Muzak - anno III - n.13 - giugno 1976

maggiore comunicatività, prendono forma i suoi ultimi lavori, • Sunday's Child » e • Live at Leeds ». Alla semplicità non compromessa del primo si oppone la maggior ricerca dell'album dal vivo, che dimostra quanto Martyn sappia riportare ogni tratto della propria personalità a contatto del pubblico di un concerto. Egli è fra le poche realtà attive del pop britannico e difficilmente, non avendolo fatto nei momenti più difficili, accetterà il compromesso del « facile ascolto». Jacques Barre/li I Mlracles Soul musica vecchia e nuov.a I Miracles sono uno di quei gruppi destinati a diventare un marchio di fabbrica per un certo tipo di musica. li loro «soul» gentile e dal rimbalzo gommoso sopravviverà probabilmente alla attuale formazione che, a parte Griffin che è il più giovane e si è aggiunto nel '72 al momento della dipartita di Smokey Robinson, è la stessa che circa vent'anni fa cominciava a suonare alle feste nei licei. Molti brani nel lasso di tempo che va dal '67 al '70 sono stati piazzati dai Miracles nelle • charts » di Billboard, trentuno per l'esattezza. In questo momento il gruppo attraversa una specie di « seconda giovinezza» grazie all'apporto creativo di Griffin che oltre ad essere la voce solista del gruppo (in falsetto secondo la tradizione di Ronbinson) è anche arrangiatore delle voci e autore, insieme al • vecchio» William « Pete » More, di tutto il materiale contenuto nel nuovo e fortunatissimo album. Abbiamo posto qualche domanda a More e Griffin. Innanzi tutto ci interessava sapere da cosa deriva la difficoltà di riconoscere il soul di buona marca dalla musica da discoteca di bassa lega. • E' una situazione che ha le radici nel fatto che la musica nera deve essere ballabile per avere la possibilità di essere trasmessa anche dalle radio bianche. Noi per esempio col nostro ultimo City Of Angels abbiamo cercato di introdurre un minimo di discorso nella nostra musica eppure i suoni del basso, della chitarra, le sonorità insomma, sono quelle che vanno di più in questo momento». Di che parla « City Of Angels?" Abbiamo dedicato questo disco a Los Angeles ,. dice Billy Griffin • perché L.A. è una delle città più belle del mondo, piena di bella gente: una vera città di angeli. Molti del resto vengono a Los Angeles per tentare la fortuna nel music business o a Hollywood. Queste persone possono conoscere una Los Angeles differente, molto dura. E' il caso della « povera Charlotte » descritta in un brano del nuovo disco. Anche Charlotte come molti viene a L.A. inseguendo il grande sogno: non ce la fa e si uccide ». Pandit Pran Nath Un raga Marco Dani per l'occidente Panciit Pran Nath, massimp vocalista indiano, è uno dei maggiori interpreti di raga oggi viventi. li raga è una delle tecniche compositi ve più antiche nella musica classica indiana. E' impossibile spiegarne le caratteristiche in poche parole, e altrettanto difficile studiarlo nei dettagli. Si basa su una sequenza di note ripetuta a variazioni impercettibili, sfasata nell'improvvisazione controllata al centro del brano e poi ripresa alla fine del raga stesso. E' una derivazione della musica modale. Un raga ha una precisa collocazione temporale nell'arco di una giornata: un raga suonato di mattina è cioè diversamente strutturato da uno eseguito dopo il tramonto, e richiede un differente apporto da parte del musicista. La padronanza di questa tecnica, a detta del compositore Stockhausen, potrà rivoluzionare l'intera musica occidentale e dirigerla a una sua perfetta realizzazione, che in parte ritorni alle origini del suono e in parte sia la più completa espressione del musicista contemporaneo. Pandit Pran Nath è da quasi dieci anni nei circuiti della musica contemporanea occidentale e porta ovunque il prnprio modo d'esprimersi, accompagnato a volte da tablas e tamboura, strumenti classici indiani, a volte con la sua voce a unico mezzo. Nell'unica incisione da lui reperibile sono contenuti due raga. Il primo, Yaman Kalyan, è un raga serale che i vocalisti indiani cantano appena dopo il tramonto, e spiega il senso di devozione della meditazione serale del musicista. li secondo Punjabi Berva può essere cantato da qualsiasi ora fra la una del pomeriggio e mezza notte. La sua interpretazione varia al passo con il tempo. Questo raga è difficilissimo da eseguire perché ne richiama alla mente decine di simili, tanto che il musicista viene a volte sopraffatto. E' una dimostrazione del genio di Pandit Pran Nath, che lo canta impeccabilmente per un tempo abbastanza unico (venti minuti) per il raga. Questa incisione è fondamentale per due motivi. L'opera è l'unica che il Pandit abbia mai permesso d'incidere. Inoltre è testimonianza di uno stile, il Kirana, che non trova altre prove su disco. Prandit Pran Nath è il migliore interprete di Kirana oggi esistente e, come fa notare lo stesso La Monte Young « l'album è un evento da tempo aspettato da coloro che lo hanno ascoltato in concerto e un contributo singolare nella storia della musica classica indiana ». Mauro Radice Anonimo Il pop italiano li pamphlet anonimo, genere letterario finora riservato ai polemisti politici, oggi trionfalmente ritornato in auge, arriva puntualmente ad esercitarsi anche su questioni musicali. li punto di partenza, al quale ci sentiamo vicini, è che il pop, come tutti i fenomeni sovrastrutturali (o piuttosto metastrutturali, come preferirebbe il nostro anonimo) devono essere spiegati come derivazioni di meccanismi ben più ampi e generali, facenti capo ai rapporti di produzione e quindi alla politica. Da qui alla tesi specifica il passo è breve. Il libello (' Libro bianco sul pop italiano ' Arcana L. 2.500) sostiene che il pop anglosassone ha rappresentato per molti anni un fenomeno di colonlzzazione economico-culturale dal quale solo recentemente ci stiamo riscattando. La tesi, coincide a tal punto con la nostra politica musicale, che qualcuno potrebbe credere che si tratti di un frutto della redazione di Muzak. Non è così, ovviamente, ma il libro ci piace, al di là delle forzature operate affinché tutto rigorosamente rientri nelle tesi che si vuol dimostrare: ci piace oltretutto, proprio perché anonimo, in quanto riporta nel contesto della critica pop notoriamente sottoculturale, modi e atteggiamenti propri della critica 'maggiore '. Gino CastaJdo

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