Muzak - anno III - n.13 - giugno 1976

E' un compito senza dubbio piacevole per chi come noi scrive ogni giorno di musica avere l'opportunità di incensare per una volta un « rocker » nazionale. Già, perché Lucio Dalla può essere considerato un rockc:r, un operatore nel medium rock a livello dei più abili vocalisti internazionali con la sua voce potente, dura ed educatissima. L'eclettismo dell'artista però trasforma subito la definizione in restrizione. Infatti I'esperienza di Lucio è caratterizzata da una libertà improvvisativa più vicina al jazz che al rock e così lo è la sua personalità di compositore. 11 fatto è che questo suo ultimo Automobili, al pari di Anidrite Solforosa e forse con più precisione, becca l'attenzione al primo ascolto. E' bello e confortante per una volta potersi « perdere » in una musica differente, che conserva qualcosa d'ancestrale, dai risvolti melodici a, magari, il cinquettìo del canarino della Rai alla fine di un brano. Dove il fatto di perdersi va qui inteso come « essere intrattenuti » da una struttura musicale interessante scaturita da un testo suggestivo. L'automobile è un elemento della vita di tutti i giorni di ciascuno di noi. Un elemento mica troppo poetico eppure nelle mani di Dalla e Roberto Roversi (autore anche dei testi di Anidride Solforosa e che qui appare sotto pseudonimo per qualche ragione) il soggetto rivela delle possibilità insospettate. Guardata sotto il profilo politico, mitico-romantico e filosofico, l'automobile diventa un filo conduttore sicuro per un album estremamente coerente. Apre il disco l'« Intervista con l'avvocato » in cui un cronista del Manchester Guardian intervista Agnelli sulla mole degli affari legati all'industria dell'automobile. Torino è la città dove « l'aria è tanto densa da fa. Rockitaliano Musicae nuvola Un testo suggestivo, la capacità d'improvvisazione del jazz, la forza del rock: l'ultimo LP di Lucio Dalla lo conferma miglior rocker nazionale re pietà» e l'automobile è il genere in crisi profonda, lo « stecco di legno sull'onda», definito dalla sensibilità poetica di Roversi. In questo frangente Dalla si produce, oltre a suonare un ottimo piano acustico estemporaneo, in un solo per gor· gheggio e energia creativa folle da fare impallidire i maestri del solo per voce. E' alla fine di questo brano che, sul ritmo tarantellato non per niente sottolineato dalle percussioni di Toni Esposito, ci immergiamo nel mito. Si fa un balzo indietro in una Italia bombarda27 ta e contadina dove ancora le velocità inusitate del motore a scoppio sono sintomo e simbolo di progresso. L'uomo capace di domare la macchina è Tazio Nuvolari per lui Dalla e Roversi compongono una splendida suite dalle immagini cinematografiche. Mille Miglia ci porta a spasso per l'Italia al fianco del leggendario « Nuvola » in una epopea di « spruzzi d'olio e sbruffi di terra ». Un'Italia dove si aggira ancora « una morte secca per i campi a falciare il grano! ». Nuvolari è l'elemento che risveglia l'interesse e l'entusiasmo di una gente provata dalla guerra, irretita dallo spettro della morte, lui che non ha paura di morire. L'odore della benzina e le macchie di grasso sono praticamente davanti ai nostri occhi dopo che il brano è partito da un· minuto. Si tratta della scenografia di un vero e proprio filmato in musica. La capacità di fare cinema con musica e parole è di pochi. Recentemente abbiamo apprezzato una abilità del genere in Desire di Dylan e una capacità mutatis mutandis non del tutto dissimile troviamo in questa opera. Il « bello » di cui dicevamo all'inizio è che qui gli elementi sono tratti da un patrimonio squisitamente nostro, nomi di questi « campioni famosi per il mondo » li abbiamo senza rendercene conto succhiati insieme al latte di mamma e c'è qualcosa di ancestrale nel duello tra i due bolidi d'acciaio, un duello che si svolge a Radicofani, non a Durango o Palo Alto. « Nuvola, Nuvolari, sei una Nuvola nera ... » in questo refrain l'ecclettismo musicale di Dalla è colpito da un satori di charleston a la Bixio, e Roversi conia con rara abilità di poeta folk un epiteto gridato nell'interpretazione di Dalla: « Manto· vano Volante». Tra le rovine della guerra sarà il rombo di quei motori a fare uscire ancora la gente di casa, a fare tornare luci e colori sul grigio panorama. E' una visione positiva dell'automobile vista come motivo di progresso. L'epopea del « mantovano volante » prosegue nel brano seguente a lui intitolato. Nuvolari è basso, è vero, però ha cinquanta chili d'ossa e due mani come, artigli, non ha paura di morire e tre più tre per lui fa sempre sette. Se volete trovare un po' di gloria nella storia dell'automobik Nuvolari è il vostro uomo. Le vicende belliche del suo paese sembra-

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