Posta Fuga da casa e dintorni Cazzo! Ma in che schifo di merda ci troviamo? Muoviamoci, aiuto! Non è una lettera, è uno sfogo, perché nessuno mi vuole più ascoltare e tutti fanni gli indiani e tu dai e non ricevi nulla! Ho tanta tristezza, no... disgusto, rabbia, rivolu:,:ione! I miei sono 2 cretini che mai mi lasciano la mia libertà: ogni uomo ha diritto all'essere libero fin dalla nascita e quei 2 non mi lasciano respirare. Quante volte ho tentato d'andarmene ... quante, quante, ma sembra che la polizia non abbia da far altro che ricercare gente libera! Ora che faccia? No, non mi rassegno, la merda che mi hanno appiccicato addosso voglio tirargliela in muso, a tutti quegli stronzi che vietano la libertà. Non credete che sia la lettera di una ragazzina che per la prima volta apre gli occhio, no! E' da tanto tempo che tento di vivere, da tanto tempo! Sl, perché io amo la vita perché mi serve ed io servo a lei, nonostante tutto ciò che mi è successo la amo ancora. Cosa fare? Esco, vedo facce ambigue, come sempre del resto; cerco qualcuno da amare, ma soprattutto continuo a cercare e a ricercare la vita. Io voglio la libertà subito, per il fatto che anche ora vivo e non sol tra 5 o 6 o 7 o 40 anni, cazzo, io vivo, vivo da cretina, ma vivo! Non so, non so più che fare! Andare, tentare un'altra volta? Ma come? Per cosa? Per essere riportata a casa, ripresa e riconsegnata nelle mani dei cari parenti d'ipocrisia come un cane sperso. No, ora basta: mi hanno preso il mio più caro amico, mi hanno rubato la mia libertà e la rivoglio, la rivoglio per poter fare ciò che voglio, per fare, magari, anche azioni inutili, la voglio soprattutto per lottare! Non esigo (?) risposta, voglio solo che leggiate ciò che ho seri Ilo senza scuoter la testa e... se potete, se volete, ditemi due parole per farmi capire che c'è gente che è vera e non pirla come tutti! Ciao rivoluzione. Patrizia PS: Non posso mettere l'indirizzo, scusate. Cara Patrizia, continua a scappare: si stancheranno di riacchiapparti prima o poi. Non lasciare impronte digitali dietro di le. Brucia la calza di nylon con cui hai strozzato la nonna. Portati via poche cose, leggeri si scappa facile: una sacca militare con due paia di blue-ieans, un libro che possa essere riletto almeno tre volte, ago e filo, cartine e tabacco, un maglione, il pezzo di sopra del costume da bagno e un taccuino con indirizzi di amici, compagni, organizzazioni per l'asilo del profugo alternativo, ostelli, gruppi extraparlamentari (elenco delle sedi). Rassegnarsi mai. Si potrebbe dire (buttando/a in metafisica) che, anche fuori di casa, non si diventa, per incanto, liberi. Da schiavi del mondo con la mediazione di papà, a schiavi del mondo e basta non è che cambi poi molto. Ma questo, appunto, metafisicamente. A quattr'occh/ si può anche dichiarare che liberarsi della famiglia è un passo importante nella direzione della liberazione complessiva. Magari non basta, ma rende almeno possibile quel rapporto con sé stessi, quel recupero della propria individualità, della propria capacità e volontà di decidere, che, senz'altro, fa vivere un po' meglio e un po' piil giusti. Naturalmente liberarsi dalla famiglia non è cosi facile. Non basta chiudersi dietro le spalle la porta di casa e imparare a fare a meno della bistecchina gratuita a mezzogiorno. C'è una famiglia che ci portiamo lutti dentro, ed è la dipendenza, il bisogno-del-padre, il privalo separato dal pubblico, l'autorepressione. Siamo tutti condizionati dalla introiezione profonda delle nostre rispettive piramidali autoritarie famiglie, microcosmo della società. E allora? Combattere su tanti fronti, né solo scappare, né tanto meno disarmare. E si tratta pure di un buon metodo per « trovare la vita» (visto che Patrizia la cerca), per sopportare le « facce ambigue », per conquistarsi almeno la libertà di lottare per la libertà e per « vivere subito », perché è vero che « aspettare 5 o 6 o 1 o 40 anni », non solo non è possibile, ma è anche un rischio da non correre. L. R. 6 Compagna solitudine: non sei sola Scusa il foglio di quaderno, ma appena ho letto alcune lettere sul n. 12, ho deciso di scriverti subito. Io è poco che compro Muzak, dal n. 11, ma appena letto, mi sono trovata benissimo non solo perché siete compagni ma specie per la comprensione verso gli omosessuali. Sono una omosessuale anch'io, e vorrei rispondere alla lettera di una gay che si è firmata « Solitudine» nel n. 12. Vorrei poter avere il suo indirizzo, parlarle, perché i suoi problemi sono anche i miei, e di tanta gente come noi. lo sono inserita politicamente, sono attivista fervida, ma nonostante l'inserimento nel gruppo, non sono stata ancora accettata dagli altri come omosessuale. Sono una « diversa », oltre che drogata e sovversiva, specie in un paese piccolo, con una mentalità provinciale, sono considerata pazza e tutti ridono di me alle mie spalle. Io sono costretta ad usare una maschera di fronte agli altri, e non sono mai ciò che vorrei veramente essere. Per fortuna ho la mia ragazza, l'amo e sono felice con lei. Di questa società fottuta che cerca di impormi l'eterosessualità (c'è stata gente che pretendeva di curarmi perché mi considerava malata) non me ne frega un cazzo, ho capito che la vera gays revolution si realizza con la rivoluzione individuale, dobbiamo cambiare questa mentalità schifosa non vergognandoci della nostra omosessualità, ma cambiando individualmente i nostri rapporti con gli altri non solo con congressi ma con le nostre azioni di ogni giorno. Lo ammetto, anch'io non sono completamente liberalizzata dal condizionamento degli altri, devo baciare la mia ragazza di nascosto, eppure vorrei dirti di non ucciderti, di non essere cosl drastica, siamo tanti, non sei la sola, cerca di credere nella rivoluzione degli omosessuali e cerca di attuarla prima dentro di te. Anche se non ti conosco ti capisco, passerai crisi pazzesche come me, e voglio dimostrarti la mia solidarietà, non ucciderti, non sei diversa, e non cambiare sesso, devi essere cosciente e felice di te come omosessuale, non aspettare che la società cambi, siamo noi che dobbiamo cambiarla. Direttore mi concede questa Mazurka Tutto cominciò all'improvviso quando 36 addetti di Stampa Alternativa e 12 simpatizzanti, assaltarono la sede centrale di Canzonissima '78, 15' puntata, cogliendo su fatto Mike Buondl, Raffaella Carretta e 8 pseudocantanti, tra cui Orina Bertolli, Rosanna Brother e Antonello Venduto, tutti vestiti a festa. I poveretti furono oggetto di lancio ed uno ad uno furono trasferiti nei lager alternativi, per essere ingrassa i, tagliati e spediti tramite coni ·assegno alla filiale 18 dell'Emirato della Tanzania. lntato nel co,·o-regia si erano rifugiati 8 vallette, 2 suore, 3 cani e 5 nani formato gigante, allo scopo di difendere l'onore di Mamma Rai e la testa di alcuni ospiti d'onore superstiti tra cui un cerio Edoardo Bennatto, la Premia Porneria Marcotti ed il loro re Mammone. Il tutto fu arronzato ir pochi minuti da 7243 camion dell'immondizia del comune di Pompei in sciopero da 435 ore per la mancata presenza di « Piange il termosifone » alla classifica di Hit Parade. Edoardo Bennatto fu spedito Ecquador per la costruzione di ditali portatili e mangiadischi formato Pasquetta, mentre la p.p.m. fu mandata per l'ennesima volta in U.S.A., ma da qui la presenza dei pseudo-freakcompagni fu smentita, mentr una segnalazione segreta forma to C.I.A. avvertl che essi e, no situati in una pensione di Canicattl sotto le spoglie di 5 benzinai in cerca di lavoro. Dallo studio « A » si udivano le urla di R. Carretta che cercava di sfuggire ad 8 simpatizzanti a digiuno sessuale da 15 anni, mentre i 36 addetti di S.A. con a capo Marcello, a cavallo di Mammone, circondavano R. Brother, che continuava a dire « Sono una donna, non sono una $anta » e ne facevano uso per 18 ore consecutive. Nel frattempo un manipolo di pulotti con tute gialle a pallini rosa, veniva assalito, sbranato e scotennato dalla redazione di Muzak, ad unico ed indipendente giudizio del collettivo redazionale. 3 Colonnelli furono fatti sfilare come modelli autunno-inverno ed Antonello Venduto fu affittato da Babbo Natale per le sue cantilene e quando Orina Bertolli fu vista girnre nuda, ci fu un attimo di confusione, poi si lanciarono su di lei 7 giganti formano nano e 5 negri super-dotati di « Rofso,. e di Orina ne rimase solo la peluria. Nel frattempo sopraggiunse Pannella, che per festeggiare l'avvenimento consegnò ai responsabili 12 kg di Hashish a testa ed 8 cylom, poi dette un segnale e si vide entrare il collettivo di un giornalino per i più piccini: « Ciao (marna) 2001 », con i relativi vestiti rosa, che si scusava per l'aumento del
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