f MA.GGIO l9-l7,XV O ■ NIBUS PAGINA J I - - • ■ - 1'w --- Il comandante della nave attraccata alla banchina drl porto fluviale- di San Paolo. la donwnica mattina, ha l'a- ,pctto tutt'altro che marinare<:co. Pa~- ,c~,:~fa a poppa ron le mani n<'llr- ta- ,dw, SC-Qprc sulla parkia il fr.,.tonf' d'om della catena dc-\l'orologio: par(' un huon borgh1.,•,c drlla pnifc,ia che a- ,ptui l'autohu~. Prrò fu,na la pipa, e ljut•,ta ~ l'uni(.a conc<·,,io,w che fa alla figura rom.intica del \'Ccchìo lupo di mar'l'. Si .111noia \ i,ibilmcntc e non .,j la- ~ia JW(·garc per attaccare di-.corc;o. - - - - ,..,. « Dopo trenta<'inquc anni di naviga1iont', -.ono vtnuto a capit,u·e in qu1:- ::.tofm,o di tinche>, mi diC'c. li foS"-O di tindit· ,,uchbe 11 TC'vC'rC.La ragione del tra,frri,m·nto n·~ta un tni'ih.'rn. E. d.tpprim.i, ,l potrebbe- credt·rl' che- il bmrnto fo,,C' do\ uto alla ttMncanza cli l'fnozioni e di movimento; ma non è c<hÌ. Il t"ilpitano è un uomo brn po<.ato · rotondo che di cmNioni, a '-<.'ntir lui, 1w ha .tvut(' ..1nchl' troppl.' in America, in .\frica, in Nor\'cgia c pcrtino a Yo. koharna. Il ,;,uo idc:alc-, adc1.to, ,art·bbc .111 ,eni,io tranquillo, ,u una bella na• \(' luc-('nt<' t· modt·rna fra k c-itt.ì mc> ditt·rr.uwe. Poit·hé il m<.·'-tine fra Gt·· 1w\a r· il Tt·n·r<.·. che ,embrcrebbe il più rahno immaginabile, ha invc.:c i ,uoi punti nt•ri. « 11 fondo, d'c,tatc, .\~giun(!c apptna un metro e m<·110, 1· rn◊ltc ,·olt<.· bi,ogna ,caric-<H:· I~ 1,a\'C .1 Fiu111ki110 r n·nir~cnc 'IU fino a Ro111,1 por tam.lo lr mf'rci a I imorchio iu cluC' o trl' rhiattt·. D'invc-rno, poi, c'è 10rn·nu• fortt· per via delle pirn<' e ,_j 1 :11ic·a pn arrivare- al porto». Il porto fluviale /.iuo. ,itto. pa,,e~~iando ,u e ~ili per :I ponte nelle int(•nninabili giornate, .111( lw il c.tpit,.1110 ,i è fotto un -,uo pt0• rr-tto p1-r dart· a Roma un ;randr J)(lr• •o. ~[i dt>,cri,t• minutamente tutte- le- < hiti--c· c-ht· dovrrbbc-ro ,;or9;cn· pc-r riu- ,1 in· a mantc-nt'rc una profondità co- -t;.imr <li alnwno lit 01t·tri. lt'" rt!ttific:t• 11011i che· doHrbb<·ro ,ubin:· C('rt<.' rur• ,.,. ckl fiume- ,r-1wa dw aumc-ntas,e :rc1ppo la \'(•loc·itA dc-Ila corrl'ntc, il 111•;.dio1r11<idodi ,upt'rJ.n.' qm'i ~ei rnc- ·.ri di di,liH·llo dw (i ,ono fra Romd 11 man·. « Qm·llo dw già è ~tato fatto», mi li< 1•. « dr\.·t• a'-t.'r u·,o molto hcnc ». .\[i ~u.ndo intorno ad ammirare, -;otto : 1 {!uida cif'I capirnuo, lt· gru, le dra• .d. ll' lt· band1inr- dì nm<'nto. P-. certa- ·w·rw· quc·~to. oe-e-i. il punto più ,ilcn• ,in , di Rvm,t. Il fiurru: a(""c:oglit tuttÌ 1 un1ori ndb ~Ui.t largh<·na e nrl ... uo !ru,c 10. 11at1 ,1 ripo,ano t> lavorano J.lm1: non e-i '-OllO na\"i in arrivo né .n pa1t1·nza .. mche i higonc-ini del~ lra~h1· •ono rima-.t1 ,o,pt,i a men'aria. mn>r;.1 t.'arìd1i d(·lla ,abbia compatta <kl fondo. Le gru ,tanno immohili in .1,,11rdC'IX"hizioni, coml' •C' il lavoro fo,. -., ,tato hn1-.canwntt.· ,o<-J><''-O. Il c.1pit.rno ,rguita a parlare di '-C ,11•.;~. Pon-ra<-c-io, qui a Roma non ha n, ppun.• un ~t1nico; quando ci càpita dnr- 'itan· tutta Li ~iomata a pa~,cg• ·_•i,m· ,u e giù per il pontr- della navt· -11 ,1•rra o andar--enr a donnicchiarc- ,n 1111 cin,•mato~rafo di t<-r..:'or<line. Dire k• ,uc- '-('llttn.tC' in un to,cano h:t~tardo r rnno. f·: un viareg-gino. Gli dflm.rndo noti;,ic dcli'« .\rtii;lio » e dr-I- :,• ahrC' famo,1• navi adibite ai rC'cuperi marittuni. Conoc.re tutti quei palomhari: i \"i\'i <' i morti. ~,fi din che ora :n.irriJno in automobile- e g-uadal{nano da ,ignori. Si·mbra pt'rò chf, al giorno d'o~~i, ('hiunquc po,,a fare il palomha• ro. Finalm<.·nt!' <lire la fra,;r che a,prtta\'O da men'ora: « Ai miri tc-mpi era ,m'Jltr:t co,a. lo '0110 ~lato palombaro nella baia di \'i~o al ricupero di un ariro di lint~otti d'oro. Allora ~i anda,..t ~on'ac-qua con gli ~cafandri kg• (!r-ri ,. hi~n~na,·a ,.,,.{'re uomini <'C-Cc•;,;ionali per riu~cire- a tcenderc fino a rin- 'tuanta mNri. Trmammo ventinove ~a• lt•<>ni ,p3~noh dPi trf'ntadu<' affondati durJ.lllt' la lpttaglia, ma di oro non ,;e iu- \ idf". L.1 V)(·ictà ci rimilt' due mi- 'ioni ,. Poi gli chiedo ..e ha conosciuto il po· H·ro \'iani . .E stato peNmo ~uo compa- ~no di ,cuoia e ,;e lo ricorda "c-ol;uo .,ur<·on" " barhiC're. « Io non mc n<' inu·ndo e non po1.,;ocriticarlo, ma per ~ri\'rre dei libri di tetto ci vuol altro ». :\'rt;"li ultimi anni, poi, Jo ritrova\"a ru- •ti,·o e- taciturno. « Certo bi,ogna e,,;er(' rnt<·tli~C'nti prr fare quello che ha fatto lui -.. Anche come pittore non gli va g1l1. J .'argomento di attualità è quello ~ra• ~nolo. « .\1a ~a come si dovrebbe- fare 1 » mi dice. « Se ri sono le 'iquadrc di futball, ~i po,(ono pigliar!' una \'Cn• tin:1.dJ giovanotti a posto e poi mct_trrli ,u un prato. Dicc_i ro~si e d1N'Ì italiani. i,: l'ultimo che nmane in piedi \'inre la guc-rra p<'r i suoi ». La ri~olu;,-ionc ,an.-hlw far.ile e giu~ta. Anrhc- i marinai gli danno ragione, Co,toro, pur f;e~uitando Jr loro occupa7ioni. ,tavano tutti on·ccbi ai no,tri di~cor-.i. Cc n'era uno già tutto \·e,tito con cra\·atta e colletto, ma con le 'i('ar· pc in mano, che ,i affannava a cercare una ,catolctt..'\ di lucido. Ora l'ha. tro- '-ata e si dedica con tutta la -.ua attenzione all'opera tanto delicata. Continua a ,;trofinarc pc-r mt:u;'or:\, ma le c.carpt non brillano affatto. tanto che d('(_·ide di infilarle co~ì t.:ome sono e di ,ccn<l<·rt· a terra. Chi~,à quali a\'venturc gli ,i preparano. l compagni intanto -.ono tutti radun.i.ti a prua. Si la\'ano. ~i \"f',tono all'an,l aperta, parlando poco r piano. Si \'C'dc <'h(; uon tanno discorrere d'altro rhr dd h:,ro mt·,t1ert· come i vccthi t;ht hanno dato fondo a tutti gli n.r~omcn• ti. Già da ieri a\'cvano pavetato L.1 na• H di una gala di bi:mcheria mal lavata; ora ,j \'Cstono come contadini al ~iorno di festa: qualcuno c;iunge pt•r• ,ino a far,i la barha. r\ coppie ,n·ndono sulla banchina umida e- ,;j allontanano wr,o la città. li ,cgno pn ricono,ccrli fra la folla drgli ,trani _(!iov,rnotti che ~irano pt'r i<' '-trad<· di do• nwnica è il hf'rn:tto ha,co dw tutti i marinai portano. La na\C· n..·"la (ola e- clt•,;crt.a !IUI pigro filo dc-Ila corrcntt.· sotto lo ~g-uardo Ml· noiato cli quakhr guardia di fina111a Rim,1nc a bordo un -.olo m,1rinaio. t un vcnhic-tto di\'crtr-nti1-,im<J. I l.1 una \"O('Clta '11--idula e l'nr<· fr.1nn·"'· .\ndll' qw.~,to naviga da quar.1nta anni e <'On~id!'ra un affronto e un'ingiu~t11i.1 enorme degli <ffmatorì il fatto d: r,,crc ,;tato mandato a fare il suo mc- ~tterf' rn di un fiumf'. Il prohlrma dw più lo appa,tiona è, naturalm<>ntç, il fondo ckJ TC'\'('.rC. ~li d<'lucida con r- •(·mpi e-gt.·,ti in aria l,L nc-cc-,!!ità di <lw chiu,e c. di un dock Le decine di ton• nl'llatc- che ,j ,barC'ano giornalm<·ntl' ., Roma di\'entrrt•bhero ckllc· CC'11tin.ai.1. Gli domando quali ~uno i viaggi che h1 hanno pili imprc,,ionato. Si ricord,L d<'i primo. per l'_.\mnica del Sud, fatto a diciotto anni e di quelli t>mm:ionanti <l<'I tempo di g-ucrra. Pare the pi·r dtw volte la ~ua naw ,i tia talvata pn mt r.u~olo dai siluri tedeschi. Gna ..-olt.1 al largo di Gibilt<·rra, chr: ti dovetti· frrman: pc-r di,irnpegnar,.i di un lifer ciH' na andato a caçciar-.i sotto la chiglia mentre tutto 11 con\'oglio che aveva pro\cguito fu colato a picco. Una altra volta davanti a Port Said, r-r;rno ,iu~riti a entrare in porto ,alvi r,,i -.oh ~u diciotto navi. « I ,;iluri guiu.avano mtumo alla na\'C come un branco <li ddfini », '-tc-ondo lui. L,· ,par.i gro""'· Poi parla di donne con l'e,pc-rirnM di un \'<'ffh10 frequ<'ntatore d1 tabarinL ,\i ~uoi tempi, quando il marinaio non ua un ~ernplic<· operaio, ma un uomo in gamba vrra1m·nt(', il ...-ia~~io prrfrrito da tutti era quello pc-r t\nvc-r--a. per quanto ço1Tc~,t~ per tutti i porti il pro• v<•rbio: •< Anv(•r,a, paga pt'r-a ». « F.ra• no lx-i tempi>. mi dice. e Prima co~a, ave\'O trl'nt'anni di mrno. poi <"i ~i trO• \'ava fra uomini diritti. .\dC',<;-0il ma• rinaio ha i ventilatori, gli anatori. il cibo huono e- ,i abitua in una manif'r:t çh,· neanche all'alber~o. Al mar<' ,i t.· dato l'addio <1uando tutti hanno \"Olutt: il vapore, anche- i Hcchi padroni d<·1 vdirri ». ~fi fa ancora un lungo di,c-or- -;o ,ui prn1.1 rag~iunti dalla nmicl' <' ,111!1• d1\~Ta11<' dt·~Ii armatori ~<' q,·r,1 <' ~1• 11(' va al s110 lavoro. Sono .1rrivatf', rntanto, al porto due o tr1• ,quadre- dì ragauetti rhr ammir~rno i \ ,1pori e non \i ch·cidono a chirclf'fc il pc-nnt''i'-O di ,alirr a bordo. l\.1Anco CESAnINI DEL VANTAGGIO Clii Vt.:OT. t"tJ1tare le catacmnlu d1 Snn Cnllrsto rntra u, 1m g1ardmo. Va ttt·an11 q11a11trm,qu,l/o e 10</dufatto dt'I luogo aperto, fin<hl 11n prete t.·c1trto d, ,,no gli si an·1nm1. Con tm mclunQ dia: Il b,gl,nro, 11 lnf(lutto, 1,gnore E rnd1ca un pad1l(l1Qnc drn.·f' du1tro lf' t'ttrine ltmo croc,fiui ron la t,rm ddlr catacomlw. Sm1u Cu1/ie col filo rouo al r:ollo pr-r dau npprruumatà·amn,te /',dea dtl 1mr{(11r-; t' tnntr- altre piur,lt tost .\.folti gli srranit:ri. I Cl-nt1ise111brano , più. a,. co1pat1 Vtn~ono aumt1 umcun. Jl,ntu i frnnu.n, ,n f,!rt1ppo, at:an:ano sicuri di si. c ·n n·ccJrir, mons,r-ur Dupont, grosso e vnttto di h/11, ,I basco sul capo rotondo, la collottola msrn, ,·a a,·ant, con modi da cap,tario. P. lui <hf' {>(lr/acol prtt(' per doma11dar,, 1 h1gl1<·tt1,· ,. qudlo a,,cora s·mchma. Il glardmo i pit110 rii J!htlc rii tutti I paesi. Ogm ruu:iom: fa gru{>• po. Srartitnmi gli 1tolùm1, q11aJ1 tutti SJ><>stm da /)MO. Gt'itaflam fi,iisco,io col rnwre ,,, duparte. Von solo; ma abbiamo notato che, rntrat, ,id pad1f?/1one dt'I cronfiui, dà,mo ima tJahwta ,. non comprano ,i l:nJ:li,tto ,l'mlfTCUO. Quasi 11 d1rehh, ,h, non I, ra11i,11r, per nulla quelfo rhe 1 armo t·edendo .. \la fl pr,U t dat•- , m un modf{lr, di 11rgnm:;::n:;1onr. Ln Jrar1- (llll, lrsfmnçms, lrs fran(a11! En,:hsh, enttii1h, rn!(luli.1 •. /.,- ,ia-::iom n fnrrrro at·Q'1/i, La Cmu msi. mr allt1 Fronda· Sud lm1r,à1 con lnttlultrna. G/1 ,cnrsi 1taliam Il pr, r,· I, J!tiarda m11l,. f. 111111 ,e/ii, ra così n,1(110 d11' rum sa a eh, namlarla G/,l S<.·.;1i·1 al f,nrgn Ar1to1tma nixono 11naiitrf'm{l:;Jonf'. I~'acq11add Tf't·ere fi//,a, f,1rma 11n acqmtrinio fra i rudu1, , l'aria ,,,. rntn (lmmorbata L 'art'a 1artbbe adatt1,sima pa rortrutrà 1m lt'atro modnno. VIALI-: DEI. RE. con i grossi f'dif,à dal- /'l)rrnida farn'ata, t 11na strada dttersa da q11f'l/eddla Um11a <:ontemporotua. Ila 11'1(1 sua m11drrmtA foru e unza eqm,·oci. IA l!ioria drl m1Jn11mentl,anche se rnta o d11epasu, t' fonlana dal I •,ale drl Rr .• \/oderm , piatam />f>lf'froJI, , i bazar d1t' t·tndono tutto. I'f'nendr, d11I Ponte Gari/mld,. 11 scopre una ,,,m11ta nta pofJ()lare, non p1ttore1Ca come li t o,..,d,bt thr four- suomlo 11n luogo com11ne; ma semplice t , ,uuc. Solo nrso l'td1fiào dd l' f,'d11cm:ÙJ11Xt azlon(llf' I, cou mutano. Il p,Mnte pala::zo I forst frn i più. l,,11tt1 dtf/(1 Jlr,mn conumporanf'a, ma t un brutto rolouo fnà/mrnte sopportohde. J111opportllbr/t tnt·cu q1ul gimel/,nr,, tipo t·tf>OllZI0nt' w11t, rsale r111I• lrnrn eun11>11nd;c,c,he è il polazzr1 d,i cQ11tor11 Pcila:,::wnon è. rttta una capan11uu1a gelltH0 MOI.TF. C/1/F.SE romane, che maJ(0TI al f><)stodtlh- candele d, cera l,a,mo lam• pndine df'ttrich,, si trrn.-ano ,n <tJnd,zmm preor:- eupant1 I 1-nri de/lt fi,irstTf'llf' li 10110rotti, 1· l'a<"q1/(/entra Jnundo am,,mffirt lt t eul11t m11r111:lir. L'AJlACNO t un caffè 1lhutr1", uhhl'nr lo ,forzo mal!,l[Ù)rfp' n tenerlo ancl)ra 111110 qu,lfo d,l/a coifmna chf' e stata eln:atn ,iel Mlone, se no ,I so/fitto crollm·a. ,·lnchf' la nu::za dozzina di cam,rru1 11 d<inno da far,. I/anno un·1to cn/fl a sot·ram chr t·eni,·ano apprJSta a Roma per 1·i11tore la terza salnta , a mmistr, d1f' nrlla trr::a saletta comb,nat·ano m,nu.Un Si n tntolano I xror,ia/i offrendoli nlln r/1111tda I giornalr,m di tutto ,I mo,ido ll)no la l(lorrfl d'Aragno. SpuM 11 fanno dei concorfl /)I r ,ndannart' dii 11a nascosto dietro "" Temp~ slmnd1t'rato. Così li ptusa il tempo. ,\fa 11naltro nustero d'Aras:n11 t la ::ona ora nasro11n dalla colonna q1iadrata. ( 'n terzr, misrno, l'annnsa drol(hrr,n. Fppurf' l'Ara,:nn ha le mr gfor,,. /)allf' nnque 1n f>QI d'r,[(m pom,·ril(J(io, fanciutl, t.•t'ft1U di rosa swmano l'arpa, 1 t ,ohm, 1 sasMfom, t cantano l'it-e,,• Q Cn !Hl dl t·,drnno •. /)aranti olla porta, si aflotla,M 11ommi che 1(uardnn.o arrslosi q,ull, anl(ehcflt' ji,:ur,. Chi t uol,- rntrore dmr,mda nert·Qsanunte perme110, Come dire, Prr chi m1 prtnd,t,·? Io sono uno d1 q111/11d1 dentro. MASSf'-11....-0 • - • - - al Reale BALLETTI INDIANI RE LEAR ~ baritono, ha molte figlie, e tutte prime donne se 010 ,·t10le, fra le qualj d1st_ribmsce i sum beni Reali, mob1h, e 1mmoh1li, con annessi e suppelletuli; insomma fa donazione, elargisce, st spol,l:lia d1 tutto fuorché della sua barba, e s'aspetta che la gratitudine. l'amore filiale lo tengano a! caldo, per così dire nell'o"attaie s:li permett11.no di passare mica male, coccolato e con1ento, gl, ul11mi giorni della sua \ila. Gh porteni.nno '-UI carrello la colazione a letto: caffelatte, toast1, marmcl• lata, uo\'a, pesce e bistecca Le figlie, in,ece, afferrano corona, terre e potere, poi approfittano del primo temporale che cap11a sul tramonio per bunare fuon di caS.11il. Re padre e IR sua barba (senza la• sciarlo cantare} all'add1accio, sema cappello, se:nza ombrello, sen,a fiammiferi. Sul bosco pauro~o, si scatena la tempesta con fulmini da centrale elettrica e fischi da logJ,1:ioncinfuriato. \la per quanto faccia l'or• chcstra, non dilu\'ia, non pio,c, non sgocciola, e non pioverà. ~ una tempesta nc1una che fa <iudarc soltanto J;:li ascolt:Hoti. Da un pezzo non scnti,;tmo più fischiare in teatro. L questa fischi di un'orchestra pagata e diretta da Serafin ci fec\!rO un'enorme im• pressione. Era questo il primo es~rimento d'una cura pre'"ent1\·a, a 1imii;i:lianza dcl 11ero contro la rabbia, per e,-cmpio: fischi m1etUil1nella parlitura per mvnuni1111re l'opera. Shakespeare non t mai stato un affare teatrale. nemmeno all'epoca della pece i,.:reca. Figurarsi <te ogRi con la cupola Fortuny c'~ dfl far,i ancora illusioni. A((giungi che Shakespeare anche nel teatro non ehbe mai troppa fortuna. 81wgna leggerlo e poi chiudere il libro. Allora dovrai convenire che il maestro Chi. ~lanzoni, an:ndo ripre,o Shake,pearc pro• pno quando tutti lo avevano mollato, non l'ha fatto per speculazione. :'\lohi compositori d'oggi cercano nel Ji. brcuisrn un aUeato, un santo proteuorc, uno scudo contro la ~randine. Con l'a\'allo di pranrli nomi come, per esempio, D'Annunzio, o Pirandello, sperano d1 far onore alla propria firma, o d'ottt-nere una dilazione . t stahilito che, alla fine d'oRm stagione lirica, ci debba enere almeno un capro espiatorio: l'autore dell'opera nuova. Quest'anno d turno espiatorio spettava al• l'autore di Rt Ltm·. A questo titolo e~primiamo al maestro Ghislanu:mi tutta la nostra s,mpat1a. t,: necessario a~giungere che Ghislanzoni ha fatto il ernie.o sui g1omah della capitale, e che quine.li la sua opera t:ra condannata a priori. Tut11 1 nodi \·engono al pettine~, sentivo minacciosamente ripetere l'altra sera in tea1ro da quelle numer()~e e 11faccendatc persone che han l'abitudine d'impicciarsi di cose che non conoscono. E per que~ta seconda ragione esprimiamo un'altra \·olta al mae~1ro Chi~lanzoni tu11a la no<itra simpa1ia. :--:on discutiamo il livello dd suo Re Lea, 1u1ta.\·1a qualche cou. d'ingenuo e di vivo c'è nel la\'OtO d1 Ghislanzoni musicista. l"na certa abbondanza facilt>: alle \'Ohe si ,·a in barca nella melodia - canti, canzoni, canto• netle, cantilent>, cantonate ... non importa, - c'~ spazio, c'è onda; si ,·a a,·anti, cullati, in b:1lia... S11l mart /i1càra l'astro d'argmto ... ('CC. "on è proprio cosl. rna qualcosa del genere c'è, che si potrebbe chiamare ispirazione. Del res10 l'opera fu inscenata con molto sfar1.o. eseguita con J,:randc amore, e applaudita a denti stretti. 11 1eatro er.l pieno fino al soffitto e la serata non fu punto noiosa. Con quest'opern, co• ra!('t1osa e ,brida, insensata e meritoria si chiuse incertamente la 11ai:,:1oncdel Teatro Heale . Al~ QL'IHl:,..·o venne presentata, secondo i programmi dei Concerti di Pnmawra. la tro11fH mdiana dei ballem Shan Kar. Danze- del s1len:i:10,quanto dire su una spc• cie d1 musica au1omatica, monotona, ripetuta, che incanta il serpente. Per questa razza ant1chiss1ma e raffinata la terra è un tappeto, la danza è un linguaggio in1erno: otaz10ne, S,t1uramento,amore d'un sah1m• banco religioso, d1 baiadere dal corpo liquido. li mOll\'O mu<i1calc S,:eme cosi tenue, con palpiti d'alucce. sfioramenti baS,:nat1, e sonagliere che trt>mano sulla coda d'un rettile. :-iempre un filo, un filo soltanto d1 melodia, come un filo d'erba che la corren1e d'acqua "ICuote con11nuamente. I costumi d1 questi indiani 1,ono d'una sontU01"1tàardcn1e e diacciata dalla luce ddla ribalta Queste non sono forse le autcn1ichc- e uni• che danze rituali, ma una deri,a da cnmpos17ion1 eterogenee squisitamente occidentalizzate en (Hnat'1lT :.wvertito e c•~ dentro un po' di quello che s1 potrebbe chiamare il gustQ di :\lontparnasse. Gli indiani sono soprattuuo dei mercanti, de, merc~mt1 d, poesia, di filosofia, d1 d:mze, di \·ecch1ume, d1 misteri Passano per misi!• ficatori, essendo la loro poh1ica quella della pori:t aperta sull'al d1 là•· Il trucco non l': lontano nelle loro es1b1zioni: da buoni e.~por1aron essi hanno il talento degli adannmenu appropriati. Sono dei vcn usurai della loro propria cultura, della loro propria antichità. VMut1 a far miracoli in Europa, fachiri, man1,::iaton d, fuoco, mdovini e ballerini m• dù camminano per cosi dire sulla lama d1 un rasoio, sor\"eglia11 dn .,.-icino dalla polizia, e diti profe~~on di scienza che ,ubodorano l'imbroglio; e imbro~lio forse non c'è. Chi ci capisce mente~ Ch indiani sono l'incarnazione dell'Avidità. Enen, non persone. FiS,:ure d1<imtegracc del panteismo millenario. :'\laHa, senza sin'toli, covata pullulan1c Ct'nto "ohe m Africa abbiamo notato quanta parte prendano i nei:.:n a1 nostri divertimenti: mu,ica. ,;port, cmematoi,:rafo. :\la ~h indiani, no. affatto, sempre n"ohi \'erso il passato. Eni'tmatic1, taciturni come I personagu:1 di un ,ar,.1.zo, le !oro d,in7,. cro•,chc fanno pensare a una cupa degenerazione um,·ersalc. Annichihmcnio. inlt"anno, magia, ipnosi, catalt',si e quel mutismo d'impronta divina li fa sembrare di un mondo che trascende tutti , l1m1ti del reale. Chi ,;a quanto è estesa la tastiera. della loro s.:ipicnza e delle loro possibilità. \la noi che ,iamo le fi!:uardie di frontiera dt'lla verità e del prowesso quotidiano, come potremmo comprt>ndere questa R:enle che va ,empre all'indietro e affonda nel passato? Fatto sta che oltre dat balletti di C:day Shan Kar lo spettacolo di sabato scorso al Teatro Quirino fu costituito anche dal pubblico ecuzion:ale, intelligente, attcnt1ss1mo, che affolla,·a l'inllma sala, e dal genere di succcs~ generoso caldo vibrante che a poco a poco gli mdiam seppero suscitare. URUNO BARILl,J PALCHETRTOI MANI .Al\l.[.AR,0 L'ELOGIO chi.! siamo per fare dei l>c filippo, ci riempie l'1m1mo 1.h ;1ma• rezz.1. Nel libro di :,.;'n,;sau Semor. pubblicato rec('ntemente da I .arerZd e recemito nd n 2 di Omnibus da \\' Ct'· sanni Sforza, la marchesa Arcon;1t1 assicur.1 che le lingue nazionali del Piemonte ernn,, tre: francese, piemon1ese e i(enO\eSl", e ch<- alla Camera i deputali si "lforza\'ann d1 par• lare in italiano, ma questa era per loro un;1 lini;i:ua morta, nella quale non .:l\e,·,mo l'ahi• tudme di conver\arc, Il problema dell'unitll superato per IUUQ ahro\ e, in campo 1eatrale sarebbe .;inc()rJ da superare? Fino alla iuerra, il mo\imcr'lt() Ji altalena fra teatro italiano e teHtro dialettale favori\'a la progres~iva elc\·Jzione del 1e,Hrci1aliano, e il reciproco abbassamento del tea• lro dialeuale. Oggi è il contr:mo. Cn gentiluomo ini;i:luc che si cm abband()n:tto alle malefat1e fino a dover comparire tra le l{uardie in tribunale, ai suoi domestici n-nuti a tes1imoniarc a discarico e che \·edcndolo entrar(' nell'aula si erano lc,·ati rispetto~amente in piedi: Sedete•. disse: la \·ostr,-1 ele,.t• zione misura il mm abbassamento Per i Dc Filippo, 11 teatro s1 riempie di i;:ra,;~issimi no1polè1am pieni di \·ongole e di regionalismo. In qi1ell'ambu:nte di pommarola, anche i nath•i ddl'Alto Ad,~e ~1mulano per una strana emulazione la la~nosa cadenza par1cnopea. Appena eche1,1;.,pa~ul palcoscenico una di quelle loc,n:1oni d1alct1ah che costituiscono 11 reperMrio spmto~o delle persone senza spirito, il teatro intf"ro, come una pancia enorme, sus'luha dalle risa. Tra rumore di sussulti e ignoranza del n11poletano, mc1à del dialogo rimaneva per noi leuera morta. In quanti enn-amo a nun partecipare al sonMo plebisci10 per d npri:itino del reS,:nodelle Due Sicilie? Siedi•, stavamo per gridare al teatro dialettale, la tua elc- \'azionc misura l'abbass:1mento del teatro itnliano! •· :\13 i Dc Filippo non ci ~entono da quell'orecchio. Volonterosi, pazienti, carichi di 1alen10 come Giuseppe CiuS,tasc,·ili d, bombe quando preparava le sue ex. la loro na\ icclla 1eatralc i De Filippo l'hanno porcata in \ista della perfezione. :--:on attori solamente, ma autori e manipo· la1ori di copioni, i loro metodi rimettono in uso i metodi di Guglielmo Shakespeare. :\'ella più recente delle loro cra(,l'.ediccomiche•, allestita da Edoardo Dc Filippo e trionfalmente rappresentata sul palcoscenico del Quinnn, la parte di Plutarco la fa Athos Seni, autore, dice il programma, d1 Sogno d, u,ia ,,ott~· di mrz:a ,bornia. :--:on a Cll!iOabbiamo smosso In memoria di Shakespeare. Sogno d1 ima notte di ;,.tzzn sbornia non diciamo che sia di fanrasia sha• kcspeariana, il che sottintenderebbe una qualche similitudine o dcri,·azione, ma di fantasia che sta a li,·ello con quella di alcune comme• die di Shakcspcare. e magari di alcune tra• gedie. Pasquale che \·edc in sogno D1tnte Alighieri e da lui rice\'C I numeri di una qua1ern.! ,ceca e assieme la data della sua morte, in sé 1arebbe nient'altro che uno schcrrn oni rocritico, QVCquesto scherzo non fosse plasmato con plastica shakespeariana. :'\-1a l'incontro fra Dante e Pasquale a,·\ iene sopr,. un p1an1110 di nubi, in una mirabile narra• zionc che Edoardo De Filippo ci dà metà con la parola e metà col gesto: e dal gesto plasticissimo noi ,·ediam"' come da una ma'-- sa d1 nu\·ole s1 può tirar fuori un di,·ano, e come dal semplice passagl(io delle mani $Ul viso può .,.enir fuori la faccia R scarpa del padre di nostra lingua I ..a scena dt'l secondo at10 fra Jack, Filomena, Pasquale e Cina non è dialo~o. non teatro, ma una fuit11a quattro voci tn cui il contrappunto è una tenuiss1ma trama di co!:c nulle, scemenze metafisiche, onomatopee, indefini• bili voci: una perfezione. Nelle spofi!:lie del ~a((II inJ(lcse, Peppino Dc Filippo raqg1un~e il pieno dello stile. I.a contenutezza della comicità, l'interpretu10ne abbreviatissima tutta accenni e sus~urri, un solo raffronto re~gc, lontanissimo e i~noto probabilmente allo ste~~o Dc Filippo: quello di Ermete Novelli come precettore in lltbl Nel tr11passo da massaia a borghese 2cntildonna, la signora Ticina De Filippo dimo,;tra intclligcn:ta molicriana. Contemporanc,1 di Giambattista Poquelm, questi l'avrebbe ~Crll• turata per recitare mix cha11d,-llr1. Perfetta la misura di Edoardo Dc Filippo nell'at1esa della morte, e nultc11nt>ntd, iolntalt. Oialettalissimo, per con\'crso, ma necenariamente dialettale, il tripudiQ dell'intera com• pai;i:nia alla conferma della ,·incita, con l'impressionante riprodu2ione della frenesia, del 1raboccamento ,sterico che nella plebe pone cosi vicini grandi gioie e grandi d()!ori. Gl'ingcnui diranno: Ma lo stesso titolo è shakcspeariano •. Come non ei s'intende! J:: stato proprio il titolo, la sua orrenda indelicatezza a tenerci fermi sulla soglia del teatro, incerti se entrare o tornare a eua. Infine entrammo, turandoci il naso con le dita. ALBERTO SAVINIO LEO LONGANESI - Direttore r~ponsabile ", A. EUITRICt-: • OM~IBliS,. • Mll.,\~O l'n>prit1-' ,niuita f! lt1ter11ti~ ri~rv,,, Rll'ROOl/.10:-.1 ESE(A'ITE CO'- M..\TERl.o\.r.r. l'OTO<,RAFICO .. FF'.RR. \'-li,\"· /'"~"hu1j; \g G llrcl<"hi • \lilan<1, \'ia T. :ioalv1"i, h!~f. '""907 • s<>, JUt du Fa"bourg St.-HClflOl'II!.Paf\
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