ARA Silv101ta, ,e '>la\era vuoi andare dai Liitzow, per mc vacci pure. A..,~i.:-uratpi erò che l'in- "ito 1.ia veramente a nome del conte e ddla contl"'-sa Li.itzow, e non a quello dell'amba~ciatorc d'Au,tria prc;.o S. ~l. il Re d'Italia >. Mio padre, il cotuc Camillo Pccci, bri~adicrc generale della Guardia :'\obile, comandante la Guardia Palatina, nipote prediletto di Sua Santit.\ il defunto Leone XIII, r~h,icurato da mia madre che la (erata non ,olo non era all'Amba,ciata d'Au- ,t,ia pre~!)o il Quirinale. ma aveva caran<'T<' privalo e non ufficiale. si rimi,t• a mangiare. Erano già più di quarant'anni che il ruor<· del Sommo Pontefice era stato k11to dalla ,anguinosa « breccia > di Porta Pia, più di quarant'anni che Vittorio Emanuele I I, Re d'Italia, aveva lanciato la f ra,c ,ecc a e appa-.,ionata : « A Roma ci ~iamo e ci re~teremo >. E in que ..t.i quaraneanni la primitiva o-,t11ìtà dei Romani, di,;;turbati in ca,a propria, -.i era a poco a poco rila,sata. Se al nome di Garibaldi ci :.i faceva .incora di 11,1,co!itO il c;egno della croce, quando pa-.(ava la Regin3 Elena, e o;opr3ttutto la Regina :\[adre. l'amati-.sima ~largherita di Savoia. un invitante ,on i,o fioriva c;ulle labbra. "Agrippina" I primi tempi erano ,tati difficili. La nohih:, romana, nobiltà di privilegiati t· dt ~randi ,i~nori preoccupati ~oprat1utto di cerimoniale e dì etichetta, cìrt·ondava il Paoa con brillanti truppe d'onore, ma ~fornite al tutto di c;pirito rr.ilitare. La vita di cortie;iani cui ernuo abituati mal accettava le idee liberali H·nute dal Piemonte. La tradizione piemontese e di Casa Savoia. <"ra tutta aureobta di gloria militare j as- ,;c:>me col erido e: Sempre avanti Savoia >, c<..,aportava a Roma la bandic• ra della Patria liberata e la formula democratica dei princip~ nuovi. «Ciambellano> diventava tennine di ~11,orezzo sulle labbra di Ca,·our. li mondo ufficiale che -.eguì il primo Re .i Roma e formò la sua prima Corte, i ,uoi primi ministeri, il ~uo primo Senato. era un mondo borghe~, nuovo, che aveva combattuto, lottato e sofferto, che aveva dato il proprio ,angue pèr il ,uo ideale di una Patria unita e che con l'occupazione di Roma aveva ra~giunto l'apo~eo delle proprie a\pira7ioni. E in Roma es::--0s'insediava col frnno propo'-ito di difendere la propria c-onqui.,ta e vi~ilarc che foc;c;edefinj. ti,·a. I principi romani e i loro familiari in principio \trillarono e "i tapparono per prote!.ta nei loro palazzi, ove potevano troneggiare sdegnosi e guardare dall'alto in ba,so la « gente nuova >: ,prc21ante soprannome a coloro che es• ~i con~ideravano d<"gli intrusi. Eppure, que,ai intru~i avevano portato con sé ndla vecchia Roma una folata d'aria f re,.:a e vigoro~a, che fra poco avrebbe .1lleg-ramente spazzato via tutte le idee me~hine e ammuffite che soffocavano la città dentro un'atmO'ifera pe~ante e 1rrè'ipirabìlc, simile a quella che stal{na,a nelle strade ~onquassate e sordide, nelle piazze in cui le fontane del Bernini e d1 Giacomo della Porta ,e" ivano d'abbeveratoi 1 nei palazzi son• tuo~i e gclidi 1 nelle luride topaie ove il popolo brulicava come dentro un formicaio. Appena arrivata nella nuova capitale d'Italia 1 :\iargherita Principe-.~a di Pie• monte, donna piena di fascino, di spinto e di educaz.ione superiori 1 aveva ,aputo circondarsi di uomini d'eccezione e di donne di qualità, notevoli gli uni e le altre sia per valore intellettuale, tia per cultura, o;;japer eleganza raffinata: .Marco :\1inghetti, latinista e eritiro d'arte illuminato, che la moglie, Donna Laura, tratteneva al focolare domestico, col comporgli intorno un ambiente politico e mondano, grave e d'-'i1Cmcbrillante, e col fuoco dei suoi occhi straordinariamente neri; Gio- ,uè Carducci, repubblicano fervente, che incontrata la Regina .¼argherita a Bologna nel 1878, fu talmente preso dal suo fascino che diventò ardente monarchico e alla Regina dedicò la ~tupenda ode « alcaica > seguita da molte altre; Rug~ero Bonghi, filo• '-Ofo erudito, fondatore della Nuova Antologia, rivista con~ervatrire e liberale; Giovanni Baracco, egittologo notevole, e la principessa di Teano, duches• ,a di Sennoneta, moglie del primoge11ito della Ca(a Ducale dei Cactani, - J quali quantunq~c r<?mani d'antica ori~ine, s'erano sch1erau con la. Corte, e che fu la prima dama d, Corte della giovane Principes~a. '24 APRIL E I 9 J7 • XV O •. N I 8 U ■ signora della nobiltà ,,, D, fine lxlle:aa rncantatnce, la duche-.~ di Sermoneta traeva dall'ori~t· ne in~lc,c la ,ua sicurezza di ,upcrba amauone. Altre donne di oualità allar. garono a poco a poco il cerchio intimo del Quirinale, 1.:ompo,ero una meraviglio,a ghirlanda di giovinezza e di fa- ~cino intorno a :\{a~herita, di tutte il fiore più bello, più vivo e rag'!iantC'. li quale nucleo, a poco J. poco doveva crhtallizzare intorno a ,é il 1londo Bianco, contrapposto al ).·londo Nero, rima,to fedele alla Santa Sede. cip(.'~~è romane e: Bianthe > re..,tarono infle,,,...ibili.).(ohe, le quali tro,ando la compagnia dei e mon,ignori >, dei e \'ice-principi >, dei c.udinali e dc.e-li c;tr~-.iadulatori non ~empre molto allegra, avrebbero voluto avvicinar-.i alla nuo,a Corte, ben più gaia e brillante, dovettero rinunciarvi per non vcdcr-.i p:H-.are davanti i padroni della e ::"iuova Roma >. E ,ì ra,-.cgnarono ai loro posti \cgnati presw gli Altieri, gli Aldobrandini e i Borghese, le principali ca~e « Nere > nelle quali an<..ora si riceveva, e chr nei primi anni di Roma italiana c-hiudevano ine.;orabilmente le proprie pone ai ~udditi del nuovo regno. E ~imili alle prefiche coperte di veli neri, di quel «nero> che era il loro ~imbolo, le belle orgoglio!ie si riunivano con raccoglimento, se non con pietà, per recitare l'ora.tione funebre del potere temporale. Fantasmi in carrozza PAGINA 5 Le dame del11ari'itocr.1zia roma,, non facevano combutta con le n111.>\ t .urivatc, e <..orridevano sdegnose ,t! qu -lcuno ne VJ.ntava le qualità. Abituate a vivere tra i capolaYori dell'arte che appc'-antivano i muri dei loro ,a.lotti, non ,i erano mai troppo curate di guardarli e di penetrare il loro ,ignìficato. Gli affre~chi o i quadri di Raffaello, del Domenichino, dei Caracci, di Pu~- sino o del P.inturicchio, !-i mi,chiavano grade\'olmente nella loro mente dio;;trat1a e confusa. Che fos~ero brillanti e decorativi, a loro ba-.tava. Gli anni pa"avano. I ,ignori, le cui farni~lic zi.vevano occupato nel pa~- .:ato po~li <.•minenti e attivi nelle file pn\'ilq?:iatc della « Fami~lia • e della « Cappella Pontificia •• ~•annoiavano di quelle cariche ormai puramente- onorifiche. ~(a nome e tradizione im• ponevano a quei ,ignori fedeltà alla Santa Sede. Concorso ippJco, Roma, 1891. f ncen,ate da quella coi te di nobilucci che ~ni famiglia principe-.ca romana era in do,·ere di proteggere, le belle dame, inebriate e indulgenti, porgevano l'orecchio di tanto in tanto ai mJ.drigali, fioriti e contorti come i rabec;chi che li ornavano, che tcs"-Cvaloro qu,11chc innamorato o qualche adulatore, ele cui frasi o,~quio~e e lu\ingatrici le a.."-!'imilavanodi \'Olta in volta a tutte le dcc dell'Olimpo, a tutti gli a,tri del cielo. Queste poe~iole, che a quelle dame -.embravano probabilmente dei capolavori, ba-.1avano a colmare le loro a,pirnzioni letterarie. Qualche eccezione, (;i vuol credere, non mancò. Le molte principe\o;c france,j entrate per alleanze nelle famiglie romane, molte di Ca~a de la Rochefou. cauld le quali ,pQ\ar,..,no dei principi Borghese e Aldobrandini, portavano, io credo, nel loro bagaglio nuziale alcun esemplare finemente rilegato e stemmato delle e ~(as~ime > di la Rochefoucauld e delle e ~ lemoric > del duca di Liancourt. In ogni modo una d1 e\Se dame, che all'alba del XIX ~ecolo andò !ipo-.a al capo della casata, si era imposta con tanta autorità ali'« eccellentissima Casa Borghe~c >, da meritar-i il \Oprannomc di Agrippina. [n,omma, uno sforzo fu n<'CC'-'-ario per e: aggiornar-i>, il che avrà tratto qualche sospiro a quelle belle indolentì. Ahimé ! bisognò cedere alla moda delle nuove signore che per le Romane erano appena delle borghe~i. :\la quantun• quc ra,,egnate agli u,;i nuovi, per ciò <.·he riguardava le precedenze le prinIl Principe ~la<..Simo,Gran ~fae,tro delle Poc;te Pontificie. non Mllo non a• \'Cva più ai \uoi ordini né poste, nl; diligenze, né corrieri, né ,taffettc, non 1,,oJoil ,uo equipaggio dalle brillanti livree non precedeva più immediatamen1e quello del Sommo Pontt:fice - ìl quale non pa('IC~giava rii't se non nf'\ ~iardino conch1u,o de Vaticano, - non ,olo non viaggiava più in ~ontUO"'icocchi fino ai confini dello Stato a ricever<.' i Sovrani stranieri 1 ma egli ,tf~,o ~e Il" andava a piedi. Rovinqto dalle ,uc !itravaganze e dalla ~ua mc- ([alomania, egli abitava ancora assieme con la famiglia l'incantevole pa~ la1.zo cinto d1 colonne dic;po~te ad ar• co, che i Romani chiamano « ~la-.\imo alle Colonne»; ma aveva dovuto ridur- ,l "Otto i tetti, avendo affittato il re• \IO. Sua mo~lie, donna France-.ca, fi. glia della Ducheso;a di Berry e del conte Ettore Luccheo;;i Palli, sopportava con dignità commovente la decadenza della ,ua condiz.ione. lllum,nata da un dolce \orriso ras- ~egnato, e,sa passava, 1enue, modestamente \e...iita di nero, per le strade di Roma, lenta come un fantac;ma, doloroo;;a e inebriata di ras~egnazione. E que-.1a coppia imparentata a tutti ì ~o\'rani d'Europa, lui per mezzo della madre:-, prin<.ipe,,a d, Savoia Cari~a• no, lei per i ,uoi avoli, il Re Fran• CC'iCO I di Napoli e l'imperatore Leopoldo 11 d'Austria, diventava 'iCmp1-c più evane~cente. l,;na ,ola volta all'anno il principe e la pnncìpe-..,a ~[a,s1mo riprendevano il_loro po<;,tOnella vita e al ,ole: nel ~iorno annivcro;;ario, che capitava in mar,:o, del miracolo c-ol quale San Filippo ~eri aveva riportato in vita il giovane Paolo ).1a,,i. mo, e, a richie'ita del rc,u,cita10. lo aveva novamente re'itituito alla morte. Quel ~iomo, -.i apriva 11grande -.alone del pnmo piano - il ,olo che non fo..,. ~e affittato, - ,;;j spolveravano le poltrone, s'inceravano i mo<..aicidel pavimento, ;,i nettavano gli ,pecchi. 'ii e- ,ponevano alle fine,trc i begli arazzi ''Pf"1mati ~i ("rlebrava una mes'-a ,olcnne nell3 ~la del miracolo, e tutta la Roma pia era invitata a ..filare e a stringere la mano della coppia vetu- -.ta, che in quel o;olo giorno sembrava voJc,.._e raddrizzare orgoglio(amcnte la ~chicna peraltro sempre piegata. Nel pomeriggio -.i tirava fuori dall'umida rimes;,a la vecchia carrozza antiquata, ,i ungevano le molle arrugginite che \tridevano a ogni giro di ruota sui !ielci accidentati delle vie di Roma, ,i pigliavano in affitto i cavalli, il cocchiere e i lacché, che c;ì ve,tivano con la lìvrea a triplice mantellina grigia e at7Urra della casa e con la tuba dai riAesc.i appa~siti ma illuminata da una ,plcndida coccarda. Affiancati nel !andò aperto, in atteggiamento venerabile, il principe e la principe,;,a percorAJle Capannelle, nel 1890. revano più volte il Cor'-0 ,;;u è giù al piccolo trotto dei cavalli stanchi, e giu- ,to nell'ora della passeggiata elegante . La carica di Gran ~laestro del Santo Q.,pizio, spettava al Principe RuspoJi. Al tempo del Papa Alessandro Vll, quc~ta dignità comportava ancora attributioni amministrative e palatine molto co'ipicue. Col nome di .\lagister Sacri Sacrlli, non solo il posto di Gran :O.lac'1ro era il primo nella Cappella Papale, ma dava anche diritto di o- "'Pita,·e i Sovrani, i principi, i fedeli di allo lignaggio che venivano a prostcrnar-.ì ai piedi del Santo Padre. Di poi, que<..to privilegio, assieme con quello del titolo di Primo cameriere segreto di Cappa e Spada di S. S., si è ridotto a vcr-,.are l'acqua per la purificazione delle dita del Sommo Pontefice nelle ,olenni :\lesse pontificali. Al marche~e Patrizi spellava l'onore di tenere lo "'tcnd.,rdo della Santa Chic~a Romana (l'exillum S. R. E.) e quello di cu- .,todire nel ,uo palazzo di Piazza S. Luigi de' Francesi le belle tradizioni di filantropia e di urbanità romane. Al ~farchese Sacchetti era affidata la So· vrintendenza dei Palazzi Apostolici, f :tbbriche, acqua e mobilio. Al marc.he- ,c Serlupi, Grande Scudiero, la cura dei cavalli di Sua Santità. Ma dopo il '70, le scuderie non serbavano più se non rari campioni equestri, i cui segni di !.!loria erano le lunghe code nere che trascinavano a terra, l'onore di trainare il Santo Padre nelle sue passeggiate quottdiane nel recinto del Vaticano, e di rc~~ere- il piatto, non sempre perfrttJmentc pulito, dei cavalit·n ddla Gu;,1rdia Nobile. La carica più ambita e bnllanl.t: i•t ., quella di Pnncipe A;.,1,ten~c a! So~ho Pontificio, primiti,·amtnt< ri:,<.,•rvata. co\ titolo di pri11cipe, a~h ~nt1('h_1 b.uom romani. Da Giulio JI m po1, e p1·r tro11care di,cordie e gelo~i1.:, alle -.ok fami~lie Colonna e 0Nini fu la,nat.t facoltà di spartirsi l'onore de~la. c.trica. I capi di que-,te due fam1ghc \J ,ottomettevano a turno al gra\'o,o ono1e di stare ritti alla destra del Santo Padre durante tutte le cerimonit: pubbliche, o lunghe o brevi, e a .qudlo più lu,in{?"hiero di e~re ricevuti e ~nr_ia;~ da valletti, con torce accc<..e,dai p1cd1 della scalinata d'onore fino all'anllcamcra dei gentiluomini o dc~li Am~ basciatori dai quali do,·cvano 1.'~\t·l'l.· ricevuti. Se I primogeniti di quc\tC illu,tri fa. miglic ~i potevano con~idc1arr ,odd1- ,fat1i delle brillanti prerogat1\. a t·,~1 ri-.cr\'ate dalla loro <..ituazionc di pnvìle~io, i cadetti stimavano tx:n _p:tl• lida lJ. luce che veniva loro d1 nfk·,- ~o. l cadetti scalpitavano, o, a fine di dic;1rarsi, facevano la ~pola tr;i il Circolo degli Scacchi, a loro n~cn·,110, l" qualche casa di tono meno au,tcro. °'·.e c~rCa.\'ano di avventurar,i :dia .:onqui- ,ta di una ricca fidamala, pm,ihilmcntc amabile, e di cui la società e Bianca> offriva qualdtc le~giadro t•,empla1t. :\folti di que-.ti giovani i quali, pur appartenendo al Patriz.iato Rom~1110.nc11 po,scdevano titoli ufficiali, ,pcr.ur110 di trovare presso i «Bianchi» una situazione di loro guo;to. Fidando dc-I propri , nome, alcuni di cs'-i tentarono pircoli approcci col Governo, brig::irono posti di minbtri o di amba~ciatori. Pt·rh;wano che, lu~ingato dalla loro condi\cendenza. il Governo si ~arcbbe affrettato a fa\'orirli. Si degnarono pcr ..i.n? di abbastare il tono e di adattar-.1 :1.I fare ,emplice, borghe!IC e talvolt;:i. rude dei patrioui piemontesi e lomb.lrdi; m,1 non trovando pmti tagliati al n1etro della loro ambizione, dovcttc:-o dinv·ttcre molte pretese e con.tt•ntar\i dti ~ggi nel Con~iglio ~lunicip,,1,·. che del re,to ottennero in quantità. Ebbero in tal modo l'onore di contribuire al notevole ampliamento della città e al \U0 non meno notevole imbruttimento. I rinfreschi della Reggia La nuova o;;ojeta romana .\ndava rapidamente diventando una delle più eleganti e delle più gaie d'Europa. Sui colli che circondano il Quirinale, si edificarono palazzi nuovi, nuove case e nuovi alberj:!:hi. l giardini Ludovi'ii, i giardini Sallustiani e quelli del Castro Pretorio ,i popolarono dì re'iidenze ~ignorili e di abitazioni borghesi, nelle quali andarono ad abitare i membri della Corte, quelli del Senato e del Governo, e tutta la burocrazia che aveva trovato posto all'ombra del Quirinale, nei ministeri, nelle banche e nelle in• du,trie. Sciami di belle donne si erano po~a• ti sulle alture della città, come rondini sotto i tetti, per edificare il loro nido di gioia e di sole, e tessere intorno alla Regina Margherita una ghirlanda di luce. Luce i cui raggi abbagliarono talvolta gli occhi di Re 'Cmbcrto ... E mentre i vecchi parchi erano allegramente disboscati, i colli ~i empivano di gaiezza come uccelliere e si ~cambiavano la eco 'tiOiosa di quella nidiata di uccellini liberi e affaccendati. Negli antichi palazzi. r<"<.pi iù au~tcri dalla ferita dignità, le vecchie matrone romane piegavano la fronte afflitta. Riunite nel sacrificio comune, e~se com. ponevano un gruppo compatto e fcrmo1 ~imile a rupe di bac;alto ihiacciato, contro la quale ali troppo vive si sar~bbero presto infrante. Gli edifici dell'Esquilino e del \'iminale cranO" brutti, pesanti e volgari, spiacevole era il loro colore bruna<..tro, ma partecipavano del fascino e della spensieratezza della gioventù. Cominciarono le feste e i ricevimenti. Il Quirinale diventò centro della vit.1 mondana, ~palancò le sue porte dopo aver spalancato il suo cuore gcncro:-.o. Come n~i tempi feudali, la reggia con• vitava il popolo a banchetto. Ai balli, ai concerti, alle serate ·del Quirinale, gente di Corte e fun-z.ionari di ogni catej?'oria erano liberamente ricevuti, il che una volta di più ribadiva il ~i,tcma. democratico inaugt.t_rato da Casa Savoia. l.,j furonq delle agapi vere e proprie. Srrrati su cinque o sei file, gli mvitati aspettavano con l'acqua in bocca l'ora dei rinfreschi. As,alta\'ano le meme, ove lo '-cintillamento dei doppieri massicci spandeva una luce calda e dorata sulle' piramidi impressionanti delle cibarie. A gran forchetta'tc ~i cmpivano il piatto, c;iempivano la boe. ca, 5-j empivano le tasche. Con fret• ta vorace certuni si cacciavano in ta• ,ca anche i gelati, c.he poco dopo la• c.ciavano dietro i pa,;si dee-li scomi'tliati una lunga ,;;eia sciropposa. Per ualcuno, quel pasto era il solo pasto ap• peti toso di tutta la ~ornata; per molti, il ~olo mangiabile di tutta la !'iCttimana. Com cniva approfittarne. Qualche casa, ~ia per principio, ~ia per mobismo, ~i era ace.ostata alla Rcg- ~ia. Altre, per fare dispetto alle loro tamiglie. La Principessa Pallavicini, - moglie al ~econdogenito dei Rospigliosi, rima• ,ti dall'altra parte della barricata, - di\ entò dama di Corte e nel tempo ,te,:.o il perno della vita elegante di Roma. La sua peNona maesto,a e un po· gra,~a, la i;ua capigliatura biancJ, alti<....,jmae di~~ta ad aureola ~ul capo, certo capriccio nelle scelte e nelle ("-.clu-.ioni, fecero di lei una sorta di matrona romana. che avc~~c pa~,cgg-iato la ~ua boria incipriata nel X\'ITI ,c·colo. co>1t111ua) LETIZIA PECCI-BLliNT
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