Nuova Repubblica - anno II - n. 19 - 10 ottobre 1954

NUOVA REPUBBLICA FINESTRA SUL MEZZOGIORNO ------------ N EGLI anni facili l.a preoccu– pazione di orientare l'opi– nione pubblica fu pratica– mente nulla. Una attività ben più costruttiva di guida e di im– postazione fo svolta dalla stam– _pa clandestina nel Nord. Gli Uffici-stampa dei Governi di Brindisi e di Salerno furono affidati a dilettanti ed ad improv– visatori. Nei gruppi politici costi– tuiti una 'miriade di professori e di avvocati disoccupati si im– padronì degli organi regionali di Partito. Furono improvvisati_ set– timanali e organizzati i servizi– radio: :zlt. jÌa~a ' . Nella sola -città di Bari fu ro– no pubblicati L'Idea Liberale (P.D.L.I. - P.L.I.), Il Risveglio (D.C.), L'Avanti (P.S.I.U.P.), · L'Italia del Popolo (P.D.A.), Ci– viltà Proletaria (P.C.I.). Succes- sivamente La Rassegna, che die– de tono ad un certo qualunqui– smo universitario di vecchia ma– niera, Il Nostro Risorgimento, un ·periodico non campato né in cielo né in terra, che ebbe il me– rito di aver ospitato qualche ar– ticolo pregevole. A Lecce vide la luce un setti– manale liberal-socialista~ a Ta– ranto un foglio di cronache citta– dine. A Brindisi il gruppo azio– nista, capeggiato .da Patrono e da Carcaterra, prese·a pubb}icare L'Azione Brindisina. Si fermò al primo numero perché in~onside– ratamente aveva testimoniato un notevole senso di concretezza. LA FIERA DELLE VANITA ·Un fermento superficiale, in– composto e sciatto; una fiera del– le vanità stampate. Si prese l'av– vio non dall'esigenza spontanea e vigorosa di approfondire e di inqùadrare 'un certo numero cli problemi immediati - soprat- ' tutto, immediati, considerate le circostanze ed i tempi - e pochi– principii generali di fondamento democratico; ma dalla incompo- 3ta esplosione di libertà anarcoi– de generata dal crollo del Regi– me, che dà noi nel Sud era sta– to sin nei giorni estremi squalli– damente compromissorio. Una fier!i animata dal sopraggiungere d'ex commessi di negozio, ameri– cani, nelle vesti di responsabili provinciali e regionali della P.W.B.. A Bari si ricordano ancora le balorde imprese d~ngiovannesche .di uno di questi colonnelli - ad– detti stampa alleati. sto dato, e tenendo per fermo nel– la coscienza che non può darsi lotta federalista se non su un ter– reno federalista, resta pur fermo che possono esserci convergenze soltanto con partiti che accettino il criterio della democrazia occiden– tale (il federalismo è costituzio– nalmente impossibile in· altri ter– mini) e che accettino il federalismo non come la. politica, ma perlo– meno, quando sia possibile, come una .politica estera. Il meschino desiderio, di fatto il sogno, di far l'Europa per estromettere i de– mocristiani è non solo prodotto d'una italiana furberia,. ma è un assurdo logico. La lotta federali– sta è :otta per istituzioni che non possono avere competenze confes– sionali. La federazione è definita dai suoi termini; la lotta -per essa, che_sarebbe certo assurdo pensare come cosa che possa facilmente concludersi, non è lotta per que– sto; o quest'altro corso della po- Essi distribuirono, generosa– mente, bernoccoli frontali, cli– chès di donnine seminude, foto– grafie della signora Chiang Kay Shek; in giro per gli Stati Uniti, dosati notiziari alimentari e pub– blicazioni d'ogni tipo, con mar– chio riservato americano, curate in splendide ·edizioni ed impor-. tate direttamente dalle tipogra– fie di Cleveland, New Jork, W<?Shingtort. La P.W.B. orientò l'opinione pubblica meridionale verso mète inesplorate. Le masse scoprirono le pin-up girls; gl'intellettuali ebbero in dono le prime orrende volgariz– zazioni di Cain, Faulckner, Sa- - royan, Mac-Orlan, Caldwell; gli <1dolescenti le prime « Sele– zioni » ( di notevole successo una rivista mensile Il Mese, tipo Rea– der's Digest) e nuove riviste -por– nografiche. · Il razionamento della carta, inoltre·, consentiva un controllo generale ed accurato della stam– pa locale da parte dei cocomeri periferici della Commissione Al– leata di controllo. Per ottenere 1 l'autorizzazione a riprendere la testata ·di un Quotidiano· erano indispensabili tre elementi : esse– re più neutri di « una pi~za ma– rina »; testimoniare sotto giura– mento che il nuovo Direttore non aveva mai fatto del giornalismo; vincolare i redattori, od i loro sottoprodotti, a non usare mai, per ragione alcuna, di un mini– mo di spirito critico, di logica o di buon senso. Per mala sorte dei meridionali · solo i primissimi quotidiani del Sud 1 vennero stampati su carta assorbente, con inchiostri fatti di nero di seppia- e in formato rat– trappito; la fatica del leggerli era tale da ridurre l'esercizio del– lo apprendere ad un puro gioco di enigmistica tipografica. Rapi– damente purtroppo i.quotidiani ripresero le proporzioni norma– li; e con I.a normalità ripresero a circolare, sopra i quattrini degli agrari e delle Banche, le vecchie idee della matta bestialità me- litica «normale», nel quale cor– so sono certo determinanti, e ci de– terminano secondo la nostra co– scienza, dati religiosi, di civiltà, di cultura politica, ecc., è lotta per le istituzioni entro cui que– ste cose « normali » dovrebbero aver corso. È lotta aperta a quan– ti, piuttosto che una politica, in ·senso normale, vogliono difendere la possibilità che una civiltà abbia ancora, con la possibilità di isti– tuzioni solide, con la possibilità delle politiche, la sua vita libera ed autonoma. La piattaforma di questa azione supera i termini tra– dizionali della lotta politica, per– ché riguarda non il suo corso nor-· male, ma la trasformazione radi– cale dei termini in cui esso de~e svolgersi. Si tratta, in fondo, di costruire una unità; si tratta, in sosta11za, d'una questione federa– lista. ~JARIO ALBERTIM o neo Una esperienza v politicàvuota,masochista, non poteva illustrarsf' che di una stampa sciattae inconsistente, comequella meridionale d l1944-46. ridionale. Il conformismo, il quietismo, il clericalesimo mul-_ ticolore. / LA STAMPA DI PARTITO La stampa di Partito avrebbe potuto, fuor di o_gni dubbio, riempire il vuoto 1àsciato dai compressori, quotidiani e perio– dici, del Minculpop; seminò in– vece gerani di divagazioni pueri--\ li in una pietraia, che andava fatta saltare .con la dinamite. Buona eccezione, subito dopo il '44, La Libertà, un periodico del gruppo napoletano di Croèe. Ot– tima L'Azione Meridionale, pe– riodico. Per il resto, piaua, uniforme assenza di iniziativa, di capacità, di potenziale espansivo e comu– nicativo. Ci si ritenne un po' tutti i de– positari e gli esclusivisti del ver~ bo liberale e democratico. Per– sino i comùnisti, persino i fascisti (il primo· settimanale neofascista, 1l Manifesto, di un tale Ma– rengo 2, fu pubblicato a Bari nel '45-'46), persino i pretini dei Luce e Vita parrocchiali. Dissertammo_ da perfetti idio– ti sulla Libertà, sulla democra– zia con la « D"> maiuscofa e con la « d » minuscola, sulla Roma non più dei Papi né imperiale, ma fonte cli civiltà occidentale, sui calli del generale .Anders .... Non una sola concreta impo– st,azione amministrativa, non un consuntivo rigoroso dell'azione antifascista meridionale, non un riesame originale della lotta me– ridionale, non una prospettiva oppo"rtuna dell'opera di ricostru– zione, niente autocritiche, niente azioni organiche e coordinate di moralizzazione della vita pub- .1, blica. Fenomeno naturale d'altro canto. Una ·esperienza politica vuota, masochista non poteva· il– lustrarsi che di una stampa peno– samente sciatta e inconsistente, come quella meridionale '44-'46. Essa fu sommersa eia una ca– scata di noia, di indifferenza, di repulsione, di ostilità. Il settimanale liberale barese . nel volgere di un anno ridusse la tiratura da 14.000 ad un mi– gliaio di copie. Ancora più ma– gre le altre vacche. Nel '4], il 90% della stampa• politica (rigidamente politica, non di grande né di piccola in– formazione) meridionale aveva chiuso già i battenti. Con un pro– cesso acuto di involuzione, il re– ferendum ridisciplinando i rap– porti sociali, politici ed ambien– tali, coventrizzò la stampa « de– mocratica » del Sud. IL TRIONFO DEL ROTOCALCO Si era già maturato l'ambiente per la ripenetrazione incondizio– nata ed infrenabile della stampa a rotocalco del Nord ed il riequi– librio della grande stampa di informazione del Sud, la più pro– na, la meno intelligente, la più Ciìmorristica stampa di Europa dopo quella spagnola e balca– nica. Negli anni che avevano -segui– to la caduta del fascismo, se si fosse avuto un maggior senso del limite, se si fosse stati meno inet– ti ed impreparati, si sarebbe po– tuto'creare una tale rete di orièn– tamento ed un tale volume di pressione psicologica - con una costruttiva impostazione 'di pe– riodici cli provincia, dagli obiet– tivi molto limitati ma dalle idee chiare ed opportunamente ap– profondite - da determinare tealmente una frattura radicale tra il vecchio mondo e la nuova esperienza meridionale, riAesso diretto di quella naziona)e, con una conseguente positiva ripresa. .Purtroppo riassorbite e supe– rate, nel giro di pochi anni, fu– rono le poche, incerte energie democratiche; La diseducazione civile meri– dionale, il basso livello intellet– tuale, la condizione stratosferica degli interessi del terrone, sono tornati purtroppo ad affidarsi al– le magistrali curc.·clei rotocalchi. Sotto i pregi tecnici e le « abili copertine » di questi periodici, si cela oggi una insidia politica, corruttrice del costume, ben evi– dente. Questa stampa si orienta con sicurezza verso « la massa della borghesia e dei ceti medi, o meglio quel grosso pubblico degli uni o degli altri che, nori avendo né esatte cognizioni né una chiara c;i;,scienza politica, hanno per la politica attiva un certo senso di fastidio e di so– spettosa cliffiidènza. E, a occhio e croce, il pubblico cui non giun– ge ancora la stampa dei partiti e sul quale ha anche scarsa pre– sa iÌ' giornalismo tradizionale della borghesia» (da Belfagor, inchieste sulla stampa a rotocal– co, luglio '52) 3 • · Lo strato elettorale, insomma che elegge i Cafiero, gli Ang•~Ji– ni, le Chieco-Bianchi, gli Jannuz– zi, i Silipo pentiti, quel nucleo meridionale di senatori e di de- · putati gelatinosi, parlamentar– mente inerti e politicamente non qualificati. · I gruppi Rizzoli, Vitagliano, Moncladori, fondano le loro for– tune di baroni del rotocalco in buona parte sullo sfruttamento intellettuale, ed anche finanzia– rio, delle masse-maIJ-drie del Sud continentale ed insulare. Secondo i dati d'ella citata in,-_ chiesta, organica ed intelligente, anche se non spoglia di una cer– ta malcontenuta faziosità, nella st>lacittà di Roma, per molti ·ver– si la città più provinciale e ter– .rona d'Italia, i rotocalchi meglio dotati di calvizie regali, di « fil– tri » alla Longanesi, e di « pic– cole poste » avevano nel secondo semestre del '52 una diffusione 3 settimanale sorprendentemente massiccia. Oggi, 24 mila copie; L'euro– peo, 12 mila; Settimana Incom 14 mila; Tempo 10 mila; No– vella 18 mila; Bolero 18 mila; con una resa media inferiore di molto al 20%. Da considerare che ogni copia venduta è destinata ad un rag– gio di lettori notevolmente più largo di quellò di qualsiasi altra pubblicazione periodica e ad una circolazione che dura fino all'ar– rivo del numero successivo. In una frazione di Bari, di po– che migliaia di anime,. l'unica edicola e le locali- tabaccherie diffondono, oggi, oltre 500 co– pie di giornali a rotocalco, Una soluzione oppiacea, inte– grativa dell'azione del prete e del]'~git-prop comunista, per - cancellare nella cognizione delle masse ogni stimolo positivo del– la propria miseria e ogni analisi specifica. ' LA STAMPA QUOTIDIANA La stampa quotidiana diffusa nel Sud rappresenta, completa– mente, la stratificazione concen-. trata di verità travisate, di in-' formazioni corrotte, di malversa– zioni tecniche a beneficio del te– nutario della barca azionaria. La stampa dell'Italia Centra– le, l'unica che riesca a giungere nella medesima giornata in tutto il Mezzogiorno continentale 'e, per via aerea, in alcuni centri del Mezzogiorno insulare, ha una diffusione molto limitata ed anch'essa egregiamente corrut– trice. L'analfabetismo civile e mora– lé meridionale si alimenta nei quotidi_ani della Banca dell' Agri– coltura e degli Angiolillo-Cara- • donna ( Giornale d'Italia, e T em– po ). Gli interessi agrari e fascisti, che occupano la lettera e lo spi– rito di questi quotidiani, confor– tano le conversazioni e le spe– ranze dei salotti borghesi della provincia meridionale. I « pasto– ni » politici ed i « fondi » dei Napoletano, dei De Stefani, c;!e– gli Aponte, degii Zingarelli ser– vono da correttori psichici alla paura irresponsabile ed alla inet– titudine pietosa ciel « barone » e del « notabile ». Al di sotto della linea Foggia-Benevento quasi ignorati i giornali degli eredi Perrone e di Rea.lino Carbone (Momento-Momento Sera-Mes– saggero). (Continua) IIENIUIINO FINOCCIIIA 1!0 1 Il primo dei quotidiani apparsi nel Regno del Sud fu il barese La Gazzetta del Mezzogiorno. · 2 Una Commissione Prefettizia di disciplina (sic) fece per giunta t:i. corbelleria di affibbiare a costui il confino di polizia. 3 Bèlfagor in base al genere, alla destirÌazione e all'orientamento pre– valente, classificava questo genere di pubblicazione in tre raggruppamen– ti: a) riviste femminili (Bella, Anna Bella, Eva, Grazia, Le vostre No– ve/le); b) riviste per la gioventù (Gra.nd Hotel, Bolero, Sogno, Luna Park, Tipo); e) riviste semi porno– grafiche (Otto, Follie); d) riviste di attualità e di divulgazione (Oggi, Tempo, Settimana Incom, /};poca, Settimo giorno, Europeo). ·

RkJQdWJsaXNoZXIy