Omnibus - anno I - n. 5 - 1 maggio 1937

J MAGGIO l9H•XY O ■ NIBUS PAGlNA 3 ~~~.ggSQ~...B:f~BJe..~..,.9,egese,seJEH~..El~~e.s-wie.g~,esEGJ~eaBE],age9EJaeseE>f!B:€.ErBB BB-EB .gg M~EB:s= , i:~ . ~[ IIPDIIIIDNUI NIVIRIADLIL1941 )r,' ~ fils-E'.2:r.Ef.E}~~~B~=y.Éf::::r'.~"81:i 8:U idtJ::rit:,\j' !:J G l- B'L t ~ , J • , ~ J-:3 l · ~ 1 ~-1m6r¾5i:¼~ts6Ei1'.H::iì'1-'.Bii:Htih:-~..:\ ' , LSPOSIZIONE Unh·ersale che ,•crrà lnautturata a Roma li 21 aprile del 1941, anno XIX, e che occuperà la intera 2.ona di campattna che dalle porte di Roma va al mare, è appena al suo principio, ma la ranta• sia corre e già si discutono l particolari di quesrn avvenimento a distanza di quattro anni. Come sarà fatta l'Esposlaione? Che cosa vi troveremo? Sarà una veduta panoramica del pasiuuo, oppure cl offrirà in anticipo una visione della civiltà futura? Ogni previsione, oitnl intuizione è fuori luoao, senza dubbio, ma noi abbiamo voluto rh·olgere qualche domanda a persone di diverse condizioni e di diversa mentalità per vedere quali siano le tendenze e i desideri del pubblico. Ecco come a queste domande rispondono un pittore, un musicista, un'attrice, il cuoco di una pensione per stranieri, ur vetturino e una massaia. Sì, credo che dall'Esposizione del 1941 nascerà un nuovo stile decorativo•, afferma Mino Maccari, direttore del Selt•aggio e uno dei migliori disegnatori italiani, accogliendoci nel suo studio al sesto pìano in Via del Gambero.• L'importante è che non sia fatta troppo seriamente e che a tutti gli artisti che vi porteranno il loro contributo d'idee, pittori scultori disegnatori architetti, ecc., sia data la massima libertà. Perché se sarà fatta con criteri troppo rigorosi e uniformi avremo un mu• seo, non un'esposizione, e non credo che nel 1941 ci s1 verrà ancora a parlare d1 materiale unico. • Un'Esposizione deve essere basata su contrasti violenti di stile e di mezzi. Ecco perché io insisto che sia lasciata a tutti la più ampia libertà. Per quel che mi riguarda, essendo io artista, mi sembra che l'Esposizione del '.p sarà il trionfo della fantasia nelle arti applicate. L'architettura dei ritrovi pubblici, l'arredamento, la tipografia, il disegno giornalistico, e forse la moda ne saranno influenzati per i prossimi vent'anni. L'Esposizione, io la vedo come uno spettacolo pantagruelico, una specie di paese dt Bengodi messo su per la gioia dell'infanzia abbandonata. Voglio dire, la sola infanzia cui la società non concede né assistenza né protezione: quella degli uomini che hanno quarant'anni. lo costruire_i una grande torre di Babele, s1m1le a quella che dipinse Bruegel, a torciglione come un cannellone alla crema. Questa torre dovrebbe essere enorme e altissima, e da potervi salire in cima in automobile su u.na grande pista a chiocciola. Lungo il percorso penso a grandi vetrine dietro le quali appaiano donne ignude e bellissime di ogni paese: armene, turche, russe, polacche, hitleriane, ebree, turcasse, sudanesi, ecc. Queste donne ballano al suono di esotiche musiche. Ma in cir .1 alla torre il pubblico è colto da una sorpresa: appare una morte con gli occhi rossi di fuoco. Le automobili, dovrebbero po1 discender-e su un ascensore •. Cosa farebbe d'altro, professore. per attirare la curiosità del pubblico?•. Non vi basta? Ma sapete che una trovata simile attirerebbe i ganimedi di tutto ti mondo? Un'altra idea è il Pozzo d~l Piaare: si tratterebbe di una botola enorme, che si apre a fior di terra, dentro la quale si scende legati a una corda di elastico; una volta calati non si sa quel che può accadere ~. Perché?•. Perché si può incontrare la fonte della ~1ovinezza, ch'è un nido d1 trme e di ~offici guanciali, sotto una nube d'incenso, mentre comi inglesi suonano e mille fontanelle cantano canzoni d'amore e di follia ... •· È: una scena dannunziana•· Infatti: credo che tutti i vizi e tutti i piaceri di tutte le grandezze e decadenze letterarie, debbano essere rappresentati nella Esposizione •. Se due amici decidono di far visita nella stessa ora a Bruno Barilli bisognerà che uno d1 essi si accomodi nel pianerottolo in attesa che l'altro gli ceda il posto nella cameretta che il maestro occupa da vent'anni all'Albergo Colonna. (Ed ecco perché, essendo in due, chi scrive e jJ fotografo, Barilli preferisce riceverci in giardino). Questa stanza è piena come un uovo: quadri lasciatigli in deposito dalla figlia all'indomani di una mostra, fotografie di famiglia, stampe del tempo della guerra balcanica, che Barilli, corrispondente del Corriere, fece con una cintura nella quale si era fatto cucire tutto il suo avere tramutato in piastre d'oro; pacchi di giornali, bozze di libri che giacciono in piombo presso gli editori da inni, in attesa dt un ~xequatur che non giunge mai. Barilh ci dice: • L'Esposizione de} '41: ecco l'occasione per richiamare all'ordJne questo mondo notturno di talpe musicali, d1 posapiano che fanno 1 satanassi, d1 gente attorcigliata in chiave di violino, e che messi tutti assieme non hanno più talento né fantasia di quel che ce n'è nella testa di un mercante di camicie. • Naturalmente bisogna mettersi alla caccia, far molte .scale, visitare molte soffitte, frugare, stanare la vocazione e il talento dove si nascondono. Allevare il musicista .comt un cavallo da corsa. Quattro anni Cosa ne pensano un Pittore, un Musicista, un'Attrice, una Massaia, il Vetturino N. 190 e il cuoco Angelo Rosati,. cordon bleu della Regina Margherita non sono troppi per quest'opera di selezione spietata, ma ba.stano se si vuol fare sul serio. • La mu:;ica deve collaborare a rendere il senso d1 ciò che noi vogliamo comunicare agli altri paesi con l'Esposizione, e cioè della gioia, dell'allegria, il piacere e la felicità di vivere. Perciò, niente mutria, austerità, sussiego. Niente di tutto ciò che deprime il mondo d'oggi. - Non tome• remo mai più ad essere felici, - mi diceva una dama inglese sopra un tono di apocalisse. Ebbene, ecco 11 programma dell'Esposizione Universale del '.. p: una offendere la nobile categoria dei cordom bltus se non ne interrogassimo uno su questo importante e spinoso problema. Ma a chi rivolgerci? Un buon quarto d'ora di meditazione sulle pagine dell'Elenco dei Telefoni aperto al\a voce • Alberghi•, e la nostra scelta è fatta. Ai Grands HOtels di Via Veneto preferiamo un piccolo albergo di Piazza Indipendenza, nel quartiere delle ambasciate, frequentato principalmente da stranieri, ma da stranieri con risorse di borsa limitate: pellegrini, turisti muniu di biglietto collettivo, sacerdoti, ecc. ~ quello che fa per noi. • Sicuro! Il 1911 fu anche l'anno del censimento. E come no? Venni a Roma col portiere dell'albergo. Anzi ricordo che mi portarono via la valigia e quando la ritrovai dovetti fare una questione col capostazione di Foligno che s1 era messo in sospetto. • - Che ci hai nella valigia? e - Che ci ho? Ci ho i cortel11 •. Neppure lui, Rosati, ricorda gran che dell'Esposizione. Molta impressione gli fecero Le Ctnto Città d'Italia, che era il nome di un nstorante sistemato in un palazzo di cartone costruito per l'occasione Un filetto di tacchino lo mette,•ano una lira, una bottiglia di un litro d1 aleatico era 24 soldi; e poi quello che v1mettevano dentro un litro d'acqua per ogni dieci di vino, lo vendevano a s soldi. Aggiungi che allora usavano t due centesimi ... Lei andava a far colazione? Con 4 soldi si prendeva il caffellatte. Quando andavi a pranzo una lira era più che sufficiente. Ricordo qualche prezzo: un minestrone 2 soldi, brodo 3 soldi, 5 soldi uno spezzatino con guarnito, 6 soldi mezzo litro di Frascati. E con due soldi di pane ... • Pensando all'Esposizione del 1941 un )lino )Jaccari : " ... io la vedo co1ne uno spettacolo J>antagruelico, una specie cli paese di Bengodi. .. " Bruno Bari lii: " ... bisogna ... far 1nolte ~cale. visitare 1nolto soffitte, ... ~tana re Jn vocazione e il talento ... " La Borboni: " ... una grande strada, eol 1>a\'imento costituito da duo tapis roulants ..• mille vicoli ciechi.,." Mostra della felicità nazionale•. • Ma praticamente, come realizzerebbe tutto ciò, maestro?•. • Organi, organi ad acqua, organi da chiesa in mezzo ai prati, staccionate dì pianoforti a coda, selve di sassofoni, di fagotti e di cornette, campi d1 concentramento d1 violinisti; cori di giovani abissine in nere grotte e in antri muscosi•. • Che ne direbbe di un teatro coloniale?•. Un teatro di questo genere dovrebbe fondere, sulle nostre scene tradizionali, elementi arabi e locali. Si potrebbe tentare un nuovo tipo di grande rivista nazionale; non simile a quelle che si vedono a Parigi, troppo vecchie, ormai, ma con un brio, una eleganza, e una fantasia molto più vicini al nostro temperamento. Intendo spettacoli lunghissimi, dall'alba al tramonto, in un continuo nvolg1mento di colori, di danze e di musiche, spettacoli apparentem.ente senza un ordme, una specie d1 can-can, di festival, di mascherata continua nella quale il pubblico è travolto come nel giovedì grasso. Queste riviste dovrebbero nascere dalla collaborazione del pubblico con gli attori, i musicisti e gli scenografi•· Prima di rispondere alla nostra domanda, Paola Borboni chiede un minuto dt tempo per riflettere. 11 minuto è passato, ed ecco la risposta: • S'intende, ho anch'io la mia trovata Il proprietario, al quale chiediamo il permesso di metterci in comunicazione col personale della cucina, ci avverte: Badate che il m,o cuoco sarà una delusione. È magro come un ronzino ... •. Infatti, a vederlo, non si direbbe che Angelo Rosati, cht/, capo della Pensione Salus •, abbia trascorso tutta la vita a ma• nipolare pietanze e manicaretti. Egh viene avanti col classico turbante di lino posato sui capelli brizzolati e un tovagliuolo girato al collo e annodato sotto il mento com.e una cravatta. È soddisfatto della fiducia che gli accordiamo intervistandolo, e per dimostrarci che la ricambia corre su a prendere una fotografia fatta al tempo dell'Esposizione del 191t, che lo rappresenta in bombetta e gild di raso sopra un 'automobile principio di secolo. ~cl 1911 il Rosati era cuoco-capo al Palacc H6tel di Perugia ed egli conserva, accuratamente ncopiate a mano, le liste in francese dei pranzi che era incaricato di preparare per la Regina Margherita quando si recava a Perugia. da suggerire per l'Esposizione del '41. Ma non v'immaginate nulla di straordinano. La mia idea consiste in questo: una grande strada, col pavimento costi• twto da due tapis roulat1t1 marcianti in senso inverso, ma abbastanza lentamente perché le persone che v1 stanno sopra possano ammirare ciò che si offre al loro sguardo a mano a mano che essi vengono sospinti verso il fondo della strada. A destra e a sinistra di questa immensa arteria s1 aprono mille vicoli ciechi, ricca- , mente 1l1ummati, in cui si nasconde tutto ciò che l'uomo vorrebbe vedere nel mondo, se avesse la possibilità di percorrerlo. Dopo aver compiuto il giro d, tutte que• .ste strade e di questi vicoli, il visitatore dovrebbe ritornarsene a casa con la convinzione d1 avere conosciuti tutti j rnisten esotici dell'Universo•. a Piazza Colonna e dove c'era di tutto, dal cinema al bigliardo. • Roba da sturbare ! •· E la rivista degli Ascari in Piazza Indipendenza. Allora Piazza Indipendenza era tutta asfaltata. >J'on c'erano né giardini né ville, ma soltanto dei tram. Piazza Indipendenza, per carità! La conosco da trent'anni. lo qui mt sono sposato, in questa piazza c'è morta mia madre ... Piuttosto sa quando me ne tornai a casa storpiato? Quando venne Loubet. Ci fu una fiaccolata degli studenti di tutti i paesi, che andarono al Quirinale e lì rappresentarono i tre regni di natura: regno animale, regno minerale e regno vegetale. E fu Il che mi scoppiarono le scarpe ai piedi. Ricordo, <..erti pestoni!...• Il cuoco sospira: • Che tempi 1 Con una lira magnavi e bevevi, e ci restavano pure due soldi per il cameriere. • lo prendevo cinque lire al mese e con cinque lire mi facevo due paia di stiva. letti, uno giallo, per l'estate, e l'altro nero. lampo di gioia passa negli occhi del nostro interlocutore: ot Certo, io penso di fare un po' di soldi. Ci sarà un movimento terribile ed è chiaro che se i padroni guadagneranno, invece di darci una mesatina ci daranno un mesatone •· Un cameriere che assiste alla conversazione interviene: • E se i padroni vanno alla malora?•· • Che malora! Faremo i soldi a palate. Qui i forestieri saranno come le mosche, e i soldi gireranno. lo so che allorché il Principino si sposò ho fatto undicimila lire in un giorno. E quando il Duce venne ad Ostia perché era arrivata la squadra navale, facemmo i conti: dalle otto del mattino alle due dopo mezzanotte c'erano in cassa la bellezza di cinquantaduemila lire•. • Come mai non ti sei arricchito ncll 111?, replica il cameriere. .- Eh, perché allora è vero che tutto costava poco, ma i biglietti da mille non giravano come girano adesso. Poi bisogna considerare che c'erano gli scioperi dei socialisti, 1 1reni arrivavano con otto ore dt ritardo, e i forestieri avevano paura d1 viaggiare. io sono stato in America tre anni, e in America, quando sentivano parlare degli italiani, scappavano via ... • :\la per il '.p io ho le mie buone idee , conclude 11cuoco, vuotando l'ultimo bicchiere d'un quarto di vino che il proprietario dell'albergo i,;li ha messo davanti perché si schiarisse le idee. • Ce la passeremo tutti bene, almeno quel1i che saranno in ,•ita. Il mio desiderio sarebbe di mettere un banco e di lavorare per conto mio. Perché so fare di rutto. • Se ne avessi la possibilità finanziaria? Sarebbe un altro paio di maniche: e aprirci un ristorante dentro uno d1 ques1 i palloni frenati che hanno la barche1ta sono; e li farei soltanto cucina italiana, ma come si fa in Abruzzo o nella Sicilia, non quella che si spaccia per italiana a Parigi o a Nuova Yorchi. E poi, di tanto in tanto, mollerei le corde e via: un piccolo giro sopra l'Esposizione, con tutte le bandiere al vento. nell'ora del chilo, per facilit:ucla digestione dei clienti•· Abbiamo avvicinato un vetturino, pre• cisamente il n. 190 che sostava in Piazza del Pantheon, per conoscere anche il parere di un componente d1 questa importante categoria di interessati alla mostra del '41. • Se mm moro prima, questa volta mi comprerò una carrozza nuova , ha esclamato. • Tutti i vetturini fanno un gran conto di questa Esposizione del '41 •. • Certo che a Roma le botticelle hanno avuto una gran batosta dai tassì. Ma chi vuol vedere Roma, non la può vedere che in carrozza: non ci sono santi•. • Ma i tassl sono più rapidi e più comodi!•. • No, più comode sono le carrozze, e poi a Roma si arriva sempre a tempo: i turisti, d'altronde, non debbono lavorare. • Per quf:ll'occasione aumenterei il numero delle botticelle, e regalerei a tutti i vetturini le ruote di gomma, come le hanno a Firenze•· Questo campione ~ella frusta non concepisce altro mezzo di locomozione all'infuori del suo e sogna per l'Esposizione del '41 la Roma del dannunziano Piacer~: cocchi, pariglie, )andò, calessi, corsi di fiori e tram a cavalli. La sua fantasia si esauri,ce nei quadrupedi, ma prima di lasciarci, tuttavia, ci suggerisce un provvedimento che non ci sembra sbagliato: quello di lasciare aperti i negozi e i caffé per tutta la notte, e di sguinzagliare cantanti e suonatori ambulanti, con chitarre e 1i~.i,r "niche, per tutta la ciuà, • Non ho mai visto un'esposizione•, ci dice una massaia. • Nel 191 t. quando mi sposai, decidemmo, mio marito ed io, di andare a quella di Torino, ma quando stavamo per salire in treno, ci accorgemmo di non avere più la vdigia. Ce l'avevano rubata. Fu tanto -11 dispiacere che piansi per tutto il viaggio, e, arrivati a Torino, cenammo al buffet e ripartimmo la mattina dopo senza aver visto l'Esposizione. Ma questa volta ci vado; peccato che ci dovrò andare sola perché sono· rimasta vedova ... • • Cosa pensa di vedere, signora?•. • Non lo so propno, ma ci sarà pure da vedere qualcosa che non si conosce. Una mia amica, che è stata a New York, mi ha raccontato che là c'è un grande treno che va a finire in acqua, e salta sulle onde, e che di notte ci sono tante lampade che sembra essere di giorno. Di certo sarà una bella esposizione, ma speriamo che non cosu troppo l'ingresso•, conclude la brava massaia. Paola Borboni ha tanto insistito sulla necessità di un buon ristorante alla Esposizione del 1941 che ci sembrerebbe di Il " Cordon bleu" AJ1gelo Rosati : " ... Faremo i soldi a tlalate •.. " n Vetturino N, 190: " ... regalerei a tul ti I vetturini le ruote di gomma ... " La Massaia : " , ••ma SJ)eriamo che . non costi troppo l'Ingresso ... "

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