rò non è sufficiente a capire perché un corpo e un viso (ma nell'articolo di F.D. si parlava di visi?) li « senti ». F.D. dice che il problema è crescere: « ... sviluppo intellettuale più ricco, fantasioso, diversificato e libero che assicura la multiformità e la varietà degli oggetti del desiderio ». Io sono· invece convinta che anche « crescendo » (o almeno crescendo solo da questo punto di vista) continueranno ad esistere corpi brutti. Che non sono necessariamente i corpi grassi, con le gambe storte e il culo basso. Sono i corpi che si autonegano, sono i corpi delle persone che hanno un cattivo rapporto con sé, con la propria sessualità, con la propria « fisicità ». Sono i corpi delle persone che non riescono a masturbarsi, delle donne e degli •1nminiche non sanno accarezzarsi, che sentono il proprio corpo come poco importante. Questo tipo di argomenta: zione so circostanziarla solo per quanto riguarda le donne (e quindi, forse, gli uomini continueranno a essere brutti anche dopo la « crescita »). Il rapporto con i propri organi sessuali. Il rapporto con le mestruazioni. Il rapporto con l'odore del proprio corpo. Il rapporto con il corpo che si muove: Di questo le donne hanno iniziato a parlarne, e si è visto che pochissime ci eravamo mai toccate « deptro », e che, quando era capitato, la sensazione era stata di toccare un pezzo di carne morta, una di quelle cose schifose che stanno dentro (budella, fegato). Si è visto anche che il ciclo mestruale continuavamo a considerarlo un avvenimento tragico e sporco, che ci vergognavamo del nostro sangue. Il sangue mestruale è dolce, più dolce dell'altro sangue, ed è molto rosso. E' importante assaggiarlo, odorarlo. Perché è nostro, fa parte del nostro essere donna, del nostro essere biologicamente segnate. E cosi per gli odori, quelli più « interni » e quelli esterni, se ne parla sempre con schifo, perché vengono dalle donne vissuti come schifo, perché simbolo di sessualità: e allora ci laviamo, sempre di più, per togliere ai nostri corpi il connotato di « sesso ». I nostri muscoli, non usati, questo corpo sempre vestito, un po' gobbo (per molte donne nell'intento di nascondere il seno, parte vergognosa perché sessuale), corpo mai espresso: guardarsi davanti ad uno specchio non per esaminare il grado di cellulite, ma per conoscersi. Questa è crescita. E allora, donne con questo tipo di rapporto con se stesse, di negazione, di censura, di castrazione, di vergogna, donne « toccate » sempre e solo da uomini, mai da donne e soprattutto da se stesse; queste donne siamo brutte, al di là della drittezza delle nostre gambe e della grandezza del nostro seno. Rifiutiamo il nostro essere corpo, gli altri rifiutano il nostro corpo. Non sappiamo imporre il nostro corpo come un dato sereno, come qualcosa che comunque è, e gli altri questo corpo non lo vedono e non lo amano. Un corpo che senti tuo, che tocchi, che accarezzi diventa allora, se non bello (ma, chissà?), cioè con proporzioni armoniche, carni sode ecc., almeno aut0cosciente, mezzo di espressione, mezzo di conoscenza. E' per questo che le donne in lotta sono belle, per la loro volontà di usare il corpo per star bene, per creare, per esprimersi; non certo perché i loro seni sono sodi e il loro culo a mandolino. Annalisa Usai Fascisti Uuncontro l'altra armato Due sanbabilini, due sprangate, 5 colpi di pistola, una ragazza ricca e « per bene», un'amica uccisa all'idroscalo di Milano. Un episodio che solo apparentemente non ha bisogno di commenti: che cosa c'è sotto? Le loro faccie le abbiamo guardate a lungo, come per potercele ricordare, capire, scaricare su di esse la nostra rabbia. Le loro storie ce l'hanno raccontate su tutti i giornali: studenti universitari di buona famiglia, nelle apparenze, fascisti pronti e preparati all'assassinio nella realtà. Giorgio Invernizzi e Fabrizio De Michelis: due nomi che sembrano uscire dal nulla, due ragazzi annoiati con il mito della grana e delle armi, degradati nella degradazione degli ambienti fascisti, senza altre « emozioni » che quella di uccidere una di loro. Questo è il quadro che ci hanno fornito. Sembra quasi, a leggere i giornali, che si rimpiangono i fascisti di prima, i bombardieri neri, gli accoltellatori per fede politica, gli Espo.~ti,i Nico Azzi, i Manfredi, 1 Braggion. Quelli ammazzavano e attentavano, ma per ideologia, un'ideologia nazista e non condividibile, ma pur sempre ideologia, sembra di leggere fra le righe, e poi se la prendevano sempre contro gli studenti di sinistra, con le manifestazioni sindacali, e al massimo con qualche· treno... +
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