Nord e Sud - anno XVIII - n. 135 - marzo 1971

Rivista mensile diretta da Francesco Compagna Alfredo Testi, Una legge da rivedere - Italico Santoro, Programmare significa scegliere - Girolamo Cotroneo, La cultura e la guerriglz·a - Vittorio Barbati, Il ''rilancio,, del!)Europa - Antonino de Arcangelis, I mesi bruciati verdi e scritti di Marisa Càssola, Francesco Compagna, Carlo Franco, Ferruccio Grandi, Antonio Guariglia) Ugo Leone, Giuseppe Luraghi, Aristide Ricci, Luciano Tas, Enrico Vitiello. ANNO XVIII - NUOVA SERIE - MARZO 1971 - N. 135 ( 196) . . , . . ' . .. E D I z I ON I s e I E N T I F I e H E I T A L I A N E - N A p o L I Bibiiotecaginobianco

Librerie presso le quali è in vendita la rivista BOLOGNA Libreria Fel trinelli P .zza Ravegnana, I Libreria Novissima Via Castiglione, I Libreria Parolini Via U. Bassi, 14 CAGLii\.RI Libreria Fratelli Dessl C.so Vitt. Emanuele, 30 CATANIA Libreria Castorina Via Etnea, 67 Libreria La Cultura P .zza Vitt. Emanuele, 9 CORIGLIANO CALABRO Edicola Francesco Cosan tino FERRARA Libreria T addei e.so Giovecca, I FIRENZE Libreria Rinascita Via L. Alamanni, 41 Libreria Marzocco Via de' Martelli, 22 r Libreria del PorceJlino P .zza del Mercato Nuovo, 6-7 Libreria degli Alfani Via degli Alfani, 84/ 96 r Libreria Fel trinelli Via Cavour, 12 LATINA Libreria Raimondo Via Eug. 1i Savoia, 6/10 MILANO Libreria Francesco Fiorati P.Ie Baracca, ro Libreria Sapere Via Mulino detle Armi, 12 Libreria S. Babila C.so Manforte, 2 Libreria Internazionale Via Manzoni, 40 Bibiiotecaginobianco Libreria Popolare C.so Como, 6 Libreria Feltrinelli Via Manzoni, 12 MODENA Libreria Rinascita P.zza Matteotti, 20-21 NAPOLI Libreria Fausto Fiorentino Calata Trinità Maggiore Libreria Leonardo Via Giovanni Merliani, 118 Libreria Deperro Via dei Mille, 17/ 19 Libreria A. Guida & Figlio Via Port'Alba, 20/21 Libreria Fiorillo Via Costantinopoli, 76 Libreria Treves Via Roma, 249 Libreria Guida Mario P .zza dei Martiri, 70 Libreria Macchiaroli Via Carducci, 57 / 59 Libreria Minerva Via Ponte di Tappia, 5 PALERMO Ed. Lib. Curcuruto Caterina e.so Vitt. Emanuele, l/4 Libreria Domino Via Roma, 226 Libreria S. F. Flaccovio Via R. Settimo, 37 Vincenzo Vittorietti Via XX Settembre, 9 (agente per la Sicilia) PERUGIA Libreria Le Muse C.so Vannucci, 51 PISA Libreria Silvano Vallerini Lungarno Pacinotti, 6 r ROMA Ildefonso De Miranda Via Crescenzio, 38 (agente per il Lazio) SIENA Libreria Bassi Via di Città, 6/8 TORINO Libreria Punto Rosso Via Amendola, 5/D Libreria Paravia Via Garibaldi, 23 TRIESTE Libreria Eugenio Parovel P.zza Borsa, 15 VENEZIA Libreria Cl uva S. Croce, 197 VERONA Libreria Scipione Maffei Galleria Pellicciai, 12 VIAREGGIO Libreria Galleria del Libro V .le Margherita, 33 SO.VE.STA. (Librerie di stazione) Asti Bari ( 1) Bari ( 3) Batti paglia Brescia (I) Foggia ( 2) Messina ( r) Milano (1) Milano Centrale ( 5) Napoli Centrale ( 1) Napoli Centrale (2) Napoli Vesuviana (1) Palermo (I) Palermo ( 2) Pescara ( 2) Reggio Calabria Roma Termini ( r) Roma Termini (4) Roma Termini (5) Roma Termini ( r4) Roma Termini (25) Torino P. Susa

INDICE DELL'ANNATA 1970 Bibiiotecaginobianco

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INDICE DELL'ANNATA 1970 SOMMARIO DEL N. 121 (182) SOMMARIO DEL N. 122 (183) Editoriale . . . . . . . . pag. Augusto Graziani - Un decen3 9 28 36 Editoriale . . . . . . . . pag. 3 Orazio lvl. Petracca - Il « segreto » di Forlani . . . . » 8 nio di attesa . . . . . . » Sandro Petriccione - Mezzo- Vittorio Olcese - La tecnogiorno: fini e mezzi . . . . » struttura calvinista . . . . » 20 Antonio Duva - Le sinistre DC tra l'unità e la coerenza . . >> G1ORNALEA PIÙ VOCI GIORNALEA PIÙ VOCI Francesco Co1npagna - Industrie di punta e servizi noFrancesco Compagna - Les élites del Mezzogiorno . . . » 30 Maria Venturini - La nuova fronti era del turismo . . .. » 34 bl·11· . . . . . . . . . . )) 44 46 Angelo R. Humouda - Anche Alberto Pascale - Il Sud espia- i filnì muoiono . . . . . » 39 torio . . . . . . . . . » Enzo Vizzari - Interrogativi Calogero Muscarà - Longarone e la crisi della montagna . . . . . . . . . . Ermanno Corsi - Caprara e il comunismo napoletano . . INCHIESTE Lucio Rosaia - I soldi delle Mutue . . . . . . . . . ARGOMENTI Felice Ippolito - La crisi della ricerca nelle scienze geologiche . . . . . . . . . Vincenzo Longi - È il mo1nento del referendum? . . . . Roberto Sanseverino - Altre proposte per la Giustizia . CRONACHE E MEMORIE Antonio Ghirelli - Noi del '45 DOCUMENTI John Pinder - L'Europa dopo il vertice . . . . . . . . Bibiiotecag inobianco preliminari sui parti ti » 44 » 49 » 55 » 65 CITTÀ E TERRITORIO Sara Esposito - La proposta del quartiere 33 . . . . . ARGOMENTI Vittorio Barbati - Bilancio statale e programmazione . FRONTIERE Rocco Palestra - Lettera dal » 80 Massachusetts . . . . » 87 REGIONI Sandro Petriccione e Arturo » 92 Polese - La metropolitana della metropoli . . . . . Alfredo Testi - Il riassetto della Campania . . . . . » 101 » 113 III PROFiiI Lanfranco Orsini - Riccardo Ricciardi, l'editore amico di Croce . . . . . . . . » 49 » 53 » 66 » 73 » 82 » 98

Maurizio Mistri - Luigi Amoroso, scienziato astratto RECENSIONI Antonio Palermo - La storia di un vinto . . . . . . Alf anso Scirocco - Briganti e galantuomini . . . . V go Leone - Le risorse dell'Oceano . . . . . . DOCUMENTI La nuova lava su Pon1pei . . SOMMARIO DEL N. 123 (184) Editoriale . . . . . . . . Rosellina Balbi - L'opinione pubblica e Israele . . . . Giulio Picciotti - Le ACLI in parcheggio . . . . . Antonio Ghirelli - Noi nel '70 Gl ORNALE A PIÙ VOCI Francesco Compagna - Il desiderabile e il possibile . . Adriana Bich - La scuola promozionale . . . . . . . Gianni Bertoni - I nodi della riforn1a urbanistica . . . Antonio Duva - Burocrati a scuola . . . . . . . . . LE IDEE DEL TEMPO Girolarno Cotroneo - Garaudy, Sartre e qualche altro Enrico Vitiello - Garaudy e la sinistra francese . . . . . Luigi Compagna - Garaudy e la scalata revisionista . . . ARGOMENTI Vgo Leone - Operazione rotaia G. A. Rusconi Clerici - La tecnica al serv1z10 della politica . . . . . . . . . . Roberto Sanseverino - La vigilanza sul credito . . . . Bibiiotecag inobianco » 103 » 110 » 114 » 115 » 118 pag. » » » » » » » » » » 3 7 19 29 36 41 47 52 58 63 72 » 77 » 92 » 100 CONVEGNI E CONGRESSI Aldo Carboni - Un convegno « amendoliano » . . . • . RECENSIONI Antonio Palermo - Il critico « malgré . SOl » . . . . . . Aldo Canonici - Né liberi né sposati . . . . . . . . . Dino Cofrancesco - Il problema dell'umanesimo . . . IETTERE AL DIRETTORE Giorgio Toscani - Uno sviluppo « epigenetico » per il Sud . . . . . . . . . . SOMMARIO DEL N. 124 (185) Editoriale . . . . . . Luigi Mendia - La sfida ecologica . . . . . . . . . Alfredo Testi - Regioni e politica di piano . . . . . . Giulio Picciotti - Le quattro domande del cardinale Poma . . . . . . . . . . GIORNALEA PIÙ VOCI A. de Arcangelis Tre anni zero . . . . . . . . . . Bruno Lauretano - Un esperimento di « scuola aperta » Ugo Leone Uccellacci e uccellini . . . . . FRONTIERE Enrico Vitiello - L'affare Patrascanu J\RGOMENTI Italo Talia - Mezzogiorno e piena occupazione . . . . Vittorio Barbati - Dall'Esecutivo all'Opera ti vo . . . . RECENSIONI Marisa Càssola - Fenoglio realista integrale . . . . . . IV. » 110 • » 114 » 117 » 120 » 126 pag. » » » » » » » 3 8 20 36 53 56 61 66 » 75 » 84 » 97

.. I LETTERATURA 1\1.aurizio Mistri - La filosofia econon1ica del manifesto radicale . . . . . . . . . » 100 Adriana Bich - Il filone poLanfranco Orsini - L'ideologia di Settembrini . . . . DOCUMENTI Angelo Flores - I nuovi insegnanti . . . . . . . . SOMMARIO DEL N. 125 (186) » 105 » 108 Editoriale . . . . . . . . pag. 3 Augusto Graziani - Una svolta n1eridionalista per i sindaca ti . . . . . . . . . . » 7 Sandro Petriccione - L'industrializzazione carente . . . » 14 Enzo Vellecco - Il programmatore deluso . . . . . . » 21 GIORNALE A PIÙ VOCI Mario Pendinelli - Bonomi, il PCI e i coriandoli di terra » 32 Luigi Compagna - Cent'anni dopo . . . . . . . . . » 36 Luisella Battaglia - Lo scafandro del critico . . . . » 41 P. E. Principe - Libertà e responsabilità dei giudici . . » 43 ARGOMENTI Roberto Sanseverino - Da una congiuntura all'altra . . . Sergio Antonucci - Il mito aziendale . . . . . . . . CITTÀ E TERRITORIO Sara Esposito - Il siste1na urbano nelle due Germanie . FRONTIERE Enrico Vitiello - Il Patto violato . . . . . . . . . . Rocco Palestra - Le biblioteche pubbliche negli Stati Uni ti . . . . . . . . . DOCUMENTI Francesco Compagna - Napoli e la sua regione . . . ·. . Bibliotecaginobianco » 49 » 65 » 81 » 87 )) 100 » 113 V polare . . . . . . . . . . » 123 SOMMARIO DTL N. 126 (187) Editoriale . . . . . . . . pag. 3 Mario Pendinelli - Una pausa di riflessione . . » 7 Giulio Picciotti - Il voto dei cattolici . . . . . . . . » 13 Ernesto Mazzetti - I porti forti e l'Europa debole . . . » 33 GIORNALEA PIÙ VOCI Pietro Lanzara - Una ipotesi sulla droga . . . . . . . » 67 Ermanno Corsi - Cronache napoletane . . . . . . . . » 73 Felice Ippolito - I panettonidella SME . . . . . . . » 79 ARGOMENTI Lucio Rosaia - La fabbrica della fatica . . . . . . . » 83 Vittorio Barbati - La riorganizzazione del sistema » 97 DOCUMENTI Francesco Compagna - La lezione delle cose . . . . . SOMMARIO DEL N. 127 (188) Editoriale . . . . . . . . Francesco Conipagna - La riabili tazione del Piano . • • Alfredo Testi - La Regione: sconfiggere Parkinson! GIORNALE A PIÙ VOCI Dino Cofrancesco . Gli editori -e il potere . . . . . Ugo Leone - La pattumiera d'Europa . . . . . . . . Franco Mollo - Medicina e ricerca . . . . . . . . . » 114 pag . 3 » 8 » 20 » 35 » 40 » 44 -

Maria Cani no - Il ruolo delle piccole industrie . . . . . ARGOl\1ENTI Italo Talia - Verso la nuova industria alimentare . . . SAGGI V go Leone - Pescara, l' Aquila e dintorni . . . . . . RECENSIONI Mirella Galdenzi Capobianco - Il « pasticcio » di Gadda . . . . . . . . . Antonio I annazzo - Il barometro dello storico . . . . Ermanno Corsi - Alla riscoperta di Napoli . . . . . CRONACHE E MEMORIE Antonino Répaci - Monza settant'anni fa . . . . . . . DOCUMENTI Nino Novacco - Europa e Mezzogiorno . . . . . . » 47 » 50 » 68 » 97 » 100 » 102 » 105 » 119 SOMMARIO DEI Nn. 128-129 (189-190) Editoriale . . . . . . . . Francesco Compagna - La <; fortuna » o la « rovina »? lvlichele Cif arelli - I meridionalisti e le Regioni . . . . Sandro Petriccione - Che cosa ci si aspetta dalla con tra ttazione programmata? . . P. Barucci - C. Donat Cattin - R. Romeo - M. Rossi Daria - P. Saraceno - R. Tremelloni - Saraceno e la politica economica nel dopoguerra . Enzo Vellecco - Una politica nuova per il credito agevolato . . . . . . . . . Italo Talia - Industria veccbia e industrializzazione nuova Bibiiotecaginobianco pag. 5 » 10 » 23 » 33 » 43 » 75 » 86 LE IDEE DEL TEMPO Girolamo Cotroneo - Requiem per un filosofo . . . . . FRONTIERE Riccardo Perissich - La Costituente europea . . . . GIORNALE A PIÙ VOCI Felice Ippolito - Università: il meglio nemico del bene . Filippo Scalese - Il « pacchetto» e i consumi privati . Adriana Bich - La crisi degli insegnanti . . . . . . . Annamaria Damiani - Italia e Jugoslavia . . . . . . . Antonio Duva - Campania: un inizio poco promettente . . INCHIESTE Luciano G. Grasso - All'ombra della Scienza . . . . ARGOMENTI Giulio Picciotti - Il 20 sette1nbre e il garantismo vaticano . . . . . . . . . V go Leone - Processo per ecocidio . . . . . . . . . Antonino de Arcangelis - L'infanzia del malessere . . . Vittorio Barbati - La strategia dello sviluppo . . . . CRONACHE E MEMORIE Ermanno Corsi f 1.., b · ~a, a1n ron1 . REGIONI Dieci anni . . . . . Sebastiano Di Giacomo - La Basilicata, oggi . . . . . DOCUMENTI Dopo Pescara e dopo Reggio VI · » 93 » 98 » 115 » 118 » 121 » 128 » 131 » 139 » 153 » 163 » 177 » 198 » 213 » 236 » 250

SOMMARIO DEL N. 130 (191) Editoriale Francesco Compagna - «Il» problema: vecchi e nuovi da ti . . . . . . . . . . Enzo ìl ellecco - La svolta incipiente . . . . . . Giulio Picciotti - Il secondo partito cattolico . LE IDEE DEL TEMPO Girolamo Cotroneo - Le scelte culturali - Provincialismo e no11 . . . . . GIORNALE A PIÙ VOCI Guido Co,npagna - La continuita legislativa . . . . Antonino de Arcangelis Quando, dove, come . . . Patrizia Capraro - Gli analfabeti di ritorno . . . . . . Sergio Antonucci - Fantaturismo all'italiana . . . . . ARGO:rv1ENTI Ugo Leone - Sorella fogna DOCUMENTI Paolo Baratta - Caratteri dello sviluppo industriale del Mezzzogiorno . . . . . . Salvatore Cafiero - Aree n1etropolitane e Mezzogiorno . Franco Pillo ton - L'offerta di lavoro meridionale nel quindicennio 1971-85 . . . . . RECENSIONI Dino Cofrancesco - Eric Weil, interprete di Kant . . . . A1arisa Càssola - Arte ed ere- . sia . . . . . . . . . . Lucio Rosaia - Il piano. sanitario lombardo . . . . . Bibiiotecaginobianco LETTERATURA pag. 3 Antonio Palern10 - Imbriani protesta tari o . . . . » 121 )) 7 SOMMARIO DEL N. 131 (192) » 24 Editoriale . . . . . . . . pag. 3 » 34 Ennio Ceccarini - Le ipocrisie coranico-conciliari . . . » 7 Alfredo 1'es ti - Da Reggio a Montecatini . . . . . . . » 17 Giulio Picciotti - La scelta del1' Azione Cattolica . . . . » 28 » 52 GJORNALEA PIÙ VOCI Luigi C01npagna - Il vuoto di cu] tura e la politica come scienza . . . . . . . . . » 58 Adriana Bich - Le sfasature dell'istruzione professiona- » 63 le . . . . . . . . . . . Dino Cofrancesco - Crisi del- » 66 l'Università e società euro- » 68 » 74 » 90 » 96 » 102 » 109 » 114 » 118 pea . . . . . . . . . . LE IDEE DEL TEMPO Girolanio Cotroneo - Che cos'è dommatismo Università senza cultura . . . . . . ARGOMENTI Vittorio Barbati - L'assetto del territorio . . . . . . CITTÀ E TERRITORIO Sara Esposito - Catania metropoli terziaria . . . . . DOCUMENTI Gian Gìaco,no dell'Angelo - Che cosa sono i piani zonali per lo sviluppo dell'agricoltura . . . . . . . . . . Franco Fiorelli - Le regioni periferiche europee . . . . VII » 42 » 49 » 53 » 62 » 67 » 82 » 89 » 100

LETTERE Perché muoiono i nel Sud . . . . STORIA bambini Antonio Sarubbi - I novatori napoletani del Seicento . . SOMMARIO DEL N. 132 (193) » 120 » 121 Editoriale . . . . . . . . pag. 3 Girolamo Cotroneo - La sinistra, la destra e il terrorismo culturale . . . . » 6 Ennio C eccarini - A sul del Mar Nero . . . . . . . » 14 Italico San toro - Gli investimen ti americani in Europa » 22 GIORNALEA PIÙ VOCI Ugo Marani - Politica n1aritti1na cercasi . . . . . . . ' » 32 Rocco Palestra - La buona guerra . . . . . . . Guido Pepe • Un tributo che ha già un "tu turo . . ARGOMENTI Piero Maria Lugli - Esperienza dell'abitare e politica della casa . . . . . . . Ernesto Bassanelli - L'agricoltura e le Regioni . . . . . Michele Novielli - La Diaspora del Sud . . . . . . . . CONVEGNIE CONGRESSI Giacinta Spinosa - La disperazione progettuale . . . . . Sergio Gagliardo e Nino Ciaravino - Trasporti: nuovi squilibri per il Sud . . . . SAGGI Pietro Arniani - La finanza disastrata . . . . . . . . VIII Bibiiotecaginobianco » » 39 44 » 53 >> 65 » 81 » 91 » 99 » 104

INDICE DEI NOMI Antonucci Sergio, 125 (186) p. 65; 130 ( 191) p. 68. Armani Pietro, 132 ( 193) p. 104. Balbi Rosellina, 123 ( 184) p. 7. Baratta Paolo, 130 ( 191) p. 90. Barbati Vittorio, 122 ( 183) p. 53; 124 ( 185) p. 84; 126 ( 187) p. 97; 128-129 (189-190) p. 198. Barucci Piero, 128-129 (189-190) p. 43. Bassanelli Ernesto, 132 (193) p. 65. Battaglia Luisella, 125 (186) p. 41. Bertoni Gianni, 123 (184) p. 47. Bich Adriana, 123 (184) p. 41; 125 (186) p. 123; 128-129 (189-190) p. 121. Cafiero Salvatore, 130 ( 191) p. 96. Canino Mario, 127 (188) p. 47. .Canonici Aldo, 123 (184) p. 117. Capraro Patrizia, 130 (191) p. 66. Carboni Aldo, 123 (184) p. 110. Càssola i\1.arisa, 124 (185) p. 97; 130 (191) p. 114. Ceccarini Ennio, 132 (193) p. 14. Ciaravino Nino, 132 (193) p. 99. Cifarelli Michele, 128-129 (189-190) p. 23. Clerici Rusconi G. A., 123 ( 184) p. 92. Cofrancesco Dino, 123 (184) p. 120; 127 (188), p. 35; 130 (191) p. 109. Compagna Francesco, 121 (182) p. • 44; 122 (183) p. 30; 123 (184) p. 36; 125 (186) p. 113; 126 (187) p. 114; 127 (188) p. 8; 128-129 (189-190) p. 10; 130 (191) p. 7. Compagna Guido, 130 (191) p. 58. Con1pagna Luigi, 123 ( 184) p. 72; 125 ( 186) p. 36. Corsi Ermanno, 121 (182) p. 55; 126 ( 187) p. 73; 127 ( 188) p. 102; 128-129 (189-190) p. 213. - Bibiiotecaginobianco IX Co troneo Girolamo, 123 ( 184) p. 58; 128129 (189-190) p. 93; 130 (191) p. 52; 132 (193) p. 6. Damiani Annamaria, 128-129 (189-190) p. 128. De Arcangelis Antonino, 124 (185) p. 53; 128-129 (189-190) p. 177; 130 (191) p. 63. Di Giacomo Sebastiano, 128-129 (189190) p. 236. Donat Cattin Carlo, 128-129 (189-190) p. 43. Duva Antonio, 121 (182) p. 36; 123 (184) p. 52; 128-129 (189-190) p. 131. Esposito Sara, 122 (183) p. 49; 125 (186) p. 81. Flores Angelo, 124 (185) p. 108. Gagliardo Sergio, 132 (193) p. 99. Caldenzi Capobianco Mirella, 127 (188) p. 97. Ghirelli Antonio, 121 (182) p. 101; 123 ( 184) p. 29. Grasso Luciano G., 128-129 (189-190) p. 139. Graziani Augusto, 121 (182) p. 9; 125 (186) p. 7. Humouda Angelo R., 122 (183) p. 39. Ippolito Felice, 121 (182) p. 80; 126 (187) p. 79; 128-129 (189-190) p. 115. Jannazzo Antonio, 127 (188) p. 100. Lanzara Pietro, 126 (187) p. 67. Lauretano Bruno, 124 (185) p. 56. Leone Ugo, 122 (183) p. 115; 123 (184) p. 77; 124 (185) p. 61; 127 (188) p. 40; 127 (188) p. 68; 128-129 (189-190) p. 163; 130 (191) p. 74. Longi Vincenzo, 121 (182) p. 87. Lugli Piero Maria, 132 ( 193) p. 53. Marani Ugo, 132 (193) p. 32. Mazzetti Ernesto, 126 (187) p. 33. •. -

Mendia Luigi, 124 (185) p. 8. Mistri Maurizio, 122 (183) p. 103; 124 ( 185) p. 100. Mollo Franco, 127 (188) p. 47. Muscarà Calogero, 121 (182) p. 49. Novacco Nino, 127 (188) p. 119. Novielli Michele, 132 (193) p. 81. Olcese Vittorio, 122 ( 183) p. 20. Orsini Lanfranco, 122 (183) p. 98; 124 ( 185) p. 105. Palermo Antonio, 122 (183) p. 110; 123 (184) p. 114; 130 (191) p. 121. Pascale Alberto, 121 ( 182) p. 46. Pendinelli Mario, 125 (186), p. 32; 126 (187) p. 7. Pepe Guido, 132 ( 193) p. 44. Perissich Riccardo, 128-129 (189-190) p. 98. Petriccione Sandro, 121 (182) p. 28; 122 (183), p. 73; 125 (186) p. 14; 128-129 (189-190) p. 33. Picciotti Giulio, 123 (184) p. 19; 124 (185) p. 36; 126 (187) p. 13; 128-129 (189-190) p. 153; 130 (191) p. 34. Pilloton Franco, 130 (191) p. 102. Pinder J ohn, 121 ( 182) p. 113. Polese Arturo, 122 (183) p. 87. Palestra Rocco, 122 ( 183) p. 66; 125 ( 186) p. 100; 132 (193) p. 39. Bibiiotecag inobianco X Principe P. E., 125 (186) p. 43. Répaci Antonino, 12_7 ( 188) p. 105. Romeo Rosario, 128-129 (189-190) p. 43. Rosaia Lucio, 121 (182) p. 65; 126 (187) p. 83; 130 (191) p. 118. Rossi Daria Manlio, 128-129 ( 189-190) p. 43. Sanseverino Roberto, 121 (182) p. 92; 123 (184) p. 100; 125 (186) p. 49. Santoro Italico, 132 ( 193) p. 22. Saraceno Pasquale, 128-129 (189-190) p. 43. Scalese Filippo, 128-129 (189-190) p. 118. Scirocco Alfonso, 122 (183) p. 114. Spinosa Giacinta, 132 (193) p. 91. Talia Italo, 124 (185) p. 75; 127 (188) p. 50; 128-129 (189-190) p. 86. Testi Alfredo, 122 (183) p. 82; 124 (185) p. 20; 127 (188) p. 20. Toscani Giorgio, 123 ( 184) p. 126. Tremelloni Roberto, 128-129 (189-190) p. 43. Vellecco Enzo, 125 ( 186) p. 21; 128-129 (189-190) p. 75; 130 (191) p. 24. Venturini Maria, 122 ( 183) p. 34. Vitiello Enrico, 123 ( 184) p. 63; 124 ( 185) p. 66; 125 (186) p. 87. Vizzari Enzo, 122 (183) p. 44.

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NORD E SUD Rivista mensile diretta da Francesco Con1pagna ANNO XVIII - MARZO 1971 - N. 135 (196) DIREZIONE E REDAZIONE: Via Carducci, 29 - 80121 Napoli - Telef. 393.347 Amministrazione, Distribuzione e Pubblicità: EDIZIONI SCIENTIFICHE ITALIANE - S.p.A. Via Carducci, 29 - 80121 Nap(?li - Telef. 393.346 Una copia L. 600 - Estero L. 900 - Abbonamenti: Sostenito~e L. 20.000·- Italia annuale I.J. 5.000, semestrale L. 2.700 - Estero annuale L. 6.000, se1nestraie L. 3.3ù0 - Fascicolo arretrato L. 1.200- Annata arretrata L. 10.000- Effettuare i versamenti sul C.C.P. 6.19585 Edizioni Scientifiche Italiane - Via Carducci 29, Napoli Bibliotecaginobianco

SOMMARIO. ·Editoriale [3 J Alfredo Testi Una legge da rivedere [8] Italico Santoro Programmare significa scegliere [24 J Le idee del tempo Girolamo Cotroneo La cultura e la guerriglia - Il giornale e il libro [39] Ugo Leone Luciano Tas Antonio GL1ariglia Giornale a più voci Il compron1esso del petrolio [ 46] Gli ebrei russi dagli zar a Breznev [50] I «cafoni» dell'Europa [56] Inchieste Carlo Franco La casa in Campania [62] Argomenti Vittorio Barbatj Il « rilancio » dell' Europ·a [70] Antonino de Arcangelis I mesi briLciati verdi [ 86] Ferruccio Grandi Le condizioni dello sviluppo industriale [94 J Marisa Càssola Enrico Vitiello Aristide Ricci Recensioni La giungla felpata [ 109 J Le forze armate nel mondo [112] Che cosa fu il fascismo [114] Documenti Francesco Compagna La disincentivazione [ 121 J e Giuseppe Luraghi Bibiiotecaginobianco

Editoriale A proposito del « disin1pegno indolore » dei repubblicani, usciti dal Governo e rimasti nella maggioranza, si sono giustapposte ed anche contrapposte diverse interpretazioni: talune grossolane, altre sottili; talune tendenziose, altre semplicistiche; talune ambiguamente stru111en.- tali, altre convenzionalmente polemiche. Fra queste diverse interpretazioni prevalgono, natitrabnente, quelle clze si affidano a considerazioni di schieramento e prescindono da preoccupazioni relative ai contenuti: alla degenerazione dei conte11-uti della politica di centro-sinistra, che proprio i repubblica11i hanno sistematicamente denunciato, e negli ultimi tempi con se111pre maggiore i11tensità, perché palesemente aggravatasi. E così, da parte di esponenti socialisti più o meno autorevoli, e da parte di sinistre de1nocristiane (di « Forze niLove >>, ma non della «Base»), si è detto e ripetuto che con l'iniziativa del disimpegno i repubblicani hanno voluto aprire la strada ad itna « controff e11siva 1noderata », diretta ad affondare le riforme citi finalmente la politica del governo sembra voler dare un impulso risolutivo. In. altri termini, i repubblicarti sarebbero « usciti da destra ». Questa è l'interpretazione più grossolana del disimpegno repubblicano. Ma c'è anche un'interpretazione che è la più sottile fra quelle che si vogliono accreditare ed in pari tempo è troppo sottile per non risultare semplicistica: ch,e i repubblicani sarebbero « usciti da destra » per poi « rientrare da sinistra ». Così Lino Rizzi su « Panorama » ha riferito di ambienti socialisti fra i quali si nutre « il sospetto cfze i repubblican.i vogliano gestire in proprio », ed in concorrenza con altri, con le sinistre den1ocristia11e e con gli stessi socialisti, una « operazione di recupero dei comunisti », ritenuta oramai non più evitabile e per certi aspetti anche conveniente~· e che essi vogliano gestirla « con una loro strategia a lungo termine per una rigen.erazione del centro-si11istra » che conte1np.Zi anche la possibilità di un'apertura al PCI~ Tale interpre, tazione, secondo gli ambienti socialisti che l'hanno suggerita, troverebbe fra l'altro « conforto » in un precedente non molto lontano, in una « situazione analoga», verificatasi nel 1953 e durata fino al 1962; nel precedente; cioè, del disimpegno repubblicano dalla coalizione centrista, onde una loro assenza decennale dai governi, « con il solo scopo di introdurre i socialisti ·nell'area democratica e avviare con loro itn esperimento di centro-sinistra ». 3 Bibiiotecaginobianco

Editoriale Ma quella situazione e questa situazione :non s·ono affatto « analoghe »; e ben diverso, comunque, è il discorso che i repubblicani fanno nei confronti del centro-sinistra, affermando che non gli si offrono alternative di schieramento, da quello che i repubblicani facevano nei confronti del centrismo, affermando di contrapporgli in prospettiva a medio termine la soliLzione di centro-sinistra, come alternativa di schieramento capace di far valere nuovi contenuti. Come abbiamo scritto nell'editoriale di gennaio, con riferimento alla crisi del centrismo, « si a11dava precisando allora la tendenza del PSI a rendersi disponibile per una politica di consolidamento e di espansione della democrazia, a liberar si dei suoi residui legami frontisti: sicché era possibile intravedere effettivamente una soluzione più avanzata del problema dell'equilibrio politico, con itn rafforzamento della componente laica di questo eqitilibrio, vantaggiosamente compensando sulla sinistra, con l'inserirnento del PSI nell'arco della solidarietà democratica, l'incaiLto sbandamento del P LI sulla destra ». I repubblicani, quindi, si disi1npegnarono dallo schieran1ento centrista, per impegnarsi, da soli e per primi, in vista di iLn diverso schieramento, di centro-sinistra. Oggi, invece, con riferimento al centro-sinistra, i repubblicani non intravedono ragionevoli alternative di schieramento, che altri credono di intravedere: con1e ha detto Bucalossi, parlando al Consiglio nazionale del PRI, « il delicato eqitilibrio politico del paese rimane affidato alla coalizio11e di centro-sinistra, che è ancorata ad una sicura matrice democratica >~ e che, come ha detto Bogi, parlando nella stessa sede, dev'essere tuttavia sottoposta ad un vero e proprio trattamento di « rianimazione ». Ora, questo trattamento richiede certamente un confron.to con il PCI, per verificare - non sul piano delle chiusure pregiudiziali, ma sul piano dei contenuti politici, delle valutazioni riferibili ai problemi della sicurezza intern(lzionale, del funzionamento delle istituzioni, dell'ordine pubblico, del risanamento finanziario, dello sviluppo economico programmato ed equilibrato, della strategia delle riforme - quali sarebbero le condizioni dell'apertura cui tendono quegli ambienti socialisti e democristiani che perciò hanno provocato la crisi del centro-sinistra e della solidarietà democratica, deliberatamente eludendo il confronto e la verifica sui contenuti politici. Non c'è, dunque, disimpegno dalla coalizione di centro-sinistra; ma c'è un disimpegno che consente ai repubblicani di. proporre un'alternativa sul modo di portare avanti la politica di centro-sinistra: e di proporla riaffermando la propria fiducia in questa politica, e in questa soltanto, senza associarsi alle degenerazioni ed alle contraddizioni cui altri si ostinano a condannarla proprio perché nei suoi confronti vo4 Bib iotecaginobianco

Editoriale gliono far valere un'alternativa di schieramento, i cosiddetti « equilibri più avanzati ». È significativo, per esempio, che nelle discussioni sulla politica estera e sull'ordine pubblico che hanno avuto liLogo rispettivan1ente alla Camera ed al Senato nei giorni immediatamente precedenti alla loro uscita dal Governo, i repubblicani abbiano sosteniLto il Governo assai più convincentemente di quanto non lo abbiano sostenuto partiti che sono rin1asti al Governo. E non meno significativa è la co7?-statazione che 11el dibattito alla Camera prima del ri1npasto, a lanciare frecce avvelenate contro Colombo non sia stato La Malfa, ma Andreotti: dopo che Bertoldi aveva detto che i socialisti votavano per la fiducia a Colo1nbo perché « ancora » non sono pienan1ente maturate le soluzioni « più avanzate » che il PSI auspica e promiLove. È significativo, infine, che i repubblicani non abbiano presentato en1endamenti alla riforma tributaria e abbiano votato contro tutti gli emendamenti che tendevano a creare difficoltà per il Governo, insidia11do la coesione della maggioranza. Ma è d'altra parte proprio la riforma tribzttaria che è diventata campo di esercitazioni per spregiudicate ma11ovre di scJ1ieramento: tanto spregiudicate da con1promettere la possibilità stessa di una politica di sviluppo programn1ato. È in questo rischio, appunto, cl1e si n1a11ifesta tutta l'incoerenza e la carica disgregatrice del disegno persegitito da talitni ambienti socialisti e della sinistra de1nocristiana; così come è nella valitt azione di qitesto risch,io che dev'essere riconosciuta l'origine della decisione repubblicana per il « disimpegno ». C'è, infatti, una interpretazione del disimpegno repubblicano che e strettamente collegabile all'impegno repilbblicano sui proble111i di rnetodo e di contenitto della politica di sviluppo progra1nmato ed equilibrato. È la giitsta interpretazione, ancJ1e se finora non le è stato riconosciuto il giusto rilievo. Ma, con la imminente discusisone sul « libro bianco », è presumibile che proprio questa interpretazione risulterà assai più fondata di quelle che si sono volute accreditare in questi giorni e che si sono volute ricavare da considerazioni di schieramento più che da considerazioni sui contenuti. Irz che senso qitesta interpretazione è collegabile al discorso repubblicano sulla programnzazione? Con l'intervento di La Malfa che ha aperto il dibattito alla Camera dei Deputati, i repubblicani hanno riproposto il problema che condiziona la • possibilità stessa di « riabilitare» - come tlsa dire l'on. Giolitti - quella programmazione dello sviluppo econo1nico che ha costituito a suo tempo, e dovrebbe costituire ancora, l'impegno principale della politica di centro-sinistra. Si tratta delle cosiddette « variabili indipendenti »: se infatti si vo5 Bibiiotecaginobianco ..

Editoriale gliono considerare l'azione dei sindacati, o peg.gio ancora l'azione delle Regioni, come variabili indipendenti, una politica di sviluppo programmato ed equilibrato non è possibile; e i fenomeni disintegrativi che già si sono manifestati non possono che aggravarsi. E quindi, St!- si vuole una programmazione riabilitata, non si possono concedere, né ai sindacati né alle Regioni, ruoli di comportamento del tutto autonomi; e si devono invece sollecitare gli uni e le altre a regolare la propria autonomia, ad assumere un ruo.Zo di partecipazione che comporti anche un ruolo di corresponsabilità. E se gli uni o le altre si rifiittassero di assumere qitesti ruoli, di regolare la propria autonomia, sarebbe colpa degli uni o delle altre l'aggravamento dei fenomeni degenerativi di cui si diceva e l'eventuale fallimento dei tentativi di riabilitare la progran11nazione e di rilanciare, riqualificandola, la politica di centrosinistra come strategia -intelligente di riforme giuste ed efficienti. lvla sono i partiti, la maggioranza, il Governo che devorzo assumere le loro responsabilità, prima ancora di pretendere che se le assitmano i sindacati o le Regioni; che devono dire quali sono le condizioni nelle quali è possibile riabilitare la programmazione; che devono precisare quali sono in concreto le scelte qualitative e le valutazioni quantitative che segnano i limiti dell'autonomia sindacale e dell'autonomia regionale ai fini dell'intento - che si vuole comune ai sin.dacati, alle Regioni, al Governo - di programmare uno sviluppo economico e civile cfze si faccia carico soprattutto ed anzitiltto degli inte.ressi, finora sempre sacrificati, delle categorie più deboli ( e naturalmente delle regioni più arretrate). Ed i partiti, la maggioranza, il Governo tendono ancora ad eludere questi impegni, onde la proclan1-ata intenzione di riabilitare la programmazione rischia di essere velleitaria; e la stessa esigenza di una corretta attuazione dell'ordinamento regionale rischia di essere compromessa in partenza, q_uando le Regioni pretendono di interferire nella sfera di decisioni che per la loro natura non p·ossono appartenere alla competenza ed alla responsabilità delle Regioni. È significativo, per esempio, che oggi negli uffici centrali della programmazione siano diffuse, nei confronti delle pretese accampate da certe giunte regionali, preoccupazioni diverse, ma non certo minori di quel~e che n.egli stessi uffici si erano diffuse quando l'on. Preti era ministro del Bilancio e tutti deplorammo, allarmati, le conseguenze del cosiddetto « caso Ruffolo ». Ma c'è di più: pare che il solito Bassetti abbia addirittura aperto uffici della Regione lo1nbarda a Bruxelles e che il Ministro del Lavoro pretenda che il Ministro dell'Agricoltilra consitlti le Regioni prima di decidere quali posizioni assumere in certi difficili negoziati sulla p·olitica agricola della Comunità! 6 Bib iotecaginobianco

Editoriale Non hanno dunque torto i repubblicani quando affermano: 1) che la programmazione presuppone il centro-sinistra; 2) ma che la programmazione è incompatibile con le concessioni che certe correnti della 1naggioranza di centro-sinistra sembrano disposte ad elargire quando sindacati e Regioni si autodefiniscono « variabili indipendenti » e rivendicano ttn'autonomia di azione senza limiti e senza regole. Così come è difficile dar torto ai repubblicani quando affermano che, se si vogliono riforme giuste ed efficienti, non ci si può comportare come la maggioranza ·si è con1portata nei confronti della riforma tributaria, la quale, mitragliata da emendamenti, rischia di essere alla fine assai meno giusta ed assai meno efficiente di quanto non lo f asse quando Reale, allora Ministro delle Finanze, l'ha presentata al Consiglio dei Ministri. j\Ja, a quest'ultimo proposito, l' on. An.dreotti ha voluto dare ai repitbblicani una risposta che, quanto meno, non teneva conto della grave portata delle loro preoccupazioni e che addirittura è sembrata voler avallare un tipo di rapporti fra Governo e Parlamento, fra esecutivo e legislativo, che non può non risolversi a danno e dell'azione di governo e dell'attività parlamentare. E quanto alla questione della incompatibilità fra la programmazione e la sregolata aiLtonomia di un'azione sindacale o di un'azione regionale non corresponsabilizzate ai fini della coerenza che condiziona l'efficacia della programmazione, ci si sarebbe dovuti attendere che da parte di qualcitno - magari dei socialisti, che si dicono i più interessati alla riabilitazione della politica di piano - fosse recepito il discorso di La Malf a sulle « variabili indipendenti »: ma tutti si sono, per così dire, disimpegnati dalla questione; e così Mancini come Bertoldi, nel 1110mento in cui i reptlbblicani si sono fatti carico di problemi che sono in primo luogo problemi di Giolitti, Ministro del Bilancio e della Programmazione, non hanno speso una sola parola a proposito della incompatibilità denunciata da La Malfa. E tuttavia, si tratta di una questione che non può essere elusa: non potrà eluderla, per esempio, Giolitti, se vilole - come certamente vuole - riabilitare la programmazione. In questo se;1so il « disimpegno » repubblicano è un richiamo non solo alla coesione, ma anche alla coerenza di una maggioranza che afferma di voler programmare uno sviluppo equ,ilibrato e dimostra · di non saperlo programmare: per la incoerenza, appunto, dei comportamenti di coloro che, mentre concorrono a formarla, aspirano a superarla, accecati dalle cartine fumogene dei loro pregiudizi ideologici. 7 Bibiiotecaginobianco

Una legge da rivedere di Alfredo Testi 1. Nell'ultimo numero di « ~Jord e Sud» Ulì articolo di Italo Talia 1 ha aperto la discussione sul disegno di legge - recentemente presentato al Parlamento - che prevede il rifinanziamento della Cassa per il Mezzogiorno al 31 dice111bre 1975 e la «riforma» del quadro degli interventi da realizzare nelle regioni meridionali, noncl1é degli organi chiamati a gestire tali interver1ti. Quell'articolo si chiudeva con l'osservazione che « ... non tutto soddisfa, nella nuova legge per il Mezzogior1ìo. È da sperare che il dibattito ed il voto del Parlamento modifichino i punti discutibili e lascino immutati quelli positivi ». Si tratta di 1.1n giudizio e di una speranza che vorremmo poter condividere appieno, ma che vanno qualificati in un duplice senso. Primo, che nel disegno di legge gli aspetti negativi sono largamente prevalenti rispetto a quelli positivi. Secondo, che non possiamo ritenere il Parlamento la sede più opportuna per procedere ad un'ampia riformulazioì1e (poiché tale sarebbe - o dovrebbe essere ---: il nostro caso) di un provvedimento legislativo tecnica1nente .complesso q1.1al'è quello di cui ci stiamo occupando. È con11..1nq11neella prospettiva di una necessaria riforma di q_uesta proposta legislativa che avanziamo le osservazioni che seguono. Ci limiteremo tt1ttavia, data la complessità dell'argomento, a considerare solo taluni aspetti delle nuove modalità di incentivazione che sono state suggerite e delle correlate questio1ìi di politica del territorio: col proposito di poter ritornare sulle qu.estioni per ora trascurate. 2. Nelle pagine che seguo110 ci occuperemo essenzialme1ìte delle proposte che il disegno di legge formula a proposito del credito a tasso agevolato e dei contributi « in conto capitale » alle iniziative industriali che si localizzano nel Mezzogiorno. Per queste due forme di incentivazione si prevede la modifica delle percentuali massime di concessione (perce11tuali finora graduate secondo determinati « parametri » riferiti ai tre caratteri della 1 ITALO TALIA, La nuova legge per il Mezzogiorno, « Nord e Sud » n. 195, pp. 12-22. 8 Bibiiotecaginobianco

Una legge da rivedere dime11sio11e, del settore, della localizzazione delle iniziative), riferendole ora a tre fasce di iniziative, definite in termini di soli investimenti fissi: cosa che sembra in sé positiva, in quanto l'investimento fisso è con ogni probabilità l'elemento più rigorosame11te accertabile tra quelli che costituiscono i caratteri essenziali di u11'iniziativa i11dustriale. A) La prima fascia comprende le iniziative di piccole dimensioni 2 , cui possono essere concessi crediti agevolati e contributi in conto capitale nella misura massima, rispettivamente, del 50 per ce11to degli investime11ti globali (impianti fissi e scorte) e del 30 per cento dei soli investimenti fissi 3 • Rispetto cioè al regime attualn1ente 'Vige11te,il disegno di legge prevede una riduzione dell'aliquota del credito (dal 70 al 50 per cento) ed un aume11to dell'aliquota del contributo (dal 20 al 30 per cento). U11amodificazione in tal senso sarebbe se11z'altro rispondente alle esigenze delle iniziative di piccole dimensioni che - com'è ampiamente noto - incontrano difficoltà nell'accesso al credito di esercizio una volta che tutte le garanzie reali di cui l'imprenditore dispone siano state assorbite dall'operazione di finanziamento dell'investimento iniziale. È tuttavia fa misura della modificazione proposta che appare del tutto insufficiente rispetto ai reali termini del problema. Sarebbe infatti probabilmente necessario, e forse anche (considerati i costi delle operazioni di credito) conveniente, finanziare tali iniziative più con il contributo che con il credito agevolato. Tra l'altro, occorre ricordare, queste iniziative possono comunque avvalersi della speciale legislazione a favore delle piccole industrie. Il disegno di legge prevede inoltre che credito e contributo vengano erogati nella misura massima prevista se tali iniziative si ìocalizzano in « zone di particolare depressione » 4 la cui precisa indicazione verrà operata (non si dice da chi: il Ministro per il 2 Quelle iniziative cioè che comportano investimenti fissi fino a 400 milioni di lire. 3 Quest'ultima percentuale - analogamente a quanto avviene attualmente -. è elevabile fino al 40 per cento per la parte di spesa relativa ai macchinari e a1le attrezzature costruite da industrie ubicate nel l\Aezzogiorno. Maggiorazioni della stessa rilevanza percentuale sono previste dal disegno di legge anche per le fasce delle iniziative medie e di grandi dimensioni. 4 In caso contrario il contributo verrebbe fissato nella misura del 20%: ma la legge non· dice cosa accadrebbe dell'aliquota di finanziamento, che presumibilmente rimarrebbe fissa al 50 per cento. In pratica dunque il disegno di legge, pur senza dirlo in maniera chiara, prevederebbe finanzia1nenti delle iniziative di piccole dimensioni in misura fissa per il credito (50 per cento), con aliquote del 20 o del 30 per cento per quanto riguarda i contributL I, \A,t. tA~ Jv~ l) " H'- Bibliotecaginobianco ~ 9 \}

Alfredo Testi Mezzogiorno, le Regioni?) sulla base dei ·« criteri » indicati dal CIPE. È questo in realtà il punto che suscita le maggiori perplessità per quanto riguarda il trattamento riservato alle iniziative di piccole dimensioni. Se infatti risulta già co11cettual1ne11te difficile iscrivere il discorso sulle piccole industrie in un più ampio discorso sulla politica di sviluppo (è noto che proprio la piccola industria - tradizionale ed artigianale - del S11d è stata inesorabilmente spazzata via dalla concorrenza di più ampie e moderne imprese, sia esterne al Mezzogiorno che in esso localizzatesi), risulta francamente sconcertante la proposta di incentivare, e in misura particolare, quelle che si localizzino i11 « zone di particolare depressione », in territori cioè collinari o addirittura montani, caratterizzati dai più rilevanti fenomeni di abbandono, dalle più gravi carenze di infrastrutture e di attrezzature sociali, ecc. Quali industrie possono sorgere in tali zone se non « ... il frantoio, il piccolo caseificio e la modesta cantina sociale più che la piccola azienda meccanica o chimica complementare ai grossi complessi di base nelle zone già urbanizzate e già industrializzate » 5? Ma se in q_L1estezone non possono sorgere altro che industrie legate al mercato locale o allo sfruttamento di risorse locali (se cioè sono, in un certo senso, a localizzazione vi11colata) perché incentivarle in misura particolare? Viene da_ chiedersi se proposte di questo genere siano volte ad ottenere un rafforzamento della politica di industrializzazione o non piuttosto L1na esplicita riaffermazione delle tradizionali concezio11i caritative - o, peggio, clientelari - dell'intervento nel Mezzogiorno. B) Per quanto riguarda le iniziative di medie dimensioni 6 , il disegno di legge indica come massime le stesse aliquote di credito e di contributo previste per le iniziative di piccole dimensioni (e cioè, rispettivamente, il 50 ed il 30 per cento). Per le iniziative di questa fascia, tuttavia, non si prevede di adottare delle misure fisse, bensì - al pari di quanto avviene ora per le iniziative di tutte le dimensioni - un sistema di « graduazione » degli incentivi.· Ma come dovrebbe avvenire questa graduazione? La procedura proposta è di una così inutile complessità da ·indurre a so5 Cfr. ITALO T ALIA, op. cit., p. 18. 6 Quelle cioè che con1portano investimenti fissi compresi tra 400 milioni e 9 n1iliardi di lire. 10 Bibiiotecaginobianco

Una legge da rivedere spettarla concepita al solo scopo di creare confusione, di rendere cioè più difficile l'individuazione delle responsabilità politiche e di rendere quindi in particolare più facile lo sganciamento della politica del fina11ziamento industriale nel Mezzogiorno dalla politica economica in generale, e di piano in particolare. Il documento infatti prevede che alla graduazione degli incentivi per le iniziative di medie dimensioni provveda non il CIPE, ma il. Ministro per gli interventi straordinari nel Mezzogiorno, il quale però non porterebbe la piena responsabiljtà politica del provvedimento. Quest'ultimo infatti verrebbe emanato: - « sulla base del criterio fondamentale dell'alta intensità di . occupazione »; - « secondo le direttive del CIPE »; - « in conformità agli indirizzi del Programma economico nazionale »; - « di concerto » con altri quattro Ministri, peraltro già membri del CIPE 7 • È evidente la confusione e sovrapposizione degli interventi e delle responsabilità, frutto intuibile dello scontro svoltosi in sede di discussione interministeriale del provvedimento. Sembrerebbe tuttavia che il bandolo della matassa possa essere tenuto dal CIPE il quale, oltre ad avere le massime responsabilità in materia di elaborazione del piano e di coordinamento dell'uso dei vari strumenti ai fini della sua attuazione, avrebbe la competenza specifica della emanazione delle « direttive » per la graduazione degli incentivi. Anche qui però il disegno di legge no11 manca di sorprendere. In esso infatti si legge: « A tal fine 8 il CIPE provvederà: a) a determinare i rapporti fra capitale investito e addetti nei vari settori in modo che il parametro occupazione incida normalmente in misura non inferiore al 50 per cento dell'ammontare delle agevolazioni; a) a indicare le direttrici territoriali prioritarie ai fini della n1assima diffusione e qualificazione dello sviluppo economico . e sociale » 9 • Anche a non volersi intrattenere sul comma a), se non altro 7 Si tratta dei Ministri per il Bilancio e la programmazione economica; per il Tesoro, per l'Industria e l'artigianato, per il Lavoro e la previdenza sociale. 8 Al fine cioè della e1nànazione delle « direttive ». 9 Il disegno di le~ge non dice come, sia pure in via transitoria, le Regioni interverranno nelJa identificazione di tali direttrici. 1 1 Bibiiotecaginobianco

Alfredo Testi per la difficoltà di penetrarne la formulazione alquanto oscura (la fretta, si sa, gioca dei brutti scherzi), come tacere il proprio stupore# su quanto contenuto nel comma successivo? A parte, infatti, la già rilevata n1ancanza di significato dell'espressione « massima qualificazione dello sviluppo economico e sociale », lascia francamen te stupiti la disinvoltura con cui, rovesciando radicalmente le posizioni ufficiali negli ultimi anni sostenute, non ultimo nello stesso « Progetto 80 », si è introdotto l' obietti,,o della « massima diffusione » dello sviluppo. Dovremmo dunque ritenere concluso il tentativo di realizzare quella politica di concentrazione industriale, che ha registrato l'adesione dei più seri tra i meridio11alisti e gli studiosi dei problemi dello sviluppo, ed aperta l1na fase destinata a segnare la vittoria definitiva dei teorici - più o meno dichiarati - della politica di « una cimi11iera per ogni campanile », o, come anche si dice in maniera più suggestiva, degli « itinerari di sviluppo »? Certo, non è da escludere che le parole « massima diffusione » siano per così dire scappate dalla penna degli estensori del disegno di legge, andando ben oltre quanto essi avevano intenzione di dire. Una sia pure tardiva chiarificazione ufficiale su questo punto sarà sempre ben accetta: e comunque un i10' più di riflessione avrebbe forse consentito di evitare quella che a noi appare quanto meno una vistosa gaffe. D'altra parte, passando ad lin altro aspetto generale delle m.odalità di intervento proposte dal disegno di legge, diremo che per quanto riguarda i criteri di selezione delle iniziative industriali non ci si può accontentare del passo: « l'ammissibilità alle agevolazioni ... è subordi11ata al preventivo accertamento della conformità dei singoli progetti ai criteri fissati dal CIPE ai sensi del precedente art. 7 ». La responsabilità del CIPE a questo riguardo è infatti solo apparente, poiché nel richiamato art. 7 non si parla di tali criteri. Non si dice che il CIPE stabilisce - assumendosene la piena responsabilità politica - i criteri della politica ind1.1striale da seguire nel Sud (criteri che semmai, allo stato delle cose, sarebbero fissati dal rrogramma economico nazionale). Il richiamo al CIPE rimane quindi una formula vuota che mira .a « derespo11sabilizzare » il Ministro per gli interventi straordinari, conservandogli tuttavia in pratica tutti i poteri. Per qua11to poi riguarda il « criterio fondamentale » dell'alta intensità di occupazione - che è l'unico indicato dalla legge -, diremo che esso può anche essere considerato, sia pure in via di 12 Bibi1otecaginobianco

Una legge da rivedere prima approssimazione, condivisibile 10 • Questo criterio, tuttavia, non andrebbe tanto applicato nella fascia delle imprese di medie dimensioi1i, che già contribuiscono in mis11ra prevalente alla creazione di n11oviposti di lavoro, ed all'interno delle quali esso potrebbe frenare l'introduzione di più moder11e tecnologie e di più funzionali modelli organizzativi. Il criterio dell'alta intensità di occupazione andrebbe invece applicato essenzialmente nei confronti delle iniziative di maggiori dimensioni, le quali finora nel Mezzogiorno sono state prevalentemente caratterizzate da alti rapporti capitale/ lavoro e da uno scarso collegamento con l'ambiente economico circostante: ma per queste iniziative, come diremo, il disegno di legge non fornisce criteri di selezione. · C) A proposito delle iniziative di grandi dimensioni 11 il disegno di legge prevede percentuali massime di credito agevolato e di contributo pari, rispettivamente, al 50 per cento degli investimenti globali ed al 12 per cento degli investimenti fissi 12 • Tuttavia per le iniziative di questa fascia si propone che il CIPE fissi di volta in volta, su proposta del Ministro per il Mezzogior110, la misura e le modalità di concessione delle agevolazioni. Considerata la rilevanza variabile, ed in alcuni casi strategica, che la realizzazione di iniziative di queste dimensioni può rivestire per il Mezzogiorno, sembra giusto dosare volta a volta le facilitazioni offerte dall'operatore pubblico in funzione dell'importanza che si annette alle singole iniziative; e cioè, come è stato detto, « istituzionalizzare la contrattazione programmatica ». Tuttavia, considerata la delicatezza della materia, la rilevanza degli interessi in gioco e gli ammaestramenti dell'esperienza raccolta in tutti questi anni, riteniamo assolutamente necessario che siano predisposti dei sistemi atti quanto meno a ridurre drasticamente il campo all'esplicarsi di interferenze e pressioni di vario genere per quanto concerne le decisioni sul concreto ammontare delle agevolazioni. A questo riguardo sarebbe infatti opportuno che dei criteri obiettivi di selezione dei progetti meritevoli di finanziamento e di 10 Le riserve da avanzare a questo proposito sono sostanzialmente di ordine metodologico, .e si riferiscono alla scarsa significatività di indicazioni così generali, specialmente quando esse precedono l'elaborazione del piano nazionale: il quale, invece di essere la matrice logica di· tutte le scelte settoriali, finisce in tal modo per essere il luogo della ·somma di scelte particolari preventivamente assunte. 11 Quelle cioè che comportano investimenti fissi superiori ai 9 miliardi di lire. 12 Elevabile fino al 16 per cento per la parte di spesa effettuata nel Mezzogiorno. 13 • Bibiiotecaginobianco -

Alfredo Testi graduazione dei finanziamenti stessi fossero: individuati dettagliatamente dal CIPE, ed in qualche modo anticipati nello stesso disegno di legge. Criteri che potrebbero essere forniti non solo dagli effetti diretti dell'investimento (in termini, ad esempio di livelli di occupazione consegL1ibili), ma anche dai prevedibili effetti i11dotti dalla stessa iniziativa (anche questi, ad esempio, in termini di occupazione oppure di investimenti), nonché daj costi derivanti all'operatore pubblico dalla realizzazione dell'iniziativa, per la costruzione di ì11frastrutture ed opere varie (il che ripropone la questione della indicazione dei criteri di localizzazione delle nuove iniziative). È ancora il caso di notare, infine, per quanto concerne la fissazione del tasso di interesse agevolato e la sua graduazione tra le varie fasce dimensionali delle iniziative 13 , che, nonosta1ìte la riproposta di procedure alquanto disagevoli 14 , non vengono dal documento definite, né tantomeno adombrate, le modalità del pur necessario coordinamento tra quanto previsto in materia di credito per le regioni meridionali e quanto già disposto da altre leggi in materia di credito agevolato alle iniziative di piccole e medie dimensioni. Ma sulla mancanza di un te11tativo di coordinamento legislativo ci proponiamo di tornare più ampiamente in una prossima . occasione. 4. Passando ora ad un aspetto di natura più «politica», ricorderemo di avere già osservato come la proposta ripartizione delle responsabilità in materia di intervento straordinario tra i diversi organi sìa poco chiara, e le complesse procedure adombrate non consentano di stabilire chi, di fatto, avrebbe poi il potere di decidere tanto su questioni di rilevanza generale, quanto su aspetti di natura particolare. Poiché tuttavia si è soste11uto da alcuni che uno degli elementi caratterizzanti del disegno di legge consisterebbe nell'attribuzione al CIPE del ruolo centrale nella politica di intervento 1ìel Mezzogiorno, è forse il caso di spendere ancora qualche parola sull'argomento. Abbiamo già detto che il CIPE dovrebbe determinare: 13 Il disegno di legge prevede che « la graduazione venga articolata in modo che ... il tasso di interesse praticato alle piccole e medie industrie sia inferiore di almeno un terzo al tasso di interesse praticato alle grandi industrie ». 14 Il tasso annuo di interesse viene fissato « con decreto del Ministro del Tesoro », ma « di concerto » con il Ministro del Bilancio e programmazione economica e con quello dell'Industria, co1nmercio e artigianato, e « sentito » il Comitato interministeriale per il credito e il risparmio. 14 Bibiiotecaginobianco

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