Omnibus - anno I - n. 3 - 17 aprile 1937

(CONTINUAZIONE DAL NUMERO PRECEDENTE} @l UAXDO la carrozza del Re entrò in Calle de I'Arenai, una grossa vettura che aspettava lì ferma lungo il marciapiedi si mo-.-.e1 e <;Ì mise attraver- :..ola s.trada. Il cocchiere dell'equipaggio reale fu c~trctto a r.lllcntare. Allora s1 sentì un fischio, una voce gridare e fuoco! > e da tutte le parti scoppiarono f ucilatc. Il generale Burgos si curvò sulla Regina per prott'.'~gerla; e Amedeo balzò in piedi, alti~mo, e la sua voce rauca rhuonò mentre ancora duravano gli ,pari nelle orecchie dei rari pa~nti terro1izzati: e Ci siamo! Eccovi il Re ! Sono io! Tirate ~oltanto su di mc! > Poi la carrozza fu strappata avanti dai cavalli sfen:ati a sangue, ci fu l'urto con la vettura Q'.i,tacolo,una galoppata fulminea, finalmente il rombo delle ruote sotto l'androne del palazzo, e il tonfo di uno dei cavalli ferito dalle fucilate. Al palauo fu un accorrere di mini- ,tri, di generali, di dignitari. Quel poco di etichetta, che Amedeo aveva lasciato ,;,u,;sistere dal cerimoniale borbonico, ,;comparve nella commozione e nell'an- ,.: l. Tutti attorniavano il Re, gli rivolge\'ano mille domande, lo seguivano di ,;ala in sala commentando rumoro- 'iamente l'attentato. Amedeo appariva i;;creno, ma la vivacità che mostrava invece della comueta compostezza, tradiva lo ..,degno interiore e la febbre del momento tragico. La Regina sospira- "'a: « Xoi dobbiamo accettare e subire tutto in ~ilcnzio ! > J ministri promettevano una gimtizia pronta e terribile. L'indomani la folla raccolta a curio,;are sul luogo dell'attentato vedeva ~iungere il Re, a piedi, accompagnato dal mdrche~ Dra.l{onetti e da due ufficiali. Amedeo fotografò il muro di una ca"a colpito dai proiettili, 'itrin~e cordialmente quante mani cercavano la ,ua, e intascò ridendo un proiettile che un botte~aio gli offerse, ais,icurando che era entrato nella sua bottega la <tera prima. Due giorni dopo l'attentato, Amedeo partì per un viaggio nel Nord. Le accogliemc non furono tanto cattive: e là dove il malanimo tra~pariva, la pre- ~cnza di spirito del Re salvava la situazione. I canonici di una cattedrale, invece di attenderlo c;ulla porta come e.pena ai Sovrani, rimanevano nell'interno; e il Re, al momento di arrivare davanti alla chiesa, in\'ece di c;cenderc domandava la strada per un famoro santuario della città, e, la,ciando i canonici carli.sti ad aspenare .sui loro nalli, andava a unir'!ii alle preghiere e ai voti dei popolani che poi lo ~cortavano commO\SÌ e plaudenti. Ruiz Zorrilla lrggeva i telegrammi dei prefetti, e a~,icurava all'ambasciatore d'Italia che la dinastia era in realtà soJidi,sima. Il Re tornava invece a Madrid più che mai pc~u·aso che, '!,Otto le fuggevoli apparen1..c di qualche applau.~ e di qualrhe episodio da far ~tampare \li EL Imp01cial) l'c\pcrimento al quaJr aveva ,;acrificato i suoi lieti giorni di duca d' Ao\ta era ormai pro(;simo alla firw. E e-erto non ,;e ne doleva. L'j. ,olamrnto lo ,;,cora'{giava: e Mio caro DraRonctti, mi \t>mbra che abbiaml) fatto un viaggio nel paese della L~- na ! > e Purché non ,;ja piuttosto m quello drll'lnfrmo >, rhpondeva ~I ,c.- grctario intimo, più pcs\Ìmi\ta d1 lui. L'imurrezione carlhta ~i ostinava nelle provincir bac;che, r Ja ribellione di Cuba 'e c·rrdità drl vecchio regime~, ricordavano invano i di,cor-.i di Amedeo) continuava indomabile; ma '-C il ~ovnno decretava una leva ~i qu~ran1~1mil.ir.0<onitti. la dèmorrazia gridava 17 APRILE 1937-XV O ■ NIBUI PAGINA 7 al pretoriani~mo 1 e rinfa.ccia,a ai ~u'">i capi incaute promes~ di aboli.·ionc del servizio militare. La soppressione della schiavitù a Portorico m:icitava un'altra tcmpc~ta. Portorico era e la colonia fedele>: quando Zorrilla annunciò la grande rifor. ma, i piantatori di caffè cominciarono a vociferare che COlÌ si rovinava l'avvenire economico dell'isola, e si minac• ciavano i suoi legami con la ~ladre Patria. I nemici del Ministero, anche coloro che quando erano .-i.Ipotere avevano parlato a favore della riforma, ora :>i coalinarono per combatterla: una Lega nazionale \·enne formata, si pubblicarono manifesti violenti con le firme di moderati, Sagasta, Topete. di grandi di Spagna, di generali e ammiragli. L'infima plebe schiamazzò per le strade, i roldati furono consegnati nelle caserme, i gendarmi caricarono cortei minacci~i nelle adiacenze del Palazzo Reale, e dispcl'\Cro comizi dove gli straccioni pagati dai milionari si con1tondevano con gli straccioni aizzati dai circoli sovversivi. IL DUCA DEGLI ABRUZZI Amedeo vedeva che ormai la monarchia gli ,;j sfaceva intorno. Le ultime elezioni avevano portato alle Cortcs 300 deputati radicali con Zorrilla, e 80 repubblicani con Emilio Ca~telar. I partiti di de.stra "i appartavano in un minaccio..o rttraimtnto dalla vita legale: segno certo che meditavano il colpo di Stato e consultavano nell'ombra i generali. Affidato,i ai radicali, Amedeo ~i domandava in che co~a questi differissero dai repubblicani, e se gli approcci di Zorrilla per convertire i rrpubblicani alla sua monarchia non rischiasc;ero piuttosto di condurre alla repubblica i radicali che già vi erano tanto predi~posti. Tuttavia rimaneva impa\sibilmente stretto ali' osc;ervanz.a della cmtituzione, e pili questa ,;,j dimostrava ill'ìervibile, più egli la rispettava. Si sarebbe potuto penc;are, a vederlo tanto negativo, che al momento di accettar la Corona avesse fatto la !COmme,~ di provare l'assurdità di un trono così democraticamente costruito, e che ora vcde),,se, non senza ~oddiç,fazionc, avvicinarsi il momento di vincer la posta) che era in sostanza la libertà di tornare a casa. La sua c;fiducia si comunicava a quanti gli erano intorno. Più o meno, tutti c;entivano che la fine era pros.,;ima: i diplomatici ne scrivevano ai loro governi, gli uomini politici meditavano solu1.ioni di riserva. Era di notorietà pubblica che moltissimi deputati radicali ,i avvicinavano ai colleghi repubblicani e si preparavano cosi un alibi morale per il giorno in cui ..,j sa• rcbbc vic;to don Emilio Ca,;telar capo dello Stato. E quando il Mayordomo mayor comunicò alle Camere che Sua Mae~tà la Re.~ina era in stato interessante, il pae~ rima~ indifferente, tanto ~cntiva che la fami_(lia che abitava al Palazzo d'Oriente ormai non gli apparteneva più. La tradizione voleva che ai primi dolori del parto tutti i grandi di Spagna, j ministri, i grandi dignitari, fo,sero convocati a Palazzo per la c;olcnne prc- ~entazionr drll'infante appena "eparato dalla madre : ma Amedeo dichiarò a Zorrilla che intendeva comervare all'evento il -.uo carattere familiare. L'altro protc..,tò, invocando le abitudini fasto1iedi una popoluione che non avrebbe vi'ito in quella modec;tia che un'usanza ,uanicra. E quando, alle dicri e meno del 29 gennaio 187'.l, gli fu comunicato eh,· era nato un princip<· (rolui che doveva poi cc;~r-rc il duca degli Abruni), chiamò i suoi collt•ghi, i prc- ,idrnti delle Cortcs, molti alti funzionari r comandanti militari, e con loro anor,e al palazzo. Erano tutti nelle unifonni di gala, coperti di dccora:lioni, felici e fieri di el,ere chiamati a recitare su quelle sCC• ne fJ.mole la parte che prima della rivoluzione era riservata agli arbtocratici: e andarono invece-ad urtare nella freddnza imbarazzata del generale aiutante di campo Ro,ell, che spiegava che il Re ringraziava tanto, ma aveva deciso di abolire la cerimonia della pre- "entazionc ,;,olenne. Zorrilla e gli altri \i O!ltinarono, pure il Re ,i O!ltinò; e, fra quelli nelle ~aie di udienza e lui negli appartamenti della Regina, andarono e tornarono gli aiutanti di campo e i maggiordomi portando da una parte e dall'altra insi,;tenze ,:,cmpre più irritat;>- e rifiuti sempre più inflessibili. Zorrilla finì per dimenticare la mar-ina dorata e lo spadino che ornavano diplomaticamente il suo faico da 1ribuno e battè i pugni sul tavolo alzando villanamente la voce; ma tutto fu inutik', e alla fine si ritirò alla te:;ta di qua,:ti lo avt:vano ~ccompagnam. Tutti cr~i,10 fremeuti di collera e di dhpetto, e prospctt.'\vano eltreme \'Cn<lctte: far inflig~ gere un biasimo c;olenne al Re dalle Cortes, o anche dichiarare le Cortes co,tituitc in pennanenza per « provvedere alla situazione>. Ma i pochissimi rimasti calmi si stringevano nelle spai. le, e si dicevano che il Re era ormai giunto alla concJuc;ione che la Spagna e lui non aves\cro più nulla da dini. Ncll'e,;,ercito spagnuolo il generale Don Balda,;sare Hidalgo era l'idolo delle sini<,tre, l'aristocratico Corpo Reale de.li'Artiglieria era la loro br,tia nera, e Jl gent"'ralc era a "ua volta la tx,._tia nera degli artiglieri, che lo accu,;avano di es\erc stato immi~hiato in una fa. mosa rivolta nella caserma San Gil, nella quale erano caduti molti loro coll<'ghi. Così, quando il ministero radicalt\ per far piacere ai circoli e alle t1rlulias estremiste, nominò il generale Hidalgo capitano generale in Catalogna, tutti gli ufficiali di artiglieria in- ~o~cro contro il generale e tutti i partiti C\tr<"mì imorisero contro gli ufficiali. Co,;toro, col generale Primo de Rivrra, ispettore dcli' Arma. alla testa, minacciavano le dimi~sioni in ma'ilJa (;e Hidalgo non fo,;sc revocato, e quelli rrdamavano dal ministero che accettas(C le dimi~c;ioni e manda~')(' a ca-.a tutti quegli ufficiali aric;tocratici, nemici del popolo e della rivolu1ione. La violenza degli uni irrigidiva l'intran!-igenza degli altri e tutte le vie di concilia1ionc che il ministro della Guerra generale Cordoba proponeva, un giurì d'onore, un'itKhiec.ta sul pa.s')ato del generale, franavano nri clamori della piazza ammutinata o erano bloccate dall'alterigia delle juntas d'arti~lieria. Amedeo chiamò Zorrilla, lo pregò di non ,pinger la -.ituazione all'estremo che avrebbe \'Oluto dire la di,,;,oluzione dell'c~ercito mentre i carlic;ti in anni preparavano un'altra def!e loro offensive; e Zorrilla promic;c che avrebbe fatto di tutto prr arrivare a una tran- "azione. Gli ufficiali dal canto loro ricoNCro al Re. Una loro commi.-.sione si recò c;cgretamente dj notte al palazzo, e Amedeo, una volta tanto, c;upcrò gli ,;crupoli costituzionali. Egli ricevette gli ufficiali all'in~aputa dri ministri, ~n un ~alotto dell'ala sinistra del palazzo, verro l'armeria. l camerieri a un cenno del Re ,;i appostarono alle porte e tirarono le tende dellr ampie fine,trc. fl ~ilcnzio.,o incontro fu rotto dalle µaro){" recitate di un capitano che chiedeva una energica azione. JI Re, pallido e incerto, ,i limitò a pr&netterc il c;uoappoggio c;enzaimpegnarc;i. Ma più in là non volle andare, e quando qurlli gli prop~rro ancora di mettersi alla te-,ta dell'esercito per imporre la moclific'alÌonc delb co,;,tituzjone in ~rnc.o più monarchico cd autoritario, declinò il baldanzo,o in\'Ìto. Ripeté che non intrndrva a~\nJutamente, Re ~tranirro. impor-.i con la forza agli c;pagnuoli. E~li crrckva, o ~'illudeva, di poter governare rol comcn-.o di un popolo che non conoscc\·a, M:nza impo~i1joni e senza a- ~tuz.ie. Non ,e ne ricono,CC\'a il diritto, e: quc:-.to era 5Ufficìente per lui. Ma ,e anche a\'CS')e:>pinta un poco pili in là rc,ame delle po-..,ibilità offertegli, il :,,t•mpliccbuon ~en.-.o~rebbc bastato ad i,pirargli la mede,ima deci!lione negativa. Giacché era c,idente che per con• durre a buon fine l'imprc,'l propootagli, non aveva che uno wlo degli clementi che OC("Orrono,il suo coraggio militare, r quc,to non può ba~tare da !,O)O nemmeno per so:,tcncrc il diritto di na\cita di \111 Enrico IV o l'ambizione avventurosa di un Vittorio Emanuele. In ogni modo Amedeo riteneva di potc?"ii fidare della promes<.a di Zorrilla, mentre rc,;pingcva la via d'uscita offertagli dagli ufficiali. ~algrado i ,uoi atteggiamenti ultradcmocratici e la mentalità d'uomo di sinhtra che lo meuevano agli antipodi da lui, che era in ¼htanza un buon liberale delia Destra subalpina, Amedeo aveva sempre avuto la semazione che, sotto le acque intorhidatc dalla retorica tribunizia, ci fo,,t.• in Ruiz Zorrilb. un fondo solido di lealtà. Ed ecco che invece improvvisamente, il 7 febbraio, a tarda sera, gli vennero date notilie attraverso le quali gli \Cmhrò di ~corgere il vero e in,o\pcttato volto di Ruiz Zorrilla « nero come la coscienza dei traditori >, come ,i ec;pre,;sepiù tardi un suo intimo. L'ABDICAZIONE Nel pomcri~gio il ministro era stato alle Cortcs. Aveva for~e saputo dell'udienza concessa dal Re agli ufficiali, e voleva metter gli eventuali propo:,iti di re).i'itenza di fronte a una situazione già deci~a? E: probabile; o forc;e era ,;oltanto prigioniero della sua po')izione e co\tretto a dimenticare le promesse di conciliazione fatte al Re. Un deputato suo amico lo interrogò per <.apere che intenzioni ave,;,c;eil ministero nell'affare Hidalgo. E Ruiz Zorrilla, fra le « vivissime approvazioni > della mag- ~ioranza e gli scarsi « comrnenti e rumori > della minoranza, si scagliò violentemente contro gli ufficiali di artiglieria, annunciando che il minic;tero era già deci-.o a sciogliere il corpo al quale appartenevano, per ricoltilllirlo \U una ba,e democratica, promovcndo ufficiali tutti i sergenti. Cli onorevoli, trasc:nati dalla !lua vigoro~a drclamazione. lo coprirono di applau~i; a grup• pi folti inva,ero l'emiciclo per congratular,i con lui, e a grande maggioran7..3 approvarono le dichiarazioni ministeriali. La storia, che ama certe simmetrie, ritrovò per quella occa,ione prcci<.amentc 191 voti, cioè quanti ne aveva avuti la candidatura di Amedeo al trono. Come ~e tutto que,10 non basta..sc, Zorrilla cor,;e al ministero ,;ubito dopo la ,eduta, per diramare $li ordini ncce~c;ari perché l'indomam mattina la di,truzione del vecchio Corpo Reale dell'artiglieria fos~ compiuta, e nelle casenne i sergenti ~i facessero con'iegnare i peni dagli ufficiali C\pul~i. Più tardi, davanti a Cartagena insorta, l'e- ,ercito regolare imparerà quello che c;ignificano certe facilonerie rivoluzionarie. Ora la fierezza di Amedeo \.i ribellò. In due anni di regno aveva dovuto subire innumerevoli volte le invadenze dei radicali, le imposizione delle maggioranze; ma un'ombra di correttezza formale aveva c;empre coperto alla meglio la precarietà del suo potere fittizio. La manovra senza scrupoli di Zorrilla dbtruggeva anche l'unico diritto della sua regalità, il diritto alla deferenza e"teriorc dd minbtri che "i chiamavano ministri del Re, e lo metteva nella condì1.ionc di apparire, lui, l'uomo più onesto del Regno, come un mancatore di parola agli occhi degli ufficiali ai quali aveva promc-.so il !IUO appoggio. Parve onnai certo ad Amedeo che Zorrilla avesse voluto compromcttrrlo e che ormai lui e i suoi fossero già presi nei cerchi del vortice che li a-.pirava vcNO la repubblica. L'indomani Zorrilla venne al palazzo a presentare alla firma il decreto che correva dietro alle misure già in corso di esecuzione. Si aspettava probabil• mente i rimproveri del Sovrano, ma aveva già pronte le grandi parole di nece~sità suprema, di situazione gravic;,;ima,e in ultimo la minaccia delle dimis~ioni del ministero: si sentiva quindi sicurissimo di sé. Jnvece Amedeo non disse nulla, lesse il decreto, e rimandò al domani la firma. Zorrilla si ritirò, va$amcnte inquieto, ma più per il dubbio che quel rinvio potesle cissere in relazione con qualche disegno di rcsilten7..3, che per il presentimento di quanto il Re stava preparando nel suo appartamento col fido marchese Oragonetti. Il giorno 9 tornò al Palazzo. Amedeo impassibile firmò il decreto. Poi, posta la penna, gli parlò con voce tranquilla: « La mia situazione è insostenibile, non voglio essere un fantoccio. Sono di Ca,a Savoia, non desidero impanni né essere mandato via, voglio andarmene di mia volontà. Ho riflettuto e ho preso la ri'!,Oluzioncdi abbandonare il paese e di rinunciare alle Camere i miei poteri. Ho già dato gli ordini per la mia partenza. Ripeto che la mia decisione è irrevocabile e chiedo che non mi si facciano osservazioni per mu• tarla>. Lo spirito polemico -che Zorrilla aveva pronto per difendere il suo atteggiamento alla Camera svaporò nello stupore e nella costernazione, e foJ"'iC nel rimorso, giacché in quella detenninazione serena traspariva tuttavia come un di~gusto altrro di gentiluomo che finalmente può allontanar,;i da una cattiva compagnia. Cercò invano qualche argomento: le comegucnze prr la povera Spagna, la repubblica, i reazionari.. Ma Amedeo lo congedò: « Pasado manarta, andrò in un albergo. Gli ~pagnuoli mi potranno trovare ugualmente là come in palazzo, si es que me quieren >. L'ORA DELLE VALIGE Intorno a quella decisione, non certo inatte,a ma che nessuno si aspettava così subitanea, spumeggiarono per quarantotto ore i suggerimenti, le pressioni, le ewrtaz.ioni animose e le adc,;ioni ra\sC~nate. L' aml,asciatorc italiano Barral prevedeva la collera dì Vittorio Emanurle e cercava affannosamente quale combinazione parlamentare po· tec;..,epermettere al Re di restare. Il mare,;ciallo Serrano e l'ammiraglio Topcte rinnovarono ancora per l'ultima volta la loro offerta di fo1·marc un governo di forza con l'esercito. li piccolo presidente della Camera Rivero, grotte\C0 come un nano di un quadro di Velac;qucz, e il deputato Figueras facevano votare dai deputati disorientati che la Camera sedesse in permanenza per a~umere la tutela dcll' ordine, mentre Zorrilla protestava impermalito che fino a quando l'atto di abdicazione non era ufficialmente comunicato alle Cortes, dell'ordine e dell'ammini- ,;trazione dovevano occupar5i soltanto i , ... Il Re ... lasciava senta rimpianto quel palano nel quale era sempre stato ospite e mai padrone di cua ... •· In alto: aspeno della piana del Conitresso a Madrid durante Ja cri'tl ministeriale, il 24 febbraio 1873 (dall'•lllustrution•). mini,tri del Re. Emilio Ca ..t.l'lar annunC'iava pt:r telegrafo ai s:uoi .amici cli P~,- rigi la proclarnazionc ddla 1cpubhiK,l per jJ giorno 1 1. Gli uffiò.ili d'.11 tiglicria, cacciati dalle C<l',crmc,complott:.1vano qua e là nt:i ~alotti e ,wi d1coli ari- ,ton.ltici, O!ltinando:.i .1d a,pt>tt,tn' un ~cgnalc. Il popolo era ruriu,o l' 1w1pk:-.- c;o,e dell'incertcua gcnl'ralc benl'fin,1,·.1 la repubblica che ,i avanla,a <.on \'olw ancora meno celato; frclcr.ili\1,1 o unitaria? E,trcmisw o modt·ra1a? Poi tutto (;j quietò, alnwno intorno a Amedeo. una volta firmato il m1·"'aggio d'abdicai.ione. N<:~li appart~um:n ti drl Palaa.o d'Oriente il marrhc--c Dragonctti dirigeva alacrem{·ntr i preparativi della partenla, e i prr,onaggi che entravano a ~aiutare il Re non portavano più che parole di conn>nicnza e di ammirazione per la sua deC"'i\iorl{', per la quale gli regalavano ,cnza risparmio aggettivi di lu,~o. .\mt·dco diventava di colpo valitnlt·, cabaill'ro,o, brauo) leal, pundehonoro.,o, ,rnthe per coloro che ventiquattro ore prima gli auguravano volentieri una trabucada. Amedeo ascoltava con un !IOrriso incerto i complimenti che la rctorica incideva sull'epitaffio dd ,uo cffimc~ ro regno, e a tutti risponckva come se nessuno di quei cortigiani dell'ora delle valige potcs~c farsi il minimo rimprovero per quanto era accaduto a lui e alla Spagna. Solo per Ruiz Zorrilla gli durava nell'animo il rancore; non gli riusciva di comprendere t.hr non era stato Zorrilla a tradir lui, ma che il gio;:;o politico, come era ,tato impostato, aveva tradito Zorrilla e le !JUe intenzioni. IL SOPRABITO BORGHESE Il mattino del 12 febbraio, nrlla luce triste dell'alba, le sale del Palazzo d'Q. riente si..,riempivano dt•ll'ultima gala della monarchia di Amedeo. Notati fra i pre-.cnti, l'onorevole Zorrilla, il gra,-.o marchese di Sardoal ~indaco di Yiadrid, i generali Sc~undo dr Portilla e Burgos, il conte d1 Reus, la duchessa Prim, la contessa dc Almina, e molti altri di cui ci <.fugge il nome. I ..,oliexmini~tri del regime basta\'ano per formare una piccola folla. Gli alabardieri col cappello a due punte erano dh,tribuiti ,;otto tutte le porte; cmtoro avevano fatto in tempo ad affezionar-! a quel sovrano di pa.~,;,aggioed erano commossi di vederlo ripartire, e anche ~~r~btr f1~~g:rem~r~~~faa{~~~~di:~~ le loro la$rime contenute mctte~·ano una nota ,;mcera nello spettacolo. rutti i convenuti avevano sul vi,;,o1'6pn·~- sione di sentimenti magnanimi: 11gc-- nerale Gandara annunciava di voler seguire il re in Italia e di volersi fare cittadino italiano per non la'iciarlo più. Le c;ignore compiangevano la Rl'- !~1da~~ea~~alt~~~d~~inf!71~~i t:\m;~;1 zata dal letto solo dopo una lunga discmsione fra i suoi medici impensieriti. Finalmente un maggiordomo ,;palancò una porta in fondo, e i partenti comparvero: Amedeo in soprabito borghese guamito di peJl;ccia, con la tuba in mano, la Regina piangente trasportata in una portantina dell'epoca di Re Carlo IV e di :vlanuel Godoy, e accanto alla portantina la balia con il principe Luigi tutto chiuso nella implacabile fa,ciatura di quei tempi ; poi il marchese Dragonetti con i principi Emanuele Filiberto e Vittorio Emanuele. Il Re era tri,;te, a~rorto, !-aiutava <;rnza dir nulla, istintivamente pa(;!lando dalla dignità so~tcnuta alla OCnevolenza, secondo ~he il suo sguardo incontras<;e l'inchino di un personaggio ufficiale o la riverenza di un servitore. Lasciava senza rimpianto quel palazzo nel quale era stato (,empre o!<.pite e mai padrone di casa e quel dc,;,tino regale <'he gli avvenimenti gli avevano prestato e ripre,;o: pure in quel momento supremo una inquietudine era in lui, fatta di vaghe insoddi~fazioni ocr il passato, di incertezze per il futuro. Che avrebbe detto di lui Vittorio Emanuele? Varcava l'una dopo l'altra le porte 1 e sparivano dietro a lui le ,aie, i corridoi, i per5on;-.ggi in unifonnc, i volti baffuti, le bottoniere, i gran cordoni, gli sparati bianchi, i quadri dc-llr pareti con le gorgiere degli infanti di Ca~a d' Au,;tria e le parrucche dei principi di Ca,;a Borbone. Ai piedi della grande f.Calinata attendevano le carrozze, e ben presto, alla voltata nel pasco de San Vicentc, sparì tutto intero il Palazzo d'Oriente, con le millt· fine~tre lucenti, le piccole torrette coniche dei muri di cinta fra le (hiome cupe degli alberi, e la cupola in alto, senza più lo stendardo. 1\lla stazione del Nord era pronto il treno speciale, e una c0mmic.sionc delle Cortes aspNta\'a lungo i vagoni, pronta ad accompagnare il Re fino alla frontiera portoghese. ~ancava una scorta militare, e all'ultimo momento la procurò l'ammiraglio Topctc cacciando dentro uno scompartimento otto guardie di città che si trovavano di c;ervizio alla stazione. Gli ,pNtdli furon richiu~i, le te,;tc si c;copfrcono, ;1 treno ~i mm.,c lentamente, pasc;ando in rivh.ta !e lunghe prnsiline, i convogli c;ui binari morti, le bandierine verdi dei canwnieri, le ca--e sparse della periferia. Poi accelerò la cor\a, ,cmpre più veloce, sempte più veloce, attraverc;o le campagne vuote, attrave,~o le !<.lai.ioni impreparate e ~tupìte, vc-r,o la corazzata italiana che ac;pettava nel porto di Li,bona il Duca d'Amta, rrduce dall'estNo, per ricondurlo in patria. MANLIO LUPINACCI

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