le storie e la Storia. Giovanilesco, trasandato, cinematografico, il suo linguaggio ci lascia sempre di qua dal personaggio e dal Cile. Simpatico ma superficiale. Peccato. G.F. Corso di geografia a cura d Gianni Sofrl, ZanicheJII, tre volumi e due documenti, L. 12.900 complessive. Questo libro è eccezionale sotto molti aspetti, e per questo ne pa: liamo qui, a costo di sorr prendere i nostri amici-lettori. Si tratta infatti di un esempio tra i migliori di quella nuova letteratura scolastica, i « libri di testo » di sinistra insomma, che per fortuna ha cominciato, dopo il '68 a esser presente nelle nostre scuole. Più che di geografia, questo manualone illustratissimo (ma non solo con monte Fuji e il golfo di Napoli, anche con i cortei operai e le immagini delle lotte di liberazione) è un libro di • geografia umana », quella scienza cioè che tiene conto del rapporto tra la natura e l'uomo, tra la natura e la società e la cultura di un paese. E' quindi una perlustrazione rapida, efficace, sulla realtà del mondo contemporaneo, di cui vengono messi in prima FRESCHI DI GIORNATA Vincenzo Cerami, UN BORGHESE PICCOLO PICCOLO, Ga ntl, L. 2.800 La Roma della piccola borghesia, dei padri ministeriali, delle madri felliniane, dei figli accidiosi, in una satira crudele e patetica che sfiora spesso l'assurdo, tenuta a battesimo da Pasolini e da Calvino. Lella Balardo, L'INSEGUIMENTO, Bomplanl, L. 3.500 Ancora Roma, ancora .narratori giovani e debuttanti. Una dimensione non solo grottesca, ma fantastica; una ragazza curiosa alla ricerca e alla scoperta dei più bizzarri ambienti e misteri, accompagnata da un androgino strambo. Azione azione azion~··· Michele Zappella, IL PESCE BAMBINO, Feltrlnelli, L. 2.000 Il bambino come protagonista, nelle esperienze di un neuropsichiatra intelligente. E una splendida citazione di Savinio: « Infanzia • onda continua di rivoluzione sistematicamente stroncata dai "grandi", questi reazionari». Jurek Becker, JAKOB IL BUGIARDO, Editori Riuniti, L. l.600 Jakob, nel ghetto di Lodz, s'inventa di aver salvato una radio, e comunica ai compagni di sventura menzogne ottimistiche. Le sue bugie danno la speranza agli altri, ma creano a J akob angoscia e dubbio. Un romanzo nuovo, appassionante, su un argomento tragico che continua a ossessionare chi ne è stato al centro. Peter Hanlke, ESSERI IRRAGIONEVOLI IN VIA DI ESTINZIONE, Einaudi, L .1.500 Un testo teatrale «chiaro» di Handke: gli esseri irragionevoli sono i bor'.:hesi, nella fattispecie l'imprenditore Quitt, che segue la logica dell'egocentrismo fino all'estremo, cioè fino alla propria morte. Handke continua a creare piccoli capolavori. E. L. Doctorow, RAGTIME, Mondadorl, L. 4.000 Un romanzo da leggere, anche se di meriti diseguali: una storia privata dentro la storia pubblica dell'America di inizio secolo, alla riscoperta dei suoi meccanismi, dei suoi orrori, dei suoi • big» e delle sue masse. Piuttosto affascinante. Luigi Pintor, I MOSTRI, disegni di Tullio Pericoli, Alfanl, L. 2.000 I migliori corsivi del direttore del ~Manifesto», la cui penna è efficacissima nel colpire i democristiani, più fiacca coi comunisti, e un po' balenga quando si tratta di LC, cioè dei vicini immediati. Nel primo caso, il centro di questo libro, un ottimo esempio di cosa può ~ssere un giornalismo d'alto livello e di sinistra. ~ ~ , luce e non mascherati o falsati i problemi reali: il rapporto tra sviluppo e sottosviluppo, tra im. pero e colonie, tra trasformazioni politiche e trasformazioni economiche, e in defintiva anche geografiche. Esemplare, in questo senso, il documento-volumetto su • Economia e società » in Italia, nel dopoguerra, scritto a quattro mani da due fratelli: Andrea (economista) e Carlo Ginzburg (storico). E' certamente la più razionale e chiara sintesi che sia dato di leggere sulla nostra società, e se, come speriamo, è possibile acquistarla separatamente (costa L. l .000 soltanto), varrebbe la pena che i nostri lettori anche usciti dai licei, anche in classi con professori reazionari, se lo procurassero. Per chi sa già tutto, può sempre servire nella pratica politica quotidiana come introduzione alla politica economica nostrana da mettere in mano a compagni di base non proprio •alfabeti», a ragazzi giovani e « principianti », ecc. ecc. Ma anche il resto dell'opera è della stessa utilità. Dalla Cina all'America, da Torino a Palermo passando per I'• Emilia rossa », dai laghi agli oceani, gli autori di questo libro (oltre ai tre citati: Lisa Foa, De1fino lnsolera, Silvio Paolucci, Teresa lsenburg, Saverio Tutino, Roberto Finzi) sanno di cosa parlano, e sanno come spiegarlo in modo limpidamente esaustivo, e in una giusta ottica marxista. G. F. UN CAPOLAVORO AL MESE NOIL FLANDERS Daniel DeFoe, In varie edizioni: tascablll Sansoni Einaudi, Mursla, ecc. e nel Grandi Libri di Garzanti a 800 Hre. Che scrittore straordinario fu Defoe! A cavallo tra 600 e 700, dopo la fine del movimento puritano - prima rivoluzione borghese, si può dire - che cosa non ha fatto per vivere e far carriera! Al servizio di questo o quel padrone, inseguendo sempre e raggiungendo spesso il successo, ha scritto libelli, riviste, giornali, inventando in qualche modo la cronaca e il giornalismo, e quando sessantenne si è messo a scrivere, dopo le ultime batoste commerciali e politiche della sua complicata vita tutta fatta di empiristici intrallazzi, spesso con convinzione tutta borghese ma nuova rispetto ai tempi e portatrice delle idee di una nuova classe nascente, ha infilato con sovrana tranquillità, uno dietro l'altro, alcuni dei più grandi capolavori della letteratÙra: il Robinson Crusoe, Lady Roxana, li Capitano Singleton, li diario dell'anno della peste, e quesrn Moli Flanders, personaggio femminile che campeggia con una carica di vitalità e verità sempre attuali tra le eroine letterarie. Moli è nata sfortunata (e 11:ià qui è la novità prima di De Foe: la sua è una letteratura dell'arte di arrangiarsi » da parte di chi non è • nato bene» e con mezzi) e per vivere fa quello che può: dal furto alla prostituzione, tra ascese e cadute. fortune e sfortune, che la vedono ora trionfante e ora \.. reietta, ma mai domata e sempre conscia del « primum vivere » a qualsiasi costo. Con imperturbabile serenità giustifica il suo agire, si dichiara pentita delle malefatte ma è sempre pronta a ricominciare se necessario, e prende allegramente anche la scoperta, in uno dei suoi tanti matrimoni, di aver commesso un insospettato incesto. Rispetto al romanzo sociale dell'Ottocento, è assente in Moli (in De Foe) ogni ipocrisia sostanziale, da questo suo lucido candore primario per cui ella giustifica ogni malefatta con lo stato di necessità dell'« home economicus » di cui parlerà Marx. Non c'è scelta, per chi è cacciato dalla sorte in una condizione di sfavore e di fame.tanto più se si è doppiamente oppressi in quanto poveri e in quanto donne. Le peregrinazioni e le avventure di Moli ci mettono a confronto con una società svelata in tutta la sua crudezza: fogne e bettole e postriboli e galere ma anche palazzi e politica e nobiltà torva e commercianti brutali. I personaggi vi si sussegono con spregiudicata secchezza e, sempre, con precisa connotazione economico-morale (le due cose insieme, Moli è una materialista nata: si è, più o meno, quel che si mangia). Per nostra mag- )!ior soddisfazione. la grande Moli « finisce bene», non ci illudiamo certo sulla profonda sincerità delle ultime righe delle sue memorie, quando afferma di volere, coll'ultimo sposo. « spendere il resto degli anni in sincera penitenza per le vite dissolute che conducemmo ». Formidabile Moli! G. F. ~
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