Muzak - anno III - n.13 - giugno 1976

prezzo del giornalino e poi cominciò a danzare. Dopo 8 Mazurke, 15 valzer e 7 giri di tango figurato tutti furono impacchettati insieme ai compaesani di « Gong » e spediti alla Taverna del lupo, per una intervista esclusiva-segretasolo a me con il famoso don Cicciotto Caparossa, cuoco di fame internazionale. Si seppe poi che il tutto andò in via di decomposizione. Dopo un bivacco di 6 giorni a base di fumo, stupri e dessert tutti imboccarono il sottopassaggio e scomparvero. Da quel giorno, per paura di nuove rappresaglie, alla tele ogni venerdì fu trasmesso il programma: « M, come Marijuana. Come avere una piantagione ». li professor Tubo In questi tempi oscuri ridere, far ridere, o tentare di far ridere sono sempre iniziative decorose, da incoraggiare e appoggiare incondizionatamente, an• che se la resa non è eccezionale. Consigli: non usare sempre la stessa tecnica par tirare la risata (per esempio l'esagerazione numerica), creare almeno con sei righe finteserie il clima per ogni iperbole, lanciarla con decisione e dare poi al lettore il tempo di riprendersi. Complimenti per alcuni fra i giochi di parola, per esempio Orina Berto/li, Antonello Venduto e Ciao (marna) 2001. Ma la redazione di Gong, invece di ballare sette mazurke, non avrebbe potuto ballare altrettante Muzarke? Compagno solitudine L. R. So benissimo che il voler far uso di una rivista e di un fermoposta per conoscere i compagni omosessuali è un modo di ricacciarmi nel ghetto, ma credetemi, anche se può sembrare un paradosso, nella mia condizione rappresenta il primo passo al di fuori di esso... un compagno . Roma Giustamente Lidia Ravera aveva concluso la sua risposta a « Solitudine » sul n. 12 dicendo « contiamo su/l'apertura di un dibattito che socializzi la sua tristezza, è cosl che si riesce a decidere di non morire"· Potremo girare la stessa frase al compagno di Roma: no, non è con il fermo-posta che si esce dal ghetto, ma con la lotta e con il riconoscersi in un progetto comune di liberazione e di rivo/u. zione. E invece una volta di più dalla tristezza e dalla solitudine si tenta con disperazione di usci. re individua/mente. G. P. Ci sono rimasto come un salame ... Più o meno d'accordo, Muzak cioè, con musica, politica, libera• zione, sesso, eccetera. E la grande inchiesta sul sesso tra i giovani. Ecco, su questa inchiesta ci sono rimasto come un salame: si dico, perché a seguir• la sui numeri del vostro giornale viene fuori una gioventù libera, emancipata che prima di arrivare ai 18 anni non ha più nessuna inibizione nei rapporti affettivi, che sì magari ha ancora qualche problema con i ruoli tradizionali di maschio e femmina che la società ha loro im• posto, ma che tutto sommato è avviata verso la piena gioia sessuale. Perbacco, ci sono rima. sto ben male: e allora io, pensavo, che ho finito il liceo senza avere rapporti sessuali completi e nella stessa situazione ho terminato anche il servizio militare, io che vuoi per lavoro, vuoi per studio riesco ad incontrare pochissime ragazze e che vivo pochissimo la mia sessualità? Già, ma poi pensavo: e tutti i miei amici e le mie amiche, i compagni e le compagne (sl, con sfumature varie tutti nella sinistra) che anche loro vivono pochissimo la loro vita sessuale, che sono rimasti fermi a pochissimi incontri d'a• more, qualcuno addirittura per nulla? Già, e poi pensavo: e quel compagno (extraparlamentare) che mentre stavamo assistendo alla stupenda manifesta. zione femminista di qualche sabato passato (sl, quella fatta a Roma dopo il voto dc-msi sull'aborto), constatava amaramente che tutto sommato se lui voleva incontrare qualche ragazza, conoscerla meglio ecc... toccava sempre a lui prendere l'iniziativa, avvicinarla, combinare gite, incontri eccetera, e io dovevo confermargli che lo stesso succedeva anche a me, pur in ambienti socialmente avanzati (tipo università, comitati di base vari). Già, ma poi pensavo: e tutte quelle infinite province italiane, quei paesini del sud, quelle periferie di città, in cui vedi malinconici gruppi di ragazzi che non hanno posti dove poter conoscere ragazze, quelle moltissime zone d'Italia dove non c'è neppure il consenso sociale alla conoscenza intersessi; e si tratta di ragazzi-e che non sanno cosa sia l'amore, l'incontro, la gioia del corpo (o addirittura, e sono molti, credete, la dolcezza d'un bacio). E dico, non è proletariato giovanile anche quello? Non sono tali forse gli studenti disoccupati del centro-sud, gli immigrati che lavorano al nord, le ragazze che esaurito il ciclo scolastico stanno a casa (già, per 7 loro non c'è neanche il bar), gli impiegati ventenni sbattuti nei miseri uffici dello stato? E quanti sono, in che rapporto quantitativo sta questa gioventù povera, con poco amore, con una voglia disperata di averlo ma con misere speranze di riuscirvi, perché glielo vieta un lavoro, una famiglia, una mentalità sociale? Sono tanti, compagni, veramente tanti; senz'altro molti molti di più di quei pochi fortunati che vivono nei Licei più avanzati di Milano e Roma (o Padova o Firenze o altro, ma comunque poche scuole). E' per questa gioventù povera e sola cosa dite? Cosa viene a questo non ancora cosciente proletariato giovanile dal vostro giornale? Cosa danno i vostri discorsi sui problemi del rapporto sessuale completo tra 16enni, sui liceali che hanno tanto amore quanto ne vogliono, cosa dicono questi discorsi a questa immensa folla di ragazzi-e incazzati, compagni, ma lontani mille miglia da condurre una vita che permetta loro di incontrarsi, di amarsi? Non è che per caso avete chiamato « giovani » (usando tale categoria nel senso di « gioventù italiana d'oggi») una piccola parte, più fortunata e libera, della grande massa di l 6-25enni che girano, anno 1976, dalle parti di questa penisola ancora tanto repressa e povera d'amore, e che tale resterà per parecchio tempo (governo di sinistra o no)? Diceva Lenin: « Analisi concreta della situazione concreta». Saluti socialisti. Stefano Giu&lamente ci sei rimasto come, un salame, caro Stefano e, quanto a questo, anch'io, che a sedici anni mi avvicinavo al sesso con tutto il timore e tremore del caso. Infatti, nell'artico/o, era chiaramente connotato il campione: giovani scafati della capitale. Ci interessava contro/. lare (fra l'altro) una nostra tesi (agghiacciante), quella del mutamento di modelli autoritari, dall'autoritario destro della verginità in via di absolescenza, all'autoritario sinistro della supersensualità. Indubbiamente si tratta di un aspetto della realtà giovanile, una tendenza, una dinamica che, se per ora è limitata, potrebe diventare centrale. Questo non esclude la necessità di allargare l'inchiesta alla realtà della provincia italiana (l'altra faccia della medaglia: quella non americana), alla paura del bacio e del braccio nudo, a sessualità ancora bloccate alla fase della prima repressione. E raccogliamo volentieri l'invito del signor Lenin: per una futura dettagliata « analisi concreta della situazione concreta ». L. R. Così è, ma non mi va Amatissimi compagni, leggendo le classifiche del Referendumuzak sono rimasto mo]. to colpito da fatto che nella classifica dedicata ai fumetti « Diabolik » appariva tra i peggiori; ma ho la vaga impressione che chi ha partecipato e contribuito con il suo giudizio alla compilazione del Referendum, legga con scarsa fantasia e tanta superficialità questo fu. metto che io ritengo uno dei pochi interessanti perché affronta con raro coraggio e audacia problemi attuali che ci coinvolgono direttamente (noi giovani), per esempio se leggeste gli ultimi numeri potreste accorgervi con quanta acutezza e chiarezza affronti il problema della delinquenza, carceri, droga, ecc., una chiarezza da collocare sen• za remore a sinistra. L'ultima affermazione ancora più chiara del « diabolico» personaggio a fumetti è questa: Se fossimo in Cina non avrei ragione di esistere. Saluti da Ciro Cisterna (LT) In parte è vero: Diabolik è un fumetto di pseudosinistra in molte conclusioni e in molte situazioni descritte. Ma il problema è, ci pare, un altro. li problema cioè di dare connotazione «positiva» a un personaggio i cui miti (e il cui mito) hanno tutte le caratterizzazioni reazionarie: la violenza individuale, il cinismo, il denaro, le donne belle e un po' idiote, e tante altre cosette. Si potrebbe dire che Diabolik è un personaggio di destra che dice cose di sinistra: non ci risulta per altro, seppure gli piace la Cina, che faccia molto per gli sfruttati: ruba ai ricchi, d'accorao, anche perché rubare a un metalmeccanico non è, diciamocelo, così redditizio. G. P. Variazioni ( in do di petto) su canto De Gregoriano Amici, redattori, lettori, italiani! Prestatemi orecchio. Sono venuto a seppellire Francesco De Gregari, non a farne l'elogio. Il male che l'uomo fa, gli sopravvive; il bene, spesso, resta sepolto con le sue ossa. E cosl sia di De Gregori. Il nobile Pintor, l'ilare Gino Castaldo, il pensoso Roberto Renzi vi hanno detto che De Gregori è rarefatto, illeggibile, ermetico. Se lù è, ha gran colpa; e De Gregori la sconterà gravemente. Qui, col beneplacito di Pintor, di Castaldo, di Renzi, e degli

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