me elemento centrale dell'attività motoria, significa recuperare un formidabile strumento di espressione totale cioè, corporea, verbale e culturale - favorendo la ricerca del piacere in modo originale e collettivo. Analogamente, ciò significa dare libero corso alla creatività e alla fantasia, alla ricerca spontanea del rapporto con gli altri e con l'ambiente. Alcuni giochi di squadra particolarmente diffusi a livello popolare in Italia, come il calcio, la pallavolo, la pallacanestro, ecc. potrebbero quindi in questo modo essere utilizzati facilmente per una pratica di massa, « purché si inquadrino in un contesto generale diverso e si evitino, con la discussione e il confronto tra i giovani, le loro deformazioni più vistoInchiestasport/datie cunosità Sulla bilanciadello sportpesa loStato I. L'Italia è l'unico paese al mondo in cui lo stato non ha, nel suo bilancio preventivo, una quota di spese fisse a favore dello sport e dell'attività motoria che non siano quelle per gli stipendi degli insegnanti di educazione fisica. Non solo: grazie al Totocalcio, lo stato italiano è praticamente l'unico a ricavare un guadagno dal « fatto sportivo», dato che dei proventi di questa lotteria solo una parte va al monte-premi (il 38%), l'altra viene divisa tra stato e CON[ (Comitato Olimpico Nazionale Italiano) in parti uguali. Si tratta, complessivamente, di circa 60 miliardi l'anno, destinati a raddoppiarsi a causa dell'aumento del costo della schedina. 2. li CONI è il solo Ente pubblico in Italia preposto all'organizzazione e alla promozione dell'attività sportiva. Istituito dal regime fascista (legge 426 del 1942), prevedeva tra i suoi compiti statutari (art. 2) la difesa e il miglioramento della razza. Oggi è un feudo democristiano che Onesti - uomo di Andreotti - dirige da 30 anni; è composto dall'insieme delle se (selezione, mecenatismo, repressione, ecc»). Il successo di massa delle numerose iniziative popolari che si sono mosse in questa direzione conferma ampiamente quali potenziali si aprano. rienze e dei rapporti collettivi in particolare tra quegli strati che da sempre sono stati emarginati ed espropriati di questo elementare diritto: i bambini, le donne, gli anziani. (Basti pensare che tra i praticanti attività sportive in Italia il rapporto tra i sessi è di una donna per 10 uomini, mentre per i bambini non esistono che le palestre private per gli anziani nemmeno E' superfluo sottolineare che questa pratica di massa del gioco e dello sport va allargata a tutte le fasce di età, come momento di generalizzazione delle espe54 Federazioni olimpiche, caratterizzate tutte da una pratica altamente selettiva e da una vita interna priva di qualunque garanzia democratica e di ogni legame con le realtà associative e sportive popolari. Gli atleti (che rimangono, in definitiva, i veri protagonisti di ogni avvenimento sportivo) non hanno alcun potere decisionale sia nelle rispettive società di appartenenza (n molte discipline vige ancora il « cartellino a vita » che sancsce la proprietà privata dell'atleta da parte del presidente) sia nella federazione sportiva del Coni in cui la società è organizzata. 3. li numero di praticanti attività sportiva in Italia è fermo al 2,6% (le donne sono una ancora più infima minoranza), mentre nella Repubblica Democratica Tedesca è del 16,3%, in Urss ha superato il 23%, in Svezia il 25%, nella Repubblica Federale Tedesca il 13%, in Ungheria il 10%. 4. Impianti: il 44% dei comuni italiani è privo di qualunque impianto sportivo. Percentuale che scende al 23,7 nell'Italia nord-orientale e sale al 62,2 nell'Italia meridionale e insulare. 5. Spese per lo spettacolo sportivo: anche per la vertiginosa crescita dei prezzi medi dei biglietti di ingresso, la spesa per lo spettacolo sportivo cresce continuamente nel nostrCI paese. Negli ultimi 20 anni, la spesa complessiva degli italiani in questo settore è aumentata del 500% solo per quanto riguarda l'ingresso alle manifestazioni. E. D.
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