Muzak - anno III - n.12 - aprile 1976

Posta Compagna solitudine Caro Muzak aiutatemi, sono una omosessuale voglio sapere se esistono operazioni per cambiare sesso. Oppure non mi resta altro che uccidermi. Sto impazzendo. Aiuto- Aiuto! E' terribile amare e non poter dare il tuo amore. Vedere gli altri liberi di amarsi, di tenersi per mano, e tu costretta a tenerti tutto dentro a morire senza poter amare veramente nessuno, ad aspettare la morte, morendo ogni giorno di più. Meglio morire subito. P .S.• Lo so che vi faccio schifo. Perdonatemi ma non ho scelto io di essere... Solitudine La lettera di « Solitudine » ci ha sbalorditi e poi addolorati, due reazioni inconsuete, in orario d'ufficio. Eppure il suo appello non è strano, non è « un caso pietoso». Sempre o quasi sempre la tristezza (quella profonda, più vicina alla disperazione che alla malinconia) è sensazione di esclusione, di isolamento, di mancanza d'amore. Né operazioni per cambiare sesso, né lobotomie o altri interventi chirurgici possono risolvere, nemmeno in parte, il problema. Se noi, invece di fare la rivoluzione si andrebbe tutti in Svizzera. Dire a una lettrice disperata: « lotta per la liberazione sessuale » sembra moralistico e liquidatorio. Non lo è: perché se non può baciare e abbracciare un'altra donna è questa società fottuta che glielo impedisce, non il fatto di non avere il cazzo, come gli uomini. Banalità: « non si può aspettare la società senza divisioni né di classe né di sesso per essere felici». Non si può stare soli nemmeno altri dieci minuti. Se no, come alla compagna Solitudine, viene voglia di impiccarsi. E allora? Se « felicità subito » è una formula ancora impraticabile, e l'amore molto spesso è negato, dobbiamo rimandare Eros a un futuro migliore lavorando come talpe rosse alla sua costruzione? Oppure volere subito essere felici, purtroppo (o meno male) anche questa è una lotta. Non diciamo alla compagna Solitudine di non suicidarsi, ci sembrerebbe di prenderla in giro come fanno gli in• sopportabili psicologi dei giornaletti. Contiamo sull'apertura di un dibattito che socializzi la sua tristezza, è così che riesce a decidere di non morire. L. R. Proletario? Sì, col cazzo! Cari amici, va bene che la sessualità e la omosessualità vanno discusse, ma da qui a fingersi finocchi e lesbiche per sentirsi « in » ce ne corre! Esattamente. Finocchio e lesbica: posso usare cento altri nomi, ma la sostanza resta la stessa. Perché io non ci trovo nulla di particolarmente infamante o pruriginoso in questi termini e in questi fatti (perché sono fatti prima che termini). Ma voi che vi date arie da superatori di Freud e di gente che se ne frega delle differenze sessuali e mi venite a contrabbandare per rivoluzionario l'amore omosessuale, e poi mi fate 2 pagine piene di toccamenti fra donne e fra uomini perché così è meglio e « io so dove toccarti » e « misuriamoci il cazzo » e volete farmi credere che tutto ciò è liberazione dai tabù. Ma avete riletto lo scritto? E' troppo serio per essere ironico e troppo ironico per essere serio. Scade nel volgare, pruriginoso, piatto interesse per il diverso proprio degli adolescenti in calore alle prime esperienze. E poi per quale motivo il mio cazzo sarebbe il mio potere? perché posso soddisfare delle donne? Ma andiamo! State tornando al cicisbeismo. preromantico, non ve ne accorgete? Il fatto è che voi per primi, non so per quale motivo, considerate il sesso come qualcosa di sporco, di innaturale, di male, e l'appagamento sessuale, che è valvola di sfogo di frustrazioni e angoscie quotidiane, per voi diventa il culmine di queste cose. Ora, io non sono un proleta• rio; sono uno studente-lavoratore, ma volete dirmi sinceramente, per voi, se ho più potere io col mio cazzo o la moglie del mio capoufficio con i suoi soldi e la possibilità di vivere per intero la sua vita e di influire sulla vita degli altri? Nel sesso vi può essere potenza, ma non potere. Il potere è economico, e in questo mi capiranno tutti i lettori che non vannò a scuola o all'università perché si usa, oppure perché ce li manda pa6 pà; ma perché ne hanno voglia, e sono disposti a lavorare per questo, e sacrificarsi, e, insieme a loro, tutti gli altri che devono guadagnarsi la vita, o una vita più decorosa. Chi ha più potere, un impotente miliardario o un potentissimo morto di fame? E poi, francamente, senza acredini o battute, chi non riesce a modificarsi, ad addolcirsi, ad essere uomo e non maschio attraverso il rapporto con le donne, il completamento reciproco, lo scontro anche continuo con una realtà diversa, come volete che ci riesca per mezzo del rap. porto con un altro uomo? E' oossibile, non lo escludo, ma da qui a farne la norma, la necessità, la cosa nuova e realmente rivoluzionaria, ci passa il mare. Vi prego, ora, non ricadete nella vostra piatta retorica, rispondendo (se me ne vorrete dare l'onore!) che ho scritto tutto questo perché ho paura di confrontarmi con l'omosessualità etc. Non è questione di natura concettuale, ma fisica; di predisposizione naturale, insomma. Mentre mi sembra proprio che per voi si tratti di incapacità di comprensione a livello concettuale di quei problemi, e che cerchiate di esorcizzarla attraverso la dichiarazione di disponibilità fisica anche immediata, ma a mio avviso pienamente insincera. Ciao a tutti, e buona misurazione reciproca del cazzo o carezze dove so io. Un lettore fedele e sincero Franco Ricadiamo nella nostra piatta retorica: hai scritto tutto questo perché hai paura di confrontarti con l'omosessualità etc. E poi scusa, ma se noi siamo retorici tu sei di una banalità sconfortante. Anni di battaglia sul fronte culturale, di femminismo, di ricerca di una sessualità liberata su questa lettera passano come un soffio di brezza. E quella sul « completamento reciproco uomo-donna val/a a raccontare alle donne proletarie (dato che quelle non proletarie per te non contano) e ti risponderanno come si « completano » a botte di aborti clandestini, doppio lavoro e perenne subordinazione. Quella sulla « predisposizione naturale» (malattia?) puoi lasciarla a qualche medico reazionario o allo psicanalista da giornaletti. Quella sul « sesso come sfogo » è adatta più o meno agli atleti del coito: quelli che conoscono 100 posizioni del kama-sutra e poi non sanno nemmeno dov'è la clitoride della donna. li dibattito è aperto. G. P. Militando nell'area dell'amore Cari compagni, ho comprato Muzak 11 questa mattina e dopo aver trascorso un pomeriggio casalingo leggendolo tutto dalla prima all'ultima riga mi sono sentito decisamente in sfiga durissima. Sarà an• che per via di un raffreddore orrido che mi ottenebra non poco, comunque sono piombato in una depressione abbastanza spiacevole. Adesso mi spiego. Sono un omosessuale convinto (scusate gli errori, ma sto scrivendo dal letto perché sono circa le 2 del mattino e non riesco a dormire). Il mio problema è la confusione mentale, la solitudine e il progressivo distaccarmi dalla realtà e dai problemi ad essa connessi. Ho 22 anni e, per certi versi, potrei considerarmi un « addetto ai lavori». Presi i primi contatti col Fuorl nel '72 quando era appena nato ed è stata una esperienza decisamente positiva. Solo che ... vivo tutto in modo troppo emotivo. Accidenti, poco fa, nel buio mi rigiravo tra le coperte col cervello in ebollizione, mi venivano in mente un sacco di cose e una voglia grandissima di scrivervi, di comunicarle proprio a voi, perché siete davvero in gamba e mi sto affezionando ai vostri nomi. Ma adesso, proprio le paure e le spighe che volevo raccontarvi mi stanno bloccando impietosamente. La verità è che non ce la faccio più. Ho bisogno di amare qualcuno e di esserne riamato. Regolarmente tutte le sere prima che giunge il sonno, mi rifugio in un mondo inesistente, immagino di stare con qualcuno, di farci l'amore con amore e parlo anche con questa gente (schizoid man), c'è anche, lo scenario e tutti i vari particolari. E' che sono proprio stanco di fare una scopatina velox in macchine eppoi via. Vorrei militare da qualche parte, ma i « compagni » sono tutti cosl maschietti e così presi dalle storie fabbrica e scuola (di cui mi accorgo a volte con sgomento, altre con l'indifferenza di chi in fondo non ha niente a che vedere con le storie che fanno andare avanti il mondo, che non me ne frega proprio niente) e non riesco a legare con nessuno o quasi di loro. Il periodo delle grandi fumate è un lontano ricordo e la speranza di veder saltare fuori questo benedetto uomo nuovo mi sta sfuggendo via, ma non è ancora morta. Ciao ciao Sandro

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