Omnibus - anno I - n. 5 - 1 maggio 1937

UMBERTOCAGNI come combattente di mare e di terra somigliò a un capitano di ventura del Rinascimento; come conquistatore di città e reggitore civile incarnò il tipo del proconsole romano; come navigatore degli oceani, espio; ratorc polare e scalatore di veti te ebbe l'ardimento e i successi dei moderni pionieri. Ma più che soldato, viaggiatore e am, miraglio egli fu un capo dal fa' scino entusiasmante, che attirò l'ardente devozione dei giovani, intimorì gli avversari, ispirò i poeti. Fu un virile promotore di eventi, un interventista perma,, nente, il più degno collabora1 tore del Duca degli Abruzzi e un1 devoto di Mussolini. Uno dei pochi credenti nella futura pot tenza italiana nell'età grigia del piede di casa. Intimo di D'An1 nunzio e di Corradini, il ferreo Cagni, "eroe dei due deserti", personificò con la sua fede aggressiva la sublime passione nazionale di Alfredo Oriani. Di questo grande italiano GIORGIO PINI ci dà un ritratto stupendo nel recentissimo volume VITA DI UMBERTO CIGNI (Collezione" le Scij,l~, pagine 540, con 14 illustTazioni fuori t~sto, 6 documenti riprodotti in facsimile ~ uno caria a foglio ripiegMo . . . .... L. 25} Quest'opera. che per vivacità e potenza di rappresentazione C più avvincente di una storia ro1 manzesca, ha un valore docw mentario essenziale, perchè è fondata su vastissime testimo1 nianze scritte e orali, e reca un prezioso contributo di inediti. Basti dire che GIORGIO PINI ha potuto attingere: ai diarii inediti tenuti da Umi berte Cagni durante le sue me1 mora bili imprese (ricordiamo le spedizioni al Sant'Elia, al Polo Nord e al Ruwenzori, l'occupai zione di Tripoli e di Pola); a lettere di Cagni ai propri fai miliari, a D'Annunzio, a Cou radini, a Millo, al Duca degli Abruzzi, a Sella; a lettere di D'Annunzio, di Millo,diCorradini,del Duca dei gli Abruzzi, di BeneJli a Cagni; alte testimonianze della Coni tessa Cagni e di numerose personalità che ebbcrodimesti1 chezza col grande ammiraglio. IL PRIMO GIUDIZIO " Bisogna ringraziareGiorgio Pini per la sua Vita di UmbertoCagnl, certo lo scritto biograficopiù cordiale e più vivo che sia uscito III Italia da un pezzo in qua". CESARE GIARDINI (•L• Sumpu ~ 17 aprile XV) MONO.ADORI P4GINA 4 I 1'1.[ISTERI DI F:;R,ANCIA (Inchiesta di "Om11ibU$" . 4.) Parigi, aprile. (I IUNTI a dover concludere, la wla cosa da fare è volgersi al pratico, e domandarsi: che si deve fare di questa Francia? Per rispondere a questa domanda non si può che tornare alla dicotomia iniziale, e dhtinguere le due Francie che abbiamo davanti agli· occhi; una avviata alla guerra esterna, l'altra avviata alla guerra interna (ove la guerra cstcma non scoppiasse, o ritardasse troppo). Della prima Francia, della Francia delle tre Internazionali e della « guerra ai fa\cismi » non c'è, in verità, gran che da fare. li solo partito da prendere s-embra cs'ìcrc quello di farle attorno un muro prudente, ma fermo - la fermezza in que\ti casi è la miglior prudenza, - e Mpettarc. Che \i può fare, in verità, d'un ambiente isterico e puerile, sconu:nto di se stesso e degli altri, che misura non solo gli avvenimenti esterni, ma anche il passo inesorabile e ritmico della storia alla stregua delle sue piccole beghe inteme, che confonde i Governi esteri coi suoi avversari elettorali, che inaugura una Esposizione per far la guerra al fa- (Cismo, che regola tutti i suoi rapporti sulla base di qualche rabbioso qu'est-ce qu'il fiche votre A1ussolini, e sulla implicita fiducia in una Italia.e una Germania boccheggianti di fame e pronte alla resa a cfucrezione? L'ltalie aux abois, dice Pertinax da quindici anni ; e nessuno si è ancora accorto che lo dice da quindici anni. Che fare di questa Francia? Niente, evidentemente. Chefare di questaFrancia, Noi, intendo dire i vicini della Francia, che non odiamo la Francia, e non desideriamo e~sere coinvolti con es.,a in una guerra stupida, che ::mdrcbbc come sempre a solo vantaggio della potenza che in duecentotrentacinque anni ha suscitato sul Continente tredici guerre di coalizione - abbiamo nominato l'Inghilterra - al solo qcopo di ('(aurire e diminuire i valori continentali. non abbiamo d'altro canto alcun mezzo per sottrarre la nostra vicina allo stato di fa,cinazione e di trance ne: qua)e si trova attualmente. Come i soggetti della sugge~tione ipnotica la Francia non ha in questo moment~ una volontà propria, e qualunque tentativo per avvicinarla e sottrarla a questo strano stato mentale sarebbe male accolto, peggio interpretato, e condurrebbe a più gravi malintesi. A che pro tentare, infatti? t,.a ,ola via per stabilire co~la Francia rapporti umani ,arcbbe, evidentemente, quella di parlare direttamente con Parigi; ma dalla caduta di Lavai in poi, '1òC ,i osserva bene, nessuno ha potuto parlare direttamente COJ\ Parigi; chiunque ha voluto dire qualche e~ a Parigi ha dovuto parlare attraverso l'intermediario di Londra.. Anche le attuali conve~azioni relative alla nuova Locamo vengono condotte con Londra, non con Parigi. Chi affcrma:,~e che Londra ha m~':!Oun veto as~oluto ad ogni conver~azione diretta della Francia colle altre nazioni del Continente, o almeno colla Germania e coll'Jtalia, potrebbe es.~ere incapace di documentare materialmente la ~ua affermazione, ma non affermerebbe nulla che non risponda interamente a quello che accade nella realtà. ~n qu.est_econdi1ioni, qualunque tcntalivo d1 giungere, non diremo addirittura ad un sistema continentale - che pure è quello che è urg('nte e necessario, ~ per la Francia anche più che per noi, ma anche ad una semplice intesa di buon vicinato tra la Francia r i (Ul)Ì vicini immediati, non avrebbe alcuna probabilità di riu,cire. Blum è immer,o nel <;uo<-0gnodell'alleanza delle tre democra1ie, intapace di rend('f'i ('Onto che gli Stati Uniti non aderiran• no mai ad un'allea,w.a continentale e l~he ogni <;fono in que,to ,emo non' fa c.h~ richi\1derc la Francia nella ~ua pos1ZJonetriangolare tra la Ru,,;ia e l'Inghilterra, privandola della sua autonomia politica, e cli ogni libertà d'azione. Quanto ai partiti politici, abbiamo <;tudiato la loro situazione, e abbiamo concluso che nessuno di essi può fare altro che .esser lo strumento di qualcuno, e d1 qualcuno d1e non è sicuramente la Francia. Qualunque tentativo di intender'ii viri)m('nte e one.stamcnte c.ome d?vrebbcro fare dei popoli con~ tmcntah, vtrrebbe accolto dai Putinax, per non parlar<' addirittura dei Bro'1òso-· lette, coll'o-.servazione che Germania e l~lia non (i sono pre.scntate in ginoc- (h101 e con un berretto d'asino sulla te- !!ta; dall'Oeuvre, dall'J/uma,iité e dal Populairt toi lazzi consueti. Londra avocherebbe immediatam('ntr a sé la direzione delle trattati\'e, e del tentativo non rc-.terebbe se noo il rammarico di averlo intrapre,;o. Con questa Francia dunque non vi è nulla da fare; non vi è che la-,tiarla a sé 1ite~sa,ed al tempo, che muta molte cose. Il tempo ha ~ià mutato molte cose. Se tn• na7Ìoni. il cui ap~gio scmhrava definitivamente acqui,ito alla politica francese. e che erano parte integrante del sistema francese del dopo guerra, la Polonia, il Belgio, e la Jugoslavia, se ne sono staccate successivamente ed hanno ripreso la loro libertà d'azione, ciò non è dovuto alle cabale ed agli intrighi infernali della diplomazia italiana e tedesca, ma alla antico,uimmtalità - non vi è altra pa• rola - della politica francese. Quanto a noi, la stampa di destra e di sinistra può accusarci di qualunque reato, ma una cosa non può certamente dire 1 cioè the sia stata I' 1 talia a rompere gli accordi di Roma. In due anni la Francia ha perduto quattro alleati dei quali poto occupato dal tentativo di impo~i nel ~ti~!j~1n~f(e:ne~icllt: t1~i:r~~:~i ~ chi va lentamente in liquidazione. 11 secondo, quello attuale, sembra occupato invece dal tentativo di volgergli le spalle, creando dei sistemi di allean~ ze atlantiche e interoceaniche, che hanno un solo torto, quello di non rispondere ad alcuna realtà continentale, e di non poter fare altro che far perdere alla Francia il suo centro di gravità, che è sul Continente, non altrove. Questi tentativi non tarderanno a mostrarsi vani; anche più vano ~i moLE, SCANDAU: FROGE ctristiai';' FROGt --- ••DACCI 0001 IL NOSTRO IOAN'DALO QUOTIDI.ANO,. teva cs:,ere implicitamente sicura, quattro alleati che le davano la garanzia della pace; e ciò per seguir due alleati, l'Jnghilterra e la Russia 1 che le danno ogni garanzia di guerra, come quelli eh(' non vedono nella Francia che un mezzo di guerra. Senza dire che sono l'uno e l'altro, per mcntaJità, interes~i e po,izione geografica, estranei al Continente, nel centro del quale vive e dovrà sempre viver la Francia. Vigilarla con atte111loue Sembra impossibile che tutto questo non venga compreso alla lunga dal popolo francese, anche !le i partiti (j rifiutano di comprenderlo, e che la Francia non si renda conto che e,._a non può né imponi al Continente, né vol- ~ergli le spalle. Il primo p<.·riodo dell'attiv1tà francese dopo la guerra è Ma- ')trerà il tentativo di creare un soc;tituto alla Piccola Intesa tra gli Stati '\Candinavi, e di farli rientrare in quel gioco di alleanze e di guerre europee che es,i hanno risolutamente abbandonato. e nel quale non ritorneranno giammai. Quando questi tentativi di nuo,·i (jc;temi anticontinentali ~i ,aranno mo\trati più vani del fumo, è po,,;ibilc che la Francia c;irenda conto che la sola cosa che k· convenga, la sola che poli.Sadarle un v('ro margine di sicurezza, è un -.elido ,i)tema continentale. Sarà allora il mom('nto di parlarle, ma non prima. S,·cnturatamcnte bisogna temere che anche queo;;to(ogno vellga interrotto e nullificato dalla guerra esterna. E dell'altra Francia, la Francia della (,rucrra interna, che cosa ,.j deve fart? \'igilarla, evidentemente; v.Jarla con attenzione, come compete a chi vive immediata.mente dall'altra parte di una L INDICE DELLO SCIOPERO CLON COITE, COMtfN'JSTA, ARRINGA OLI OPERAI DELLA SENNA) virtuale frontiera, e ha colla Francia molte cose in comune, tra l'altro qualche cosa che si chiama civiltà; vigilarla con stretta attenzione, e senza preconcette antipatie. Per quanto i partiti che sono attualmente al potere sotto il nome di Front Populaire, oltre al fatto di averci dichiarato unilateralmentè la guerra, (Ì mo1itrino anche all'esame falsi, inconclusivi e inoperanti ai sensi cli un vero rinnovamento ~iale del popolo di Francia, per quanto e..,\j non siano che maschere che coprono altre cose, maschera di socialismo, maschera di comunismo, maschera di radicali(mo, non bi')()gna tuttavia dimenticare che ab a11trquo la maschera non è che un ,c·g:no, un simbolo, dietro il quale il teatro dell'arte e il teatro della vita hanno c;cmpre nasco~to delle pas~ioni vere. e dei drammi reali. Che senso ancbbe infatti mettersi la maschera comunista in un pac<:.eche non avesse bi- -,ogno di un profondo rinnovamento? ~essuno. La mascherata non avrebbe alcun successo. e sarebbe preferibile metter la ma.(chera di Gobineau, o di ~ietz..,,che, o qualunque altra. La pre- ,enz.'\ di partjti simili al potere deve dunque ec;scr ricono(Ciuta almeno come il ~c,gnoe,rerno di un profondo trava- ~lio interiore della Francia; quel travag_lio che abbiamo chiamato la guerra interna, e che, anche se non prenderà le fom1c della guerra vera e propria, sarà egualment(' una guerra. La maschera .Contro questo travag-lio noi non abbiamo certamente nulla da obiettare almeno in quanto esso è un travagli~ real~ e. so~tanz.iale; quello che può spiacerci e la ma,;;chera, non il fatto del quale la maschera è il ~imbolo. Tanto pii1 che sappiamo perfettamente che fino a quao.do ~i porteranno queste ma- \Chere, di rinnovamento sociale in Franci~ non ,ar:1 il ca~ di parlare, cd il 11 avagho del popolo france,e v~rrà co- :,tantemente frustrato, ,0110 il pretesto dt:lle neces\ità della politica intemaz.ion~le d:1 ~ronte Popolare, della guerra ai fa(c1<;.m1d,ell'alleanza indi,pemabile col capitale anglosassone, e CO(Ì via. ~fa an~he quc~to non potrà durare a lungo; 11travaglio interiore del poJ){\lo france:,e, appunto perché è una co,;a reale e ~-er~, ~i farà ~trada malgrado lutto. e I pnm1 a far,t?;h:,trada saranno quf'~li ste~si che attualmente lo o,tacolano1 pretendendo di guidarlo. E che po,_,.1amoaver noi contro di questo? :'\,ente. certament('; noi, che abbiamo g-uadaitnato moltr marcic allc dcmocra7i(' \U quella via del rinnovamento ~oc,al,· che è il hi,oRnO ciel mondo non abbiamo certamentr nulla tontr~ un \t"1:o rinnovamento in Francia. Gli uomrni dcll_a estrema ,ini,tra francese ah1ìL'llO 1 <imcrri e qudli <:ht." ,i dann~ la pena di pcn'lare, lo ,anno perfettamente; n~S'i~no .di es'li na,conde 1 nelle c<:mvc:r-.::az10111 private, che i paesi a reg!me tO~alitario sono assai pili avanti d1 loro m quc-\ta ~trada, e chr -.e e~i non po"~ono ~egu1rlo lo debbono app.unto a quel. far~cllo. e a quel -,ugge-Ilo d, dc-mocraz1a d1 cui non rie,;cono a 1;br1:1r..;i. ~fa Stalin a Mosca ha decretato rllf' comuni,mo e demo:razia ..o.no la <itc,~acosa, per non uscire dnll'allca111a.in~lcsc; ~I rinnovamento del mon.do ~1 arresta m una riunione di ~tJ.t1 ~1ag~iori, e la 11 c la 111 Intcrna1-1~nal~non hanno .iltra ri~r:a, per coprire 11 loro f~llimento 1 che affennare c!1e la colpa e del fa,ci~mo. Verrà il {?10910 in cui anche la IV Interna11011ak e il tf"Ot(ki<.monrranno definiti come movimenti fascisti. La ma- \Ch~rata (a~à allora completa, ma non ~.:~~u~~~v 1 1: 0 ~~~. che arre~tcrà il proli progre,~ del mondo, o piutt<hto (per cr~..1.. re di adoperare una parola alla quale l'abuso democratico ha tolto ormai ogni ~emo) la marcia del mondo ver~o form(' nuove di convivenza ~~iale. no!' può ec;~erearre~tata; essa e 111 ano, m Italia come in Germania :1egli St~ti Uniti come in Inghilterra' 111 Inghilterra come in Francia e l'er~ rorc che )(' ck:.mocrazie commettono t~ntan~o di arre~tarla, in nome di quel hbcr~h~rn?. t!1c, glorioso quando affermo J dmtt1 della -µen,onalità umana con.t~o una incontrollabile trascendenza poht1ca, non può che morire in un fan- ~mo rivoletto oggi che viene fano bandiera di una incontrollabile trac;ccndcrua capit..··dist.icacontro i bisogni e le ~offcrcnze dell'uomo, conduce ad una co<.asola : alla morte delle democrazie. Se dernocra1.ia e rinnovamento 'ìOCiale dl\:<'ntan?· (eme div('ntano 'iOtlO i no- ,tn oc~h.1i ogni giorno di più, termini ant1!ct1c1, le drmocra.zie sono morte. Ed e. non solo pol1ò<iibilem, a probabile, che il. terreno sul quale ~i svolged la lotta ,1~ appunto il terreno che le de- ~orraz1c hanno ,cclto per organiz7,.,.'\f- \·1la loro j.trandc difesa: il terreno frantC\e, que~to terreno ~pcrimentale per <"CC'('llrn,a. Può la drrnocraz.ia, come ha a_ffermato Baldwin, fermare il mondo 1n qu,·sta ma1cia? No; pure essa I~ \pera ; ed è per questo che la troviamo all('ata ai fal-.i comuni~mi in una allean;..-1,di guerra. CARLO SGARFOGLIO Tre ronianzi che bisogna leggere LIA LA Fiaccan uvofe Volume di pagine 204, L. 10 • Fiaccanuvole •• è certo I' oper• più fer- ,.ìda di Li,.Ja. il romanzo. che ,i uolge nei di-.eni aeroporti d' llalia, è ,critto con ,icurcna di ,tilc e coo ST•ode vi..-acit.1 Ji dialogo, IIJebraodo Fu1No, detto ••Fiacunuvole" per il veno cb'rgli ha di ,faldare tulle le nuvolc,ttc che iocootra nel cìrlo, è un auo dcli" a-.iazionr, ma, quel che piU conta. non è il solilo brUluit.Do uot.Do di tutti i romanxi. il fatalone, I' affucioaotc-. "Fian:anu•olc ·· è un brutto ragauo. fi,ic,unente: ma moralmcnlr, è lutto ciò che di piU umano ,i poua desiderare. Corasgio,o, leale-, pilota di gran ciane. rgli che cono,ce tulle le acrobuie. lulli i cirli, 1ut1i i vcJi,.oli. oon cooo,ce ancora l'ainore. E, per dirla con lui, dell'amore ,e ne infi,chia. Fino a quando...-nella ,ua fattivicà di aquila ardita. enlraoo due donne; bc-lliui.ma e cclcbrc una, non bella e malata la ncooda ... WILLIAM FAULKNER Oggi si vola TRAOL:ZIONE DI LOR.E:--zo GIGLI Voi. della Coli. "Medusa" di pag. 288 ....... L. 10 Quoto è il primo rom•ozo dell'auicricano \\'illian:i Faulknt:r chr appare tudolto in Italia, dove il 1uo nome:-è celebre pn le polemiche ,u,citatc dal ,uo fo.co e au• llacinimo romanzo Sanelut1ry u,cito oel 1931. PylM (che in quula colluioor è pre,eolo.Co col 1i1olo 0.'19;,,, 1·vla) u,ci io America nrl 1935 e ,.j fu .accolto eotu,ia1tica1.Deote. Si l\·olge in 110 campo d'a,.iall!ionc, durante due giornate di garre aeree (doodc il titolo, ••11 pilooe ••, che nina lii, ,·olu1ta terminale della cona) e porla in primo piano un gruppo p1eullo-familiare, una piccola mi1cranda anociaziontJi -.olatori • un pilola, un p.aracadutiata. uo n'.leccanico, una donna e un bar.obino che un glOrnali,ta anch' cnn ,·ittima di uo duti.no mancato prende a proteggere. Il t,;.no del romanzo ~ alto di colore. allucinalo " po1en1emcote drammatico. l'l[(HTILDE Ll<HNOWIKY l ·.ti ~~~~\ I ROMANZI DELLA PALMA -· ---- ---- --·- f . IJt/.,,;iJ, è uo romanzo , i,·o r profondo. 1/aulrice. principeua Lichnow,kv, unn- ,lo con delicatuu i proudim11e~ti della p1icoanali1i. dimollra come due gio, ani 1po1i. ognuno dei quali ha doti non comuni. - poetiche e u:ntimentali l'una, rea• lilliche l'altro,. fìoi,cano. dopo un pC'rÌQdo di accordo, col lro••ani rec.Ìprocamenie in,oppor1abili. Si dice ,olitanic-nte che teo• denze Ji.,erse ,iano garanzia dì matrimonio felice, perchè gli ,posi ,; completano a ,•iccoda. L'autrice di quuto romaozo dimo1tr.a ioTece, iodirctt,,n:ieotc, che per I.a felicità coniugale è oeceu.aria una errta affinità. Ira i coniugi. I due protago11oi11di quuto romanzo. difatti, per caute futili giungono ad uno llato ,l'intran,igcnte intolleraol'.a, che la. prc-1eo·u di uoa amata e gruio,a hin:iba rende ancora più patetica. Mondadori

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