Nuova Repubblica - anno IV - n. 32 - 5 agosto 1956

(i22} ne-..· repul,l,lica 4: _pagine sulla Spagna :Vent'anni fa, il 22 luglio 1936, il pronunciamiento militare coagulava in un unico fronte di destra sov– versiva le varie· ·e diverse forze clericali, falangiste e legittimiste in terra di Spagna. • i L'egemonia del ceto militare sul fascismo spagno– lo, evidente 'sin ·dalle ort'gini e I diverìuta sempre più pronunciata col passar del tempo, ne è stata garanzia di stabilità· e di .e rispettabilità>>.,. · Per ciuesto H poPoto 'spagnolo, che aveva combat– to per primo contro il fascismo, è rimasto così in schiavitù anche dopo la scomparsa dei suoi principali oppressori. La lugubre sequenza della furia naziSta, che Go– betti, presago, aveva auspicato di fronte a1Ia corrut– tela morale del fascismo ne1l'elogio della ghigUotthw; ha pm·e determinato nel mondo un fermento nuovo di rivolta e di libertà, fino alla definitiva _catastrofe. Il fascismo moderato e clericalesco, ·che campa alla gior– nata col sistema della carota e del bastone, seguita a opprimere la Spagna con una cappa di piombo ·ben difficile da rimuovere. Le pagine che abbiamo voluto dedicare alla sfor-r tunata lotta del popolo spagnolo e dell'antifasci– smo mondiale, nonchè alle tristi condizioni deJla Spa– gna di' oggi, intendono soprattutto ricordare l'esempio spagnolo alle giovani generazioni della sinistra ita– liana, in lotta con le armi .della democrazia. AGRARI: u Non siamo contro i coloni: S-Ono i tempi che ci fanno anticolonialisti! ,,.- nuto a Castclgondolfo, è implicito nelle. considerazioni che precedono. L'apertura della crisi su iniziativa del gruppo goliai·dico, senza affatto significare sfiducia nei confronti dell'operato della Giunta e soprattutto di Ungal'Ì ohe ha fomito al movimento studentesco in generale e all' UGI in particolare alcuni dati politici ai quaii bisognerà fur comunque -iferinl'3nto, ha anzi resti– tuito al lavoro goliardico al vertice della rnppresentanza universitaria un pili sostanziale senso politico, poiché in for.t.:a di esso è stato possibile denunciare Je contraddi– zioni interne dell'Intesa e creare la premesse per una l'innovata collaborazione fra goliardi e cattolici. cattolici. Inquadrat'e il lavoro della Giunta nella pilt ampia prospettiva della dinamica fra i gruppi ed interna ai •gruppi, è stato il merito precipuo <li Pannella. La sto1·ia -e, le l'agioni ideali dèll'UGI non si capiscono se non s'in• tende la validità del discorso goliardico sull'autonomia delle for/4e universitarie. Ieri il discorso 'era rivolto a cattolici e cornunisti, oggi, dopo lo scioglimento del CUOI, gli inlel'locutori più importanti ri1nangono i cattolici. I rapporti fra UGI e Intesa non possono quindi rima– nere statici neppure per un nlomento, ·na debbono giorno pet· giorno rinnovarsi in una costante e puntuale ve1·i6ca della capacità dell'Intesa o delle forze migliori di essa ai porsi nella vita univel'sitaria in piena autonomia, avan– zando spregiudicatamente sulla via della riforma de). l'UniYersità e della difesa della libertà della cultura. Giu– stamente Arduino Agnelli, goliardo c'i Trieste, scriveva tempo fa: « Oggi dobbiamo scegliere se valgono di più quelle cose che coi cattolici si possono fare I quelle cose rispetto alle quali essi si pongono cnme remora). R _IS.PETTO alla situazione interna del gn1ppo goliar– dico e di tutta l'UGI, il risultato dell'iniziativa di Pannella crea condi,doni tutte nuove che opportunamente ·sviluppate paiono capaci di sbloccare :J1·se in maniera decisiva la crisi perdurante dell'UGI. Lo slargamento delle prospettive aperte da.I lavoro della Giunta verso attenzioni un po' trascurate, come quelle dell'esame di Stato, e al di là di' quel certo dogma• tismo che caratte1·izzava il comportamento di Ungal'Ì, ha ricomposto l'unità politica del gruppo goliardico, elimi• nando le riserve e le perplessità che da più parti si av– vertivano. D'altro canto, l'insel'imcnto del vice•pre~idente dell'UGI, Nino Ruiu, in questa nuova piattaforma poli~ tica, rimette in moto tutta la -:linarnica interna. all'UCI 6 pone Giorgio Festi di fronte ad una ~ituazione tutta nuova. e diversa dal vecchio e troppo fac~le schema della maggioranza e della minoranza di .Modena. _ Con ciò .non si vuol dire che ·· i.9.no tutte rose. Anzi: una legittima preoccupazione che si :JuÒ fìu d'orn avanzare riguarda il modo in cui l'iniziativa dei goliardi si è svolta. si è svolta. La nota sensibilità e abilità. -~olitica J.,! Pannella sono , sì state capaci di ricreare rapidament,e \:1.ità del gruppo, ma non è chi non avverta· la disin v-ol.t111·a ·m '10 eccessiva dell'operazione e la straordinaria rapid~t8 con la quale essa si è sviluppata. Col che, senza 11.t"ga,·ela positività di quanto è aCCflduto, si vuole intende1·e che una unità più sostanziale il gruppo goliardico • l'TJGJ debbono an• cora trovarla. E debbono trnvarla attraverso le :,.,ssoc:•,:;-,ioni e i gruppi goliardici di sede negli organismi 1apprtsentativi, grazie ad una più matura consapevolezza alla pel." feria di quanto, in maniera un po' ... escatologica. è Avven1.to al centro e cioè a Castelgandolfo. Creare le condizioni perchè ciò si ve1•iD"hi è il compito e Ja respOnsabilità grnve c!el nuovo dì,·ttt::uo del gruppo goliardico, il cui presidente,• co.mt: , era ovvio, è . ora Marco Pannella.. · ENRICO BOCCINI LAVORO .E SINDACA1 1 I TRENI FERMI di FRANCO VERRA .. e OME NOTAVAMO la scorsa settimana, lo sciopero dei (enoviei-i è pienamente i-i uscito: del tutt.o ina– deguate - né poteva essern diversamente - si so~~rivelate le cosiddette misure di e1l'lergenza del mf– nistro Angolini. Nel settore delle ferrovie non ci possono essere misure di emergenza: basta un casello deserto, uno 'scambio privo di controllo, una segnalazione che non fum:ioni, pc1·chè rimanga bloccata l'intera linea. Il disagio per i cittadjni è stato massiccio ed il danno subìto dallo Stato nient'affatto ti-ascurabile: un miliardo. ]\![a lo scio• p~ro - nernmeno gli organi governativi hanno potuto negarlo - è rihscito e, a prescindere da molte conside– razioni ·sltlla popohu-ità. e sulla reale etlìcacia rivendica– tiva di una manifestazione ®l genere, è stai.o una prova che ci voleva. Non ci si fraintenda: la diffusa e in buona parte fondata convinzione che, in Italia, i lavo1:atori non sono pili in grado di lottare, è stata sfatata .. Adesso sap– piamo con matematica certe:-:;za che i ferrovieri sanno dare un'impostazione di classe ai loro problemi. E questo è elemento p,ositivo per tutta la classe lavoratrice del nostro paese. Naturalmente una simile valutazione è fatta dal nostro punto di vista., che è poi quello di co– loro che nella Mpacità dei lavoratori di pe1·seguire i loro fini rivendicativi \·edono un concreto motivo di vitalità democratica. Dunque, i fon·ovieri hanno Tomito u.n'ottima prova. Non bisogna trnscurare un fatto importante, ma non bi• sogna nemmeno soprav\·alutarlo: lo sciopero· è stato pro• clamato da tt1tte le organizzazioni sindacali e questa, si dice, è la ragione del suo successo. Non v'è dubbio che l'unità abbia avuto una •grande impo1·tanza, sia sotto il profilo psicologico, sia perché è valsa a togliere di mezzo la facile accusa che si trattasse di « una delle solite agi– tazioni politiche dei comunisti::.. Ma, si badi, non bisogna pensare che, se fosse stato proclamato dalla sola COIL - come in un p1·imo momento sembrava - non sarebbé riuscito. P1·ima cli tutto, le rivendicazioni erano - o lo sotÌ.o tuttora - molto sentite dai ferrovieri, senza distinzione di colo1·e o di organizzazione, in secondo luogo la COIL mantiene un ascendente notevolissimo sui lavo• ratori delle ferrovie, dei quali, ancor oggi, controlla jl 70 per cento. E Se il 50 per cento dei ferrovieri si astiene dal lavoro, l'altro 50 per cento, quand'anche lo voglia., non può lavora1·e, perché i t1·eni si muovono mediante un complicato congegno o,·ganizzativO, nel quale ogni ope• l'aio, ogni impiegato, ogni agente ha una funzione di collegamento con un complesso di altro funzioni. Ecco perché il minacciato sciopero di 48 Ol'e riuscirà anche se sarà sostenuto dÌilla sola CGIL. E speriamo cbe non sia per ferragosto. Anzi, questo pericolo pal'e già scon-. giurato. La CISL ha fatto sapere di non voler conti– nuare la lott-a intrapresa, ma di voler tentai·e la via del– l'accordo con il governo. Ora, si sa che il govemo non vuole trattare prop1·io sull'argomento fondamentale delJe diverse rivendicazioni: il congegno dei salari, entrato ~n vigore, nell'originaria formulazione del tanto deprecato progetto Cava, con il l )uglio, in esecuzione della se• conda e definitiva fase della legge delega. I.e tabelle sala– riai.i, come sono 1·isultate dall'operazione di congloba– mento, non )1al1110 accontentato nessuno ed hanno accen– tuato le incongruen~e del sistema degli stipendi, fon– dato su un meccanismo di « scatti biennali ;i, che pare invéntato apposta per colpire i più meritevoli, quelli che vengono promossi ai gradi interrnedi. In realtà, la revisione di questo sistema significa la revisione dei c1·itei·i sui quali si fonda la carriera del fer– roviere, concepita in modo del tutto inadeguato alle funzioni dell.a categoria, visto non già sul piano del ren– dimento individuale in una grande industria moderna. (e le FFSS- lo sono), ma sotto il profilo della più Sche– matica bm·ocrazia. Il governo sarebbe disposto ad un «ritocco> di quanto le tabelle prevedono in materia di scatti, ma niente •di pil,. Sempre il govemo afferma che i provvedimenti l'Ì· chiesti dai ferrovieri, riguardanti anche le competenze necessarie, portel'ebbe,·o un ulteL·iore aggravio di bilancio di 7 miliardi. E poiché provvedimenti simili a quelli ri– chiesti dai fel'l'ovieri venebbero invocati anche dai poste– legrafonici, la spesa salirebbe a 15 miliardi. Le cifre non sono controllabili, ma già a primo acch.ito paiono piut• tosto fantasiose: un calcolo più sereno le fa scendere no• tevolrnente. Crndiamo di non essere lontani dal vero a[. fermando che, per i dipendenti delle ferrovie, la somma. complessiva si dovrebbe aggirare sui tre miliardi. Co 4 munque, quello che sembl'a certo, è che il governo non · è disposto a cede1·e o, per lo meno, ad andare incontro con una certa spr-egiudicatezza alle rivendicazioni che tengono in agita:r,ione una categoria di Lavoratori cui sono affidate mansioni di vitale importanza per l'economia e per la vita stessa del paese. , Stando così Je cose, perchè la. CISL abbandona la lotta, libernrnente intrnp1·esa assieme agli altri sindacali? E che scopo ha avuto il primo sciopero se, in assenza di una risoluzione della. vertenza, non ce ne sa1·à un secondo? La tesi che lo sciopero cle]_le ferrovie è · est1·erna1~1ente gl'ave e che, cli conseguenza, va fatto in casi estren~i, si può accettare. 11,_[a. allora ci si doveva pensare primi\ di pròcla.mare quello del giorno 24: una volta scelta la lotta, non resta che continuarla sino a quando il pro– blema che l'ha determinata non abbia obiettive possi. bilità di essere· risolto. Jn c~so contrario lo sciopero assume quel carattere di «manifestazione> che abbiamo sempre conside1•alo uno degli ·errori più pericolosi ciel nostro sindacalismo. •Allo stato attua.le delle cose, i ferrovioi-i non possono, ancora una volta, i ·inviare questioni che si ti·ascurnno da anni e che sono divenute ricorrenti nella r;iostra. vita po– litica. L'anno scorso di quest'epoca si era inasprita la. vertenza degli statali: un opportuno intervento di Segni - che è stato il primo atto illuminato della sua attivit;\ cli presidente del consiglio - ha ricondotto alla calma i bollenti spi1·it'i dei pubblici dipendenti. Un iutervento del genere, in'.·queste ·settimane, a favore dei forrovieri è la cosa ohe ·maggio.-mente ci sembra <li dover auspicare.

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