lJ7 APRILE 1931-XV O ■ NIDUS PAGINA J ~\@~~J~U~ ®~~[bg O~[P~~@ I 1:-.c11É r('\tammo in Eritrea, 1 militi erano dcwl:ui perché b. 1~•g-io1wappariva tutt.l ~1.,,1, anda e pov,.:r:t. .\tt1.1vcr-,:rnuno il pae..e. A\evamo ,t•ntito parlare ddlc f rn.golc di Kercn, ( ht: ,, diet:\·a nrbce,~ro durante tutto l'anno, ma non le trovammo. li luogo 1·1.t tuttavia ..,pJenc\ido, un vero po,to pl·r nll<·~~1are. Aranci, pt-sche, ,u,ine, n:·rdurl· (' fio1 i d'ogni genere vi crC-.Ct'- ..,ano in tutte le ,ta~ioni. C..tmminnmmo pl'r c:irca due rnc,i. ,t'mpll' ,çavakando monrngnc t• rollinr, in<:ontr~rndo pi;,nun: va,ti~imc, pit'- nt· di ,tt'1 pa~liL' e di r.lre acac:e ombn.·lhf,.;re. Qu(•~to pac,aggio ci ~·duc.:t·- ," pe,ché in nrto --en\Oa'-&>migliava a qul"llo dei film dove lr ~ira!Te fug~ono a ,alti alla vi,ta <ll•ll'uomo; m:\ 1 d'altra partt', tranne <1uakhe lucertolone viola ,. quakhe capnolo "pa,·rnta.to, non "<'OP• iv,11110 ancnra, l'Africa che a,·cvamo 1ntn1a~1nato. 11 primo p•w~c- dove trovammo un po' di ,c-rdc-, fu qurllo di Adi-Caièh. n·ntio di mohilit.1zimu.· ddla banda di ).loh.mlt'd Batì1. ci1condato da un muro hi.mro dittro cui ,puntavano i neri trt11 dc·i tucul. C't.•rano eucalipti, orti t' poni d'acqua. :'\'d 'fi~ré ;ncontrammo ,.:l,tc pianure di grano. Già. ~i vcdrvano in un c.m1po k "Pighc mature t·, più lont.u10, J mrn.J maturai.ione t, in fond~. indi~cni curvi che ara\'ano e ,c1111navano. I militi, qu,,,1 tutti ront,,cl.ni, dÌ<'l'- ,·.,no: « Qui ,iamo a po,to >. « C'è cl.1 fare per tutti ». « Gli indi~c-ni non ,anno lavo1;.\n' i ,nkhi 110n ,ono profondi ». e lo, il primo anno, vado a fondo un h1accio. il ,c·condo anno un po' di più t· 1\ tcrt:o farcio uno ,ca,"-0 di un 1111·(10 >. .: lo al quarto anno roncimo ». « In fart.·i la rrba Ml quel cun1nolo e d,1\ .,nti C'Ì metto l'orto con un po' cli \'l~fl,' ♦ Yt·1,o l'Amha Aradam incominciò il -..1li,,.:t'1Hli dl•lle ,no,uagnl·. \'cdc-\'amo l",ltC'nt' iPtcrminahili 11l una lu<"t' \·iola. Pa".lt.\ l'Amba Ala~i, improvvi..amcntc- la natura mutò. Collin1.• wrdi e .,lht·n oinhro,i. lJn'l.Jmbria più calda. , 011 ì r,unpi hc-nc ordinati. e contadini dw r.,n·<ll{litT'.lno ~rano, pi""lli e faH. Il -~1.rnotur.-0 t.·ra alto tre mctn. Gli indi~1•ni cantavano ~en1..,. '°"petti ,. ro11t1nu,n,1110 a lavorare in pace, O--· ,crvandoci. ~ .\delinah, adelinah. ade· li1uh, adclin,lh :,. Era. un:t t·;.m,on(' d('I '96. Qualche antico ., ...mio d11· lavor.n-a nei campi dis- 't". « lo ,apc>H'. io t•,..,crc ,tolto in lt;.tlia. ~1u,,olini m;1mlaH' a ml' buo machi11,\ ... Lavo1.1r(' un ~io1no -.olo, poi <lor• mm: è fare fonta'l.ia :,, ~tarci.unmo in colonna, evitando i n·ntri abitat1. . \i no,tri lati app.1rivano \·a,t,• mandrie di zrbù bianchi e gialli d~11l1· curn,ì lunatt:. Pa..colavano piacieh t.' mu~~Ì\',lllO ,enza finr. Ci ¼'ml>rÒ d'r,,(.'rt: nel Lvio. \'icino alle .,cciuc \"t"rdi, que,tc manclnt'. ~i zebù -..<hta\'ano, copl'rti di ucu•llm1 dal becco ro,..,o che lx•ccavano. .\t(anto ..,j vcdC'\·,rno \'Ccchic donne l." r~u;aai <·ht· -.eckvano ,ull'erha e n,colta- \';1110 G1lrni e cornpo-,ti i di~or--i degli an1.iani. Lt.· tortore cam.wano -.ullc ruforbic, oppure volavano a coppie, da un albero all'altro. Galline faraone bianche e nere bt-ccavano n<'J mucchi di ceci r,lCtolti dai contadini. Pili avanti, inl ontrammo i primi caprioli che -.alta- \ ano "ia dai ce,pu~di ,1 ,balzi re~olari i- rapidi..,,imi. Poi Hlllh' la lcprt'. Di,,e un ,oldato : e Qrn·~ta ~ntr non ,,1 tenere le bc,;;tie. Io fa1t·i \·,•nire dall'Italia una coppia di bov1, <k·i no,tri, d1e ...ono pili gros,i e più forti e farr-i incroci con questi zebù ». Cornacchie ('normi ed avvoltoi dal volo lr-nto ~fioravano le no5trc cucirw. Per decme e decine di chilometri in- •·ontrammo alth,.imi alberi che , ..mbravano pini, tutti bruciati. « Saremo ,tati noi, > di\$C uno, « a lorza di cannonate,. Quattro anni avanti 1 invee(', un incendio a,·cva bruciato il b°'co, e gli .,Iberi erano re1.tati neri come colpitt dal fulmine. hù avanti la natura tornò li1·ta e ,·(>rde: riapparvero mont.-i~ne di .un. r0<;.a viola, ron -.alti d'acqua al11,,11111. « Qui ci m('ttCrri una centrak, > di\'i(' uno di ~filano. e In poco tempo ""t po11ebbe avrre la luce nella vallata>. ~lardammo ancora per due giomi; durante il cammino, ai no~tri fianchi. ,1 al,avano nugoli cli uccelli gialli e hc..·n~alini variopinti. Arrivati alla pianura di Cobbò, cor- ,r voce c-hc ,aremmo morti tutti nel t1awr,arla. Faceva un caldo 1remend<1. L',,cqua era "('aru. Rari i torrenti ,. ne ..,.un po;,w. Si facevano piccole hurhc• nelle ,c-('che dei torrenti e "i aucn• deva p<'r brrla che l'acqua filtrasse. );e,,uno morì. Incontrammo 'ipianalt' di fiocchi bianchi, alti fino alla no- ,tr,l rintola: rra cotont' che cre'ìCeva --d\'atico in grande quamità.. P<.·t t·inqu;.rnta chilomc1ri pt:,tammo que~ti M• huc.ti. All'alba, -.corgl'mmo donne- e ra- ~aae con le olle legate dietro la 'ichirna. Camminavano Cllr\'t' col <;Celere .11l'infuori, dondobndo come dromedari. ).lan mano che avan2.c1.vamo. di,t1n• ~uc-vamo i loro volti forti e ben di...cgnatl; ma acc~1nto anche quelli dcli<' \'t"cth1e decr("pitc e O\Ccnc dagli occhi fradic·i. Le ra~anc ride\"ano t' civena- \·ano. « :'\'inh1, nicch'.,:, dict·rnno . -..oldati e Da quella là ... ).,(io marito t..tg:lit:rù tr,t,1, » ri,pondevnno le ragazze. .\rri\·ammo nei pr(',,i cli lkci,llli. Qui incontr,umno la foresta: una fon:- ,ta intricata, \·C'rde. compatta e unud.1. Di tanto in tanto ,i aprivano piccole radure-, circondate da euforbie, don· appari,·ano pi("coli cumuli di terra \Cura. di"eminati di ,a,,i e di agavi : erano i cimiteri abiv,ini. Lì canta\.-ano lt: tortore e -.mtavano gli indi_~c-ni dopo .wc-r lc(tati i ('avalli ai haobab. Quando incontravamo carogne d1 muli abbandonare ,ul terreno, tutta la no,tr,l colonna ondeg~iava. I muli delle -....'llmc-ric ,i imbinarivano r ,i rifiuta\'ano di andare avanti ra~liando t· c-aldando. ).la i conducenti ,i facevano tra,cina- 'l' ,rnza la<iìciare la cav('zza. Avevamo già perduto un terw d<'i no- ,tn quadrupedi. e ~ni animale l.'1·a per noi una ricclll'a..a . .r\vevanio comprato però qualche muletto abis-.ino nei mercati (' qua1che cavallo per cento lire. ).folti militi .. i erano portati dal loro pae,e pacchettini di 'iCmcnze che t<'n<'- vano nello zaino. Ogni volta che c'era la J>0'"1bilità di fennarci, ,i mette\'ano a "cminare, e ,ubito ,i vedeva crc,ct·n· l'ir1'.dat,l e i ra,·anelli. e imicmc ,pinan. fagiolini, cipolline. Qualche volt,l però accadeva che quando !-.iincomin- (iava a raccogliere dovevamo imprO\ • vi,arncnte riprt'ndcre la marcia. Superata que,ta 1..0na 1 ci fermammo definitivamente a Te~i:{ioc - Ghcnclà a ventiquattro chilomc-tri da Dc-~<è. 'Ci accampammo nelle vicinanze del La- ~o Haich. Subito i militi c~truirono fontane e forni con vecchie latte di ben7jna che ricoprivano di terra e pi?- tre. Appena ,.i,tcmato il campo, cominnammo a e,plorare il pae-<ic. Il lago era pieno di folaghe, di anitre -.clvatiche e cli JX'"Ci gatti, forq~ detti co-.ì perché .1\ !'\'ano tre paia di lunghi batfi. Gli 111di~1·n1erano angelici. Si trattava di g<'nte l.he non conosceva altro all'infuori del campo, dell'aratro, del bue. Il nostro arrivo li rallegrava: li metteva al "ìcuro dai pericoli delle razzie. Quando andavamo a caccia ci accompagnavano factndo i battitori e non volevano in compenso che il' bos~olo della cartuccia. Il luogo era coltivato a ~ranoturco, grano, fave, piselli e orzo. Quelli che ',(;minavano furono fortuna• ti perché poterono godere di raccolti abbondanti e rapidi. Ogni milite si ..cchc il 5UOpezzo di terra e fece subito richic~ta di concessione al Comando. Fino a tarda ora, wtto le tende. continuarono le di,c1h,ioni. « lo ho quattro fratelli,» dìce\·a uno, « e li faccio n-nire gìll, ',(' tu ci mt·tti le vrntimila lire ... :, e Qu<'I pezzo l'ho. "isto prima io, e rw ho ~ià parlato al capirnno. Fai ben<', caro mio, a trovartene un altro>. « lo mi piglio Mohamed Alì che ha m~lic e figli, e lo faccio donnirc fuori del recinto, perché- è nt'rO. E qui finirò col farci una palazzina •· PRIMO ZEGLIO Domenica abissina. italiana .\ COSCI E:\'ZA coloniale di un popolo non si forma in un anno, né in dieci. Tutta una evoluzione ~torica è necessaria. Al principio J1 c..iw.:~tosecolo vi era un paese, in Europa. che sembra\'a dovesse rimanere av• verso ad ogni av,entura coloniale: eque- ~to paese era l'Italia. Secoli di decadenza politica ed economica e di servitù avevano lasciato orme profonde nello spirito della nazione. Il popolo di :\larco Polo e di Colombo era, ormai, diventato piccolo borghese e casalingo, restio a navigare, nemico del rischio e d1 ogni ardimento, amante '!>Olodel vivere quieto, anche se 1n po\·ertà. ln un mondo, che pochi Imperi s1 erano quasi interamente sparuto, noi eravamo, ormai, destinati a vivere ctt·rnamcnte da proletari; e non basta; da proletari contenti del loro stato, ri• soluti a non guanre dalla loro miseria. :\teno di quaranta anni sono trascorsi da allora; e l'Italia è interamente trasformata. ~on vi è piccolo borghese in I ta• ha. non vi è operaio, non vi è contadino, che non abbia sentito la guerra etiopica come la s11a guerra. come un 'impresa in cui era in gioco la •ma sorte e quella dei suoi figli. Fu m Libia che l'Italia riprese contatto col mondo africano. La conquista della Libia fu lunga e dura; e, dopo la Grande Guerra, bi<1ognò riportare la bandiera 1n pla(,l'.he remote, in cui le circo- 'ltanze avverse e le neceo;sità più imperiose del conflitto in Europa l'avevan fatta ammamare. Alla dura scuola della guerri• glia hbtca, si \·enne, così. formando a poco ~~ mrn~w~ ,rn&WJ a poco tutta una generazione d1 coloniali. Ogg, la Libia è mteramente pacificata. I sudditi libici servono con fedeltà e con onore sotto le nostre bandiere. E i provvedimenti per la Libia, che l'ultimo Consiglio dei '.\,lmistn ha approvati, sono, in gran parte, la itiu'lta ricompensa della loro feddtà e del loro valore. Cosi ::vtus~ solini mantiene le promesse che fece, or sono poche settimane, da Tripoli alle po• polazioni libiche e al mondo musulmano. l provvedimenti riguardanti la Libia tendono in \'ari modi ad accorciare la distanza murale fra la madre patria e la Colonia. È questo, in poche parole, lo spirito di essi. I Commissariati Generali si tramutcnmno in Provincie, e i Commissari Generali si chiameranno Prefetti; elementi indigeni verranno chiamati a partecipare alla cosa pubblica; i Po• destà d1 alcuni municipi saranno scelti fra indigeni, ccc. Altri provvedimenti tendono ad altro fine: la sospensione dei provvedimenti penali e dell'esecuzione delle sentenze pe• nali a carico di Libici, l'amnistia e l'indulto, l'assegnazione in proprietà ai i\-Junicipi libici ùei beni già confiscati ai ribelli, sono atti non di giustizia, ma di clemenza. Essi varranno a fare intendere alle popolazioni libiche come l'Italia sappia essere severa con chi le resista e generosa con chi la rispetti. Fortittr ;,, re, suat·iter In modo: il motto è nostro. :'\,ta 1I provvedimento più importante d1 tutti, per il suo significato che quasi diremmo simbolico. è il mutamento di nome del Ministero delle Colonie. Esso si chiamerà da ora innanzi :'\Iinistero dell'Africa Italiana•. Mutamento solo di nome? Ben altro è mutato. i\elutato è lo spirito. Mutata è l'Italia. Le colonie non sono per l'italiano di '.',lussolini le tc,re lontanissime di una volta; sono parte integrante della sua patria e del suo destino. ~ Africa italiana• significa che l'Italia ha impresso per sempre il sigillo della sua volontà imperiale al Continente nero. Questo è l'alto significato simbolico di questo cangiamento di nome, ideato e voluto dal Duce. Trasportomerci per I'A. O. IL CREARE, m A O., un largo sbocco per la produzione nuionale ~ una delle più 1mponanu ques11on1del nostro proi;:trarnmaeconomico. Questione che pre- ~n1a molti lati e molte d1fficohà da risol\"el"$i nel miglior modo pou1bilc. Di grande interesse è, ad eumpio, la conoscenia del costo dei 1ruport1 merci, delle dogane, e delle più con\CnlCntl ne d'aCCt"SSOa\l'Jmpero. Per quel che n"uarda le tariffe degli auto1raspor11, ~ 1mposs1bile OA:8• a\'ue un pron1uario esano e sicuro. Su I mus1m1 11ab1lit1 dai \'ll''Ì go\emi e dalla D1reiione generale de, trasporti giocano ancora 1ropp1 elementi SOA:A:t'tt1\d·ia, ta la s1tuaz1one sentpre d'ec~ cez1one pc-r quanto non lontana dalla normalinaz1one. Si può dire che 11co'sto per chg. Ji un 1raspor10a meuo autocarro \ia :\lassaua s1 a~gm, oi:rg1 1 sulle L. 6,50. Prezio elcv•- 11ss11noche fa prcferirt' il 1nsporto \"Ìa G1buu. lnfam, nonostantt" 1 pc-santi i;tra\"ami imposti dal Protcltorato france-se (2° 0 di dimti d1 pedaggio, :.i.' 0 ad t·a/ortm di tassa d1 consumo. dmui di doi;i;ana,di sta1i111ca, tassa di banchina, tonnt"llagg10 e magaiz1mu1;gio,dmt11 di faro, ancorai;ui:ioe portuali, ecc:.), la busa media giornaliera della po1enz1al11àdel pono (circa 200 tonnellate) e l'alto costo della ferrovia, il traffico non abbandona Gibuti. ::\1assau• non è quasi mai prcfc-nta nonostante le buone tariffe doga. nah eritree (solo un dmuo di atatis1ica oscill•nte in1omo al 2°~). D'ahra parte, non 11 ha neppure la prete.a che la suada :\lassaua• Addis Abeba sia un giorno la principale ,ia d1 comun1caz1one per ra(lg1ungerc dal mare il centro dell'Impero. Essa potrà St"rvi.re,al mus11no, fino a Deu1è e come spina dorsale per lt" diramazioni \erso Condar e il confine sudanese. Quando .sarà compiuta la camionabile da As,ab a Desti~, la corrente principale del traffico per la capitale passerà d1 li, e il porto eh Assab assumerà l'1mportania che ojl"i hn quello di Gibuti. l'n'ahra soluiione di questo problema è quella che ha mcon1n11al'appro\azione di t-11pert1coloniali franct'si e 11aqui s1iamo 1utt1 ben<'. La gamba d1 \'•nnmì mu:r:liorasempre e non ne risentirà. V•nn1ni dice dt salutani. lo e lui si parla spu• so d1 te. non si fa che p 1rl11rcdcli<' belle S\.• rate passate insu•mc. Gli affari al solito. lo t1 5er1\'0 da amico, e ho una proposta. Se come diceù hai ancora \"Ogliadi venire qui, ci sarebbe da metterti a pos10. 11 Governo dell'Amara ha deciso di non dar licenze per spacci che a chi ha fatto la guerra. Cosi ci possiamo mettere d'accordo. Tu la guem1 l'hai fatta, e ti daranno la licenza. Ecco come s1 fa. Io apro da qualche p•rte uno spaccio. per esempio sul passo del lago Haich, ma la domanda per il permesso dcvi farla tu. Sai che sono un galantuomo. Conosco un maresciallo geno• nsc, e cosi awemo pres10 la liccnu. Tu do- \rai venire presto. Per IUa moglie, pres10 la potrai chiamare. Awai una bella baracca col teno di bandone, e due negri ehe hanno fauo l'ascari. C'è da i;:tu11dsgnaruen 18oo al mese. Ci mette~mo d'accordo. Ho jlià fauo cosi con due della 28 Ouobre, uno è d1 \'icenza, Polli, e t1 conosce. lo "·ado qua e là col camioncino per l'amminis1raz1one e i r1forn1mcnt1. Ot'ciditi, ti mando poi la domanda da firmare. Vannini e Carlesi t1 salutano. C.M. @m,,($,,,,1,"a, u scrivo ques1a lettera con p:rande freua. Forse ti arn"l.t'IÌ\ insieme a quella che 11 ho spt"d1to due 1itiomi fa. Siamo art1vau a :,.,J•.• che è un \'illa(('CiOpieno d'italiani. Ho trovato il signor Biap:ini di Viarep:gioe ci siamo messi d'accordo per un affare. Abbiamo deciso d'importare un forte quantitativo di \·mo. Oe\'Ì parlarne a mio fr11cllo. Digli che la cosa è seria; che parli lui a sua \"Oha a Ciounnino Lippi. È un affare da combinare: quello che conta è che ci facciano sa• pere i prcui. lo spedirò a mio fratello un appunto sia per i preu1 e la quanmà, 1ia per la ijradazione che occorre, se non vogliamo rischiare dì farlo andare a male per via del Le pianure dell'fmpero. liani. S1 \·orrebbe fare d1 G1but1 un porto franco. La solui1onc sarebbe radicale: una volta che fosse affrontata la questione dei traspor11 au1omob1liu1c1 sulle nuo\e strac!.. 1u110si r1soh-erebbe a nostro \"antaggio ,enz.a l'mgt'renia d1 nt'ssuno. La questione dei noli m11ri1t1m1 è m\,·c<:c meno complessa. Le tanffe unitarie, a qum• tale, delle merci in panenza dai poni italiani, sono d1\"ISC' m quattro clu,i, oltre le ma1u.:1oraz1oni,e m cmquc tariffe speciali n,11:uardant11 gioielli, 1 metalli preiiosi. i motori, le au1omob1li e I piccoli colli. Senza comprt"ndere, nuuralmente, le spese di s11- \a,11:i;:10s,barco, t"cc. (circa L. 1.30), le tariffe pt'r quintale sono le SCR:uent1 Pt"F poni tn1rt1 1 • classe :ZJ,iO z• classe 21,30 3• classe 1 8130 4• classe 16,50 26,30 24,30 18,30 16,80 3:.i.,70 :.i.9,;o 18,8o 18,00 Il problema del prezzi :--:cll'attuale momento d1 sviluppo di tutte le att1\1tà nel 1ern1orio dell'Impero, l'alto costo dei prodotti della madre patria è un problen1a a cui si ~ voluto dare un'1mpor1anza forst' esagerala Già da sei mesi a questa parte, molle cose si sono messe a pos10, e quando ai sarll nom1aliua1a la situazione, quando 11produttore italiano s1 sarà bt:n reso padrone del muca10 e ,arà completato il projj!:rammad1comunicn1om, 1preui scenderanno a un buon livello. Per adesso funiiona un Comitato Centrale pre\·iuo da un decreto del Governo i;:tent'rale in data 8 dicembre 1936-XV Detto Comi• iato. composto dal Federale di Addis Abeba, dai Direttori superiori dei;:thaffari ~nom1ci e finani1an t' dall' hpeuore del La\·010 per l'A O., è presieduto dal vicc-Go\"ematorc Generale. E.oso tt'nde a raffrenare I prezzi e a contenderne la salila, fino ad adeguarlt ai calm1er1 s1ab1liti. S1 g10,a di un opportuno collcf:amcnto con l'opt'ra dei ainl(oli comitali locali ed ~ ~1à a buon pun10 della sua opera. mare e del clima. :\1a io credo che una \'oha i:c1un10sull'ship1ano 11 vmo si mantenga benissimo. Rc,lando s1 occupa d1 a\cre certe indica,:ion1 da un ufficiale di artiglieria che a casa ha fat10 l'enologo. Staremo a =--.:.. qualche settiman11. Il posto ~ pieno di mo• \ unc-nto. Quasi ineri1ercbbe rutart" qui in• vece di andare fino ad Addis Abeba. Rolando dice che sarebbe un buon affare apri~ un cint'matografo. Ma scherzi a parte qualcosa c·~ da fare. Intanto di' a Cao eh~ si occupi del vmo. Appena ne sappia qualcosa facc:ia dei 1cleRramm1. Se comb1na10 I "affare del vino, "edremo che qui non c•~ ahro da fare, proseguiremo, tan10 più che io non de'"o scordare il signor 01 Vecchio che ~ ad Addis Abeba fin dal prm10 giomo. L"n ufficiale dc-I Genio che lo conoa-cc mi ha de1to che Di Vccc:hio ~ di"entato influen1e. ~ un raRazzo coraRi;i:1osoH. a messo su una società di apacci a cuena Se arrwo fino laggiù, son certo che mi aiuterà Scri\'imi subito. Sai che qui ci staresti bene anche tu? ;\la per ora donne non ce ne sono. ~e passò una l'ahro giorno a bordo d1 un'automobile rossa Dicono che sia la moglie d1 un Residen1e ::\la presto ,·e ne saranno. JI B1agin1 di Viareai;:tiofarà '"emre la sua e anche s,ua sorella :--;on so dirti come sono .addolorato della tua lontananza. Ti abbraccio e ti bacio. C10RGIO. Quoram, 8 onobre 1936. fammi sapere quando sbarchi con assoluta precisione. Ti \'errò incontro a Decamert': Tan10 de"o andarci per , pez.z.1d1 ricambio. lo sono sempre con la ditta TNcchi e Mon1i Sono arn\'ato fino a Termaber al passo :'l.lus• solmi, 4000 m. d'aheua, a 200 chilometri da Addis Abeba. Vedrai ti 1rovi bene. Le tariffe per chilometro dim1nu1scono sempre, quando le strade sono meglio. Ora è facile portare. t.:'n anno fa era difficile. Auto nb•ltate non se ne mcontnno più. Telegrafami dalla nave. Abbraccia mio figlio Lu1g1.L"n giornu o l'ahro lo chiamo. G. V
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