la1m1tt1 E l'OCCIDENTE COME pura « dottrina religio- ,a >, l'hlam (o per lo meno la parte es!lcnzialc dei suoi dogmi) non è in po..,izione di a,-.oluta antite .. 1 con lo .,pirito della civiltà occidentale. In 'iOstanza c.,~ non rivol- ~e all'uomo che un unico fondamentale comandamento: d1 credere in un Dio unico e nella mi,;,;;ione divina di Maometto. e:Dio è Unico, è I' r.cerno. ~on ~enc1ò e non fu gt:- ncrato. :--J'onebbe alcun eguale > (Corano - Sura XCII, v. 1-4,. Fra i doH'ri rdi~imi ''ibadat;, che incombono ad o~ni mu,;ulmano, cinque, per la loro importanza, ,ono detti e i pila'ltri dc-li'I..,lam• ; e di e.-.siil primo è la shahadah o profr~..,ione di fede, che i- tutta in quc.,ta brev~ frase: « Non c'è altro Dio che Allah e :Maometto è il "uo Profeta ,. In t-.'-~ si compendia tuuo il d~ma fondamentale dcll'hlam, ~icché ba,ta pronunciarla per entrare a far part(' della comunità mu,ulmana. Xclla ,ua conci ..ionc, quella formula, affermando l'unicità di Dio, fa rientran· l'J<;lam nella famiglia delle religioni monott·i•ìtiche ; ma, nello ~trt.'IOtempo1 lo di,tingue da tutti ~li altri monotei,mi, in quanto afferma la mi~c;ione profetica di Maometto. Naturalmente, questo Dio unico è onnipotente, è giusto, è clemente, è mi- ,t"ricordio-.o, ecc.; è il Creatore del cielo l. della terra, della vita e della morte, ecc. Su cia<;cuno di que-;ti attributi il Corano torna ,;;pesso,con una in~istcnza che talora è monotonia. « li v~tro 010 è Unico », 'ii le.~ge, per e,;;empio, nella Sura II (v. 18-16o). « Non vi è altro Dio che Lui, il misericordioso, il clemente. Certo nella creazione dei ricli e della terra, nell'alterna~i della notte e del giorno, nella nave, che corre •mi mari, carica di co5e utili agli uomini, nella pioggia, ,che Dio manda dal fieio a riwcgliare la terra già morta, ove ha di,.,;;eminato animali d'ogni specie, nella variazione dei venti, nelle nubi costrette al lavoro fra cielo e terra, sono dei 5egni per gli uomini che comprendono. Eppure vi sono alcuni che si -.celgono degli idoli al po~to di Dio e li amanl'l come dovrebbero amare Dio •· E nella Sura VI (v. 163): e La mia preghiera e la mia devozione, la mia vita e la mia morte appartengono a Oio 1 Signore dei mondi, che non ha compagno. Questo mi è stato prescritto, ed io sono il primo dei musulmani >. Maometto è e il sigillo dei profeti > (Sura XXIII, v. 40), E comuncmeme il pa-;so è inte~ nel ~nso che i\iaometto ,ia « l'ultimo dei profeti > : unico sen- "° ammesso dall'Islam. Ma potrebbe es- "erc anche inte~o nel semo che Maomeno ; 1tbia apposto il sigillo alla predicazione dei ,;uoi predece:,;;sori (Lamrnen,;;- l'Islam, p. 57). E, infatti, Maomrtto concepì la ,;;uadottrina come una e conferma > dei monoteismi ~ondo -;c-ritture e cioè del giudaismo e del cri- .,tiane,;;imo, non come una negazione di 3 A PIU l E' 1937 .'xv o•NJBUS PAGINA l e""i : anzi, secondo il Lammens, nepputc come una innovazione. Per quel che riguarda la « vita 'iOCiale » e la convivenza degli uomini, non mancano nella religione j<;Jamica accenni ad alcuni principi che noi siamo avvez7i a comiderare come le più alte conqui:;te del pensiero e della civiltà occidentali. L'uguaglianza de~li uomini è affermata da una tradizione: « Iddio ha fatto sparire coll'Islam l'orgoglio dei pagani e la loro vanagloria per la nobiltà dei p«dri, perché gli uomini nascono tuni da Adamo e Adamo na,;ce dalla pol\'ere. 11 più nobile degli uomini pre~,;o Dio è colui che più lo tcmf" ». C~ì. ancora, il principio della libertà di coscienza e della t0lleranza rcligi°'a, che l'Occidente concepì solo dopo ,ecoli e ,ecoli di lotte e di dolori e r~~r:~~:~ n~)P8~~n! = :nn~i:c~i:~~~ pro\'Ìene dal no,tro Signore, e chi vuole creda, e chi non \'Uole sia mi<;eredente >. (Sura XVIII, v. 28); o anche: « Non vi è costrizione in religione: la retta via è stata ben di,;;tinta dall'errore. Chi non crede negli idoli e crede in D10 ,;;j tiene all'an,;;a più forte, all'an,a che non si ,pezza. Iddio è colui che a~colta e~». (Sura II, v. 257). E a un ,uo ..eguacc. Maometto di,;<;c: « Vuoi tu forzare gli uomini a credere, quando la fede proviene solo da Dio?> Perqno il principio che non si debba a~gredire, ma solo sia lecito difendersi (nel gergo della Società delle ~azioni ..i direbbe: il principio di non-aggres- ,ione) è chiaramente formulato nel Corano : e Combattete per la cau,;;a di Dio coloro che vi combattono, ma non attaccate per primi, ché Iddio non ama gli a~gressori , {Sura II, v. 186). Xeppure sul terreno della «morale> propriamente detta, della vita morale individuale, si può dire che l'Islam si presenti come antitetico e inconciliabile con I~ civiltà occidentale. Innumerevoli wno i passi del Corano che esortano al bene, che predicano la. carità. « Chi ti apprenderà che coc:a sia l'a,;;cesa? » dice la Sura XC (v. 12-17). « E riscattare il prigioniero, nutrire nei ~'iomi di carestia il parente orfano, il misero che giace nella polvere ,. E la Sura LXXVI (v. 8-g): e I pii sono ·0loro che dànno il loro cibo al povero. all'orfano, al prigioniero, quantunque lo de,;;iderino per se stessi, (dicendo) : noi vi nutriamo soltanto per amore di Dio e non vogliamo da voi né ricompema, né ringraziamento». E, in qualche momento, l'Islam si leva fino al precetto evangelico, che è considerato come il punto più alto della morale cri- ,;;tiana: e respingi il male col bene>, comanda la Sura XXIII (v, 98), 1Jna inconciliabile antitesi fra l'Islam e lo « spirito > dell'Occidente non esi- ~te sul terreno del dogma, non su quello della morale, né, infine, su quello della morale ~ociale. E, tuttavia, fra quei due poli è un abisso. Kipling disse che l'Oriente e l'Occidente non si incontrano mai; ma Kipling era un poeta e il suo Oriente era ,ul Cange. Il ~faresciallo Bougcaud, invece, non era certo un poeta : era un grande soldato e un grande colonizzatore, e il suo Oriente era l'Algeria; e dis..e proprio la stessa co,;;a. « Prendete un francese e un arabo», egli disse, e e fateli bollire insieme otto s:iorni nella ,;te,;;sa pentola; alta fine, 1 due brodi saranno separati>. L 1abisso, dunque, esiste: ma non è stato -;cavato dall'Islam. In parte esso fu creato dalla natura stessa dei popoli, fra 1 quali l'Islam si diffuse, e alla quale, in sO!\tanza, l'Jslam ,;,j adattò. 1-fa soprattutto fu creato dalla ~toria. Secoli di guerra e di lotte ':>Cpararono i due mondi e li re~ro diversis~imi l'uno dall'altro. Né si dica che quelle lotte e quelle guerre tra.,sero origine dal fanatt,;mo religioso. Certo l'Islam fu una grande for2a, ma i motivi di ordine materialistico - soprattutto l'appetito dei beni altrui - furono nella storia dei popoli mu~ulmani una fona bt·n più posS,Cntedella fede religio'>a. L'equivoco incombe sulla storia dell'Islam fin dall'inizio di essa. Di fronte a quello che fu e sarà ,empre uno dei fatti più stupefacenti della storia umana, la diffusione dell'i..,Jami,mo da un capo all'altro della terra in meno di un secolo, -.i solcva ri,·orrcre al motivo religioso. Il fanauo:;mo religioso spiegava tutto. e Fanatizzati dalla pn.·• dicazione di Maometto, bruciando dal desiderio di spandere la Iute dell'Islam. gli arabi si ..a. rebbero precipitati sul mondo civilizzato, rovesciando tutto, sciabolando tutto, per la maggior gloria di Allah , (Lammens .• Le Berceau de l'Islam), Solo in tempi relativamente recenti, ~li -.tudi del Wincklcr e del .Principe Cactani hanno dato una sp1e~azione più soddisfacente di quel grandioso av- \'Cnimento. Fu, secondo essi, il graduale inaridimento dcli' Arabia, l'insabbiamento della terra avita a ~pingere gli arabi alla conquista di altre terre. Fu la miseria che li cacciò dalla loro patria. ~é pensavano diver-.amentc i contemporanei delle grandi conquiste arabe. « La fame vi ha attirati fuori dei vo- ~tri deserti>, diceva agli invasori il ~enerale persiano Rostom. « Emigrando~, così un verw della Hamasa di Abu Tammam citato dal Lammem, « tu non sei ~tato attirato dal Paradiso, ma piuttO\to dal desiderio di as,;;icurarti del pane e dei datteri ,. Per il concof'O di tutto un complesso di circo- 'itanze storiche fortunate, quando l'Arabo, spinto dalla fame, traboccò fuori dal paese dei suoi avi, trovò, innanzi a 'ié, un mondo decrepito. Allora le sue ambizioni crebbero a dismi'iura : non ~i accontentò più del pane e dei datteri, ma volle conquistare il mondo. l popoli che riuscirono a ,;alvar,;i dall'alluvione, furono costretti a vivere con le armi al piede per ,;;ecoli,ad affrontare lotte mortali, a difendersi con le unghie e coi denti. Qual meraviEtlia se fra questi due mondi, che lottarono per <;ecoli l'uno contro l'altro per divorarsi a viccnda 1 ,;i formò un coc;ì profondo abisso? Quel che la storia ha fatto può la storia Sles\a disfare? Può la storia, oggi, colmare qucll'abi ..so che essa stes~a, un tempo, creò? L'Oriente non è più l'Oriente di un tempo. Non ,;;o)oei;so non spera o non pensa più di gettarsi, ancora una volta, sulle nazioni occidentali, e di 'iORgiogarlc, ma, a poco a poco, c;i lascia conquistare dalla civiltà occidentale. E le ~randi nazioni colonizzatrici, alla loro volta, ,;;uperato il primo momento della conquista, tendono sempre più a concepir"" il loro compito come una funzione di tutela 1 anziché come l'esercizio di un diritto di preda. Se un abis,;o c'è fra l'Occidente e l'I<;Jam, ,;;u questo abisso da tempo è ~taro gettato un ponte. E Mu,;;solini lo ha varcato. Sguainata la spada dcli' Islam, a Tripoli, egli ha promes'iO alle popolazioni musulmane, soggette ali' I tali a, pace e giustizia e ha C\presso la simpatia dell'Italia per l'Islam. Non crediamo di esagerare l'importanza di questo gesto affennando che es~ costitui~e il momento culminante di tutta una evolL.zione di idee, di rapporti, di <;cntimenu, evoluzione che durerà ancora a lungo, att1avcrw la quale, forse, l'Occidente e l'l,;lam giungeranno non ,;;oload una migliore compremione reciproca, ma anche a una vera e \incera collaborazione in servizio della civiltà. OMNIBUS Oriente L'Islam e la Cristianità ,t'È A~C'ORA qualcuno che s'induU stria, nella st.lmpa europea, a tran- -;are 11 vero sii<:nific,nodella poht1ca musulmana maujil'urata da \lussolrn1 nel recente \·iaggto 111 Libia. :\"on pa"-seràmolto tempo che si \·edrà come il Duce <,ia st,tto, ancora una volta, un ant1c1patore. Coloro che tingono d1 scandalizzarsi del fatto che il capo deJ .s:(o,·ernod1 una nazione cattolica accetti 111 omajZRJOla spada dell'Islam dovrcb:,ero meditare lo studio che alla quesuone 1slam1ca ha dedicato uno dei maggiori orientalisti vi\·ent1, Luigi Massignon (Rt'f.."Ut' Ju·bdomadairt', 3 giugno 1922). La figura del Cristo e da ~laria hanno conservato, ,n tutto il mondo islamico, un carattere di santità di gran lunga più accentuato che presso molte sette protestanti, in particolare i sociniani. Da molto tempo l'Islam non minaccia più la Crist1amtà. Si può dire, piuttosto, che l'aspetta, nel silenzio della propria disfatta, per vedere che cosa essa vale e se sa mantenere le proprie promesse. È per questo che l'atteggiamento della Santa Sede \"erso l'Islam c1 pare infimtamcnte più Cristiano e più umano del puritanesimo anglosassone •. L't J dicembre 1920 il principe ereditario di Turchia inaugurava su una piazza di Costantinopoli un monumento a Benedetto XV, definito benefattore dei popoli senza distinzione di nazionalità e di religione. In tale omap;gio e ndl'evoluzaone dei sentimenti che esso comportava, il :\lassignon scorgeva un an·cmmento • denso di significato e pieno di promesse non soltanto per l'anen1re del Cristianesimo cattolico, ma per la causa dell'umamtà e, piu precisamente, della pace attraverso l'azione concorde della cantb, dell'intelligenza e della giustizia Il bolscevismo In Asia '11..TESSUNO ignora che l'abolizione del .L... Califfato ha infranto l'unità 1erauca del mondo musulmano, determinando, contemporaneamente, il risveglio delle nazionalità. Ne approfittarono i bolscevichi per intraprendere un'attivissima propaganda in tutto l'Oriente. Dove esiste questo risveglio nazionalista lo alimentano, dove non c'è, lo provocano, e dove non c1 riescono, esasperano la xenofobia. ~ un movimento grandioso e pericolosissimo che mentre msidia gli antichi possedimenti coloniali, favorisce l'imperialismo moscovita in tutta l'Asia. Questa propaganda fu decisa al Congresso dei popoh dell'Oriente tenuto a Baku nel 1920, Zinoviev non ne voleva sapere; r1a su tutti prevalse il pensiero di Lenin. Furono redatte le 1struz1oni segrete alla fine di quello stesso anno. Le informazioni che ci vengono da ogni parte mostrano chiaramente che la diplomazia dei Soviet deve uscire dalla limitata sfera degli interessi di partito e prendere per base il principio dello Stato nazionale in luogo della lotta di classe. Se sapremo fare, il nostro successo sarà assicurato, come è avvenuto in Turchia, dove, sotto la maschera della loua·nazionale, noi lavoriamo per la Terza Intemaz1onale e dove la parola d'ordine: - Abbasso il trattato di Sèvres! abbasso l'Intesa! - ha trasformato il pascià turco in un difensore ardente degh interessi bolscevichi li, Questa propaganda non ha cessato mai. Al penultimo congresso dei Soviet, il bolscevico armeno Nadir dichiarava apertamente che questo metodo dava eccellenti nsultati in tutto l'Oriente Mediterraneo. Sul medesimo piano si muove la Quarta internazionale che fa capo a Trotski, pienamente solidale, 111 questo, con la Terza. Nell'estate scorsa essa pubblicava un manifesto e a1 popoli oppressi del Marocco e a tutti i popoli coloniali• per incuarli alla ribellione contro la schiavitù imperialista•· Alcune proposizioni: li governo bntanmco ha messo le mam sulla Palestina per proteggere la via delle Indie e i suoi mteressi economicì nella Mesopotamia. Per difendere questa posizione i banditi dell'imperialismo inglese sob1llano A Tripoli - Fantasia di cavalleggerl indigeni alla presenza del Duce l'odio d1 razza fra arabi ed ebrei, suscitando delle zuffe sanguinose fra gli uni e gli altn. Fin che I lavoratori ebrei ai faranno I complici degli agenti britannici e fin che i la\"oratori arabi non cercheranno l'alleanza dei lavoratori ebrei e dei loro fratelli delle Indie per colpire il comune nemico, l'imperialismo inglese si atteggerà ad arbitro ed a paciere, batterà moneta sul loro sangue e li farà massacrare a vicenda. L'imp~riahsmo francese d1 Blum e di Daladter non è più dolce in Indocina, nell'Africa del nord, in Sma e dovunque sfrutta ed opprime 1 popoli conquistati all'ombra del tricolore•. L'lnqnletudlnedell'Oriente L'IXQUIETUDI1'E dell'Oriente è immensa. D1ec1 anni fa 11 Pernot, dopo una lunga inchiesta nell'India e nell'Asia musulmana, faceva un quadro impressionante del decadimento del prestigio dell'Europa dovunque era passato. 11 mondo orientale, scandalizzato dagli orrori della grande guerra, che mise gli um contro gli altri popoli della stessa ci- \"iltà e della stessa fede, non crede più all'Europa. Tutto l'Oriente ha gli occhi su d1noi, osserva le nostre esitazioni, spia 1 nostri erron, pronto a trame partito. La polittca della Francia in Siria, quella dell'lngh,lterra nell'lrak, le ho sentite g1ud1care e criticare non solo da egiziani e da indù, ma da persiani, da afgani, e con quale spietato rigore! Le cose del Marocco erano, per I miei interlocutori orientali, un altro pretesto sia per declamare contro l'imperialismo dell'Europa, sia per denunziare la sua impotenza. Ma non avrei mai immaginato di dovermi recare fino a Delhi per sentir fare, da dei musulmam dell'lnd1a, il processo a1 metodi amministratt\ri della Tunisia•. :"Jel mondo orientale i musulmani sembrano 1naccessibilt al bolscevismo. Nonostante i buoni rapporti con la Russia, Kcmal Pascià non ha permesso ,essuna infiltrazione bolscevica nella nuova Tur~ ch1a. t un luog,> comune che i musulmani hanno vi,.·o e profondo il senso dello Stato, non ultimo dei motivi che fece di essi una razza dirigente per definizione fra le popolazioni informi o disperse dell'Africa e dell'Asia. L'Islamismo può essere un formidabile impedimento alla propagazione del bolscevismo dovunque si afferma 11dominio dell'Europa. Di recente René La Bruyère, il maggiore scrittore di cose navali della Francia, si domandava, in un articolo della Rer.;ue dts Dtrn: i\llomles (15 marzo 1937), quale fosse la situazione dell'impero francese e fra i pericoli che lo minacciavano metteva in primo piano quello bolscevico. e Parliamo prima di tutto di questo. Se vogliamo salvare l'idea imperiale, dobbiamo premunirci contro l'istinto di disgregazione cellulare che il bolscevismo cerca di diffondere in tutte le colonie li. Solo Mussolmi ha avvertito queuo pericolo cd ha intuito il rimedio. Le parole che egli ha rivolto ai musulmani \'anno oltre le circostan7e immediate e trascendono l'interesse italiano. Possono riuscire d1 grande giovamento alla causa dell'ordme mtercontinentale, al prestigio dell'Europa, se saranno intese nel loro vero significato e seguite da un'azione adeguata e concorde. Questo, naturalmente, non impedisce alla Francia di 1rntarsi per 11viaggio del Duce m Africa e d1 ntardare il riconoscimento dell'Impero italiano. E all'Inghilterra di invitare l'antico negus all'incoronazione del nuovo re. Compagni della divisione del Pamir! Una missione di fiducia vi è assegnata. La Repubblica dei Soviet vi manda agli avamposu del Pamir, sui confini dei paesi amici dell'India e dell'Afganistan. L'altipiano del Pamir separa la Russia rivoluzionaria dall'India, dove trecento milioni di uomini sono ridotti in ischiavitù da un pugno di inglesi. !=-u questo altipiano, i messaggeri della Rivoluz1one pianteranno la bandiera rossa del1 'csercito liberatore. Che i popoli dell'Indta sappiano che nella loro insurrezione contro gli oppressori inglesi, essi possono contare sull'aiuto immediato di un popolo vicmo e amico•. È un proclama rivolto da Mosca alle truppe bolsceviche delln frontiera settentrionale dell'Jnd1a. Si sa che l'Inghilterra si preoccupa di difendere la via delle Indie nel Mediterraneo. Ma è C\'1dente che i suoi interessi con la Russia nell'Asia debbono essere « complementari
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==