Omnibus - anno I - n. 5 - 1 maggio 1937

Prc,;e un brodo, mangiò qualche tartina di gamberetti ron maionese, e bev-· ve uno dopo l'altro P'Vecchi vennut- ~in che il buon Nino non si stancava di ammannire. Bevve per darsi un po' di fof'l.a, un po' di vita. Ma non tanto da farsi coraggio e accettare finalmente l'invito che Marisa gli rivolgeva fin dal principio della serata. « A\'vocato, facciamo questo tango m<:icme? > « Av\'ocato, que,;to valzer?> « lJn fox~ avvocato, ecco un fox che è più facile, venga, la cruido io!> SUL O.A.SO MOTTA E verso l'un,., quando tutti avevano piuttosto bevuto; «Gino! Gino! :\la perché non ,·uo- !c? Glielo chiedo come un grande pian·rc ! Glielo chiedo come una grazia! Guardi, mi metto in S?;inocchiodavanti a lei : balliamo! > A SE è vero che tutte le donne lo commuoveva.no, Marisa addirittura lo i,;convolgcva. Era la ragazza pili gaia, più simpatica, più semplice che avr,.sc incontrato. Così che fin dal primo momento egli aveva provato di lrnntc a lei non il desiderio né la r;;pcrama: ma il prcci\O dovere, l'obbligo di farle la corte. Come se la voce della cmcicnza gli su~urra,;.c;,c: « Avanti. \ i~lia<.:co! Jmbccillc, avanti! O quc- ~ta o nc,;<,un'ahra ! > ;\I a proprio questa ::.uprcma convenicrw..a di "celta, proprio questa con- \'ÌnzionC'.che Marisa era il suo vero ti po paralizzava la volontà del povero avvocato. Ogni volta che aveva ritrovato ~1ario;a, in un salotto, in una compa- ~ia, al cinematografo, non aveva o;.,aputo dirle nulla. Capiva che Marisa a,·eva per lui una grandi~<.ima imPortan:t:a ; e temeva, con una sola parola ~b.-igliat:i, di rovinare tutto. Perciò taceva, la t;uardava: e ba.sta. La ,:t:uardava? A dir la verità non l'aveva mai \ i... ta molto da vicino; e proprio bene come fos~ stata non lo 'l.apcva nt';'"pure. Perché quando c'era lei non os;lva mettcl"')i gli occhiali, neanche per un momento. Quella volta al cinematografo avrva rinunciato a vedere il film: per due ore lo schenno fu una macchia argentea dove trascorrev.ino ombre confuse, ombre che l'avvoc.ito cercava d'interpretare ~econdo i <lial~hi e i rumori. Ogni tanto la ~rnte rideva,<' allora rideva anche l'avvocato, senza sapere perché. Marisa era ~duta accanto a lui: e anzi premeva il braccio e la gamba ,inistra contro il braccio e la gamba de'ìtra dell'avvocato, premeva dolcemente tutto il tempo ... Un caso, certo! pensava l'avvocato, una distrazion<' ! Oppure addirittura malignità. Non gli pasisava QCA:pureper la testa che ~arisa, quc- ~ta ragazza così giovane, fresca, bella ed elegante, potes5:e avere della simpatia per lui. Comunque, quando c'era lei, non si rra mai messo gli occhiali: per Mari- ~a, egh era fiero di eo;serc un uomo se,i~a occhiali. E ora, dopo tanti mesi, avrebbe dovuto apparire la prima volta davanti a lei seminudo? L'avvocato, rapidamcr.te, immaginò 'I.C-.te~,:;oin c~tume da bagno: pelle bianca, tutti quei peli sul petto e sulle ~ambe, e un po' d1 pancia: niente for73, niente mu'l.coli, niente virilità ... No, no. ).1arisa, vedendolo, sarebbe scoppiata a ridere. Se mai c'era qualche "J>cranza, bastava un errore simile a compromettere tutto. « No, grazie, Nino>, dis~ all'ingeg-ner J3o;,clliche gli tendeva un paio di mutandine. « No, credo che per oggi non mi mrtterò in costume ... non mi 'I.Cntobene, te l'ho detto>. « Sci un bel tipo, va! Guarda mc ». In un lampo l'ingegner Bcxelli, -.filata la maglietta, calciati via i 'l.andali, tolti i pantaloni, era rimasto in mutandine da bagno. Saltò dalla cabina ,:;ulla ,:;piaggia. S' avviarono verso I* ombrellone. L'avvocato ).fotta, vedendo avvicinaf<.i senza rimedio il momento temuto, domandò da fumare : per presentarsi da\'anti a Marisa e alle altre con più disinvoltura po\Sibile. Nino tornò mdietro a prendere sigarettr. L'avvocato rimase fcnno in mezzo alb. ~piaggia, 'I.Ottoil ,;:ole, col suo vestito grigio scuro e il capocllo a lobbia. voltando le ,:;palle all'ombrellone. A un trailo, udì una COr'l.a sulla l!hiaia e un gndo frmminile: «Avvocato! Avvornto ! > Si voltò: era :\1arisa, nella verde mat;lia. succinta, adcrcntisi,;;ma: gli corrc- ,·a incontro, scrollando i bei riccioli biondi. « :\fa ben arrivato! :\la come va! .Ma quanto tempo che non ci vediamo! :\fa che piacere che ..ia venuto! > r, prr,;o Gino per un bra=.-cio, lo condm- ,e all'ombrellone. Saluti, prcscr1ta1ioni: 1·lari,;a non ccscava di appog.~ar ..i con forza al braccio di Gino. E Gino, renitente. sentiva contro il proprio fianco il ~rno di ~fa. ri ..a, (entiva quel corpo r-ano e florido. Ora :\larisa si cun•a per raccattare una conchiglirtta violacea. Gino vede 1,c-nn occhiali. ma la di,;tanza è brrvc·:. vede e ammira quella schiena perfetta, Ji,;cia, fulva. Vede la pelle della ,;;d1iena. E vorrebbe accarcZ?arla. ~la pert:hé mai ~fari~'\ lo ha accolto con tanto t'fltu'l.ia,mo? Davvero l'avvocato non --a spicgar,clo. E: ,;cc11ico, diffidcntr. Qua-.i teme chr ~farisa v~lia gio.·<IT- ~li qualche brutto tiro. F.d ecco, dallr cabine, in,irme all'ir- ,1Zl"gl'l('Br o",('lli che torna con le (i~art'ttC', ecco (..C('ndere un uomo avvolto in un accappatoio bianco. L'avvocato .\fotta non lo vede bene \e non quando qi110.~c ,,Jl'ombrdlonc e i:li dà la n• SOLDA.T--.;] festardo, Motta, alle replicate caridw di i\tari'l.a, eran quattr'ore che ri- ,pondeva; «No». « i\ fa perché no? > chiedeva Marisa quasi piangendo per il puntiglio. e ).ii dica almeno perché! > e Perché io non so ballare>. « ).la se le ho detto che non importa. Lei sente la musica: basta ». « Non è vero. Io non sento la mu- -.ica >. « Come dice?! Due ore fa, quando c'era l'Andrea Chb1ier alla radio, co• ca crede che io non l'abbia visto? > e volgendosi a Palumbo e a Boiielli: «Oh! 11ario, :'\"ino, sentite, dice che non ama la mu.,ica: e se ne sta\'a tutto "olo, buono buono, davanti alla. radio: Come un bel dì di maggio ... e batteva il tempo con il capo, con le mani, con i pied1... Non \ente la musica? Non mi faccia ridere. Su, su, si alzi. balliamo!» ~'lotta avrebbe voluto dire di sì; ma aveva cominciato a dir di no per paura (paurn di far brutta figura con Marisa, paura di esser preso in giro) e poi - aveva continuato, e adesso, dopo tante ore che diceva sempre di no, ades'Kl doveva per forza mantener la parola: altrimenti ... Ma soltanto a pensare il ~rido, l'applauso for)e che si leverebbe da tutta la compagnia il momento che lui cjnge ..\e la vita di :\Ilarisa! Mario Palumbo, campione di nuoto :.\fari~a aveva un vestito di moiré verde pallido, molto scollato: le sue spalle, I.i. ... ua ~~hicna erano ancor pili belle, ~coppiando )Ode e ferme dalla guaina tc--a e delicata della seta. E quando s'avvi(inava C' lo p1cndeva per una mano e mano presentandosi: « Palumbo >. « ).1otta >. Un giovane muscoloso, bruno, dal naso forte: il tipo dell'atleta. « t. il nostro a,;,;o! > spiega subito Marisa; « la gloria della spiaggia! > <Asso?> chiede l'avvocato osservando il Palumbo, che sorridr con degnazione. « Ma sì .. lei vive nelle nuvole, avvocato, non s'ìn'teressa di sport! Se no, basterebbe il nome! Mario Palumbo : recordma,i dei cento metri sul dorso, duecento a rana, quattrocento stile libero! > Marisa enumerava questi meriti con innocenza, forse addirittura con una punta di ironia verso Palumbo: per l'avvocato Motta furono altrettante perfide stilettate. Cento sul dorso! Duecento a rana! Quattrocento 'ìtile libero! Come competere con un simile avversario? E adesso si spiegava perché :\-1:arisaera co,;ì affettuOCìa: tutta malignità per poi proclamare pili crudelmente la 11.uadedizione al campione di nuoto! li campione di nuoto, scambiate alcune parole con le altre signorine, lasciò cadere l'accappatoio che lo avvolgeva. Apparve il suo gran torace, dalla {'CIie liscia e bruna. Il ventre e i fianchi stretti, raccolti in corti-.sime braghette nere. Le coscie potenti. Le ~:~:iosS:lt~_-ac~t~.d~:!~~: Si stirò nelle ,i:: :Marisa, per piacere ... > Marisa si affrettò a cercare in un.1 bor(:l che era sotto all'ombrellone cavò una retina, di quelle per tenere 'a posto i capelli, e la consegnò a Palumbo che se la mise in capo calcandola accuratamente. Poi egli saltò sul posto a piedi giunti, due tre volte, come per provare l'el:\sticità del con>o. Socchiuse gli occhi, guardò il mare, di o;catto partì. Rapido corse la spiag~ia, pil1 rapido un lungo trampolino: schizzò in aria, un alto lungo 'I.alto, si tuffò a capofitto sollevando un gran fiotto di schiuma. Emerse lontano. L'avvocato l'.·fotta non lo vedeva neanche; ma udì la \'OCC: « Caldis,:;ima ! Venga! > \farita si volse all'avvocato. gli ,or rbc ri,;pctto,;:a: < ~li 'ìCusi, avvoc.1to ... >; calzò una cuffia di gomma verde chiudendovi i rircìoli biondi, e partì anche ki a corsa -.frenata, e su per il trampolino, r ~i tuffò. L'a\'vocato ).fotta, con la morte nel cuorr. ,i mi'l.c allora gli occhiali: vide laggiù nell'a1.zurro r nell'oro dei flutti un gr,in spumare confu~o, e lr voci e Jr ri'l.ate d('i due: Palumbo e ~lari11a ~iocavano nell'acqua nuotando. L'a\'vocato ~lotta pre~c :-.:ino in diparte e gli domandò: « ~fa la Porro e qw·,to Palumbo ... fanno qualche co,a? > Xino. 11ul momento, no11 capì neppure. :\lotta imiqé: « ,Dico... fanno quale~; co~a a,,irme. Sono ..., 'ìono amanti. _. ;\ino lo guardò stupito: « );o. Perché! No. Almeno che io qppia. :\ia no, non credo. E po1 cma importa?> «Ah, niente. niente», free l'avvocato (' ~guitava a tenne ~li occhiali r a guardare ahharbagliato nel <;Olee ndJ'azzuno: a guard,,rr, benché- lr. orbite.. gli dolessero per la nevralgia, il punto verde e il punto nero che ora emergevano e ora sparivano, ritmicamente, tra i flutti, e si allontanavano puntando all'orizzonte. CAPITOLO_ CltlARTO E RA la notte. Nel ciclo ~<-nzaluna le stelle 'I.Cintillavano d'una luce dolce. I Cigni, Vega, Arturo, Antàres e l'Or5a, e la Polare, ignare della no~tra vita e dei no- ~tri ridicoli affanni. Qua e là sospese e ferme sul nero abisso, le lampare dei pescatori brillava• no disegnando anch'esse costellazioni. Dai giardini sparsi per l'erta riviera un soffio tepido sollevava il profumo dei gelsomini: irresistibile languore alle coppie indigene o villeggianti che camminavano tacite, lente, tra paese e paese. Erravano intorno alle siepi le lucciole: qualcuna attraversava la strada col suo volo leggero e smarrito. La musichetta di un grammofono, venendo dal folto di uno di quei giardini, si perdeva scnz'eco nella buia immen~ità, sotto il silenzioso brillare delle stelle; e i tranquilli innamorati passanti volgevano appena lo sguardo, notavano appena tra il nero fogliame le finestre illuminate della villa Boselli. Era l'una pa,<;ata, e si ballava ancora. Seduta su una poltrona di vimini, la Bmclli madre lavorava instancabile a una maglia invernale, uno stupendo golf per il figlio Nino, e sollevava di tanto in tanto gli occhi al di ropra delle lenti per sorvegliare la figlia e per controllare il contegno generale di quella « gioventl1 >: che tra le danze e le li~agioni non pas,;as,;e poi troppo la m1-.ura. Ma non c'era pericolo. La vecchia signora Bosrlli aveva due mi~ure. Una per ciò che ~i faceva in ca~a ,;ua, e un'altra per ciò che si faceva fuori. Bia,imava aspramrnte pres~o altre famiglie o, p('ggio, in pubblici locali ciò che permetteva e quasi approvava in ca~a. Non ~i trattava di orgie, intendiamoci. Ma in~•lmma r'era libertà di linguaggio, g'iochi di buona società meno e più ,;pinti, schel7i d'ogni genere, e palp('ggiam('nti. Pur che avvcnis(ero '-◊lto i suoi occhi, la ~i~nora Bo- ,t•lli_ non trova\'a a r:dirr Era meglio la,naili ,fog:a1e, i ..u. oi due ragani. Altrimenti fini'>Ce che odiano la ca,a, r l.l fuggono. E in ca~o f~tr<'mo, ,e quakhe eccrs,;o fos<òCper accadere, c'era semore lei lì pronta ad intervenire, ad impedire. Con tutto que\t0, non è r<sclu,;ochr in fondo al senno dcll:1 'I.ignora Bo-.cllì fo,,e un po' <li connivenza cd innocrnte nostalgia. Come accade talvolta nelle 11eratc, 1:1 compa~nia aHva finito prr divider- 'l.i. S,wina (la Bosclli fi~lia) e le tre :1mKht• o,piti alla villa se la intendevano con alcuni ~iovanotti di \'are,e; ).[arì~a. l'avvocato r il nuotatore Palumbo costituivano l'altro gruono. E l'in~rqnrr Nino faceva la spola, da prrfrtto padron di ca~a. L'a\ \'OC'ato, per 'ìUp('rarc ad o~ni <:O- ,to la nrvralgia, la ,na a ta\'ola non aveva pranzato. Difatti, ,·('r,o le undici. il pa,;to dt•I \'ag:nnr flqor:rnt(' fu dii?:t•ritn i la nevralgia pa"sò; cd r~li ..i ,(·ntì improv\'isamcnte ~olkvato, rna ron una gran dcholcua in tutto il rorpo. lo ...wmaco vuoto, la tbt.1 J,•(')'nn .L si curvava su di lui tentando trascinarlo nel ballo, l'avvocato sentiva il profumo ddla sua pelle, il profumo che mcìva di mezzo ai grossi ahi seni ... Dio solo sa se egli avrebbe voluto stringere quel corpo, premere la palma destra contro quelle reni, sentire la prl!e, e ~chiacciare contro il petto quei 'l.cni. :\-1:aom1ai non poteva più dire di )Ì. O,m.:ii bhognavd a~solutamcnte continuare a rifiutare. Tenere una linea. Domani poi magari... Ma poi no, era meglio no. No, né quella sera né mai. Marisa era innamorata del nuotatore: si vedeva benissimo. Si vedeva: )gu.irdi, sorrisi, mezze parole... eh! diamine, un giovane così aitante, bello, ma<srhfo. Un gran campione. Lei che è matta per lo sport. Naturali,;simo cd inevitabile che sia innamorata di Palumbo. :\(a allora perché faceva tanto la smaniosa per ballare con l'avvocato? Perché? « Ci \000 due ipotesi >, continuava a riflettere l'~vvocato, « due ipotesi. La migliore è che Marisa voglia scherzare C' prendermi in giro. L'altra ipotesi è che ~Iari,;a pensi a spo,;arsi: e io, età giust.i, serio, onesto, professione sicura, buona fami~lia, bel nome, soldi, io sono il babbeo adatto ... Ah! ma se crede che io ci caschi \baglia di grosso. \ 'uol ballare con me? Per e.:citarmi? Per ,, durm:? Per far,;i spo--are? Sta fre- 'ìCa :t. ).la una voce infondo alla coscienza, o un semplice sguardo a ~1arisa, gli diceva che co,ì non era, a~solutamente. Allora non restava che l'ipotesi della burla. Perché su una co,;a l'avvocato non aveva dubbi: Mari1.a era innamorata di Palumbo, e Palumbo di Marisa. E se non erano amanti.. N'o, for..,e aveva ragione Nino, non lo erano: non lo Cr:\no ancora, e=.-co:m.i lo ~arcbbcro diventati prrsto, prcsti1.,;imo, forse quella su·~,a notte. L'avvocato ,;i compiaceva a immaginare e a desiderare impa1ientcmcntc che ~lari,;.a e Palumbo divcntas~ero amanti. Così, almeno, si ~rntircbbc liberato dal dovere di corte~J~-iareMari~a ! A un crrto momento, continuan<lo ostinata Mari~ ad invitarlo, egli rispo,;e: « ~la come può voler ballare con mc dopo che ha ballato con Palumbo qui, e quando potrebbe ballare continuamrnt(' con lui? Eh, il ballo è ritmo . ma an;hc il nuoto è ritmo: non è vero, Palumbo? Bi<-0gna ,;a~r respirare a tempo. Ritmo! Ritmo! lJn gran nuota ton· è crrto un balicrino mcraviglio- ,o. E anche alt1e cose sono ritmo! Que- ~tione di respiro, di tempo. Un gran nuotatore è cci to... bé, Ja..ciamo andare. Ballino insirme loro due! Ballino! Ballino! > I molti ,:crmut-gin ~li a,·cvano "ì dato brio, ma un brio a'ìpro, rabbio'ì01 ~~al!;l'rato e petulante, qua'ìi la parlantina di un fanciullo ,·i1iato in una sera di brutta ,-crrn, quando fa un capricdo dopo !'.litro, picchia la sordla, rompe i pi,Hti. -.ofi,tica e tiene trsta all'int('ra famie:lia riunita, e fini11cepPr andare a letto digiuno, in preda a un grande pianto i,t<'rico. Brata l'l,Ì, quando le la~rime bo\\ta- "ano ., lilX'rare. r un cu~cino fradicio 1ipo,.,,a ìl c,,po affranto come poi nt:pp1111' il ,l'no dl'lla pili innamorata donna 1 .\ll'una r mr1.n la ,i~nora Bo,elli cominciò a batter le mani, tale e quale un'o,;tC'l.~adi campagna quando è ora di chiudere perché non c'è la licenza, r se passano i carabinieri .. Alle due gli invitati, cioè ~1aric;a, :\fotta, Palumbo e i varesotti lasciarono disciplinati la villa. Ma i varrsott! si 11taccarono ,ubito: avevano fretta d1 rientrare :tll'albcrgo. ::\fari'l.a, Palumbo e ~lotta s'av\'iarono adagio, 'I.Otto le stelle, loro tre soli. ).{arisa camminava in mezzo. Teneva di qua Palumbo, e di là Motta (Motta dapprima -."erti rifiurnto di dare il braccio e poi aveva finito per cedere). Marha con la sua voce di contralto dolce e un po' roca, camminando cantava: « Vorrei amarli come allora Notte e dì ... > A questa voce, al contatto del gomito nudo e del fianco di :\fari~a, ai profumi della notte di giugno, al rumore lieve e regolare della risacca contro le rocce sotto la strada, Gino sentiva di a\'Crc la felicità lì davanti, vicina, vicinissima : come non se l'era mai so- ~nata. Ma la ,·oce "ellutata. di Palumbo riprendeva : « Ed allor saresti mia Come un di...> E G)no ripiombava nella disperata persuasione che non avrebbe mai fatto l'ultimo pa,.so, non avrebbe mai ottenuto la felicità. :\1ari~a e Palumbo si amavano: bastava sentire come canta van d'accordo. ~on c'era niente da fare. A un certo punto la Mrada strapiomba su una specie di burrone : in fondo c'è il mare. Di giorno, i pa~santi si sporgono dal muricciolo e guardano: se è 010'1.'I.Oil, mare batte in qucll'angmta forra sollevando spettacolosi giochi di 'ìpuma. ).farisa s'affacciò, con Palumbo e l'avvocato. Stupore! Una barca galleggiava in mezzo alle rocce, e il flutto era illurninato da una ferma luce verde che pareva venir di sou' acqua. ;"l'ella trasparenza. smeraldina ,i vedeva il fondo: liscie lucide rocce e qua e là grandi chiazze come tappeti di muschi e d'alghe. O,cillava la nera barca ..,o. spesa sulla ,·erdc luce : le alghe in {l>ndo lente riflettevano il moto dltlla barca. Palumbo chiamò: « Ohé, Dacicìn ! > « Siamo qui che peschiamo i granchi>, rispose in. genovese qualcuno dalla barca: « Scià vegna anca li, sciù Polumbo! » « Sì, sì! andiamo: che bello! > fece !\{ari~a. « Prendiamo una barca qui allo stabilimento! > e tra'l.cinando Palumbo e Motta s'avviò a una scalinata che 'I.Cendevaalla 'ìpiaggia. Gino s'impuntò; si fermò; sciolse il braccio dalla presa di :\farisa: « No, signorina. :\ii rincresce, ma n~n posso. Sono stanco. Vado a dormire». A nulla valsero le insistenze di ).fa. ri,a e di Palumbo. « Es~im'invitano per cortese puntiglio, ma in fondo non ve• dono l'ora di rimanere soli. E io il lume non lo porto più ! .e troppo ridicolo! > Scappò di cOr'l.a 1.ulla strada grande, diretto alla pensione. «Avvocato! Avvocato! > « Ma cosa fa? E:. matto! > ~ridavano :\-1ari~a e Palumbo. L' avvocato, continuando a correre. ~ettò un'occhiata indietro: ).·fari1.a e Palumbo lo chiamavano, fermi presso l'imboccatura della scalinata. « Se veramente mi volc ..,ero con loro non starebbero l fermi, mi correrebbero dietro, mi verrebbero a prendere >. Allora gridò: < Buona notte! Buona pesca ! Buon divertimento! > e ormai pensava soltanto alla stanza, al letto dove si sarebbe rifugiato cercando di dimenticare la ptopria pena. Grazie for,e ai numero~i vermut-gin, -.i addormentò subito, senza pen,are a niente. E, senza sognare, dormì qualche tempo. . ~fa nel più profondo della notte ~1 destò. Forse fu lo stesso alcool, che dà -.onni densi e brevi. FoNC fu Mari\a, che rientrando -aveva "battuto la porta. Forse una zanzara, un gatto, un grido nella nott(' ... L'avvocato, di sopras,al• to, si trovò cogli occhi 'I.barrati nel buio, le orecchie t~ nel silenzio, svcglis,imo. Il primo momento, come accade quando !oicambia letto, credendo di e~- sere sempre a Milano, cercò con lo ,;guardo il pallido chiaz:o.rc della fo~cstra in fondo al letto, dmtto davanti a sé. Lo tro"ò invc-~e a sinistra. Si ricor• dò allora di essere al mare, e udì infatti il rumore tranquillo della risacca. :\la la vita, che cos'era la vita? ).1ilano, Lévanto, le città, il mare, gli anni, e l'ultima misera giornata che avrva pa~-.ato, li\ partenza, il treno, la !opiaggia, il ballo, sua mad1:e a ~ilano, la !>ignora nel treno, :\lan'-1 qui: oh, comC tutto era piccolo e stupido! E poi finiva. Finiva in un buio e in ~n ,.iJc07io più profondi ancora del bui~ e del s!lenzio che in quel momento gh )tringcv4'nO il cuore. La mot'te. Tutto quc,.to finirà ,enza una ragione, come 'ìCnza una ragione è avvenuto. E perché do\'C\'a 'ioffrire tanto? perché doveva de,iclcrarc semp1 e e non ottenere mai? Perché in giro nel mondo c'erano tante belle donne che anda\'ano con tanti uomini, e lui non doveva essere uno di quei tanti? A\·e,·a afferrato il cuscino con le ducmani, e lo stringeva violento, rabbio~o. Ecco, la morte era ,·icina, era presente. Era lì, col buio e col silenzio dcli,\ notte. E non a\'ere una donna al fian~ co, un corpo morbido e tepido, dolce compagna in questo viaggio amaro e imul ..o. affettuo,a compagna che vince per tante notti l'angoscia della morte. Oh, la vita così non è più stupida (lo pcrsuadc"a un i!otinto sicuro), non è più stupida <.e,;tringiamo tra le no .re braccia un altro c, ... erc: il sangue flui- ,ce, la \ita in quegli attimi continua. Freneticamente si allò, anelò alla sedia do\·'rra appc~a la giacca, tastò, cavò fuori dal portafogli un pacchetto dì fotografie. Con le fotografie in mano, esitò un istante. Ma face\'a un po' freddo, \tare co,:;ì fermi, in piedi, al buio, in mezzo alla stanza. L'avvocato rientrò a letto e, accesa la luce, cominciò a sfogliare k fotografie. Donne, donne: donne di tutte le ,;orta e in ogni costumr, note cd ignote. Peccato, non c'era la fotografia di :\Cari~a. Da una busta gialla sfilò una cartolina di !-.1arlene Dietrich, e cominciò a fissarla. Bocconi, isi rannicchiò tutto solo ~otto il lenzuolo e appoggiando la cartolina al cuscino la fi<1,savian quella fioca luce, in quel chirn,o calore. Ecco, dopo un poco gli parve che le palpebre della diva lentamente si muovcN:ro, ~i aprissero, si chiudcsM'ro, come per un cenno di !oOvrano consenso. Rapido posò tutte le fotografie wl comodino, spense la luce. Continuò, affondando la test.i nel cuscino, a vedere ancora mrglio :\•farlene. Vedeva le 11uemani morbide, le dita affusolate, le unghie acuminate. Le mani fa-cevano dei gesti, sta\'ano per accarezzarlo, per prendergli il vi,;o e portarlo a quel seno... ma non era ,ero: la sua fronte <strusciava contro la tela del cuscino. S - (continua). MARIO SOLDATI PERCHE' ESSI ADOPERANO IL CHLORODONT ? 2. l L A M A DR E Perch41icon,id,ro le cura della bocca come una peri• import1nt1 dell'igiene dei miei bambini e perch• il sepore fresco e gr1devole non provoca nei piccoli alcun• 1wenione per la pulizia quotidiani dei denti. :Il• C,!4!~.R~~~~•T•le\,e~:l•P•~~:1i~i 1 !\~u,',i;f •~.-:~ 1 denti bi•nchìuim1, • volte gi• dopo il primo UlO. CHLORO'DONT A richiesta V i/ Catai , sarà '"'::la/o ogo Radio N. 21 gratis COMPAGGNEIANERADLE . MILANO . VIA BORGdG fLErTRICITA' NONE 34

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