Nuova Repubblica - anno V - n. 7 - 17 febbraio 1957

6 LA FUNZIONE DELLE CORRENTI Se legillimo è il raggruppamento temporaneo o permanente di un cerio nu– mero di iscritti, pericoloso è invece il sellarismo di corrente che può av• velenare l'atmosfera, preparando nuove scissioni. Il partilo ha il dovere di ti,telare non solo i dirilli delle minoranze, ma anche quelli della maggio1·anza di CLAUDIO CESA C I PARE che la tesi che Codignola ha dedicato alle formazioni o correnti, non metta adeguatamente in evidenza che con quei termini si possono indicare due ordini di fenomeni ben distinti: il primo può es– sere definito come il raggruppamento temporaneo di un certo numero di iscritti al partito che prendono posi– zione in favore di una certa .mozione, in un congresso sezionale come in un congresso nazionale, o in favore di una determinata soluzione di un problema politico; il secondo si può definire invece un raggruppamento permanente di iscritti che, appoggiandosi quasi sempre ad una base ideologica più o meno precisata, diversa ìn ogni caso da quella dei dirigenti del partito (per esempio i neosocialisti di Renaudel in Francia, o i « gio– vani socialisti·» nella Germania prehitleriana; ma anche i riformisti e il gruppc dell'Ordine NUova nell'Italia del 1919-1921), tendono a conquistare la maggioranza al– l'interno del ·partito, per s0stituire un nuovo gruppo di– rigente a quello in carica. E' chiaro che, in teor-ia, non c'è ·niente da opporre al primo tipo di corrente e -niente da opporre al secon– do: non è .quest'ultimo lo strumento più adatto per as– sicurare il «ricambio» dei quadri dirigenti? L'espe– rienza però insegna che spesso, come in uno .stato de– mocratico possono b~nissimo svilupparsi e rafforzarsi movimenti e gruppi che stanno a1 gioco democratico solo finché sono in minoranza, così in un partito non c'è solo, il sett3.rismo di partito ma, anche più spesso, quel– lo di corrente, che a lungo andare avv_elena l'atmosfera e prepara le scissioni. _Il partito ha quindi il dovere non solo di tutelare i diritti delle minoranze, ma anche quel– li della maggioranza, che deve poter fare la sua politica senza essere tenuta permanentemente sotto la minaccia di una rottura del partito o di una non ésecuzione delle sue direttive da parte di certe sue organizzazioni con– trollate dalla minoranza. Codignola ha perfettamente ragione quando dice che, in un caso come quest'uJtimo, il problema è politico e non disciplinare. Però questo principio non può signifi– care che si debba aspettare con le mani in mano la so– luzione «politica». Più o meno come facevano"' nel 1921- 1922 i soloni dello stato liberale, con Giolitti in testa, i quali andavano ripetendo che il fascismo era un pro– blema politico e non di ordine pubblico; e, lieti di una così bella scoperta, .lasciavano che· i fascisti ·abbattesse-. ro ogni giorno di più le fondamenta dello stato, .guar– dandosi bene dal fare intervenire contro le squadre d'azione la polizia o l'e 0 sercito. La stessa situazione si è proposta e si proporrà in un partito; non sono quindi superflui gli accorgimenti- statutari volti ad impedire che una frazione minoritaria approfitti della libertà ad essa garantita per sfasciare il partito o per impadro-– nirsi dei suoi gangli vitali. Dette norme si possono rag– gruppare sotto due titoli: vigilanza e intùvento, 1) Deve essere garantita la più assoluta pubblicità delle riunioni di corrente e delle fonti di finanziamento degli organi di stampa non ufficiale. Quando diciamo pubblicità delle riunioni intendia– mo dire diritto di) presenza e di parola assicurato a tutti gli isoritti al partito, aderi;cano o n'o alla corrente. Non si tratta, evidentemente, di rendere pubbliche le 11111111111111111111111111111111n1111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111u 11111111111111111 AHBONATEVI, FATE AKBONARE A nuo~a repubblica 1.500 (annuo) 800 (semestrale) 450 (lrirneslrale) lllfllltllll!JlllllllllllllJlll!llllllllllllllllllllllJllllllllltltlllllllllllllllllllltlllUllltlllllllllllllllllll~IIU riunioni che possono fare quattro, cinque o dieci- per– sone in una casa Privata o in caffè; tutti sappiamo in– fatti che le vere e proprie riunioni di corrente sono · un'altra cosa: hanno un embrione di organizzazione, sono apèrte anche al militante di base- che aderisca alla corrente, sono insomma vere e proprie riunioni di propaganda e di agitazione. Coloro che sostengono - e noi siamo tra essi - che l'attività delle correnti è utile al partito, e dal partito deve essère permessa, non potranno aver nie!lte da obiettare a che gli organi dirigenti del partito siano informati della attività di un gruppo di iscritti e possano eventualmente difen– dere le loro tesi di fronte a loro. u N ALTRO sistema di Vigilanza è l'inchiesta perma- nente sulle fonti di finanziamento degli organi di stampa non ufficiale; con quest'ultima espressione possono essere definiti quegli organi di stampa i quali, siano o no· diretti da iscritti al partito, dibattono prevalente– mente· argomenti che· si riferiscono all'ideologia ed alla politica del partito, e pubblicano abitualmente articoli di membri del partito. L'inchiesta dovrebbe essere af– fidatà ad una commissione eletta dal Congrèsso na– zipnale, e non deve essere puramente formale, limi– tandosi all'esame di liste, a·utentiche o fasulle. di ab– bonati e di sottoscrittor:i, ma deve poter controllare di– rettamente questi dati; e ciò onde gli i.Scritti al par– tito, ai Quali questa stampa si rivolge, po.ssano sapere chi la paga. · Si potrà notare che questi sono mezzucci, del tutto inadeguati al fine che si propongono; ma non abbiamo preso, evidentemente, in considerazione alcun mezzo che~~tralciasse l'attività politica delle correnti; il ri– medio, in questo caso, sarebbe peggiore del male. E siamo dell'avviso ch'e i principi ai quali abbiamo sopra accennato, se seriamente applicati, possano ovviare ad alcuni degli inconvenienti più gravi che sono causati, in un partito « diretto», dalla presenza di correnti o fa– zioni. 2) Contro i gruppi di iscritti Che non si adeguino a queste norme, che sono di vi_ta civile e democratica prima ancora che di disciplina politica, gli organi di– rettivi del partito devono pòter intervenire in ogni mo– mento. Codignola ha proposto a questo riguardo due strumenti di intervento; l'uno è rappresentato dagli or– gani disciplinari « la cui indipendenza istituzionale da– gli organi esecutivi sia' statutariamente assicurata »/ l'altro dal Congresso. Riteniamo però che questi due organi siano solo in parte adeguati; i co°Ilegi dei probiviri, le· commissioni di controllo, o come altrimenti si possono chiamare, sono utilissimi per dirimere le questioni che rig4ardino un singolo iscritto. Ma quando si tratta di giudicare del cbmportamento di tutto un gruppo, o di tutta una corrente, essi non servono più a nulla. Si ncorrerà al– lora al Congresso? Questa sembrerebbe la soluzione più logica: ma l'esperienza insegna che non è così. Ricor– diamo i quattro congressi. tenuti in tre arini (daU'ot– tobre 1919 all'ottobre 1922) dal partito socialista ita– liano, travagliato dalJe correnti, che portarono al colmo l'impotenza politica del partit~; ed anche ai giorm no– stri i congressi a ripetizione della SF 10 non hanno dato risultati apprezzabili; e ciò per l'ovvia ragione che un congresso dà risultati solo quafldo dibatte problemi .J)er i quali le soluzioni sono mature, ed adeguatamente elaborate: _mentre. di norma, ogni volta che si tratta di risolvere una crisi prodotta dal comportamento d1 una .frazione la confusione politica- e... sentimentale tocca il suo colmo. Riteniamo quindi che in un caso come quello in questione l'organo più qualificato a pronun– ziarsi sia il Comitato centrale, che intervenga in se– guito a proposta della direzione. E non si opponga che con questa soluzione si viola il principio della separ~zìqne dei poteri; perchè non ri– teniamo che si possa• invocarlo a proposito dell'orga– nizzazione di un partito. Questo princfpio è, certo. in'.'" dispensabile nel quadro dell'organizzazione statale, ·e. serve a dare al cittadino ......:.... il quale non pilò. eviden– temente, scegliersi lo stato nel quale. vivere ~ la ga- (150) nu11varepubblica ranzia di non essere senza difesa di fronte all'esecutivo. Ma il partito è una società volontaria; se è democra– tico, coloro che prendono le decisioni, .,coloro che le at~ tuano, e coloro che giudicano sull'esecuzione di esse sono le stesse persone, cioè gli iscritti. L'equilibrio, o la divisione, dei poteri, nell'ambito del partito, non si è mai realizzato, nè si realizzerà mai, perchè il fine del partito non consiste nell'assicurare la convivenza, nel suo seno, di persone di idee, condizioni sociali ed attività differenti, ma nell'educare tutti i suoi iscritti (ed i suoi elettori) a portare nella vita politica ed. am– ministrativa~ della comunità statale determinati principi e determinate soluzionì. Resterebbe ora da esaminare la prassi che le di– versè ·correnti seguono nell'affrontarsi dentro e fuori del partito: ma questo argomento non si può trattare senza prendere in esame tutta una serie di casi parti– colari. Del resto, anc~e all'interno del PSI; esiste già una prassi della quale si sono serviti, durante l'ul– timo dibattito precongressuale, i diversi leaders. E non ci sembra che ci siano particolari ragioni per cam– biarla. T RA LE altre questioni sollevate da Codignola ci sem– bra che· Ja più importante sia quella che riguarda la partecipaz-ione dei funzionari di partito alla vita po– litica del partito stesso. E diciamo subito che non ri– teniamo utile « istituire - come scrive Codignola - l'incompatibilità fra lo· status permanente di funziona– rio e l'accessione a cariche politiche _interl1e od ester– ne ». Condividiamo pienamente la preoccu[}azione che ispira una tale prop.osta: che cioè, poco a poco, _il _par– tito si trasformi in un apparato di burocrati senza ini– ziativa nè. educazione politica; e riteniamo che si deb– ba intervenire per eliminare,•. fin dall'inizio,. questa eventualità. Ma· sappiamo anche che per molti cittadini forniti di spiccate qualità politiche, ma privi d1 mez1i, l'attività del funzionario di partito è l'unica che renda possibile quel lavor:o continuato eh~ apre la strada aJJe cariche direttive; e non si può introdurre nello statuto di un partito socialista una norma che li escluda a priorì. Si potrà piuttosto ricorrere ad un altro accorgi– mento, già largamente usato in molti partiti socialisti europei: stabilire cioè la percentuale di posti çhe i fun– zionari possono occupare negli organi direttivi, federali e nazionali. Ed una tale lim_itazione andrà posta anche ai parlamentari: perchè, se è una brutta. cosa un par– tito dominato dai funzionari, non è certo più attraente un partito che sia solo l'appendice dei gruppi parla– mentari. Avremmo altre osservazioni da fare sulle tesi presen– tale da Codignola intorno alla struttura democnitica dé:l partito; ed in particolare sui rapporti tra partito e gruppi parlamentari, partito e movimento giovanile, femmi– nile ecc. Ma p4:r ora abbiamo- preferito limitarci alle questioni di fondo; delle altre ci occuperemo quando - e speriamo presto - si presenterà una opportunità concreta. NOVITÀ CONCEZIONE CIUTICA DEL SOCIALISMO LIBER'fAR IO di SAVERIO MERL!NO a cure!- di A. Venturini e P. C. Masini Volume n. 23 deHa collezione u Maesti-i e compagni >) Pagg. XXX-334 • L. 1500 Pubblicati ora per la prima volta in Italia nel centenario della nascita d·ell'autore, questi scrit– ti hanno l'attrattiva dell'inedito e offrono ancor oggi un vivo interesse teorico; e mentre d.ocu– mentano l"attiva presenza del Merfino nella cu?:– tura socialista europea del suo tempo, danno u~ originale contributo d'idee all'elaborazione di una dottrina socialista nel solco dell.a tradizione culturale italiana. Il volume contiene inoltre una ricca bibliografia e un saggio sulla polerni.ca Merlino-Labriola– Sorel-Bernstein-Croce. LA NUOVA ITALIA EDITRICE - FIRENZE PIAZZA INDIPENDENZA, 29

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