ID®"àCQU SEDIZIOSI FOLLIA COPTA LA TCRBOLENZA dell'elemento g10- \'ane del monastero copto di Dc1r-clMuharraq, presso Assiut, nell'Alto Ei;citto, ha posto 1I Governo d1 ="ahas Pascià d1 fronte a un problema poco grade,·ole. 11 Tim~s. qualche settimana fa, ha raccontato con sottile umorismo gli strani avn-nimenti di cui il suddetto monastero è stato teatro. Il Patriarca Gio,·anni XIX ave,·a nominato un nuo,·o abate, Sidarus, perché rc~taurassc l'ordine nel convento. E i monaci si son ribellati e hanno deposto Sidarus, sfidando il. Patriarca e il potere ch·ilc; e, quando son giunti chierici e agenti d1 polizia per vedere che cosa stesse accadendo, essi hanno ritirato il ponte levatoio - unico legame fra il monastero e il resto del mondo - e hanno minacciato di resistere dall'alto delle mura, che sono alte quindici piedi e assai solidamente costruite. La polizia ha subito compreso che urebbe stato necessario fare qualche cosa di moltCl simile a un'operazione militare per entrare nel conHnto. :--el frattempo, il Patri3rca ha sottoposto il caso al Go\"erno. E il caso era , erarrente complicato. Il predecessore del nuO\'O abate, un personaggio facile e accomodante, ave,·a conferito gli ordini sacri a giovani postulanti dopo soli tre mesi di noviziato. Questa sua condiscendenza aveva avuto conseguenze disgraziate. E il Patriarca Giovanni XIX a,·e,·a, con suo irande scandalo, appreso dai contadini dd luogo che i giovani monaci scorrazzavano per i villaggi vicini, sollazzandosi in modo poco edificante e non certo monastico. Il nuO\"Oabate era stato inviato appunto 11. metter fine a questo stato di cose; ma egli ave,·a gelosi rivali, che aspiravano allo stesso posto, e costoro avevano probabilmente fomentato la rivolta. La prospdtiva di procedere all'assedio del monastero con mitragliatrici e trincee non dove\'a sorridere molto a Nahas Pascià, che, oltre a tutto, è musulmano ed è capo di un Governo musulmano. Epperò egli deve essere stato ben lieto di apprendere che due dei capi eran ,·enuti al Cairo per sottoporre il caso al Procuratore Generale, anzi che resistere alla forza pubblica. Sembra che la vera ragione di tutto ciò sia stata la tendenza di giovani copti disoccupati, senza alcuna vocazione religiosa, ad entrare nei monasteri per farsi mantenere. IPAZIA QUALE lontana storia ric,·oca mai questa farsesca vicenda di monaci prepotenti e maneschi! Dalla lontananza di vecchie letture avanza l'ombra di Ipazia, la IO Af>Rl(E 1937-XV O ■■ l ■ UI f>AGJNA 2 \ Capriccio puritano (dls~2no di A. Bartoll) vergine bellissima e sapientissima, che • vede"a sotto i suoi piedi rotare i mondi•, ultimo fiore dell'ellenismo. Suida la descri\'e, con indosso il pallio, procedere per le vie di Alessandria, spiegando Platone e Aristotele. Alessandria era ai suoi piedi e da paesi lontani accorre,;ano stranieri per ascoltarla e ammirarla. E accadde che appunto per la sua sapienza e per la sua virtù, il vescovo Cirillo prendesse a odiarla e •tramasse•, narra Suida, • la sua morte, scelleratissima fra tutte le morti•. Costui aveva ai suoi ordini torme di monaci violenti e fanatici, che eran detti •paTfllbolani•: •Accordatisi alcuni uomini ardenti di animo•, narra lo storico Socrate,• dei quali era duce certo Pietro il Lettore, aspettarono la Jonna mentre si reca,·a a casa. E, trattala giù dal cocchio, la trascinarono nel tempio detto Cesario, la spogliarono delle vesti e con gusci di conchiglie la dilacerarono. E, quando la ebbero fatta a pezzi, portarono le membra nel luogo detto Cimarone e le distrussero col fuoco. Questo fatto non poca onta portò a Cirillo e alla chiesa degli alessandrini• (Hist. teti., VII, 15). Cosi 6nl il paganesimo: nel sangue di una ,·ergine. E, più tardi, Cirillo fu fatto &anto. Quanto ai monaci, a quanto pare, essi, almeno in Egitto, non han cambiato carattere. La Piccola I~tesa NON C'l:: PAESE che nelle re• lazioni con l'Estero non debba. pre,to o tardi, regolarsi -.ccondo le direttive che gli '-Ono .,cgnate dalla r,toria e secondo i \UC.)1 intcrc-.si permanenti. Se ne ha una conferma os-.crvando le vicende della Piccola lnte~a. Che co-.a fu, e~sa, in origine? Semplicemente una coaliLione contro l' C'nghcria. Ali' indomani della guerra mondiale gli Stati che -.i erano divi-.e le spoglie del pae-.e vinto, si ,:oalizzarono pt-r non perdere in ncs~un modo i frutti della vittoria. Di qui la loro stretta ade~ionc a Ginevra, al Patto della Società delle ~azioni. a tutu quei complicati meccanismi che tuteb.- no lo slatu q110. .. Di qui la loro ade~1one al si.teni francc-.e, fondato sulla intangibilità d•·i trattati. ~fa esiste\"ano, all'infuori dì questi moventi 1 delle ragioni fondamentali, che giustificassero sia la co.1liz.ione dei tre Stati fra di loro, sia la loro solidarietà con la Francia? A~solutamcnte no. Non e-.i~tevano delle ragioni di ordine economico, perché le economie dei tre Stati sono, più che complcmcn1ari, ,:.,imilari, come appate dalle ~tati~tiche della Società delle l'\azioni; non e~istevano nemmeno delle ragioni di ordine politico generale, pl'rché quei ire Stati confinano con delle grandi Potenze ver,o le quali cia'icuuo assume atteggiamenti e po~iz.ioni del tulio indipend<"nti da quelli de~li altri. Le relazioni. ad c,empio, dt·lla Ceco,lovacchia con la Germania !>Onodi 0~1ilità, ma tali non ~ono quelle della Jugo- ,lavia e della Rumenia; quelle della Rumenia con la· Ru-.,ia sono di diffidenza. per non dire peggio. a ragione della fic,.~arabia, alla perdita della quale i Sovic1 non ~i ra,scgncranno mai. mentre sono di intima cordialità quelle della Ceco,lo,·acchia con la Ru,,ia; i rapporti della Jugo,.Javia con l'It~,lia ~ono ritornati ad e,~ere cccellt.'nti, ma durant<' la part.'ntc,i dC'gli ultimi anni, quando mai la Rumcnia e la C:e...:o,lovacchia mo,1rarono di condividere lt~ an~ie e i so,petti di Bcl~rado? La Piccola Jnte,a. che Giuevra -.i ,tudi;wa di considerare come una grande potenza, rno-.trava tuua la ,ua piccoleva non appena si u,civa dal M?tto1cstrettamente danubiano. Xemmrno la .:olidarirtà con la Francia appariva nccc,~aria, ,;e non in fun zionc antiung-here-.c e antìgermanic,1 nell'idolatria del Patto ginevrino. Soli• darirtà di guerra e non di pace, perché la Francia non ha interev,i diretti di nr,;sun genere nella Peni~ola baltanica; solidarietà rivelatasi pcrirolo,i~- sima il giorno in cui si addivenm.· a quelle alleanze fra Parigi e Praga, fra Parigi e Bucarc,t, che dovevano inqua• drar,;i nel patto franco•sovictico. Piccola Inte"a ha riafformato la ,.oJidarietà fra i tre stati che la compongono. la fedeltà a Gine\'ra <: all'..uniri,ia con la Francia. Belle parole. ~dia re.iltà. ha rifiutato (come ave\·a fatto due mc,i fa a Ginevra in via uflicio"a, nonostante le pre~,;,ionidei delegati fra11n·,1 la ,;ua adesione ad un patto di mutu,l a,;:~istcn7a antigennanico. Jnformaz10ni dirette da Belgrado spiegano chia1,1mente come ~ono andate le cose. All'in• vito di allargarr il patto mili1"-rc ddla Pìccola lntc\a, nel sen,o di rendere automatica l'a-.~i..,tcma reciproca fra 1 trt: stati non soltanto nrl ca~o di guerra con l'Ungheria, ma m quahia,i altro ca,o, la Jugo..,Ja\'ia ha dichiarato che e-.,a era dispo~1a a tale c,tcn,.ionc, ma ad una condizione: che ..i tratta,.:-.e sempre di una a,-.ìstenza ad uno stato della Piccola I, te•J., vittuna di una ag:~n•<.;;.ione non provocata, qualunque ro~~(• l'aggre~sore. 11a ha o,~ervato. in pari tempo, che la Ceco-.lovacchia è legata con la Rm,ia da un trattato in coordinazione con quello franco- ..ovietico. Non .,j può parlare di funzionamento automél· tico come ordinariamente si ritiE'ne, perché in caso di conflitto fra la Ru!>• sia e la Germania rche è, poi, la grande eventualità contemplata;, l'intervento della Ceco~lo,·acchia è ,ubordinato all'interv('nto francese. ~la que,to no:1 mut,, la '-O-.tann delle ,o,e. Re.,ta sempre il prricolo. ~hc la Ccco,lovaahia venga a tro'"ar,1 1n guerra per una cau- ~a ('\trarn.!a agli intt·rcs~i della Piccola Jntesa. E su questa strada i due a,.,ociati non si ,entono di seguirla. A Pari~i dicono che quc,to nuovo orientamento della Piccola lnte,a è do- ,·uto alla ,car._a fiducia di essa nella potenza militare france'-e e si prende eh~ e,.,o potrà modificar,i il giorno in cui Francia e ln'-":'hilterra ,aranno in pari con gli armamenti. Tutto colpa del 7 mai lO. Sarà. Si vedrà. :via tuttada noi pretcriamo scorgere in quetito orirntamcnto della Piccola Intesa un ,a. lutare ritorno al buon ~coso, ad una obi<'t1iva con,idcrazione della realtà. La Piccola lntr~a diq•nta oggi quello che ancbbc do\"uto es,ere ,empre. Demografia inglese A;\'CHE in lnghilterra ~i anertc l'importanza del problema demografico. Si legge che l'opinione pubblica ingle~e. co-.ì ta1da a muoversi, '-la orientando-.i in sen,o contrario alla limitazione delle nascite. La novità ha dr,tato una così viva imprc ..s.ione, che tutti se ne occupanv nel Regno t.:nito presagendo mutamenti nelle idee e nel costume. Ed ecco i! presidente della Fcdera1ione dcA"li ,pet, tori sanitari che intcn·iene rerando un nuovo ar~omento alla campagna: una politica demografica intcn-.iva darà una ragione e un scn'-o al colo-.~ale incremrnto dt:gli armamenti. Vorrebbe c~<;ercun argomento deci- ~ivo e non lo è. Non ,i può intraprendere una seria politica demografica in vi-.ta di un determinato fine, quale può e~'-<'IC,ad c~cmpio il riarmo, pc1ché è semplicemente assurdo e immorale intendere la politica demografica come un « meno» anziché come un « fine » a~1,oluto,valido in sé e per s~. Libero Inchino In libero stato (Re Giorgio In Cornovoglla) t di fronte a questo pericolo di guerra che la Piccola Intesa, soprattutto per iniziativa clc:-llaJugoslavia, ha ripreso la propria libertà <l' a1ione. Nono\tante l'lnte~a balcanica, mes..a. insiC'mc da Titulesco quattro anni fa, unicamente all·1 scopo di impedire l'accordo fra la Jugmlavia e la Bulgaria, vagheggiato da re Barili. e di tagliar fuori l'Jtalia da qualsia<;i influenza nel bacino danubiano. la Jugoslavia -.i è pacificata con la Bulgaria, con l<l quale ha stretto un patio di amici7ia perpetua e ~i è ac:cordata con l'Italia. ~ella recente riunione della Piccola Jnte~a a Belgrado i minhtri degli C)teri della Cecoslovacchia e della Rumenia hanno pre-.o atto con viva ~ocldi,fazione del tratt::i.to italojugo.,Ja\"O nel quale hanno indicato un valido strumento di equilibrio e di pace, come nella riunione precedente a\'e- \'ano preso atto. <JUJ.'iÌ con le \ll'~"e parole, d<"ll'accordo bulg,1ro-jugo~la,·o. Xcll'ultima riu11io11edi Brlgrado la E assurdo perché non è pos-.ibilc promuovere la vita secondo le variabi:i della politica; immorale perché una simile concezione, es~ndo relativa, comp<nta la ~ua contr,tria. \·enuti meno <1ud fini o soddisfatti con metodi divc-r~i (un c-,crcito di colore, ad e,empio: si ritornerebbe al controllo delle- na~c>- tc, riconosciuto lecito dai pa,tori an_glicani. E qu('litC ~ono le teorie drl pac,e clas~ico dC'll'individuali-.mo ! Quale peggiore offo,.a alb. prr-.ona umana del riguarcl.1rla comc- un ,cmplicr rntao. un ,c:niplin· strumento in c:iò t:ht· .... , _a ha di più -,a,ro? QUELCHEVALGONOI TRATTATI I , OCCASJO'.\ E della recente pQlemica col \'aticano, il J/6/kuclur Bmbod1tt'r ,.j <: lasciato andare a fare una affermazione sul ,:alore dei trattati internazionali. che è stata rilevata con particolare cura. dalla stampa francese e che e stata oiucctto di molti commenti 1 I trattati , ha detto l'orj!'ano ufficiale del Xazional-Socialismo, anche 5e inte,i come impe.Q"ni definiti,·i, di\"en1ano imalidi appena mettano in pericolo J'esi:-.tenza dello !;tato e la pacé della nuio_ne all'interno e all'«tero Questa proposizione e,pnme, senza alcun dubbio, una realtà uorica. :\e<is~n _paMe ha mai rispettalo un trattato quando 11 t1<1pet1arlo anebbe messo in pericolo la. sua et,1S1enza Ma appunto percib - intendiamo dire: appunto perché i cosi cd è staio e sarà 11emp1e cosi era necessario dirlo? Ed era ncceu.1no che lo dicctse un .Riorn.1.le tedesco? In particolare- il V6/kùche1 B,ob,:uhttr &\"eva due ragioni per &fltenersi dal fare una coal pericolo!la dichiarazione di princ1p10 L'una t che la Cenmt.nia ha, orm1ti, compiuto tutte le violazioni di trattati che a,e,·a inter~se a compiere, A che '-e-r\e proclamare. che si ha un dmtto quando lo fii è l(1à completamente esercit;1.to? Sè mai, da oui,::iin poi, la Germania ha interesse a mostrar- di credere nella co&ì detta untilà dei trattati: non foss'ahro, per indune altra a stipularne e per potere poi ena , iolarh. L'altra ra.Rione i che la Germania ha già fatto la dura e•per1enza di quel che costi il proclamare a ~ran \"OCeprincipi innpponuni. Ad una S\"Olta memorabile della fltqria europea, un uo1l)Opolitico tedeisco diue una fra!te dura, li definì, come tutti 1icordano, •chiffom dt papi" E sul valore dei trattati, la frt!te, montata e ionfiata da una propa$randa i.apiente, di\'ulgata e propalata in o~ni angolo della terra, nocque alla Germania quanto una battaglia pc:rduta ,:\1olte cose, a questo mondo, si fanno. ma non ti proclamano. I trat_taU ~i \'iolano, ma non si proclama che si ha 11 dmtto d1 ,·iol_arh. Queuo esil(e 11 codice della rtsputabibty. Os.s1a della ipocrisia. BASSEPARTI CONTRAENTI E LA PRO\"A di ciò è data dall'entusiamo con cui la stampa ini;tlese e franc.,_e si è jl;ettata sull'incauta affermazione del 1'6/k,sch" Beobachur, la ha analizzata e dissezionata, la ha portata alle estreme consc.Ruenze, aggiunjl;endovi postille e commenti, in CUI ha fatto sfop:.lllOdl"i più "-ant1 senlt· menti e della più pura morale. Questa è una d1chiaruione rap'.ionevolissima del costume internazionale relat1,o a1 trat1ati , ha scritto Peter Simple in Tl,t J1orn,ng Post. E~s11 pone in rilie\"O semplicemente queiao: c.he i trauati fatti con Potenze non meme,·oli di fiducia non \"algono la carta su cui sono scrmi, dato che uno Stato può sempre 1.-ccep1reche un trattato mette in pericolo la sua s.al'"ez:,a e pretendere d1 essere il mitrlior~ e 11 "-nlo p-iudice di "-e sia o non Sia COl>I Il ,·ero pencolo dei trattati non è che quelli fatti possano essere nolau, una even1uahtà alla quale tutti possono e doneb~ero esser preparati, - ma piuttosto che quelh no_n fam implicano che almeno una delle parti noncontraenti non è considerata dep:na d1 fiducia E d'altro canto, un franco rifiuto di trattare può essere. considerato come la pr0\"8 di intenzioni, che la Potenza, la quale rifiuta, può di fatto non a'"c:re. La morale è la seguente: lasciate che op:m stato faccia 1utt1 i trattati che può e preparatevi a non '"edcrne uno rispetta10•. Ecco, dunque, a che è sen·11a l'incauta dichiarazione del I "6/kmhM Beobacht.::r: a dare alla stampa francese l'occasione di mdi~narsi e a quella in,::lesl' di fare dell'umorismo al. tezzoso e lambiccato, sul tipo d1 quello che Petcr Simple fa nel pas'lo che abbiamo riportato. RITORNO A MACHIAVELLI SE SIFFATTE Qt;ESTIO;\I pot«sero almeno nere qualche pregio d1 no,·uà, se ci fosse la pos~ibihtà che, su d1 cs~e. si dicesse qualche cosa di inedito, ancora si intenderebbe l'utilità d1 queste discu,stoni. Ma tUtt'l ì:: stato det10 su di es~,, e possiamo anche • t"o1ungere facendo nostro 11 famoso motto d1 I.a SrU\·ère: e noi starno \'enuti troppo tardi · Il prmc1pio, che i! V6lkiul,rr Beobachu,- ha proclamato - e cioè che, m dau ca'l1, 1 trattai, si debbano \·1olare, ~ pnnc1p10 che ha tanto scandalizzfltO la stampa brilannica, fu, per esempio, enunciato con insuperabile chiarezza dal ).Jachia,·elli; il quale, per altro, n ngg1ungeYa un altro inscA:namento: che i principi sempre debbano dire 1I contrario, e cioè non predicare mai altro che pace e fede . Forse, se il redattort del I '6lkisd1" Btobacl,t,r a\·cs~e consultato il capitolo X\·J 11 del Pm,- cipt awcbbe taciuto. Quanto sia foudabile in un principe così il :\lachia"elh, mantenne la fede e \"ÌH:re con integri1à e non con astuzia, ciascuno lo intende. '.",;"ond1mancosi vede per esperienza ne' nostri tempi quelli principi 1ner fatto gran cose che della fede hanno 1enu10 poco conio ... Xon p1"} pertanto 11nsignort pn,denre, ni debbe ossertart la fede. quando tait ossen·anza gli torm contro, t cht Jo110 spr,1tt le cagioni clit la /turo promtttcrr. E se gli uomini fossero 1u1t1buoni, questo precetto non sarebbe buono; ma perché sono tristi, e non l'osserYCrehbero a te, tu ancora non l'hai da osser- ,·are a loro. ~é mai ad un principe mancheranno cagioni legittime di colorare la inosser"anz1a • Di questo se ne potrebbero dare infiniti esempi moderna, e mostrare quante pllci, quante promesse sono state fatte irrite e , Rne per la infedt"ltà dei principi, e quello, che ha saputo meglio usare la \"Olpc, è meglio capitato. ì\1a è necessario questa natura saperla bene colorire, ed essere gran simulaiore e diHimulatore.,w, Perciò. cinque qualità 11principe de,e non già a\'crc, ma parere di a\'Crc; e sono: pietà. fede, umanità, mte~ntà, relisUone. E dc, e • avere iran cura che non i?li esca mai d1 bocca una coH1 che non sia piena delle soprascritte cinque qualità, e paia a '"ederlo e. a udirlo tutto pietà, tutto fede, tutto umanità, tutto mteJ,!rità, tutto reliiionl.'" La dichiara:none del I "tilkisd,er Bt!obarhttr è con1ro la fede e contro la integrità; epperò 11 principe di ,:\fachinelli non se la sarebbe mai la~ciata u~eir(" di bocca , , Alcuno pnnc1pe dei presenti tempi, quale non (: bf,ne nominare, non predica mai altrr, cM pace e fede, e dell'una e dell'alua t in, .. micitsimo, e l'una e l'altra, quand'e' J'a,.·case 0g..,er,..ata, gli a, rchbe più \'Ohe tolto e !., riputazwne e lo stato, • Pace e fede•: quale muto per la polmca m'-tle'le di oi:u,:i' Tout tJt dli. tl l'on ttl 1n1u trop tard . • EUROPA POLITICA U11AINTERPRETAZIONEAMERICANA SE(.;()'.'\"DO Eugene J YounM (San Fran. mto Clmmicle) la nou s.t!Jente del pa• norama odierno della politica europea t il !eneo indebolini deJrinRuenza anglo-francese sui piccoli uati dell'Europa del :'\'.ord e dei Balcani. ).,'Italia, la Germania e l'L' R.S S cercherebbero di attirare, ciHcuna a ,i;, i p,1esi utelhti della Gran Bret.a"'na e della Fnmcia I due impen la cui cooperazione è costante• - e ,..j riuscirebbero in una certa misura Sul Baltico, la Gran Breta~na e la Fnmcia aH:,...ano creato, dopo la guerra, una ca1ena di piccoli st.ati e li ave,..ano. po,, tenuti sottc, il loro protettorato di fatto. :\la,_ da alcuni ann1, quei paesi sono 1I teatro di numerosi intrighi tedeschi e russi e. a uno a uno, *' \"anno sottraendo all'influenza an.Rlo-fran<:e• $e. La Finlandia si sarebbe ~ià gettata in braccio alla Ru'li.ia; la Lituania !ltarebbe per seguirne l'esémpio;_ e l'eminente _articoliHa pre,·ede che anche 1 ~atelli11 scandma,·1 del!, Gran Bretagna - la s, ez1a e la Danimarca finiranno col lasciarsi a11rarre sotto dall'LRS.S A quefltO rapido panorama della politica baltica. se~ue una interpretazione della politica italiana nell'Europa danubiana e balcanica: interpretazione che,. per. qua_nto _molto libera, anzi m molti punti arb1trana. ci sembra estremamente inttreuan1e per la con,1• der,z10ne che in politica interesu non solo quel che un pae~e realmente faccia o si_proponga di fare, ma anche quel che ahn credano che faccia o ,i proponi;ra d1 fare. Fau,. questa riirer,·a, traduciamo feddmente. senza a~si:iungere ,erbo. '\d prossimo Oriente , &cri"e dunque il ~/ran'tre~i~t.al~~eh;r~~~~~-~:-~:e;::s!::, 2 ':e1~ l'orbita britannica, e "i sot.iiene il dittatore fucista :\leuxa!I contro il Re Gior..i:io. Là Jug~laùa ha firmato, sotto i:?h auspici dell'Italia, la pace con la Bul_1tana e cerca, ora di assicurani il concorso della Grecia (;\ B Q11andQilsig. }"Q1mf(uritc.'ta non tra stato r'lcora conc/1110 l'accordo 11alo-j11gQs/m·ot ' ù$• solini, ora, ,uole concludere anche un accordo con la Turchia e, in s~guito, con la Rumania Se il Duce riesce a realizzare il suo piano - e., finora, sembra che vi rie!lca perfeuamente - l'Italia si tro,erà alla te~1a di un blocco solido di nazioni, di cui faranno pane .irlche l'Aus1ria e l'l·n~heria, il che arrecherà un grave colpo all'influenza franco-brnannica :\lu<;solini fa le,·a sulla paura che hanno della Russia tutte queste piccole na1ioni. Es~e hanno compreso che la Gnt.n Breta_llna e la Francia temono troppo la Germania per tmpei,:nar<'ii nei Balcani o in .-\.si3 ;\linore. L, steirso ragionamento si applica, rmtatis mutandu, alla Germania (ossia: andu la Crrmania l,,a 1,oppo da fan pe,. ùnp~#IMJ, ttA Bdf~ ca11i o in Asia .\.finor,). L'Italia, in,·ece, può soccorrere quei paesi contro i Soneu; ed essi si ri"olgono , erso Roma. accettando il Fascismo come un mezzo di lotta contro le mtne comuni!lt1che. Questo at1eggiamen10 di '.\1ussohni preoccupa la Gran Bretagna e la Francia. Ad eo~ dispiac_e di ,edt>rlo portar loro_ v_iaR"ii~lleati e modificare lo st<Jtu q110 nel \ 1cmo Oriente Il Duce ha incora_llgiato la Turchia a opporsi alla FTfll.ncia nella questione di Ale~- sandretta (?J e sembra che CJ:1:l,·ioglia concludere un mercato restituendo alla Turchia territori, che ora sono della Francia (?); nt!llo stesso tempo egli cerca di far sl che la Turchia ouenga, con l'aiuto italiano, il con1rollo della Palestina e dell'E~itto (?). La guerra etiopica ha dimn!'itrato che l'Italia domina le acque fra la Sicilia e l'Africa e che e~~a può nnpedire alla Francia e alla Gran Bretaiì'.na d1 inter,en1re efficacemenle in Siria, 1n Palestina e in Ei;ritto. t questo \·antaggio dell'Italia che preoccupa Pari~i e Londra E dopo a,·ere accennato alle _RraÙ difficoltà che l'lnKhilterra incontra in Palestina e, per riflesso della situazione palestinese, in tutto il mondo i!'ilamico. il Young con1inua facendo una serie di affermazioni circa la propap:and11 italiana in Oriente, delle quali s1imiamo op• portuno rile,·are il carattere usolutamcnte arbitrario: La propa,:tanda italiana non cessa di pro- \"OCare disordini e di incorai;tF?iare la Tl\"Oha mu~ulmana in _Renerale. e ep:iziana in particolare. I.e numerose colonie italiane in Ec1ttP e in Palestina sono, in questo ~enso. al ~er- ,·izio delle influenze antibr1tanniche. Dato che, d'altra parte, gli eserciti italiani di Etiopia potrebbero ottimamente in\'adere il Sudan, Londra ha delle buone ra,doni di e!-'sere inquieta . 0\1NIOCS Nel prossi~o numero: "U. R. S. S.: vent'anni dopo - La nuova società", seoonda corrispondenza del nostro inviato OorradoAlvaro, e la. pagina AGENZIA DELL'IMPERO ANNOI, ND"M2., 10 APRILE 193?-lV MNIBUS SETTIMANALEDI ATTUALITÀ POLITIOAE LETTERAfilA ESCE IL SABATO IN 12-16 PAGINE ABBONAMENTI Italia e Colonie: anno L. 45, umeatre L. 23 Ee:1uo1 anno L. ?O, umeatrti L. 36 OGNI NUMERO UJU L11\1 Manosorittl, dh~gni e !o1ografie, encbe ce non pubb!iea\11 no11 1i re1titni1eono. Dlrulone: Roma • Via del Sudsrio, 28 A.mminl1truloH: Milano• Piana CarloErba, 6 Soe. A.bon.E41trlc. "OMNIBUS" . Milano
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