatro di ~a. i riflettori, i fondali dipinti, i mobili !>gangherati; gli attori che indossano abiti venuti proprio in quel momento dalle sartorie polverose, o troppo nuovi, proprio allora cuciti, o troppa vecchi, e perciò abbondanti, strimmz.iti, ,;tracciati, di un'eleganza pacchiana. L' azione, per conto suo, cammina a tentoni, s'impenna ad ogni richiamo dd caso, e sembra che ad ogni nuova ,cena provi il rimorso di abbandonare la precedente. Se sia colpa del regista o degli at10ri, dei produttori o dell'organizzazione industriale, o di tutti messi assieme, è difficile dire. Fatto si è che quando anche nelle opere migliori - come qu('- sto film, ricco per molti lati di poetiche qualità - voi vedete quell'incertezza, quel fare impacciato, quelle povert:t nelle invenzioni e nel racconto, non potete non provare una specie di malessere e una sfiducia senza limiti per le ~rti di questo povero cinema europeo. MARIO PANNUNZIO ·,;···~,,.-, .. -/ ~ -,, , ,.. . ,, DA ''LA BELLA COMPAOKIA00 Dt DUVIVI.ER (COLOSSEUM FILM) Parole " tabù" D F.STECCIA:":OOSI, una quindicina ~~or.f~::1;' ;:~~-~••.t~;~i:.· md~ ~•f1 1 1~.': Hays sull'mdus1r1a c1ncm;uografica americana, alcun, giornali h11.nno1llu- ~tra1Oil corpu.1 imponente di leg~i e di codici promulgati ~otto il re~no di questo astuto 3\"\"ocato nati\"O dell'Indiana, che è il cla:ssico ù,·2io de,;;cli uomini politici americani. li codice più famoso è natun.lmenre quello della virtù, emanato giu~tQ una quindicina d'anni fa, quando, in seguito ad alcune ri- ,elazioni di ~iornali, un'ondata di fanatica indignazione contro la Babilonia del Pacifico percorse tutto il Continente americano. Alcune di quelle norme, a leggerle oggi, fanno sorridere: interdizione assoluta di ricorrere a gesti, parole, allusioni, canti e spirìtosag~ini \"Ol~ari.. Le dam:e che esagerano i movimenti modes11 del corpo, de- \"Ono essere proibite . Ci sono, naturalmente, certi argomenti cd espressioni tabù in maniera assoluta, e la ma~gior pane del tempo , iene speso dai funzionari di Hays nello scoprire le infrazioni alla legge. Per esempio voi non tro, crete mai in una pellicola americana l'esclama:.-it)ne: Damn' (maledizione!) o c&elama- .tiQni che chiamino in cau5a 13 divinità Anche il francese: .Won Ditu ~ tabù. ~cl ,·ocabolimo delle pro,bmoni assolute troviamo naturalmente parole come Prmk (prostituta) o come fousy (pidQCchioso), che è una delle offese più gravi e rnlgari m un paese che pone fra i suoi ideali più alti l'igiene e la prosperità. La parola mm0<hllt, che fareste male a pronunciare anche in una con\"ersu:ionc pri- ,a,a, ~ naturalmente bandita dallo schermo. L 'interdiuonc n~ioluta del \"OCabolo K,dnnppwJf, che nml dire ratto dçj hambrm, è da mettersi in relazione ai fasti più recenti della malavita americana. La parola 101.l~r (amante) era fino a poco tempo addietro cancellata senta alcun riguardo al testo nel quale essa appariva. Oggi la si permeue soltanro quando il resto della battuta ~ garanzia della sua innocenua. Ecco alcuni ritocchi sug~enti dagli Uffici di Hays alla canzone di un film musicale. La canzone, che era una canzone d'amore, ad un certo punto diceva, con e"idente allusione ai r-atti di bambini: Amor mio, mia bambina, questa notte ti rapirò e nessun riscauo al mondo basterebbe perché io ti res1itui\si , L'ufficio ritene\a opportuno aggiungere un chiarimento affinché si capisse che si trattava di un ra1to consensuale, e, im ece del riscatto, proponeva un regalo di nozze da parte dei genitori della ragazza. L'artedi infilarsi le calze l'na battaglia piuttosto grossa è stata comunque perduta da Hays e chi ha vinto sono i fratelli \\'arner, i quali avevano presentato un progetto di un film didagcalico, per insegnare alle donne d'America a infilarsi e togliersi le calze. Il prog:cito rimase a dor• mire per qualche tempo negli uffici di Hays, e i \Varner, senu aspettare l'esito della pratica, girarono il film in cui si mostrano i metodi corretti e quelli sbagliati di infilarsi e sfilarsi le calz.c. Quando i luogotenenti di Ha)'S videro il film gli nc~arono il ,•1s1Operché esso \'Ìo)ava l'ediltQ, conosciuto sotto il nome di Editto della ~amba •, che contempla tutti i casi in cui l'esibizione di gambe è proibita. La decisione par\e eccessiva ai Warner che avevano concepito il film con un fine puramente educatiYo; e allora l'ufficio pubblicità della Ditta iniziò una campagna sui giornali tendente a dimostrare l'utilità nazionale di un metodo razionale per infilarsi le calze; la campagna era suffragata da cifre impressionanti: a centinaia di migliaia pare che ammontino le paia di calze rovinate dalle donne che non sanno arrotolarle sopra il ginocchio, come è la moda d'oggi, e che non sanno tirarle come si deve, al punto giusto, e secondo il giusto verso. Hays ha ceduto. "West"addomesticato C'è un genere di film cui le leggi di Hays rendono la vita particolarmente dura; i eosidetti Wesurn, i film di cow-boys, la cui decadenza è una delle colpe più gravi del progresso cincmatogn.fico, Fra le remore di Hays e le leggi spcc.iali dello Stato di California, i film di avventura del Wcat rischiano di di\"entare sempre più delle commedie da salotro. Lontani sono i tempi in cui era permesso sparare sui cavalli. in corsa cd ucci• derne anche una doizina in un minuto se la scena lo richiedeva. Oggi colui che proditoriamente, non dìco uccide un ca,·allo per amore della verità scenica, ma tende lacci e trabocchetti alla beuia per farla capitombolare, è punito con sci mesi di prigione, e cento mila lire di multa. Una volta gli agenti della legge assistevano alle riprese del film. Oggi si aspetta che il film sia proiettato e se un cavallo stramu.:r.a per terra, l'agente va. alla ditta e domanda chi è il responsabile. Se l'autore del mjsfatto è irreperibile, paga la ditta. L'ecatombe di cavalli nella Carica d~i 6oo ha precipitato la situazione. Nei film del West è altresl proibito ai • cattivi• di toccare anche con un dito l'eroina; sono limitati ad un certo numero di colpi le sparatorie, cd. è proibito di mostn.re una persona colpita da una palla di pistola, nella stessa scena in cui aì vede l'arma. A. o.

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==