Nuova Repubblica - anno III - n. 34 - 30 ottobre 1955

Bi 6 UNA POI.ITICA INTELLIGENTE CONVERSIONE VOLONTARIA Riproduciamo un· articolo di Giuseppe Faravelli uscito su "Cl'itica Sociale,, e una nota di Franco Pecci apparsa sul periodico "Sicilia del Popolo,, N EL !'{OTEVOLE articolo di Tristano Codignola, com– parso su « N-uova Repubblica> dell'll settembre, è espressa un'opinione da cui è assolutamente im– possibile dissentire; l'opinione che il PSI, nelle circostanze rivelate dalle ultime elezioni politiche, è diventato ob– biettivamente il protagonista della situazione. Distrutto ormai quello che era il margine di sicurezza della de– mocrazia, questa non può sàlvarsi se non e ricuperando> lo for,;e del PSI. Se il « ricupero > non avviene, la Re– pubblica democratica è spacciata. Anche sul modo del « ricupero> non può esserci dis– senso. Ben pochi prendono ormai sul serio l'idea che al ricupero delle forze del PSI possa servire l'opera rifor– matrice promessa dal governo in carica o da altre ana– loghe formazioni governative «centriste>, e quindi in odio alle stesse gerarchie del PSI. La contraddizione non lo consente, ossia la. ricostituzione •del margine di sicu– rezza della democrazia non può essere frutto della stessa politica che l'ha liquidato. Al famoso ricupero potrebbe, sia pure tardivamente, accingersi un PSDI che ritornasse alla politica dei primi• mesi della sua ,•ita - la « lotta sui due fronti> - ; politica che comunque si imporrà come extrema ratio, se il PSI verrà meno al sno dovere. La salvezza della democrazia oggi come oggi dunque clipende in gran parte da una conversione volontaria del PSI, cosciente della posizione cli arbitro in cui é stato sospinto dagli eventi e deciso ad obbedire agli impe– riosi 1·iclùami della realtà. Ma siamo a questo? Coclignola mostra cli crederlo; mostra cli -creclern che il PSI - sono parole sue - stia ripercon·endo, sia pllre faticosamente, il terreno cleJl'an– tonomia e della democrazia, e sopra un_ tale presupposto costruisce ed assegna « una politica intelligente» all'USI, all'UP ed alla sinistra socialdemocratica; ma nulla è meno certo (staremmo per dire più falso) cli quel pre– supposto, sul quale è quindi, per lo meno, lecito, an,.i - doveroso, il dubbio. che al di sotto di esse esiftono una zona di socialisti ed un elettorato che concepiscono l'alternativa socialista press'a poco come la concepiamo noi e che quindi non possono essere ignorati n~ trascurati. Ma poichè il PSI, ed è lo stesso Coclignol'l. a riconoscerlo, non ha « una dialettica interna, un funzionamento deinocratico sicuro, un'alternanza di maggioranze e 1ninoranze, un costume evoluto·>, il nostro atteggil.'mento nei suoi riguardi dev'es– sere, secondo noi, molto pit. canto di quello suggerito da Codignola. Esiste - djce questi giustamente - « un problema di allargamento del socia! ismo, 1 fino a renderlo capace cli asso,·bire e una parte dell'elettorato comunista, messo in crisi dagli sviluppi internazionali e dall'impotenza del PC, ed una parte delrelettor'!to di centro-sinistra, alla ricerca dt una· soluzione di se.rio rinnovan1ento, n1a demOcratica ». Una formar.ione socialista - aggiungo Codignola - po– trebbe, in astrntto, rappre~entare insieme tutti questi di– versi strati sociali; ma, in concreto, « il PSI non è quella formazione socialista >, perchè il suo ordinamento e co– stume intern·o non sono democratici. Così com'è il PSI ~,nò soltanto assorbire ~ma parte dell'elettorato proletario comunista. Orbene, l'atteggiamento che Codignola suggerisce ai « gruppi socialisti e democratici 1Tiinoritai·i >, uniti in una concentrazione od alleanz11, è quello cli sostituirsi al PSI nel settore in cui questo è impotente, cioè di esercitare " suo beneficio il massim<> di attrazione p_ossibile sul– l'elettorato cli centro-sini,tra. Dopo quel che abbiamo detto, ognuno vede il pericolo d1 un simile atteggiamento: il pericolo che il PSI, sol– levato gratuitamente dal compito a cui i gruppi socia– listi e democratici minoritari si sobbarcherebbero, continui a rimanere quel che è, ossia un partito socialista fasullo, tanto pii, che - come ,; è visto più sopra - esso re– spinge energicamente çome reazionario il compito, asse- (82). nuova repubblica gnatogli da Coclignola, di esercitare il massimo di attra– z·òone dernocratica sull'oletlorato comunista; il pericolo, in altri termini, cli essere attratti, come i pifferi di mon– tagna, nell'alone di un fronte popolare, scambio di at– tiarre il PSI nell'orbita della democrazia! Eppure, non. esistendo per noi -altra -via di salvc1.za della democrazia, non ci è rossibile rinn.noiare ad un'azione esterna che metta alla prova la conclamata Yolontà del PSI di far fronte ngli obblighi che la situazione oggi gli irn– pcne. Quest"azione è chia,·a. Non si tratta cli sostituirsi al PSI in compiti 0 he esso non può assolvere unica– rnento porchè ricusa o stenta ad atteggiarsi socialistica– P,ente; ma si tratta di ~dlecitarlo ed aiutarlo a divo!\: tare quello che non è, ossia un partito socialista auten– tico, idoneo ad interpretare autonomamente gli interessi cli tutta la classe lavorati-ice. E poichè un tale aiuto 1on può essere dato se non da socialisti che non sof– frano dei complessi di inferio1·itìi. del PSI o che se 110 siano riscattati, è ovvio che la concentrazione od alleanza dei gruppi nùnoritari, proposta da Cocligoola, non po– trebbe con1prendere che soc-ialisti, come è ovvio che l'ap– prodo della loro azione, se fosse coronata da successo, non potrebbe essere che l'uniti, di tutti i socialisti. Infine, e per venire al punto pii, concreto, l'aiuto- che i socia! isti minoritari daranno al PSI, in nessun caso potrà essere gratuito (come sarebbero l'ingresso nel PSI, il prestito_ di candidati alle liste elettorali, l'adesione ad iniziative e comitati più o n1eno mondiali socialcomunisti, tipo partigiani della pace e somiglianti). altrimenti non sarà efficace e non si evite,·ù il pericolo delle imboscate frontepopolarosche. Esso dovrà essere il corrispettivo di precise e p•·atiche responsabilitù assunte dal PSI nell'at– tuazione di un'alternativa sociali'sta genuina, e non di chiacchiere. La responsabilità pratica che oggi il l'Sl devo assumere consiste nell'appoggio schietto ad un governo t.-ipartito (DC, PSDI, PRI). e l'afoto che al rignardo gli si può dare sta soprattutto nel convincere il PSDI a va– lersi della sua rappresentanza parlari1entaro per creare le condizioni cli un tal governo. Ciò richiede un"opera di stimolo anche nei riguardi di questo partito, e quindi' un'opinione della socialdemocrazia meoo pessimistica cli quella nut,·i!a da Coclignola. Ma lo stimolo non servirà a nulla, se il PSI, eia cui non si può pretendere la preven– tiva roltma del patto di unità d'azione, non darù in compenso la garanzia preventiva cli romperlo successiva– mente, se e quando esso si dimostrerà incompatibile con la condotta del PC verso :il governo tripartito. Con tutti questi chiarimenti e riserve, ben venga l'alleanza propugnata da Codignola. ( Critica Socia,le, n. 19 del 5 ottol.,rc l!)55) A volerle considerare senza il menomo pr,iconcetto, nè favorevole nè sfavorevole, non c'è nulla, nello ma– nifestazioni pubbliche delle sfere ufficiali del PSI, che autorizzi a giuèjcare la loro nnoYa politica - la co– siddetta « alternativa socialista» - come segno di co– sciente e volontaria conversione all'autonomia ed alla de· mocrazia; mentre c·è molto, se non tutto, che rende lecito il dubbio trattarsi di una variante della politica· vecchia, la politica del fronte popolàre, nella quale il PSI funge da vaga Venere periferica del PCI. "NON VOTA'"fEMI TROPPO?,, Ciò che legittima un tal dubbio non è tanto il persi– stente e pervicace omaggio a quel « capolavoro di inge– gneria politica» che è-il patto d'unità d'azione col PCI, anzi il suo inserimQnto (come un qualsiasi patto late– ranense!) nello statuto del PSI, quanto il fatto, ben più sostanziale, della reiterata conferma della famige– rata « politica unitaria:>, che è in diametrale ed irrecon– ciliabile contrasto con la politica dell'alternativa socia– lista. Questa « politica unitaria>, che poi è antiunita,-ia per eccellenza, essendo stata la causa di tutte le innu– merevoli scissioni, politiche e sindacali, avvenute nel campo operaio dalla Liberazione in poi, è un'assurdità e una truffa. Con essa, infatti, si vuol far credere che esista una politica eccellente della classe operaia fuori di ogni quaJifjcazione socialista (o comunista), una poljtica « nou– menica > che sgorgherebbe dal fatto dell'unità operaia in sè, onde il corollario che la sedicente unità operaia devo essere preservata ad ogni costo, anche a costo del sui– cidio, a costo della rinuncia ad una qualificazione socia– lista. « Ogni soluzione operaia dei problemi generali e particolari, di struttura e di congiuntma - proclama il filosofante del PSI, on. Mazzali - è per ciò. stesso na– zionale e democratica»! Questa teo,~a, che saremmo tentati di chiamare truf– faldina, permette al PSI di nascondere la rinuncia ad . individuare un proprio pensiero ed una propria politica autonoma, rinuncia che spinge il predetto filosofante Maz– zali a indecorose manifestazioni masochistiche, ossia alla squalificazione e mortificazione del suo stesso partito: « Nè noi possiamo proporci di assorbire parte dell'eletto– rato comunista, egli scrive, perchè O&'lli indebolimento del PC, strumento inalienabile della democrazia italiana (sic!), si tradurrebbe in un rafforzamento delle forma– zioni di destra, e Valletta metterebbe la piume snl cap– pello». Nè i.I masochismo di Mazzali è un fatto isolato. Esso ha l'autorevolissimo conforto di « Mondo Operaio », secondo il quale « la dilatazione socialista in termini di antagonismo ai comunisti» andrebbe « a beneficio esclu– sivo sic!) della destra economica e della destra cleri- cale>. . Ma poichè in realtii nn'.1 politica noumenica della classe operaia non può esistere .e non esiste, la rinuncia del PSI significa via libera al pensiero ed alla politica del PC. Insomma, le manifestazioni pubbliche delle gemrchie ufficiali del PSI, come si vede, non giustificano affatto l'ottimismo di Codignola. Sappiamo benissimo che i cfi. scorsi a quattr'occhi delle _.esse gerarchie hanno un suono notevolmente dive,·so e più incoraggiante e, soprattutto, I L TRAVAGLIO dei socialisti autonomi, e cioè non or– ganizzati nel PSDI o nel PSI, per intencl~rci quelli dell'« Unione socialista» di Cucchi e Magnani e quelli di « Unità popola1·e » di Codignola e Parri, trava– glio che sembra estendersi anche alla sinistra del PSDI e che si propone comf\ obiettivo l'unificazione socialista in un partito socialista autonomo, ba allat"mato l'« Avanti». «Mito> esso chiama, per la penna di Guido Mazzali, il ripensamento cribco e la riproposizione in nuovi tel'mi– ni della funzione storico-politica del socialismo oggi in Italia. E perché mai? Quale è la ragione per cui l'organo_ del PSI si pi·eoccupn di questo e si affretta a mettere le n1ani avanti? Il problema che si pongono questi socialisti democ1·a– tici, come dire?, non saragattiani, è « l'allargamento del socialismo fino a renderlo capace di asso1·bire e una parte dell'elettorato comunista, messo in crisi dagli sviluppi in– ternazionali e dalla impotenza del l'CI, e una parte del– l'elettorato di centro-sinistra, alla ricerca di una soluzione di serio rinnovan1ento, n1a clen1ocratica :>. 11:Ia no, non va bene, scrive l\1azzali; e suggerisce paternamente: « Vuole la social-democrazia dare una soluzione democratica e ita– Uana ai problemi della nostra economia e della nostra po– litica che ora si addensano nell'agenda governativa? Non pensi allora ad ostacoli da scavare sulla strada. socialista». Ripropone criticamente la funzione del socialismo italia– no è uno sbanMgli la strada, pensa Mazza! i, e « politica intelligente» definisce nel titolo questo suo suggerimento; « politica insufficiente> chiamiamo noi la linea politica del Mazzali, che è poi quella dell'« Avanti» e del PSI, che li induce a tali consigli. Il socialismo italiano dovrebbe esser grato dei contri– buti sinceri e disinteressati, da qualunque parte vengano, che si propongano di risolvere il problema della funzione del PSI nello schieramento politico italiano. Ma poichè questo problema involge necessat"iamente un diverso rap– porto con il PCI, al limite della sua sostituzione, a van– taggio della democrazia italiana, l'c Avanti> pt'ende cap– pello e non vuol sentirne parlare, perchè il PSI ha già fatto la sua scelta, a fianco dei. comunisti. « Il problema politico italiano - afferma Mazzali - non è di estendere o di comprimere il socialismo italiano che sto,-icamente si è configurato nel nostro partito come ideologia e come prassi. Nè noi possiamo proporci di assorbire « parte del– l'elettorato comunista» perché ogni indebolimento del partito comunista, strumento inalienabile della democra– zia italiana, si traclml'ebbe in un rafforzamento delle for– mazioni di destra, e Valletta metterebbe lo piume sul cap– pello e Messe inalbererebbe l'aquilone sul berrntto :>. l\fazzali quindi esclude categol'icamente la estensione clell'inlluenza del PSI. E se l"elettorato di sinistra, la classe operaia. e le masse popolari che hanno votato per· il PCI decidessero nelle prossime consultazioni elettorali di votare per il PSI, come andrebbe a finire? La sovt'anità popolare si sa, è il fondamento cli ogni regime democratico, e ogni par.tito aspira per forza di cose all'est~nsione dei consensi che lo confortano nella sua azio– ne politica; il PSI, nel prevedibile caso cli un successo elettorale ai danni del PCI, come parzialmente si è veri– ficato al nord nel '53 e in Sicilia nelle recenti elezioni r<:)– gionali, fari, le prossime campagne elettorali al grido cli « Non votatemi> o almeno di « Non votatemi troppo>? Il PSI, per Mazzali, è già « sto,·icamente > configurato come ideologia e come prassi, ma dobbiamo ammettere che le situazioni storiche possano mutare, per esempio che la -erisi del PCI si approfondisc'J, sempre pii, e sempre più metta a nudo le sue insufficienze storiche e ideologi– che a operare, nonostante i contorcimenti tattici, in regi. me di den1ocrazia, e se a questi mutamenti storici non cor– rispondono gli adeguati mutamenti del PSI, allora occor– rerà riconoscere che quel «storicamente» vale un « defini– tivamente», e cioè nhe il PSI è gii, cristallizzato come ideologia e come prassi, in ultima analisi tagliato luol'Ì dalle vi ve forze storiche. E questa parrebbe proprio la conclusione di Mazzali, quando sostiene che ogni :indebolimento del partito comu– nista si traclun·ebbe in un ralfor--~amento della destra, per– chè questo non si giustifica che presupponendo la impo– tenza politica e la incapacità storica del PSI. In questo caso il PSI non sarebbe capace, come I'« Avanti> si esprime in modo colorito, cli impedi,·e che Valletta mettesse le piume sul cappello e !lfeSjle inalbe– rasse l'aquilone sul berretto, e quindi di partecipare, !orte degli aumentati suffragi, al rafforzamento della democra– zia in Italia e alla creazione di nuove strnttme sociali e economiche in cui sostanziare la nuova. den1ocrazia ita– liana? li PSl non sarebbe capace di lare argine a destra in– sieme a tutte le forze democratiche, senza il PCI, ed espri– mere un proprio autonomo e originale contributo per as– solvere i compiti storici che· stanno davanti alla nl)ova Italia democratica post-fascista? . Cosl parJ'ebhe, quando i socirtlisli ~·tef-si scrivono che il partito comunista è strumento inalienabile della demo– crazia. Ne prendiamo atto, per ricordarcene quando risenti- 1·emo il PSI discori-ere di dialogo con la Democrazia Cri– stiana o !'on. Nenni riproporre l'appoggio del suo partilo a un governo che « laccia le riforme sociali>. FRANCO PECCl (Sicil-ia del I'o1>olo, del 17 settembre ID55)

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